Piccoli Incidenti – Punizioni del Senso di Colpa

Ti è mai capitato di muoverti e prendere un colpo? Sbattere da qualche parte con la testa, i piedi, i gomiti? Sicuramente si. Succede a tutti e ci sono periodi della nostra vita in cui ogni giorno ci facciamo male anche due o tre volte. Alcune botte sono davvero insopportabili come quelle al quinto dito del piede contro lo spigolo del letto, hai presente? Che dolore…. Solo al pensarci…

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Ebbene, le filosofie che seguo da tempo, sono tutte concordi nel dire che questi piccoli traumi sono delle punizioni verso noi stessi che nascono dal nostro senso di colpa.

In realtà anche i grandi incidenti sono figli delle medesime teorie ma i classici urti, che viviamo quotidianamente, sono molteplici e non diamo loro tale significato. E oggi è di loro che voglio parlarti.

Ad esserne vittime sono maggiormente le persone che hanno una bassa autostima, sensibili, empatici e che, nel loro inconscio, si sentono responsabili delle cose che accadono all’interno della loro vita in qualsiasi ambito. Tendono a volersi sentire utili e hanno paura di perdere quello che hanno. Non se ne rendono conto ma è così. E, di conseguenza, decidono di punirsi quando qualcosa non va come loro desidererebbero.

C’è da dire inoltre che ogni zona del nostro corpo che subisce l’offesa può tradurre il malessere che ha causato l’incidente.

Ad esempio, mi è successo un po’ di tempo fa di prendere diversi colpi alla testa per circa un mesetto. Non dico tutti i giorni ma, sovente, pigliavo botte davvero fastidiose e doloranti alla nuca, soprattutto alla zona frontale. Le prime volte non ci diedi importanza, “capita” pensai, ma quando notai che non potevano solo essere coincidenze iniziai a farmi un esame di coscienza.

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Gli urti aumentarono e aumentarono proprio perché in realtà io avrei dovuto pensare di meno. L’esame di coscienza in quel momento non era quello che la mia parte intrinseca voleva. Essa desiderava leggerezza, libertà, meno riflessioni stancanti e morbose e più senso del – Affidati all’Universo, tutto è perfetto – .

Fortunatamente lo capii altrimenti mi avrebbero dovuto ricoverare in traumatologia dopo un po’!

Si mise a dirmelo persino uno gnomo.

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Sì, era uno gnomo in ceramica sopra ad un’altalena che io tenevo appeso al soffitto dell’antibagno. C’era sempre stato e mi era stato regalato da una persona a me molto cara. Passavo mille volte al giorno da lì per andare nelle camere o alla toilette ma, quella sera, la punta del suo stivaletto blu mi prese in pieno sopra l’occhio sinistro. Una botta tremenda che ricordo ancora oggi. Vidi nero per qualche secondo e dovetti appoggiarmi al muro con la testa tra le mani. Immediatamente il pensiero andò a mia madre, immagino sia stata anche una traccia mnestica che richiedeva una coccola visto il male subito, ma pensai a mia mamma anche per un altro motivo.

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La parte della fronte era quella sinistra, che ci ricollega alla madre e al nostro lato femminile ( vedi art. la Destra e la Sinistra – il Padre e la Madre ) e lo gnomo me lo aveva regalato mio zio, suo fratello. In effetti dovetti riconoscere che mia mamma, essendo stata poco bene di salute, mi aveva dato da pensare e sicuramente anche da preoccuparmi. Mio zio poi è uno che si inquieta sempre molto per la salute della sorella. La fronte inoltre, nello specifico, è una zona del viso con la quale facciamo capire le nostre emozioni, è protagonista delle nostre espressioni ed è collegata all’intestino (ansia) alla vescica (paura) e al cuore (passione-vita). Eh già, di sicuro non stavo vivendo in quel momento tranquilla e felice e, probabilmente, avrei voluto fare qualcosa per migliorare la situazione (senso di colpa).

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La testa poi, è la parte con la quale “pensiamo”, ragioniamo (la nostra pentola di fagioli che sempre borbotta) e sovente è proprio lì che si formano le nostre paure. Insomma, capii che dovevo fermarmi e lasciar fare all’Universo ciò che per mia mamma aveva disegnato, o meglio, ch’ella stessa si era richiesta per ricevere eventuali messaggi da comprendere che l’avrebbero sicuramente aiutata e così fu infatti.

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I bambini sono quelli che tra tutti prendono maggior quantità di colpi, a volte anche violenti e fortunatamente hanno una soglia del dolore diversa dalla nostra. Si sa, i bimbi sono impacciati, sono incoscienti, sono alla scoperta del mondo e soprattutto non hanno ancora il senso della misura o un’intelligenza e un’abilità spazio-temporali ben sviluppate. E’ ovvio quindi che prendono botte ogni momento. Ma è anche vero che i nostri piccoli si sentono molto più in colpa di quello che possiamo immaginare.

Anche se a noi possono sembrare cose di poco conto, un’espressione arrabbiata sul viso di un genitore, una litigata tra mamma e papà, una sgridata direttamente a loro, uno spavento…. Sono situazioni che involontariamente li rendono colpevoli nel loro essere più intimo e, pur essendo molto più forti di noi adulti, in tutti i sensi, sono anche spesso pieni di lividi con i quali crescono e si irrobustiscono.

Prendere qualche bottarella è più che normale ma se dovesse capitarti di esagerare prova a pensare che qualcosa, dentro di te, vuole vivere in maggior tranquillità e quello che vuole se lo piglia in un modo o nell’altro pur di farti capire. Rasserenati e lascia fluire la vita così com’è. Non sentirti sempre in colpa per gli altri, ognuno di noi ha un suo cammino ben stabilito e dobbiamo superare diverse prove per crescere ed elevarci. Se non fai del male a qualcuno volontariamente convinciti che la responsabilità può essere tua solo dal punto di vista di “mezzo di trasporto” del messaggio universale ma non una tua colpa.

Prosit!

photo justhinkitblog.wordpress.com – gushmag.it – benessere4u.it – frasi aforismi.com – lastampa.it – inspagnolo.it

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