Tanti Principi Attivi tutti per voi!

Eccovi una breve (perché in realtà ce ne sono moltissimi altri) ricerca fatta da me, sui Principi Attivi, utili e naturali per il vostro benessere.

Un prontuario da tenere sempre a portata di mano nel quale, il mondo vegetale specialmente, ma anche quello minerale, ci vengono in aiuto.

Alcuni di essi hanno diverse azioni benefiche.

Ma cosa sono i Principi Attivi? Sono sostanze in grado di attivarsi determinando la terapia (aiuto) di cui abbiamo bisogno. Esistono quelli chimici costruiti in laboratorio e quelli naturali dati da animali, minerali e vegetali. Estratti formati da molecole che agiscono. Capaci di rifornire quello che pian piano, durante la vita, viene a mancarci.

Buona lettura quindi e….. Prosit!

P.A. PURIFICANTI E TONIFICANTI: Cappero, Brugo, Macadamia, Timo, Propoli, Limone, Cedro, Canfora, Eucalipto, Lavanda, Menta, Niaouli, Maggiorana, Pino Silvestre, Rosmarino, Sandalo, Santoreggia, Ylang Ylang, Salvia, Viola, Bardana, Elicriso, Sali di Silicio, Pkea Robusta, Chrisantellum Indicum, Liquirizia, Vitamica C, Origano.WP_20140521_002

P.A. ASTRINGENTI: Alchemilla, Cipresso, Rosa Centifoglia, Fango Marino di Tethys, Hamamelis Virginiana, Pomodoro, Crypto Marino, Arancio, Acido Citrico, Menta, Bardana, Canfora, Pino Silvestre, Eucalipto, Caolino, Escina, Propoli, Rosmarino, Licheni, Betulla, Sambuco, Cannella, Mela Cotogna, Viola del Pensiero, Argilla Bianca, Ginseng.

P.A. IPOLITICI: Ananas, Alghe, The Verde, Odontella Aurita, Ippocastano, Edera, Caffeina, Ginseng, Sali di Rutina, Grano Saraceno, Alga Fucus, Quercia Marina, Centella Asiatica, Tarassaco, Pilosella, Origano.WP_20140831_002

P.A. PER LA LUCENTEZZA DEL VISO: Squalene, Fango Marino di Tethys, Mandorla, Lino, Altea, Microsfere di Madreperla, Melone, Estratto di Rosa, Salvia, Arancia, Ippocastano, Pomodoro, Lievito di Birra, Farina di Castagna, Albicocca, Carota, Albume d’Uovo, Camomilla, Luppolo, Caolino, Escina, Finocchio.

P.A. SEBONORMALIZZANTI: Nocciolo, Ginepro, Melissa, Lattuga, Odontella Aurita, Zinco, Bardana, Salvia, Genziana, Albicocca.WP_20141011_001

P.A. ESFOLIANTI: Salice, Phytoplancton Marino, Papaina, Polvere di nocciolo di Albicocca, Sale del Mar Morto, Polvere di quarzo, Legumi essicati polverizzati, Pomice, Polvere di Alga Lithothamnium, Caolino, Argilla, Semi di Lino.

P.A. VASOPROTETTORI E ATTIVATORI DELLA MICROCIRCOLAZIONE: Mirtilli, Centella Asiatica, Vinacciolo, Lampone, Ribes, Melograno, Ciliegia, Palmaria Palmata, Chrisantellum Indicum, Acero Rosso, Vitamina PP, Ginko Biloba, Lescina.WP_20150309_001

P.A. VASODILATATORI E RUBEFACENTI: Peperoncino, Caffè, Cacao, Teina, Capsico, Origano, Rosmarino, Cannella, Aglio, Silique, Cappero, Nasturzio, Cardamomo, Rafano, Senape, Colza, Rucola, Brassica, Borsa del Pastore, Alisso, Mirto, Noce Indiana, Scalogno, Coriandolo, Fieno Greco.

P.A. VASOCOSTRITTORI: Maggiorana, Hamamelis, Cipresso, Menta, Canfora, Eucalipto, Timo, Niaouli, Concentrato di Corallina, Basilico, Citronella.

P.A. DRENANTI: Centella Asiatica, Edera, Ortica, Spinacio, Alga Laminaria, Ippocastano, Ananas, The Verde, Jasmine, Rosmarino, Pungitopo, Elicriso, Guaranà, Alga Fucus, Pilosella, Tarassaco, Trifoglio, Betulla, Frassino, Ruscus, Asparago, Peduncolo di Ciliegia, Equiseto, Gramigna, Barba di Mais, Finocchio, Anice, Bosso, Ligustro, Corbezzolo.

P:A. CALMANTI – DECONGESTIONANTI – LENITIVI E ANTINFIAMMATORI: Azulene, Camomilla, Arnica, Calendula, Hamamelis, Malva, Melissa, Passiflora, Tiglio, Olio di Germe di Grano, Olio di Mandorle Dolci, Pkea Robusta, Verbena, Stella Alpina, Ylang Ylang, Camelia, Orchidea, Aloe, Viola, Calmaris Naturalis, Mimosa, Salvia, Ginepro, Avena, Mela Cotogna, Biancospino, Zenzero, Sesamo, Melaleuca, Patchouli.

