Come, senza accorgertene, ti distacchi da Madre Natura

ESSERE UNO

Molte persone, sovente, mi dicono – Io amo la Natura! – e, solo su questa frase, ci sarebbe da aprire un dibattito abbastanza importante, in quanto viene pronunciata quasi come a distaccarsi dalla Natura. Come se la Natura fosse una cosa (da amare) e noi un’altra. In realtà noi siamo Natura. Amare lei significa amare noi stessi, per forza, e qui le cose iniziano a complicarsi.

Ma l’argomento che voglio affrontare oggi è un altro perché, senza rendercene conto, ci distacchiamo da Madre Terra anche in altri modi, molto più di quello che crediamo.

La onoriamo, la difendiamo, creiamo dei veri e propri movimenti a suo favore ma non ci accorgiamo che basterebbe vivere un po’ di più come Lei, sentirsi Uno, per nutrire il suo Essere e farlo divampare. Per essere Lei. Un tutt’uno con Lei, in simbiosi. Per ingigantirne l’energia. Per renderla ancora più potente.

NON C’E’ TEMPO

Ora, io mi rendo perfettamente conto che, nel nostro mondo, siamo obbligati a vivere con dei “tempi”. Dei tempi che piante e animali non hanno. Siamo costretti a mangiare ad una cert’ora, anche se non abbiamo fame, perché poi sennò fino a sera non possiamo più farlo. Siamo costretti ad andare ad una certa velocità. Dobbiamo essere dinamici, dobbiamo sopportare molte cose e questo ci rende stressati e nervosi, mi rendo conto di tutto, ma è anche vero che dentro di noi, nel nostro mare interiore, non ci sono ostacoli e che almeno un po’, anche solo un pochino, potremmo provare a renderci il più possibile suoi figli – figli di Madre Natura.

Siamo l’emanazione dell’Universo più completa e perfetta che l’Energia Cosmica abbia estrapolato da se stessa. Siamo Esseri superiori, pensanti e dotati della sua stessa onnipotenza ma queste parole possono apparire esagerate seppur vere. Non sarà esagerato, invece, cercare di renderci davvero creazioni della Terra e godere così (soprattutto) dei suoi benefici.

L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo
(Giordano Bruno)

Libero. Libero come un animale selvatico, come un fiore che non è condannato all’invidia, come una pianta mossa dal vento, come il mare che governa gli animi di molti.

LA GIOIA VIVE NELLA LIBERTA’

Quando qualcuno è convinto di amare la Natura – sopra ogni cosa -, in verità non bada al fatto che egli stesso si sta distaccando parecchio da lei. Non accade sempre ma molti individui cadono in questo tranello.

Non basta andare a dormire come le galline e alzarsi all’alba per dire – Io vivo in base alla Natura -.

Essere in simbiosi con Lei e sentirsi Lei (come dovrebbe essere) significa anche:

– LASCIAR ANDARE. Noi non lasciamo mai andare. Restiamo aggrappati alle nostre cose, al nostro passato, ai nostri affetti. Restiamo legati alle situazioni, ai modi di fare, agli schemi mentali. Ai ricordi, anche se tristi. La Natura sa abbandonare ciò che non gli serve più, lo sa anche eliminare del tutto, quasi severamente, e si rinnova di un qualcosa di ancora più bello.

– CAMBIARE. Ogni cosa in Natura muta. Sempre. In un costante e perpetuo ciclo. Ogni cosa è diversa, imperfetta, bellissima. Noi siamo totalmente restii al cambiamento. Il cambiamento ci spaventa, ci fa male, abbiamo una paura folle del cambiamento. Tutto, della nostra esistenza, deve sempre restare così com’è altrimenti guai.

