Il segno sui piedi di un trauma alle lombari e agli organi riflessi

Evito di ripetermi dicendo che nulla è assoluto quindi vado subito al sodo mostrando cosa solitamente appare sulla parte interna del piede di una persona che ha, o ha avuto, problemi alla colonna vertebrale.

Osserviamo questa parte del piede che riflette le vertebre lombari e i loro eventuali problemi: un incidente, un’ernia, una malformazione… qualsiasi disturbo viene definito attraverso una linea che in caso di lieve fastidio appare come una piccola ruga, mentre, se il trauma è stato consistente diventa un solco lungo e profondo.

“Magicamente” si disegna sul piede questo tratto (che ho indicato con una freccia verde) ma non solo. Nel caso in cui il trauma abbia interessato di più la parte sinistra della colonna, questa linea apparirà sul piede sinistro e viceversa. Difficilmente sbaglierete nel notare una riga più accentuata delle altre in questa zona, se chiedete cosa sia capitato alla schiena di quella persona. Ma potete andare ben oltre a questo argomento anche se, scendendo più in profondità, la questione si infittisce un pochino.

Ebbene la nostra spina dorsale è lo specchio dei nostri organi interni.

Le vertebre cervicali, ad esempio, riflettono le parti della gola: tiroide, laringe, faringe, corde vocali, etc…

Le vertebre dorsali rispecchiano la salute del cuore, dei polmoni, del fegato, dello stomaco, etc…

Le lombari, come le sacrali, l’apparato riproduttivo, quello urinario, quello digerente…

Quindi, quando abbiamo un problema che ci affligge alle vertebre possiamo anche pensare ad un avviso che vogliono darci in base all’organo che sta loro davanti.

Attenzione però: questo non significa che il nostro cuore, o il nostro intestino, o il nostro pancreas hanno dei seri problemi. Può essere così ma si deve anche pensare che, probabilmente, questi organi sono semplicemente stanchi, o indeboliti, o irrigiditi in base alle troppe emozioni negative provate e che hanno sede in loro.

Se per ipotesi si è persone molto ansiose, e si rovina quindi la natura serena dei propri organi inerenti all’apparato digerente (sede dell’ansia), che si nutrono della preoccupazione e custodiscono il timore esagerato, potrà capitare di sentire dei dolori alle vertebre corrispondenti.

Il solco che vedete nell’immagine si trova sul mio piede. Chi mi segue da tempo conosce bene l’avventura che ho vissuto con la mia amica Ernia, un’ernia che mi ha procurato seri e gravi problemi, ma è a conoscenza anche di un’emorragia all’ovaia che ho subito un po’ di tempo fa.

Come avevo già scritto, e riassumendolo adesso molto brevemente, il significato dei due disturbi (zona lombare: autostima – ovaie: femminilità) se preso in blocco, in un unico finale, mi stava suggerendo che come donna mi stavo autosvalutando, lasciandomi sottomettere e senza far valere chi ero davvero. Non avevo nessun tipo di autorità, ne’ orgoglio visto come dignità.

Abbandonavo, soffocandolo e reprimendolo, il mio lato femminile nutrendo di più quello maschile per avere più forza e poter così arrancare meglio nella vita e sopravvivere.

Non capivo che, in quel modo, stavo solo facendo resistenza ad una forza che si sarebbe fatta ancora più potente. Dovevo solo lasciar andare e nutrire invece la mia vera bellezza. Quella per la quale ero nata. Coltivando ciò che ero e lasciando divampare la mia meraviglia, sarebbe diventata così grande e così piena da eliminare essa stessa, automaticamente, tutti i problemi che derivavano da quel mio vivere. Cioè ho agito all’incontrario.

Quel “mostro”, residente nel mio inconscio, non dovevo ucciderlo, mi bastava non dargli più da mangiare e pensare invece, con tutte le mie energie, all’angelo che c’era di fianco. Il primo sarebbe morto di fame e l’altro sarebbe cresciuto.

Ora, infatti, sto benissimo. Non soffro più di questi problemi che per molto tempo mi hanno afflitta ma, quel particolare segno, visto come un simbolo, resta lì, sempre ben visibile a consigliarmi di continuare come sto facendo e non ricadere più in quella brutta trappola che mi ha portato solo angoscia.

Vorrei sottolineare che questa linea (che ovviamente non avevo prima dei disturbi che vi ho descritto) si trova sul mio piede sinistro, guarda caso proprio dalla stessa parte in cui è fuoriuscita l’ernia.

La nostra parte sinistra è la parte femminile quella corrispondente alla femminilità di ognuno di noi (uomini e donne). È la parte corrispondente alla Madre ma anche ad altri ruoli femminili con i quali abbiamo a che fare anche se solitamente più secondari: sorella, migliore amica, figlia… tutto quadrava.

La mia parte femminile non ce la faceva più a vivere nascosta e inibita, e non ce la faceva più neanche quella destra (maschile – parte del Padre) costretta, da anni, a un duro ed esagerato lavoro.

Dall’alluce al tallone, la nostra colonna vertebrale è disegnata lì, lungo la parte interna dei nostri piedi. Provate a leggerla o a tradurla. Reca messaggi assai importanti.

Oggi vi ho parlato esclusivamente della zona lombare la quale meritava un articolo tutto per sé ma ogni parte è fondamentale e ha tanto da dire, perciò non vi resta che attendere i prossimi articoli inerenti a questo affascinante argomento.

Prosit!

Le cose che le orecchie dicono di noi

Non siamo portati ad osservare molto le orecchie, nascoste anche spesso da capelli e cappelli. Siamo più propensi a soffermarci sugli occhi o sulla forma del naso. Ammiriamo delle belle labbra, un mento caratteristico ma… le orecchie, a meno che non abbiano strane forme, o non siano decorate a dismisura, attirano poco la nostra attenzione.

Le orecchie, invece, dicono molto di chi siamo e anche di cosa ci aspetta nella vita o che tipo di infanzia abbiamo passato. Raccontano il nostro stato di salute e il nostro carattere. Non per niente, come già vi avevo detto tempo fa, la loro forma rappresenta ciò che eravamo come feto nella pancia di nostra madre, dove la testa è rappresentata dal lobo e la punta in alto corrisponde alla parte finale della schiena e il sedere. In pratica, tutta la nostra esistenza.

Senza perder tempo, quindi, andiamo a vedere le loro caratteristiche che ci parlano.

POSIZIONE: la loro posizione indica l’equilibrio energetico della persona. Sbalzi d’umore, sbalzi di salute, cambi repentini di azione, etc… Dovrebbero essere corrispondenti alle sopracciglia. Molte filosofie sono d’accordo nel dire che orecchie sopra alle sopracciglia denotano grande intelligenza. Non sono d’accordo, per quello che ho potuto appurare io, si tratta più di un discorso di introversione ed estroversione che non intelligenza. Apertura o chiusura verso il mondo.

COLORE: il loro colore è importante. Il colore della pelle delle nostre orecchie. Il colore che indica intelligenza e successo nella vita è il rosato/biancastro. La norma per capirci. Un colore scuro tendente al nero o al bordeaux, invece, oltre a simboleggiare un sangue “sporco”, troppo ricco di proteine animali, significa anche dover vivere profonde tristezze. Il rosso acceso, colore della rabbia, traduce che quella persona passa diverse rogne nella sua vita ed è una lamentosa, ci sono in lei ristagni emozionali, mentre un colore giallo, indica chiusura, resa, passività nei confronti della vita dove si crede di essere succubi del male e, questo stato emotivo, per nulla salutare, corrode all’interno.

