La Fiaba di chi ti fa del male

PREMESSA:

Ciao, se hai intenzione di leggere questo articolo intendo avvisarti che stai per leggere una storia un po’ strana che forse stona molto con il tuo modo di pensare. Questo potrebbe portarti ad avercela con me, a pensare che io non conosca la sofferenza ma credimi, non è così. Intendo solo aiutarti, provando a darti una nuova chiave di lettura. Certamente non posso conoscere la tua sofferenza ma, davanti ad essa, qualunque sia, io mi inchino umilmente, rispettandola, ma voglio comunque provare a donarti una nuova luce. Una luce difficile da vedere ma che c’è, esiste. Te la offro perché ho avuto la straordinaria bellezza di conoscerla e possederla e mi ha fatto un gran bene, anche se ci sono voluti anni affinché io capissi che cosa questa luce stava illuminando dentro di me. L’ho detestata, mandata via, offesa. Ho provato a non riconoscerla ma ormai mi era entrata dentro e qualcosa, ogni volta che stavo male, mi portava a lei.

Oggi, nonostante tutte le angosce, le difficili prove che ho dovuto superare, i periodi di buio, devo ammettere che mi ha aiutata tantissimo e, in alcuni importanti casi, mi ha persino mostrato una soluzione che per me è stata una resurrezione.

Per questo intendo soltanto condividerla con te. Come a parlare tra me e me. Non ci sarà superficialità nelle mie parole. Non mi permetto di affermare quanto soffri ma posso permettermi di dire che questa luce arriva dalla Sorgente Divina che ci ha creato e non vuole farci del male ulteriore. Tutt’altro. La nostra Mente, però, per un ovvio processo di evoluzione e di sopravvivenza, ci fa vedere tutto all’incontrario. Ben venga. E’ tutto giusto. Ma possiamo anche guardare oltre

Immagina… Chiudi gli occhi e immagina…

Immagina di essere una forma senza materia. Quasi come ad essere un fantasma. Sei nell’infinito e fluttui assieme alle stelle delle quali sei figlio e fluttui nell’Energia Creatrice della quale sei sacra emanazione. Attorno a te, altri corpi che corpi non sono, galleggiano in quello spazio cosmico e siete come scintille. Sei contornato da nuvole di vapore dal colore rosa e, dietro loro, si staglia l’azzurro prima dell’antracite che dimostra quello spazio immenso e senza fine.

Accanto a ciò che sei, altre forme come te, senza fisicità ma che sembrano insiemi di polvere di stelle, ti ondeggiano vicino.

Ad un certo punto, una di queste forme ti rivolge la parola e ti dice – Ciao! Quando andrai sulla Terra? -. Tu non lo sai con precisione, perché dove sei tu non esiste il Tempo e quindi rispondi – A breve -. 

Questa forma ti sorride e continua – Va bene! Sappi che io sono stata arruolata dalla Grande Fonte per farti del male, scenderò con te sul Pianeta. Ad un certo punto della tua vita terrena mi incontrerai e io ti farò soffrire moltissimo -.

Tu sei stranito, non capisci il senso di quelle sue parole che appaiono brutte e negative ma quel suo sorriso è così dolce che non riesci a provare emozioni distruttive. Attorno a te, inoltre, è tutto così bello e le sensazioni sono così meravigliose che ti senti bene, nella beatitudine più totale e non provi nulla di male. Tutto questo ti lascia perplesso e vuoi saperne di più, allora chiedi – In che senso mi farai del male? E perché? -.

Quella forma, alla quale hai fatto questa domanda, ti sorride ancora di più e inizia a spiegarti capendo che probabilmente sei nuovo da quelle parti – Beh, è molto semplice. Siamo Anime ora. Lo eravamo prima e lo siamo di nuovo. Solo Anime, senza più corpo. Tra poco ti incarnerai ancora in un fisico, come hai fatto diverso tempo fa. Hai condotto una splendida vita nella materia ma non sei riuscito a trasmutare molti mali che ti appartengono tuttora e distruggono l’immensa divinità che sei come Figlio dell’Universo. Ricordi? Eri ricco, avevi una bellissima moglie, una grande casa, la notorietà ma eri schiavo del Demone del Giudizio degli altri, ne avevi paura e questo ti soffocava. Poi, se fai mente locale, eri anche molto ansioso e ti arrabbiavi facilmente! Oh! No… Tutto questo la tua Anima divina non può accettarlo… Noterai ora che erano solo bazzecole vero? Bene. Quando sei tornato qui, non sei venuto subito tra questo spettacolare luogo di pace che gli umani chiamano “Paradiso”, bensì ti è stato mostrato che cosa non sei riuscito a modificare di te per diventare sempre più Spirito e non solo Corpo. Anche se vai sulla Terra non puoi dimenticare chi sei veramente! Ora, quando tornerai giù, bisogna che qualcuno ti aiuti e io sarò uno di questi. Dal momento che patisci moltissimo il Giudizio degli altri, io ti giudicherò e ti valuterò negativamente in modo da farti sentire tanto dolore. Solo in questo modo, attraverso la sofferenza, potrai guardarti dentro, comprendere quanto tutto questo faccia male e decidere di trasmutarlo a tuo favore. Ma non sarò l’unico… saremo in tanti e appariremo a te per tutta quella vita terrestre, sempre al fine di giudicarti, affinché tu veda il Giudizio tuo che serbi dentro perché, in realtà, sei tu il primo a giudicare te stesso, noi saremo i tuoi specchi perfetti –

– Ma perché tutto questo se io ce l’ho già dentro, a che servite voi? – chiedi tu, a quel punto, un po’ stupito.

