Oggi vorrei parlarvi di una tecnica ancora poco conosciuta chiamata Life Counseling e, per farlo, ho intervistato una Life Counselor che sicuramente, meglio di me, può illuminarvi su quella che è una filosofia alternativa che nulla vuole togliere alla psicologia, alla psichiatria o scienze simili. Le persone che la praticano non sono medici ma sono sicura, ed è già stato dimostrato, che questa pratica può aiutare a uscire da tantissime situazioni che viviamo in modo negativo e quindi con poca serenità. Ma cos’è il Counseling? Il Counseling è una relazione di aiuto. Il Counselor è letteralmente, traducendo la parola, un Consolatore. Purtroppo però, a causa della traduzione, questa professione viene sminuita perché in realtà si parla di vero e proprio sostegno alla persona che si ha di fronte. Per fare ciò, ci si basa su quello che il cliente, in questo caso, “porta”. Cosa vuol dire? Vuol dire che bisogna saper leggere tra le righe delle sue parole, saper ascoltare e saper valutare cosa appunto lui ci mostra per essere aiutato. Solitamente una relazione di Counseling dura tre mesi e la sua particolarità è…. No, non aggiungo altro. Andiamo a leggere l’intervista che ho fatto alla Life Counselor Elisa Paolillo, una bella ragazza di 35 anni , laureata in Pedagogia e che lavora ad Imperia.
Ha studiato Counseling per tre anni, presso la scuola Dias Logos e oggi ci chiarirà un po’ le idee:
- – Ciao Elisa, allora, abbiamo detto che hai studiato per tre anni il Counseling all’istituto Dias Logos.
- – Si, ciao anche a te innanzi tutto. Vedi, ci sono diversi riferimenti nei confronti del Counseling a seconda della scuola. Per ognuna vengono appropriate le giuste metodologie che possono essere di carattere esistenziale, filosofico, cognitivo…. Quella che ho fatto io si fonda prevalentemente su quello esistenziale. Dal termine Logos infatti – senso ricercato attraverso il dialogo -. Il rapporto tra cliente e Counselor comunque è sempre paritario, simmetrico, vanno insieme. Senza scrivania. Il Counselor affianca e accompagna come un fratello maggiore. Questa è la grande caratteristica del Counseling. Infatti può svolgersi anche camminando per strada, in un parco, in spiaggia, ovunque. Non esiste location può avvenire in qualsiasi luogo e, altra cosa molto importante, si può abbinare a qualsiasi persona, bambini, adulti, anziani… tengo a sottolineare che non si prendono in esame eventuali disturbi psichici o psicologici perchè non è il nostro campo, anche se ovviamente si parla di cose che disturbano e causano disagio ma non siamo medici, non lavoriamo con farmaci, ne facciamo test e quant’altro. Semplicemente ascoltiamo.
- – Elisa, perchè ti sei avvicinata al Counseling?
- – Perchè ne avevo bisogno io. Avevo fatto un percorso di Scienze dell’Educazione che mi ha portata a guardare dentro in quanto forse, anzi, sicuramente, c’era già “UNA RICHIESTA INTERIORE”, poi ho lavorato in Comunità Educativa e ho capito che mi serviva qualcosa di pratico e immediato per intervenire meglio; per gli altri ovviamente, anche perchè più la loro sofferenza era grande, più mi prendeva. Avevo bisogno di più solidità per me e per loro.
- – Elisa, prima, parlando della tua scuola e soprattutto del termine “Logos”, hai accennato al – senso -. Cosa intendi come senso?
- – Sinceramente non si può definire il “senso”. E’ il significato che noi attribuiamo a qualcosa, per ognuno è soggettivo, ragionevolmente individuabile per tutti come “senso”. Ti faccio un esempio, il senso di non uccidere è ragionevolmente individuabile per tutti. Poi ognuno mette il SUO senso. Vedi, così come le cose che noi definiamo negative della vita sono portatrici di senso, ossia ci fanno capire perchè sono avvenute, perchè le abbiamo costruite, sotto un certo punto di vista, e quindi inventare un senso è un atto creativo che già ci toglie dalla problematica. Creazione uguale a Vita. Prendiamo il termine “errore”. Siamo noi a definirlo così ma è in realtà un’esperienza e su questo so di trovarmi in accordo con te. Ebbene, quello che faccio io è la ricerca del “senso” proprio attraverso questo dialogo. Il dialogo non è quello che il cliente fa con il Counseling. Il dialogo è quello che, grazie all’aiuto del Counseling, il cliente crea con se stesso. Dia-loghi (come il nome della scuola) con te stesso. Io devo solo capire che cosa ti stai dicendo tra te e te e, nell’eventualità, aiutarti a far si che quel dialogo non sia per te fonte di sofferenza.
