I Gabbiani mi parlano, così sento il mio Chiacchiericcio Mentale

Vivo in un paese bagnato dal mare e i Gabbiani sono praticamente miei concittadini. Ce ne sono tantissimi e sono molto grandi, bianchi e affascinanti. Volteggiano liberi nell’aria, non si preoccupano di nulla, osservano e, ogni giorno, si posano sui tetti e sui terrazzi vicini a casa mia.

Qualche mese fa, durante un periodo per me faticoso e insopportabile, mi resi conto di quanto questi Gabbiani, in particolar modo due di loro, sempre appollaiati sul balcone di fronte a me, facevano tanto di quel fracasso da non permettermi nemmeno di lavorare. Con quelle loro urla e starnazzate m’impedivano di pensare, di ideare e di concentrarmi. Un casino incredibile, sembravano in cinquanta!

tempiodi

I loro discorsi parevano quelli di due comari incavolate contro chissà cosa, vogliose di litigare col mondo intero.

Mi chiesi perché quei Gabbiani dovevano venire a garrire e stridere proprio vicino alle mie orecchie ma, dal momento che ciò che vediamo e sentiamo altro non è che il film inconscio della nostra vita, messo in mostra per noi dall’Universo, che altrimenti non potremmo vedere, iniziai a cercare risposte per quelle domande.

Queste , per lo meno, sono le mie convinzioni.

Cosa stavano realizzando in me quei Gabbiani? Fastidio.

Cosa stavano facendo quei Gabbiani? Blateravano stizziti.

Che modo di fare avevano quei Gabbiani? Irritato, nervoso, inquieto.

Ero io. Ero proprio io! Mi stavano rappresentando. O meglio, stavano rappresentando quello che avevo dentro in quel momento.

mind-woman-confusion-640x520

La mia mente in quei giorni lavorava all’impazzata, senza sosta, a causa di quello che stavo attraversando, nemmeno me ne accorgevo ma, a fine giornata, mi sentivo spossata.

Grazie ai due uccelli, la mia attenzione si raffinò ulteriormente.

Al mattino e al pomeriggio passavano, sotto casa mia, i bimbi che dovevano andare a scuola accompagnati dai genitori.

Quei bambini piangevano, urlavano, le mamme innervosite gli tiravano pacche sul sedere, i padri stanchi li sgridavano.

Come se non bastasse clacson e sirene di ambulanze, o vigili del fuoco, completavano giornalmente un quadretto per nulla rilassante che frastornava, inaspriva e faceva perdere la pazienza.

Come ho detto prima, l’emozione maggiore che provavo e che regnava sopra tutte, era il Fastidio contornato da Confusione e Nervosismo.

sinonimi-di-fastidio

Non potevo certo cambiare il modo di fare dei Gabbiani, o quello dei genitori adirati, men che meno potevo modificare il traffico sotto casa.

Ma potevo modificare un’altra cosa per giungere alla pace ossia: me stessa.

Se fossi cambiata io la realtà circostante di sarebbe trasformata di conseguenza, solo così potevo ottenere ciò che desideravo: la quiete.

Una quiete che prima di tutto avrebbe fatto bene a me. Una quiete che mi avrebbe permesso di passare le giornate diversamente, che mi avrebbe fatto dormire la notte, che avrebbe rilassato i miei muscoli e la mia mente. I miei pensieri.

il-vaso-dei-sogni-di-stefania-bruno

Già solo per il fatto che avevo riconosciuto questo riflesso e queste sensazioni del mio essere mi ritenevo a buon punto. E’ una cosa alla quale nessuno pensa invece è fondamentale.

La natura è perfetta, il Cosmo che ci ha creato è perfetto, il nostro corpo è una macchina perfetta. Pensate che queste tre cose ci avrebbero dotato di un inconscio incomprensibile senza darci modo di saperlo decifrare? Assolutamente no. Ed è per questo che ci rispecchiano lui, escogitando come strategia quella di mostrarci ciò che ci circonda e che viviamo. Le persone che frequentiamo, le situazioni che ci accadono, le sensazioni che proviamo. Noi, abituati ad usare solo i nostri cinque sensi, senza mai tenere conto dell’energia. Bene, e allora ci fanno vedere, ci fanno sentire, ci fanno toccare, annusare, quello che sta accadendo fuori di noi ma che in realtà vive nella nostra parte più intrinseca.

2015-47545-354506_33809_11453_t

Tutto è perfetto.

Lavorai su questo. Lavorai su di me. Su ciò che m’infastidiva riconoscendo che avrei potuto prendere le cose in modo diverso e, vi assicuro che tutto cambiò. E no, a infastidirmi non erano i volatili, non erano i bambini, non erano gli automezzi, tutti loro erano solo una conseguenza, o meglio l’immagine, di ciò che precedentemente aveva causato del Fastidio in me. Qualcosa al quale avevo permesso di sottomettermi, di piegare il mio Mago interiore e trasformarmi in Schiava, rovinando l’armonia del mio essere.