– Vedi – risponde quella forma che man mano diventa sempre più bella, quasi ad essere angelica – Immagina di essere spettinato ma di non avere uno specchio davanti. Oppure di avere una macchia sul viso ma sei comunque senza specchio. Non noteresti nulla. Ti serve per forza uno specchio per vedere -.

– Ok, ho capito ma… perché in questo modo che mi sembra un po’ severo, doloroso… –

– E’ facile da capire. Semplicemente perché rispecchiamo quello che Tu sei. Se senti dolore è solo perché tu, dentro di te, provi cose dolorose per la tua meravigliosa natura intrinseca e il bambino sacro che porti dentro per tutta la vita, ossia l’essere puro e speciale che eri un tempo. Noi ci limitiamo a riflettere. Se tu provi cose buone noi riflettiamo cose buone ma se tu provi cose “cattive” come: la rabbia, la tristezza, il fastidio, il giudizo, etc… noi riflettiamo quello… se ti fanno male è un problema che devi risolvere. Quando provi rabbia celata neanche ti rendi conto di quanto male ti stai facendo, per questo ognuno di noi ti mostra pagine della tua vita che altrimenti non potresti vedere –

– Perché non le vedo? –

– Perché appartengono a delle memorie antiche. Un tempo sono stati per te mezzi di difesa per sopravvivere davanti ai demoni di chi ti stava vicino, di chi ti ha cresciuto, di chi hai incontrato e tutte queste memorie arcaiche finiscono in un posto della tua mente chiamato “subconscio” e quindi invisibili a te se non effettui un lavoro di meticolosa perlustrazione atta all’evoluzione –

– Ma quindi incontrerò anche chi mi farà vedere del bello? –

– Certamente! Guardati intorno… vedi tutte queste forme che ti sorridono? Sono tutte pronte a scendere con te. Quella che sembra color arancio sarà tua madre. Lei si complimenterà sempre molto con te ma solo se le dimostrerai che farai quello che lei desidera… E guarda quella là in fondo… lei ti tradirà e tu piangerai moltissimo e non mangerai più per tanti giorni. Ti innamorerai di lei ma lei ti abbandonerà per un altro al fine di farti capire che non vali nulla… –

– Cosa?! Ma è assurdo! –

– Oh! No! Non è assurdo! E’ tutto perfetto! Non riesci a comprendere che lei sta eseguendo un egregio lavoro perdendo persino il suo libero arbitrio per te! Lei ti farà vedere chiaramente che tu, per te stesso, non vali nulla! Non capisci cosa sei veramente! Una scintilla dell’Energia Cosmica! E invece ti tratti come ad essere un tapino smarrito… Tu… sei Dio! Riconoscilo! Ricordalo sempre! Non dimenticarlo mai! Solo grazie a lei effettuerai un lavoro di trasmutazione e finalmente ti riconoscerai Dio! E sarà bellissimo! Fidati di me… ancora non puoi capire cosa proverai… –

Resterai attonito dopo aver udito quelle parole. Ti sembreranno incredibili ma qualcosa ti dice che non puoi considerarle sbagliate. Tutto quello al quale riuscirai a pensare sarà che… in effetti… visto in questo modo, tutto assume un altro aspetto.

Immagina… chiudi gli occhi e immagina… immagina se davvero tutto fosse così in dimensioni che non conosci… ma che esistono…”.

Prosit!

Non spogliarti donna…

Non spogliarti donna… non spogliarti per assoggettarti al demone del – bisogno di considerazione -. Non essere sua schiava.

Spogliati se vuoi, se lo desideri, se ti fa piacere. Metti in mostra il tuo corpo che è la cosa più bella del creato. Che nulla è bello come il corpo nudo di una donna che sia come sia. Non sei grassa, non sei magra, non sei alta, non sei bassa, sei donna.

Sei ciò che la scintilla della vita ha realizzato con tutto l’Amore del Cosmo. Non sei un insieme di aggettivi dati da una società. Metti in mostra le tue curve sinuose che sembrano colline di panna, quei seni che splendono come soli. Lascia che tutti possano vedere da dove esce la nuova vita. Quel fiore che possiedi al centro di tutta la tua bellezza. Poni in bella mostra le tue natiche come fossero dune misteriose da ascendere, il tuo collo e le tue spalle affinché si provi l’ebbrezza di trovarsi in luoghi sconosciuti da conoscere. I tuoi piedi come fossero frattali, ghirigori perfetti dell’opera d’arte più maestosa di ogni tempo. Sii esegesi della meraviglia ma… ascoltami, per favore ascoltami… non fare nulla di tutto ciò se dettato dal demone del – bisogno di ricevere apprezzamenti -.

Non spogliarti davanti a un obiettivo per quel piccolo, breve, momento di vanagloria sintetizzato da approvazioni. Non vendere il tuo corpo, che è pregiato, a chiunque.

Quel tuo generoso décolleté che ti assicura complimenti, quel bisogno di essere per un momento al centro dell’attenzione di uomini che non sanno apprezzare cosa davvero Sei. Renditi conto che la maggior parte di loro non ammira nient’altro di te ma non hanno colpe, sono solo ovvi compratori ai quali porgi merce gratuita. Sono lo specchio del male nel quale devi riflettere per vedere cosa stai facendo a te stessa. Il loro compiacimento è sacro, perdono il loro libero arbitrio per darti ciò che vuoi, che brami, affinché tu possa vedere che quello che brami è il risultato di un mostro ancora nascosto sotto al tuo letto da quando sei bambina.