– VIVERE SENZA ASPETTATIVE. La Natura gode di quello che è letteralmente chiamato Amore Incondizionato. Non si aspetta nulla. Esiste e basta e dona il meglio di sé, in totale purezza, senza aspettarsi nulla in cambio. Non si muove in base ad un riscontro. Non offre in base ad una determinata risposta che dovrebbe arrivare. Non spera. Non attende l’azione di terzi. Lei E’. Focalizzandosi sulle aspettative si soffre molto. La delusione inizierà a governare in noi e la tristezza, nei confronti della vita, prenderà presto il sopravvento.

– SAPER ASPETTARE. Aspettare con gioia, senza rammarico. In serenità. Essere pazienti. Essere coscienti che tutto ha un tempo e che tutto ha un giusto tempo. Nella materia le cose sono lente e pesanti, è inutile affannarsi e disperdere energie dove serve solo attendere nascite. Ogni cosa ha un suo momento, lo si vede chiaramente nelle stagioni. Le stagioni sono periodi dei quali non sappiamo minimamente nulla e mai ci comportiamo come una stagione quando invece, se questo tempo esiste, ed esiste in quel modo, c’è un perché. La nascita, il vivere, il trionfo, la stasi, la morte, la rinascita… nulla di questo culliamo nel nostro intento, verso quello che siamo o che potremmo essere.

– ACCETTARE. La totale accettazione della Natura non ci appartiene. Potrebbe appartenerci ma prevalgono i sentimenti della rabbia, della vendetta, del dispiacere, del fastidio, etc… Non riusciamo ad accettare laddove, come accettare, non s’intende sopportare, ne’ rassegnarsi ma accogliere come nostro ciò che sta accadendo ed eventualmente trasmutarlo con amore e coscienza. Altrimenti è solo un generare dolore. La Natura accetta ogni cosa e brilla sempre più forte di prima.

Devi prima ardere se vuoi brillare – (Mikhael Aivanhov)

LA TOTALE BELLEZZA

Potrei andare avanti con altri esempi ma sappiamo bene che la Natura è una grande Maestra. Il problema è che non teniamo conto dei suoi insegnamenti più profondi. Quelli che vediamo di meno, pur sentendoli dentro di noi a volte anche impetuosi e che scalciano per essere ascoltati.

Ogni volta che ti comporti in modo contrario alla tua Natura ti allontani anche da Madre Terra. Quando hai bisogno di piacere gli altri perché non ti ami abbastanza, quando vorresti che il tuo collega venisse licenziato, quando vedi problemi anche dove non ci sono, quando manipoli le persone a tuo piacimento, quando non sai vedere oltre… sei in totale disaccordo con il Creato. Stai vibrando in frequenze non contemplate da lui e, pertanto, sei “fuori”. Fuori dal Regno, fuori da un disegno divino, stellare.

Certo, so a cosa stai pensando: che le piante non hanno sentimenti come noi, che gli animali non hanno una ragione come noi, che le pietre, il cielo e i torrenti non provano le nostre emozioni.

In realtà, all’interno della scintilla divina che ti ha creato, hai molto più potere di tutto questo. Sei solo schiavo della tua Mente, un sacro dono che spesso mal utilizziamo. Se ti alleni ad ascoltare la voce dell’Anima, che non è altro che la voce del Cuore, tu puoi vivere ancor meglio di qualsiasi altra creatura.

Sempre senza esagerare e fare i fenomeni, che non ci siamo nemmeno abituati, proviamo comunque a nutrire queste doti. Poco per volta. Possiamo imparare a non aver paura del cambiamento, ad esempio, o a farci traumatizzare di meno da lui. Possiamo farlo. E, se impariamo, ne va del nostro benessere.

Prosit!

Lo Starnuto – la manifestazione del fastidio

SALUTE!

Si sa che lo starnuto è una violenta espulsione di aria provocata dal nostro corpo quando deve svuotarsi velocemente da un eccesso di elementi considerati da lui nocivi (può anche essere un odore sgradevole). Quest’aria, che ha sede nei polmoni, è infatti caratterizzata anche da sostanze che il corpo tende ad espellere provocando questo scossone definito – involontario – per noi.