FORMA: la forma indica principalmente come possiamo vivere socialmente la nostra esistenza. Una forma prettamente “rettangolare” dell’orecchio può rappresentare una persona con un buon successo, una bella famiglia, ricchezza e carisma. Orecchie piccole e tonde segnalano dolcezza, affetto e generosità ma anche l’aver poca voglia di assumersi responsabilità e temere molto il giudizio altrui. Orecchie “a punta”, tipo Elfo, denotano intelligenza vivace e piacere verso l’istruzione, acume e sarcasmo, ma anche non approvare gli altri, non accettare, essere intolleranti e spesso infastiditi da tutto. Chi ha questo tipo di orecchie potrebbe essere irascibile e calcolatore.

LOBI – I lobi meritano una particolare attenzione poiché corrispondono alla nostra testa e quindi alla Mente. Questa nostra grande nemica/amica attraverso la quale viviamo la vita e quindi formiamo il nostro carattere e, di conseguenza, il nostro stato di salute che, come dico sempre, è il risultato di come affrontiamo gli eventi della nostra esistenza. Un lobo staccato dalla testa e bello carnoso indica una buona salute e la capacità di difendersi e risollevarsi dagli attacchi esterni. Un lobo sottile e inesistente indica invece una salute cagionevole e un soggetto debole che, probabilmente, nella vita, dovrà sfoderare arroganza e aggressività per essere visto e ascoltato. Sa quello che vuole ma ad accompagnarlo è sempre un po’ di nervosismo.

Ora, prima di correre davanti allo specchio ad osservare con attenzione le vostre orecchie, sappiate, come dico tutte le volte, che un viso deve essere visto nel suo insieme… sempre! Queste possono essere solo indicazioni o spunti di riflessione.

Ma c’è ancora una cosa che desidero comunicarvi: le orecchie rappresentano, ovviamente, il nostro ascolto. Ogni disturbo inerente all’udito, come l’otite, corrisponde a un qualcosa che non vogliamo sentire o vorremmo sentire ancora ma non è possibile (ad esempio la voce di una cara persona che non c’è più).

Ferirsi un orecchio, invece, significa sentirsi in colpa per non aver fatto nulla dopo aver saputo una determinata cosa.

Avete presente il detto – Da un orecchio mi entra e dall’altra mi esce? – ecco, a volte, occorrerebbe metterlo in pratica… lasciando andare. Liberandosi. Cercando così di eliminare diversi disturbi alle nostre orecchie. Ricordate anche però, com’è scritto su varie fonti, che – di orecchie ne abbiamo due ma di bocca una sola, forse perché dovremmo più ascoltare che parlare -.

Prosit!

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Orecchie a sventola: io dono ma tu guardami

OLTRE LE VALUTAZIONI

Sono parecchie le persone, bambini compresi, con le orecchie a sventola. Una caratteristica che dice tanto di una persona e che racchiude, in sé, indizi di ricchezza. Personalmente la trovo una caratteristica che sa di tenerezza ma questo è un gusto che appartiene a me e non ha nulla a che vedere con l’articolo. La società, però, ha deciso di giudicare negativamente questa qualità e molti decidono quindi di intervenire chirurgicamente per ottenere i canoni che la nostra cultura vuole.

Chi ha le orecchie a sventola è destinato ad essere preso in giro, considerato ridicolo, bruttino e disarmonico, laddove si osserva solo la confezione e non si riesce ad osservare un corpo come un traduttore di messaggi importanti. Capelli e cappelli diventano quindi i migliori amici per nascondere quello che viene considerato un – difetto – peraltro molto evidente e, si soffoca così, inconsciamente, anche una natura splendida.

Premetto che la fisiognomica non può essere presa singolarmente. Un viso lo si deve guardare nel suo insieme ma si può comunque provare a dare nozioni inerenti ad un carattere fisiognomico molto accentuato.

UN ESSERE PIENO DI VIRTU’

Detto questo, e tornando al discorso della splendida natura chiusa in quelle orecchie, “sgradevoli alla vista” della maggior parte delle persone, bisogna proprio ammettere che chi ha le orecchie a sventola è un individuo ricco di virtù.

La sua più grande dote è quella della generosità, anche se purtroppo può essere difficile da vedere il suo altruismo a causa della riservatezza nella quale questa persona viene obbligata poi a cadere, per non essere additata. È generosa e si interessa del bisogno degli altri.

La forma delle sue orecchie serve a trasformare queste parti del corpo in vere e proprie antenne, perché è interessata a capire se qualcuno può aver bisogno, per poterlo così aiutare velocemente. Cerca di captare se ci può essere necessità di un suo intervento, negli eventi della vita che le scorrono attorno, e prestare così il suo operato.

Queste “antenne”, però, hanno anche il compito di avvisarla in caso di pericolo. Le persone che hanno le orecchie a sventola sono sensibili e quindi si sentono facilmente attaccabili e vulnerabili. Non hanno una forte corazza, non vogliono o non vorrebbero averla, visto che il loro intento è quello di unirsi agli altri ma, rendendosi conto di essere quindi più attaccabili, hanno bisogno di sentire un eventuale pericolo arrivare da lontano. Come se le orecchie, per loro, fossero un radar.

UN CARATTERE E UN CORPO

Per questo, io personalmente, sono contraria alla chirurgia in questo tema. Il corpo e la psiche sono un tutt’uno. Se si ha un determinato temperamento, o carattere, è anche giusto avere gli strumenti di difesa e di allerta più adatti. Ognuno nasce perfetto con un corpo adatto all’evoluzione che la sua anima deve compiere.

Si parla quindi di persone timorose che vivono nella paura di essere traditi, di ricevere del male ma, nonostante tutto, propensi ad avvicinarsi al prossimo e accoglierlo.

A me, tutto questo, sembra un nobile atteggiamento e per il soggetto in questione è sicuramente un’evoluzione che deve compiere nella sua vita attraverso la consapevolezza.

Costui è anche un soggetto ben poco aggressivo ma ha un grande bisogno di essere visto. Bisogno di essere riconosciuto. Bisogno di valere, di essere amato, in pratica, per quello che è.

Un difetto? A volte può sembrare un saputello. Deve pur celarsi dietro a qualcosa, scegliendo sovente l’istruzione come arma per incantare o zittire l’”avversario”.

SIAMO ESSERI LIBERI

Ama smisuratamente la libertà propria e degli altri. Difficilmente giudica e, spesso, può ambire così tanto al suo essere libero da sembrare irresponsabile e superficiale. Occorre poi anche vedere come il contesto familiare o sociale lo hanno educato, plasmato, modellato, ma la sua natura è questa descritta. Non capisce infatti come sia possibile che, molte persone, siano attaccate al giudizio negativo delle sue orecchie anziché vivere facendosi i cavoli propri.

È assai difficile andare contro il giudizio degli altri e sentirsi superiori per come si è ma penso sia utile insegnare ad un figlio ad essere forte e rimanere se stesso prima di acconsentire debolmente alla modificazione di una parte del corpo. Gli amici dovrebbero ritenersi fortunati nell’avere al proprio fianco quello che nominano “Dumbo”, perché hanno un tesoro che difficilmente li abbandonerà nella vita. E poi, Dumbo, era o non era dolcissimo? Ci sono le eccezioni naturalmente. Ho conosciuto gente con le orecchie a sventola antipatiche a dismisura.

Non vergognarti delle tue orecchie, sfoderale come se fossero le ali di una farfalla. E, se ti deridono dicendoti che spicchi il volo, rispondi che tutti dovremmo spiccare il volo anziché stare attanagliati a questa realtà come schiavi debosciati, e tu puoi farlo più facilmente.

Prosit!