P.A. IDRATANTI: Aloe, Mandorle, Macadamia, Acido Jaluronico, Germogli di Riso, Bucaneve, Germe di Grano, Cocomero, Glicerina, Clorella Vulgaris, Fiordaliso, Albicocco, Luppolo, Argan, Lievito di Birra, Miele, Jania Rubens, Burro di Karitè, Corallina, Cetriolo, Avocado, Girasole, Vitamina E, Vitamina C, Vitamina B, Vitamina A, Vitamina F, Lattuga, Urea, Acido Mandelico.

P.A. ANTIRUGHE: Rosa, Jojoba, Peonia, Acido Jaluronico, Lecitina di Soia, Collagene, Uovo, Fitostimuline, Carotene, Avocado, Aloe, Olio d’Oliva, Iperico, Castagna, Alga Spirulina, Burro di Karitè, Arancio, Estratto di Mesophyllum, Gingseng, Coenzima Q10, Genisteina, Patchouli, Acmella Oleracea, Rosa Mosqueta, Mela, Melograno.

P.A. RINFRESCANTI E RIMINERALIZZANTI: Oligoelementi Marini, Guaranà, Fieno Greco, Jojoba, Menta, Rosa Canina, Ginseng, Arancia, Limone, Bergamotto, Propoli, Artemisia Vulgaris, Santoreggia, Bambù.

Semplicemente come io la penso

“Mi hanno insegnato a pregare sperando in una grazia, ad essere buona per non andare all’inferno, ad essere sempre educata perchè “chi più ce n’ha ce ne metta”, che il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi, che se prendi 4 a scuola vuol dire che non hai studiato e -guarda invece la tua compagna di banco com’è brava-, che non dovevo correre sempre perchè le femmine devono essere composte, che dovevo rispettare sempre e comunque una marea di gente dagli anziani ai neonati e tutto il vicinato, anche se mi avessero preso a bastonate perchè gli altri avevano sempre ragione, che il lavoro nobilita e la vita è fatta di sacrifici, che dovevo avere sempre una camicia da notte nuova nell’armadio nel caso mi fossi ammalata e avessi dovuto andare all’ospedale, che siamo tutti vittime del destino e quando meno te lo aspetti può capitarti la qualunque senza che tu possa farci niente.

E io ci ho creduto”.

Questo post l’ho condiviso dal blog L’universo nel mio silenzio e capendo perfettamente cosa intende l’autrice ho deciso di riproporlo e spiegarlo. Bhè, sicuramente anche voi avrete già capito, ma forse non tutti sanno che cosa invece sarebbe meglio fare, almeno a mio parere, anziché rimanere attanagliati a ciò che appunto ci hanno insegnato. Premetto subito che quando si parla di educazione e quindi per la maggior parte, di genitori, non si parla di “persone che hanno sbagliato a dirci o a farci determinate cose”. Essi sono stati prima di noi, delle vittime (perché questo è secondo me il termine adatto in questo discorso) che hanno semplicemente cercato di farci vivere nella miglior maniera possibile. Ma è possibile vivere benissimo anche esattamente al contrario di questi insegnamenti? Ebbene, io credo di si. Partendo dal presupposto che quello che l’autrice scrive è tutto vero per la maggioranza delle persone, e tutti noi ne siamo testimoni, proviamo a stravolgere il tutto e vediamo cosa succede. Iniziamo con il suddividere queste frasi:

  • Mi hanno insegnato a pregare sperando in una grazia.

Ecco. Questo primo metodo nel quale, come prima cosa, ci stanno dicendo – Prega, chiedi pure, ma guarda che non è detto che avvenga -. Gente che passa ore e ore a pregare per una grazia e non la riceve, mentre invece il suo vicino di casa si, lui si, lui l’ha ricevuta. Qui ci sono delle discriminazioni belle e buone! Forse lui è stato più umile di me? Ha fatto più sacrifici? Ha pregato di più? E allora sgraniamo rosari, stiamo ore senza mangiare, evitiamo quel determinato alimento, sacrifichiamo i nostri e non simili, e chi più ne ha più ne metta. Diventiamo pazzi nel cercar di far esaudire il nostro desiderio perché attenzione… è solo un desiderio. Non è una pretesa. Non è una cosa ovvia. E qui casca l’asino. Povero asino. E perché non può essere una pretesa? Io non ho forse il diritto di pretendere un qualcosa di mio, che mi apparterrebbe, che non può nuocere a nessuno? Ma allora scusate, e la nostra infinita potenza di cui vi parlavo giorni fa? La possibilità che noi avremmo di poter ottenere ogni cosa ma inquinati fin dalla nascita da questi pensieri non l’avremmo mai? Vi sembra impossibile quello che dico, lo so. Eppure ci sono casi che confermano ciò che sto dicendo, quelli che ci hanno insegnato a definire “sogni che si realizzano”. Che solo alcuni sono in grado di realizzare. E se invece, anziché chiedere, non chiedessimo nulla e pensassimo semplicemente che così è e così dev’essere? E se invece che desiderare e sperare non dessimo quella cosa semplicemente come certa e poi magari ai nostri Dei, per chi ha piacere di averne, raccontassimo semplicemente cosa ci piacerebbe fare una volta che questa cosa certa si è concretizzata? Deve solo concretizzarsi attraverso forse un milione di passaggi ma c’è già. Sta arrivando. E’ nostra, ci appartiene. E’ nostra perché noi l’abbiam voluta. La grandezza che è in noi l’ha voluta, non un Dio o chi per lui. Un Dio non può far altro che accompagnarci in questa avventura e godere della nostra felicità perché questa è l’unica cosa che un buon Dio, chiunque esso sia, vuole. E’ per questo che non dico a mio figlio “chiedilo a Gesù”. Posso dirgli “raccontalo a Gesù” ma chiedilo a te stesso e l’otterrai. E’ un discorso lunghissimo lo so, ma non posso scrivere un libro oggi, posso solo dirvi che questo meccanismo ha un nome, si chiama “legge dell’attrazione”. A vostro gradimento, ci ritorneremo. Passiamo all’altra frase:

  • Ad essere buona per non andare all’inferno .

