Ci sono luoghi diversi da altri, diversi perché hanno un posticino dentro al cuore, uno spazio che altri non hanno trovato. Nell’arco di una vita, essi possono rimanere pochi oppure diventare tanti ma comunque rimangono lì e nessuno riesce a toglierli.
Io ne ho diversi e tra questi c’è sicuramente un piccolo paese che appartiene alla mia Valle, la Valle Argentina, e che mi ha accolto da sempre, ogni anno. Negli ultimi tempi, le mie visite sono state minori ma ogni volta che penetro nei suoi carrugi o lo osservo da lontano, incastonato tra i monti verdi, l’animo mi si alleggerisce e una sensazione di gioia mi avvolge.

Il suo nome è Andagna. E’ il paese dei Castagni, delle viuzze ombrose tra le case, delle Madonnine, delle scritte su legno ad indicar la strada. E’ il paese dell’Origano e del Timo e dell’Ardesia, delle More e dei Fiori.

In questo piccolo paese, di nemmeno 100 abitanti, e nei suoi dintorni, ci sono addirittura sei chiese, una delle quali è ormai solo un rudere, altre usate per cerimonie poche volte all’anno, mentre la principale ospita i fedeli tutte le domeniche. Tanti i luoghi sacri tra edicole e statuette della Madonna in un unico borgo.

Andagna si appoggia su un monte a poco più di 700 metri s.l.m. e, come spesso capita nei paesi della mia Valle, offre un panorama fantastico. Fa parte del Comune di Molini di Triora, un paese al di sotto dello stesso monte, situato più in giù, nella conca della vallata.

Andagna è costruito in salita, partendo da una grande piazza si sale su, passando per i carrugi, fino ad arrivare in cima, alle ultime case, dove poi inizia il bosco. All’entrata del paese, ad accogliere chi arriva, c’è “l’Osteria di Andagna”, una trattoria, l’unica presente, specializzata in piatti tipici liguri, come i ravioli con borragini, o cannelloni alle ortiche, o ancora, coniglio con pinoli e olive. Da lì, la chiesa che mi sembra dedicata a Santa Clementina se non ricordo male, è il punto principale dal quale partire e ammirare il borgo e tutti i suoi angoli caratteristici.

Andagna è un groviglio intricato di carrugi umidi e freschi, affascinanti alcuni, inquietanti altri. Luoghi dove al sole non è concesso entrare. Poche sono le stradine dalle quali, alzando lo sguardo, si può vedere il cielo. E’ come camminare dentro a delle grotte.

Pietre, appoggiate una sull’altra, formano cunicoli che sfiorano le teste e che, a loro volta, sono i pavimenti delle abitazioni sovrastanti. L’aria è fresca anche d’estate. L’odore percepibile di antico è pungente. Questi vicoli stretti e caratteristici, sono stati creati apposta per giungere in ogni punto del paese. Come se non ci fosse spazio altrimenti.

Alcuni salgono, alcuni scendono. Gradini larghi e bassi, scalini alti e stretti. Quando di notte sono illuminati da lampioni che emanano una tiepida luce giallognola, incutono anche un pò di timore. Bui, freddi, incurvati, chissà dove vanno a finire. In certi punti sembra quasi un paesaggio scozzese. La pietra fredda che domina è maestosa, ci avvolge da ogni parte e, sotto alle sue volte, i massicci portoni di legno decorati da portali in Ardesia, permettono di entrare nelle case. E’ come entrare dentro a delle cantine.

Sembra di descrivere un villaggio fantasma, in realtà non è così. Nonostante tutto, la struttura di Andagna, infonde sicurezza. E’ come se stando lì, nessuno possa trovarti e farti del male.
E’ stato realizzato nel tipico metodo di costruzione difensivo. Un tempo, intorno al IX e X secolo, bisognava proteggere il paese e le genti dai Saraceni e, in questo modo, creando tali esempi di labirinti in salita, si rendeva più difficoltoso lo scopo ai pirati. Era questa la forza, la strategia, di chi viveva in Liguria. In questi vicoli stretti e bui, dove pochi alla volta si può passare, ecco i corsari cadere facilmente nei tranelli degli “Andagnini” che, sgattaiolando per il proprio paese conosciuto a memoria, potevano facilmente fuggire o catturare gli avversari.
Da piccola, percorrevo da sola queste strade, sia di giorno che di notte per non so quante volte al dì e, con i miei amichetti, giocare a nascondino, era un vero spasso.
Qui, tutto è ancora come un tempo. I giovani hanno preferito la comodità della città e vengono ad Andagna durante l’estate o le feste natalizie. Ma la sua atmosfera magica, questo borgo non l’ha persa. Anni fa c’erano botteghe, tabaccaio, bar, sala giochi… Ecco, era proprio qui che compravo il ghiacciolo ogni sera, qui invece mi aspettava lei, mia zia, con la quale passavo quelle splendide giornate. Qui mi stava a guardare mentre oscillavo sull’altalena e mi chiamava mille volte per convincermi a rientrare.

