Distruzione dentro, distruzione fuori

Ciò che d’esterno m’appare è in realtà il succo del mio cuore – (Conte di Cagliostro)

ALLUVIONE 2020 – ZONE COLPITE: Liguria di Ponente – la vicina Francia – il Basso Piemonte

Nella notte tra il 2 e il 3 Ottobre la tempesta, chiamata “Alex”, si è abbattuta sulle terre prima citate causando non pochi danni e mettendo in ginocchio la popolazione.

I disastri sono stati creati dal vento, dalla pioggia e dall’innalzarsi del livello dell’acqua dei fiumi. Molte case sono state scoperchiate, allagate o sono addirittura crollate. Sono crollate strade, vie principali. Sono crollate rocce, causando frane. Sono crollati ponti che non hanno retto a quella furia. Si sono allagati parcheggi e le auto si sono accartocciate. I negozi si sono riempiti di fango, così come le cantine, le campagne, le zone dei paesi. Sono stati abbattuti muri, grossi alberi, pilastri. Sono morte delle persone. Un vero devasto.

Un devasto che tocca principalmente noi esseri umani, non certo Madre Natura. Lei non se ne fa nulla di qualche frana, di alberi caduti, di massi qui anziché là. Lei non perde la casa, non perde il lavoro, non perde persone care, o oggetti amati.

Per noi la situazione è ben diversa. Noi crolliamo, proprio come quelle strutture, nell’angoscia più totale. Davanti a tali potenze ci sentiamo come tronchi in balia delle onde, incapaci di qualsiasi cosa, proprio come le piante trasportate dalla corrente. E ne usciamo storditi, nudi, sconquassati.

Distrutti. Come la distruzione che abbiamo davanti. Ma non è questa la distruzione da osservare.

Tutto ciò che accade nel mondo materiale è stato prima, in qualche modo, vissuto, a livello emozionale dentro di noi.

Quella che noi definiamo ferocia, e che da una parte affascina seppur distruttiva, ci permette anche di notare una certa “potenza” ed è la veemenza che attrae. Tutto ciò però, spazza via, senza nessun rimorso, quello che di più caro abbiamo, fosse anche solo un luogo. Nei nostri occhi si dipinge la rovina e restiamo incantati, in quella distruzione esteriore, senza guardarci dentro.

Non siamo forse costantemente distrutti, sconquassati, oppressi anche noi proprio come quella realtà che ora è ricoperta da un abbondante e spesso strato di melma, il quale non gli permette di respirare? Che la attanaglia nella sua pesantezza come un involucro possente e vischioso dal quale non si riesce a liberare?

E quante volte vorremmo scoppiare anche noi ma ci tratteniamo, o vorremmo crollare ma non dobbiamo cedere, vorremmo distruggere, esondare con le urla ma mandiamo giù vari bocconi amari. Quante volte collassiamo dentro come un muro che scende tale a un sipario.

E, in realtà, quanta forza c’è dentro di noi che mai usiamo? Quanto divampante è il nostro fuoco interiore?

Noi non viviamo questa esistenza. Noi passiamo questa esistenza cercando di sopravvivere. Ogni giorno. E’ diverso.

Noi non permettiamo alle nostre strutture interne, ai nostri solidi schemi di crollare. Noi tratteniamo e – ci – tratteniamo. Solo un trauma, una forte emozione, un repentino cambio di vita ci permette, a volte, di distruggere certe memorie.

Lottiamo senza forze contro i soldi che non bastano mai, contro la malattia che non ci colpisca, contro il parente che ci rompe le palle, contro il collega che ci fa le scarpe, contro il nostro corpo che non amiamo, contro la presunzione del potere, contro la frenesia, lo stress, le preoccupazioni, i bisogni, i giudizi, la rabbia che celiamo…

Annaspiamo per arrivare primi all’offerta del giorno, al parcheggio libero, per cogliere la primizia, per proteggere la nostra proprietà, per passare davanti, per ottenere… sempre e costantemente nell’ansia, nella tensione… Siamo accaniti, smaniosi, insofferenti… inibiti davanti, avidi dentro, col panico della mancanza.