Il – bisogno d’Amore -. Un mostro che ti fa credere di non bastare a te stessa, che ti fa credere di non piacere al mondo per quella che sei, di non essere sufficientemente amata ma non è così. E’ un inganno della tua mente. Credimi, è solo un inganno della tua mente. Dentro di te possiedi tutto l’Amore necessario perché sei l’emanazione dell’Energia Cosmica. Sei la venerabile figlia divina della Sorgente.

Non hai bisogno di nessuna lusinga in più se inquinata da questa necessità. Che arrivino le belle parole, se sono senza essere cercate. Che arrivino i complimenti, se non dettati dal bisogno di un micragnoso.

Chi, in qualche modo, non ti ha fatto sentire abbastanza amata? Tuo padre perché doveva lavorare? Tua madre perché, attraverso le sue paure, ti ha costretto a sentirti incapace? La maestra perché non ti apprezzava? Gli amici perché ti prendevano in giro? Gli eventi della vita che ti hanno trovata impreparata?

Non ci sono colpe, di nessun genere, ne da parte tua, ne’ da parte loro… ci sono solo responsabilità. Tutto è perfetto. Se hai ricevuto questo è perché qualcosa di più grande di te, e che ti ama sopra ogni cosa, ha dovuto metterti davanti queste prove da superare affinché tu sorpassassi certi ostacoli per diventare divina e sentirti tale. Perdona… perdona tutto e ama. Metti tutto dietro alle spalle e inizia un nuovo capitolo, quello dell’Amore puro che meriti per diritto divino.

C’è qualcosa che ti ama più di chi ti mette un like. Ti ama davvero, smisuratamente, perché sei Sua Figlia. E’ il Movimento Cosmico che ti ha creato. Molto più prestigioso dei tuoi genitori che sono stati un nobile mezzo. Il mezzo meraviglioso che l’Universo ha usato per farti venire alla luce. Per farti essere luce.

Non permettere a chiunque di vedere come sei fatta. Lascia questo dono soltanto a chi, in qualche modo, lo ha cercato, preteso e voluto. Ha fatto di tutto per poter stimare e toccare la tua pelle. Non cadere nella volgarità che è un eccesso e l’eccesso è sempre figlio di un bisogno. L’Anima non ha bisogni e non vuole tu ne abbia. Ti condurrà in ogni modo verso la strada del non-bisogno e i suoi metodi non sono sempre docili. Vinci da sola, attraverso la tua macchina biologica, prima che ti conduca lei alla selva oscura. Non restare vittima del daimon che ti tenta.

Probabilmente mi stai reputando puritana e beghina in questo momento. Non lo sono. Tutt’altro. Semplicemente ti chiedo di essere padrona di te stessa e poter scegliere. O meglio, vorrei tu riflettessi su questo quantomeno.

Perché posti quella foto in cui ben poco si cela della tua magnificenza?

Rispondi onestamente, tra te e te, a questa domanda, anche se faticherai ad essere onesta persino con te stessa. Quando avrai risposto, in totale sincerità, senza sentir smuovere nulla dentro, allora fallo. Spogliati. Ma se anche solo una minima lontana voce ti dice quello che ti ho detto io finora, allora fermati. Fermati e pensa che quell’immagine che stai per rendere pubblica è paragonabile alla dose di un tossico. No… non è esagerato quello che sto dicendo. È una droga che serve a farti stare bene. Hai bisogno di mostrare il tuo corpo per sentirti bene. Sei una dipendente. Se non hai un tot di like ogni tot tempo, o una certa quantità di considerazioni appaganti, ti senti frustrata, triste, non degna. Brutta.

Dipendi dall’apprezzamento di altri reso noto dal movimento di un dito che clicca su un tasto. Il tempo effimero di un secondo, dopodiché, questi altri, torneranno alla loro vita.

Sei lo zucchero filato per coloro che hanno voglia di vedere qualcosa che li appaghi e, come in un luna park, vengono nel tuo profilo per saziare i loro bisogni. Necessità per necessità. Io offro il mio corpo a te e tu offri un complimento a me. Ma è paritario questo scambio di merce?

Spogliati come si spogliano gli alberi per restare in purezza. Spogliati anche di vestiti ma soprattutto spogliati di tenebre, di schemi mentali, di malsane memorie e convinzioni. Spogliati da quelle emozioni che ti tengono prigioniera. Spogliati dell’interesse che nutri verso il giudizio degli altri. Spogliati di quello che consideri importante ma così non è.

Immagina la bellezza del ricevere forse minore quantità di like ma per un qualcosa di “meno agevole”. Prova. La soddisfazione sarà più appagante di quello che immagini. Forse non accadrà al tuo primo post e neanche al secondo, ma se sai aspettare e sai mostrare il tuo vero talento, non avrai più confini.

Ricorda: il talento, associato all’entusiasmo con il quale lo svolgi, è lo strumento più potente che hai in mano e nel cuore. Le persone sono obbligate ad inginocchiarsi davanti al tuo talento come tu sei obbligata a inchinarti davanti al loro. Perché è il talento la linfa vitale che ci permette di vivere e ci connette all’Energia Madre, per questo ci obbliga alla riverenza. E tutti noi ne possediamo uno.