Bhè, su questo immagino ci sia davvero ben poco da dire. Si, è così. Se non si è buoni si finisce all’inferno. Un inferno personale che ti aggredisce le viscere dal quale difficilmente potrai liberarti. Il più perfido inferno che esista. Questo è l’inferno. Una coltre di tristezza e infelicità che ti avvolge, ti soffoca, ti uccide giorno dopo giorno. Ti spegne. Questo è l’inferno delle persone “cattive”. Che la mia stessa vita, le mie stesse scelte mi diano sempre la sana forza di stare lontana da certe tentazioni. Mai far del male agli altri, mancar loro di rispetto, approfittarsi del prossimo. Invidia, egoismo, opportunismo, superbia, tutte emozioni che affossano in un baratro buio e profondo. Nessun diavolo ad aspettarci, nessun fuoco, nessun urlo solo ed esclusivamente il vuoto, la solitudine, la disperazione più totale. Questo è l’inferno. Ma mica ce l’hanno detto. Ci spiegavano semplicemente che in punto di morte avremmo dovuto chiedere perdono e tac! Se non ricordo male si poteva finire in purgatorio per essere purificati. E’ questo il punto. L’inferno di cui parlo io non arriva dopo la morte. Arriva molto prima. E’ peggio ancora. Ci devi convivere insieme. E li soffrirai come non mai. L’intenzione però c’era. Bisogna comportarsi bene nella vita.

  • Ad essere sempre educata perché “chi più ce n’ha più ce ne metta” .

Eh… e questa ce la siamo sentiti dire in tanti non ne dubito. La sopportazione. Ecco il vero scopo dell’essere umano. Anche se quella cosa da fastidio bisogna sopportare. Per che cosa? Ah! Si! Per il famoso “quieto vivere”, ve lo ricordate anche voi. Aaah! Il quieto vivere. Io e lui alla fine siamo diventati amici. Eravamo spesso in disaccordo. Non sopportavo il suo vivere opprimente sulle mie spalle giorno e notte, notte e giorno. Per colpa sua, io dovevo farmi andar bene qualsiasi cosa. Altrimenti era come se il signorino se ne andasse offeso da qualche parte e non tornasse più. Se, se ne fosse andato lui, saremmo all’improvviso stati sommersi da uno tzunami di catastrofi come litigate, risse, urla, botte e avremmo vissuto nel bailamme più totale per tutta la vita. No, no, caro “quieto vivere” rimani qua. Farò qualsiasi cosa perché tu rimanga qua. Figlio del gioco dei potenti. Quello che –attento a come parli altrimenti ti buco una gomma– o peggio ancora. Quello della paura. Non abbiate paura. Siate più forti. Non dovete permettere a nessuno di offendervi. Rispondete a tono, urlate, mandate a quel paese. Sapete dove stà il segreto? L’unico grande segreto che non ci hanno detto? Nell’amore. Amate il vostro avversario con tutto il vostro cuore. Si. Mentre lo state insultando perché vi ha veramente rotto, dopo tutto ‘sto tempo, amatelo. Ma non è l’amore che v’insegna il parroco. E’ l’amore che vi fa vincere. L’amore che non vi fa trovare la vostra gomma bucata perché più forte di qualsiasi altra cosa sulla faccia della terra e dell’immensità. E’ davvero la forza che smuove il mondo e il mondo potete farlo smuovere/muovere, come volete voi. Non è per nulla semplice e sembrerà ridicolo ma provateci. Un consiglio: iniziate con un avversario di basso calibro. Quello che ad esempio vi scrolla la tovaglia sopra la testa. Di basso calibro nel senso che vi sta mancando di rispetto ma fondamentalmente non fa nulla di eccessivamente grave. Ossia, sarete d’accordo con me che ci sono cose molto più terribili. Vogliategli bene. Aiutatelo. Sorridetegli. Amatelo realmente con il vostro stomaco. Dopo ovviamente avergli detto quello che si merita. Tutto cambierà. La magia. Così la chiamano.

  • Che il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi .

Oh! Bene. Questa mi piace. Mi piace perché se voi sentiste la mia risata vi mettereste le mani nei capelli. Ebbene è con mia grande soddisfazione che gli studi che ho fatto mi hanno portato a comprendere che una risata, quando è veritiera, sana e spontanea è sempre sguaiata. Davvero! Porca miseria non mi ricordo più su quale libro avevo letto questa cosa, devo andare a spulciare la mia libreria. Ma è così! Uno sbadiglio è forse fine? E uno starnuto? E un rutto? Siamo noi che li trasformiamo, ovviamente dal momento che condividiamo le nostre giornate con altri, in esplicazioni più fini e gentili. Ma sono spontanee e, in natura fini non lo sono per niente. Pensiamo agli animali. Mica si fan tanti problemi loro. La risata, quella di pancia, è la stessa cosa. Anzi, vi suggerisco, diffidate da chi ha sempre una risata controllata e da Galateo. E mi dispiace per quelli che non si lasciano mai andare. E poi, cosa vuol dire “riso che abbonda”. Ma santi numi, dovremmo ridere da quando apriamo gli occhi al mattino a quando li chiudiamo alla sera! Tutto il giorno! E anche la notte! Perché saranno i nostri sogni a farci ridere! Il riso allunga la vita, allontana le malattie! Insomma ormai lo avrete letto anche voi da qualche parte. Fortunatamente questa cosa sta diventando famosa negli ultimi anni! Anzi, non fortunatamente, forse se ne sentiva così tanto il bisogno che hanno deciso di dargli il via a ‘sto benedetto riso! Per cui, ridete! Ridete! Ridete!