Non ce ne accorgiamo ma sviluppiamo Adrenalina, di continuo, di continuo, nel timore totale. Fin da quando ci specchiamo al mattino e ci conciamo come gli altri vogliono, perché il giudizio della gente è più importante di quello del nostro cuore. Siamo rigidi, non sappiamo cosa significhi fluire. Siamo aridi, abbiamo paura ad assorbire e accogliere l’esterno.

Siamo disastrati dentro e, ora, il disastro, possiamo vederlo chiaramente anche fuori.

Soffriamo di emicrania, non riusciamo a dormire, dobbiamo prendere psicofarmaci, la schiena (l’autostima) bloccata e dolorante. Abbiamo attacchi di panico, male alle articolazioni, soffriamo il caldo, soffriamo il freddo, soffriamo il vento, soffriamo l’umidità, soffriamo tutto… Siamo una lamentela continua e non solo nei confronti del nostro corpo, un tempio sacro che non conosciamo e non adoriamo.

Ci lamentiamo dei Politici che ci governano senza renderci conto che rispecchiano esattamente quello che siamo noi. Tutti noi. Essi sono opportunisti e lo siamo anche noi. Non dite di no, ci gongoliamo tremendamente quando qualcuno ci offre una somma di denaro ed evitiamo di dividerla, se riusciamo, con chi la meriterebbe tanto quanto noi. Che se tizio non si accorge che serve il numerino per essere serviti, il suo numero ce lo prendiamo noi, così passiamo prima, e ci giustifichiamo anche: devo andare a lavorare, ho il bambino in macchina da solo, sono stanchissimo devo andare a coricarmi…

Essi sono sfruttatori e lo siamo anche noi. Potremmo pagare la signora che ci fa le pulizie in casa, o il ragazzo che ci aiuta in campagna, molto di più ma invece gli diamo solo il pattuito. Nelle grandi aziende, invece, non ti danno nemmeno quello, non ti danno gli straordinari a volte, o il notturno, o il festivo. Siamo sfruttatori perché sappiamo che quell’amico non ci direbbe mai di – no – e allora gli chiediamo il favore, gli chiediamo ascolto, gli chiediamo tempo… sempre… e quando ci da’ trenta, vogliamo anche trentuno. Che tanto lui, lì, ci doveva andare e allora perché dividere la benzina? Perché se il barista sta per chiudere, noi continuiamo a stare lì seduti, senza permettergli di andare a casa.

Essi ingannano proprio come noi che usciamo ben vestiti, che mostriamo maschere, che per il quieto vivere ti faccio credere che quella cosa mi sta bene anche se ti tirerei una testata in fronte; che ti invidio per il tuo successo ma davanti ti sorrido, mentre rodo dentro. Che ti lecco le chiappe perché hai i soldi, sei il mio cliente migliore, mi vedrai sempre con un sorrisino sornione sul viso, basta che paghi…

Essi sono ladri, anziché dare tolgono, dove noi guardiamo il centimetro della nostra proprietà che non vada a finire al vicino, perché qui c’è – mio -! Che se un ragazzo passa e si prende una mela dal nostro albero usciamo con lo schioppo in mano.

Essi sono manipolatori e lo siamo anche noi, quando educhiamo i figli e pretendiamo facciano quello che per noi è giusto e se non lo fanno parte la solita solfa – con tutto quello che io ho fatto per te! -. Quando vogliamo convincere nostro marito, quando non vogliamo che quell’altro pensi male di noi, quando dobbiamo accertarci di ricevere la giusta dose di stima e affetto.

Essi sono intolleranti come noi che non sopportiamo i bambini che giocano a palla, non sopportiamo il vecchio che ci mette mezz’ora ad attraversare la strada, l’amica che ha problemi e vuole parlarci, il figlio che esige il nostro tempo.

Potrei andare avanti all’infinito.

Tu puoi non credere alle mie parole, al fatto che i disastri che ora stai osservando erano già dentro di te ma questo non importa. Scrivo questo articolo non per essere creduta ma solo per darti uno spunto di riflessione. Ho pensato a questo:

ritengo sia utile curarci anche noi. Tutto qui.