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Quella macchia in mezzo alla fronte – la Rabbia

LA RABBIA APPARE

Sono cresciuta con una zia anziana che adoravo e anche lei mi amava moltissimo. Con me era molto buona ma devo riconoscere che, con il resto della famiglia, si comportava come un Gendarme. Aiutava tutti, sia materialmente che no, ma allo stesso tempo, gli altri dovevano fare come decideva lei. Era saggia e istruita. I suoi consigli erano sempre efficaci. Era anche benestante. Queste qualità le conferivano un potere che da una parte tornava utile ma, dall’altra, tarpava le ali alla libertà altrui.

Un qualcosa che lei riteneva pericoloso non lo si doveva fare e, se si decideva di farlo ugualmente, o lo si faceva a sua insaputa, di nascosto, o lei si impuntava e si arrabbiava moltissimo. La rabbia appunto. La vera protagonista di questo articolo.

IL ROSSORE TRADITORE

Dovete sapere che, questa mia zia, aveva una particolare caratteristica fisica. Ogni volta che si arrabbiava seriamente, una macchia rossa appariva in mezzo alle sue sopracciglia e perdurava per giorni e giorni.

Il muscolo frontale che si trova in mezzo alle sopracciglia, il punto che gli spirituali indicano come terzo occhio, si chiama procero e corrisponde al Fegato. Il Fegato è l’organo in cui ha sede l’emozione Rabbia.

La cosa più curiosa, e collegata a tutto questo, però è un’altra. Ogni volta che io e mia mamma (più lei di me che la conosceva da più tempo) vedevamo spuntare questo rossore sulla sua fronte, sapevamo che qualcosa l’aveva fatta arrabbiare, ma soprattutto sapevamo che, dopo quel rossore, sarebbe arrivato qualcosa di più grave. Ormai era ovvio.

Alla cara zia, infatti, o veniva la febbre (calore – rabbia) o veniva un infiammazione (calore/rossore – rabbia) o un’infezione da qualche parte (calore/rossore/putrefazione – rabbia).

E una volta il fuoco di Sant’Antonio, e un’altra volta si feriva e la ferita poi si infettava, e poi ancora si scottava con l’acqua bollente… insomma, ogni volta, qualcosa indicava la sua collera. Fisicamente. Dopo l’avvenimento psicologico.

Una volta guarita, la macchia spariva e la sua fronte tornava ad essere del classico color pelle come il resto del viso.

SIAMO TANTI CORPI IN UNO

Non potevano essere sempre coincidenze visto che per tutta la sua vita (90 anni) accadde così.

Quale spiegazione può esserci? Non voglio convincere nessuno ma, secondo me, pare proprio ci sia un significativo rapporto corpo-mente-emozione. Siamo un tutt’uno infatti. Come dico sempre.

Occorre tener da conto vari fattori: l’alimentazione, lo stile di vita, i geni ma occorre anche aprire le vedute e guardare qualcosa di ancora più ampio. A proposito di geni… nessuno in famiglia, neanche i suoi genitori, hanno mai sofferto della stessa cosa. Lei era l’unica alla quale accadeva quello.

Non per niente era l’unica a “comandare” tutti. Comandava anche sua mamma e suo papà. Lei era infermiera, nessun altro in famiglia lo era. Un tempo le infermiere facevano di tutto, non era come adesso. Vi sto parlando degli anni ’30/’40/’50. Passavano dal lavare i pavimenti, al passare i ferri in sala operatoria e quindi, a stretto contatto con i medici, ne sapevano parecchio sulla salute e la medicina. Perciò, in casa, chi stava male, si rivolgeva a lei ricevendo le sue amorevoli cure e, anche i suoi genitori, sempre più anziani, dipendevano in qualche modo da quella figlia che poteva dar loro sollievo in caso di bisogno.

Questo sempre per dirvi che era lei ad avere il controllo su tutto e sentendosi responsabile di ogni cosa e di ogni individuo, come ho detto, si inalberava se non si obbediva. In fondo, aveva paura che facendo l’inverso di quello che lei ordinava poteva accadere qualcosa di grave a chi voleva bene e reagiva con l’ira.

LA GRINTA CHE NON TI FA CEDERE

La rabbia era una sua amica anche vista come “rabbia energetica” nel senso di “grinta”. Era infatti una donna molto energica. Si alzava tutte le mattine alle 5 e, alle 8, c’era già il pranzo pronto e le faccende di casa fatte. Impastava ogni giorno. Accudiva i nipoti, lavorava, andava a fare commissioni per gli altri, aiutava nella parrocchia, curava i suoi, la casa, il marito, insomma non stava ferma un attimo.

Era la più grande di sei figli e, fin da piccola, fece da mamma a tutti mentre i genitori lavoravano. Visse le due Guerre Mondiali e non si fece mai mettere i piedi in testa da nessuno. Una bella tempra. Una vita accompagnata da questa rabbia-grinta.

Ogni manifestazione cutanea che sorge in mezzo alle sopracciglia: secchezza, macchie, eccesso di sebo, rughe profonde, brufoli, etc… indica un messaggio da parte del nostro Fegato. Può sentirsi appesantito da un’alimentazione troppo grassa o ha bisogno di ripulirsi per i troppi prodotti di origine animale che mangiamo (non va mai bene eccedere) ma potrebbe anche comunicare una rabbia, magari celata o latente, in noi. Potete provare a farci caso.

Prosit!

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Un pochino di cenni sulle nostre Incredibili Mani

E’ grazie alle Mani che possiamo esprimerci. In tutti i sensi.

Con esse possiamo mostrare persino il nostro stato d’animo o sottolineare ciò di cui siamo convinti.

Accurate filosofie e tecniche si sono premunite di studiare il linguaggio delle Mani perché esse hanno davvero tanto da dire e, io per prima, non potrò citare tutto in un solo articolo.

Ma non voglio apparire banale raccontandovi quello che la maggior parte della gente sa perciò cercherò di suggerirvi qualche riflessione un pò curiosa da non prendere come assoluta ma che sicuramente può aiutare.

Con le Mani si può accarezzare, solleticare, trattenere, graffiare. Possiamo con esse aggrapparci o, all’incontrario, lasciar andare. Possiamo sedurre, scacciare, maltrattare, coccolare. Maneggiare, trasformare, custodire. Tutti atti che possiamo tranquillamente riferire alla vita stessa in senso olistico.

Come affrontiamo quindi le esperienze? Ecco a cosa rispondono le nostre Mani.

I problemi alle Mani, senza entrare nello specifico in questo particolare post, insorgono infatti quando non riusciamo a gestire con gioia, amore e serenità le situazioni che la vita ci mette davanti.

Il bravo panettiere che dalla farina, mescolandola all’acqua, riesce a creare una bella pagnotta è un obiettivo per noi ancora lontano, se abbiamo disturbi alle mani. Non riusciamo cioè a “mescolare” gli ingredienti che abbiamo per realizzare così una perfetta creazione. Per concretizzare ciò che potrebbe farci del bene e fare del bene.

Le Mani sono i nostri secondi occhi, le nostre seconde orecchie. Attraverso loro possiamo vedere e sentire. Tutto passa da lì. Ma sono anche la nostra seconda bocca perché, grazie a loro, possiamo parlare.

Diamo e riceviamo. Siamo in connessione con l’intero mondo. La nostra parte interna viene collegata all’esterno e tutto può essere Uno. Offriamo e prendiamo ed è l’insicurezza di queste azioni che ci provoca dolore alle Mani.

Cosa stai offrendo di te? Cosa stai prendendo dalla vita? Sei sereno e soddisfatto di tutto questo? Sai gestire perfettamente la tale situazione?

– Chi ha Mani e dita rigide è solitamente una persona che pretende molto soprattutto da se stessa. Poco flessibile nei confronti degli errori, onesta, giusta ma teme la critica e il giudizio. Potrebbe anche soffrire di ipertensione e avere un po’ troppi grassi nel sangue.