I giorni passarono e i Gabbiani, nonostante continuassero a venire ad appollaiarsi vicino, avevano un altro atteggiamento, più tranquillo, più sereno. In silenzio, se ne stavano appallottolati sul ciglio del terrazzo a prendere il sole, scrutando di tanto in tanto le persone che passavano sotto al loro enorme becco.

I bambini andavano a scuola ma ora cantavano canzoncine divertenti assieme ai genitori che, spesso e volentieri, se le inventavano sul momento per distrarre i figli dall’entrata in aula.

genitori-scuola

Ricordo addirittura il passaggio di un’intera scolaresca che, assieme alle maestre e ordinatamente in fila per due, si allenava divertita a cercare con lo sguardo il colore che l’insegnante pronunciava.

Clacson non ne sentii più se non raramente e, finalmente, le sirene dei mezzi di soccorso si zittirono.

Tutto era cambiato perché io ero cambiata. Tutto si era rasserenato perché io avevo iniziato a prendere la vita con più serenità. E’ stato bello, toccante. Emozionante. Ho potuto constatare che realmente la realtà risponde, vibra delle nostre stesse frequenze, rimanda ciò che noi emaniamo. Sembra incredibile ma è proprio così.

3372chiseitu

Una mia amica, alla quale raccontai l’episodio, mi chiese – Ma allora chi vive ad esempio nel centro di Milano? – domanda lecita. Pensai che, a dire il vero, conosco gente che vive nel centro di Milano ed è serena e felice ma non la maggior parte. La mia amica continuò – …Il traffico, lo smog, il rombo dei motori, altro che clacson! – era vero. Infatti penso sia difficile vivere con la piena serenità nel cuore se non si prende il sole, se non si può godere di spazi aperti che la natura offre, come il mare o un grande prato incontaminato, se si deve condurre una vita frenetica. Stress sopra stress che viene emesso nell’energia cosmica e di rimando offre il medesimo logorio dell’anima. Per chi vive nel centro di una metropoli sovente è così. E’ uno stile di vita. Conosco diverse persone che vivono in grandi città. Mi dicono di avere, si e no, due ore circa alla settimana da concedere a loro stesse. La maggior parte del tempo la passano sui mezzi pubblici per andare e venire dal lavoro. Cavoli!

inquinamento_milano_polveri_sottili_stop_auto

La realtà attorno a noi va osservata e ascoltata attentamente. In ogni momento ci mostra quello che abbiamo dentro e ci consiglia eventualmente cosa cambiare per vivere meglio, per elevarci e condurre un’esistenza più felice. Senza sopprimere nulla o trattenere ma prendendo in modo diverso alcuni aspetti della vita che ci riguardano.

buddh

Prosit!

photo fulminiesaette.it – scuolamagazine.it – isha.sadhguru.org – sinonimiecontrari – aoristicamente.com – successivamente – celeste – pensierivagantioltreiltempo – ecoo

Chi la fa l’aspetti

Tempo fa ho discusso con un amico che a mio avviso mi ha mancato di rispetto e, quest’ultimo, pur riconoscendo il suo torto, essendo molto orgoglioso, ha chiaramente cercato di evitarmi per un lungo periodo.

728px-date-in-middle-school-step-3-version-2

Forse aveva paura che gli trovassi da dire, forse non voleva abbassarsi a venire da me, forse così amico non era… fatto sta che io dopo un po’ iniziai a chiamarlo in quanto avevo bisogno di materiale da parte sua e mi avrebbe anche fatto piacere vederlo ma lui, per una scusa o per l’altra, continuava a rimandare l’appuntamento. Venivo ovviamente a sapere (non abitiamo a New York) che era stato al bar un pomeriggio intero, che era in ferie, che poteva tranquillamente trovare il tempo di incontrarmi ma, come ho detto, non se ne preoccupò.

Sicuramente mi stava insegnando qualcosa attraverso il suo comportamento ma non è questo il tema del mio post.

L’argomento che voglio affrontare in questo articolo nasce grazie ad una delle ultime volte che l’ho sentito (finalmente), pochi giorni fa, abbastanza alterato nei confronti di un suo cliente che da tempo non lo pagava… continuando a rimandare.

Displeased woman on phone

Avete già capito?

Ma tu guarda” pensai “tu fai aspettare me e un tuo cliente fa aspettare te. Che strana coincidenza!

Ebbene si. E’ proprio così. Funziona esattamente in questo modo.