Sarà a quel punto che il mostro si ribellerà. Quando vedrà che non vuoi più essere sua schiava e hai tutte le armi per poter diventare un individuo libero. Ma tu, a quel punto, avrai già capito quanto vali davvero e cosa dare al mondo. Sei qui per una missione che riguarda il “dare”. Quando percepirai questo dentro di te, nulla, nemmeno il demone, può averla vinta perché sei più potente di qualsiasi cosa.

Ci sono donne nate per dare il proprio corpo. Per darlo all’arte, alla biologia, all’estetica, alla semplice ammirazione ma non sono guidate da un demone. Quello è il loro talento. Se anche tu ce l’hai continua in questa tua opera ma se rifletti, ponendoti la domanda che prima ti ho chiesto, se rispondi attraverso la voce della tua Anima e non con quella della Mente e scopri che il tuo modus operandi appartiene ad altro allora fermati. Non è la strada che ti porta al divino quella che stai seguendo. Ricerca dentro di te, scavando nel buio e nel fango, il tuo sentiero magico.

Prosit!

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Eccessiva Sudorazione: il bisogno di mostrarsi competenti

Dal momento che ci stiamo avvicinando sempre di più all’estate e al caldo torrido che tutti gli anni opprime tantissime persone, ho pensato di scrivere questo articolo sulla sudorazione eccessiva che affligge molti individui.

Non è certo un fenomeno simpatico. La schiena si bagna, la fronte cola così come le guance. Per non parlare delle mani, le parti del nostro corpo che afferrano la vita. Che, se umide, ci fanno vergognare di stringere la mano a qualcuno e, a modo loro, piangono non riuscendo a prendere l’esistenza come vorrebbero. Ci si sente appiccicati e spossati. Se poi, a questo, si aggiunge l’odore sgradevole di un sudore acre, il problema diventa ancora più insopportabile.

Come ho già detto diverse volte, una fuoriuscita esagerata di liquidi dal nostro corpo corrisponde sempre ad uno stato d’Ansia che è la figlia numero uno della Paura. Ovviamente di uno stato d’Ansia si hanno diversi stadi, da quello impercettibile a quello eclatante del panico, ma comunque entrambi esistenti e nascosti o meno in noi. Si cerca di espellere ciò che non ci piace e non vogliamo trattenere. Per questo si suda parecchio, ci si sveglia di notte per fare diverse volte pipì, si perde muco dal naso, si lacrima con facilità, etc… I mezzi possono essere diversi.

Per quanto riguarda la sudorazione, in particolar modo, occorre collegarsi al bisogno di stima e di apprezzamenti. La persona che suda parecchio (e, in alcuni casi, non solo in estate) è una persona che ha bisogno di mostrare che vale e ha bisogno di risultare competente in quello che fa. E, beh… sì, certo… anche competitiva. E’ fondamentalmente irrequieta, a volte persino iperattiva, sa fare tante cose e sa fare tante cose assieme. Ha anche tanti pregi.

Vive però sempre un po’ sull’”attenti”. Attenta a non sbagliare, non sopporterebbe di essere svalutata e non ama neanche compiere errori. Questo pregiudicherebbe la sua “fama”. Una fama costruita nel tempo e che ben la precede e ben parla di lei. Una fama che ha iniziato a realizzarsi fin da quando quella persona era un bambino vittima della nota sindrome del “figlio perfetto”.

Si tratta di individui che soffrono se vengono a sapere di non essere ammirati soprattutto da chi loro considerano importante nella loro vita, che sia un famigliare al quale vogliono bene, oppure in ambito lavorativo può trattarsi del datore di lavoro o della clientela.

Si da’ colpa al caldo ma, in realtà, questo non c’entra nulla. L’unica sua colpa è quella di dilatare i pori dai quali il sudore esce poi ovviamente con più facilità ma quello stato d’Ansia c’è anche durante la fredda stagione solo non è messo in mostra dalla sudorazione. Può colpire quindi lo Stomaco e tutto l’Apparato Digerente, oppure si possono avere problemi nella bocca in: denti, lingua, labbra e gengive. Certo, sì, il caldo aumenta anche la nostra temperatura e “scioglie” in liquidi alcune sostanze. Questo è un meccanismo assai utile per il nostro organismo ma quando si eccede allora significa che può esserci un problema.

A infierire ancora di più sul cercare di sentirsi sempre competenti e all’altezza delle situazioni, causa bisogno di stima, può sopraggiungere un altro fattore: la sensazione di sentirsi “in trappola”. (Questo da’ anche il senso di soffocamento che si percepisce durante l’afa estiva). E’ una sensazione celata che la si può notare con molta difficoltà ma c’è e, da qui, ne deriva l’irrequietezza di cui parlavo prima. C’è un gran bisogno di libertà. Si tratta della voglia di libertà di fare ciò che più si vorrebbe e di ciò che si vorrebbe essere. Tant’è che, ricercare quella sorta di perfezione per ambire all’ammirazione degli altri, induce a indossare costantemente una maschera quando invece ci piacerebbe anche essere imperfetti ma essere amati comunque. Ebbene sì, stima è sinonimo di amore. Essere amati per quello che siamo così come siamo. La voglia del non sentire affetto da parte degli altri per quel che si fa e come si fa ma per quel che si è. Così. Semplicemente. Senza impalcature.

