La “Maionese di Cachi” e tante simpatiche curiosità su un frutto incredibile

Durante il periodo dei Cachi, se questi frutti piacciono, occorre essere veloci e pieni di fantasia.

Le generose piante si riempiono di queste palle arancioni, anche belle da vedere che però, se maturano troppo, lasciano davvero poco tempo.

Grazie alla creatività e al buon gusto, però, possiamo cibarcene in diversi modi e anche quando i Cachi sono… “troppo avanti”.

Oggi vi racconto una breve ricetta, molto particolare, che potrà risultare utile nel dare un gusto nuovo ai vostri piatti; a diversi piatti ma, soprattutto, a contorni come l’insalata, considerata, troppo spesso, banale e poco ricca.

Facciamo quindi la “Maionese di Cachi”, ricetta che mi ha consigliato l’amico blogger Do, una salsa che si può usare come una crema per accompagnare diversi piatti oppure si può aggiungere direttamente nell’insalata per renderla decisamente più gustosa, più colorata e più sfiziosa.

Il procedimento è davvero semplice, questi sono i pochi ingredienti:

– 1 Caco

– Olio Extra Vergine d’Oliva

– il succo di ½ Limone

– Aglio (meno di mezzo spicchio)

Dopo aver tolto la buccia al Caco si mette la polpa all’interno di un contenitore alto e stretto perché dobbiamo frullarlo con il mixer e, il preparato, non deve schizzare fuori come un fuoco d’artificio.

Aggiungiamo al frutto l’Aglio, tagliato a pezzetti molto piccoli e sottili, mezzo limone spremuto e iniziamo a frullare.

Mentre cercheremo di tenere la lama rotante abbastanza in superficie per rendere il composto spumoso, facciamo cadere un filo abbondante di Olio e continuiamo con il minipimer ancora un minuto.

Ottenuto il ricco condimento, dal sapore unico e stuzzicante, lo versiamo direttamente sulla verdura o lo mettiamo in una ciotola pronto per essere gustato con il piatto proposto. Una vera delizia!

Il Caco, tra l’altro, che bisognerebbe in realtà chiamare Cachi anche al singolare, o Kaki (Diospyros kaki), è un frutto molto importante per il fabbisogno del nostro organismo. Molto zuccherino, e quindi parecchio energetico, contiene anche parecchia Vit A, Vit C e Vit B risultando così un ottimo rinforzante per l’apparato immunitario e un grande alleato nel prevenire diversi tipi di malattie.

Fantastico soprattutto per affrontare con vittoria la fredda stagione e tutti i malanni che essa porta, non per niente, Madre Natura ce lo offre in autunno.

Ad essere simpatica è poi la tradizione inerente ai suoi semi che si dice permettono di prevedere come sarà l’inverno in corso ossia se particolarmente freddo o meno.

Proprio così. Dovete sapere che i noccioli dei Cachi, se vengono aperti dividendoli esattamente a metà, possono mostrare la figura di una posata: o una forchetta, o un coltello, o un cucchiaio… a seconda dell’annata ovviamente.

Se appare una forchetta, significa che il freddo non arriverà. L’inverno sarà abbastanza nevoso ma poco ghiacciato, mite, perciò faranno festa quelli che il freddo non lo sopportano (come me).

Se appare il coltello invece, di neve ce ne sarà poca ma il freddo sarà tantissimo quasi da non riuscire a scaldarsi con tanto di venti gelidi che tagliano il viso.

Davanti alla presenza di un cucchiaio infine, si avrà un inverno assai nevoso e piovoso allo stesso tempo.

In realtà si tratta dei germogli all’interno dei semi e raramente si trovano. Questa leggenda è una tradizione antica sulla quale i vecchi contadini si basavano per capire a che tipo di inverno sarebbero andati incontro perciò, nonostante non ci siano prove scientifiche a riguardo, direi che ci si può affidare abbastanza a questa teoria anche se, negli ultimi anni, il tempo sembra diventato pazzerello in ogni momento dell’anno.

Se può interessarvi io ho trovato prima quello che pareva essere un coltello, ma mi si è un po’ rotto nell’aprirlo quindi non ne sono sicura, nel secondo Caco invece ho trovato un cucchiaio e direi che si distingue proprio bene.

Conosciuto non solo dai nostri bisnonni per le sue caratteristiche positive e le sue tante proprietà benefiche, il Kaki, veniva considerato alimento di gran pregio in tempi ancora più lontani quando, nominato la “Mela d’Oriente”, regalava diverse virtù, ben sette per la precisione, divenute famose in tutto il mondo. Non per niente, il suo nome botanico Diospyros significa proprio “Cibo degli Dei”.

Dei Cachi, non si butta via niente. La polpa è fantastica per depurare il fegato, il legno della sua pianta è eccellente da ardere, è un ottimo concime, le sue foglie sono meravigliose per creare addobbi e composizioni, non viene attaccato da parassiti e germi infestanti… insomma, è davvero unico nel suo genere.

Godiamocelo allora! Si possono preparare davvero tante ricette squisite con esso e quindi non vi resta che attendere il mio prossimo consiglio che vi parlerà ancora di Cachi!

Buon appetito e tanta salute!

Prosit!

La Panna di… Zucchini!

Si lo so, sono in ritardo, dovete portare pazienza con me. Parlarvi di zucchini proprio ora che Madre Terra non ne sta più regalando…

Ma l’idea è utile e strabiliante, quella che voglio darvi oggi intendo, perciò, come si dice: meglio tardi che mai!

Quest’estate, infatti, avevo sempre tanti zucchini. Mi arrivavano da ogni dove e ringrazio calorosamente chi me li regalava. Una sera però, lamentandomi con un amico sul fatto che non mi venivano nuove idee per come consumarli, ecco che fui subito accontentata.

Ne fui felice. Gli zucchini, (Cucurbita Pepo il loro nome scientifico), sono ricchi di potassio, di Vit E e C, ammorbidiscono l’intestino e soprattutto disinfiammano le vie urinarie.

Mi diede una ricetta davvero facile, veloce, utile e molto originale che potremmo chiamare La Panna di Zucchini ma… di panna, non ce n’è neanche l’ombra.

E’ una ricetta, infatti, che trovo necessaria per chi non sopporta come gusto, o non tollera fisiologicamente la panna, ma desidera comunque avere un amalgamante naturale in cucina per le sue pietanze, sano e gustoso allo stesso tempo.

Avete presente i tortelloni panna e prosciutto? Squisiti ma, ahimè, alcuni non possono permetterseli a causa di un’intolleranza ai latticini.

Grazie a questa crema però, si potrà ottenere lo stesso risultato e la stessa bontà mangiando in modo salutare.

Si prendono gli zucchini e, dopo averli ben lavati, si pelano dividendo la scorza verde dalla pasta bianca interna.