Lui se n’è completamente infischiato delle mie richieste. Prendeva tempo. Mi ha dimostrato menefreghismo. Al di là del motivo che aveva dentro, ai miei occhi è apparso come qualcuno che aveva più tempo per altri che per me. Stessa cosa ha fatto quel cliente con lui. Ha preso tempo, ha dato soldi prima ad un altro che a lui, se n’è fregato di pagarlo.

denaro-carta-disteso-sul-tavolo

Questo perché? Perché la vita è cattiva e vendicativa? No. Perché il suo cliente si è messo d’accordo con me e ha deciso di fargliela pagare al posto mio? Assolutamente no! Lui, il mio amico, ha emesso quelle frequenze. Lui ha emanato quelle sensazioni (verso di me e verso l’energia) e quelle sensazioni gli stavano tornando. Da come si può notare, persino in modo anche più grave, nel senso che io senza il suo materiale vivevo bene lo stesso, ma lui senza quei soldi invece avrebbe dovuto faticare parecchio per pagare le spese.

Il senso della citazione “Chi la fa l’aspetti”, sulla quale ci sarebbero da dire mille cose, in realtà è un po’ questo, ossia ricevere le stesse sensazioni che si sono regalate, anche se attraverso una situazione diversa completamente. Potrei citare anche il famoso detto “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a teche non è soltanto un valore morale ma molto di più. E’ una questione di fisica.

anime-risvegliate-servitori

Naturalmente, il mio amico, di tutto questo giro di frequenze emesse e di questi riflessi non se n’è nemmeno reso conto, è convinto di essere nella ragione più totale verso il suo cliente, non si pone alcuna domanda a riguardo e, probabilmente, se glielo dicessi, mi prenderebbe anche per stupida ma non fa niente. Io sono convinta che un collegamento c’è eccome.

La cosa buffa risiede anche nelle parole che il mio amico dedicava al suo debitore parlandomi al telefono:

E’ uno stronzo, mi aveva detto che avrebbe pagato ieri invece non l’ha fatto, sono già cinque volte che gli chiedo di farlo e lo sollecito, ma chi si crede di essere?!

Oh! Le stesse parole che io dicevo di lui! Cambiavo solo il verbo pagare con il verbo venire, ma le frasi erano identiche!

Se entro oggi non paga lo mando a quel paese, sai quanti ne trovo come lui più onesti e più puntuali? Hai presente quando vedi la gente che proprio se ne sbatte di te, che nervoso Meg…

Ma pensa… oh, lo so, lo so… capisco perfettamente!

frequenze

E allora facciamocele due domande a volte. Perchè mi sta accadendo questo? Quando ho fatto vivere a qualcun altro qualcosa di simile? Perchè sto vivendo questa situazione? Le modalità possono cambiare ma il senso è il medesimo.

Ovviamente la stessa cosa vale per me, ne sono cosciente. E’ un giro continuo, un frenetico rimbalzare di onde energetiche.

E’ difficile a volte riuscire ad individuare quando ci siamo comportati allo stesso modo anche perchè può essere passato diverso tempo, ma solo comprendendo come funziona l’energia si è già fatto un grande passo avanti.

Prosit!

photo supercalifragili – astrologiarivelata – libertas.sm – wikihow – noiegliextraterrestri

Quanto vali?

Vi ho parlato tempo fa di come riescono realmente le frequenze a modificare la nostra vita. L’articolo è questo https://prositvita.wordpress.com/2016/09/23/come-riescono-realmente-le-frequenze-a-modificare-la-nostra-vita/ e dovreste conoscerlo per capire bene ciò che state per leggere in questo post.

Normalmente siamo abituati a trattare sul prezzo di un acquisto. Non in un negozio ma, in alcuni casi, come davanti ad un venditore ambulante o nel momento in cui desideriamo comprare casa, cerchiamo di pagare il meno possibile.

Per alcune popolazioni del mondo questo momento è da considerarsi molto importante e viene vissuto come un episodio di espressione quasi artistica e culturale. Se non si discute il prezzo, alcuni si offendono persino. Ma per noi, per la società in cui viviamo, in realtà non ha nulla a che vedere con il folklore, si vuole semplicemente risparmiare.

Come dicevo prima, alcuni prezzi non si trattano, come quelli stampati sui cartellini dei negozi e dei centri commerciali, ma è vero che la maggior parte di noi cerca il 3×2, l’offerta del momento, o almeno il 10% di sconto. Tutte cifre inesistenti in quanto, in realtà, quel prezzo è da vedere all’inverso, ossia quell’oggetto lo si stava pagando troppo prima non è che ora lo si paga di meno ma, in questo particolare momento, si possono far uscire meno soldi dal portafoglio ed è quello che interessa a noi.

Nel momento in cui cerchiamo questo, ossia di pagare meno, è come se automaticamente dicessimo a noi stessi, e al nostro inconscio, che siamo poveri, oppure, nei casi di tirchieria, che abbiamo paura. Le persone tirchie sono fondamentalmente paurose. Hanno paura di rimanere senza soldi e… “chissà cosa potrebbe succedere…”. Magari un giorno parlerò anche di loro in modo più specifico.

