Tempo fa un amico che si era da poco convertito al Buddhismo mi espresse questa riflessione
– Io non ho nulla contro le altre religioni, ognuno è libero di pensarla come vuole, io mi sono rivolto al Buddhismo perché contiene una forma a me più consona ma ogni dottrina ha le sue costrizioni, le sue sane filosofie e i suoi principi, c’è una cosa però che non capisco e poco accetto della Religione Cattolica ed è quella che definisce i Cristiani come Peccatori. Prima di tutto sei un Peccatore, nato attraverso sofferenza dopo il Peccato Originale. Lo trovo un termine distruttivo -.
Capendo il senso che il mio amico dava a quelle parole non potei dargli torto e ho voluto utilizzare questa sua riflessione come introduzione di questo articolo. Non sono qui oggi a parlare di una religione piuttosto che un’altra ma, diciamolo, questa parola fa nascere un profondo stato di malessere, un senso di colpa e un giudicarsi negativamente. Quello che credo però è che ci sia stata una traduzione sbagliata verso di essa.
Quando, chi esercita il Cattolicesimo, prega e dice frasi come – abbi pietà di me peccatore – s’immagina inconsciamente di aver combinato qualcosa di brutto e offensivo nei confronti del Dio al quale rivolge la sua preghiera.
Se posso permettermi, l’unico peccato che abbiamo commesso è stato quello di allontanarci dal senso cosmico dell’Uno. Uno come Universo. Universo (Universus) come Univertere* – essere rivolti all’Uno – cioè a Dio (questo Dio) che non dev’essere per forza Buddha, o un animale, o un vecchietto con la barba bianca, o un talismano. Può anche essere, “semplicemente”, il Tutto. E per giunta e soprattutto anche noi stessi.
Inquinati probabilmente dal preferire la forma piuttosto che il contenuto, l’aspetto estetico piuttosto che la spiritualità, il soldo piuttosto che la ricchezza d’animo, la tranquillità piuttosto che il coraggio e via discorrendo, è come se, col passare degli anni, ci fossimo allontanati dal disegno cosmico che ci era stato regalato. Noi siamo Figli di Dio (Universo – ossia composti dalle stesse sue molecole) ma, questa visione, sembra appartenere solo ad un concetto prettamente Cattolico o comunque Religioso quando, a mio avviso, la forma più completa e unica di religione dovrebbe chiamarsi semplicemente Amore.
Il peccatore dunque è colui che si è allontanato da questo Dio, colui che ha, in pratica, mutato la sua vera natura, vale a dire quella di essere vivente perfetto e libero.
E’ diverso dal pensare di aver mancato di rispetto a quello che consideriamo nostro Giudice e nostro Mentore. Al massimo abbiamo mancato di rispetto a noi stessi, offendendo sì il potente miracolo che ci ha creato, che se potesse parlare ne direbbe di ogni, ma non dice nulla in realtà, perché fondamentalmente non giudica.
Il termine peccatore si è poi fatto strada nella comunità trovando diverse postazioni a lui congeniali: se fai del male a qualcuno sei un peccatore, se non paghi le tasse sei un peccatore, se tradisci sei un peccatore, se invidi altri sei un peccatore, se non frequenti il Tempio del tuo Dio sei un peccatore, ma mai è stato considerato peccatore colui che ha fatto del male a se stesso. Colui che non si è rispettato e considerato parte integrante del Cosmo. Colui che per la felicità di altri si è rovinato la propria vita. Lui non è un peccatore, è un Santo. Il martire che cammina a testa bassa e tanto piace, soprattutto a chi preferisce mantenerci nell’ignoranza piuttosto che nella saggezza in modo da governarci al meglio.
Ma l’Universo non vuole questo. Non ci ha messo al mondo per sacrificarci. Non ha bisogno di sacrificare nessuno. Se sei figlio di Dio (Universo) sei Dio. Dio non può provare ansia perché convinto che altri bisogni arrivino prima dei suoi. Dio non può deprimersi per il giudizio altrui. Dio non può nemmeno peccare. E allora perché si diventa peccatori? Perché non ci siamo più riconosciuti come Dio. E non uso il termine Dei perché non lo trovo appropriato, userei Dii potessi. Mi piace di più.
