Quello che voglio affrontare oggi è un argomento con un punto di vista prettamente personale che potete condividere come no.
E’ un mio particolare modo di vedere questa cosa. A me personalmente, fa anche stare bene quindi, essendo che sono anche dell’idea che qualsiasi cosa che – fa star bene – è la benvenuta, benvenuto sia anch’esso.
Vorrei parlarvi della Fortuna.
La Fortuna è indicata dalla lingua italiana come “buona sorte”. Ok. Ci può stare, ma che cos’è? Da cosa è composta? Da dove arriva? Piove da cielo? Questa è la concezione che diamo ad essa, un particolare meccanismo formato da non si sa bene cosa, che aleggia costantemente sulle nostre teste andando a zonzo a baciare di tanto in tanto…. chi? Chi è più bello? Chi è più bravo? Chi più ha sofferto? Mmmmhmm… E che criteri di scelta utilizzerebbe per questa sua cernita? Forse becca chi gli capita a tiro avendo una specie di volto bendato con tanto di nastro nero sugli occhi. Ma soprattutto, come fa poi a far accadere l’evento cosidetto – fortunato -? Troppo comodo dire “per caso!” non trovate?
Mi sembra sia solo perché non si sa dare una vera spiegazione. Anche perché parecchie filosofie, soprattutto di genere orientale, sono convinte nell’affermare che…. Il caso non esiste. Un motivo c’è sempre. E qui inizia il difficile. L’incomprensibile.
Già vi sento inalberarvi in quanto, se c’è un motivo per la buone sorte ci sarà dunque anche quello della sfiga sua antagonista. Io penso di si. Vi ripeto è un mio personale pensiero. E a me fa star bene. C’è chi per star meglio vive con gli angeli vicino, chi fa riti propiziatori, chi guerreggia ogni giorno come Don Chisciotte o chi fa entrambe le cose. Io vivo pensando che quando ci capita qualcosa, un motivo dietro c’è sempre.
Non esordite ora con domande spacca-schermo tipo “allora qual’è il motivo che a me mi è venuto a mancare Tizio o Caio…” perché vedete, dal punto di vista universale, la morte non è vissuta come la viviamo noi; così come non è vissuta allo stesso modo nostro, da altre popolazioni che condividono il nostro stesso pianeta. Per cui, il soggetto “morte” sappiate che è soggettivo e, come seconda cosa, la morte sarà un argomento che sicuramente affronterò in altre occasioni ma non questa. In questo articolo desidero parlare della Fortuna. E desidero anche non darle tutti questi meriti che siamo abituati a rivolgerle.
Ma insomma, pensate davvero che voi, esseri speciali quali siete, formati da un’anima, un corpo, uno spirito, una pische, intelligenze, emozioni, capacità di attrazione, pensieri, istinti, non c’entrate proprio nulla??? Siete davvero convinti che tutto ‘sto popò di roba quale siete sia solo uno spreco che cammina, lavora, parla, mangia, ama, s’incazza, etc… etc…? Ma io non credo proprio.
Mi accuserete, non conoscendomi, di avere un Ego particolarmente alto ma sottovalutarsi così mi par davvero offensivo per quel che siamo, cioè, una delle cose più belle di questo Universo. Oggi, non vi voglio fare esempi. Vi lascio semplicemente queste parole che potranno forse portarvi a riflettere. Continuerò il discorso e allora probabilmente, capirete meglio cosa intendo dire. Sappiate solo questo, la Dea Bendata, è una simpatica, allegra, meravigliosa, appagante amica che stupisce ogni qual volta viene a trovarci ma lei è lei. Voi siete voi. Qualcosa di magico e di grande, e di inspiegabile c’è sicuramente ma anche voi siete magici, fidatevi.
Prosit!
photo aforismi.meglio.it
Homo faber suae fortunae…anche gli umanisti non guardavano alla dea bendata come ad una dispensatrice casuale. Chi è aperto al cambiamento e vive al meglio ogni opportunità volge in positivo ciò che gli accade e tra l’altro non sfinisce il prossimo piangendo sulla sorte avversa. In bocca al lupo per la tua nuova avventura!
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Bellissimo commento Stravagaria. Proprio quello che desideravo leggere. Non ho altro da aggiungere. Grazie per l’augurio. Ti abbraccio forte.
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