Oggi Andagna, si spegne come una candelina nei mesi invernali ma rimane comunque un luogo bellissimo e affascinante e, i suoi abitanti ospitali, uniti tra loro e pieni di iniziative, attendono la bella stagione.
Ad abbellire Andagna molte piante, ringhierine e dipinti che circondano le case. Le grotte delle Madonnine dove il culto mariano è molto sentito. Particolari cassette per le lettere e battiporta sugli usci rendono questo borgo poetico e affascinante. Pittoresco. Le case sono così attaccate tra loro che affacciandoci da un balcone vediamo i tetti delle altre case e poi ancora altri tetti, in tegole e in “ciappe” (lastre di lavagna larghe e sottili), o in legno.
Arrivati in cima al paese, affacciandoci sul bosco e sulla vallata, dalla quale si può vedere Corte e il suo Santuario, sembra quasi di respirare, dopo aver camminato a lungo sotto a queste strettoie ed è lì che, con gusto, alcuni hanno costruiti bellissime villette. Certe con, in bella mostra, le statuette dei Sette Nani e Biancaneve in giardino, certe con pentole di rame appese fuori alla veranda, altre ancora con persiane o sedie di legno nel quale è stato intagliato il Seme della carta da gioco: quadri, picche, fiori e denari.
Sotto ai carrugi, sul pavimento di cemento, sono state fatte delle righe infossate, a lisca di pesce, per poter far scorrere l’acqua piovana, in modo da non permettere il formarsi di pozzanghere e l’aumentare dell’umidità. Permettono inoltre di non scivolare. Sarà così che ci si potrà fermare e osservare le bellezze che vengono offerte agli occhi.
In questa località, i nomi delle vie sono accuratamente dipinti e colorati su dischi di legno e arricchiti da fiorellini, ciliegie, foglie, ognuno ha il suo decoro come un’opera d’arte.

La quiete regna sovrana. Il terreno, aspro a tratti, ospita Ginestre sgargianti e solo il battito d’ali di qualche insetto goloso fa eco.

All’inizio del sentiero del bosco, non posso fare a meno di pensare a lei. Sento la sua presenza. La percepisco che mi osserva e mi sorride. Che ancora è lì. Che ancora mi chiama, mi cerca, che ancora mi guarda oscillare sull’altalena. E insieme ci rechiamo a Santa Brigida e poi a San Bernardo, come facevamo sempre.

Insieme cerchiamo di raggiungere le farfalle e cogliamo l’ortica strofinandoci prima le mani nei capelli.

Era nata in questo mese, nel mese in cui la Lavanda tinge i massi di viola e le Api ronzano intorno ai Gelsi. Era nata in Luglio e il suo compleanno lo si festeggiava qui, ad Andagna, io e lei, umilmente, come se fosse un giorno qualunque. Ma quel giorno e ogni altro passato qui, circondata dalle sue braccia e seguita dal suo sorriso, sono rimasti indelebili nel mio cuore.
Buon compleanno Tata.
Buona vita Andagna che non dimentichi chi anche per te ha combattuto.

Saluto questo gruppo di case, è questo il termine giusto per descrivere questo paese. Un gruppo di case tutte appoggiate una all’altra, dove tutti si conoscono, dove ognuno coltiva il suo orticello al di fuori del paese, e dove puoi trovare tanta pace, serenità e una ricca natura tutt’intorno.
Dove puoi trovare i ricordi e rivivere i momenti più belli della tua infanzia.
Prosit!
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