– Chi ha Mani invece che prudono, come anche il proverbio cita, significa che è impaziente verso un qualcosa o qualcuno ma in modo costante. Una persona quindi che vive nell’ansia e nella preoccupazione. Che ama vedere tutto a posto e perfetto. I disguidi lo disturbano. Vuol dire essere irrequieti e vivere nella tensione. Queste persone potrebbero soffrire di herpes labiale o avere problemi allo stomaco e di digestione.

– Chi ha Mani lesionate, perché sovente rimane vittima di ustioni, o traumi, o tagli significa che si rimprovera troppo e si sente spesso colpevole nei confronti degli altri. Ha paura di aver offeso qualcuno o di non essere stato all’altezza di quello che quel qualcuno si aspettava da lui. Potrebbe avere un apparato respiratorio delicato e, a seconda del problema che lo affligge inconsciamente, soffrire all’apparato genitale.

Questi sono solo piccoli esempi ma il mondo delle nostre Mani è davvero incredibile per non parlare della comunicazione che usa, oggi chiamata “non verbale”, e che seppur studia tutto il corpo, comprendendo anche la cinestetica e la prossemica, si sofferma sempre molto proprio sulle Mani.

Sono il nostro biglietto da visita, sì, ma non solo per via della loro bellezza. Arrivano spesso prima di noi. Gesticolano in aria per convincere il pubblico (spesso anche della bugia che il loro padrone sta raccontando). Indicano (attenzione a quelli che mentre parlano hanno sovente l’indice puntato verso il basso, si sentono autorevoli). Si strofinano (soprattutto quando il padrone racconta un tema che conosce molto bene).

Anche chi non sa nulla sul linguaggio del corpo rimane colpito e affascinato, pur non rendendosene conto, del parlare delle Mani. Riescono ad attirare l’attenzione anche se non vengono tradotte.

E sono anche un po’ pestifere! Tradiscono persino! Oh si! Molto più spesso di quello che si crede per un buon osservatore. Rivelano molto sullo stato mentale della persona e non andrebbero messe da parte ma, anzi, studiate con attenzione. Avevo tempo fa scritto un articolo che vi ripropongo qui https://prositvita.wordpress.com/2015/05/14/le-meravigliose-dita-delle-nostre-mani/ anche sulle dita delle Mani.

Sono sicuramente la parte più mobile e capace del nostro corpo. Formate da tanti e minuscoli ossicini a permetterne movimenti unici e complessi. I dettagli della nostra quotidianità vengono incassati e vissuti e infine tradotti proprio dalle nostre Mani.

Si arrestano quando la paura non ci permette di fare ciò che desideriamo e si lasciano andare, esagerando, quando prendiamo la vita alla leggera senza considerare le conseguenze di un nostro gesto. Sono pressoché immobili quando siamo tipi “senza midollo” o vogliamo ingannare, e diventano imitatrici quando invece abbiamo bisogno di sicurezza e di affermarci.

Le Mani inoltre ci aiutano anche a passare in modo un po’ più lieve i brutti momenti della vita.

Battersi con un pugno sul palmo della mano, ad esempio, ridona energia al fisico troppo spento e stanco. Ridà forza e voglia di proseguire e scavalcare gli ostacoli. Massaggiarsi le dita, invece, porta benessere a tutti gli organi del corpo e allevia la tensione. Succhiarsi o mordicchiarsi il pollice infonde una coccola alla ricerca dell’affetto materno e allucina così una parvenza di moina e tenerezza verso noi stessi.

Premendo delicatamente ma con decisione e formando leggeri circoletti nella parte tra il pollice e l’indice, come si può vedere nell’immagine, si aiuta e si facilita la digestione.

Che dire ancora? Mille e mille e mille cose potrebbero venir citate ulteriormente ma avrò naturalmente bisogno di un altro articolo. Alla prossima quindi!

Prosit!

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Occhi e Palpebre – Cosa ci dicono?

Sugli occhi ci sono tante cose da dire e, dopo aver scritto questo articolo, https://prositvita.wordpress.com/2016/01/08/hai-occhi-grandi-o-occhi-piccoli/ voglio ampliare il discorso. Occhi sporgenti, occhi incavati, occhi ravvicinati, occhi distanti, chiari, scuri… scrivere diversi post tenendo anche conto delle ciglia e sopracciglia, palpebre, cavità orbicolari, insomma, gli occhi possono comunicare davvero molto su di noi.

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Ecco, a proposito degli occhi sporgenti, alcune persone li hanno, mi viene in mente come questa caratteristica indichi che quella persona è un individuo che ama tenere tutto sotto controllo. Vedere tutto, notare tutto. A volte addirittura cade nel credere che senza di lui le cose non funzionano per il verso giusto. Sono persone molto socievoli, o comunque amano stare in compagnia, possono patire la solitudine. Inoltre, possono essere impulsive, soprattutto nel parlare e coraggiose. Piene di ardore.

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Si parla quindi di profondità dell’occhio, una profondità fisica in questo caso.

Le persone invece con gli occhi più incavati sono persone che amano e vogliono guardare dentro loro stesse. Sarà difficile quindi per loro prendere una decisione velocemente su due piedi. Sono riflessive e spesso anche titubanti. Più introverse e molto accurate nelle scelte.

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La zona orbitale del viso, la fascia che comprende non solo gli occhi ma l’inizio del naso, il procero, la palpebra inferiore, l’arcata sopraccigliare fino alle tempie, dice molto. Essa può avere un colorito più scuro o più chiaro. Quando è scuro potrebbe esserci della depressione e quando le palpebre, sia superiori che inferiori, sono rigonfie, e magari scure, è segno di tristezza. Io le chiamo “le sacche del pianto”. Indicano anche un malfunzionamento dei Reni, sedi dell’emozione Paura, la quale infatti rende tristi e, dal punto di vista dell’alimentazione, palesano un consumo esagerato di proteine e prodotti animali. Le persone con “le sacche del pianto” molto accentuate possono avere la tendenza ad ingrassare ma per questo aspetto bisogna prendere in considerazione molti altri fattori. Queste “borse”, se rigonfie, mostrano un eccesso di liquidi e quindi eventualmente uno stato edematoso in tutto il corpo mentre quando sono asciutte, e a volte addirittura rientrano nella cavità, suggeriscono mancanza di idratazione.

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E’ quasi buffo pensare, come dicono molti luminari orientali, che solitamente quando sentiamo lo stimolo della fame in realtà il nostro corpo ci sta chiedendo acqua e non cibo. L’acqua è fondamentale per noi, per la terra, per ogni forma di vita. Siamo costituiti dal 70% d’acqua ed essa depura. Non bisogna esagerare con la sua assunzione ma sicuramente non deve mai mancare.

Questa fascia comprende anche la distanza degli occhi dal naso. Quando gli occhi sono ravvicinati tra loro possiamo avere davanti un soggetto che osserva a lungo le cose, magari giudicandole anche, può avere buon gusto e saper valutare. Una persona analitica che solitamente apprezza chi la pensa come lei. Sarà anche in grado di concentrarsi con semplicità.

Chi invece ha occhi più distanziati ha larghe vedute, può cambiare idea facilmente ma non solo perché si lascia trasportare bensì è in grado di adattarsi alle situazioni della vita e valutare diverse prospettive senza assolutismo.

Come ho già detto nell’articolo precedente diffidate dal make-up. Le donne con occhi ravvicinati tendono sempre ad allungarli e distanziarli.

L’angolo esterno dell’occhio è una delle zone più truccate del viso e ha anche lui una posizione soprattutto da osservare in correlazione all’angolo interno.

