I Fiori: come non li avete mai visti

Quando si parla dell’energia buona e di altre sensazioni che sanno trasmettere le piante e i fiori, così come tutta la Natura, sembra a volte citare questioni ovvie e retoriche.

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Soprattutto poi sembra menzionare argomenti prettamente femminili.

L’uomo, il maschio intendo, che ha a che fare con i fiori, lo si associa ad essi solo in ambito professionale e il suo coltivarli per venderli e per guadagnare. Mi fa sorridere la domanda posta nel test di ammissione alla vita militare – Ti piacciono i fiori? -. Ah! Questi animi sensibili…

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Dal momento che le cose non stanno così, bisogna spiegare bene di quale energia si tratta descrivendo minuziosamente questi esseri viventi così conosciuti ma così misteriosi come i fiori. Un’energia persino terapeutica per: donne, uomini, bambini, anziani. Chiunque.

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Il discorso che affronterò oggi va ben oltre il “significato dei fiori”, tema simpatico e noto ma, sotto un certo punto di vista correlato in quanto, tali significati, non sono stati dati in antichità a casaccio:

Anemone – Sentimenti effimeri

Glicine – Resistenza e Longevità

Bucaneve – Caparbietà e Solidarietà

Margherita – Innocenza

Narciso – Egotismo e Vanità

Si, si… c’è un perchè, ne parleremo in futuro.

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Le essenze floreali trasmesse da queste meraviglie che ci circondano e che, per la maggior parte, proprio in questo periodo si stanno risvegliando, possono influenzare parecchio la nostra vita. Che vergogna però, per un uomo, annusare o ammirare a lungo un bel fiore. Farsi accarezzare dai suoi petali, curarlo ed amarlo. Fortunatamente non è così per tutti.

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Un fiore racchiude in se’ tantissime forze come quelle della Terra Madre e quelle della luminosità del Sole Padre. Sono le energie con le quali egli stesso si è nutrito e, dando ciò che ha, non potrà che elargire energie pure.

– I fiori hanno un’ espressione del volto, come gli uomini o gli animali. Alcuni sembrano sorridere; altri hanno un’espressione triste; alcuni sono pensierosi e diffidenti; altri ancora sono semplici, onesti e retti, come il Girasole dalla faccia larga e la Malvarosa -.
(Henry Ward Beecher)

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I loro colori e le loro forme inoltre, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto, educheranno alla creatività che, credetemi, è il sale della vita. Solo colui che sogna e crea non sarà mai schiavo perchè, per realizzare il suo desiderio, automaticamente diventerà un Creatore. Non posso parlare di floriterapia perché non ne ho le competenze ma ho potuto appurare nella mia vita quanto beneficio i fiori possono regalarci.

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Come noi e come il Pianeta, sono costituiti dall’80% circa di acqua, un’acqua racchiusa dentro a trasparenze sottili, a venature marcate ma tenui. Ci aiutano a scoprire noi stessi e ad avere molta più autostima e fiducia nelle nostre capacità. Ci insegnano la forza. “Molti fiori emettono profumi per favorire la riproduzione e attirare gli insetti impollinatori. La creazione di profumo è un esercizio di equilibrio: le piante devono generare abbastanza odore per indurre gli insetti per fecondare i fiori, ma non così tanto da sprecare energia. Infatti, per molte specie, l’emissione del profumo non è costante ma diminuisce dopo l’impollinazione” (cit. chimicamo.org). I fiori ci insegnano l’equilibrio. L’equilibrio vitale.

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E basterà osservarli attentamente e perdersi nella loro bellezza per arrivare a questo. Il loro sbocciare infatti è un inno alla vita e avviene, sempre, anche contro ogni avversità. Nonostante per loro sia una gran fatica.

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I fiori ci parlano e hanno la grande dote di eliminare da noi le energie negative. Riescono ad assorbirle, come fanno con l’Anidride Carbonica, e le trasformano in sensazioni salutari.

Sarà la dolcezza che possiedono a conquistarci, noi non dobbiamo fare altro che aprir loro la porta del nostro cuore. Osserviamoli attentamente, lo ripeto. Ognuno è un’opera d’arte. Hanno nuances che nemmeno con i più sofisticati mezzi tecnologici riusciamo ad imitare e profumi che regalano essenze atte al benessere. Al di là delle cure attraverso i fiori di Bach, filosofia curiosa e piacevole ma che non tocca questo tema, stare a contatto con i fiori è sinceramente salutare. La loro bellezza, la loro perfezione, ci aiuteranno ad apprezzare di più il mondo, sentirci confortati e gradire le piccole cose.

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Come può un esserino così minuscolo essere anche così perfetto? Eccolo, possiede tutto. E in quel – tutto -, che scopriamo se miriamo ancor di più con i nostri occhi, c’è un altro mondo da svelare… a noi.

I pistilli e gli stami ci appaiono come il suo centro, come il suo arrivo ma no, c’è ancora qualcosa oltre: lanuggine, colori, solchi, palline, polvere sgargiante. C’è la meraviglia. Addentrarsi in loro, toccarli, percepirne la leggerezza. Lasciarsi sollevare l’animo. Perdersi in loro, evadere dal mondo. Così va guardato un fiore. Così saremmo appagati dalla sua energia. I fiori permettono la vita. Sono un anello fondamentale della catena.

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Lo saprete tutti, Albert Eistein diceva – Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita -. E aveva ragione. E le api si nutrono della linfa vitale, del nettare dei fiori così come delle piante. Se ne nutrono entrandoci dentro, impiastrandosi di polline, facendoci l’amore con il fiore. E avviene la riproduzione.

Anche noi possiamo riprodurre grazie a loro. Possiamo riprodurre la nostra gioia, la nostra serenità, il nostro benessere. Amalgamiamoci ad essi. Avviciniamoci a loro in un corroborante abbraccio. I fiori non vanno solo guardati o messi a dimora in uno splendido vaso. I fiori vanno vissuti.

Mi chiedi perché compro riso e fiori? Compro il riso per vivere e i fiori per avere una ragione per cui vivere -.
(Confucio)

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Chi ha detto che “Sano” significa “Poco Gustoso”?

Quando tempo fa ho detto a mio figlio che mi avrebbe fatto piacere continuare ad assaggiare le sue ricette ma gradivo anche qualcosa di un po’ più delicato per non assumere 50 kg di botto con le sue gradevoli squisitezze, si è subito cimentato in questa delizia che mi ha particolarmente colpito e ho deciso di parlarvene. Oggi vi presento infatti una ricettina davvero niente male. Molto gustosa, sana e nutriente.

Si tratta di una particolarissima Omelette sotto ad un fantastico mix di verdure e tante altre cosine sfiziose che, assieme, appagheranno il vostro gusto e il vostro palato. Gli ingredienti sono parecchi ma il piatto è davvero facile da preparare. Eccoli qua nella quantità adatta a 4 persone:

– 120 gr di Spinaci freschi

– 6 Cipollotti tritati

– 120 gr di Germogli di Soia

– 2 cucchiai di Salsa di Soia

– 30 gr di Maizena

– 1 cucchiaio di Vino bianco secco

– 120 gr di Tofu tritato grossolanamente

– 6 cucchiai di Olio di Sesamo

– 60 gr di Spaghetti di Soia

– 60 gr di Erba Cipollina

– 2,5 dl di Brodo Vegetale

– 3 Uova sbattute

– Sale

– Acqua

Come prima cosa dovete preparare del buon brodo di verdura, normalissimo e come l’avete sempre fatto.

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Quando sarà quasi pronto inizierete partendo dal tofu che, già tritato, metterete in una terrina a marinare per una quindicina di minuti con 1 cucchiaio d’acqua, 1 cucchiaio d’olio, 1 cucchiaio di salsa di soia, 1 cucchiaino di maizena e il vino bianco.

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Intanto che il tofu riposa facciamo ammorbidire gli spaghetti di soia, precedentemente spezzettati dentro a dell’acqua calda, basteranno 10 minuti circa.

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Sciacquiamo bene gli spinaci e l’erba cipollina dopodichè taglieremo questi due vegetali a pezzetti.

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In una padella capiente, scaldata a fuoco vivace, mettiamo 3 cucchiai d’olio e saltiamo il tofu che avrà preso il sapore della marinatura. 3 minuti basteranno. Lo togliamo e lo mettiamo da parte. Posizioneremo ora, all’interno della nostra padella, l’erba cipollina e gli spinaci, anch’essi li facciamo andare per 3 minuti finchè non saranno un po’ appassiti. Anche quelli possiamo poi metterli da parte. Ora aggiungiamo un altro cucchiaio d’olio e saltiamo i cipollotti finchè non diventano belli dorati.