Oggi mi baso su chi crede di risparmiare e invece si sta autoproclamando non solo povero ma anche persona di poco valore.

Secondo le Leggi dell’Attrazione, nel momento stesso in cui rifiuti di andare a vivere nella casa dei tuoi sogni perché il prezzo è troppo alto, ti stai automaticamente declassando ad un livello inferiore. Ora, senza fare salti pindarici e rimanendo con i piedi per terra, il discorso è che sarebbe preferibile spendere un qualcosina in più piuttosto che in meno sempre rimanendo ovviamente nell’ambito delle proprie possibilità. Quel qualcosina in più, farà si che si avrà di più perché avrete creduto di potervi permettere di più. Cercando invece un affitto più basso, per poter così avere più soldi a fine mese, e con la paura di non riuscire a farcela, si continuerà a vivere in modo “misero”, come le stesse persone considerano la loro vita, e non ci sarà nulla che le toglierà dal vortice di mancanze nella quale esse stesse si tengono legate. Quelle paure si concretizzeranno e ci si ritroverà davvero a condurre una vita povera senza potersi permettere quella spesa mensile.

Inoltre, se si pensa a quella casa e a quell’affitto, seguendo sempre tali filosofie, bisognerebbe porsi una domanda – Quanto valgo io? – e darsi una risposta – Valgo 100/200/300 euro? Valgo una casa piccola, scomoda, decadente e magari neanche dignitosa? Oppure valgo 1.000 euro al mese, una bella casa accogliente e spaziosa da farmi crescere di un palmo? -. Sembrano utopie…

Immediatamente, nella testa, una vocina sussurra – Vali 1.000 euro, anche 2.000! Ma non te li puoi permettere! – ossia: sei povero, non vali niente.

Il risultato di tutto ciò sarà = “devo continuare a stare tra queste quattro mura” e così, non si migliorerà mai.

Ovviamente il salto da 300 euro a 1.000 euro è quasi impensabile ma, iniziando a passare da 300 a 350 forse si può fare. La prossima casa la si potrà pagare 400 euro al mese e così via. Certo non bisogna aver paura e buttarsi fiduciosi tra le regole basilari dell’Universo dove a regnare sovrana è la prima legge tra tutte: “TU AVRAI CIO’ CHE SEI”.

Ciò che sei realmente dentro, nella parte più intrinseca di te. Non puoi prendere in giro l’Universo, a parlare sono le tue sensazioni. Perciò, se davvero, nel più profondo non hai paura, se davvero senti di valere di più, se davvero sei convinto di poter possedere molto, avrai molto.

Siamo gli artefici del nostro destino… faber est suae quisque fortunae… diceva già in tempi antichissimi chi se ne intendeva più di noi.

Anch’io mi sono ritrovata ad avere e vivere queste paure. Non sto fantasticando e mi sono anche dovuta muovere e agire nel trovare un lavoro, da sola e con un figlio da mantenere. Nel mentre però cercavo il più possibile, anche se con molta fatica, di avere fiducia in colui che mi ha messo su questo mondo e che mi ha donato la vita, cioè mio padre: l’Universo.

Non è sbagliato agire nel cercare di migliorare la propria situazione, l’errore sta nel provare paura e preoccupazione perché ciò significa non avere fiducia. Questo ci limita.

Facevo allora delle piccole prove, che non mi traumatizzassero, e che m’insegnassero a migliorare.

Ad esempio:

– Ho chiamato una signora ad aiutarmi a pulire a fondo casa. Soldi che avrei potuto risparmiare, ma le mie stanze meritavano davvero una trasformazione e io mi sarei dovuta affaticare tantissimo considerando che non potevo di certo lasciare il lavoro.

– Mi sono permessa di andare dalla parrucchiera quando avrei potuto comprarmi quelle tinte “FaidaTe” al supermercato e magari rovinarmi i capelli oppure non ottenere il risultato sperato.

– Mi sono concessa un’uscita con le amiche, al ristorante, quando avrei potuto benissimo cenare a casa.

Ebbene, sono tutte piccole prove che traducono il seguente messaggio – Io posso permettermelo -.

Se è questo il messaggio che emani attraverso le tue frequenze non potranno che riflettersi a te le frequenze medesime e questo significa che puoi e potrai permetterti anche altro, sempre di più.

E’ difficilissimo. Ci hanno sempre insegnato l’esatto contrario. Ci hanno insegnato a non spendere, a risparmiare, a non buttare via i soldi, ammirevoli insegnamenti di genitori che, come noi, sono stati vittime anch’essi delle stesse dottrine. Ma, come dicevo prima si cade all’interno di un circolo che non ci fa smuovere da lì.