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Quando l’esterno è infatti più in alto rispetto l’interno quasi sicuramente quella persona è curiosa, molto sveglia, sa il fatto suo, potrebbe essere anche vanitosa, avere uno spiccato orgoglio personale ma soprattutto ambiziosa.

All’incontrario c’è un po’ di infelicità, di pessimismo e poca autostima. Tanto buon cuore ma poca soddisfazione nei confronti della vita.

Questi angoli, soprattutto quello esterno, sono in stretto collegamento con la palpebra superiore. Quando questa è particolarmente polposa, carnosa, piena, ci si può ritrovare davanti un individuo che non è in grado di amare con tutto il suo cuore e quindi soffrirà molto meno per il proprio partner rispetto a quello che ha invece la palpebra superiore incavata e vuota. I primi perdono meno energia, la trattengono di più, alimentano il loro fuoco interiore  e potrebbero essere più portati a focalizzarsi e a dedicarsi alla propria professione e al denaro piuttosto che alle relazioni intime. I secondi invece si svuotano di energia proprio come le loro orbite e solitamente questo accade per passione.

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Accanto all’angolo esterno possono formarsi delle rughe (avvallamenti della pelle che meriterebbero un articolo a sé) chiamate, in gergo, “zampe di gallina”. Questi solchi indicano il socchiudere gli occhi come a volerci – vedere chiaro -. Mirare quella determinata cosa e valutarla. E’ un riflesso viscerale che, dai primitivi, ha permesso la conservazione della specie. Porre attenzione, cercare di capire cosa sta succedendo. Misurare il rischio. Ovviamente più queste rughe sono marcate o precoci e più l’individuo sarà scettico nei confronti del benessere che la vita può regalare gratuitamente. Sarà una persona che fiuta il pericolo e lo percepisce magari anche quando non c’è. Previdente, forse troppo. Ma sono anche le rughe del sorriso per questo bisogna confrontarle alle rughe del procero in mezzo alle sopracciglia. Quindi, come dico sempre, le parti del viso, o del corpo, non vanno mai valutate singolarmente ma bisogna osservare l’essere umano in tutto il suo insieme. Alcuni dettagli generici però si possono dare come ci suggerisce la fisiognomica. Ma torniamo alle palpebre.

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Le palpebre invece svuotate ma con eccesso di pelle che ricade oltre al bordo ciliare (cosa che accade solitamente durante la vecchiaia) è un segno di critica e autocritica. Si è stati criticati, si critica molto e, sovente, si critica al negativo. In questo caso c’è anche poco entusiasmo nei confronti della vita, si è come stanchi e non si ha più voglia di molte cose. Chi ha questo tipo di palpebre, pur non essendo anziano, è una persona “vecchia dentro” parlando da un punto di vista interiore ed emozionale.

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Pupilla. Dal latino [pupìlla] che significa “bambina, bambino, bambolina”. Infatti, gli occhi sono l’unico organo che non cresce. È lo spazio attraverso il quale è possibile vedere il bambino, dentro l’adulto -.
(guidofruscoloni, Twitter)

Prosit!

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Il Potere è nelle Cosce

Che titolo hot vero? Ma è proprio così!

Come avevo anticipato sulla mia pagina FaceBook qualche giorno fa, voglio parlarvi di una parte del corpo spesso sottovalutata ma, come tutto il resto, anch’essa molto importante. Mi riferisco appunto alle cosce prese sovente in considerazione solo per farle dimagrire, per tonificarle o per ungerle con qualche miracoloso cosmetico.

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Nonostante siano parti del corpo fondamentali sia per i maschi che per le femmine, in questo post, mi rivolgo principalmente alle donne, sia giovani che no, perché avendo ultimamente passato due intere giornate al mare ho potuto notare come, la maggioranza del sesso femminile, abbia queste zone molto sviluppate, più grandi del normale, sproporzionate quindi al resto del corpo. Non parlo dell’essere grasse ma di una sproporzione molto presente in diversi soggetti che, più accentuata o meno, risulta a volte essere un difetto poco piacevole per chi ce l’ha.

Domenica turistica 08072012 la Spiaggia di Alassio

Capirete inoltre che è, in natura, una caratteristica più femminile che maschile.

Il corpo umano è per me un meraviglioso contenitore comunque esso sia e, senza alcun tipo di giudizio, mi piace osservarlo, leggerlo, ascoltare cos’ha da dirmi. Deformazione professionale ovviamente, potete anche dirmi di farmi i cavoli miei! Ma così è.

Ebbene, veniamo alle nostre cosce, queste cosce che per via del muscolo, per via di un edema, per via della ciccia, della costituzione e di molti altri fattori possono essere troppo grosse rispetto al resto della gamba e, naturalmente, dobbiamo prendere in considerazione anche i glutei dai quali esse partono.

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Come spesso vi ho detto, le gambe sono il nostro avanzare nella vita. Simboleggiano il nostro andare avanti o, eventualmente, il nostro non riuscire più ad andare avanti. L’arrancare, il soffermarsi e via discorrendo.

Quando si soffre di ristagno di liquidi (edema) c’è una situazione dalla quale non riusciamo a uscire ad esempio, quando c’è un dolore, c’è un senso di colpa ( a seconda del dolore), quando c’è una cattiva circolazione c’è paura delle cose nuove (e mancanza del flusso della gioia) e potrei andare avanti all’infinito ma, al di là dei vari motivi indicanti il problema che ci affligge, le cosce sono la parte più robusta della gamba.

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Al loro interno c’è l’osso più lungo di tutto il nostro corpo, ossia il Femore, simbolo indiscusso della nostra potenza di agire.

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E’ l’osso sul quale, sembra incredibile, facciamo forza quando ci troviamo davanti un avversario o ci ritroviamo a vivere una situazione ostile da superare “combattendo”. Fortunatamente di nemici non ne abbiamo granchè, non siamo in un film, ma per il nostro – IO -, i nemici sono tutte quelle persone che hanno nei nostri confronti un comportamento che non ci regala un totale benessere anche se magari, queste persone, le amiamo a dismisura.

Il nostro inconscio è fatto così perciò: padre, madre, figli, coniuge, datore di lavoro, amici, possono essere per noi persone amate ma, per la nostra parte intrinseca, scomodi personaggi che minano al nostro benessere olistico con costrizioni magari, o tarpandoci le ali, praticamente, non permettendo al nostro potere di elevarsi.

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Non si può però, o non si riesce, sovente, ad andare contro questi individui che peraltro stimiamo e ammiriamo ed ecco che le cosce s’ingrossano. Si allargano o s’irrobustiscono, ingrassano o si gonfiano. Devono essere belle solide (non c’entra niente con l’essere sode) per sostenerci. Guardate bene questa immagine qui sotto.

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Le tre ragazze che mimano la partenza di un attacco, hanno le gambe in posizione mentre, i due ragazzi dietro, sono rilassati e tranquilli. Immaginate di dover tirare un pugno a qualcuno, di attaccare, immediatamente come mettete le vostre gambe? E noterete come il focus va nelle cosce. Proprio come un pugile. Questo accade anche nello sport, all’inizio di una corsa e in varie competizioni della vita. Il messaggio è: PER NON CEDERE. Per non cadere. In ogni senso.

In questi due giorni di mare, su cento donne di ogni età, non esagero, ma ottanta erano così. Vivono ossia in una continua lotta inconscia nel cercare di non cedere. Non cedere in famiglia, non cedere a scuola, non cedere nei confronti dei figli, del lavoro, davanti alle amicizie. Un problema meno comune nell’uomo che, su certi aspetti, è più menefreghista, (come natura vuole, non è un’offesa assolutamente) e ha altri tipi di paure, di timori, di bisogni. E’ giusto che sia così. Al di là dell’allenamento fisico.