Piano piano, facendo piccoli passi in avanti, mentre i giorni si susseguono, si sta andando verso la normalità. Sta tornando l’acqua potabile nei paesi che l’avevano persa. Stanno ricostruendo le strade. Si sta facendo la spola per i viveri.

E’ bene così; in avanti e non indietro.

Come per guarire una ferita. Ci metti un attimo a tagliarti ma perchè essa si cicatrizzi e guarisca ci vuole tempo. A volte molto tempo.

Ogni rinascita richiede il giusto tempo e, la maggior parte delle volte, al ritorno, si è meglio di prima.

Quello che è avvenuto, se considerato un riflesso come sto facendo, rispecchia, appunto, il dramma che portiamo dentro di noi.

E allora curiamoci anche noi, proviamo anche noi a risanare le nostre ferite mentre questo pezzo di Terra, con i suoi abitanti, sta tornando alla normalità. Quella che per noi è la normalità.

Siamo noi che dobbiamo tirarci su dalla drammatica situazione che ci ha colpiti. Ecco, proviamo a risorgere anche dal di dentro. Come tante Fenici.

Post fata resurgo – (dopo la morte risorgo – La Fenice)

Proviamo a ricostruirci, a far nascere nuove emozioni, a eliminare memorie arcaiche mai rimosse che forse, ora, anche loro sono state spazzate via. Proviamo a ricostruire noi stessi dal vuoto che abbiamo dentro. Da questa sorta di tabula rasa rimasta. Proviamo a nutrire altri tipi di fondamenta, a dare da bere ad altri semi, che possano germogliare e farci del bene. Proviamo soltanto.

Ora qualcuno potrebbe anche dire << Ma queste sono cose che capitano a tutti, in tutto il mondo: tifoni, terremoti, nubifragi…>>.

Certo, anche se, guarda caso, le zone di chi sta bene con se stesso e lo mostra nella materialità (cioè quelli che noi consideriamo potenti, o ricconi) non vengono mai colpite. Ma ciò ha poca importanza, il dramma di cui parlo lo vive chiunque in questo mondo, in questo tipo di società, in questo tipo di andazzo della vita. Lo si vive a livello mondiale. Il fatto è che non m’interessa guardare gli altri per svolgere un lavoro dentro di me. Osservo solo ed unicamente me stessa, il mio luogo, le persone a me più vicine. Per realizzare un auto-osservazione, e lo dice la parola stessa, non bisogna guardare l’esterno. Anche se l’esterno può apparire molto attraente, perché pare ci dia delle risposte, non è da prendere in considerazione, se non dopo averlo osservato.

Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei – (Oracolo di Delfi)

Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia – (Carl Gustav Jung)

Io personalmente non sono stata colpita da questa tragedia. La mia casa, il luogo dove lavoro, la mia auto, sono rimasti intatti ed erano perfetti la mattina dopo. Ma molte persone, a me care, hanno invece subito gravi danni e quindi, questo, riguarda anche me. In qualche modo rispecchia, anche se solo in parte, quello che ho dentro.

E come dico sempre, riconoscendomi. Il r-i-c-o-n-o-s-c-e-r-s-i è importantissimo. E’ il – io sono -. Ma, come dicevo, riconoscendomi, non sono certo un Buddha.

Pensi forse ch’io non sia intollerante, preoccupata, infastidita? Ti sbagli. Anch’io mi arrabbio, indosso maschere per non discutere perché non ne ho voglia, sopporto. Ho le mie paure. Sicuramente meno, molte meno di tanti altri. Ad esempio risulto antipatica, perché di maschere ne indosso pochissime. Nel bene e nel male non fingo, sono molto schietta e la schiettezza non è sempre apprezzata. Non sono avida, mi alleno da anni alla generosità, quindi l’Universo non deve mettermi davanti prove di “perdita”. Non si offenda chi ha perso qualcosa, ci mancherebbe, qui si parla di uno stato generale, piuttosto si chieda quanta paura aveva di perdere qualcosa nella vita, che sia quello che sia.