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Una volta raggiunta la colorazione adatta mettiamo anche gli spaghetti ammorbiditi, 1 altro cucchiaio di salsa di soia e mezzo cucchiaino di sale, mescoliamo il mix con anche il brodo vegetale che abbiamo preparato all’inizio. Quando il brodo avrà un po’ consumato aggiungiamo i germogli di soia, facciamo cuocere il tutto per 3 minuti ancora e uniamo il tofu e le verdure che avevamo messo da parte.

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Mescoliamo il tutto e spegniamo il fuoco.

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In un piatto fondo sbattiamo le uova, intere, con un cucchiaio d’acqua, la maizena rimasta e 1 pizzico di sale

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fino a che non saranno ben schiumose e, in un’altra padella unta d’olio, creiamo le omelettes; da cuocere finchè non saranno ben dorate ai bordi da ambedue le parti.

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Adagiamo l’omelette su un piatto piano e sopra mettiamo il mix di verdure e altro che abbiamo realizzato.

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Serviamo il tutto subito, bello caldo.

Anche in questo caso le varianti possono essere molte. Si possono aggiungere alghe o altre verdure, il risultato sarà comunque ottimo e vi aiuterà ad eliminare gli avanzi del frigorifero per non sprecare cibo. Naturalmente è quasi un obbligo insaporire con spezie varie per rendere la pietanza ancora più buona: pepe, curry, curcuma, timo apporteranno un sapore speciale. Datemi retta, provatela, vi leccherete i baffi. Ho deciso di promuovere il figlio “Chef”. Che bellezza! Almeno non devo ogni giorno cucinare io!

In questa pietanza potete trovare i carboidrati e le fibre dati dalle verdure, i grassi buoni e vegetali dell’olio di sesamo e le proteine vegetali della soia come per quello che riguarda il tofu. Aggiungendo l’omelette avrete invece anche grassi e proteine animali. Inoltre, arricchirete il vostro organismo di sali minerali e vitamine. Ogni ingrediente è ricco di proprietà nutritive che sono vere e proprie virtù. Un pasto completo e perfetto dal punto di vista del nostro fabbisogno.

Molto spesso, il termine “sano” viene confuso con “poco gustoso” e questo accade perchè non si ha magari fantasia o non si conoscono le varie possibilità che la Natura, soprattutto, ci offre. Riscontro questo problemino in molte persone ed è per questo che è nata la mia nuova “categoria” – Ricette del Benessere – all’interno della quale potrete trovare tante golosità che vi piaceranno e faranno un gran bene alla vostra mente e al vostro corpo. Perchè, anche mangiare in modo salutare apporta Felicità!

Prosit!

Non-Immagini shock sui pacchetti di sigarette

Il mio umile pensiero su questa trovata… scioccante. Potrei anche dire: “elucubrazioni di una mente insana” così almeno, alle mie parole, non ci darete peso.

Innanzi tutto ho intitolato questo articolo “Non – Immagini…” in quanto mi rifiuto categoricamente di postare nel mio angolino così sereno tali visioni e poi, come accennato, vorrei dire la mia riguardo al fatto che ora si sono inventati l’apporre foto tragiche e devastanti, terribilmente devastanti, sui pacchetti di sigarette per far notare i danni della nicotina.

Io fumo. Lo dico subito così darò modo a qualcuno di poter proferire la classica frase – Eeeh… certo, certo, visto che fumi non accetti certe cose… – bene, ora che questo “qualcuno” ha pensato quello che doveva pensare tocca a me.

Non le accetto no! Ma scherziamo? Ma voi vi rendete anche solo minimamente conto di quanto sia deleteria una visione di questo tipo per il vostro inconscio se niente niente entrate in un tabaccaio anche solo per acquistare un biglietto del bus? Non parlo di me. Cosa cavolo me ne frega a me se vengono impressi drammi su un pacchetto di sigarette, sono un chirurgo, ho visto di peggio (potrei dire), se voglio fumo lo stesso, se non voglio, oggi, i mezzi per smettere ci sono tutti, ma mi riferisco a quelli che di fumo non ne vogliono sapere, bambini compresi, costretti a immagazzinare nel loro cervello illustrazioni di questo tipo. Ma le avete almeno viste?

Certo, se fumo in compagnia di un bambino farò respirare anche a lui il mio fumo passivo e mostrerò lui un gesto che non dovrebbe vedere, sta a me educatamente e nel suo rispetto, evitare che ciò accada ma, evitare che un giovane non veda quel pacchetto in un bidone dell’immondizia o buttato per strada, non veda quel pacchetto in casa, non veda quel pacchetto dal Sali&Tabacchi, non veda quel pacchetto nelle mani di mille altre persone… è dura. E a me sembra di infierire vivamente su di lui.

Ma lo Stato ha detto che questo “contro-marketing” risulterà utile e così tutti quelli contrari al fumo urlano vittoria. E vi siete chiesti come mai lo Stato ha deciso questo? Esso ci guadagna dal nostro acquistare sigarette, perché allora cerca di tutelarci? E’ davvero così premuroso nei confronti della nostra salute? Se così fosse, le stesse immagini dovrebbe metterle anche sulla Coca-Cola (se avete stomaci forti andate a vedere anche quelle) somministrata a bambini di tutte le età (!), dovrebbe metterle sull’acido muriatico acquistato da donne che ogni giorno sgobbano a pulire la sporcizia degli altri per due soldi, dovrebbero metterle sull’alcool che causa incidenti stradali fuori misura, dovrebbero metterle su tutte le porcate che ci fanno mangiare e ci fanno respirare ogni giorno, non siete d’accordo? O sui detersivi che uccidono milioni di pesci ogni anno ma… se vengono rovinate le opere dell’uomo è vandalismo, se vengono distrutte quelle della Natura è progresso.

Sarò io che penso male. Al nostro Stato probabilmente costa di più guarire un tumore che guadagnare dalle sigarette acquistate ma sono sicura che non rinuncerà a questo introito. Da dove li prenderà quei soldi quindi? Aumenterà la bolletta della luce? Del gas? O del caro, tenero e divertente canone RAI? (Vi ricordo di guardate la data di quando ho scritto questo post e di controllare poi quando è stato obbligatorio per legge pagare il canone RAI tramite bolletta della luce).

Vedete, quello che mi fa rabbia è questa esigenza da parte del Governo di doverci sempre tenere sotto ad una campana di tristezza e depressione, soffocati da un peso di angoscia da qualsiasi parte guardiamo. Televisione, internet, immagini, istituzioni, potere, ignoranza…. Vogliono da ogni lato ammorbarci con avvilimento, inquietudine e soprattutto PAURA.

Le uniche immagine – BELLE – in stile FAMIGLIA DEL MULINO BIANCO le trovi sai dove?….. In Banca! Ma tu pensa! Con loro sì che non ti accadrà mai nulla di male, e infatti, non si deve curare nessuna grave patologia a causa di esse, ci si suicida e si fa prima, si pesa poco sulla spesa pubblica.

Questo mi fa arrabbiare. Fumare fa male. Ok? Ed è vero. Penso lo sappiano anche i neonati perché immagino che, al giorno d’oggi, sia la prima cosa che si sentono dire una volta usciti dalla pancia della loro madre. Ed è così. Ma porca miseria perché non riusciamo anche a vedere che non è tutto? Che la nostra vita non dipende solo dalle sigarette? Ma lo sapete quanta gente c’è, e c’è stata a questo mondo, che ha fumato e ha vissuto per più di cent’anni? E secondo voi sono solo casi? Sono solo coincidenze? Allora scusate, ma è anche una coincidenza il fatto ch’io muoia di tumore per il fumo no? Volete sapere quanti casi di tumore all’intestino vengono curati, spesso senza riuscita, ogni anno in Italia? Non posso dirvelo perché nessuno può saperlo, le statistiche ce le fanno credere come vogliono loro a seconda dell’annata ma posso dirvi che con i miei occhi e con le mie orecchie ho visto e ho sentito medici stravolti operare in un solo giorno in interventi intestinali e, a detta loro, negli ultimi anni, davvero eccessivi. Su NON fumatori. (Nei commenti di questo articolo però potete trovare dati interessanti).