La donna che invece ha cosce normali e ben proporzionate al suo corpo, non significa che non abbia dovuto lottare nella vita o non stia lottando tutt’ora, ci mancherebbe, ma semplicemente ha un metodo di “guerra” diverso, basato su altre condizioni e potrà comunque riportare diversi criteri su altre parti del corpo a seconda di dov’è per lei il fulcro della battaglia.

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Care donne con le cosce grandi, siete quindi semplicemente esseri meravigliosi, non fatevene un problema, siete delle lottatrici e mi auguro non stiate a porvi dispiaceri davanti alla foto di una modella photoshoppata alla quale è stato deciso di nascondere le proprie paure. L’unico difetto che avete, se posso, è quello di non rispettare abbastanza voi stesse.

E il sedere? Per quel che riguarda i glutei, come accennavo prima, averli grossi, dai quali appunto partono le cosce altrettanto grosse, significa desiderare il potere sugli altri. C’è sempre un legame al potere. Forse perché se ne ha avuto poco nella vita e si è sempre subito quello degli altri ai quali abbiamo dato modo di farci sentire inferiori, oppure perché fino ad una certa età lo si ha avuto e di colpo non più. Prendiamo ad esempio una bimba, molto viziata e accontentata in ogni suo desiderio, che si trova poi da adulta a fare i conti con la realtà, con un marito magari diverso dai genitori, dei figli che pretendono e un datore di lavoro che non ha certo intenzione di assecondarla.

Sui glutei inoltre ci sediamo, ci rilassiamo, mettiamo uno stop alle nostre attività. Ci si siede quando si è stanchi. Stanchi anche di “lottare”. Ovviamente non mi riferisco ai lavori sedentari creati dall’essere umano.

Ci sono tantissimi esercizi fisici da fare per rassodare e snellire le cosce o sgonfiarle ma, ad essi, dovete assolutamente correlare anche il vostro pensiero di crescita e di benessere dedicato al vostro POTERE. Un pensiero di rispetto totale verso il vostro Essere lasciando andare il giudizio, così come la paura di essere giudicate, e permettendosi di dire un po’ più di  – No -. Rilassatevi, la vita non è una continua lotta. Così facendo l’attività fisica e una sana alimentazione, da non dimenticare mai, avranno sicuramente più successo.

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Ebbene si, il potere è nelle cosce. Individuate quale sia il vostro punto di scontro, quello che non vi permette di vivere in completa serenità: avete poco potere? State male perchè vorreste avere più potere? Avete paura e cercate di avere più potere per affrontare la vita? Avete troppo potere e lo state usando male? Le persone si allontano da voi e questo vi spaventa? Fate delle riflessioni e lavorate su questo, vi soddisferà.

Prosit!

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Storia di tre Sorelle e della Somiglianza Energetica

Esiste la somiglianza genetica, la conosciamo tutti. Il figlio che nasce uguale identico al padre, due fratelli che sono due gocce d’acqua, la bimba… tutta la nonna, etc, etc… Ma, alla somiglianza energetica, così io la chiamo, ci credete?

Biologia ed Energia a confronto: quando i geni ci dicono molto di più e quando invece non c’entrano affatto.

Una storia vera:

C’erano una volta tre sorelle che chiamerò Gina, Pina e Tina. Erano tutte e tre bionde, avevano tutte e tre gli occhi di un azzurro chiarissimo e la pelle diafana che sembrava di porcellana. Non erano gemelle ma molto, molto simili tra loro. Tutte e tre si sposarono con tre ragazzi mori, dagli occhi scuri e la pelle olivastra tipica del maschio latino. I loro tre mariti li chiamerò Gino, Pino e Tino.

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Gina era la più grande, era in gamba. Aveva un carattere austero e orgoglioso ma Gino, il suo uomo, sapeva tenergli testa. Aveva fatto la guerra nel peggiore dei modi, se mai poteva esserci un modo peggiore di un altro, e nulla lo spaventava. Se Gina era risoluta lui lo era altrettanto e le scintille, nella loro famiglia, non mancavano mai. Ambedue erano persone generose ma il loro modo di fare spaventava nonostante, sotto, ci fosse bontà d’animo.

Pina, la sorella di mezzo, non era una persona buona, lo era all’apparenza ma nel suo cuore c’era davvero poca gentilezza. Era rancorosa, vendicatrice e si preoccupava di comandare a bacchetta tutti i componenti della famiglia marito compreso, Pino, che come un soprammobile, passava le sue giornate ad ascoltare i ragionamenti della moglie che lo esauriva. Pino era il classico uomo che la società definisce – senza palle -, uno zerbino ai piedi di una donna arrogante e superba.

Tina invece, la più piccola, era dolce e umile. Completamente sottomessa ai voleri del marito, un rozzo uomo molto più anziano di lei. Anche da giovane, Tina sembrava una vecchietta spaurita e, facendosi in quattro per la sua famiglia, chinava sempre il capo davanti a Tino che la trattava come una serva senza mai udire da lei un lamento. L’importante per sua moglie, era vederlo felice e appagato.

Tre donne diverse, per tre uomini diversi. Tre donne che ebbero dei figli.

Gina e Gino ebbero due figli: uno biondo con gli occhi azzurri come lei, uno castano con gli occhi scuri come il padre.

Pina e Pino ebbero due figli: tutti e due con gli occhi chiari e i capelli biondi come la madre.

Tina e Tino ebbero tre figli: tutti scuri sia di carnagione, sia di capelli che di occhi come il padre”.

Questa cosa mi aveva dato da pensare e iniziai ad osservare sotto un aspetto diverso le somiglianze delle persone.

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Al di là del carattere più forte che può esserci tra due coniugi, in alcune coppie, c’è sempre quello che “porta le braghe”. A volte, pur sembrando la parte più mite è in realtà colui che tiene insieme tutta la baracca e molto spesso i suoi geni, sono assai più “potenti” di quelli dell’altro. Più potenti non solo dal punto di vista biologico ma anche energetico.

Nel caso di Gina e Gino, due persone dal carattere simile e che insieme tenevano unito il loro rapporto, un figlio è nato molto somigliante alla mamma mentre l’altro molto somigliante al papà. Oppure sarebbero potuti nascere assomigliando entrambi a tutte e due i genitori. Come in un perfetto equilibrio. Pina e Tina invece hanno avuto figli completamente uguali a loro o uguali al consorte e, guarda “caso”, avevano una personalità completamente differente e un ruolo nettamente diverso all’interno del matrimonio. Questo però, pur non essendo assoluto, non è un “caso”.

Illustration showing the formation of an animal cell from dna and chromosomes. Digital illustration.

Anche i geni hanno la loro personalità, o noi abbiamo la nostra personalità anche in base ai geni che, come possiamo vedere, non si preoccupano di sottoscrivere solo la parte fisica e fisiologica.

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Sappiamo bene tutti che ci sono tratti somatici più preponderanti di altri. Caratteri dalle tonalità chiare che possono soccombere contro quelle scure ma posso assicurarvi che non è sempre così. Questo è quello che può andare oltre la biologia. La genetica potrebbe aprire un mondo a riguardo ma la mia teoria vuole guardare un aspetto ulteriore e forse non è solo merito del DNA.

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Ovviamente tutto questo è molto difficile da notare quando entrambi i genitori hanno gli stessi colori ma non sarà difficile invece notare come due persone che non sono parenti di sangue, come marito e moglie, si assomiglino come fratello e sorella. Vi è mai capitato di vederne?