Il meccanismo dello starnuto è estremamente affascinante e attivato da sensori del Nervo Trigemino. Prende in considerazione diversi fattori come: la contrazione muscolare, l’espulsione di agenti patogeni, la fuoriuscita di liquidi, la pulizia delle mucose e la sua velocità può raggiungere addirittura i 320km/h. Decisamente meglio di un soffiatore!

Andando oltre la situazione fisica, lo starnuto è un sobbalzo che ci avvisa quanto fastidio e quanta intolleranza racchiudiamo in noi.

Le persone che starnutiscono sovente o le persone allergiche (vedi articolo https://prositvita.wordpress.com/2015/04/03/guardare-le-allergie-e-le-intolleranze-da-un-altro-punto-di-vista/ ) sono persone spesso infastidite da varie cose, situazioni o persone e desiderano sbarazzarsi di quello che vivono come una seccatura. Si tenga anche conto che si può starnutire solo in determinati periodi della vita. Conosco ad esempio una signora che ha starnutito moltissimo fino all’età adolescenziale e poi, dopo essersi sposata e aver costruito la sua famiglia, non ha praticamente più starnutito se non in modo “normale”. E’ vero che più cresciamo e più si rinforza il nostro apparato immunitario, il nostro organismo cambia e cerca sempre di adattarsi, ma è anche vero che occorre tener presente vari fattori.

ETCIU’!!!

Come dicevo, le persone che invece starnutiscono molto, possono essere puntigliose in alcuni aspetti della loro vita, amano la perfezione e avere il controllo. Sono abbastanza ansiose, s’intestardiscono facilmente e non accettano di buon grado di essere spodestate dal loro ruolo. La casa deve essere pulita, i figli devono andare bene a scuola, l’apparenza per loro conta molto, conta far bella figura e temono il giudizio degli altri. Ma la questione principale è che molte cose le rendono intolleranti.

Questo avviene perché sono anche sensibili pur non riconoscendolo o mostrandosi “di polso”. Questa loro sensibilità, che le rende più vulnerabili ma anche empatiche, è una qualità meravigliosa ma che a loro causa inquietudine. Hanno bisogno di appoggi e sentirsi al sicuro.

Sono persone che covano una scontentezza di fondo. Un qualcosa non le appaga totalmente, nonostante, per alcuni, pare conducano una vita agiata o un’esistenza libera e invidiabile.

Quando la natura intrinseca è satura di fastidio nutrito, esplode attraverso lo starnuto che aiuta a liberarsi ma avvisa anche dell’esistere di una dose consistente di scontentezza che occorrerebbe trasformare in gioia. La cosa difficile, a volte, è che non si sa riconoscere cosa nutre questa infelicità perché appartiene alla parte più profonda di noi che, per uscire, deve appunto essere scossa violentemente.

Bisognerebbe guardare di più quello che si ha rispetto a quello che non si ha, preoccuparsi di meno e soprattutto accettare maggiormente il comportamento degli altri senza giudicare.

Lo starnuto provoca una fuoriuscita di liquidi anche dal naso e dagli occhi. Tutti simboli di tristezza per un qualcosa che non si riesce a sopportare ne a perdonare. Forse una situazione.

OGNUNO STARNUTISCE A MODO SUO

Trattenere uno starnuto non solo è pericoloso, perché si comprimono i canali del nostro corpo (di torace, gola e testa) ma non si permette al corpo di svolgere una funzione della quale ha estremamente bisogno sia dal punto di vista fisico che psicosomatico. Ha bisogno di liberarsi, di eliminare quel disgusto trattenuto .