  • che se prendi 4 a scuola vuol dire che non hai studiato e “guarda invece la tua compagna di banco com’è brava”.

Bhè, io sinceramente, detto tra noi, tutti questi 4 a scuola vorrei proprio studiarli un pò. Si, si è vero, lo so, ci sono i nullafacenti, gli svogliati, quelli che fanno ben altro anziché studiare ma ne vogliamo parlare? Come mai ci sono questi bambini o ragazzi qua? La società ci ha insegnato a identificarli in due modi o asini (povero asino ancora!) o fannulloni. Oh! E basta. Non ti piace studiare? Sei una cacca. Non parliamo poi se rimani bocciato!!! Ho conosciuto madri che per la vergogna non sono uscite di casa per due anni mentre le madri dei primi della classe, quelle si che erano veramente felici. Mmmh… Ecchisenefrega se quel bambino è contento, ha la gioia dipinta sul viso, ha voglia di correre e di saltare! Hai preso 4? In castigo! Prima il dovere e poi il piacere. Perché sennò da grandi diventano dei debosciati. Regole e disciplina. Ho visto con i miei occhi in Africa, bambini felicissimi di andare in una scuola senza voti e felicissimi di poter giocare dopo. E non venitemi a dire che in Africa i bambini non fanno il loro dovere! Eccoli qua, i nostri primi piccoli scarti della società. Quelli che a 6-7 anni capita che la maestra, ahimè, dice ai genitori – E’ intelligente ma non si applica. Non ha voglia di fare niente. E’ sempre con la testa tra le nuvole -. Brutto bambino cattivo. A quell’età ancora con la testa tra le nuvole! E intanto gli altri, i piccoli soldatini, invece vanno avanti. Quelli che realmente amano o lo studio o vogliono solo vedere un sorriso sul viso della loro mamma, vanno avanti e gli altri, rimangono sempre con la testa fuori dalla finestra. E dopo 5 anni, sono ancora lì, su quel davanzale, tra quelle 4 mura e quelle 100 regole. Seduti per 8 ore. In silenzio per 8 ore. Ad ascoltare per 8 ore. Quelli che quando arrivano a casa non si sentono dire – Com’è andata a scuola oggi?- bensì – sei felice?-. Per non parlare della famosissima vicina di banco. Quella che invece lei si che è furba, brava, intelligente, persino bella diventa, perché prende sempre 10. Guardala lì. Struggiamoci già da bimbi, mentre la nostra bocca sta lottando per cambiare tutti i denti che abbiamo, nella disperazione del non essere come lei. Eh no. Io non diventerò mai un grande avvocato, un grande medico, un grande commercialista. D’ora in poi cari bimbi quando vi chiedono – Cosa ti piacerebbe diventare da grande?- rispondete così – Mi piacerebbe diventare felice-. Senza 8, senza 4, senza 10.

  • che non dovevo correre sempre perchè le femmine devono essere composte.

Oppure – Non correre che sudi!- (o peggio ancora –che ti sporchi-). Allora, io queste non me le sono mai sentita dire, nessuna delle due. Sfido mia madre a fermarmi quando mi arrampicavo sugli alberi ad esempio o correvo come una pazza. Però si, mi è capitato di sentirle dire ad altri miei compagni e ancora oggi mi capita di sentirle dire agli amici dei miei figli. E qui si litiga. Qui so già che si entrerà in polemica. Questa è un po’ come quella frase che dice così: “Un bambino, per rimanere sano, dovrebbe mangiare ogni giorno 1kg di terra”. Qualche madre vorrebbe già uccidermi. L’igiene prima di tutto. Si, quel bimbo, se suda, poi si ammala. Per cui, caro bimbo, rimani fermo a guardare gli altri tuoi compagni che corrono e si divertono. Ebbene ad alcuni parrà strano ma il sudare è un atto fisiologico del nostro organismo che avviene prevalentemente per eliminare le tossine in eccesso e in seguito, per regolare la temperatura corporea. Si suda quando ad esempio ci si surriscalda. Per raffreddare il corpo, le ghiandole sudoripare si mettono in funzione. E’ tutto calcolato. Si espelle quindi una gran quantità di liquidi che dovremmo rimettere all’interno del nostro organismo con nuove fonti idratanti e pulite. Ossia, non bisogna tenersi i vecchi liquidi ma sostituirli con dei nuovi. Altrimenti non si farebbe nemmeno la pipì. Per cui il problema non è sudare. Il problema è non bere oppure non mangiare alimenti idratanti. Se suda prende freddo. No, non è vero. Prende freddo se non viene coperto e si permette che il liquido sul suo corpo si raffredda. Allorchè le ghiandole cercheranno a quel punto di riscaldare, senza riuscirci perché è troppo per loro, ed ecco prendere i malanni. Aiutiamole con un golfino. Asciughiamo il bimbo. Portiamoci in borsa un asciugamano. – Ma come faccio, devo correre a far la spesa -. Per cui evitiamo a un giovane di giocare perché si deve andare a far la spesa. Finisco dicendo che, potete credermi, tutti i bimbi più malaticci che ho visto nella mia vita, erano proprio quelli che meno potevano correre, meno potevano sporcarsi, meno potevano sudare. Ora ditemi, avete mai sentito di un figlio di nomadi con la febbre?