Tu sei un peccatore, pur non avendo mai commesso peccato. Gran parte della “Parola del Signore”, così la chiamo per essere compresa, è stata mal tradotta. Ovunque, persino dai Sacri Libri. Il suo senso però non è sbagliato. Il germoglio che l’ha fatta nascere è esatto. Coloro che l’hanno concepita in realtà dicevano cose – buone e giuste -. L’importante è capirlo.
Se proprio abbisogna addossarsi un senso di colpa che sia nei nostri confronti. Ma il senso di colpa è la sensazione più maligna che può vivere in noi, perché nutrirla? Perché istillarla quotidianamente dentro al nostro inconscio?
– Ah! Padre (Dio mio)! Perché mi hai abbandonato? -. No, non ti ha abbandonato, sei Tu che hai lasciato Lui. Ma di Lui fai parte e puoi tornare quando vuoi tra le Sue braccia.
Studiare, istruirsi, o anche solo seguire quello che ci suggerisce il cuore, in questi casi, penso sia la cosa migliore. Provare a far davvero nostra quella – Parola del Signore – che tanto recitiamo a memoria credendo che il suo significato sia solo quello che appare. Andare a fondo. Aver voglia di tradurre certi testi considerando il loro significato più intrinseco senza accontentarsi di chi la interpreta al posto nostro.
Un significato che, in verità, reca gioia, entusiasmo, benessere. L’esatto contrario di quello che abbiamo percepito finora.
Prosit!
*termine citato da Luigi Castaldi e Salvatore Brizzi i quali espongono come il nome “Università” si dichiara – Universo del Sapere –
photo culturaeculture.it – wikipedia.org – scrivendo volo.com – pinterest.com
Da anni mi oppongo contro le religioni, ma sempre in cerca di Dio.. forse le varie religioni ci annebbiano la obbiettività, anche la Bibbia mi sembra un libro vendicativo senza pietà .. E un conflitto che devo combattere con me stessa, ma più rifletto più mi rendo conto che mi sto illudendo e forse come io vorrei un Creatore non esiste… siamo noi stessi responsabile per il bene e il male..
sarebbe cosi tanto da dire… e un argomento infinito.. cara Magda abbi una buona settimana.. sai mi sento più vicino con la natura come i nativi li trovo il creatore almeno cosi come me lo immagino 😉
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Si Pif, capisco cosa intendi. La natura è per me un Dio e al di là di questo sai quanto mi ha sempre affascinato la cultura dei nativi. Abbi una buona settimana anche tu, bussi.
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menomale che mi sono fatto capire … buon pomeriggio cara Magda … Bussi
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Fortunatamente la catechesi è un po’ cambiata (almeno nella mia comunità). Per far comprendere il peccato ai bambini, ho utilizzato l’immagine di quattro vie: pace,amore, gioia e vita. Confluiscono in un unico grande sentiero, che porta alla serenità, all’amore di Dio. Quando scegli di allontanarti da una di queste vie (danneggiando la natura, ostacoli la vita; litigando con i tuoi compagni, vai contro la pace; invidiando, odiando, vai contro l’amore; non apprezzando ciò che ti circonda, le piccole cose belle, ti allontani dalla gioia), ti senti triste, fuori posto. Ecco cos’è il peccato. Con la confessione puoi riprendere la via della serenità. Perché confessarsi e non “sbrigarsela” tra noi e Dio? Perché l’uomo ha bisogno di sentirsi dire, che veramente può ripartire da zero, che può ancora far parte di quell’Amore universale che è Dio. Se fossi dispiaciuto per un’offesa fatta ad un tuo amico, ma non avessi il coraggio di dirglielo, lasciando semplicemente cadere la cosa, come se nulla fosse successo, avresti la certezza che il tuo amico ha capito il tuo rammarico?
Purtroppo, ammetto che la Chiesa si è servita, per anni, della paura e dell’ignoranza, per fini poco cristiani, ma è fatta di uomini, come ogni altra religione e l’uomo, si sa, è ben lontano dalla perfezione!
Buon pomeriggio.