Con la parte verde, triturata e unita ad altri ingredienti, si potrà preparare una deliziosa frittata, ovviamente, non butteremo via nulla.

La parte bianca invece, la tagliamo a tocchetti e la mettiamo a bollire in un pentolino.

Io, questa volta, ne ho preparato il quantitativo sufficiente a condire la pasta di una cena ma ne potrete preparare quanta ne volete e poi congelarla, magari in appositi contenitori così da utilizzarla all’occorrenza.

Una volta cotti i pezzi bianchi e resi belli morbidi, si frullano con il mixer aggiungendo pepe, olio e spezie varie a gradimento.

Io, ad esempio, ho usato un pizzico di noce moscata.

Per chi non ha problemi di intolleranza, anche un goccio di latte.

Il sale non ve lo consiglio, vi conviene insaporire il sugo dopo, al momento della preparazione.

Ottenuta la crema non ci resta che preparare il condimento per la pasta che più ci piace.

Io ho fatto una specie di pasta e fagioli, asciutta, rendendo il tutto più corposo proprio grazie alla crema di zucchini.

Ho preparato un soffritto che ho fatto cuocere a foco molto basso con: cipolla, alloro, curry, semi di papavero, timo e olio e, una volta raggiunta la giusta doratura della cipolla tagliata a strisce, ho aggiunto i fagioli borlotti e ho lasciato cuocere per farli ammorbidire.

Se utilizzate quelli secchi dovranno stare in ammollo dalla sera precedente prima di essere buttati in pentola e vi consiglio di farli anche bollire qualche minuto prima. I fagioli duri, o semi-crudi, non sono buoni per niente.

Ho aggiunto poi la crema di zucchini, che ho fatto andare sempre a fuoco lento per soli dieci minuti e, prima di spegnere, mi sono ricordata di qualche foglia di basilico e un altro filo d’olio. Si può usare anche il prezzemolo, se piace, sempre in uscita però, è meglio.

Sarà quando aggiungerete la crema che potrete salare così da percepire un aroma uniforme inerente al tutto; per lo meno io mi trovo bene così.

La pasta, una volta cotta, verrà unita al condimento, dentro alla padella capiente, che ci permetterà di mescolare bene il tutto e permetterà così alle penne o ai tortiglioni (preferisco pasta corta e rigata), di riempirsi del sugo anche internamente.

Ne vale davvero la pena e ogni boccone risulterà più ricco in grado di sprigionare diversi sapori.

Non resta che impiattare e magari dare un tocco di colore al piatto.

Io l’ho fatto utilizzando un ciuffetto di sedano e qualche strisciolina di carota che, con il suo arancio vivo, ha reso il tutto più sgargiante e appagante anche per la vista.

Detto questo, vi do il – Buon Appetito! –, spero di avervi regalato anche un’ottima soluzione per arricchire diverse vostre ricette e nonsololapasta. Una soluzione comoda per tante idee, come la Besciamella ad esempio.

Prosit!

Brividi…. Gli Zuccherini alla Menta!

Sono davvero semplicissimi da preparare ma vi faranno fare un figurone soprattutto grazie alla loro originalità. Si, in pochi offrono, a fine pasto, come digestivo, un ottimo e fresco zuccherino alcolico alla Menta!

Posiziono questa stravagante idea nella categoria “RICETTE DEL BENESSERE” perché, nonostante la presenza dell’alcool e dello zucchero bianco (raffinato e quindi dannoso per la nostra salute come dico sempre), sono convinta che mantenendo costantemente un’alimentazione sana, ci si può permettere ogni tanto qualche delizia senza farci mancare niente e senza cadere nell’estremismo.

Al nostro organismo occorre semplicemente equilibrio quindi nessuno dovrebbe privarsi di nulla.

Detto questo, la si può rendere comunque ancora più salutare con le zollette di zucchero di canna (che non sono riuscita a trovare… sob!) e l’alcool che andrebbe acquistato della migliore marca.

Un goccetto d’alcool, ogni tanto, male non fa, se si pensa a quelle persone che vivono nella neve e a basse temperature e, spesso, proprio grazie a lui, ritemprano e riscaldano il proprio fisico. Infatti esso è un vaso dilatatore. Per questo è bene non consumarne troppo. Attenzione però, la sensazione di calore che si percepisce assumendo una bevanda alcolica è solo superficiale. Può ritenersi utile all’occorrenza appunto, per corroborarsi nel momento del bisogno, ma non è senz’altro un rimedio ottimale da prendere come cura!

Come vi dicevo, questi zuccherini, sono semplicissimi da preparare.

Basterà raccogliere le foglie di buona Menta che cresce spontanea in campagna o in montagna, profumatissima, e rinchiuderle all’interno di una garza di cotone da chiudere con del filo da cucito.

Quest’operazione va effettuata perché, cristallizzandosi, le foglie diventano dure ma fragili e, spezzandosi in tanti piccoli pezzetti, potrebbero dar fastidio a chi assaggia il goloso zuccherino.

Comunque sia, per chi volesse, qualche foglia di Menta in cima alla montagnetta di zuccherini non sta niente male e sarà bella da vedere quando si apre il coperchio.

Non siate avari con la Menta. Abbondate. L’alcool deve diventare bello verde.

Una volta posizionato il sacchettino in fondo al vasetto, si inizieranno a mettere gli zuccherini come a realizzare un puzzle tridimensionale e solo dopo si aggiungerà l’alcool che andrà ad inserirsi in tutti gli spazi vuoti fino a riempire del tutto il contenitore di vetro.

A questo punto bisognerà chiudere bene il barattolo e lasciare riposare il tutto per almeno 40 giorni, in luogo fresco e asciutto, prima di consumarne il contenuto.

Sia l’alcool che la Menta hanno qualità disinfettanti, pertanto, è possibile mangiare una zolletta quando si è colpiti da qualche virus o batterio. I nostri nonni, se ben ricordate, si curavano così. Una goccia di grappa (persino ai bambini!) e passava tutto! Si usava nella vostra famiglia?

La grappa era un rimedio utilizzato molto spesso. Mal di denti? Cotone imbevuto di grappa da tenere sulla gengiva. Ferita aperta? Disinfettiamo con la grappa…. Mal d’amore? Un grappino e passa tutto… per la serie – anneghiamo i dispiaceri nell’alcool -. Oh, beh… non voglio farvi diventare degli alcolizzati eh? Però è vero che aveva la capacità di uccidere gli agenti patogeni e anestetizzare la parte dolorante. Vero anche che era una grappa molto buona, preparata in casa, e quindi si beveva una cosa… “sana”, passatemi il termine.