Sono paure che non ci rendiamo conto di avere e soprattutto non ne abbiamo colpa. Sono per noi, inconsciamente, mezzi di difesa che ci permettono di sopravvivere. Aver paura di perdere – quella cosa – ci fa sembrare che avendone paura non la perdiamo, perché prestiamo attenzione ad essa e prendiamo tutte le precauzioni necessarie. Ma, in altre dimensioni, non funziona così, funziona esattamente all’incontrario, semplicemente si manifesta ciò che nutriamo dentro. Abbiamo paura di perdere il nostro compagno, di perdere soldi, di perdere il lavoro, paura che qualcuno ci rubi qualcosa, paura di non avere abbastanza, et voilà che, purtroppo, la nostra anima ci mette davanti quello che proprio consideriamo. Questa emozione prende forma nella realtà, proprio come il disastro che, da dentro di noi, si è manifestato fuori.

Se noi prendessimo in considerazione la gratitudine incondizionata, ad esempio, e nutrissimo quella, l’Universo ci metterebbe davanti cose per le quali ringraziare. Se nella vita hai paura del tuo futuro, o di andare avanti, incontrerai sempre ostacoli. E’ così, non volermene, non l’ho voluto io.

Se nella vita hai paura di ammalarti, ti ammali, o comunque vivi accompagnato da acciacchi, problemi, fastidi.

Ma ciò che mi preme, e te lo ripeto, non è essere creduta. Bensì intendo consigliarti di non buttare al vento questo momento come se tutto ciò fosse inutile. Caspita, lo vedrai anche tu che non è inutile, non è passato inosservato, è un devasto di misure incredibili! Non metterlo sotto all’ascella come fosse una baguette senza nessun valore. Usufruisci di tutto questo per trovare più benessere. Per ricostruirti.

Anche se ora non riesci, in quanto sei disperato, perché forse sei una delle persone più colpite da questa catastrofe e hai tutto il mio rispetto, prova a mettere da parte questa sorta di visione per usarla un domani, quando sarai più forte, quando tutto sarà solo un lontano ricordo e ne sarai uscito, perché ne uscirai, fidati. Perché tornerai a stare bene.

Forse non sarai più quello di prima, forse ciò che hai perso è qualcosa che, d’ora in avanti, amministrerà la tua esistenza ma quello che se ne è andato da te non se ne è andato invano. Se anche solo se ne fosse andato per mostrarti crudamente quanto la vita può essere bella e quanto deve essere vissuta, proprio perché può finire da un momento all’altro, ti ha fatto, pagando con la sua stessa vita, il più caro dei regali che tu ora non puoi vedere perché saturo di dolore. E ti capisco, credimi. Ma lui mai avrebbe voluto la tua tristezza.

Ciò che stai provando è terribile e indescrivibile e non intendo parlarne in un articolo, anche se mi metto a disposizione nel caso tu abbia bisogno di aiuto, di qualsiasi tipo di aiuto, ma sono fermamente convinta che il caso non esista e che Dio (anche se forse non è il tuo stesso Dio) non faccia nulla a casaccio.

Viviamo all’interno di un’Intelligenza Cosmica sovrumana e ne siamo co-creatori, pur senza volerlo, attraverso il nostro Conscio e l’Inconscio. Tutto ha uno scopo, una missione, un motivo d’esistere. Tutto si rinnova. La Sorgente Divina, dalla quale discendiamo, non crea nessun tipo di inutilità. Non definiamola con la nostra mente, con i nostri parametri, poiché essi non sussistono nell’Energia Madre.

Tutto è crollato e chissà che non siano crollati anche i nostri schemi mentali che tanto ci hanno oppresso e tanto ci opprimono. Quelli che cerchiamo di tenere saldi a noi con le unghie e con i denti senza renderci conto che le gengive stavano iniziando a sanguinare. Quelli che crediamo ci permettono di sopravvivere ma, in realtà, ci fanno solo esistere. Respiriamo, mangiamo, beviamo, lavoriamo, ci divertiamo una sera con gli amici, svolgiamo i nostri doveri quotidiani e stop. Finita lì, questa è la nostra vita. Il giorno dopo di nuovo. Poi andiamo in vacanza e ci pare di essere dei Re. Siamo votati allo schiavismo e ci basta un sospiro di sollievo per sentirci bene.