Ma il fumo, in effetti, non provoca solo cancri. Ictus, ipertensione, malattie cardiovascolari, etc… perché va nel sangue… il cibo spazzatura no invece, va solo nello stomaco, rimane lì qualche ora, poi si fa un giro nell’intestino e poi esce. Siamo nutriti dall’aria o da chissà cosa. Ma dai… Il discorso è semplicemente che, a mio avviso, nella vita, ci si può permettere di avere un vizio senza eccessi oltre misura. Il danno avviene quando tutto il nostro organismo è maltrattato. Ovviamente dopo un po’ non ce la fa più e perisce in quello che può essere il punto più debole. I centenari che hanno fumato una vita intera conducevano un’esistenza diversa. Dal punto di vista alimentare, lavorativo, morale. Noi non ci vogliamo più bene, non ci vogliono bene. E nei polmoni risiede l’emozione della tristezza e anche lei può uccidere. Siamo schiavi e non ce ne rendiamo conto. Non abbiamo più dignità. Non lavoriamo più per metterci via qualche soldo o per costruire qualcosa di bello, lavoriamo per sopravvivere o per essere i migliori. Non mangiamo più per alimentarci, per nutrirci. Mangiamo perchè dobbiamo arrivare fino a sera e non abbiamo più possibilità di toccare cibo durante la giornata. Beviamo multivitaminici senza neanche sapere cosa stiamo ingurgitando perché sentiamo di non farcela più, ma diamo colpa ai cambiamenti climatici. Come se l’essere umano non fosse stato programmato per poterli superare brillantemente. Un’offesa per la macchina perfetta quale siamo.

Se qualcuno, da tutto ciò, ha capito che sono favorevole al fumo e la mia intenzione è quella di incentivare il tabacco mi lasci dire che non ha capito nulla di questo mio discorso o forse sono io che mi sono spiegata veramente male ma non era questa la mia intenzione. Penso solo che dietro ci sia una manipolazione che induce alla negatività e questo mi dà fastidio. Penso solo che sia una brutta presa in giro. E penso che stiamo un po’ esagerando. Sigarette e gay. Non si parla d’altro. (E non è mia intenzione paragonare le due cose. A mio avviso tra un eterosessuale e un omosessuale non c’è alcuna differenza, così almeno sapete anche come la penso in questo altro tema). Come se non ci fossero altre questioni nella vita. Ai nostri “potenti” fategli vedere l’immagine di un bambino che muore di fame mentre loro si lavano i denti col dentifricio al caviale, anziché far vedere a noi immagini di devastazione. Le sigarette e i gay ci son sempre stati e mai abbiamo vissuto male come ora, tolte le guerre che oggi, miseramente, ci rendiamo conto che non sono servite a nulla nonostante il sacrificio dei nostri vecchi. E di guerre ne stiamo combattendo altre, forse persino più infime. Sigarette e gay come se fossero demoni. E tra dieci anni magari lo saranno i vini e i biondi, come lo sono stati i cani e gli ebrei. Negli anni ’80 c’era l’HIV, poi i tumori, adesso stiamo entrando nell’epoca dei virus. E’ così. Prima ci vietano di vivere, ci conducono allo stress più estremo poi ci aboliscono la sigaretta, il bicchiere di vino e mille altre cose nelle quali si cerca l’illusione della soddisfazione. Solo l’illusione che sia chiaro. Hanno tolto i fumatori dai film lasciando violenza, prostituzione, sesso spregevole, alcool, droghe, incidenti mortali, armi, omicidi, morte, e quindi dov’è il senso? Scusatemi ma proprio non lo capisco.

Obesi, diabetici, evasori, tossicodipendenti, disabili siamo tutti zavorre delle spese pubbliche mentre c’è chi ha esami gratis e cliniche che gli harem a confronto sono il nulla. Non è così che si aggiustano le cose ma, questo, ripeto è il mio umile punto di vista.

Come in tutte le cose la parsimonia mi sembra la cosa più coerente. Datemi retta, non guardate quelle immagini se potete, rimarranno impresse nella vostra memoria e creeranno in voi sofferenza. Lavoreranno sulla vostra fiducia e sulla vostra autostima, abbassandole. I neuroni assorbono come spugne.

E tu fumatore, se proprio il vizio non riesci a togliertelo, abbi per lo meno cura di te in altri argomenti. Dona al tuo fisico la possibilità di farcela e se ti fumi una sigaretta fa ch’essa sia il piccolo idillio di un piacevole momento, o possa essere per te il misero aiuto in uno stato d’ansia. Non fumare per noia, o perché non sai cosa fare, o per abitudine, o perché sei davanti a un pc. Inspira anche gioia ed energia positiva in quel mentre oltre che nicotina e catrame. Sii solo mentre lo fai, abbi rispetto per gli altri e per l’ambiente che ti circonda.

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Questo che vedete in foto è un piccolo e praticissimo posacenere da passeggio. Per non inquinare. Il mio piccolo e praticissimo posacenere da passeggio.

Prosit!

Liberiamoci Dei Rompipalle 3° – L’INVIDIOSO

E rieccoci all’appuntamento con i famosi “Rompipalle”. Si, quelli che vivono tra noi e ci rovinano le giornate. Nella categoria, qui a destra – PERSONE NOCIVE –, potrete leggere gli altri tipi di Rompipalle e le varie presentazioni che ho scritto finora come quella sull’autore che stimo molto, Bernardo Stamateas il quale, nei suoi libri, citati anch’essi, ci spiega come liberarci una volta per tutte da quelle persone che ci distruggono la vita e, dopo averle studiate anch’io, mi sento di consigliarvi questo che state per leggere. Oggi parleremo di una personalità “tossica” davvero particolare ossia: L’INVIDIOSO. Uh! Mi vien già la pelle d’oca.

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Iniziamo subito con una frase che trovo molto significativa per descrivere quello che è considerato uno dei sette peccati capitali – L’invidia è un cappio intorno al collo per chi la prova – (cit.) ma potrei riportarne molte altre come – L’uomo invidioso pensa che se il suo vicino si rompe una gamba, egli sarà in grado di camminare meglio – di H. Schoeck e, insomma, ce ne sono a milioni. Il significato comunque è sempre lo stesso, l’invidioso è colui che cerca il male altrui anziché procacciarsi il proprio bene. E’ una persona che s’intristisce e si arrabbia quando un altro è felice. Un meccanismo comportamentale davvero complicato. Si dice che un po’ di invidia la proviamo tutti nella vita e si dice anche esista l’invidia “buona” e quella “cattiva”, oggi però lo scopo è quello di riuscire a difendersi dalle lame affilate e taglienti che l’invidioso energeticamente ci lancia e percepiamo con dolore.

Une fille sur le pont 1998 réal : Patrice Leconte Daniel Auteuil Collection Christophel

Mettiamoci innanzi tutto bene in testa alcune cose:

– l’invidioso è una persona praticamente malata perché vive in un continuo stato di insoddisfazione causando a se stesso problemi sia fisici che spirituali non da poco.

– capiamo anche che s’invidiano le cose belle e non quelle brutte quindi, sei tu il soggetto bello ossia forte, mentre l’invidioso è il soggetto debole e brutto (così lui si considera).

– l’invidia è come un tumore che mette metastasi e, se non si modifica il modo di pensare, accalappia man mano tutti gli organi uccidendoli, ma non è contagiosa.

L’invidia è una dichiarazione di inferiorità – N. Bonaparte.

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Praticamente dobbiamo guardare all’invidioso come ad un povero malato non in grado di vivere. Questo però non vuol dire che dobbiamo sopportare la sua patologia che lui riversa su di noi e ammalarci noi stessi, ne’ dobbiamo provare pena, in quanto non dovremmo giudicare. E’ molto facile e costa meno fatica sentirsi deboli che non coraggiosi. Dobbiamo solo sconfiggere la sua potenza verso la nostra persona. Crearci uno scudo intaccabile.

Come prima cosa, ricordiamoci che se riceviamo invidia è perché abbiamo bisogno di riceverla. Questa emozione arriva a noi per due motivi principali. O siamo noi i primi ad essere invidiosi e quindi ci stiamo solo rispecchiando nell’altro (questo vale per tutte le sensazioni) oppure la giudichiamo esageratamente, non sopportandola, e finchè non riusciamo ad accettarla e ad amarla lei verrà sempre a trovarci. Giudicandola non la si abbandona.

Una certa quantità d’invidia spinge a volte le persone all’ambizione e al fare per diventare come la persona che ammirano. Ecco, infatti, il giusto termine è proprio ammirazione. In questo caso, non possiamo parlare di quell’invidia che provoca malessere ed è proprio quello che dovrebbe fare colui che pecca di questa caratteristica; trasformare il suo sentimento insano in: ammirazione verso il prossimo. Questo però è un lavoro che deve fare lui ma io che ricevo la sua emozione negativa come posso fare per evitarla?