Quel sudore che esce dai pori è come se suggerisse un pianto del nostro corpo. Una tristezza che esce, si mostra attraverso il suo particolare grido per farsi vedere e dire – Non vedi quanto sto soffrendo? Non vedi quanto sto piangendo?! -. La sudorazione eccessiva infatti non solo infastidisce chi ne è vittima ma fa sentire spossati, stanchi, innervosisce e ci si sente stufi. Esattamente le stesse sensazioni provocate dall’Ansia.

Quelle lacrime che escono dalla pelle sono l’acqua che spegne il fuoco. Il fuoco della Rabbia. Lo so che ho già nominato molte emozioni: Ansia, Rabbia, Tristezza… ma ditemi, una persona che vive nella – paura di non piacere – non prova forse queste sensazioni assieme?

Alla base c’è l’insicurezza. Anche dietro a chi si mostra sicuro di sé, capace, goliardico. Un’insicurezza perenne lo accompagna. Paura di perdere le persone a lui care, il suo valore, la sua reputazione, il suo lavoro, i soldi… Qualunque cosa. Non ci si sente “un Dio”, in parole povere.

Si tratta di una sensazione particolare perché, in questo caso, c’è come una finta autostima che nasconde il tutto anche all’individuo interessato. Chi si svaluta totalmente, ad esempio, non suda nemmeno. In questo caso, invece, c’è una lotta continua tra una parvenza di autostima, che autostima non è, bensì si tratta di bisogno di auto stimarsi il quale fa diventare quella dignità come reale, la quale a sua volta battaglia contro l’autosalutazione e la preoccupazione di essere svalutati dagli altri. Pre – occupazione cioè occuparsi precedentemente. Scusate il giro di parole.

Non serve a nulla odiare il caldo e bestemmiargli contro. Occorre piuttosto provare a piacersi per ciò che si è, occorre auto-stimarsi, sinceramente e del tutto, sapendo di valere e soprattutto evitare di preoccuparsi troppo del giudizio altrui. Serve la propria valutazione e basta. Serve piacere a se stessi.

Non mi resta che augurarvi buona estate e ricordate: ogni volta che detestate una manifestazione di Madre Natura chiedetevi sempre che cosa vuole suggerirvi. Cosa vuole far uscire da dentro di voi che esiste, in modo ancestrale, e nasconde qualcosa di molto più profondo.

Prosit!

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Le intemperie non ti fanno ammalare

Togliti dalla testa queste assurde idee e prova a vivere più liberamente. Sradica queste convinzioni, queste vecchie memorie, perché sono false ma tu le rendi vere. Loro nutrono con del cibo “tossico” il tuo cervello e questo poi agisce in base a ciò che riceve.

Ho camminato per ore sotto la pioggia, tra gli sbuffi potenti di un vento gelido, ho annaspato nella neve e ho sudato sotto al sole cocente. Ho fatto tutto quello per il quale siamo nati. Per il quale il nostro intelligentissimo organismo è stato strutturato e tu non sei diverso. Non definirti debole, sfigato, sensibile, non lo sei se non lo vuoi. Io non sono meglio di te. Non sono più sana di te e non sono più fortunata di te.

Il tuo corpo è Natura e può sopportare tutto quello che la Natura manifesta. Perché siete un tutt’uno.

Lo so che la pubblicità ti mostra medicinali durante il periodo invernale promossi da attori raffreddati con sciarpa e cappello in stato di sofferenza. Lo so che tua madre ti ha sempre detto – Non sudare! – o – Mettiti la giacca che altrimenti prendi freddo -… lo so, ho avuto una madre anch’io… ma credimi se ti dico che sei un insieme di frequenze che vibra assieme alle frequenze di Madre Natura. Madre natura non può e non vuole farti del male. Secondo te un Pianeta, intelligente come il nostro, può offrire la vita per far ammalare i suoi figli? E non guardare i cambi climatici, l’inquinamento, il “Non ci sono più le stagioni di una volta”. Ragiona sul fatto che c’è anche un’evoluzione, come in tutte le cose… pure per il Pianeta Terra. Ma tu puoi convivere tranquillamente con tutto questo. Ed evolverti assieme a lui.

A farti ammalare sono i tuoi schemi mentali. Le tue convinzioni e la paura che queste siano vere.

Certo, non ti dico di non prendere provvedimenti. Io ho una giacca antivento, io ho delle ghette, io ho degli scarponi in gore-tex durante le mie escursioni, in base al clima e al territorio che presumo di vivere. Di certo non vado sul Monte Saccarello, in pieno inverno, in canotta e pantaloncini ma mi bagno lo stesso, mi si ghiacciano persino i capelli dal freddo, mi cola il naso, a volte i piedi sono immersi nell’acqua che riesce ugualmente a trapassare e sento la schiena e le dita ghiacciate. Tutto questo per diverse ore. Ovviamente, appena arrivata a casa mi faccio una bella doccia calda, me ne sto diversi minuti sotto a quel tepore ringraziando il calore di ritemprarmi, mi metto dei vestiti puliti e caldi, belli pesanti, mi riposo (il riposo è sempre la cura migliore) e poi mi spoglio, man mano che passano le ore, per abituare il mio corpo.

Come gli animali. Loro si bagnano, poi si scrollano, si leccano il pelo, si rintanano e dormono producendo calore attraverso il loro corpo che va in relax e quindi tutto può preoccuparsi di curare ciò che eventualmente va curato.