Forse c’è qualcosa di più. Onoriamo questo sfacelo, onoriamo le morti dei nostri cari, onoriamo la nostra Terra che si è divelta. La rappresentazione della morte del Cristo, laddove il Cristo non può morire e dove si continua a credere che un tizio di nome Gesù sia morto in croce per tutti i nostri peccati. Eccola la morte descritta. E nessuna morte è vana, che sia di un albero, di un animale, di una struttura, di un essere umano. Ecco cosa davvero era Gesù. Ecco il suo messaggio. Ecco la Via Crucis, la nostra, quella che da sempre portiamo dentro. Una Via Crucis perpetua.

Chiodi che ci attanagliano in un punto dal quale non riusciamo a muoverci perché la nostra zona di comfort ci è cara e comoda. Una corona di spine che punge la nostra testa proprio come i mille pensieri che ci affliggono ogni giorno, tanto da volerci far strappar via la mente da noi. Davanti alle derisioni, ad un petto forato, alla nudità, al sangue che cola, perché solo quello siamo in grado di far sgorgare dal nostro cuore. Non ci è data possibilità di far sgorgare amore. Ma noi siamo più forti.

E DOPO TRE GIORNI RISORSE.

Prosit!

Grazie agli amici che mi hanno dato le loro foto, per questo articolo, come testimonianza di questi tragici eventi. Potevo mettere foto ancora più drastiche (che trovate tranquillamente in internet) ma ho preferito mettere le nostre e abbiamo avuto poco tempo per scattare immagini.

Tranne la foglia a cuore e la citazione prese da Pinterest.

Buona vita alla Terra e a noi.

Me ne vado da te

Questo sarà un lungo articolo. L’argomento trattato è importante ma così pieno di sfaccettature, sottili e subdole, che cercherò di esporre nel migliore dei modi affinché vengano comprese. Veniamo, quindi, subito al sodo.

Ti è mai capitato di subire un abbandono da parte di chi sopporta le peggio cose da altre persone ma non da te?

Mi spiego meglio. Supponiamo che hai un/a amico/a, o un/a compagno/a (d’ora in poi mi rivolgerò al maschile per semplificarmi la scrittura) il quale ha, a sua volta, ovviamente, altri amici e parenti.

Durante il periodo della vostra amicizia, o del vostro rapporto, ti rendi conto che questa persona subisce da altre sue conoscenze situazioni o modi di fare davvero poco carini. C’è ad esempio chi gli fa spendere soldi approfittando di lui, c’è chi lo manipola, c’è chi gli manca di rispetto, chi lo sfrutta, chi lo comanda come un burattinaio, chi lo deride, chi gli si rivolge con aggressività… eppure lui tollera e accetta tutto questo senza mai distaccarsi da queste persone.

Senza mai prendere posizione e mandarle letteralmente a stendere fuori dalla sua vita. Abbozza e continua con loro ad avere rapporti di vario genere senza mettere paletti e continuando a frequentarle.

Nei tuoi confronti, però, non va nella stessa maniera. Quelli che possono essere i tuoi difetti NONOSTANTE SIANO SOLO LEGGERE CARATTERISTICHE NEGATIVE VERSO DI LUI, RISPETTO AI MODI DEGLI ALTRI, non vengono accettate e, questa persona, si allontana da te.

Non importa se, fondamentalmente, tu per lei hai sempre provato un affetto sincero (mentre gli altri no), non importa se tu con lui ti sei sempre comportata bene (mentre gli altri no), non importa quello che di profondo avete vissuto, quello che per lui hai fatto, a quello che per lui hai rinunciato, gli ostacoli che assieme avete superato, la complicità che vi legava, le forti emozioni che avete condiviso (mentre con gli altri, tutto questo, non è mai accaduto), da te se ne va… da quegli altri no.