C’è poco da dire, devo convincermi al massimo che possiedo realmente quella forza che mi fa sentire invidiato. Devo sentirmi immensamente grande. Inavvicinabile. Un Dio. Già lo sono, ve l’ho detto più volte ormai. Sono figlia della potenza universale e divina perciò sono parte di Dio alias dell’Universo. E ovviamente lo siete anche voi. Tutti. Sentirsi quindi onnipotenti non significa mancare di rispetto a chi abbiamo davanti o vivere rivolgendoci all’altro con spocchia e sussiego. Anzi, un vero Dio aiuta, sa essere umile, sa fluire assieme agli altri, aggregarsi a loro, amalgamarsi con essi e con la vita stessa, al loro stesso livello ed esistere con tutti in armonia. Purtroppo a noi ci hanno insegnato che chi si loda s’imbroda e quindi…. ciao Pippo!

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Lodarsi è la medicina migliore se equivale ad amarsi e non vantarsi. Attenzione, c’è una bella differenza. Sarà proprio amandomi, oltre misura, che diventerò incredibilmente “forte” e, a quel punto, le baionette lucenti dell’invidioso, picchiando contro il mio corpo, rimbalzeranno a terra prive di vita e di senso. Sarà lodando me stesso che imparerò l’arte della “compassione” (con – passione, come vi spiegai tempo fa), perchè la passione ci fa amare.

Nel momento stesso che soffro per l’invidia provata da un altro nei miei confronti, mi metto automaticamente in una posizione di vittima incompresa, offesa e maltrattata. Magari violentata. Sto esattamente catapultando la realtà a favore suo. Io che sono forte perché invidiato, mi auto-nomino parte debole e lesa donando al mio avversario lo scettro della potenza. Vi sembra che tutto questo abbia un senso? E’ come se un criminale ci desse una botta in testa per rubarci il portafoglio e in Commissariato dichiariamo poi che lo abbiamo malmenato e derubato noi a lui. Capite? E’ assurdo. Non lo fareste mai ma, in realtà, lo fate ogni volta che permettete ad un invidioso di intaccare la vostra giornata, il vostro momento: SIETE DIVENTATI SUOI SCHIAVI.

Quando mai un Re ha permesso ad un suo servo di comandarlo? Invidia o non invidia, odio o non odio, quando mai ha permesso questo?

I romani de Roma, quelli veri, dicono – Me rimbalza! – (cit. mamy) e fanno bene! Il loro è menefreghismo? Lo leggete come tale? Può essere, ma non sto decodificando tutta la loro vita, in questo caso fanno bene! “Rimbalzo” – ciò che faranno le baionette quando vi picchieranno contro.

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Non dev’esserci pietà nei confronti dell’invidioso, ne’ rabbia, ne’ tristezza ma solo una frase che dovete stamparvi bene nella testa:

– Mi stanno invidiando per questa data cosa… che meravigliosissima data cosa che ho! Io la possiedo! E’ mia! Wow! E’ splendido! Come sono felice per me!

Grazie! (E ringrazi quello in cui credi)

Bravo! (E ti complimenti con te stesso)

Ti amo! (E ami la vita. E ami l’invidioso e ami Te) –

Ecco, questa frase, queste parole, sono la tua medicina, il tuo scudo, la tua salvezza. Pronunciate col cuore, con la passione e tutto l’amore che possiedi.

Altrimenti… sapete cosa potrebbe accadervi? E qui prendo in prestito una ben comprensibile storiella di Stamateas, potrebbe accadervi questo:

notthecarmedia.com

“C’era una volta un Re che voleva sapere cosa fosse peggio, se essere avari o essere invidiosi. Allora prese due persone e disse loro – A uno darò tutto quello che mi chiederà ma all’altro darò il doppio! -.

Al che l’invidioso ribattè – Vediamo un po’, se ho capito bene, mio Re: tu mi darai tutto quello che ti chiederò ma all’altro darai il doppio? -,

– Si – rispose il Re.

Allora l’invidioso offrì all’avaro – Chiedi tu per primo -.

– Ci mancherebbe -, si schermì l’avaro – prima tu –.

Andarono avanti così per un po’, finchè l’invidioso si decise a dire – D’accordo, chiedo io per primo: toglietemi un occhio –“.

Capito? Il Re esiste. E’ intorno a noi. E’ l’energia in cui ci muoviamo, in cui viviamo. Non permettiamo all’invidioso di ottenere questo.

Prosit!

photo bloglibero.it – fineartamerica.com – notthecarmedia.com – operaincerta.it coll. christophel – staibene.it – stile.it

Le Cellule del mio Grasso vanno fino in Africa

In questo post, se anche le prime righe dovessero sembrarvi parecchio strambe vi consiglio di continuare nella lettura per capire così che non mi sono ammattita del tutto e per comprendere anche un qualcosa che forse avete sempre sottovalutato: la potenza del nostro volere, servita qui, su un piatto d’argento.

Sono sempre stata convinta, e in questo caso l’ho provato sulla mia pelle, che se al FARE aggiungiamo anche un qualcosa in più, attraverso il nostro cervello, otteniamo un risultato molto più grande. Quel qualcosa in più si chiama: ORDINE. Dare un ordine. Un comando. COMANDARE = con + mandare. Ossia mandare attraverso il nostro pensiero.

giannellachannel.info

Vi spiego subito. Se io vi dicessi che mentre cammino in spiaggia e guardo l’orizzonte le mie cellule di grasso si staccano da me e volano verso chi ne ha bisogno? Oppure, che mentre sto facendo ginnastica nella mia camera esse cadono a terra e io poi le spazzerò via e le butterò nella pattumiera?

omero.it

Pensereste che il cervello io, me lo sia bevuto. Vi capisco, ma fatemi continuare. Vedete, il progetto di cui vi sto parlando è quello del dimagrire. Lo prendo come esempio ma il meccanismo può essere applicato ad ogni cosa che noi facciamo nella vita.

Ora, se io vado a camminare in spiaggia per tonificare il mio corpo, per perdere peso, per elasticizzarmi e via discorrendo, naturalmente dimagrirò (accompagnando l’attività ad una dieta equilibrata e una vita sana).

bellezza.pourfemme.it

Però, ipotesi, quanto grasso perderò? Allora… cammino per circa 4 Km, peso per esempio 60 Kg, sono una donna e brucio più o meno 200 Kcal. Ho praticamente perso 7 grammi di grasso (si lo so che vi sembra pochissimo ma il grasso è una cosa, il peso è un’altra). Fin qui, tutto perfetto. Un calcolo matematico praticamente. Io mi sono mossa e automaticamente ho bruciato energia. Quel tot.

Se però io, oltre a camminare per 4 Km, immagino anche letteralmente che le mie molecole di grasso si staccano dal mio corpo e mi abbandonano, quando arriverò a casa e farò i miei calcoli, noterò che grammi di ciccia in realtà ne ho persi 10, o 9, o 12, insomma, di più. Non ci credete? Provate! E’ gratis.

Naturalmente per fare questo ci vuole convinzione e per far nascere la convinzione in noi, edulcorati da mille altri impedimenti che ci sono stati insegnati nella vita, bisogna trovare uno scopo. Un qualcosa che ci interessa particolarmente. Gli esempi possono essere tanti:

– possiamo immaginare che queste molecole vanno a rinvigorire bambini denutriti

– possiamo immaginare che cadono e il vento le spazza via

– possiamo immaginare che di esse se ne nutriranno acari e microorganismi vari

trnews.it

Ognuno può pensare ciò che più gli sta a cuore, a seconda della sua personalità e del suo carattere, l’importante è idealizzare qualcosa. Qualcosa che davvero ci interessa, al quale crediamo ciecamente e vorremmo si realizzasse. Dovrete vedere con i vostri occhi quelle celluline che vagano, che si distaccano da voi. Dovrete visualizzare seriamente una persona magrissima diventare un poco più robusta e sorridere e ringraziarvi, o pesci contenti per l’alimento sostanzioso ricevuto. Dovrete realizzare con la vostra mente il vostro intento. C’è gente che cura a distanza, solo grazie alla sua concentrazione. E cura realmente. Non accadrà nessuna magia (o forse si potrebbe chiamare così), non arriverete a casa esili come fuscelli ma otterrete un risultato nettamente maggiore. Come già avevo spiegato, immaginare è fondamentale e importantissimo. Il termine Immaginare, rappresentare con la mente un’immagine, deriva dall’insieme delle parole – in me mago agere – che significa in me c’è un mago in grado di agire.