Vi siete mai chiesti che significato ha la frase del Vangelo – Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha ? Secondo voi? Sapete bene che io non leggo il Vangelo dal punto di vista religioso ma come Sacra Scrittura che ben traduce i veri misteri della grande Onnipotenza che risiede in noi e nel Cosmo.

Per darvi delle risposte concrete e per capire meglio ciò che ho scritto, vi consiglio vivamente di ascoltare questo video.

Prosit!

Voler tornare la persona che si era un tempo in alcuni casi è sbagliato

Spesso, durante tempi di sofferenza come un periodo di ansia, di depressione, di stress e quindi di disturbi psichici che contribuiscono a modificare l’umore, si spera di poter tornare come si era prima che il malessere colpisse. Prima della crisi.

Queste situazioni possono essere continuative e perenni, oppure presentarsi solo in un determinato momento della vita ed è proprio in questo caso che si ricorda con piacere come si viveva prima di essere affetti da tali disagi.

ansia-1

Sono situazioni in cui si sta davvero male, si soffre moltissimo e ci si vorrebbe liberare al più presto da questa angoscia e senso di oppressione, o vuoto, o panico, o tristezza, perciò sembra ovvio ripensare con dolore e malinconia ai tempi in cui non si stava male, in cui “si viveva”.

A mio avviso questo è sbagliato ed è sbagliato per diversi motivi.

Innanzi tutto si rimane appesi al passato aggrappandosi ad un tempo che non esiste più. Non c’è più è irreale. Sono solo immaginazioni, ricordi. E’ bene allora immaginare il meglio ulteriore e futuro se proprio si vuole lavorare di fantasia.

happy man with hands up on sunset background; Shutterstock ID 100173191; PO: aol; Job: production; Client: drone

Un passato che non c’è più, così come non c’è più quella persona, l’essere che si era… e meno male! Si, perché se oggi si è colpiti da ansia, da depressione o da qualsiasi altro tipo di disturbo è bene capire che è perché non si è mai vissuto pienamente. La persona che sembrava felice prima del picco, in realtà, felice non era, stava semplicemente esistendo e stava lottando per rimanere a galla in quell’esistenza. Per farsi andare bene ciò che bene non gli andava. Per combattere contro paure che, nel profondo, la spaventavano.

Questi problemi arrivano proprio perché per anni si è condotta una vita, anzi un’esistenza, come se si coltivassero delle piante dando loro un’acqua inquinata perciò, in realtà, anche se non sorgevano attacchi di malumore incredibili o patologie, gli anni sono passati nella paura, nel fastidio, nella menzogna, nella destabilizzazione, nella tristezza, nella rabbia.

La cosa migliore sarebbe pensare alla persona nuova che si potrà essere dopo la guarigione. Una persona che avrà “capito la lezione” e saprà come vivere adesso nel vero significato della parola vivere. Una persona ancora sconosciuta. La parte più profonda che fondamentalmente non si è mai scoperta.

E’ come se qualcuno andasse a 200 km/h in auto. Ha un incidente e, ferito, viene portato all’ospedale. Nel suo letto, tutto fasciato e curato dagli infermieri, pensa “Ah! Quanto mi piacerebbe tornare al momento in cui correvo con la macchina! Quando tutto mi sfrecciava davanti veloce, quando sentivo l’aria dal finestrino pungermi il viso. Senza questi dolori, senza dover stare immobile qui dentro!”. Ma è proprio quel momento, quell’azione che tanto si rammenta che ha permesso avvenisse l’incidente. Dovrebbe invece immaginare di guidare quell’auto, in futuro, in modo diverso per potersi divertire ma anche per poter conoscere il mondo e assaporarlo senza creare danni a se stesso o agli altri. Guidare in un modo nuovo, come mai ha fatto prima.

La malattia è soltanto una conseguenza e la parola conseguenza è in stessa e ovvia connessione con la premessa. Non bisogna desiderare di rivivere quella premessa o le conclusioni saranno sempre le stesse se non peggio!

Molte volte mi capita di sentire persone che vorrebbero tornare a guidare come una volta, o ridere come una volta, o uscire come una volta, ma non sono quelli i veri problemi. Sono solo situazioni che appaiono migliori, più accettabili rispetto al trauma che porta il disturbo acuto. Se non si modifica la nostra parte intrinseca, ascoltandola e prendendo atto di quello che dice, non è rivivendo questi ricordi che si trova la risoluzione.

guidare-allestero-12

Sarà la nuova persona, la farfalla che esce dal bozzolo la vera nuova vita e: il poter guidare, il poter sorridere nuovamente e il poter uscire saranno anche qui ovvie conseguenze. Ma si eseguiranno ancora meglio. Si riderà di più, si guiderà con gioia, si uscirà comprendendo la meraviglia di quel momento. Si potrà godere della vita.

papilio_machaon_macaone_old_world_swallowtail_common_yellow_swallowtail_svalehalen_borboleta_11

Ricordando la persona che si era, automaticamente si ricorda anche, nell’inconscio, cosa o chi l’ha fatta diventare “malata” perciò si entra in un circolo vizioso continuando a rivivere quel tempo e quella personalità senza elevarsi mai. Non è questo il messaggio della malattia o del malessere. Stanno cercando di spiegare tutt’altro. Il problema è riuscire ad interpretarli.