Ora, la maggior parte della gente, a questo punto, risponderebbe così: << Eh ma perché tu, visto lo stretto rapporto che c’era, fai ancora più male rispetto agli altri con i quali c’era un altro tipo di legame >>. Permettimi di dire che questa è una giustificazione abbastanza superficiale pur sembrando ovvia. Attento alla superficialità della Mente che mente (voce del verbo mentire… tu guarda che combinazione che si chiamano allo stesso modo!).  

Se così fosse, tutta quella profondità passata dove caspita è andata a finire davanti a sciocchi difetti davvero meno gravi che tutti possono avere? Perde qualsiasi valore tutto quello che c’è stato? Beh, ma allora non c’è stato proprio nulla. Cioè, vuoi dirmi che io posso passare la vita a manipolare una persona o a sfruttarla (che squallore) e allora posso averla sempre vicina a me ma se la amo sinceramente e qualche volta litighiamo, perché abbiamo visioni diverse, la perdo? Suvvia… mi pare davvero una cosa che non sta in piedi.

E’ ovvio che qualsiasi difetto, se portato all’esasperazione, o se trasformato in ossessione, diventa deleterio per tutti i tipi di rapporti. Io posso essere permalosa, gelosa, cinica, giudice, etc… e ci può stare, ma se queste caratteristiche le ingigantisco, tirandole sempre fuori esageratamente verso l’altra persona, capisco bene ch’essa possa arrivare a mandarmi al diavolo.

Ma qui si sta parlando di quelli che sembrano semplici disaccordi, classici disguidi, come quelli che possono accadere quotidianamente tra moglie e marito per capirci.

E dico sembrano, sottolineando questo termine, perché in realtà non sono semplici disguidi ma non perché mostrati all’ennesima potenza, bensì, per un’altra questione che è la risposta a questo articolo. E’ la risposta, a mio avviso, meno superficiale, rispetto a quella che ho citato prima e che la maggior parte della gente direbbe.

Il problema nasce da molto in basso e, con “in basso”, intendo quello che abbiamo dentro di noi nel nostro lato più oscuro. Un lato che neanche noi conosciamo ma c’è. Un lato con il quale molto spesso ci ritroviamo faccia a faccia ma noi voltiamo il viso dall’altra parte per non guardare. Ti ho sempre detto che evolversi è un lavoro eroico.

E’ quel luogo, all’interno del nostro essere più intrinseco, nel quale sguazzano leggiadri i nostri Demoni, dove dormono placide le nostre memorie, dove sono fossilizzati i nostri schemi mentali, dove il nostro Ego, indisturbato, se la canta e se la suona come meglio crede. Tanto noi lo lasciamo fare. Lasciamo sempre che sia lui a governarci. Che sia lui il nostro padrone.

Ebbene, cosa succede quindi? Succede che quello che io credo essere un semplice mio difetto, o modo di fare poco piacevole, per l’altro è invece il riflesso di uno dei suoi più grandi Demoni. E qui nasce il guaio. Te lo spiego meglio con un esempio.

Supponiamo ch’io sia una che dice sempre quello che pensa, senza paura e senza peli sulla lingua.

Questa mia caratteristica non sembra poi così grave davanti a certi altri modi di fare ben più squallidi e miseri di molte persone. Anzi, sembra quasi una virtù. Voglio dire, si dovrebbe preferire una che dice le cose come stanno, in modo forse crudo ma sincero, rispetto a chi sfrutta o manipola in modo bieco, ingannevole e malizioso. Sì, per me può essere così ma non per chi è governato dal Demone della Falsità.