Walt Disney diceva – se lo puoi immaginare lo puoi fare -. E’ molto difficile in realtà. Il signor Disney la faceva facile, ma difficile non dev’essere sinonimo di impossibile ed è per questo che, con l’aiuto di uno scopo ben preciso, possiamo riuscire dove ci sembra completamente irrealizzabile. Alcune filosofie dichiarano che per dimagrire basta la forza del pensiero. Io ci credo fermamente ma non ve lo dirò mai perché chiudereste il mio blog e non lo leggereste più. E non avreste tutti i torti. Purtroppo non ci si riesce, è inutile, non siamo capaci, non siamo mai stati educati, formati ed abituati a farlo. Ma visto che in realtà, queste filosofie, non dicono il falso bisogna, a mio avviso, trovare la via di mezzo che potrà magari abituarci col tempo a rinforzare i nostri meccanismi mentali e diventare sempre più potenti da questo punto di vista.

E’ molto bello fare sport assieme a degli amici o camminare con qualcuno e scambiare quattro chiacchiere ma, per fare questo esercizio bisognerebbe, soprattutto le prime volte, essere da soli e stare in silenzio. Come vi ho detto, dovrete usare molto la mente e l’immaginazione e non avrete possibilità di essere inquinati e scombinati da discorsi e risate o, peggio ancora, disgrazie. La concentrazione è alla base. E dev’essere una concentrazione positiva in quanto, se lo fate solo perché lo avete letto qui ma senza la minima convinzione, non otterrete proprio nulla. Ricordatevi bene che quello che può ottenere qualcuno con la mente lo possono ottenere tutti. Qui non si parla di intelligenza, o istruzione, o fantasia, niente di tutto questo, l’unica cosa è la convinzione:

Ecco i vostri muscoli che lavorano, iniziano a piegarsi e distendersi… sopra di loro, uno spesso strato di grasso si piega e si distende con essi.

tuttogratis.it

Ecco, a forza di muoversi, questo tessuto adiposo dal colore biancastro, piano piano si sgretola e le sue particelle andranno nel sangue per essere poi espulse attraverso la pipì o le feci o il sudore (che poi è davvero quello che accade).

slideplayer.it

Si, eccole fuoriuscire infatti dalla nostra pelle, attraversare i vestiti e…. ffffffffffff…… andare via, col vento, con l’aria che ci accarezza.

Anche le nostre arterie e le nostre vene hanno del grasso dentro, dobbiamo svuotarle, liberarle.

dimagrisci.com

Immaginiamo questi tubicini muoversi come i nostri muscoli e piccolissimi dischetti di grasso sciogliersi nel sangue che ci passa in mezzo. E andare via. Via da noi. Ok? Questo è quello che dovrete visualizzare. Provateci. E i risultati saranno reali.

Il potere della mente è incredibile.

Prosit!

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Mi Spezzo ma non mi Piego

Ti sei mai chiesto cosa voglia dire avere un dolore o un problema alle ginocchia?

Sei per caso un tipo orgoglioso? Anche in senso buono per carità. Sei uno di quelli che dice – Io mi spezzo ma non mi piego! -? Come diceva Jean De La Fontaine e come dicevano i Romani – Frangar, non flectar -. Hai presente una di quelle persone, pure simpatiche a dire il vero, che fanno capire subito come, nella vita, vogliono fare ciò che più gli sembra giusto senza tener magari conto del volere degli altri? E’ un bene. Non dovremmo mai, nei limiti, fare ciò che piace agli altri e magari nuocere a noi stessi ma, come in tutte le cose, c’è sempre un limite. E’ positivo per un certo verso non cedere davanti a minacce o pericoli, ed è sicuramente un bene non farsi avvilire dalle situazioni della vita.

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Spesso, la frase mi spezzo ma non mi piego, viene infatti detta all’incontrario ossia: mi piego ma non mi spezzo indicando come, al di là delle avversità, si vuole ricercare il senso della propria umanità e andare avanti a testa alta.

Quando ho detto prima che esiste gente con questo carattere ma che si dimostra anche simpatica, mi riferivo a coloro che esternano questo modo d’essere in maniera buffa ma purtroppo, spesso ci capita d’imbatterci contro chi invece tiene alta la bandiera del: “io faccio come piace e pare a me, degli altri chissenefrega” con arroganza, egoismo e spocchia.

Quando accade ciò si tratta solitamente di celare, in realtà, la paura di non riuscire nella vita ad essere abbastanza autonomi o non riuscire a sottolineare la propria indipendenza e il dover, per così dire, dipendere anche solo dalle scelte di altre persone. La cosa può spaventare alcuni individui perché, tali indicazioni non si colgono come consigli ma come ordini o imposizioni. E’ soltanto uno scudo che difende anche se detestabile per chi lo vede o ci si imbatte contro. I perché nasce questa ottica di percepire la cosa possono essere infiniti e svariati e spesso giungere dalla tenera età. Erica Jong diceva – L’orgoglio è del cervello non del cuore -.

Una sorta quindi di vivere la vita non in completa comunione con essa. Sotto un certo punto di vista infatti, non si è così liberi come si vuole dimostrare. Solo il fatto di non potersi prendere la libertà di provare eventualmente a fare come un altro vorrebbe, o l’accompagnare nella propria esistenza qualcuno senza sentirsi legati a un dovere, non è sollevante. Ecco che, parlando di “vivere la vita”, scendono subito in campo le gambe, i nostri arti inferiori che, negli anni, sono proprio loro ad accompagnarci, passo dopo passo, per percorrere la strada che abbiamo, o meno, scelto per noi.

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Nel caso particolare di oggi parlo delle ginocchia perché sono loro che vanno a riflettere questo singolare lato del vivere la nostra esistenza con una specie di guardia sempre alzata per paura di essere, in qualche modo, intaccati.

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L’orgoglio nasce proprio da lì. Un orgoglio più che comprensibile, che ha lo stesso effetto di un’arma puntata contro. – Se vedi che miro a te con un fucile a pompa, di certo non verrai a rompermi le scatole e a intralciarmi bensì, ti sposterai dal mio cammino – questo è quello che pensa il soggetto in questione.

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Si vive quindi costantemente come Rottweiler in una proprietà privata: buoni, fedeli, giocherelloni ma… non metteteli alla prova!

Veniamo però al vero argomento di questo articolo: il dolore alle ginocchia. Potrebbe anche essere una rigidità, una mancanza di cartilagine, una distorsione, una debolezza, qualsiasi disturbo ma, ognuna di queste cose, significa il medesimo risultato – Non mi piego al vostro volere! -.

 

Le ginocchia, sono quelle articolazioni, ossia giunture di epifisi tenute assieme da legamenti, che permettono alla gamba e al piede di avanzare.

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Di fare il passo e soprattutto di correre. I legamenti, tessuti elastici del nostro corpo, indicano la nostra elasticità mentale. L’essere flessibili, agili, leggeri e non solo dal punto di vista corporeo. Un malessere in questo punto definisce anche un rallentamento spirituale e ovviamente persino fisico. E’ naturale. Chiediamoci quindi se forse è il caso che ci riposiamo un attimo. Forse dovremmo rasserenarci e prendere la vita in modo diverso guardando agli altri come veri amici e non come giudici. Tiriamo giù il binocolo, non c’è alcun nemico all’orizzonte anzi, chiudiamo gli occhi e proseguiamo più lentamente (il dolore alle ginocchia ci obbliga a farlo).

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Lasciamoci guardare dagli altri, non stiamo facendo nulla di male, non abbiamo nulla da nascondere… o forse si? Si tende infatti a celare determinate azioni proprio per non sentirsi investire da chi ci sta accanto. Per nascondere meglio il nostro atto, considerato persino da noi stessi “impuro”, dobbiamo eseguirlo con velocità, lestamente e… puff! Nessuno vede nulla. Molto bene… ma che fatica! Questa fatica non verrà sopportata, né supportata a lungo dal tuo cuore e si rifletterà sul tuo fisico scegliendo appunto come zona le ginocchia. E’ probabile che tu stia vivendo in questo modo semplicemente per evitarti paternali bonarie, il tuo è un fine che non contiene né meschinità né inganno ma il problema è che stai comunque facendo un qualcosa in un modo non sereno per te stesso. In un modo non concepito dalla tua parte più intrinseca che invece pretende gioia, tranquillità e armonia.

Il nostro orgoglio fa sì che guardiamo la gente dall’alto in basso, di modo che non possiamo mai guardare in alto verso Dio -. (Fulton John Sheen) Vale a dire non poter fluire con la vita stessa, osservare tutti con molta attenzione e farsi osservare.

Prova a cambiare. Se soffri di dolore alle ginocchia sei probabilmente una persona che non ama molto i cambiamenti di qualsiasi genere essi siano. Il tuo tran tran quotidiano ti rasserena e ti tiene tranquillo nonostante a volte il suo essere nocivo del quale non ti accorgi. Ma le tue gambe ti stanno dicendo che non ti stai facendo del bene. Sii più flessibile nei confronti della vita, degli altri, delle situazioni e soprattutto nei confronti di te stesso.