  • che dovevo rispettare sempre e comunque una marea di gente dagli anziani ai neonati e tutto il vicinato, anche se mi avessero preso a bastonate perchè gli altri avevano sempre ragione .

Bhè, le bastonate mi sembrano eccessive, ma il senso l’ho capito. E gli anziani perché sono anziani, e i piccoli perché son piccoli, e le donne perché son donne, e l’uomo perché è uomo, insomma, ma a me, chi mi rispetta? E questo è un po’ il discorso che ho fatto prima sul “chi più ce n’ha, più ne metta” quindi andrei oltre.

  • che il lavoro nobilita e la vita è fatta di sacrifici.

Oh! E di qui non si scappa. Ricordate che siete nati per soffrire. Punto. Per lavorare. Per morire per due lire. Siete nati peccatori e partorirete con grande dolore. E se non avete avuto la fortuna di nascere in una famiglia berlusconiana dovete sacrificare tutta la vostra esistenza. I potenti ci sono riusciti e i nostri poveri mamma e papà ci hanno semplicemente insegnato ciò che è toccato a loro fare. E io son l’unica idiota che sta qui a pensare che no, non è così, non deve essere così. Mica possiamo dire che questa vita ce la siamo voluta noi? E ma altrimenti come facciamo a sfamare i nostri figli con uno Stato che ci mangia tutto? Ok. Ma a nobilitare una vita forse è qualcos’altro. E se invece tutti inseguissero i loro sogni? Cosa accadrebbe? Che non si mangia più. Ne siete sicuri? Le mie sono solo utopie. Questo non vuol dire non lavorare. Vorrebbe semplicemente dire farlo in modo diverso. Pensate davvero che sono loro, quelli che oggi si chiamano “i potenti”, ad avere il coltello dalla parte del manico? Certo. Finchè tutti ce lo lasciano per la paura. Immaginiamo per un attimo di togliere tutti i nostri soldi dalle banche ad esempio, così per giocare un po’ con l’immaginazione. Tutti. Ognuno di noi. Cavoli…. Che macello! E poi bhè… poi finchè c’è gente che i “sacrifici” li fa, compresi di mutuo, per comprarsi l’ultimo telefonino uscito, certo, non si va proprio da nessuna parte. Ma c’è gente che si sacrifica anche per un pezzo di pane e non per un cellulare. Ma chi ha voluto tutto questo? Sinceramente, ragioniamoci un po’ su.

  • che dovevo avere sempre una camicia da notte nuova nell’armadio nel caso mi fossi ammalata e avessi dovuto andare all’ospedale.

Antica usanza che si protrae dai secoli dei secoli. Perché prima o poi ti serve. Prima o poi in ‘sto cavolo di ospedale ci devi andare e non c’è santo che tenga. E la camicia da notte dev’essere nuova di pacca mica già usata, scherziamo? C’è gente che ha più calzini bianchi nuovi nel cassetto che desideri. Sarà giusto? Sarà giusto aprire ogni giorno l’armadio e vedere quella borsa li, nell’oscurità, che aspetta solo arrivi il suo momento? Sarà giusto notare quella valigia che in modo subliminale ci dice : – un giorno o l’a’tro dovrai usarmi, perché un giorno o l’altro tu starai male -. Ma che roba! E se starò male vorrà dire che la prima cosa che trovo mi metto e chiamo il 118. Oh bella lì! E se non avrò la tutina nuova e firmata farà lo stesso tanto, in quel momento m’interesserà soltanto che mi facciano stare meglio. In un ospedale non hanno certo solo me da dover guardare e se anche dovessero mai trovar da dire alla mia camicia da notte, bhè, dopo cinque minuti – avanti un altro! -. Non sono Brigitte Bardot, non rimarrò certo nelle loro memorie. E quando apro l’armadio voglio trovarci dentro un cartello che io ho appeso e sul quale ho scritto “Perché tu vali!”. Ecco, questo no, questo non me l’hanno mai detto di prepararlo e tenerlo lì.

  • che siamo tutti vittime del destino e quando meno te lo aspetti può capitarti la qualunque senza che tu possa farci niente.

Su questo penso di aver già dato ampio spazio prima e sul mio articolo riguardante la fortuna, quindi sorvolerei. Userei queste ultime righe di oggi per dirvi che si, lo so bene, molte cose sono probabilmente davvero assurde e fanno sicuramente parte di un mio personale pensiero che ho tradotto qui “ad alta voce”, ma se tutto questo, o anche solo in parte, può servire a toglierci da tante cavolate opprimenti con le quali siamo cresciuti bhè, le riscriverei altre mille volte. Perché in realtà, siamo nati liberi. E sfido chiunque a dire il contrario. E questo non ce l’ha mai detto nessuno.

Prosit!

Orecchio – campanello d’allarme del Rene. Un piccolo corpo umano in miniatura.

L’Orecchio è il nostro organo uditivo. Rileva le onde sonore ed è formato da tre parti, quella esterna, quella media e quella interna.