Ecco, queste sono naturalmente le considerazioni da tener da conto. Ma non significa che non puoi bagnarti o non puoi resistere al vento. E non dire che io sono abituata. Se così fosse, puoi abituarti anche tu. Sei Natura! Il tuo corpo è stato realizzato per convivere egregiamente a qualsiasi agente atmosferico.

Ti dirò di più: vivendo certe condizioni abitui il tuo fisico a sopportare qualsiasi manifestazione della Natura ma soprattutto lo irrobustisci e permetti (finalmente) ai tuoi anticorpi di rinforzarsi, diventare più potenti, più veloci e più forti.

Sì, mentre tu stai faticando un poco per abituarti a certe condizioni anche loro, i tuoi anticorpi, si stanno muovendo per far fronte a determinati eventi e ne hanno il tempo. La tua parte fisica, in quel momento, patisce un goccino e il tuo cervello comprende che qualcosa non va quindi tutto si aziona al fine di difenderti. Si prepara, si allena e si trova pronto in caso di necessità.

Non dimenticare, inoltre, che in inverno e in alta montagna, l’aria è pulita e ricca di sostanze nutritive. Potrai così nutrire il tuo organismo di aria buona e ossigeno puro che rinforza tutti i tuoi apparati. Un ossigeno deciso e “pungente” che renderà più forti ed elastiche le pareti dei tuoi polmoni, dei bronchi e degli alveoli.

Non aver paura nemmeno per tuo figlio. Permettigli di giocare sotto la pioggia che è il liquido seminale della terra, lo asciugherai per bene quando rientra. Permettigli di sentire la bellezza del vento sulla sua pelle e tra i suoi capelli, i bambini hanno ancora sensi sviluppati che noi abbiamo reso dormienti. Permettigli di giocare con la neve e di mangiarla, di giocare nella terra e sporcarsi. Nulla della Natura vuol far del male al tuo bambino.

Non privarti di atmosfere spettacolari che sono regali. Non evitare quello che credi insano e che invece vuole regalarti risorse e vigore. Diventa amico della Natura, di ogni sua forma. Lasciati andare con fiducia a quello che è assolutamente naturale e ti appartiene.

Pensa a quanto sarà bello quando un domani potrai affrontare qualsiasi cosa rimanendo nel tuo perfetto stato di salute.

Ti basta provare a non aver paura e puoi farlo perché sei più forte di qualsiasi cosa.

Prosit!

L’antico e misterioso linguaggio del Bosco

In Valle Argentina si parlano tante lingue. No… non mi riferisco a quelle dei vari borghi che possono cambiare un poco per intercalare e accento, mi riferisco a quelle della natura. Non sono solo gli animali a esprimersi con i loro versi… Anche i monti, soprattutto alcuni, amano conversare, raccontando storie di guerre e fatiche con il loro tono imponente, i ruscelli che descrivono la vita più briosa e nutriente con fare materno e le radure che, in modo fiabesco, narrano di avvenimenti misteriosi e leggendari. Ma c’è una lingua, assai antica, che occorre assolutamente conoscere e che racchiude in sé molte di quelle citate poc’anzi. È la saggia parlata del bosco. Non si può non ascoltare un bosco. Ha tanto da dire.

Oggi possiamo essere certi che lui ci ascolti. Ogni volta che camminiamo nella sua macchia, le nostre vibrazioni vengono percepite dalle radici e mandate alle fronde di quelle piante o agli alberi vicini. Anche per questo ci vuole rispetto. Il bosco è vivo. È come un grande essere vivente e ha una sua intelligenza e un suo sentire. Quando entriamo in un bosco provochiamo come una specie di piccolo brivido in lui. Anche se noi siamo natura, quel tempio sacro ha bisogno di percepire cosa siamo. Per questo, l’ideale, sarebbe entrare lentamente, in punta di piedi come si suol dire, e permettere a quell’ambiente di accoglierci.

Attraverso la comunicazione che gli alberi hanno tra di loro, grazie alla parte radicale, trasmissione comprovata scientificamente dagli ultimi studi, ben presto, tutta la foresta sarà avvisata della nostra presenza e saprà chi siamo.

Le piante non hanno i neuroni come noi, pertanto, non provano un dolore fisico come il nostro ma possiamo comunque far loro del male a livello… energetico. E, credetemi, è comunque drammatico per questi alberi. A provocare loro del malessere sono quindi le emozioni emanate da frequenze che possono distruggere se con esse non decidiamo, piuttosto, di curare. Per questo, possiamo servirci della natura ma l’importante è farlo sempre donando in cambio gratitudine e amore. Quando una pianta sta male stanno male anche quelle vicino a lei e si mobilitano per aiutarla nel loro magico mondo sconosciuto ai nostri occhi. Se ad esempio viene intaccata da dei parassiti essa tenterà di autocurarsi emanando sostanze apposite o producendo secreti più zuccherini in grado di attirare insetti utili a scacciare gli invasori, così come può anche secernere elementi più amari nel tentativo di mandar via gli esseri infestanti ma avvertirà anche le altre compagne che, a loro volta, cercheranno di proteggersi e di aiutare la malcapitata attraverso la diffusione di particelle organiche atte a disinfettarla. Tutto quel mondo si muove dove nessuno viene lasciato da solo.