Al di là di questo, la bellezza di questa ricetta, non solo sta nella sua originalità, ma la si può preparare con diversi ingredienti. Il procedimento è sempre lo stesso. Io infatti li ho preparati anche al Limone, e anche al Miele e Zenzero assieme. Tutti buoni, ma quelli che piacciono di più sono proprio questi alla Menta.

Peraltro offrono agli occhi anche un bel colore vivace. Non aspettatevi un verde fosforescente come quello dello sciroppo alla Menta che comprate al supermercato… quello, mi dispiace, è solo colorante, il colore vero è un verde più “marroncinato”.

Appena messo in bocca, lo zuccherino, risulta molto forte e fa strizzare gli occhi dando dei brividi. Poi però, dopo pochi secondi, inizia a espandersi sulla lingua e nel palato un sapore buono, pieno, corposo, ma allo stesso tempo fresco e appagante.

Subito dopo, l’aroma di Menta e il suo profumo diventano i protagonisti assoluti dei nostri sensi e si presentano delicatamente al gusto e all’olfatto. Tant’è che, per chi crede che questa ghiottoneria sia amata prevalentemente da un pubblico maschile, sbaglia di grosso. Anche il gentil sesso non saprà resistere!

Davvero da provare. Per regalare anche una nuova emozione agli ospiti che gradiranno sicuramente.

Prosit!

La Composta, la Quercetina e la Cipolla sul Comodino

Va bene, è vero che quando un alimento viene cotto, molte sue proprietà nutrizionali vanno a farsi friggere ma vorrei comunque parlarvi della ricchezza della Cipolla, un alimento davvero utile al nostro benessere e, per farlo, vi propongo una ricetta che anche se prevede una cottura molto lunga, mi permette di regalarvi la descrizione di un piatto originale e di raccontarvi della Quercetina, sostanza che pare essere addirittura anti-tumorale.

La Quercetina, contenuta appunto nella Cipolla (soprattutto in quella rossa) appartiene alla famiglia dei flavonoidi e arricchisce parecchio quest’ortaggio, basilare per la nostra cucina, dalla grande capacità di rendere tutto più gustoso.

In questo articolo ve la farò conoscere attraverso la Composta di Cipolla che, con mia grande sorpresa, ho scoperto piacere molto anche ai giovanissimi perché il gusto che regala, simile a quello di una marmellata agrodolce, è davvero delizioso.

Si inizierà pulendo ovviamente le Cipolle. Quelle rosse di Tropea sarebbero l’ideale ma ne ero sprovvista e così ho usato quelle dorate, buonissime ugualmente.

Le Cipolle vanno poi tagliate a tocchetti e messe in un pentolino non troppo largo cosicchè, aggiungendo l’acqua, si permetterà alle Cipolle di cuocere e ammorbidirsi per bene. Può capitare, che durante la cottura, di acqua bisognerà aggiungerne ancora, lasciandone un goccino, senza farla consumare del tutto, per ottenere così del sughetto.

Gli ingredienti da aggiungere a questo punto saranno soltanto lo Zucchero di Canna e l’Aceto Balsamico ma io, per rendere la ricetta ancora più speciale e personalizzata, aggiungo anche un pizzico di Timo perché è una spezia che adoro oppure una foglia di Alloro.

Si lascerà cuocere il tutto, coperto, per parecchio tempo, anche più di un’ora e sempre a fuoco molto basso. Assaggerete voi la consistenza in quanto la cottura dipenderà dalla quantità di Cipolle e soprattutto da quanto avete fatto grandi i tocchetti. Alla fine, dovranno rimanere morbidissimi, da disfarsi tra la lingua e il palato, una volta messi in bocca. Assaggiate anche per regolare la quantità di Zucchero e di Aceto. Ad alcune persone piace più dolce ad altre meno, quindi sappiate che potrete realizzarla come più gradite man mano che cuoce.

Prenderà sempre più colore, scurendosi maggiormente, grazie all’Aceto.

Con una punta d’Olio Extra Vergine d’Oliva, aggiunta a metà cottura, le Cipolle rimarranno ancora più morbide e più lucide ma non è indispensabile, rimarrà ugualmente squisita anche senza questo ingrediente.

Una volta pronta la Composta, si metteranno a scaldare sulla piastra delle fette di pane fatto in casa, io lo preparo con Farina Integrale Biologica e, quando queste diventeranno calde e belle croccanti, ci si farà cadere sopra il preparato di Cipolle guarnendo poi il piatto come più si desidera.

Un ottimo secondo, sano e genuino. Un ricco contorno, goloso e originale. Adatto principalmente ad accompagnare Formaggi di diverso genere e, divenendo così, per i ragazzi, un piatto anche sostanzioso.

La Quercetina, essendo appunto un flavonoide, è pura Vitamina P e può quindi rinforzare i vasi sanguigni e i più piccoli capillari dell’organismo rendendoli più resistenti agli sbalzi di temperatura o ad un’alimentazione poco corretta. Questa funzione è davvero importante se pensate che, a parte poche zone del nostro corpo, come i più superficiali strati della pelle, tutte le altre sono completamente irrorate dai vasi sanguigni che, molto spesso, si rompono causando inestetismi e addirittura vere patologie.

Inoltre, la Quercetina, è anche un grande antiossidante ossia riesce a mantenere le cellule giovani evitando il loro deteriorarsi e le cellule deteriorate sono alla base di tutti i problemi fisici.

La Cipolla, chiamata scientificamente Allium Cepa, non contiene soltanto questa sostanza. Pur essendo un vegetale molto umile, da sempre consumato anche in tempi più antichi dai più poveri, è ricca di Vitamina C, di Potassio e di Acido Folico importantissimo per la ricostruzione delle cellule e quindi di tutti i tessuti del nostro organismo.

La Cipolla, parente dell’Aglio, è anche un ottimo antiinfiammatorio; disinfetta e disinfiamma se consumato ma….. anche se tenuto semplicemente sul comodino! Ebbene si, vi racconterò questa chicca.

Nelle mie zone, le nostre nonne, quando in famiglia qualcuno stava poco bene ed era allettato, tagliavano una Cipolla semplicemente a metà e la mettevano in un piattino accanto al sofferente per tutta la notte. La mattina dopo, quella Cipolla veniva buttata lontano da casa, seppellita nella terra affinchè quest’ultima si portasse via tutte le energie negative rilasciandole nel terreno e che sarebbero state prese e lavorate dalla potente Madre Natura. Oggi, non tutti abbiamo un orto o un giardino nel quale andare a sotterrare la Cipolla guaritrice, ma si può comunque poi buttare nella pattumiera. Da come avrete capito, la Cipolla, ha la capacità di assorbire le negatività che fanno ammalare l’individuo aiutandolo così a guarire. Naturalmente, per la sera dopo, veniva messa una nuova Cipolla.