Secondo alcune filosofie orientali esso è, per ognuno di noi, grande quanto un nostro rene e chi ha problemi all’udito o parla a voce molto alta, potrebbe avere i reni sovraccarichi o stanchi. Infatti i reni, sempre per gli orientali, sono la sede delle nostre paure e della nostra vitalità. Un’Orecchio che prude, o fa male, ci sta praticamente dicendo che i nostri reni stanno chiedendo un po’ di pulizia e non solo attraverso un’alimentazione più corretta ma anche dal punto di vista del nostro – affrontare la vita -. Trovo questo discorso particolarmente affascinante per cui lo riprenderò sicuramente in futuro.

Oggi però vorrei presentarvi una pratica che, se eseguita da persone esperte e serie, mette in relazione questi diversi settori che, alla fine, tanto diversi non sono. Tra le varie filosofie alternative ma soprattutto tra le varie riflessologie che si conoscono, in quanto non esiste solo quella plantare, c’è l’Auricoloterapia. Forse tra le meno note.

Già da come si può osservare nelle immagini, si può chiaramente vedere come la forma del nostro padiglione auricolare, assomiglia tantissimo alla forma di un feto completamente formato, un piccolo essere umano ancora all’interno del grembo materno.

auricoloterapia.eu

In tutto se stesso. Comprendendo tutto il suo corpo che, raggomitolato su se stesso, assume la forma appunto di una nostra orecchia. Una bella coincidenza per chi crede alle coincidenze! Ma allora, tutto questo conterà qualcosa? Per alcuni esperti in questa medicina considerata non convenzionale, sembra proprio di si. Essi sono professionisti in questa tecnica la quale permette di trattare, da una sola parte del corpo, tutti gli altri punti che costituiscono il nostro fisico e il nostro organismo. Trattare prevalentemente per migliorarne le funzioni.

Le idee sono discordanti in campo medico ovviamente, ma conoscerla è lecito e ve la voglio presentare.

Venne di nuovo a galla nella nostra cultura quando, in Francia, il Dott. Paul Nogier, capì attraverso scritti e ricerche che, già dai tempi di Ippocrate, degli Egizi e della Medicina Popolare, questa tecnica era molto diffusa. Proprio Ippocrate, nel trattato “Delle arie, delle acque e dei luoghi“, ci riferisce come questo metodo fosse utilizzato dai Cavalieri Sciiti per contrastare prevalentemente i dolori causati dal loro cavalcare giornaliero. Si diceva che il suo scopo era terapeutico in quanto, attraverso la palpazione del padiglione auricolare, si poteva “sentire” quale era l’organo o la parte del corpo che faticava a funzionare al meglio e, attraverso punture di aghi sottilissimi o ancora, microincisioni e massaggi, lo si stimolava.

psicologia.tesionline.it

Questo faceva si che si potessero diminuire anche i sintomi di varie allergie o fastidiosi malesseri come l’obesità e i forti emicrania. Perché? Perché tanti disagi arrivano proprio dalle nostre paure o dalla nostra iper/ipo attività vitale. Ecco il rapporto.

istruzione.uncome.it

Non è però da confondere con l’Agopuntura in quanto quest’ultima lavora trovando i punti specifici attraverso i meridiani che invece nulla hanno da vedere con l’Auricoloterapia. Non solo, nell’Orecchio è custodita tutta la nostra fisiologia. E’ così per la mano, per il piede, per il viso, per la schiena, questo a dimostrare che nulla è diviso o a sé. Siamo un tutt’uno e tutto riporta ad altro.

Lo scopo di questa dottrina, così come le sue simili, sta nel cercare di porre rimedi salutari evitando di dover assumere quantità elevate di farmaci o sottoporsi a invasivi interventi che si sa, possono farci bene da una parte ma farci male dall’altra. E’ un’ulteriore possibilità di scelta. E vuole anche farci capire come sia grande la correlazione tra le nostre diverse parti del corpo. Per cui ricordate, non sottovalutate mai un sintomo dato dal vostro Orecchio, non perché sia qualcosa di grave ma semplicemente perché vi sta avvisando che qualcosa in voi deve cambiare in meglio. Qualcosa a volte di più intimo e profondo. Che non è facile conoscere. Ma sappiatelo, ci sono persone intorno a voi, se le cercate, che possono accompagnarvi in questa ricerca, dandovi il giusto sapere per arrivare a un dunque.

Prosit!

immagini auricoloterapia.eu, psicologiatensioline.it, istruzioneuncome.it

Purifichiamo in modo Naturale l’Aria della nostra Casa

E senza il minimo sforzo. Oggi vorrei parlarvi di un ulteriore piccolo, grande aiuto che la natura ci regala e che forse non tutti conoscono. Uno dei tanti, e che lo si può sfruttare ogni giorno nelle nostre case. Chi infatti non ha nemmeno una pianta nella propria abitazione? Ben poche persone. Ebbene, al di là della loro bellezza e della loro utilità in campo ambientale, è bene sapere che alcune nostre amiche piante sanno darci molto di più. Purificano letteralmente la nostra aria domestica, che respiriamo per la maggior parte della nostra vita. Detta così, sembra banale. Tutte le piante al mondo lavorano l’Anidride Carbonica e la trasformano in Ossigeno.