Può anche accadere, pur essendo più raro, che il dolore alle ginocchia subentri in quelle persone che invece, al contrario di chi non si “piega” mai, si “piegano” troppo come segno di sottomissione.

copernicohealthcare.it

Sempre di paura si tratta. Infatti solitamente, si tende ad avere questo comportamento quando si ha paura di perdere chi si ama o si ha paura di perdere chi ci ama. Ci pieghiamo quindi si, ma in realtà non vorremmo farlo, quella flessione ci fa male! Faremmo di tutto però per quel “lui”, anche a costo di vivere una vita ricurvi e anche se quel “lui” non ce l’ha in realtà mai chiesto. E’ una nostra compulsione che nasce per essere accettati. La sopportazione arriva ad un certo punto così pesante che le nostre ginocchia ne risentono e percepiamo il dolore.

Sono sicura che cambiando il proprio atteggiamento, sia in un caso che nell’altro, si possono ottenere grandi benefici. Potete provare ed evitare così, innanzi tutto, di soffrire ma soprattutto di vivere una vita senza la completa libertà.

persbaglio.ilcannocchiale.it

Una libertà che lascerà spazio anche alle vostre gambe, e a tutto il vostro corpo, di muoversi come meglio credono e spaziare nel mondo che le circonda.

Prosit!

p.s.= Vi consiglio di leggere anche quest’altro mio articolo QUI che parla sempre delle ginocchia e fa una netta differenza tra il ginocchio destro e quello sinistro. Il tutto, in un post interessante che richiama all’attenzione il Padre e la Madre.

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Buon Compleanno Prosit!

Ebbene si amici, il 14 di Febbraio non è solo la festa degli Innamorati ma è anche il compleanno di questo mio blog. Bhè, in un modo o nell’altro, sempre di amore si parla anche se in diverse forme. Il mio blog compie un anno.

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Il suo primo anno di vita. Il tempo è passato velocemente. Ricordo come se fosse ieri che cercavo le immagini migliori, il giusto nome che mi ha involontariamente suggerito un caro amico, le frasi più significative per realizzare quello che è il mio angolino virtuale che, permettetemi di dire, trovo sia meraviglioso. No, non voglio vantarmi, semplicemente riferire che qui ci sto bene ed è anche merito vostro. Voglio infatti cogliere l’occasione per ringraziarvi. Ho conosciuto gente nuova che ha mondi stupendi da svelare e altre persone invece, che sono cari vecchi amici “di penna”, o meglio di tasti, che sempre sono state nel mio cuore e ancora oggi rimangono gelosamente. Grazie. Grazie per il vostro seguirmi e il vostro interagire. A volte osservo le visualizzazioni e sono davvero tante. La mia pagina di FaceBook ha già raggiunto, in un anno, i 600 fans grazie all’amico, dell’amico, dell’amico in un fantastico e piacevole passaparola. E quindi grazie davvero. Come grazie a chi ogni giorno mi fa capire di esserci in un modo o nell’altro. E’ straordinario ricevere al mattino messaggi di gente mai vista che ti augura il buongiorno e ti regala un abbraccio, è emozionante, incredibilmente emozionante. Per quest’anno, posso ritenermi più che soddisfatta del lavoro svolto e posso dirmi – brava! – per l’impegno che ho messo. Ma, al di là della fatica che a volte comporta scrivere qualche post dal tema arduo, che soddisfazione! Ne scriverei altri 10! Altri 100! 1.000! E lo farò. Cercando di regalarvi sempre momenti lieti. Cercando di approfondire al meglio tematiche che spesso voi stessi mi date come spunto. Sono argomenti che amo profondamente e oggi, ponendoli qui, alla vista di tutti, li ho potuti ampliare e comprendere ulteriormente. Un conto è conoscerli. Un conto è doverli tradurre in modo comprensibile a tutti. A me stessa per prima. Questo mi ha fatto crescere. Mi ha fatto andare ancora più a fondo e capire meglio alcuni concetti che a volte, sbagliando, davo quasi per scontati. Grazie ancora e non è retorica. E allora, tanti auguri PROSIT, per me sei speciale e voglio augurarti un dolcissimo e felice Buon Compleanno!

Tua Meg.

Che sia chiaro, l’Appendice non serve a nulla

Quante volte avete sentito dire quello che cita il titolo di questo articolo?

Immagino tante. E sicuramente persino da medici o lo avete letto su qualche importante rivista scientifica. Le varie filosofie dibattono alla grande e quello che poteva sembrare chiaro fino a poco tempo fa, viene oggi ripreso in causa e rivalutato. Per alcuni, questa benedetta Appendice, dev’essere comunque lì per caso o per qualche strana mutazione genetica che non deve riguardarci. Anzi, un fastidio che bisognerebbe eliminare subito. Un qualcosa che sta nel nostro corpo di completamente inutile. Come le tonsille ad esempio (è chiamata infatti anche tonsilla addominale). Come i virus. Non servono a niente, ci fanno solo star male. Eliminiamo tutti questi scomodi orpelli. Così almeno non si ammaleranno più e noi ci siamo tolti un problema.

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Oh, ecco bene, è proprio questo il punto che non mi trova d’accordo.

Certo che si ammalano. Sono vivi anche loro. Sono parti del nostro corpo. E si ammalano sovente molto prima di tante altre parti. Ma perché? Perché sono una specie di campanelli d’allarme o forse potrebbero chiamarsi meglio “scudi”.

Immaginate un accampamento di soldati. E’ notte. Tutti i militari sono in camerata a dormire. Fuori dal momentaneo alloggiamento, sotto alla garitta e col suo fedele fucile in spalla, ci sta un giovane soldato semplice che, attento, osserva il buio territorio che lo circonda. Il suo nome è: Appendice. L’aria fredda gli taglia il viso, l’oscurità lo spaventa, il cuore gli batte forte nonostante la rigidità.

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E’ lì da solo e deve accettare tutto quello che arriva. Un soffio di vento gelido, un animale feroce, il nemico. E qualora il nemico arrivasse davvero, aggressivo, ben equipaggiato e forte, sarebbe naturalmente Appendice a perir per primo non trovate?

Molto spesso, è proprio chi fa la guardia a rimetterci. La stessa cosa accade alla nostra Appendice ma questo non significa ch’essa non serve a nulla anzi, il lavoro della sentinella è importantissimo, è fondamentale e, anche se non è proprio idoneo definirla “sentinella” bisognerebbe vederla in questo modo per aver cura di lei.

Ma che cos’è precisamente l’Appendice?

L’ Appendice, chiamata anche Vermiforme o Cecale, è una specie di protuberanza molle dalla forma tubulare, lunga dai 5 ai 10 cm circa, del nostro Intestino Crasso.

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Si trova precisamente nella parte del Cieco e può dirigersi verso diverse posizioni. Premettiamo che la scienza assicura (la maggior parte delle volte), ch’essa sia un elemento che ha perduto completamente le sue funzionalità in quanto ritenuto semplicemente un residuo intestinale erbivoro e fin qui, nulla in contrario. Forse tra millenni sparirà del tutto, come è sparita la coda o come tante altre nostre parti fisiche si sono, con i secoli, trasformate. Dicono addirittura che prima o poi andrà via anche il quinto dito del piede, il Mellino, perchè tanto non lo utilizziamo. Sarà vero? Il fatto è ch’essa, l’Appendice, c’è ancora e, a mio umile parere, è da trattare al meglio.

Come dicevo prima infatti ha la funzione di segnale in caso di problemi all’apparato digerente, o meglio, in caso di malnutrizione. Si, si, lo so che molti di voi non mi crederanno, lo so che molti di voi staranno pensando che stò dicendo delle stupidaggini ma posso assicurarvi che, al di là di altri casi specifici, con una sana alimentazione, difficilmente si subisce un intervento di Appendicite. La Medicina Orientale afferma che questo elemento sia un sacchetto pieno di batteri utilissimi per il nostro organismo come i colibacilli e i lattobacilli (Gram- i primi e Gram+ i secondi) che, come bravi soldatini, mantengono un equilibrio per noi ottimo alla presenza di agenti patogeni quali germi o quant’altro. Una dieta squilibrata può provocare un aumento di batteri nocivi che, quelli buoni, non riescono più a contrastare e da qui, si arriva ad avere la famosa Appendicite. Allora, proviamo a guardare l’Appendice da un altro punto di vista. Quello psicosomatico. Lo sapete che la psicosomatica è una filosofia che seguo, perciò la prendo in considerazione. Sempre.