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E qui entriamo nel settore puramente energetico. Quando due persone si amano profondamente può infatti accadere che inizino persino ad assomigliarsi e questo vale anche per quei figli non biologici che cominciano col tempo ad assomigliare a quel papà o a quella mamma che non li hanno concepiti. La gente dirà – Cavoli come assomiglia al papà! – mentre in verità quel padre è solo il marito della mamma ma davvero quel bambino ci assomiglia molto!

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C’è anche da dire inoltre che, durante l’esistenza che si vive, non sempre si ha lo stesso carattere. La nostra personalità si modifica con l’andar del tempo e anche le relazioni possono cambiare anche se possiamo non accorgercene. Perciò accade anche per questo che, ritornando un attimo in tema biologico, un figlio può assomigliare di più ad un genitore mentre il secondo può prendere di più dall’altro.

Osservando amici e parenti mi è capitato di constatare questa teoria e ricordo anche che quando credevo di sbagliare dovevo invece ragionare di più.

Una coppia che conosco ha avuto, venticinque anni fa, una figlia molto simile al padre fisicamente. Dentro di me dicevo “che strano, è la madre ad essere forte, a comandare a bacchetta, a fare e disfare. Lui, così mite, così taciturno, quasi a vivere dietro le quinte”. Ma così presente. Già… presente. Lei invece destabilizzante, frivola. Quel caratterone che offriva al pubblico era solo una maschera in realtà. Una maschera che nascondeva tutte le sue paure. Era lui il punto fermo di quel focolare domestico, era lui ad assumersi le responsabilità e ad esserci, sempre. Era lui che fondamentalmente “lasciava il segno” e lo ha lasciato anche nei tratti somatici della figlia. E’ così che ancora non sono riuscita a sgretolare questa mia idea, anche se vi ripeto, non è assoluta. L’Energia è potentissima. Voi cosa ne pensate?

Quando un bimbo viene al mondo, solitamente passa fasi di somiglianza che velocemente ricordano sul suo viso: il padre, e poi il fratello, e poi la madre, e ancora il nonno… Quel bimbo cambia aspetto ogni dieci giorni oppure assume espressioni che lasciano senza fiato tanto sono identiche al parente chiamato in causa. E’ come se si volessero definire le sue sembianze. Poi, può accadere, che una prevalga. Cosa succede in quel mentre? Quanto mi affascina la genetica!

Teniamo anche conto che un genitore può dare il viso mentre l’altro il corpo. Anche quello che riguarda la conformazione fisica è somiglianza ma senz’altro, ammalia meno.

Prosit!

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Hai Occhi Grandi o Occhi Piccoli?

A volte gli occhi sono un gran problema, parlano anche se non dovrebbero farlo

( Anonimo)

Gli occhi, si sa, sono lo specchio dell’anima.

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In molte filosofie orientali, prima fra tutte il Mian Xiang, che spiega come interpretare il carattere e addirittura il destino dell’individuo guardandone il volto, questa teoria si studia come una reale sorgente della verità. Gli occhi, queste nostre speciali e fantastiche “finestre”, costituiscono pertanto un tratto davvero importante del nostro Essere e vanno tenuti molto in considerazione. Lo sanno bene anche i disegnatori dei cartoni animati ad esempio, i tecnici grafici di stili come i famosissimi “Manga” giapponesi, attraverso i quali dovevano, soltanto con l’utilizzo di matite colorate, riuscire a dimostrare i sentimenti provati a chi guardava il video.

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Cosa non facile davvero. E’ proprio grazie alla loro bravura che bastano al pubblico pochi attimi per conferire ad ogni personaggio una certa personalità.

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L’occhio grande, scuro, profondo infatti, appartiene solitamente a chi è buono d’animo e viene riservato al protagonista e ai suoi più cari amici. Ricorderete tutti la piccola Georgie – che corre felice sul prato… -. Aveva occhi enormi e sempre lucidi e frementi, parecchio più grandi rispetto a quelli della mamma adottiva che, se pur non crudele, provava un certo astio nei confronti di quella tenera bimba bionda che le stava dividendo la famiglia. Per non parlare di Candy Candy, della quale si vedevano praticamente solo gli occhi a sottolineare la sua infinita dolcezza.

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Per la persona più “cattiva” invece, il famoso nemico presente in ogni favola, si usava creare occhi più piccoli, solitamente chiari, in quanto più freddi, con un sopracciglio molto vicino alle palpebre in caso di espressione accigliata e questo stava a suggerire una personalità arrogante, superba e arcigna.

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Nella vita reale possiamo vedere bene che ciò non è proprio così. Ci sono assassini senza pietà con occhi enormi e persone di cuore con occhi molto piccoli ma, in verità, nella fisiognomica, anche questo significa qualcosa. In effetti c’è una grande differenza tra le due persone ma non si tratta di cattiveria o bontà bensì di diffidenza. Proprio così. La persona con gli occhi piccoli o stretti è semplicemente, di solito (senza assolutismo), una persona più diffidente nei confronti degli altri o della vita in generale. Una persona cauta quindi, che riflette, che sonda parecchio e rimugina molto prima di fare un passo avanti e prendere una decisione. Non è impulsiva e non si fida ciecamente di chiunque. Rifugge l’estraneo pur non avendone magari una vera e propria paura ma preferisce stare con chi già conosce. Può risultare spesso anche pignola.

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La persona invece con gli occhi molto grandi è forse anche un po’ più ingenua, in senso buono, con una spiccata emotività e dote artistica. E’ aperta al mondo, si fida di più, non teme chi non conosce, difficilmente osserverà, studiando, le persone intorno a se’ nel momento in cui deve sedersi tra tanta gente. Siete sicuramente andati in Chiesa o al Cinema qualche volta. Le persone che entrano in ritardo, quando un pubblico è già seduto e devono prendere posto, hanno tutte un comportamento differente. C’è chi indugia, chi osserva scrupolosamente, chi avanza e poi retrocede, chi si siede senza problema, chi si tuffa per fare prima, incurante di chi può avere di fianco. Ognuno ha il suo comportamento, ognuno ha i suoi occhi.

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Come dicevo prima, non si può assolutamente fare dell’assolutismo, scusate il gioco di parole, soprattutto in questo argomento in quanto, come dico sempre, i tratti somatici non si dovrebbero mai prendere singolarmente ma, grosso modo, questo potrebbe essere un indizio. Un indizio che può aiutare. Tant’è che, se ci troviamo davanti una persona con occhi molto piccoli, dovremmo tener da conto che non si aprirà facilmente a noi soprattutto se ci porgiamo con poco garbo o irruenza. Con lei ci vorrà tatto. Ha bisogno di conoscerci. Probabilmente le stiamo infondendo preoccupazione, quindi cerchiamo di essere educati e umili. Sensibili. Se non vogliamo che si metta sulla difensiva. E’ acuta, e vuole e deve studiarci. Con quelli che hanno occhi invece grandi e profondi possiamo concederci anche più enfasi, ne saranno felici e ci considereranno presto degli amici. Ciò non significa che uno sia meglio dell’altro, c’è solo una differenza, tutto qui. Naturalmente, tanto fa anche cosa una persona ha subito nella propria vita, ma qui entreremmo in un discorso aggrovigliato e psicologico. Scrivendo questo post mi viene alla mente come le donne siano più fortunate rispetto agli uomini grazie alla possibilità di utilizzare del trucco. Attraverso esso possono correggere le imperfezioni, il colorito, rendere la propria pelle come quella di una pesca vellutata e possono anche trasformare le forme del loro viso. Ridimensionare o ampliare il naso, omogeneizzare l’ovalità del volto, incavare di più o di meno zigomi e orbitali. Ingrandire e rimpicciolire gli occhi. Tanananà… Ma certo!