E ora, al di là, dei rimedi di guarigione, vi auguro un Buon Appetito e un pranzo gustoso.

Prosit!

Come rendere la Platessa gustosa mantenendo la Ricetta salutare

Diciamolo chiaro, la Platessa non è un pesce particolarmente gustoso. Le sue carni, seppur delicate, vengono ampiamente superate da pesci molto più prelibati e dal sapore molto più ricco. Vero è, però, che avendo poche spine, è adatta alla dieta di anziani e bambini in quanto simile alla Sogliola. E’ adatta anche alle diete ipocaloriche contenendo pochi grassi. I grassi del pesce non fanno male, lo Sgombro, molto grasso, dovrebbe essere introdotto nella nostra dieta ma, la sfida di oggi, è rendere piacevole il gusto di un pesce che molti definiscono addirittura “scialbo”. Sta a noi quindi trasformarlo in una golosità.

Ma come? Beh, io vi darò la mia idea poi, ovviamente, potrà essere la vostra fantasia a fare tutto, basta rimanere focalizzati sugli ingredienti naturali e che ci offre Madre Natura per creare così, come dico sempre, una ricetta buona ma soprattutto salutare.

Platessa al mais e spezie (aneto, zenzero, erba cipollina, pepe e curcuma) sfumata alla birra, su pane croccante e accompagnata alla crema di sedano con tandoori e prezzemolo.

In una padella capiente ho fatto soffriggere della cipolla (la cipolla non dovrebbe mai mancare nella nostra cucina, contiene una sostanza chiamata Quercetina, un flavonoide, che previene l’invecchiamento cellulare) assieme ad un goccio d’olio extra vergine d’oliva, un goccio anche di acqua, curcuma, zenzero e miso. Il miso, un tipo di dado vegetale estratto dalla soia, dovrebbe sempre essere messo verso fine cottura perché, essendo un alimento “vivo”, che contiene fermenti vivi, non dovrebbe cuocere. Il mio intento però era quello di insaporire la pietanza per poter usare così meno sale. Come dico sempre, il sale, nella giusta quantità, non fa male al nostro organismo ma è sbagliato eccedere quindi, se qualcuno gradisce sentire un gusto più saporito, può appunto utilizzare il miso.

Ho aggiunto poi al soffritto il mais, quando la cipolla ha iniziato a presentarsi dorata e, assieme al mais, l’erba cipollina e l’aneto il quale ha un vago sentore di finocchietto.

Ho fatto andare il mais per qualche minuto e poi ho aggiunto i filetti di platessa e una leggera spolveratina di pepe. Quando la platessa è diventata bianca, ho sfumato con la birra, non serve esagerare mai, con niente. Mentre il giusto può essere salutare per il nostro corpo, il troppo può risultare invece dannoso.

Intanto che il tutto, coperto e a fuoco lento, cuoceva (basta all’incirca un quarto d’ora in quanto la carne della platessa è delicata non solo come gusto ma anche come consistenza), in un altro padellino più piccolo, ho iniziato a preparare la crema al sedano con tandoori e prezzemolo.

Le creme si possono anch’esse arricchire con un soffritto leggero ma, in questo caso, usando una verdura già saporita di suo e due spezie dal gusto deciso, ho pensato di poterlo evitare. L’importante, in questo caso, è realizzare un contorno che vada in contrapposizione con il secondo, vale a dire una crema dal sapore “forte” che arricchisca la “delicatezza” della platessa e del mais.

Il sedano è stato tagliato a tocchetti e messo in padella con un goccio d’acqua, un pizzico di sale, del miso e un filo d’olio. Quando è diventato morbido ho aggiunto il tandoori che è un mix di spezie indiane contenente: vari tipi di pepe, cardamomo, senape, curcuma, cannella, cumino, coriandolo e molti altri gusti. Ho fatto andare ancora un po’ a fuoco lento, affinchè prendesse quei gusti e, a fine cottura, ho aggiunto il prezzemolo.

Non fate cuocere troppo il sedano o qualsiasi altra verdura se volete fare una crema, tanto poi si frulla tutto e lasciando gli alimenti più crudi si possono acquisire maggiormente le loro proprietà benefiche.

Ho infatti messo il sedano nel mixer e creato la polpa che si è amalgamata bene con i sapori.

Ho preso dal freezer due fette del mio pane integrale, fatto giorni prima, e le ho messe nel tosta-pane per renderle croccanti e gustose e sulle quali ho poi adagiato pezzi di platessa e mais a un lato del piatto. Di fianco, ho decorato con la crema verde.

Bello da vedere, ordinato e colorato, goloso da gustare e veloce da preparare. Ma soprattutto sano. Questo è il risultato principale che dobbiamo ottenere. Un qualcosa che faccia bene al nostro organismo nutrendolo nel modo corretto ma che possa anche appagare gli occhi e il palato.

Questo è importante perché fa venir voglia di continuare a magiare in tale modo percependo una soddisfazione totale, olistica.

Provatelo e fatemi sapere. Vi auguro un Buon Appetito.

Prosit!

La Meg in TV

Erano le 12 e 30 di un tranquillo venerdì e io stavo scrivendo al computer. Il cellulare squillò mostrando sul display un numero a me sconosciuto e, sotto alla cifra, la scritta – Roma -.

Una televendita” pensai, ma risposi ugualmente. Dall’altra parte, la voce gentile di una donna mi chiese se ero io la persona che scriveva questo blog e parlavo anche di alimentazione sana. Si, ero io. Sono io.

Mi ci volle un bel po’ per capire che non si trattava di uno scherzo e che era tutto vero.

Per farla breve, sono stata invitata negli studi di TV2000, canale 28, al programma pomeridiano “SIAMO NOI” per intervenire come consumatrice di alimenti sani e creatrice di ricette buone ma salutari.

Io??? Io in televisione??? Era impossibile.

Sarei stata in collegamento da Milano (sono la bionda che vedete a tutto schermo, mamma mia che vergogna…!) perché a Roma non sarei riuscita ad andare. Il viaggio sarebbe stato troppo lungo e non avevo il tempo di organizzarlo visto il poco preavviso. Non so descrivere l’emozione, ero tesissima, nonostante, devo dire, sia stata trattata benissimo da tutti quelli che ho incontrato lì e da quelli che mi hanno contattata e organizzato il viaggio.

Non riesco a descrivervi l’emozione e la paura da tanto grandi che erano ma posso raccontarvi come un sogno si è realizzato, credendoci e volendolo ad ogni costo. No, non sognavo di andare in Tv, ma desideravo tantissimo che molte persone potessero ricevere il messaggio che consigliava loro di mangiare bene perché, attraverso una sana alimentazione, si possono prevenire e anche curare molte malattie. Con questo mio piccolo blog non sarei arrivata molto lontano ma l’Universo ha trovato il sistema. Anche in un modo un po’ troppo esagerato direi. Ehm… non ha mezzi termini a volte.