Questi malesseri non arrivano a caso o per qualche coincidenza che ha preso di mira proprio te. Se oggi sei depresso, o ansioso, o stressato è perché tu hai fatto si, inconsciamente, che in te si formasse la depressione, o l’ansia, o lo stress. E perché l’hai fatto? Cosa te l’ha fatto fare? Come hai vissuto per creare tutto questo? Non occorre conoscere le risposte. L’importante è sapere che qualcosa della tua infanzia o della tua esistenza ti ha fatto vivere così e così non va bene. Bisogna cambiare. Devi modificare il tuo approccio alla vita, alla quotidianità.

articolo-acqua

Tutto questo nasce per dirti che dovresti apprezzare questo malessere seppur tremendo, lo capisco bene, ma è arrivato a te affinchè tu potessi capire. Cancellare tutto il tuo passato e ricostruirti una vita meno dolorosa. Tutto questo per dirti che è adesso il momento in cui stai iniziando a vivere anche se può sembrarti assurdo. Non rimuginare su quello che eri, pensa a ciò che sei e che potrai essere! Il disturbo ti sta annientando… sì. Lascia che ti resetti completamente facendo tutte le cure che devi fare nel mentre. Fatti aiutare e seguire da professionisti ma lascia che quello che chiami “male” faccia il suo lavoro. Lasciagli cancellare chi sei stato. Solo così potrai avere una base nuova e pulita dalla quale (ri)partire.

Prosit!

photo meteoweb – amicomario – liligo.com – oltre.online – risorsedellanima

A modo mio: Interpretazione di “Gesù guarisce il servo dell’Ufficiale”

Dal Vangelo secondo Meg 1° – niente di religioso ma di molto curioso

SONY DSC

“Come Gesù entrò in Cafarnao, gli venne incontro un Ufficiale a scongiurarlo: – Signore, il mio servo a casa è a letto paralizzato e soffre terribilmente -. Gesù gli disse: – Verrò io a curarlo -. Ma l’Ufficiale rispose: – Signore, non merito che tu entri in casa mia. Dì soltanto una parola e il mio servo guarirà. Infatti io che sono un subalterno ma ho ai miei ordini dei soldati, se dico a uno vai, egli va, e a un latro vieni, quello viene, e al mio servo fai questo, lo fa -. Sentendo Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: – Ve l’assicuro che in nessuno degli israeliti ho mai trovato una tale fede. Vi dichiaro che verranno dall’Oriente e dall’Occidente per prendere posto al banchetto nel regno dei cieli con Abramo, Isacco e Giacobbe. Invece gli eredi naturali del regno saranno gettati fuori nella tenebra a piangere e rammaricarsi -. Poi Gesù disse all’Ufficiale: – Và a casa, e ti avvenga come hai creduto -. E in quell’istante il servo fu guarito”.

cafarnao0

Ciò che si comprende da questa parabola è innanzi tutto l’incredibile fede dell’Ufficiale, in alcuni testi chiamato Centurione, una fede smisurata, esagerata, tant’è che lo stesso Gesù afferma che nemmeno in tutto il popolo d’Israele aveva mai trovato un credo così grande. Quell’uomo aveva riconosciuto l’immensa diversità di potere tra lui e il Messia perciò, con molta umiltà, esclama parole che stupiscono il Maestro. Un Maestro che arriva ad ammirare quell’uomo. Nella fede totale l’essere umano supera se stesso entrando in comunione con Dio. Infine Gesù premia questa fede posta in lui e guarisce il servo dimostrando a tutti che occorre sempre impegnarsi per il bene del prossimo, soprattutto quando è più bisognoso di noi.

ernest-borgnine-centurion-and-christ

Questo è il messaggio che riporta la religione cattolica e non è un brutto messaggio, ma limitato a mio avviso, e anche un po’ errato.

La citazione principale di questa parabola è – Basta che tu dica una parola e il mio servo sarà guarito

La stessa frase che si recita al momento dell’Eucarestia durante la S. Messa – Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola e io sarò salvato -.

Cosa significa tutto ciò?

Detta così la recitazione sembra indicare il fatto che io peccatore devo essere perdonato prima di potermi permettere di sedere alla mensa del Signore. Il messaggio per molti viene preso in modo denigratorio – Io non sono degno…-, molto giudice, molto severo, – Ho commesso peccato e quindi non posso avvicinarmi alla mensa di Dio… -.

863239076242

Però i propositi sono buoni, a questo Dio basterà pronunciare una sola parola (se mi pento e mi dolgo dei miei peccati), io verrò perdonato e potrò avvicinarmi a lui.