Si starnutisce in diversi modi e soprattutto a seconda di dove ci troviamo e con chi ma, solitamente, una persona che trattiene i suoi starnuti è una persona che non ama disturbare, ama essere stimata ma non vuole darlo a vedere, ha il senso del bello e non sopporta far brutta figura. Chi invece, quando starnutisce, provoca un boato assordante è un individuo che ha bisogno di essere visto e considerato, spesso si comporta da giullare, prova sovente a passare per quello più furbo degli altri ed è gioviale e scherzoso. C’è anche chi durante lo starnuto sembra un bambino e, attraverso quel meccanismo, mostra un’innocenza della quale sente la mancanza in quanto crede di non potersela più permettere. Vuole coccole e sostegno e ama essere al centro della vita di chi gli è caro.

AUGURATI IL BENESSERE

Quando starnutiamo siamo soliti dire a noi stessi (se diciamo qualcosa) frasi come:

Ohi ohi… mi sa che ho preso il raffreddore!

Mamma mia deve avermi dato fastidio quella cosa là

Oppure si fanno battute di tipo popolare che usavano i nostri nonni:

Salute! …Che se ne và!

Eccììì-culatta in puve! – (da me in Liguria significa “cioccolata in polvere”)

Etc…

Ma raramente affermiamo esclamazioni come:

Oh! Bene! Un po’ di fastidio se ne è andato! Ora ne ho meno!

Molto bene! Adesso ho più salute di prima!

Via tutta quest’immondizia! Largo alla pulizia e alla gioia!

Il mio splendido corpo si è pulito! Che bellezza!

Queste citazioni sono importantissime perché, attraverso le nostre memorie, associamo lo starnuto ad una infiammazione o comunque ad uno “star poco bene” come se fosse il preludio di una malattia.

Sappiamo che si può starnutire anche per la luce solare (vengono solleticati i sensori del Trigemino) ma dal nostro inconscio non parte un input dedicato al sole. Frasi positive, come quelle che ho riportato, aiutato a cancellare le memorie vecchie costruendone delle nuove, a furia di dirle, e pian piano ogni starnuto diverrà fonte di benessere fino a scomparire. Ossia si starnutirà molto meno.

Il nostro corpo ha bisogno di starnutire, deve ripulirsi. Lo stranuto è come la pipì, attraverso lui si fa pulizia, ma sempre nella giusta dose.

Solitamente ultimo i miei articoli augurando – Prosit! -, questa volta trovo carino dirti – Salute! -.

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Elimina i Compromessi e conquista la tua Libertà

CHIUNQUE HA UN RAPPORTO CON NOI

So bene che nella vita c’è compromesso e compromesso, alcuni hanno un prezzo che paghiamo volentieri soprattutto se il ritorno è ottimo per noi ma quelli di cui voglio parlarti oggi sono mani che ti tengono attanagliato, stretto tra le loro dita aguzze.

Nel momento in cui impari davvero a stare bene con te stesso non sei più dipendente da niente e nessuno.

Non ce ne accorgiamo ma molto spesso, più spesso di quello che crediamo, abbozziamo e accettiamo da altri comportamenti che non ci piacciono per timore di perdere quella relazione che sia sentimentale, di amicizia o di parentela.

Ci sottoponiamo continuamente ad una sorta di ricatti che ci auto infliggiamo la maggior parte, delle volte per paura della solitudine ma non solo: “Che brutto vizio che ha! Lo detesto ma devo sopportarlo altrimenti se gli dico qualcosa si arrabbia e poi non mi fa più questo e quello…

Questo e quello – possono essere appagamenti di diversa natura ma che ovviamente appagamenti non sono. Sono COMPROMESSI.

IMPARIAMO A DISTINGUERE BENE LE COSE

Il compromesso è deleterio. Una sorta di espediente carico di ipocrisia e omertà al fine di ottenere il famoso Quieto Vivere, laddove, come Quieto Vivere, si intende una parvenza di star bene. Tutto questo però è un’illusione. Una sciocca, tossica, distruttiva illusione.

E’ un piacere totalmente effimero al quale ci appendiamo con le unghie e con i denti e ci sembra chissà che.

