Ecco perché l’entusiasmo è nell’andare e non nell’arrivare

Una delle mie più grandi passioni, oltre a quella di scrivere, è scoprire le bellezze della montagna. Amo l’escursionismo e amo conoscere la lingua che la montagna parla attraverso le sue manifestazioni: piante, fiori, situazioni, animali selvatici, i loro versi, mutamenti del clima e del paesaggio…

Ho sempre sentito grandi maestri spirituali pronunciare la frase – Non è importante la meta ma il cammino – e sono d’accordo con loro ma vi posso assicurare che se non si vive questa sensazione anche in modo pratico e tangibile, sentendola sulla propria pelle, non se ne percepisce la profondità.

Come percorso si intende l’elevazione della propria persona, l’avvicinamento al divino, laddove, “essere divino” significa possedere in sé la potenzialità della totale gioia anche se la mente, con i suoi schemi e i suoi inganni, tende ad impedircelo. Possedere il seme dell’Entusiasmo ( en thèos dal greco – con Dio dentro).

Questo percorso alchemico, però, lo si può paragonare anche ad un qualsiasi cammino che, fisicamente, intraprendiamo e forse ne possiamo comprendere meglio il senso.

In un percorso spirituale verso la propria illuminazione si vivono gioie e dolori ma, sopra ogni cosa, si vive tanta fatica e tanta tenacia scoprendosi a volte più forti e più determinati di quello che si credeva essere (questo è già un argomento principale che l’arrivo non regala).

Si è più propensi a dire che l’arrivo, la meta, sia il vero punto magico, quello dell’estasi, quello del riposo, quello del – Sono arrivato, ho ottenuto ciò che volevo e ora non devo fare più nulla -. Non è così. È sicuramente una tappa fondamentale, sacra e da onorare.

Ora i daimon sono angelus e tu propaghi magia. Vivi nella luce ma se ti soffermi un attimo a pensare a dove realmente eri vivo e a quanto amore c’era è stato sicuramente nel viaggio. Innanzi tutto non si “arriva” mai ma non è solo questo.

Camminando per un sentiero non ci sono solo eventi meravigliosi, così come non ci sono eventi meravigliosi nel vivere una trasmutazione alchemica verso il Sé Superior. Il tutto è intriso di emozioni ma non soltanto positive.

Secondo l’escursione, o il trekking che si effettua, possono esserci: stanchezza, piedi dolenti, vesciche, spaventi, rischi, cadute, tutte cose che sottolineano il sacrificio.

Al contrario, però, ci sono anche tante cose stupende come: l’attesa, la sorpresa, il paesaggio, i colori, il mutamento della natura, gli spazi senza fine, il senso di libertà, i suoni, l’avvenimento creato da quel determinato animale, etc…

Metti la maglia che fa freddo, togli la maglia che fa caldo, indossa l’impermeabile che piove, metti il cappello che è uscito i sole! Continua a paragonare tutto questo ad un lavoro di trasmutazione alchemica.

Guarda quante cose ti trovi nel tuo bagaglio! Tutte cose vissute durante il viaggio. Quando arriverai sarà il viaggio a persistere nel tuo cuore. Sarà lui il tuo ricordo più forte. Sarà lui che racconterai. L’arrivo è lo “stop”. La fine. Il viaggio è tutto un susseguirsi di – Chissà cosa accade ora? Cosa vivrò? Oh! Guarda! E lasciati raccontare quanta fatica sto facendo -.

Hai presente quando hai tanta voglia di ottenere un qualcosa? Quando poi la ottieni, l’hai ottenuta e basta. Ahimè, succede anche con le persone questo. Non è sbagliato volere una cosa e ottenerla, ci mancherebbe, ma il tafferuglio interno, della voglia e della speranza verso di lei, esiste solo quando la si brama.

Quando mi capita di raccontare a qualcuno quella mia particolare escursione domenicale racconto sempre il viaggio. Il punto d’arrivo è solo un dettaglio per spiegare dove mi sono recata ma le paure, le risa, lo stupore, l’emozione, la gioia, la preoccupazione… tutto questo si vive percorrendo.

L’arrivo ti dona soddisfazione. Che bello poter dire – Ce l’ho fatta! Sono stata brava! – ma perché ce l’ho fatta? Perché sono stata brava? Perché ho vissuto e, di conseguenza, superato: il viaggio.

Il cammino ti riempie. E non dimenticherai mai quei passi.

Con questo articolo mi preme anche farti capire che il viaggio, con tutte le sue difficoltà, non deve impedirti di andare avanti. Cerca se puoi di non lasciarti abbattere dalle angosce, dai timori e dai fastidi. Vai avanti.

L’arrivo, anche se è la meta finale, ti sta aspettando e credimi se ti dico che è bello.

Alcune immagini di questo articolo sono di Andrea Biondo appassionato fotografo di natura andreabiondo.wordpress.com

Prosit!

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