…“Ok, non si è capito bene come funziona questa cosa, ma così mi hanno detto di fare e io lo faccio”.

Una nota molto bella perché induce al perdono, ma al perdono di un Dio superiore staccato da noi, io penso invece che non esista nessuna separazione tra noi e quel Dio. Noi non siamo in comunione con Dio, noi siamo Dio, quindi siamo noi stessi a doverci perdonare. La frase “ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato” stà proprio a significare che nel momento in cui mi accorgo di questo, di essere Dio, (sento la voce/parola di Dio “dentro di me”) mi rendo conto di essere Dio. “…Fatto a sua immagine e somiglianza“. Formato dalla sua stessa sostanza, perché Dio è il Tutto. E’ l’onnipresenza.

Il DIVINO che noi abbiamo sempre considerato appunto un Dio, un personaggio sovrannaturale, non è nient’altro, e questo lo spiegavano già gli antichi greci ancor prima della discesa di Cristo sulla terra, che il nostro Sé Superiore, la scintilla dell’Energia cosmica, propria di ogni essere umano, capace di infondere sensazioni di gioia travolgente, una beatitudine totale che l’uomo, attraverso la fede, potrebbe arrivare a provare solo volendolo.

E0702 KLENZE 9463

Un’Energia cosmica fuori e dentro di noi, unita in un tutt’Uno. E se non c’è malessere nel cosmo non può nemmeno esserci all’interno di un essere umano, perché è attraverso la propria Energia che quest’essere umano è in grado di auto guarirsi e guarire.

Il perdono è una delle più alte forme di guarigione fisica e psichica, è uno strumento potentissimo che non fallisce mai. Perdonarsi induce automaticamente ad amarsi e non corrisponde al giudizio di qualcun altro, né al nostro giudizio personale. Il giudizio porta alla malattia, cosa significa questo? Significa che giudicando si va incontro a frequenze negative, si emanano e si attraggono frequenze negative, le frequenze che fanno ammalare. Perdonare permette di percepire il DIVINO, di sentirne la voce, o meglio la presenza. Ecco da cosa dobbiamo essere salvati, dal non aver mai ascoltato la vera Energia divina universale. Non abbiamo mai creduto alla sua potenza, non abbiamo mai creduto alla nostra parte spirituale, alla nostra anima. Credendoci, avendo fede, si guarisce automaticamente. Ed è persino sbagliato dire “avere” fede perché in realtà bisognerebbe usare il verbo essere: “essere” fede.

esercizio-ricarica

A guarire il servo non è stato Gesù, ma la fede stessa dell’Ufficiale, così potente che divenendo Spirito divino, pura e miracolosa Energia, ha potuto, solo volendolo, solo considerandolo, guarire il proprio schiavo. Una convinzione così grande che “nemmeno tutto il popolo d’Israele messo assieme aveva”.

Pensate che basterebbe in realtà….  – Un goccino di fede grande quanto un misero granello di senape – parola di Gesù.

Và a casa, e ti avvenga come hai creduto – dice infine il Messia. Come TU hai creduto che avvenisse. Come TU hai creduto, ossia come TU hai voluto. Hai TU creato quella realtà.

Il Regno di Dio è dentro di voi – dice anche in altri contesti, ossia, dentro a ciascuno di noi c’è l’Energia universale, noi stessi siamo Dio, noi stessi conteniamo l’Universo al nostro interno. Ci perdoniamo perché non abbiamo creduto in questo.

energia

Il danno più grande che abbiamo potuto fare è stato quello di non vivere in corrispondenza con il divino, con il creato (siamo formati dai stessi suoi quanti, le più piccole e indivisibili parti dell’Energia, e dai suoi stessi atomi, le più piccole e indivisibili parti della Materia).

atomo

Questo è il perdono.

Se siamo riusciti ad ascoltare la voce della nostra anima, quella che dice – non vergognarti di essere grasso, sei bello così

quella che dice – non giudicare l’altro, fai del male a lui e a te stesso

quella che dice – non aver paura della vita affidati al tuo potere

quella che dice – la vita ti ama non ti abbandonerà mai

quella che fa notare che non esisti solo tu al mondo, quella che permette di ascoltare i suoni della natura senza zittirli, quella che ordina – Chiedi! E ti sarà dato ciò che vuoi, credici!

e dice molte, molte altre cose, allora vuol dire che ci siamo salvati.

149

Vuol dire che abbiamo capito. Che siamo entrati in uno stato di consapevolezza che permette di credere all’Energia. E’ tutta una questione di Energia.

Saremo salvi, si perché finalmente potremo iniziare a vivere come non abbiamo mai vissuto. Potremo vivere creando la nostra realtà, potremo vivere senza negatività, potremo vivere nell’amore e non nella vergogna, non nel giudizio, o nell’ipocrisia.