Questo o quello – possono essere esibiti da: prestiti in denaro, accompagnamenti comodi in auto, compagnia, promesse di matrimonio, viaggi, condivisione di passioni, risparmio, babysitteraggio, posto di rilievo, orario lavorativo ridotto e potrei andare avanti all’infinito.

Per ottenere ognuna di queste cose e molto di più, ogni volta, mandiamo giù bocconi amarissimi in quanto ci sembra più salato il prezzo da pagare nell’arrangiarci o nello stare da soli che non quello da spendere nel sopportare determinati atteggiamenti. Erroraccio!

Ebbene questa è un’idea totalmente distorta e fasulla. E’ una credenza. Uno schema mentale falso.

LE ABITUDINI

Innanzi tutto bisogna comprendere che siamo abitudinari in ogni cosa che facciamo pertanto anche nei pensieri. Ossia, è come se nel nostro cervello ci fossero delle strade, tipo canali (e ci sono davvero, sono quelli utilizzati dalle sinapsi) e i pensieri passano sempre di lì. Siamo abitudinari nell’agire, nel reagire, nelle emozioni, nel comportamento, in tutto. Questo perché siamo dei “dormienti”, cioè utilizziamo soltanto una piccola parte delle nostre capacità sia cognitive che spirituali.

Detto questo va quindi detto anche che ci basta cambiare abitudine per abituarci all’altra (perdonatemi il gioco di parole) e l’affare è fatto. In pratica, se preferisci andare da quel Macellaio antipatico solo perché è più vicino a casa tua (ecco il compromesso) dopo un po’ di tempo non ti peserà più andare da un altro Macellaio che, anche se sarà più distante e ti farà camminare di più, è gentile e affabile. Immagina se il Macellaio antipatico dal quale vai chiudesse, cosa fai? Diventi vegetariano? Ok, puoi anche farlo se vuoi ma se di vegetarianismo non ne vuoi sapere sei obbligato a fare qualche metro in più.

La domanda che voglio porti è: Perché non inizi fin d’ora a fare quei metri in più mettendola in barba al commerciante sgradevole e ti liberi di un trattamento poco rispettoso? Questo cambio del meccanismo oltre ad appagarti molto perché conoscerai un venditore fantastico, suggerisce alla tua mente una cosa bellissima – Io posso! Io non dipendo da nessuno! Se voglio posso! Se non amo il tuo trattamento lo cambio! E sono più felice! -. Oh già! Questo perché “modi di fare” e “mente” si parlano.

Il Macellaio è soltanto un leggero esempio che può essere utile come inizio per poi cominciare ad andare a toccare i tasti più dolenti e cioè le persone alle quali teniamo di più e che di più ci tengono in pugno. Fino ad arrivare alle considerazioni più grandi.

VOLERE E’ POTERE… DAVVERO!

Devi convincerti che c’è sempre una soluzione. Se non la trovi la puoi inventare ma c’è. Non è impossibile è solo che tu non hai voglia di metterla in pratica. Non voglio essere offensiva dicendo che sei un fannullone, non mi permetterei mai. Voglio solo convincerti che volere è potere e lo è davvero.

Una donna che conosco, alla meravigliosa età di 58 anni, ha preso la patente pur di non farsi più scorrazzare dal figlio che bestemmiava in turco ogni volta che doveva accompagnarla da qualche parte. Non crederai a quello che sto per dirti ma dopo qualche tempo, di sua massima indipendenza, è stato proprio il figlio ad offrirsi per accompagnarla! Ho vissuto questa cosa con i miei occhi!