Non riuscendo a vedere il suo comunicare pensiamo che questo non esista ma se poniamo più attenzione non sarà poi così difficile comprendere un linguaggio decisamente affascinante. Ci sono luoghi, ad esempio, in cui il bosco non ama molto essere visitato e scoperto e quando accade lo si capisce chiaramente. La flora è selvaggia ed esagerata come quella di una giungla ingarbugliata, i rami formano arabeschi dall’aspetto quasi spettrale, i piccoli animali che lì vivono sono meno socievoli rispetto ad altri. Alcuni tronchi sottili e spezzati sembrano spade affilate, pronte ad attaccare, e tanti sono i tranelli per noi umani. In diversi modi ci sta dicendo che lì vuole proteggersi, non siamo i benvenuti e, soprattutto, se non emaniamo emozioni figlie della gioia pura ci conviene rispettare quell’ordine anche se appare umile. Al bosco piace raccontare di sé e offre sempre altre zone più ospitali nelle quali ama essere ammirato e ascoltato. Vuole svelare i suoi segreti a orecchie amiche parlando delle creature che trovano rifugio in lui o dei fiori che abbelliscono le sue stanze intricate e… da cosa nasce cosa, perché in natura, tutto è collegato e tutto è co-creatore del grande sistema. E quindi sì… può anche diventare logorroico.

Ma… quali sono le sensazioni che proviamo in quel punto in cui abbiamo deciso di fermarci un po’? Ci sembrano tristi quegli alberi? Quali fatti spiacevoli hanno vissuto e ancora oggi ricordano? Oppure, appaiono vivaci e curiosi? La natura non conosce il male come quello dell’uomo. Non esiste una pianta cattiva o una pianta buona. Non esistono neanche piante infelici o arrabbiate o gaie ma è la sensazione che permea in quel luogo ad essere importante e che si rivela a noi se sappiamo coglierla. Che tipo di energia lo avvolge? Non esistono piante alle quali affiancare aggettivi come quelli prima elencati ma esistono tanti tipi di piante e, fin dai tempi più antichi, gli esseri umani hanno dato a ognuna di loro un senso. Un senso che si è sviluppato sempre di più con il passare degli anni e dei secoli divenendo, nelle memorie e nel creato, un pensiero collettivo che ha acquisito un proprio potere. Per questo oggi il castagno è il simbolo dell’immortalità, la quercia della forza, l’abete della conoscenza, il faggio della libertà, il larice della perseveranza…

Se si conferisce questo potere al determinato albero, in qualche modo, lui risponderà…

Esso stesso, come figura, è da sempre emblema di casa, di stabilità, di crescita e di abbondanza.

Senza contare delle proprietà nutritive o adatte al benessere e ad altri scopi che ogni pianta conserva in sé. L’uomo non ha inventato nulla sotto questo aspetto ha solo ascoltato, un tempo si praticava molto l’ascolto e ha recepito quei cari suggerimenti ricchi di saggezza. Questo indica anche che, in un bosco, le piante non sono messe a casaccio ma collocate attraverso un’intelligenza creativa che le dispone nella posizione più giusta per loro e per tutto l’ambiente circostante. Intrigante vero? 

Avere rispetto di un bosco e della natura tutta è fondamentale. Il bosco ha una sua memoria persino. Non si ricorda di noi come persone ma ricorda le nostre vibrazioni. O può ricordare fatti spiacevoli o eventi gioiosi. Pensiamo ad un incendio per dire…. O ad una corsa felice degli animale…. Di certo lui non ha intenzione di farci del male ma nemmeno potrà rispondere positivamente se si emanano sensazioni negative perché è come scacciare via quelle buone seppur una loro parte possa farci del bene. Per questo, se si vuole godere appieno dei benefici terapeutici di questo grande insieme di vita, conviene sicuramente spogliarci da quelle che sono antipatiche vesti che ci impediscono qualsiasi utile connessione.

Tutto regna in armonia ed è a questo suono che dobbiamo sintonizzarci.

Ogni albero quando si piega al vento ci insegna ad accettare gli eventi della vita lasciandoci andare alla fede della nostra magnifica essenza, quando perde le foglie ci mostra come non essere schiavi degli attaccamenti e aspettarci nuove cose ancora più belle, ci istruisce sul non aver paura di mostrare chi siamo, nudi, senza maschere. Quando in lui sbocciano i fiori ci insegna ad accudire le piccole grandi cose che abbiamo. L’albero ci insegna a dare senza pretendere nulla in cambio. Ci fa capire quanto possiamo essere potenti anche senza parlare. Ci regala l’equilibrio e la centratura che non dovremmo mai perdere. E ci fa vedere la forza, la resilienza, l’essere capace di nascere e crescere anche nelle ostilità pur restando meravigliosi e illuminando chi ci sta attorno come ad essere un sole.

Da sempre esiste un legame molto stretto tra albero e uomo anche se questo rapporto poco lo riconosciamo, lo nutriamo e lo consideriamo ma fa parte di noi.

Questa è l’antica lingua del bosco. Parole da cucire nel cuore e non dimenticare. Messaggi da tradurre per imparare a comunicare in un mondo che è sorgente di vita.

Noi abbiamo intenzione di continuare a leggere questo lessico misterioso, magari assieme a voi. Quindi, continuate a seguirci ed estote parati, sempre!

Il testo che avete appena letto è l’audio del video che vi posto qui nel quale potrete vedermi all’interno del mio habitat naturale sul mio Canale YouTube.

Un Canale nel quale racconto, assieme ad un caro amico, le nostre avventure e le tante bellezze della Valle nella quale vivo.