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E di tanto anche! Con un buon make – up artist, specialista del chiaro/scuro e un valido gioco di luci. Perciò, mi raccomando, osservate i visi “acqua e sapone” privi di qualsiasi maschera. Privi anche degli occhiali. Anche questo ultimo accessorio molto spesso inganna. Alcune persone che soffrono di una miopia molto accentuata hanno allo stesso tempo anche preoccupazione per ciò che riguarda il futuro. Per quello che possono perdere o che possono vivere. Da notare che, le lenti che vengono da loro indossate, mostrano occhi più piccoli di quello che in realtà sono (oppure può accadere l’incontrario a seconda del disturbo). E’ vero che si tratta semplicemente di un fenomeno ottico ma mi piace leggerlo anche come un messaggio: “apri di più la tua anima alla vita senza paura, guarda che occhietti piccoli che hai! La tua anima è stretta, chiusa in sè!”.

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Davvero carino, non trovate anche voi che sia un bel aiuto? In fondo, anche gli occhiali servono proprio ad aiutare no? Hanning Hai Lee Yang, scrittore e astrologo norvegese conosciuto nel suo Paese anche come – indovino -, il quale si è concentrato molto sulla lettura del viso, applica alla forma dell’occhio anche la costituzione delle ciglia. Ma è ovvio!

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Suddivide quest’ultime in tre categorie:

Folte e lunghe – per una persona tenera, sensibile e con grandi possibilità spirituali

Folte e corte – per una persona forte, solitamente in salute e anche abbastanza irascibile

Sottili e rade – per una persona prettamente pigra e inattiva e con, probabilmente, una circolazione energetica in se’ poco armoniosa.

Tutto forma i nostri occhi, come le pieghe delle palpebre superiori o il gonfiore di quelle inferiori, il loro allineamento, la loro vicinanza, il loro essere incavati, lo spostamento più o meno arzillo e fluido del corpo ottico, che noi vediamo attraverso le sclere che si propongono a noi. La loro lucentezza, la loro vivacità. Anche le sopracciglia e il colore dell’iride hanno la loro fondamentale importanza, ma non posso dirvi tutto oggi, per queste cose, dovrete aspettare il prossimo articolo.

Prosit!

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Alluce e Melluce – Ragione e Istinto. E quando sono “a Martello”?

Vi sarà sicuramente capitato di notare che alcune persone, soprattutto quelle anziane, hanno l’Alluce del piede che sovrasta il secondo dito, chiamato anche in alcune filosofie Melluce (o illice o billuce). Oppure avrete visto l’esatto contrario, vale a dire il Melluce che sovrasta l’Alluce.

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Ebbene, queste due dita dei nostri piedi equivalgono rispettivamente alla ragione per quanto riguarda l’Alluce e all’istinto per quanto riguarda il Melluce. La ragione, vista anche come rimuginare, pensare molto, ponderare, considerare, mentre con il termine istinto, si identifica anche l’impulso, l’agire senza pensarci su, il fare. Sta di fatto quindi che, se sarà il primo dito a sovrastare l’altro, avremo davanti una persona che prima pensa e poi agisce, all’inverso, una persona che prima agisce e poi pensa a ciò che ha fatto o persino che desidera imparare da (eventualmente) i propri errori. Attenzione, nessun giudizio, ambedue le situazioni hanno i loro lati negativi e positivi, o meglio, le loro caratteristiche. Ma perché queste “deformazioni”, come vengono chiamate in medicina, subentrano soprattutto con l’anzianità?

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Bhè, in realtà, proprio di deformazioni si tratta perché sono comunque (e anche) deformazioni caratteriali quando eccedono o da una parte, o dall’altra. Si manifestano per lo più in età avanzata semplicemente perché si conclamano. Il troppo stroppia in tutto e bisognerebbe avere equilibrio nella vita, ossia, le dita dei nostri piedi alla pari, armoniose e proporzionate come natura vorrebbe. Se ciò non avviene, ecco che, anno dopo anno, esse iniziano ad accennarlo finchè, spesso, possono diventare veri e propri disturbi. Avevo già scritto diverse cose a riguardo come nel mio articolo dedicato all’Alluce Valgo QUI focalizzandomi su di lui ma spiegando molto poco sul secondo dito. L’Alluce equivale proprio alla nostra testa, a come formuliamo i pensieri. Alla salute del nostro cervello e di tutto il capo. Rappresenta il nostro ego e la nostra personalità. Il Melluce invece, indica la strada che noi troviamo giusto seguire nella vita e quando è storto, sia che sia succube del primo, o lo scavalchi, o semplicemente giri per un verso tutto suo, significa che non siamo convinti o abbiamo timore della via intrapresa o da prendere. Quante volte si fanno scelte in base allo scopo, al fine, più che al godimento personale? Ma torniamo all’impulso. A volte muoversi impulsivamente è proprio simbolo di paura, fastidio, inquietudine nonostante possa anche avere aspetti positivi e invidiabili da chi invece non riesce ad agire con prontezza e nonostante si possa far nascere invidia negli altri riuscendo ad “avere sempre una risposta pronta” a tutto. Significa anche che nella vita si è dovuti essere sempre attenti ad eventuali pericoli senza mai poter abbassare la guardia e si è quindi abituati ad avere riflessi di attacco veloci. Ciò comunque non significa vivere sereni in uno stato di completo equilibrio. Questa però non è l’unica caratteristica e il vostro secondo dito potrebbe identificare in realtà mille qualità perchè, dovete credermi, non è sempre a causa delle calzature che si sono indossate per una vita che oggi si possono notare determinati riscontri. Sovente può capitare che queste dita, così come le altre d’altronde, arrivino ad avere una forma detta “a martello”, vale a dire piegate su se stesse a formare un angolo.

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Può trattarsi in questo caso di persone che a causa di una loro insicurezza hanno bisogno di tenere tutto sotto controllo e di appoggiarsi alle cose che già conoscono e infondono loro tranquillità. Sono infatti individui solitamente abitudinari. Se ad essere a martello è soltanto l’Alluce è chiaro quanto questa persona abbia una mente poco propensa al nuovo, a ciò che non si conosce e al lasciarsi andare mentre, se ad essere così ripiegato è il secondo dito, ciò significa che la paura di essere feriti è molto grande, si cerca di trattenere i propri istinti per non scoprirsi troppo rendendosi vulnerabili ma, allo stesso tempo, si vive uno stato di rabbia frustrante in quanto si vorrebbe agire senza filtri. Tant’è che, chi ha il secondo dito più lungo del primo, pur essendo allineato all’Alluce, è solitamente una persona o iperattiva o nervosa, due qualità che conducono verso l’ansia.

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Naturalmente, come dico sempre, un piede deve essere osservato nella sua piena totalità e non si può quindi quasi mai descrivere una caratteristica della personalità solo attraverso la visione di un dito perché l’insieme potrebbe invece rivelare il contrario o rendere ulteriori spiegazioni però, gli indizi sono veritieri e importanti per conoscere chi abbiamo davanti ed essere sensibili nei suoi confronti, regalandogli, il più possibile, ciò di cui ha bisogno. E’ bello poter “saper prendere” le persone per il verso giusto!

Prosit!

p. s. = Mi piace dare al mio blog un’impostazione adatta a chiunque, anche ai bambini quindi e alle persone sensibili, perciò preferisco non postare immagini che possono urtare le emozioni di alcuni ma se andrete in rete, a cercare le varie deformazioni delle dita del piede, potrete notare davvero tanti casi curiosi ahimè fisicamente gravi. Infatti, nel caso decidiate di curiosare, vi consiglio di farlo solo se avete uno stomaco forte anche perché internet è spesso senza filtri e appare di tutto.

photo meteoweb.eu – panecirco.com – medicinalive.com – stilenaturale.com