Un’altra mia conoscente, invece, era davvero stanca di sottostare ai ricatti della madre per poter sistemare il bambino quando voleva uscire qualche sera con gli amici (di giorno il bimbo andava all’asilo e lei andava a lavorare). Ebbene, si è messa d’accordo con una sua amica e hanno iniziato a scambiarsi i favori; una teneva il cane all’altra quando questa voleva andare in vacanza e l’altra teneva il bimbo a una quando questa voleva uscire. Inoltre ha iniziato a lavorare la lana cardata realizzando diversi gadgets che ha iniziato a vendere e, con i soldi ricavati, si pagava una ragazza che le teneva il figlio una sera alla settimana. Anche qui, non mi crederai, ma la nonna, tra lo sbigottimento e la solitudine, ha iniziato ad implorare la figlia di lasciarle di nuovo il nipote. Non ti sto prendendo in giro!

LA VERA LIBERTA’

So bene che ci sono situazioni più gravi che dobbiamo patire e tollerare ma è altrettanto vero che possiamo, se vogliamo, modificare la nostra vita o comunque renderla di gran lunga migliore e respirare più libertà. Perché sì, questa è la vera libertà.

Cerchi compromessi con tutti. Con i tuoi figli, con il tuo partner, con i tuoi genitori, con gli amici, con i colleghi… cerca di limitare il più possibile la quantità di queste false convenzioni.

Vorrei farti capire che la ragazza di cui ti ho appena parlato, che ha iniziato a lavorare la lana cardata (tu puoi trovare altre soluzioni, alcune possono costarti più fatica altre meno) ha in pratica messo sulla bilancia due cose: il comportamento della madre su un piatto che le causava un’oppressione indescrivibile e, sull’altro, la stanchezza e l’impegno di restare a volte fino a tarda notte con l’ago in mano per finire le sue opere. Ebbene non c’è stato paragone per lei. Nonostante lo sforzo dei suoi occhi attenti sul lavoro, nonostante il sonno, nonostante tutto, è decisamente più felice perché crea molte cose, riceve complimenti e apprezzamenti, si sente più libera ma anche brava, capace di fare, vede gli altri felici quando regalano un suo pezzo, dà sfogo alla sua fantasia e ora sì che è davvero appagata.

Quando arrivi a non dover più dipendere da nessuno e stai bene con te stesso qualsiasi cosa accada tu non hai da temere nulla. Non hai paura di perdere qualcuno perché se anche quel qualcuno va via (o non ti fa più quel favore, cioè si stacca da te da quel lato) tu vivi comunque sereno. Lo lasci andare liberando anche lui da quella specie di “favore” che ogni giorno ti fa. Fosse anche solo – compagnia -. Quando non senti più la paura di perdere “quella cosa” o “quella persona” allora sì, sei davvero libero. Quando non sei più servo di nessuno. Perché vedi, ci sono casi semplici in cui si tollerano cose semplici ma ci sono situazioni anche più gravi nelle quali ci si riduce davvero ad essere schiavi. E’ come costruirsi una gabbia attorno senza uscita e questo è dolorosissimo. E’ un peso abnorme da sopportare giorno dopo giorno.

Questa è la vera libertà. Essere e sentirsi pienamente liberi non significa fare solo il lavoro che ci piace, avere la casa che ci piace, andare in vacanza quando vogliamo, poterci comprare l’auto che preferiamo e avere un partner che ci ama tanto. Essere liberi vuol dire soprattutto uscire da questi schemi quotidiani. Eliminare dalla nostra vita tutto ciò che è nocivo e negativo. Non usare espedienti. Non farsi assoggettare.

Non restare sotto la tirannia della pigrizia, della menzogna, del bisogno, dell’avarizia, della lussuria, del biasimo, della manipolazione… questi sono tutti demoni che portano a subire le voglie di altri demoni come quello dell’invidia, della gelosia, del giudizio, dell’opportunismo, dell’ipocrisia… Via, via tutto questo! Guarda quanto male c’è e te lo stai mangiando ogni giorno! Ti stai nutrendo di questo.

Liberandoti da ciò, crei spazio alla felicità. Alla serenità. A quella gioia piena che nessuno può portarti via e ti riempie.

Allora sì sarai davvero felice e potrai vibrare in frequenze positive sentendoti veramente bene. Questa è la vera libertà.