Ora, ragionando, quante persone ci sono in Italia che scrivono di alimentazione sana anche molto più brave di me? Più di mille!

E quante anche più preparate e più capaci a parlare davanti ad una telecamera? Più di mille!

Eppure sono stata chiamata io e non solo, quando all’inizio ho rifiutato di andare a Roma, per mancanza di tempo, dopo due ore mi hanno richiamata  per propormi Milano, meta a me più vicina. Proprio come a volermi ad ogni costo. Certo! Non perché io sia chissà chi, ma perché doveva realizzarsi ciò che avevo creato con la mente.

E sapete, più precisamente, come hanno fatto a trovarmi? Attraverso un altro blog che avevo tempo fa, nel quale parlavo della valle nella quale vivo e conoscendomi così attraverso un articolo che avevo scritto sui “muretti a secco” della Liguria. Muretti fatti in pietra, allo scopo di creare terrazze per poter coltivare.

Pensate al giro…. Ai meccanismi strambi dell’Energia del Cosmo. Eppure arriva. E’ arrivato. Le possibilità dell’Universo sono infinite, alcune possono persino sembrarci assurde, ma funzionano così. A noi non rimane che accettare con stupore e ringraziare. A noi non resta che chiedere (anzi volere), mandare energeticamente nell’Universo la nostra richiesta e attendere con fiducia. Il come, il quando e il dove non spettano a noi. Colsi con gioia l’invito e non solo per l’occasione che mi stavano offrendo ma per il dono che stavo ricevendo dalle Grandi Leggi Universali che hanno usato loro come “mezzo”. Un mezzo peraltro composto da persone gentili, amichevoli e pazienti. Io mi sono creata la realtà, prima attraverso l’immaginazione e lei si è concretizzata. Come ripeto, non mi vedevo addirittura sugli schermi durante le mie visualizzazioni, ma osservavo il mio consiglio arrivare a molti. Doveva arrivare a molti perché la gente deve capire e imparare che i medicinali sono molto utili ma non sono l’unica arma a disposizione. Che i – cibi spazzatura – fanno ammalare ma i cibi sani permettono la guarigione.

Mi ha fatto piacere partecipare assieme a dei medici e ad un giornalista perché questi professionisti hanno sottolineato l’importanza dell’argomento. Sono contenta che oggi si parla di questo. Si cerca di istruire gli ascoltatori all’utilizzo del meraviglioso e potente strumento che abbiamo e che possiamo avere, ogni giorno, sulla nostra tavola.

E’ stata la mezz’ora più lunga della mia vita, ero impaurita e fuori dal mio “habitat naturale” ma ricorderò quest’esperienza per sempre.

Dovete credere fermamente a ciò che desiderate. Non dovete solo desiderarlo, dovete considerarlo. Vederlo realizzato. E’ estremamente importante NON DUBITARE anche se riconosco essere questa la parte più difficile. Anche se può sembrare impossibile ricordatevi sempre che per l’Universo niente è impossibile. Tutto è possibile. Per lui non esistono barriere, le uniche barriere esistenti le innalziamo noi con le emozioni negative e il dubbio. Facendo così creiamo attrito e la situazione non può manifestarsi. Noi stessi, così come riusciamo a creare, riusciamo allo stesso modo a distruggere.

Consegnate il vostro sogno al Cosmo, affidatelo con fede a lui e… credeteci fermamente senza sperare. La speranza non va mai bene. significa rimanere in attesa e, l’attesa, potrebbe essere lunghissima perché i nostri tempi non sono gli stessi dell’Universo. Sperare significa chiedersi – Chissà se sono degno di ottenere questa cosa?… mah!… – e se si dubita di essere degni, se quella cosa si pensa di non meritarla, non arriverà mai.

Siamo sempre degni. Siamo figli della Grande Energia e, non sentirsi degni, è come offendere quello che possiamo definire “Nostro Padre” che ci ha creato.

Vi auguro con tutto il cuore di imparare a credere fermamente nel vostro volere e nella potenza della vostra immaginazione.

Io rimango ancora un po’ sulla mia nuvoletta rosa e da qui rivolgo un altro grande GRAZIE al Cosmo, alle persone che mi hanno regalato questa bella opportunità, che mi hanno ben accolta e a tutti gli amici e i parenti che mi hanno sostenuta, fatta sentire una star, e che, a pensarci, rido ancora adesso.

Grazie di cuore.

Qui sotto il video della puntata. L’argomento trattato che prevede il mio intervento assieme agli ospiti in studio va da 1:13:45 a 1:38:25

Prosit!

Cibo Sano: facciamolo mangiare a ‘sti benedetti figli!

Si sa, i ragazzi giovani, poco amano le verdure ma non solo. Ad una certa età, adolescenziale soprattutto, si sentono sempre un po’ esclusi, incompresi e sono convinti che nessuno li ama.

Dimostrare loro il nostro amore, anche attraverso piccoli gesti, come quello del cucinare (gesto per nulla “piccolo”) lo trovo indispensabile e, in questo caso, possiamo prendere due “piccioni con una fava” alimentandoli anche con del cibo sano che, durante l’età dello sviluppo, lo considero un qualcosa di fondamentale.

Per questo mi sono inventata una ricetta secondo me molto sfiziosa, buona e soprattutto salutare. Un piatto squisito a base di Riso e Verdure che il mio, di ragazzo, ha apprezzato tantissimo.

Un piatto colorato, goloso, divertente e soprattutto molto curato che gli ha fatto capire quanto tenessi a lui e quanto mi sono dedicata al suo benessere per preparargli questo ottimo pranzetto.

I suoi complimenti sono stati così sinceri e la sua espressione così entusiasta che mi piacerebbe davvero far vivere queste sensazioni ad altre mamme, in principal modo a quelle che, ogni giorno, lottano stanche per far mangiare un po’ di verdura a… ‘sti benedetti figli.

La ricetta può sembrare complicata ma in realtà non lo è.

Da come potete vedere attraverso le immagini, è composta da un Peperone, del Riso, della crema di Bietole con Basilico e da della Verza… caramellata! Squisita, fidatevi.

Ecco come preparare questa pietanza che vorrei definire così: Fior di Riso integrale allo Zafferano dentro a Peperone grigliato su letto di Crema di Bietole e Basilico con Verza caramellata ai Semi di Sesamo… esagerata… ma non è forse così che dicono i grandi chef?

Bene, iniziamo, dopo ovviamente aver lavato bene le verdure.

Vi descriverò le cose una per volta ma molte si potranno fare assieme, mentre un alimento cuoce si può preparare l’altro.