Chi è governato dal Demone della Falsità (e con questo non si intende solo raccontare bugie ma si intende vivere una vita intera nella menzogna, avendo tante vetrine da mostrare al mondo per ricevere ad esempio sempre stima e affetto) quando incontra altra Falsità ci condisce l’insalata allegramente. Sarà la voce della Verità che, invece, gli farà stridere le orecchie come il gesso passato sulla lavagna. E’ la Verità il suo peggior nemico, il suo antagonista. A fine articolo, su questo punto, devo fare una postilla importante ma ora andiamo avanti.*

La mia schiettezza (che comunque anch’essa se fosse troppa andrebbe ridimensionata con un po’ di sensibilità, in quanto il troppo stroppia sempre) diventa perciò, per quella persona, una sofferenza indescrivibile. Insopportabile. E’ come conficcargli un ferro rovente sulla pelle ogni volta. Non sto esagerando! Il mio modo di fare, così schietto e tagliente, il mio comportamento senza fronzoli, le mie parole senza giri e senza orpelli, per lui che vive nella costante menzogna, sempre ricoperto da maschere, lo mettono di continuo a disagio, in imbarazzo, si sente legato, si sente soffocare… non può continuare a vivere così, e quindi se ne va.

Ecco perché abbandona te e non gli altri che lo trattano peggio. Davanti ai modi di fare degli altri può provare fastidio, può abbozzare, può fregarsene e andare avanti ma davanti a quel suo potente Demone, che tu combatti senza rendertene conto, che gli solleciti ogni volta senza accorgertene, non può fare nulla se non un grande e pesante lavoro su di sé (che nessuno ha mai voglia di fare, meglio prendere e andare via, è più comodo).

In lui causi una battaglia molto pesante, insostenibile. Non sa più come parlare, cosa dire, tu, con quel tuo essere così viscerale e genuino, lo smascheri ogni volta, tu lo obblighi a comportarsi in un modo che a lui non gli conviene perché perderebbe la stima e l’affetto che da anni sta cercando di conquistare da parte di tutto il mondo che lo circonda. Lo obblighi a spogliarsi di quelle vesti dietro le quali si nasconde, diventi un personaggio scomodo nella sua vita anche se lo ami, anche se faresti di tutto per lui, anche se vi siete emozionati a vicenda, anche se avete vissuto esperienze indimenticabili, etc, etc… quel suo Demone è più forte di te.

Come dico sempre, se l’Universo ci ha messo davanti quella persona, occorre chiedersi perché. Nessuno entra nella nostra vita senza motivo. Tutto quello che di lei non si sopporta o ammiriamo dobbiamo osservalo dentro di noi. E invece no, non lo facciamo mai. Più malessere ci fa provare qualcuno e più dovremmo riflettere su questo. Non dico di continuare a stare lì ma almeno lavorare su di noi.

Invece ce ne andiamo. Abbandoniamo. Togliamo il disturbo con mille scuse cercando addirittura di passare per buoni sammaritani con frasi tipo << Me ne vado per non farti più del male >>. Ma per favore… Guarda in faccia il tuo Demone, non trovare più scuse, non puoi, dopo quello che c’è stato tra noi, andartene così senza che io fondamentalmente ti abbia fatto nulla di grave. E continui a frequentare gente che ti prende in giro ogni volta, che mette davanti a te il loro star bene e poi il tuo essere. Vero? Ti tornano certe parole? Ti tornano questi meccanismi? Se li hai vissuti sicuramente sì.

I Demoni sono furbi, saggi e acuti. Sono mostri che nutriamo da quando siamo bambini e li abbiamo creati noi. Ci conoscono molto bene. Sono fatti della nostra stessa sostanza. Ci conoscono meglio di quello che ci conosciamo noi stessi. Sanno come farci reagire per salvarsi, per non essere visti, per non essere smascherati e poter continuare a vivere. Sanno quali sono i nostri meccanismi di difesa, quelli che usiamo ogni giorno per sopravvivere. Sono gli amministratori delle nostre emozioni perché di emozioni sono fatti. Ci fanno trovare le scuse più idiote, i comportamenti più stupidi ma l’importante è uscirne puliti e liberarsi da quel vischio nel quale ci siamo cacciati.