Tutto avrà sempre uno sguardo tecnico, professionale, ironico e spirituale perciò mi farà piacere avervi assieme a me.

Buona visione, buon ascolto e se vi va seguitemi anche sulla pagina FaceBook – Wildlife in Valle Argentina – https://www.facebook.com/wildlifeinvalleargentina/ per ammirare ogni giorno un mondo fantastico!

Prosit!

Se parli sottovoce in Chiesa fallo anche nel Bosco

Alla Natura piacciono le grida di gioia, di entusiasmo, di stupore. Piace sentire la voce forte di chi emana sorpresa meravigliandosi grazie alle sue bellezza ma un conto è esclamare in quel momento, o in determinate occasioni, mentre un altro conto è parlare a voce molto alta, per tutto il tempo, come ad aver a che fare con dei sordi.

Vorrei porre un esempio, non penso che durante la celebrazione della messa, uno si permetta di entrare in Chiesa e urlare dalla porta d’entrata a quello che sta seduto alle prime panche dall’altare – Ahò! Mario! Guarda che la borsa è rimasta in macchina!!! -. Vero? Non lo si fa neanche in un Museo. E allora mi chiedo perché invece in un bosco debba capitare. Ovviamente non mi riferisco ad una sola frase ma a veri e propri dialoghi continui.

Beh, è ovvio, la Chiesa è considerata un – tempio sacro – al quale bisogna portare rispetto, che si sia credenti o meno. Questo ce l’hanno insegnato la morale e l’educazione che abbiamo ricevuto da società, famiglia, scuola da quando siamo bambini. Se bestemmi in pubblico, in televisione per dire, vieni punito, ma se urli in un bosco no. In un luogo esiste l’offesa, la mancanza di rispetto, in un altro no.

Che poi, a sbraitare si consumano così tante energie…

Non intendo giudicare un determinato comportamento ma più che altro mi preme far riflettere su quando si dice (perché lo dicono in molti) – Io considero gli alberi degli esseri viventi – oppure – La Natura è viva -. Oppure ancora – Io amo la Natura – e – Io sono connesso alla Natura -. Mhmmm… sei sicuro? Hai bisogno di urlarti le cose quando parli tra te e te?

Con la mente e la voce professiamo queste frasi convinti di provare veramente una comunione totale con il mondo naturale, in realtà è solo la parte materiale che ha interesse su di noi.

Sia nei nostri confronti, che verso il mondo, consideriamo solo (o quasi) la parte di materia, quella che possiamo toccare, vedere, sentirne gli odori. Allora per noi esiste. La parte che invece non vediamo e non tocchiamo non la consideriamo. Se la considerassimo veramente, quando siamo in un bosco, non vedremmo filari di tronchi con fronde ma… spiriti. Mi si passi il termine. Agglomerati di energia viva e con tanto di sentimenti e intelligenza. Non parlo di sentimenti umani ma risposte vibrazionali.

Vedremmo un insieme di vite, così come vediamo un insieme di vite (le persone) all’interno di una Chiesa. In una Chiesa facciamo silenzio anche quando è vuota ma il bosco non lo consideriamo, nel nostro cuore, un tempio sacro.

Non ci rendiamo conto che urlando stiamo mancando di rispetto ad un intero ambiente, alla biocenosi che lì vive in una sua armonia, sintonizzata al suo suono.

Noi non siamo “ospiti” nella Natura perché noi siamo Natura e vibriamo assieme in un tutt’uno con lei nell’Universo. Ma è anche vero che chi abita quell’ambiente non è abituato ad averci. E’ quindi opportuno moderare i toni per evitare di spaventare gli animali che sono abituati ai loro suoni.

Immaginatevi se uno entrasse in casa vostra e iniziasse a urlare, incurante della vostra sensibilità, dei vostri vicini di casa o degli animali domestici che avete. Vi piacerebbe? Non penso.

Di certo, urlando per tutto il tempo, di animali potrete vederne ben pochi ma comunque ci sono. Tra l’altro, hanno un udito molto più sensibile del nostro e, in più, la nostra voce riecheggia. Dentro alle loro tane, spaventati e turbati da quel frastuono, Scoiattoli, Ghiri, Uccelli, Camosci, Lupi, etc… si stanno chiedendo cosa caspita stia accadendo.

Per chi crede nel Dio del Cristianesimo e si preoccupa, con molta attenzione, di fare silenzio all’interno di una struttura religiosa costruita in pietra e cemento, suggerisco di osservare come Dio sia anche lì, tra quegli alberi, quei fiori, quel verde. Quel mondo vivo e palpitante. Non c’è differenza.

Non dev’essere una questione di educazione ma di “rispetto”, intrinseco, che si nutre dentro e allora lo si ha verso Tutto non solo verso quello per il quale ci è stato insegnato. Se si attua questa forma di rispetto verrà normale abbassare il tono della voce, evitare di buttare immondizia a terra, estirpare senza senso fiori o frutti, etc… in quanto ci rendiamo conto maggiormente che siamo lì per dare (il rispetto appunto) e non soltanto per prendere. Come dare ad un amico, ad un figlio, ad un parente, al proprio cane… è la stessa cosa.

Più che un articolo forse questo è un appello che mi premeva fare. Sta arrivando la bella stagione e, dopo mesi di lockdown, segregati in casa, si ha voglia di uscire. Ricordatevi che, come dico sempre, la realtà risponde a ciò che siamo. Se non rispettiamo non riceveremo rispetto.

Prosit!