– Il Riso: potete farlo prima bollire e dopo metterlo in tegame o farlo cuocere direttamente nel tegame (attenzione perché il Riso Integrale deve cuocere molto, 50 minuti di bollitura) dopo aver preparato un soffritto di cipolla con alloro, timo, curcuma, erba cipollina e olio extra vergine d’oliva.

Quando la cipolla si presenta bella dorata, si aggiungerà il Riso, un goccio d’acqua, se non si è già salato durante la bollitura occorrerà salarlo e infine mettere lo zafferano.

– Il Peperone: si taglia come un cappello la parte del picciolo, lo si pulisce dentro eliminando la membrana bianca e i semi e lo si mette su un fornello accesso rigirandolo di tanto in tanto in modo da farlo abbrustolire bene un po’ ovunque.

Poi si passa sotto l’acqua fredda corrente e si eliminano le parti bruciacchiate che vedrete verranno via da sole.

Vi consiglio poi di metterlo un quarto d’ora in forno, spuzzando sopra un po’ d’acqua per farlo ammorbidire ma senza esagerare perché deve rimanere abbastanza sodo per contenere poi il Riso.

– Le Bietole: si fanno sbollentare o cuocere direttamente in padella con poca acqua al fine di ammorbidirle soltanto. Le ideali sono le bietoline, non vi consiglio le coste perché trattengono troppa acqua che renderebbe la crema troppo liquida a meno che non vogliate usare solo la parte verde.

Le Bietole le ho insaporite con del timo, un po’ di maggiorana, del coriandolo, del sale, un goccio d’olio e soprattutto un bel po’ di Basilico nella quantità che più ho preferito, nel mio caso, qualche foglia. Una volta cotte, ho messo tutto nel mixer e creato la crema. Prima di aggiungere i gusti e gli altri ingredienti, assicuratevi che non ci sia troppa acqua altrimenti vi consiglio di strizzarle un po’, sarete sempre in tempo ad aggiungerla dopo eventualmente, o aggiungere olio per renderla più morbida.

– La Verza: anche questa, in padella, con un goccio di acqua e un goccio di olio. Semi di Sesamo e zucchero di canna. Senza sale. Per una bella manciata di Verza, tagliata a strisce, ho messo due cucchiaini da tè pieni di zucchero e l’ho fatta ammorbidire a fuoco lento.

Quando tutto è pronto si passa alla composizione del piatto che prevede di mettere due cucchiai di crema di Bietole all’interno del Peperone pressandola un po’ in modo da formare la base per il Riso.

Aggiungere il Riso e poi il cappello. Riprodurre, sempre con la crema verde, il gambo del fiore utilizzando come foglia del Basilico e, infine, come terreno, la manciata di Verza. Potrete poi naturalmente aggiungere guarnizioni a piacere.

Il tutto dev’essere bello caldo quindi, magari, prima di guarnire con il Basilico, fate riscaldare nel forno (anche quello a microonde) l’intero piatto. Come vedete non ci sono difficoltà ma il risultato, vi assicuro, è davvero soddisfacente sia per voi che per chi mangia. Bello per gli occhi, buono per il palato e salutare per l’organismo. Potrebbe essere un piatto unico oppure potrete aggiungere ad esso una fonte di proteine e di grassi, a parte, per renderlo ancora più sostanzioso scegliendo sempre alimenti sani.

Purtroppo sono tante le cose poco sane delle quali i ragazzi si nutrono, soprattutto in quest’epoca dove la vita scorre di corsa e nella quale s’incontrano macchinette che distribuiscono merendine e simili ovunque, anche nelle scuole, per pochi centesimi.

Non si ha il tempo di dedicarsi alla cucina e all’alimentazione che forma quello che è il nostro organismo, che nutre il nostro sangue, il quale, a sua volta, irrora quasi tutte le parti del nostro corpo, organi compresi.

Non si ha voglia, già abbastanza stressati dagli impegni e dagli obblighi di ogni giorno, di lottare quotidianamente davanti ad un piatto che rimane lì, non apprezzato, e che spesso finisce nella ciotola del cane o, peggio ancora, nella spazzatura.

Sono convinta che la Creatività, vista proprio come termine discendente del verbo CREARE abbia la forza e la capacità di riportare risultati peraltro spesso ottimi. Per questo ritengo sia giusto sforzarsi, nei limiti del nostro tempo, di utilizzare la creatività e la fantasia.

Due doti che sono gli ingredienti principali di quella che è la ricchezza della vita. Che riescono a loro volta ad aumentare il loro successo come moltiplicandosi. Che come un piccolo seme, possono farci ottenere poi un grande e magnifico fiore.

Prosit!

Salutari Prelibatezze: il Naan e… l’Adesso, il Padre Nostro e così sia.

Guarda cos’ho fatto! – mi disse mia madre un sabato pomeriggio in cui andai a trovarla e mi mise sotto al naso un piatto con dentro dei panetti tondi, pallidi pallidi al centro e un pò bruciacchiati ai lati.

Sembrano buoni… cosa sono? – chiesi

E’ il Naan – mi disse lei

Il che?! – credevo si fosse incantata a causa di un’accidentale immobilità della mandibola apertasi per la vocale. Lei iniziò la sua spiegazione e m’incuriosì parecchio.

Il Naan è un pane indiano, vale a dire un cibo nutriente, salutare ma anche molto semplice da preparare e davvero molto goloso.

Ho iniziato da poco a realizzarlo anch’io ( riuscendo persin meglio di mamma 😛 ) e, una volta ottenuta la ricetta base, mi diverto a farlo aggiungendo diversi sapori come lo Scalogno, la Verbena, l’Aglio, i Semi di Girasole e… la fantasia… qualsiasi ingrediente andrà più che bene. Naturalmente si parla infatti di un Naan, per così dire, rivisitato da me, quello originale non è proprio tale e quale ma vi assicuro che il mio piace tantissimo, che modesta…!

Quello che vi presento oggi è all’Origano (Origanum vulgare) e davvero ottimo.

Il Naan, conosciuto come un pane lievitato (in tanti usano il lievito di birra), è invece preparato da me completamente senza lievito, ma rimane ugualmente morbido e friabile e anche sufficientemente spesso da poter aprire come un panino e farcire come meglio si preferisce.

Con il termine Naan, si vuole intendere, in tutta l’Asia Centrale e nel Medio Oriente, qualsiasi tipo di pane azzimo, ossia appunto un pane, al quale non occorre lievitazione.

Con le dosi che vi scrivo in questo articolo, riuscirete a creare 8 panetti, più o meno del diametro di 12 cm circa, ma potrete farli anche più piccoli e più sottili e ottenerne 2 in più.