Senza confondere troppo le idee mi viene in mente un’ulteriore frase di Gesù, cioè – Diventa Re e un Regno ti sarà dato – meravigliosa citazione che potremmo tradurre in – Diventa Dio, sentiti Dio, ciò che sei, e la pace totale, la più grande forma di gioia, ti sarà data così come la salute corrispondente

Nel momento in cui si riesce a sentire anche la voce della propria divinità interiore, e non solo quella mentale, si comprende come in realtà bisognerebbe condurre la vita.

p305_0_16_01

Purtroppo siamo abituati a tener conto solo di ciò che vediamo, che tocchiamo, e che percepiamo con i sensi, non vogliamo capire che ci sono forze intorno a noi e dentro di noi così potenti da poterci aiutare a modificare la nostra vita.

Quando l’Ufficiale chiede a Gesù di guarire il suo servo, affermando che basterebbe solo una sua parola, significa che non sa che se solo quel servo avesse creduto alla propria potenza, sarebbe guarito automaticamente, il miracolo sarà poi compiuto dall’Ufficiale stesso, premiato da Gesù per la sua fede, senza sapere di possedere quella capacità.

Non c’è magia, così è.

La fede è la medicina migliore. Una fede che ci hanno sempre mascherato. La fede è dentro di noi e dev’essere dedicata a noi stessi, alla nostra forza intrinseca, cioè il potere smisurato che conteniamo nel nostro profondo.

Ma di soltanto una parola ed io sarò salvato – è vero, ma se sei sordo possono essere pronunciate tutte le parole del mondo, tu non le sentirai mai. Ascolta. Impara a sentire. Impara a percepire la parola che vuole salvarti, ti sta già parlando.

E come dico sempre – Devi credere per vedere e non vedere per credere -.

Prosit!

Pinterest.com – nev.it – gliscritti.it – fisicaquantistica.it – altrometauro.net – risvegliodiunadea.altervista.org – wikipedia.org – rosarioberardi.it – erboristeriarcobaleno.com

La Promessa della Ghianda

Ho trovato questo scritto grazie ad una mia amica su FaceBook.

Trovandolo bellissimo ho voluto condividerlo con voi.

14440816_643735862460349_1937080199590829797_n

LA PROMESSA DELLA GHIANDA

Ho vissuto ogni stagione della Terra,
come fossi io stessa Terra e ancora di più ogni elemento di questo pianeta.

Immersa, profondata, sporcata e concimata, nuda come il sepolcro ho accolto i semi, piccoli e frementi, pieni di vita ma all’apparenza fragili.

Mi sono fatta acqua per nutrirli, fuoco per mantenerli vivi, vento per spargerli.

Ho goduto del pieno Sole, aprendomi per accogliere ogni suo raggio, e dal piacere che apre, dilata, spinge, ho dato alla Luce il prezioso tesoro custodito nel mio grembo.

Germogli che sono divenuti frutti, ho atteso con pazienza imparando il giusto tempo ogni maturazione.

Ora, carica di frutti, piena di ogni benedizione, devo restituire alla Terra il suo nutrimento.

Potrei tenere per me questo cibo ricco di bellezza e gusto.

Potrei non voler lasciare andare quello che ho coltivato con tanto amore.

Eppure so, nella mia saggezza antica che l’unico modo per far nascere una foresta è permettere che il vento stacchi dai miei rami i frutti e le foglie mature, il sole e la pioggia ne facciano tappeto nutriente e la terra li custodisca nel suo ventre umido e scuro.

In me, ora che sono quercia rigogliosa vive ancora quella piccola ghianda, che sapeva già tutto, che era già tutto, che ha avuto il coraggio di affidarsi e compiere il suo viaggio.

Ascolto il messaggio del tiepido vento :

– Affidami i tuoi semi li spargerò tutt’intorno a te, da te che sei stata prima ghianda e poi quercia farò nascere una foresta -.

Scelgo di fidarmi del vento, di non ascoltare il mio ego che vorrebbe convincermi che posso tenermi tutto per me, che posso per sempre essere nella piena bellezza della massima fioritura.

Scelgo di fidarmi della promessa della ghianda che sono stata, che sono ancora e che nel cuore del mio essere sta già preparando la primavera“.

(Emanuela Pacifici)

Bella vero? Fidiamoci dell’Universo senza porci domande, senza chiederci dei “perchè”. Ogni cosa che accade è perfetta. Ogni ramo che si stacca produce nuovi germogli, ancora più verdi, ancora più rigogliosi. Da ogni fine nasce un nuovo inizio. Sempre. E dobbiamo essere fiduciosi. Dobbiamo crederci. La primavera tornerà.

La nostra vita è come una ruota che gira, è come il ciclo di un albero, è come il cambiamento della Terra. Noi siamo la Terra.

Prosit!