C’è un desiderio che molte persone covano ed è a parer mio ignobile ma interessante e in grado di celare, come ogni cosa, una bellezza difficilissima da vedere che ora vi racconterò.
Probabilmente l’abbiamo provato tutti, almeno una volta nella vita, inizia con l’essere una umana reazione ma, se non la si disinnesca, finisce col diventare una speranza che non porta a nulla di buono. C’è un desiderio, a volte, in cuor nostro, che dobbiamo eliminare da noi prima che diventi una vile abitudine: quello di voler far sentire gli altri in colpa.
“Fondamentalmente non m’interessa molto fare quella cosa lì, non ne ho nemmeno voglia, ma la faccio lo stesso, così ti stupiro’ e potrai sentirti in colpa. Non mi piace indossare la camicia che mi hai regalato tu, non mi piace proprio il suo colore, ma la metto lo stesso, così ti dimostro che non sono come te, che io a te ci tengo, e magari ti senti in colpa. Magari riesco a creare dentro di te quel senso di vergogna che dovresti provare per come mi hai trattato. Magari riesco, così facendo, a prepararmi armi utili per il futuro, quando arriverà per me l’occasione della vendetta. Quando potrò trafiggerti con la mia lama pungente e uscirne pulito e vittorioso”. Queste parole vi risuonano? Vi risuona questo meccanismo?
Il voler far pena, il voler far sentire l’altro una m@@@@.
Ci provano e a volte ci riescono. Senza comprendere l’enorme danno che recano.
Il senso di colpa è qualcosa di dannatamente deleterio e dannoso e, per chi in questo momento sta godendo di tale fatto, rispondo che dopo aver consumato inesorabilmente la vittima alla quale lo avete indirizzato, tale meccanismo, come un boomerang obbediente, torna sempre al mittente. Ebbene si. Ciò che state emanando, assieme al vostro sadico disegno, è un’incredibile quantità di energia negativa la quale contiene al suo interno: frustrazione, bisogno di attenzioni, cattiveria, elemosina, vendetta, incapacità di essere padroni della propria vita, non amore, ignominia, sadismo, masochismo, paura della solitudine, bisogno di affetto, inadeguatezza, senso di inferiorità, autosvalutazione e potrei andare avanti all’infinito. Bene, tutto ciò è dentro di voi e così come “il soldo fa soldo”, tali frequenze creano nuove frequenze simili, in modo da riempirvi sempre di più di una negatività molto potente che, da qualche parte e in qualche modo, su di voi, prima o poi si ripercuoterà. Consiglio quindi vivamente di cambiare metodo se vi accorgete di usare questo strumento ormai come un’abitudine conclamata ma dovete prima analizzare bene le vostre azioni e reazioni per accorgervene.
A chi è invece vittima di questo gioco barbino consiglio di vedere la cosa come un film. Ti tocca, può anche spaventarti, può anche farti venire l’ansia ma è tutto finto. Davvero: è tutto finto. Sì, senti i suoni, vedi le figure ma tutto ciò non esiste. Non ti appartiene e non ti deve appartenere. È soltanto lo scopo malsano di un altro individuo. Ripeto: non ti appartiene, appartiene ad un’altra persona che NON sei tu.
Tutto questo deve soltanto dimostrarti quanto l’altro sia debole e non quanto possa averti in pugno. Sei tu che decidi di stare lì, nel palmo della sua mano, stretto da quelle dita che non ti fanno respirare.
Staccati. Ti basta farlo mentalmente e anche emozionalmente. Ma non serve che ti dividi fisicamente da quella persona se riesci a rimanere centrato sul tuo valore e sulla tua coscienza pulita. Potrai scoprire quanto sei forte e quanto vali. Potrai stimarti di più.
E’ un inganno che l’altro effettua anche per auto-coccolarsi perché in qualche modo gli manchi ma non te lo dirà mai. Purtroppo non si ferma però alla mancanza. Vuole ottenere ciò che vuole, vuole dominarti, possederti e a modo suo. Il tutto avendo lui la coscienza immacolata.
In fondo, mica ti maltratta? Non ti parla in malo modo, non ti offende, non ti aggredisce ne’ a parole ne’ a gesti. Gli basta indossare la camicia che gli avevi regalato tu, magari dopo che tu gli hai mancato di rispetto, così da farti sentire veramente un poco di buono. Gli basta intenerirti.
Prova a non cadere in questo complesso marchingegno. Sai, molte volte ci si sente in colpa verso una determinata persona e non si capisce il perché. Infatti, mica solo con le camicie esce fuori questo piano. A volte lo si effettua attraverso leggeri ma subdoli comportamenti che si vivono, poi passano e vanno, irriconoscibili, lasciando però un senso opprimente.
Quando lo percepisci, o lo vedi direttamente, fermati. Prima di dire – Oh poverino… – ragiona, rivivi il passato. Poi valuta. Se devi chiedere scusa fallo altrimenti prendi un paio di forbici e taglia. Taglia via.
Prosit!
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I sensi di colpa sono la mia ossessione fin da quando ero piccola. Non posso neanche lontanamente immaginare di far sentire in colpa qualcun altro, perché mi sentirei – subito automaticamente all’istante – in colpa io. Tu hai ragione, ma io vivo da sempre sentendomi in colpa 😦
Buona giornata, Meg, e grazie delle riflessioni che fai sempre scaturire 🙂
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Vivere con il senso di colpa è davvero dannoso per il nostro organismo e per la nostra parte intrinseca, cerca di liberartene più che puoi Tiptoe… cerca di fare il possibile. Grazie per le belle parole, un abbraccio 🙂
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