Innanzi tutto vediamo che altre filosofie, e non solo la psicosomatica, tengono invece molto da conto l’Appendice, al contrario della nostra Medicina, almeno da come sembra. In secondo luogo, bisogna saper che essa rappresenta la collera verso qualcosa o qualcuno che ci impone (magari con autorità) determinate cose che noi non tolleriamo. Si ottiene perciò anche una sorta di paura, una paura inerente al non aver il determinato controllo della situazione. Il non riuscirsi a sentire completamente autonomi quando invece lo si desidererebbe tanto per poter sottostare di meno a ordini non accettati e fare ciò che meglio si gradisce. Questo ci fa arrabbiare. Dobbiamo capire che qualsiasi tipo di infiammazione, all’interno del nostro corpo, equivale a: RABBIA.

Ossia “vedere rosso”, proprio come rossa e calda è una zona infiammata.

spettacoli.tiscali.it

Il sentirsi sottomessi, o dominati, può causare quindi l’infiammazione all’Appendice. Che in realtà può divenire anche una vera e propria infezione.

Ora, se voi provate davvero questa ira, anche se magari apparentemente potete sembrare le persone più docili di questo mondo e ne siete convinti persino voi stessi, nel momento in cui subite un’appendicectomia, automaticamente vi passa anche la rabbia? No.

Voi continuerete a provare questo sentimento ma non ci sarà più l’Appendice ad assorbirlo e a farsene carico per cui, a questo punto, l’emozione negativa andrà ad intaccare un altro organo. La stessa cosa avviene con un’alimentazione errata. Una volta tolta l’Appendice, sarà l’intestino a subirne le conseguenze. Non avete più il campanello d’allarme. Colui che, anche sacrificandosi, vi ha permesso di mantenere altri organi sani.

Acute pain in a woman section of kidney

Non vi è mai capitato di sentire l’Appendice dolorante e dopo un periodo di dieta tutto si risistema? Essa si disinfiamma appunto con una sana alimentazione. Ovviamente non funziona sempre così, ci sono persone con problemi gravi all’intestino senza mai aver infiammato l’Appendice. Ma non arrivate a tanto. Vogliate bene alla vostra Appendice. Non è vero che non serve a niente.

Certo che si può vivere anche senza! Si vive bene anche senza altre cose.

Ma è come se un jolly ce lo fossimo già giocato. Infine, le ultime ricerche scientifiche ammettono che l’Appendice così inutile non è, soprattutto poi per lo sviluppo del feto. Lo considerano addirittura un importante organo linfopoietico ed immunopoietico utile all’origine di tante cellule immunocompetenti che costituiscono il sistema difensivo delle mucose. Le mucose sono come dei tessuti dalla fondamentale importanza per il benessere del nostro organismo e ne abbiamo in tutto il corpo di diversi tipi. Lo proteggono e lo rivestono.

Insomma, le teorie sono diverse e potrete scoprirlo voi stessi facendo delle semplici ricerche. Chi dice che serve, chi dice di no, chi dice che occorreva all’uomo quando si cibava prevalentemente di vegetali, chi dice l’inverso. Forse nessuno può davvero spiegare con massima precisione la realtà, perciò penso che ognuno potrebbe credere a quello che vuole. Probabilmente nessuna dottrina può essere completamente vera o completamente falsa. Io, rimango dell’opinione che un corpo sano e completo, sia l’optimum. Che ne pensate?

Prosit!

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Quanta ciccia hai?

Obeso o sovrappeso? C’è differenza, e non solo dal punto di vista salutare e visivo: il fatto è che si dimagrisce in modo diverso!

La maggior parte della gente è convinta che per perdere peso basta NON mangiare.

donna.nanopress.it

Sbagliato! In questo modo non si eliminerà il grasso, esso verrà stoccato come una piccola catasta di legna e dopo parecchi giorni otterrete al massimo un deperimento e non un dimagrimento. Che è ben diverso. E’ la cosa più deleteria, credete a me. Non è una scelta da fare. Non è salutare, non è positiva, non è utile.

Ci sarebbe da fare tutto un lunghissimo discorso a riguardo in quanto i fattori da tirare in ballo sono davvero molti come ad esempio il momento in cui il nostro organismo va in riserva. Certo. Il nostro corpo è intelligente e se vede che di cibo non gliene arriva più, finchè può, cerca di non consumare energia se non prettamente per le basilari funzioni vitali.

Comunque, non è questo il discorso che intendo affrontare oggi, molto complesso seppur affascinante. Concludo dicendo che il digiuno (utile eventualmente e momentaneamente in determinate, brevi situazioni) non è quindi la soluzione migliore per perdere chili. Perciò, non fate i pigri, se volete togliervi la ciccia di dosso. Ebbene si perché vedete, c’è molta differenza dall’obeso al cicciottello.

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Senza andare a toccare il tasto delle disfunzioni patologiche, parliamo di semplice quantità di grasso.

Ad una persona molto grassa basterà in effetti mangiare di meno per vedere già ottimi risultati.

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Si arriva a perdere anche cinque chili in una sola settimana o di più e no, non è una situazione drastica, si tratta di liquidi e di aria. Il grasso edematoso, quello molto morbido e spugnoso, è impregnato di acqua e tossine ovviamente. Senza accumularne di ulteriori ed ingerendo quindi pochi cibi e sani ecco che automaticamente il corpo tende a pulirsi e noterete subito il risultato sulla bilancia.

Il problema però è che non vale la stessa cosa per quelle persone che di tessuto adiposo intorno a sè ne hanno fondamentalmente poco.

curvygirlpower.it

Così come non varrà più la stessa cosa nel momento in cui la persona molto grassa arriva ad un livello di solo sovrappeso.

A questo punto infatti si avrà un grasso puro, uno strato più sottile di prima ma ben aggrappato a noi. Sicuramente bisogna continuare a seguire una giusta dieta, è naturale, ma quello che occorre è muoversi. Lo stomaco a poco a poco si abituerà a ricevere meno cibo e non soffrirete più la fame, ma tutto ciò non basta ad ottenere il peso forma.

pierangelobosio.it

Con il movimento e l’attività fisica ecco che allora “trasformeremo” il nostro grasso in muscolo e perderemo quella ciccia superflua che ci dà davvero fastidio.

Quello che si dice “bruciare i grassi”.

Dico questo (e traducendolo anche malamente me ne rendo conto, ma se usassi termini più idonei e spiegassi le precise funzioni del nostro metabolismo, probabilmente non tutti capirebbero) perché spesso le persone mi dicono – Ma come mai ho perso tanto e ora che mi mancano solo più una decina di chili non riesco a eliminarli? – oppure – Sono a dieta da mesi ma non perdo neanche un grammo! -.

obese woman trying to close the buttons of her jeans

Innanzi tutto bisognerebbe tenere d’occhio queste diete dato che in molti credono che la famosa “pasta in bianco” non faccia ingrassare (ahinoi), comunque, al di là di questo, il problema sta proprio nella mancanza di movimento. E credetemi, vi farà anche arrabbiare! E’ come se a volte non gli bastasse mai alla nostra ciccetta per andarsene via!

Ricordo io stessa che quando trovavo soddisfazione nel fare sport per mezz’ora al giorno, dopo un dato periodo, per ottenere gli stessi risultati, dovevo prolungare quel tempo ad un’ora. Che fatica! Contando poi, che ad essere importante è il funzionamento del metabolismo basale (dispendio energetico a riposo) e non tanto l’attività fisica, che comunque fa un gran bene, la situazione si complicava parecchio.

appunti.studentiville.it

Dal momento che si ha un buon funzionamento del metabolismo in un corpo sano e l’attività fisica aiuta il nostro corpo ad essere sano, occorre farla. L’attività fisica inoltre produce e accelera la funzione del metabolismo anche molte ore dopo averla praticata perciò è davvero fondamentale.

Una delle tante altre cose che costituisce un’accelerazione del metabolismo basale è la temperatura alla quale siamo soggetti. Uscendo all’aria aperta a fare sport oppure semplicemente aumentando la nostra temperatura interna nel momento stesso in cui iniziamo a muoverci, ecco che potremmo avere il risultato sperato.

Se si tiene conto infatti che 1 kg di grasso è costituito da circa 7.500/8.000 calorie (!) vi rendete conto quanto dovreste muovervi per consumarlo? Dovreste camminare per 600 km! Incredibile. Perciò, in realtà, è tutto un lavoro interno che avviene, e ad innescarlo può anche essere appunto l’attività.

