Mi sono chiesta molte volte se questi Bonsai, che tanto piacciono, soffrono oppure no restando piccoli e quasi sacrificati nel minuscolo vasetto che li accoglie. Gli esperti assicurano di no ma io ho comunque voluto rifletterci su.
E’ vero che le piante non sentono il dolore come lo percepiamo noi o gli animali, non hanno il nostro stesso sistema nervoso, né i nostri neuroni, ma possono provare, è stato dimostrato scientificamente, emozioni negative e soprattutto di tristezza.
Una sorta di dolore anche questo. E’ però anche vero che, le piante, oltre a nutrirsi di acqua, sali minerali e altre sostanze che non devono mancare, si nutrono principalmente d’Amore.
Ebbene, a me è accaduto questo: premetto di essere sempre stata una grande appassionata di piante di qualsiasi tipo ma, ultimamente, mi sono avvicinata molto ai Bonsai e a quella che è definita una vera e propria arte nel mantenerli. Ciò è accaduto a causa di un periodo un po’ stressante che ha colpito la mia famiglia.
Avete presente quei momenti in cui si desidera staccare, riconnettersi alla natura e scoprire passioni che ti permettono di evadere? Ecco.
Tutte le piante meritano attenzione giornaliera ma il Bonsai, ti obbliga letteralmente, se ben vuoi tenerlo, ad una continua attenzione nei suoi confronti. Controllare l’umidità del terreno, potarlo, concimarlo, osservare le temperature, le foglioline secche da eliminare… Proprio perché è una pianta “innaturale”, anche se molti Bonsai nascono spontaneamente nei boschi, pretende maggiori cure.
Appassionandomi ad essi mi giunsero quindi le prime domande, le quali trovarono queste risposte che non vedo come banali giustificazioni anche perché il resoconto migliore me lo danno loro stessi, stando bene e mutando la loro beltà di giorno in giorno.
Il fiore, il frutto, il germoglio, tutti segni che affermano l’ottimo mantenimento da parte mia e di mio marito.
Come vi dicevo, le risposte che mi diedi furono inerenti al fatto che io in quel momento sentivo bisogno di loro. Li stavo praticamente usando, si. Ma la natura, è ben lieta di essere “usata” da noi. Qualsiasi suo frutto nasce per noi e per uno scopo, l’importante è, ringraziare per questi doni e amare questi regali che ci sta concedendo.
Io purtroppo non possiedo un giardino, ho solo un terrazzo che tra poco si trasformerà in una giungla.
Il Bonsai mi permette di osservare il magnifico mutare di Madre Natura, stagione dopo stagione, giorno dopo giorno. Mi insegna la pazienza, la fretta che non c’è, l’incanto delle piccole cose, il fare ordine, l’attenzione, il vivere il presente. Mi fa provare la pace nell’animo.
Amandoli e ringraziandoli della buona energia che mi danno voglio pensare di non essere arrivista nei loro confronti utilizzandoli solo a scopo estetico per farmi bella davanti alla gente. Mi danno gioia e spero di darne io a loro. Li vivo a 360°.
Mi sembra che tutto stia funzionando per il meglio, stanno bene e ogni mattina mi mostrano qualcosa di nuovo. Dal canto mio cerco di trattarli nel miglior modo possibile.
Tutti i più grandi esperti di Bonsai, e mi riferisco anche a chi, in antichità, non li creava per la vendita, sono d’accordo nell’affermare che, i Bonsai, non soffrono bensì sono perfettamente equilibrati e lo dimostra il fatto che continuano a fiorire e germogliare.
Il fatto di tagliare loro le radici non è differente alla potatura che eseguiamo tutti noi a piante di grandezze normali purchè, dico io, questo gesto venga fatto appunto con tanto amore.
Nel momento stesso in cui noi vogliamo tagliare una parte di pianta, quest’ultima prova un’emozione, un’eccitazione che può trasformarsi in eccitazione positiva, se il gesto viene eseguito con gratitudine e affetto, oppure in emozione negativa qualora avvenisse come una recisione normalissima e senza il minimo sentimento.
Gli studi di Cleve Backster, ai quali credo, hanno persin stabilito che la pianta è in grado di percepire la nostra intenzione un attimo prima del taglio, vale a dire che già capisce il nostro stato d’animo ancor prima che con le cesoie stacchiamo da lei un ramo e addirittura, riesce a riconoscere attraverso vibrazioni energetiche l’uomo che a fatto a lei del male tra altri.
Si, hanno un intelligenza. Un’intelligenza e dei sentimenti molto forti. E’ per questo che sono convinta che si possono tenere e accudire tutte le piante che vogliamo purchè ci convinciamo che sarà l’Amore la loro più grande e fondamentale forza di vita.
Concludo l’articolo con un grande GRAZIE verso i miei Bonsai che potete vedere nelle immagini. – Mi fate stare bene – e ve ne sono grata.
Vostra Meg.
Prosit!
Ciao Magda, io non sono mai riuscito ad affezionarmi ad un bonsai, credo la pianta soffre almeno le sure radici sembrano come i piedi fermati da crescere come si usava una vota in china alle donne … credo le piante dovrebbero tutti crescere in libertà … buon weekend Bussi Pif ❤
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Si, anch’io ho sempre pensato ai piccoli piedi di quelle donne. Spero solo di trattarli al meglio e dare loro tutto ciò di cui hanno bisogno. Bussi a te 🙂
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speriamo, ma io credo che anche gli alberi e fiori sentono i dolori
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…. sono stupendissimi…dei cuccioli d’albero :)))
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🙂 Grazie Marta, si, cuccioli d’albero 🙂 bentornata!
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Non ho assolutamente il pollice verde!!! Ho avuto per un periodo della mia vita un grande giardino, con un piccolo orto, però non ho mai provato pace ad accudirlo (forse non era il momento migliore, figlie piccole, lavoro e casa. Il giardino era solo una fatica in più). Ti ammiro per la tua pazienza e per l’amore che trasmetti alle tue piante. Infatti i risultati si vedono. Una meraviglia.. Buona giornata.
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Anch’io sai un tempo non le accudivo? Le ho sempre amate tantissimo ma il mio balcone era praticamente vuoto. Si, c’è un tempo per tutto, condivido. Come forse ci sono passioni che non arriveranno mai nella vita di una persona. Però il fatto che apprezzi, in questo caso, le mie piante e la mia cura nei loro confronti significa che in te c’è questa bellezza, perchè secondo me di bellezza si tratta. E mi riferisco all’amore per altri esseri viventi. Un bacione.
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