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Ciao Mattinascente, il tuo commento è molto bello perché innanzi tutto esplica immediatamente la voglia di cambiare un po’ il senso di questa terminologia, perciò mi trovi d’accordo e inoltre hai toccato tasti importanti. Reputo più giusto e significativo insegnare a dei bambini, che stiamo formando, i sensi della pace, dell’amore, della gioia e via dicendo piuttosto che altri negativi e sfavorevoli. Anche il fatto di potersi permettere di affrontare un qualcuno per chiedere lui perdono e dimostrargli il nostro rammarico è bellissimo, il tutto, a mio avviso, purchè avvenga senza induzione del senso di colpa perché lo trovo davvero deleterio e penso che qualsiasi Dio non lo accetterebbe. Il pentimento dei miei eventuali peccati si, mi deve essere concesso ma deve dipendere da me perché molto spesso gli uomini si sono presi il diritto di giudicare ciò che un Dio non avrebbe mai giudicato e giudicarlo negativamente cosa che l’Universo non vede tale. Questo, come ho già detto, è il mio umile pensiero. La Religione Cattolica, anche se non era mia intenzione valutarla, esprime secondo me male il concetto del Peccatore alludendo al fatto di peccare a prescindere. Sono contenta di sapere che nella tua catechesi come mi dici le cose sono cambiate perché è modificandole al meglio che si può riavvicinare la gente all’avere fede, la cosa principale, di qualsiasi genere sia e a qualsiasi religione possa appartenere. Quando da bambina ho frequentato io il catechismo le cose non stavano così e, ancora oggi, ci sono molti, troppi concetti errati che vagano nell’animo dell’essere umano. Per quanto riguarda la Confessione della quale parli, il fatto di sentirsi dire che si può sempre ripartire è meraviglioso e ben venga ma…. quella penitenza….. perché? Perché non il semplice perdono? Perché allora si dovrebbe perdonare “semplicemente” un assassino senza fargli pagare per il danno recato? E non è possibile. Ma se in ognuno di noi ci fosse l’amore e ci fosse sempre stato, non esisterebbero colpe e nemmeno penitenze però l’amore non c’è e non può esserci se ci hanno inculcato, fin dall’inizio dell’Umanità, che il nostro stesso Dio ci ha giudicati e ci ha giudicato male. Oggi quindi cerchiamo di limare i danni ma il danno più grande è stato proprio quello di immettere in noi il giudizio e quindi il male verso il prossimo. Oggi, ne paghiamo tutti le conseguenze. Non trovi? Il mio tono, che non puoi sentire, è davvero umile Mattinascente credimi, le mie sono semplici riflessioni ma continuo ad essere contraria alla traduzione che hanno fatto di questo termine. Grazie per cercare di cambiare le cose voi catechiste di oggi che potete. Un abbraccio.
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Ti capisco benissimo, anche perché molti dei genitori che avviciniamo hanno avuto i tuoi insegnamenti e sono positivamente stupiti, di come molte cose siano cambiate. Non si insegna più il senso di colpa, di giudizio, la penitenza è la richiesta di una preghiera a Gesù affinché ci aiuti. Molti testi sono stati nuovamente tradotti e corretti. Sicuramente il lavoro è molto e tanti sono “arroccati” sulle loro convinzioni (purtroppo anche fra i catechisti di vecchia data), però, come dico sempre, abbiamo dalla nostra parte l’aiuto dello Spirito Santo, quindi non scoraggiamoci!
Un caro saluto.
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Ti capisco benissimo, anche perché molti dei genitori che avviciniamo hanno avuto i tuoi insegnamenti e sono positivamente stupiti, di come molte cose siano cambiate. Non si insegna più il senso di colpa, di giudizio, la penitenza è la richiesta di una preghiera a Gesù affinché ci aiuti. Molti testi sono stati
nuovamente tradotti e corretti. Sicuramente il lavoro è molto e tanti sono “arroccati” sulle loro convinzioni (purtroppo anche fra i catechisti di vecchia data), però, come dico sempre, abbiamo dalla nostra parte l’aiuto dello Spirito Santo, quindi non scoraggiamoci!
Un caro saluto.
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