- – Fammi un esempio pratico comprensibile a tutti
- – Ok. Supponiamo che il cliente – Ha paura di guidare -. Innanzi tutto: perché? Potrebbe saperlo come no, ma quello che m’interessa maggiormente capire è se per lui questo è un problema oppure no. Potrebbe non essere un problema. Il realtà il vero problema potrebbe essere il giudizio degli altri visto che guidano tutti e non il non guidare in sè. Farò a questo punto quindi, le domande per trovare la sua strada. Assegnando a ciò che dice dei significati ben precisi. E srotolando di conseguenza la matassa. Vedi, il malato è fermo. Immobile, secco, morto. Il creativo invece è vivo. E ciò che noi spesso chiamiamo problema è fondamentalmente la creazione di un qualcosa. Quindi, comunque, vita. Qual è per cui l’inghippo? Mi piace usare sempre la metafora del criceto che continua a girare sulla ruota. Dove c’è il problema, c’è una stasi, ossia un criceto che continua a girare. Dobbiamo solo fermare il criceto, aprire la gabbia e farlo andare sull’albero o dove vuole lui. Liberarlo. Sarà sempre lo stesso criceto, sarà sempre lo stesso movimento che fa, ma non girerà più solo in tondo nello stesso punto. Era comunque vivo e la vita neutralizza la morte. Dobbiamo dare un’assegnazione di significato e in realtà, senza neanche accorgersene, la da il cliente stesso, non io. Se mi dici – Ho fatto un sogno, cosa vuol dire? -, io ti risponderò – Non lo so, me lo devi dire te -. E lo dirai. Probabilmente, non si torna a guidare o forse si, ma l’importante è che non sia più un problema per questa persona. L’importante è la sua serenità. Non si deve vincere a tutti i costi dove la società ci impone di vincere. A volte i motivi sono altri, più intrinsechi.
- – Perfetto. E dimmi, nel Counseling qual’è la tua specializzazione?
- – Mi occupo da sempre di adolescenti e adulti ma da qualche mese sto cercando di specializzarmi nei bambini e sarà la strada che voglio intraprendere. Mi piace molto lavorare con loro. Creare con loro.
- – Spiegami una caratteristica che ami molto di questa tecnica.
- – Sicuramente il camminare insieme. Come dicevo prima, non c’è uno più in alto di un altro. Io ho solo degli strumenti in più ma sono come chi ho di fronte per cui, si sta insieme allo stesso livello. Si da e si ha. Ritengo che la persona che arriva è sempre uno specchio, una sorta di nostro riflesso e come sai, c’è anche come una specie di attrazione magnetica nei confronti del Counselor. Già solo nel rispondere alla domanda – Perché hai scelto proprio me? -. Un’empatia che va oltre a quella che conosciamo e spiegata nei vocabolari.
- – Tornando un attimo indietro al famoso dialogo, quali sono le tecniche del dialogo nel Counseling?
- – Sono diverse. Tra queste, la prima ad essere utilizzata può essere quella della riformulazione che si basa sul ripetere, sotto forma di domanda, ciò che il cliente ha detto. Mi spiego meglio: spesso accade che il cliente stesso risentendo quello che ha esplicato, capisce già di aver pronunciato un qualcosa che fondamentalmente non stà ne’ in cielo, ne’ in terra. Sembra banale ma è così. Capita molte volte che una persona si fa mille problemi su cose che poi, problemi non sono e basta formularli. Non mi crederai ma volte questo è già molto.
- – Cosa ti è rimasto della scuola che oggi ricordi con piacere?
- –Il riuscire a buttare giù le barriere, il riuscire a non preoccuparmi più del giudizi degli altri, delle vergogne. Imparare il rispetto per l’altro ai massimi livelli. Ciò che davvero aiuta è la presenza di chi ti ascolta. Ma deve saperti ascoltare. Ci sono tanti tipi di ascolto, ma quello che mi hanno insegnato è proprio quello di cui c’è bisogno. Queste cose oggi fanno bene anche a me e non le dimenticherò mai.
- – Cosa può fare una persona che ha bisogno di te oltre che contattare me attraverso la mail di questo blog?
- – Può contattarmi direttamente tramite mail elisapaolillo@libero.it oppure su internet cercare la figura del Counselor più vicina a lei ma non siamo molti in Italia anche perchè come la Reflex, la Naturopatia, l’Iridologia e molte altre, non è una tecnica riconosciuta dalla legge italiana mentre lo è in altri stati del mondo. Come la nostra vicina Francia ad esempio. Spero che anche da noi presto, queste filosofie vengano riconosciute e so che si stanno preparando, come nelle altre nazioni, anche dei corsi universitari. Dobbiamo sempre informarci bene e fare attenzione ai ciarlatani, ma i professionisti di queste specializzazioni, di vario genere, sanno aiutare davvero.
- – Grazie Elisa.
- – Grazie a te Meg.
Per cui, avete capito. Anche oggi vi ho fatto conoscere una validissima tecnica d’aiuto alternativa. Informatevi se la ritenete interessante. E qualora, voi o i vostri amici, ne doveste avere bisogno, potete farne buon uso.
Prosit!
Si,io mi ero documentata in internet di queste figure che aiutano a superare paure e ritrovare una buona autostima….brava per il post e l’ intervista
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Grazie Melody, è davvero interessante quest’attività e molto utile. Un bacione buona serata.
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Figura professionale molto vicina alla psicoterapeuta mi pare, o no? In cosa si differenzia?
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Ciao Stravy, allora innanzi tutto nella formazione. Mentre lo psicoterapeuta studia alla facoltà di psicologia, il life counselor fa la scuola di counseling. Inoltre, il percorso che fai dal counselor è mirato alla risoluzione di problemi specifici o malesseri che però non sono descritti come problemi psicologici. Dal counselor ad esempio non si va per fobie che sono sintomi prettamente psicologici ma per malesseri della vita differenti come sentirsi insicuri, o un qualsiasi disagio. Un bacione.
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🙂 grazie
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Di nulla! 😀
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