Gli ingredienti e la quantità:

– 300 gr di farina integrale

– 250 gr di yogurt bianco magro

– ½ cucchiaino da tè di bicarbonato

– 1 filo d’olio extra vergine d’oliva

– 3 pizzichi di sale

– 1 manciata dell’ingrediente che avete scelto. In questo caso l’Origano, dall’inconfondibile profumo fresco e aromatico, un vero toccasana naturale, con proprietà antiinfiammatorie, antisettiche e antispasmodiche e ricco di vitamine, sali minerali, calcio e potassio.

Mescolate e impastate bene il tutto.

Se l’impasto dovesse riuscirvi un po’ troppo asciutto, anche se vedrete che non sarà comunque molto morbido, nè appiccicoso, potrete aggiungere un goccio di latte a temperatura ambiente o tiepido. All’inverso, se troppo bagnato, aggiungete farina.

Una volta ottenuta una palla, dividetela in quattro parti e poi ognuna di queste parti ancora a metà, fino ad ottenere, come vi dicevo prima, 8 pezzetti di pasta che trasformerete in palline.

Le palline verranno poi schiacciate con le mani e le dita per assottigliarle e appiattirle, c’è anche chi usa il mattarello, ottenendo cerchi perfetti, ma io preferisco un risultato più rustico e meno preciso. E meno sottile anche. Pure l’occhio vuole la sua parte come in tutte le cose. Al mio, piacciono le imperfezioni.

Mettiamo a scaldare sul fuoco una padella che dev’essere molto molto e ancora molto antiaderente, così, senza l’utilizzo di olio o altro, potrete cuocere i vostri Naan senza che si attacchino. Il fuoco sarà vivace e la padella, prima di essere utilizzata dovrà essere bella calda.

Qualche minuto da una parte e qualche minuto dall’altra, a fuoco sempre bello vivo, ma non al massimo però o rischiate di bruciare il vostro capolavoro. I miei si gonfiano un poco, ad alcune persone diventano proprio come dei palloncini che poi si sgonfiano una volta tolti dalla padella. La cottura dovrete controllarla da voi perché dipende da vari fattori soprattutto dallo spessore del Naan e dalla potenza del fuoco. Io, il primo, l’ho praticamente distrutto per guardarlo dentro, assaggiarlo e capire quando era pronto. All’incirca, comunque, ci vanno 4-5 minuti per ogni piadina. Ovviamente potete farli cuocere anche più dei miei se vi piacciono più croccanti e più abbrustoliti, io però, li gradisco morbidi e teneri.

Potrete farne quanti ne vorrete, conservarli è facilissimo, basta metterli nel congelatore e, all’occorrenza, farli scongelare e riscaldare o nel microonde o sulla piastra elettrica. Anche in padella andrà benissimo. Rimarranno un po’ più croccanti fuori e soffici dentro. Se invece li lasciate diventare secchi, nella credenza, potrete sempre consumarli nel latte, nel tè o nel caffè, o persino nella minestra, come dei crostini, sarà come intingere del pane e a me piace molto. Non si spreca nulla.

Il vero Naan, che non prevede l’aggiunta di un ulteriore sapore, è meno gustoso seppur buonissimo mentre, con l’aggiunta del gusto che più preferite, diventa davvero goloso da mangiare come una focaccia o un trancio di pizza e da dare anche ai bambini per merenda a scuola. Comodo e genuino.

Vi sto descrivendo la ricetta per fare quello che viene chiamato Naan salato ma potete fare il Naan anche dolce mettendo lo zucchero (vi consiglio di canna) al posto del sale e cospargendo poi la vostra creazione di ulteriore zucchero, magari a velo, farcendolo poi con del cioccolato o della marmellata, del miele o del malto. Una squisitezza.

Il pane è considerato da sempre il cibo più povero e più genuino tra tutti. E’ anche sicuramente quello più indispensabile, che accompagna i nostri piatti dai tempi più antichi e piace davvero a chiunque. Di tipi di pane ce ne sono migliaia ed è sicuramente l’alimento più umile che si conosca.

– Padre nostro… Dacci oggi il nostro pane quotidiano… –

Recita quella che si può considerare la preghiera più famosa della religione cattolica. Cosa significa? Che ci venga data anche oggi sussistenza? Che possiamo anche oggi sfamarci?

Questa preghiera venne insegnata, secondo alcune fonti, da Gesù ai propri discepoli con l’intento di usarla come strumento per avvicinare gli uomini a Dio, al Padre, vale a dire all’Assoluto (nostro). Un dono che spetta a ciascuno di noi. Un dono che abbiamo già dentro. Il poter vivere in un continuo stato di entusiasmo, in connessione con il Divino che trattasi di modo d’essere in amore e gioia.

Il pane, tradotto in questo termine, vista l’utilità ovvia e giornaliera già da quell’epoca, e probabilmente per molti anche unica fonte di sostentamento, è pari alle necessità che si percepiscono durante la vita ma, soprattutto, durante il presente, l’adesso. Quel preciso momento. Quotidiano. Ciò significa ricevere la possibilità di soddisfacimento per tali bisogni e imparare a vivere poi senza di essi. Un Dio, ciò che noi tutti siamo fondamentalmente, non ha bisogni. Non dovrebbe averne. Vive e basta, godendosi la magia di questa grandissima e complessa avventura che è la vita. Ciò significa anche che, proprio nella sua quotidianità, non occorre pensare ai bisogni del passato, a ciò che ci serviva ieri o un anno fa, sono tempi che non esistono più, sono il nulla, serve focalizzarsi solo sul presente, sul Qui e Ora, e solo in quel momento si può vivere la meravigliosa sensazione e comprensione che, in quel preciso attimo, non si ha esigenza di niente. Tutto è perfetto, in connessione con l’Energia Universale. Tutto esiste. E vive.

…dacci oggi il nostro pane quotidiano… – vale a dire regalaci la capacità di entrare, essere e rimanere in presenza. Nel nostro Sé Superiore. In quella dimensione nella quale possiamo vivere per quello che siamo realmente, e non soltanto come dei corpi con una ragione.

Che sia quindi un buon… pane quotidiano

Non mi rimane altro che augurarvi buon appetito perchè un’alimentazione sana può essere anche davvero molto gustosa. Il profumo c’è, il sapore anche.

Prosit!

Modificare gli Ingredienti

Sovente mi è capitato di andare ad acquistare qualche alimento e di non trovare nel negozio quello che preferivo. Sono abituata a comprare, il più possibile, ingredienti genuini ma, a volte, si fatica a trovare la naturalezza.

Agenti chimici, coloranti, pesticidi, e via dicendo, purtroppo inquinano ed edulcorano il nostro cibo e noi ce ne saziamo introducendo nel nostro organismo sostanze tossiche che ci fanno ammalare. Oppure, al di là dell’artificialità degli alimenti, possiamo trovare prodotti poco buoni, poco gustosi, meno saporiti, per via della marca o della preparazione.