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E’ vero, ma non tutte le piante eseguono quest’operazione durante la notte. Spesso infatti ci sentiamo consigliare che è poco salutare tenere delle piante in camera da letto proprio perché durante le ore notturne, esse, al contrario, ci “rubano” Ossigeno. Ebbene sappiate che invece, esistono specie che usufruiscono, per i loro processi, dell’Ossigeno durante il giorno, rilasciando nelle ore notturne sostanze salubri alla nostra salute. Ecco qui quindi che la possibilità, spesso desiderata, di abbellire anche i nostri comodini e cassapanche, può realizzarsi. Esse sono: le Orchideee, le Areche, i Crisantemi, le Dracene, le Sanseverie, le Begonie, le Aloe e diverse altre.

Ma la loro principale qualità non è solo questa.

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Sono infatti anche in grado di assorbire sostanze nocive come fumo di sigaretta, vapori di gas metano, smog esterno che entra dalle finestre, elementi chimici di deodoranti e vernici, formaldeide; purificarli e rilasciarli poi sotto forma di molecole buone e non inquinanti. Nella cameretta dei bambini ad esempio, mettete un’Orchidea. Oltre ad essere molto bella alla vista, gioverà alla loro salute. Ma non è finita qui. Le sorprese continuano. Queste piante pensate sono anche in grado di funzionare come un condizionatore o deumidificatore d’aria. Oh già! La Tillandsia, la Aglaonema, l’Areca Palmata e il Ficus Beniamino sono molto adatte per gli ambienti più umidi, come il bagno e la cucina, per via della loro grande capacità di assorbire l’umidità e quindi eliminare, o quantomeno, diminuire, la formazione di muffe e quelle sgradevoli macchie scure sui muri. Una meraviglia, non trovate?

Prosit!

Erano in 3: Mal di gola, Tè Bancha e Umeboshi

Eccoci giunti a questo bellissimo periodo dell’anno un po’ temuto però dalle nostre gole. Ebbene si. La bella stagione sembra essere iniziata, il sole splende con ancora più energia e si sa, abbiamo caldo, per cui, ci spogliamo. Dal piumino imbottito di qualche giorno fa, ultimo strato di maglie e maglioni, passiamo alla nostra colorata giacchettina primaverile che non si vedeva l’ora di togliere da dentro l’armadio. E come tutti gli anni…. Zack! In men che non si dica, ci ritroviamo a non poter nemmeno parlare dai dolori lancinanti che sentiamo nella nostra gola. I nostri vecchi lo dicevano sempre, e qui dalle mie parti, pronunciavano così: “Ne’ de mazu, ne’ de mazun, nu state a levà u pelissun!” (ne di maggio, ne di maggione ossia inoltrato, non starti a togliere il cappotto o pelliccia che sia). Quante ne sapevano! E allora caramelle alla Vitamina C, spruzzini, ghiaccio ma nulla pare alleviare il nostro male insopportabile. Persino bere della semplice acqua risulta difficile.

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Ma un rimedio c’è. In realtà non è l’unico e sicuramente nemmeno il più gustoso ma desidero farvi conoscere questo prodotto perché è un vero toccasana nei confronti di diverse malsanie. La cosa principale inoltre è che è un prodotto del tutto naturale e quindi senza controindicazioni se non quella di aver un gusto per alcuni insopportabile. Ma insomma…, se si vuol star bene, un po’ di sacrificio bisogna pur farlo. Mi riferisco al Tè Bancha. Un Tè coltivato in Giappone, dal forte sapore di legno e contenente pochissima teina. La sua miglior caratteristica è quella di abbassare l’acidità del sangue a livello di Ph rendendolo quindi più basico ma come vi dicevo prima, le sue proprietà benefiche sono innumerevoli. Parlando delle nostre laringiti e faringiti varie, dovrete semplicemente fare così: vedrete che esso, non essendo lavorato, si presenterà a voi, sotto forma di piccoli tronchetti essiccati, i quali andranno messi in un pentolino quando l’acqua di questo inizia a bollire e dopo un minuto si potrà spegnere il fuoco che ormai non serve più. Si lasceranno in infusione per circa 10 minuti. L’acqua calda si arricchirà di tutte le peculiarità di questo particolare elemento della natura.

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Se avete un colino è meglio così i rametti rimarranno raccolti lì dentro e non vi daranno fastidio. Potrete usare anche una garzina pulita eventualmente. Quando l’acqua avrà preso il bel colore marrone del Tè,

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versatela in un bicchiere, all’incirca quattro dita (come dose) e aggiungete un cucchiaino da caffè pieno di sale fino. Mescolate fino a far sciogliere tutto il sale e lasciate raffreddare. Il mal di gola è un’infiammazione per cui, è meglio che la parte infiammata venga a contatto con cibi e liquidi freschi piuttosto che caldi. In quanto come il fuoco, “deve essere spenta”. Una volta raffreddato, davanti al lavandino del bagno, prenderete dei piccoli sorsi e farete dei gargarismi fino a ultimarlo. Per ogni gargarismo, contate più o meno fino a 10, poi sputacchiate il tutto e riprendete un altro sorso. Non vi piacerà ma non dovrete ingoiare, rischiereste di vomitare. E’ consigliato infatti, non farlo subito dopo aver mangiato. Una volta eseguito questo medicamento cercate di stare almeno due ore senza mangiare e senza bere nulla per lasciare che il Tè Bancha e il sale facciano il loro effetto. Il tutto, andrebbe eseguito almeno due volte al giorno e per 3 giorni di fila ma il terzo ed ultimo giorno potrete evitare di mettere il sale e utilizzerete solo il Tè. Sono sicura che vi aiuterà moltissimo.