Se non capite la quantità di calorie vi faccio questo esempio: una donna di 60 kg cammina per 5 km consumando circa 300 cal. Ebbene, questa donna avrà consumato 16,6 grammi di grasso. Ok? Pochissimo… sigh!

Non dovrete perciò ammazzarvi, non è questo quello che conta.

Walkers pace themselves along the boardwalk that lines the north side of the Manayunk Canal in Manayunk PA. 2008-01-13.

Vi basterà ad esempio camminare, sovente, anche tutti i giorni e, possibilmente, per non meno di mezz’ora. Mentre lo fate, concentratevi sulla lavorazione di tutti i vostri muscoli e cercate di usare anche i muscoli superiori delle braccia, della schiena e dell’addome. Questo è da fare sempre, probabilmente non vi rendete conto di quanto sia fondamentale l’ordine che parte dal nostro cervello. Se pensate ad un vostro muscolo e gli chiedete di lavorare egli lavorerà il doppio rispetto al semplice muoversi senza la vostra concentrazione su di esso.

forum.termometropolitico.it

Contraeteli, muoveteli, consumerete più energia e modellerete ancor di più il vostro corpo.

Non dimentichiamoci poi che il grasso è un insieme di tossine all’interno del nostro corpo. Purificando l’organismo, automaticamente elimineremo il grasso superfluo e, per farlo, occorre avere un sangue pulito. Per pulire e ossigenare il sangue la camminata è l’ideale e vi parlo di lei in quanto la può eseguire chiunque, non ha controindicazioni e lavorando in concomitanza con l’apparato respiratorio aiuta ad ottenere proprio quello che stiamo cercando! Continuate pure a mangiare (poco e bene) quindi ma alzate il fondoschiena dalla poltrona, il movimento vi aspetta!

ifalsidiautore.it

Non denutrite o disidratate il vostro corpo, sarà peggio. Brucerà di meno trattenendo tutto quello che può.

Occorre capire che perdere peso è un conto ma perdere grasso è differente! Non sono la stessa cosa.

Quando perdi peso, sai che cosa stai perdendo? Stai forse sfibrando i tuoi muscoli? Stai perdendo liquidi cellulari? O addirittura massa magra? Non fare questi errori. Mantieni sempre alto il metabolismo basale con una vita sana:

Mediterranean Salad

dieta, attività fisica, una buona colazione, la giusta quantità di acqua da assumere, una buona e concentrata respirazione.

Prosit!

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Febbraio: Mese della purificazione e di un Amore che non poteva esistere

Siamo a Febbraio, il mese considerato più pazzerello dell’anno ma in realtà più tranquillo. Già. Mentre noi infatti ci prepariamo e ci affrettiamo ad organizzare il nostro Carnevale ricco di coriandoli, costumi, dolcetti e stelle cadenti, la Natura quieta in un dolce riposo e il tempo sembra essersi fermato.

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Mentre compriamo cioccolato e cuoricini per il nostro grande amore, durante la festa di San Valentino, alberi e animali godono sonnecchiando la pace. Il clima di Febbraio è a volte un po’ strambo. Ci porta la neve, che con ansia aspettavamo a Dicembre per festeggiare il bianco Natale, ci porta le piogge anticipate di marzo, le giornate uggiose, oppure un sole primaverile. Ma, nonostante tutto, Febbraio è il momento della serenità e del sonno prima del dolce risveglio. Un risveglio che non dovrebbe fare solo la Natura ma anche noi. Essendo figli di Madre Terra, come qualsiasi altro essere vivente, dovremmo lasciarci andare alle forze universali, unendoci a quelle del nostro pianeta e vivere come Gaia vorrebbe.

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Purtroppo però, bisogna lavorare, bisogna andare a scuola, bisogna compiere tutte quelle attività che non si possono tralasciare pur andando contro Natura. Ma c’è un modo per non stonare completamente con il comportamento del nostro Universo e sarebbe quello del “purificarsi” per riemergere ancor meglio di prima. Come? Con un’alimentazione sana ad esempio, oppure compiendo anche solo piccoli riti per il nostro benessere. Prendersi cura di sé, programmare degli esercizi fisici, ricercare nuove passioni. Febbraio è il mese adatto che permette a queste novità di accrescere il loro risultato in noi colmo di soddisfazione, gioia e uno star bene a livello olistico.

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Tutto sarà come moltiplicato. Tempo fa vi avevo elencato i giorni più adatti per depurarsi in questo post QUI e, come potete vedere, una delle quattro fasi, va proprio dal 17 di Gennaio al 5 di Febbraio. – E’ quasi finita quindi! – direte voi, ma vi rassicuro dicendo che in realtà, per quel che riguarda questo mese, la purificazione continua perchè la sua particolare atmosfera lo permette. Questo è il periodo dell’anno che precede la primavera, ossia la rinascita della vita.

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Depurarsi è propiziatorio e necessario per il nuovo che arriva e che dobbiamo accogliere al meglio. Il nome Febbraio deriva dal latino februare che significava appunto “guarire – eliminare da se stessi il nocivo” e prepararsi quindi candidi, al nuovo che giunge trepidante. Gli antichi lo sapevano bene. Tanti erano i loro riti cerimoniali atti proprio alla purificazione. Una purificazione di fine anno. Si, un tempo infatti, Febbraio non esisteva, è stato aggiunto dopo come mese ed era considerato l’ultimo. Questo accadde perché per i Romani, il periodo invernale era un periodo senza mesi. Senza tempo. Il periodo dello stop. Il corpo e la mente dovevano solo pensare a prendersi la loro pausa e rigenerarsi.

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Da notare che, la parola Febbre, deriva dalla stessa radice latina e come saprete non è da considerarsi propriamente una malattia per alcune filosofie bensì, attraverso essa, il corpo espelle il male. Il danno c’è già stato, non è la Febbre il nostro malessere. La Febbre è un avvisaglia, è un meccanismo che nasce per avvertire e per curare. La Febbre infatti può arrivare per infiniti motivi: un’infezione, uno sviluppo nella crescita, un colpo di freddo, troppa stanchezza e ci costringe quindi… al riposo. Quando si ha la temperatura alta infatti, non si ha proprio voglia di fare nulla e si tende a dormire. Possiamo essere pieni di dolori o sentirci spossati, fatto è che desideriamo solo il letto o il divano.

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Tanti anni fa, prima che venisse sostituita dal Santo degli Innamorati, era Santa Febronia di Nisibis la Regina di questo mese. E il suo nome lo dice chiaro. Si trattava di una giovane ragazza che, non avendo ceduto alle lusinghe di Lisimaco, nipote del giudice Seleno, venne sottoposto a quello che si dice essere stato uno dei martiri più lunghi e atroci della storia. Era il 305, Diocleziano era l’Imperatore e, a quei tempi, i Cristiani subivano frequenti persecuzioni. Venivano rapiti e spesso barbaramente uccisi ma lei, così bella, così acculturata, intelligente e dal forte carattere trainante, avrebbe potuto salvarsi. Non lo fece, preferì morire piuttosto che vendere se stessa alle voglie di un bruto.

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Era convinta che comunque, sarebbe rinata. Il suo culto è conosciuto a Roma, a Milano, a Trani ma anche in Francia, in Turchia, in Iran. Ovunque, il suo nome ha lasciato un ricordo di se’. Santa Febronia, oltre ad essere venerata per la protezione nei confronti delle calamità naturali, è spesso chiamata dai credenti a mandare pioggia soprattutto durante i periodi di siccità. E si sa, la pioggia, oltre a bagnare e inumidire il terreno, lava e purifica. Anche gli Indiani d’America, non esitavano mai a fare danze in onore della pioggia per poter ottenere, oltre all’acqua in sé, anche un lavaggio del proprio corpo e quindi del loro spirito.

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Per loro la pioggia era un alimento indispensabile e sacro anche per la loro cucina. Per i Nativi Americani tutta la Natura era fondamentale. Era la loro Madre, una loro sorella. Era parte di loro e hanno sempre chiesto, soprattutto ai nati in Febbraio, di avvicinarsi ad essa e viverla il più possibile. Questo nasce dal fatto che solitamente, i nati a Febbraio, per gli Indiani, tendono a sentire poco il bisogno della potenza di Madre Terra e vedono invece spesso il mondo quasi come un nemico, artefice per essi, di diverse esperienze negative che li hanno colpiti.

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Ecco come il mese più corto e considerato bonariamente scapestrato, come un tenero e simpatico scugnizzo napoletano, diventa invece un periodo importantissimo per noi e preludio, se ben vissuto, di una nuova, fantastica vita.

Prosit!

p. s.= Nelle immagini potete vedere la mia valle – Valle Argentina -, dai monti al mare, durante questo periodo. Così pacifica, così viva.