Ebbene, non c’è nessun problema. Quell’alimento lo possiamo modificare noi come meglio crediamo e senza troppe difficoltà (beh… qualche difficoltà c’è in realtà). Non mi riferisco all’aggiungere altri aromi ma semplicemente grazie ad un unico ingrediente: l’amore.

Non sono una grande cuoca, in cucina me la cavicchio ma mi basta avere un ospite a cena per andare in panico e, lo giuro, quella ricetta, quando deve arrivare lui, non mi riesce bene come al solito. O sbaglio la quantità di sale, o la cottura, o mi rimane scialbo, etc, etc… che rabbia… e che desolazione! Ma, da qualche tempo, ho trovato una soluzione fantastica: con l’amore aggiusto tutto.

Con l’amore posso anche potenziare l’azione terapeutica del cibo. Se ad esempio cucino qualcosa di particolare per mio figlio, che non sta bene (in casa nostra i medicinali sono consumati raramente prima si prova con l’alimentazione), nel mio calderone aggiungerò, assieme a tutto il resto, anche una bella dose d’amore, ordinando a quell’alimento di fare bene il suo dovere, ringraziandolo e amandolo a mia volta.

Per fare ciò vi basterà vivere il Qui e Ora percependo di essere un tutt’uno con quelle sostanze. In quel momento ci siete solo voi e quelle carote, o quella pasta, o quelle uova… Nient’altro.

Nessun pensiero. Nessun tipo di riflessione riguardo al futuro o al passato. Siete il presente, siete “questo momento“. Vi consiglio di leggere qui  https://prositvita.wordpress.com/2016/03/23/che-cosa-sei-io-sono-questo-momento/  capirete cosa intendo.

In quel momento voi sarete amore e, divenendo un tutt’uno con quell’alimento, quell’alimento diverrà amore. Diventerà quindi più gustoso, o più salutare, o tutto quello che vorrete. A dirlo così sembra semplice ma semplice non è.

La nostra mente è inquinata ancor più degli ingredienti che stiamo cucinando e non è assolutamente facile svuotarla, liberandosi per concentrarsi e focalizzarsi sulla nostra missione ma, con l’allenamento, si possono ottenere davvero grandi risultati. E funziona, funziona davvero. Beh… ovviamente, bisogna crederci. Bisogna avere fede. Ecco un altro ingrediente fondamentale: la fede.

Quella ricetta satura d’amore inoltre, quando entrerà nel vostro corpo mentre la state mangiando, nutrirà il vostro corpo anche d’amore e un ciclo continuo di splendida energia farà parte di voi. Vi avevo già parlato di Masaru Emoto? Guardate questo video. E’ breve ma vi aiuterà molto a comprendere.

E ora questo.

Potranno sembrarvi sciocchezze ma prima dovreste, seriamente e con dedizione, provarci. L’esperimento del riso, ad esempio, potete farlo voi stessi a casa, non ci vuole nulla.

Prosit!

La Verza, la Vit. E e l’Acetosella – una ricetta sana e golosa

La Verza (Brassica oleracea) o Cavolo Verza, è un ortaggio ricco di vitamina E (tocoferolo) che è un grande antiossidante, idratante e combatte i radicali liberi. Aiuta quindi le cellule del nostro organismo a rinnovarsi e, soprattutto, permette loro di non deteriorarsi prima del tempo a causa di tutti gli ingredienti e di tutte quelle sostanze nocive che ci danneggiano.

La vitamina E infatti, protegge e rinforza la membrana mitocondriale cioè dei mitocondri che, nella cellula animale, si preoccupano della respirazione cellulare e la respirazione è alla base della vita di questa unità multifunzionale così come lo è per noi.

Non focalizziamoci solo sulle cellule della pelle come siamo abituati a sentire nelle pubblicità delle creme di bellezza, quando si parla di cellule, si parla di quelle di tutto l’organismo perciò anche di quelle dei nostri organi e dei nostri vasi sanguigni che devono essere estremamente considerate e mantenute al meglio anche grazie all’alimentazione.

Questo ortaggio è inoltre anche un grande antinfiammatorio, un ottimo detossinante e un fantastico diuretico e permette al sangue di rimanere fluido senza ispessirsi. Ma non solo, come tutti gli altri cavoli, la Verza, ha tantissime proprietà benefiche e dovremmo farne sovente uso mangiandola anche cruda nello stato in cui meglio mantiene le sue incredibili virtù. Purtroppo ha un gusto che non a tutti piace però e così, oggi, vi spiego un modo per cucinare la Verza davvero goloso, a mio gusto, e soprattutto sano.

Si ha la convinzione che un alimento sano sia anche poco gustoso ma non è così, basta avere un po’ di fantasia e saper combinare gli ingredienti giusti.

Si prepara innanzi tutto un soffritto, con poco olio, un po’ particolare, composto da: cipolla, aglio, timo, curcuma, zenzero e pepe e, appena la cipolla diventa dorata, si aggiungono olive (io uso quelle Taggiasche denocciolate), semi di girasole e lenticchie umbre.

Intanto che tutti questi ingredienti soffriggono e sfrigolano che è un piacere, faccio sciogliere in un bicchiere d’acqua calda un cucchiaino bello pieno di miso d’orzo e lo verso nella pentola che sarà una padella bella capiente o un wok. Lasciamo andare il tutto per un po’ sempre a fuoco basso.

Si pulisce, si lava e si taglia una Verza a strisce e una carota a sfoglie (usando ad esempio il pela-patate) aggiungendo poi queste verdure al soffritto che ora si presenta di colore scuro. Aggiungiamo acqua e lasciamo cuocere aggiungendo altra acqua di tanto in tanto. Il tutto dovrà cuocere parecchio perché le lenticchie dovranno ammorbidirsi e le verdure consumarsi un po’.

Attenzione solo al sale perché sia il miso che le olive insaporiscono già il tutto quindi cercate di non esagerare.

Verso fine cottura occorrerà aggiungere anche un po’ di prezzemolo, qualche fiore di Acetosella Gialla (Oxalis pes-caprae) che dona un lievissimo sapore di limone (quindi preparate tale ricetta in questa stagione) e semi di sesamo. In verità potrete prepararla tutto l’anno, anche senza fiori di Acetosella risulterà comunque un piatto squisito o potrete aggiungere altri fiori edibili magari più estivi. Vi sconsiglio la lavanda che con il salato, secondo me, poco si addice.

Ecco che la Verza è pronta e buonissima. Un contorno perfetto o un secondo singolare da mangiare sopra a fette di pane rustico riscaldate. Che ve ne pare?

Fatemi sapere, a me non resta altro che augurarvi buon appetito!

Prosit!