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Se vi accorgete di aver messo troppo sale e quindi sentite bruciare in maniera intensa, potrete diminuire la dose del minerale all’interno del Tè ma un po’ di bruciore sarà normale sentirlo in quanto disinfetta. Se intanto che fate questo trattamento avete anche voglia di tenervi in bocca, durante il giorno, come se fosse una caramella, un nocciolo di Umeboshi, che sono una specie di prugne essicate, allora potrete davvero dire addio al mal di gola e molto più velocemente.

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Tenetelo per 4/5 ore, mentre lavorate, mentre siete in giro, succhiandolo e facendolo rigirare tra i denti. Nemmeno lui è una squisitezza però vi avviso. Questi prodotti potete trovarli nei negozi di alimenti biologici ma soprattutto macrobiotici e, senza ingredienti chimici o artificiali, potrete stare subito molto meglio. Erano in 3: Mal di gola, Tè Bancha e Umeboshi. Son rimasti in due. Al prossimo rimedio!

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Ecco a voi Louise Hay!

Oggi desidero presentarvi una persona davvero speciale. Tanti di voi forse la conoscono già ma per chi non la conoscesse eccomi pronta a raccontar di lei. Si chiama Louise L. Hay ed è un’arzilla signora di 89 anni.

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Lo direste? Ma perchè voglio parlarvene? Vedete, questa donna, altri non è che la Madre del Pensiero Positivo. E’ considerata tale da quando ha iniziato a divulgare una sua nuova forma di pensiero che a preso sempre più piede fino a renderla famosa in tutto il mondo. Louise crede così tanto nella forza del pensiero da essere convinta che con esso, se positivo, buono e felice, si possono addirittura curare le malattie più gravi. Essa stessa dice di essersi liberata di un tumore all’utero lavorando non tanto su di esso ma sul valore che questo brutto male gli stava insegnando. Ebbene si. Essendo lei convinta, al mille per mille, che un sintomo è in realtà per noi una sorta d’insegnamento, ossia, se arriva è perchè noi lo abbiamo cercato come risposta ai nostri pensieri, basterà da quel momento, prenderne atto, ringraziarlo e iniziare a pensare esattamente nella maniera opposta. Nel suo caso, parlando di cancro, l’esempio è questo (anche se può avere diverse sfaccettature): Tumore = Accumulo di rimorso/Nutrire vecchie ferite e traumi. Risoluzione = Poichè io mi approvo e mi amo, creo un mondo pacifico e gioioso nel quale vivere. In effetti, la cara Louise, è stata vittima di questa malattia quando aveva circa 50 anni e prima di allora, non aveva avuto certo una vita facile e idilliaca. Si parla di diversi tipi di violenza subiti quando era solo una bambina e un’adolescente e si parla di violenze gravi. Il dolore, la frustrazione, la rabbia, il rancore se vogliamo, che essa ha coltivato umanamente e forse anche inconsciamente dentro di se, è scaturito in tumore. Ha fatto ossia del “male” a se stessa. Il male che lei teneva dentro, è rimasto lì, trasformandosi in qualcosa di fisico. Ammalando determinate cellule. E guarda caso, nell’utero, nella sua parte più femminile, quella più intima. Ma anche quella che era stata violata. Come far e allora? Bisognava eliminare quella parte, ma come? Abbandonandola. E come si può abbandonare un risentimento alias malattia? Perdonando. Ossia lasciando andare. Perdonare infatti non significa “condonare” ma semplicemente far si che la cosa vada via, nell’aria, con amore. Nessun medico ha testimoniato o testimonierà che Louise Hay si è auto-curata con questa forza di pensiero. Alla quale ha aggiunto anche altre tecniche alternative come la Reflessologia. Ma lei afferma che le cose sono andate proprio così. In fondo, i pensieri fanno parte di noi come un organo, come un dente, come un osso, come un’emozione.

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Non c’è nessuna differenza. Ma oggi io non sono qui a scrivere di lei per chiedervi o per sapere se credete o meno alla sua testimonianza, quasi come se fosse una leggenda metropolitana. Assolutamente non è questo il mio scopo. Non voglio neanche saperlo! Volevo semplicemente presentarvela perchè, al di là di quello che pensate sia vero, questa donna ha scritto diversi libri, primo fra tutti – Puoi Guarire la tua Vita – (Edizioni Armenia) e vi consiglio, calorosamente, di andarvelo a comprare e poi, non solo di leggerlo, ma tenerlo caro come un piccolo vademecum, in casa, sempre pronto all’uso.

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Qui non c’entra credere. Qui si tratta di imparare ad amare se stessi, perchè secondo Louise Hay, è la cosa più importante per far star bene noi e anche gli altri che ci sono vicini. Non conta che l’accaduto sia vero o falso in questo caso. Conta cosa ha scaturito in questa signora affinchè provasse ad insegnare a tutti noi come poter star meglio. Vedrete quante sorprese troverete tra queste pagine. Quante volte leggendo direte – Cavoli! Però è vero! – e fidatevi se vi dico che diventerà uno dei vostri migliori amici, se lo volete, se siete pronti, come usa dire lei. Potrete avere da questo scritto una sferzata di buona energia ogni giorno, ve lo assicuro. Non mi resta che augurarvi buona lettura e vi garantisco che parlerò ancora di questa straordinaria donna. Perchè mette gioia, dona allegria, fiducia, forza. Una positività incredibile. Solo questo, basta e avanza.

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