Se sei vittima del Demone della Falsità e nella tua vita giunge una persona prettamente schietta e sincera chiediti perché. Solo questo. Naturalmente sarà difficile che tu ti riconosca – vittima del Demone della Falsità -, equivale a dire che sei una persona falsa e questo richiede una dose di umiltà che solo chi davvero intende diventare Mago della propria vita ha voglia di possedere. Ma, quantomeno, chiediti il perché di tanta franchezza nella tua vita. Quella persona può apparire antipatica, ansiosa, invidiosa, collerica, supponente ma è se stessa. Non sta fingendo. E’ lei, è come è davvero. Apprezza questa dote. Questa sua totale onestà e chiediti perché è lì, tra le tue mani.

* Parliamo adesso della postilla di cui accennavo prima.

Le frequenze si attraggono se simili. Cio’ significa che, continuando con l’esempio della Falsità, se io sono falsa incontrerò persone false. Su questo non ci piove, è una Legge Universale e anche scientifica. La Falsità degli altri mi farà male. Devo provare dolore per vedere la Falsità dentro di me ed evolvermi. Se non provassi dolore, se nulla mi stuzzicasse, non la vedrei. Però prima ho detto che Falsità con Falsità condiscono allegramente l’insalata… quindi?

La falsità è facile, la verità così difficile… – (George Eliot)

Beh, a seconda delle circostanze, la Falsità dell’altro, che ricevo, può tornarmi molto utile. Mi permette di essere falsa come piace a me. Ripeto, non focalizzarti sulla bugia, si parla di comportamenti e schemi arcaici non rimossi. Mi fa male la Falsità dell’altro, certo che sì, la sento, mi lacera, mi punge dentro, sono convinta di non meritarla ma, allo stesso modo, viaggiando sulla stessa linea d’onda, io potrò comportarmi come mi conviene.

Ti faccio anche in questo caso un esempio che ti sembrerà assurdo ma esiste, credimi.

Supponiamo che tu parli male di me ma ovviamente non me lo dici, o mi menti dicendo di aver parlato bene di me. Ottimo, a me torna comodo questa tua palla perché se io, davanti a te, venissi a scoprire la verità, dovrei ovviamente reagire come si conviene in onore della mia Coscienza (niente e nessuno è più potente della nostra Coscienza, almeno che non la si lasci a tacere, zitta, sotto la cenere). Il far finta di non sapere nulla, invece, mi permette di evitare di reagire in malo modo e questo mi permette di evitare anche di offenderti. Non offendendoti mi assicuro la tua vicinanza, la tua stima, il tuo affetto, la tua considerazione, etc.. Evito di passare per quella che fa una brutta figura, che è irosa, che è acida, che è….. SCHIETTA! Nessuno, più tardi, parlerà male di me anzi… quando sentono il mio nome sono e saranno tutti sempre pronti a dire << Che bella persona che è! E’ una grande! E’ fantastica! E’ gentile! E bla… bla… bla… >>.

Ti rendi conto quanto è “malato” l’Essere Umano sotto certi punti di vista? Cosa arriva a fare per il quieto vivere, per non perdere l’apprezzamento e l’ammirazione degli altri?

A te invece può perderti, perché tu sei talmente schietta che se non merita stima non lo stimi! E allora che se ne fa di te uno che finge da una vita proprio perché ha bisogno della stima degli altri? Che ha bisogno di trascinarsi dietro una buona reputazione?

Spero, con questo articolo, di non essere stata troppo… schietta!

Ricorda: chiediti sempre perché quella persona è capitata nella tua vita e cerca di non soffermarti solo sui motivi che più ti piacciono o ti fanno comodo.

Non dire: << Ah! Quella persona è capitata nella mia vita perché, come me, ama il Tennis e mi ha insegnato molto e assieme abbiamo vissuto le più belle esperienze tennistiche della mia vita >>. Il Tennis è un mezzo, non è il motivo!

L’Anima non è mai superficiale. L’Anima non ha emozioni, non ha orpelli, è cruda, severa, inflessibile, va nel tuo profondo per farti rinascere ogni volta a costo di farti sentire dolore.

Buon lavoro su di te.

Prosit!

Photo ifantasmi.it – 123rf.com – milano-psicologa.it – stile.it – youtube.com – sitowebinformativo.com – bioallenamento.it – donna moderna.com – milanocittastato.it – artmajeur.com – pinterest.it