Prosit!

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Quando le anime si incontrano

È UN INCONTRO D’ANIME

Eros Ramazzotti cantava – È un incontro d’anime…! – ma il suo, seppur vero, voleva essere un messaggio dedicato all’amore di coppia. Oggi andiamo oltre questo tipo di amore e proviamo a guardare cosa succede al di là della nostra percezione fisica.

Ti è mai capitato di avere deja-vù con persone mai viste prima? E di provare una profonda confidenza con chi conosci da poco tempo? Oppure qualcuno proprio non vuole uscire dalla tua vita, mentre un altro non vuol saperne di entrare?

Perché vedi, gli incontri dei corpi, gli avvicinamenti fisici o le conoscenze del mondo materiale sono una cosa, ma gli incontri delle anime sono tutt’altro.

Questa è la storia del nostro disegno, già delineato, nell’infinità del cielo. Un disegno che però scegliamo noi come creare, che colori usare, che tecnica utilizzare. Se riusciamo a vederlo.

Questa è la storia di due (o più) anime che vanno ben oltre la fisicità e, contro il loro volere, non possiamo fare nulla in quanto tutto è al di sopra.

GUARDANDO OLTRE

Spesso ci piace una persona, vorremmo amarla, o possederla, o averla come compagna ma, se la sua anima non è destinata a rimanere con la nostra, sarà ben inutile forzare le cose verso una sofferenza che prima o poi si paleserà nella realtà. All’incontrario, sarà inutile evitare una persona se le anime hanno già deciso da tempo di incontrarsi o di stare insieme.

Lascia andare. Lasciati andare al disegno stellare, divino, preparato per te, per la tua evoluzione (e per la sua). Lascia quell’anima libera di andare incontro a chi deve e poter così svolgere il suo ruolo. Non porre attrito, ne’ in modo positivo, ne’ negativo.

I corpi vogliono o non vogliono, bramano o non bramano ma le anime no. Non hanno fretta. Non hanno mente.

Questa non è una storia d’amore, è la storia dell’Amore inteso come unica e grande forza universale che vede ogni tipo di rapporto (non dovete pensare solo ad una relazione di coppia, si parla di qualcosa di più grande che osserva ogni tipo di legame tra l’umanità).

Tutto quello che la tua parte Spirituale decide di farti vivere è perfetto. Anche gli incontri che ti fa fare sono perfetti. Tutti sono scelti per farti vedere le tue parti nascoste, belle o brutte che siano. Sono degli specchi. Non puoi sottrarti a questo insegnamento.

QUANTE VITE TI SERVONO?

Puoi farlo in una vita, in due vite, in tre vite, ma prima o poi dovrai affrontare quello che la tua anima vuole che guardi. L’anima non prova emozioni, ne dolore o piacere fisico. Lei cerca sempre di condurti verso il Sé Superiore ma, non ascoltandola, e credendo di soffrire in base a certe scelte, ci si allontana dalla sua voce e si fa quello che la mente, con i suoi deleteri schemi mentali, ci consiglia o ci vieta di realizzare. E allora, soprattutto per paura, non ci diamo il permesso di vivere in piena libertà inibendo il nostro cuore.

Le anime sono già d’accordo. Hanno realizzato il tutto ancor prima che tu nascessi. A livello vibrazionale si conoscono da molto tempo. Hai già vissuto vite e altre ne vivrai tu dove ci sono state e ci saranno sempre loro, figlie della stessa monade, ad incontrarsi ogni volta, con ruoli diversi.

LE ANIME NON HANNO RUOLI

Quante volte succede che due persone si amano ma essendo già con altri compagni continuano a stare con questi ultimi perché la società ancora non fa vedere di buon occhio una separazione? – Mio marito non merita di soffrire -, – Ai miei figli poi cosa dico?  -, – Mia moglie da sola non ce la farebbe -, – Per i parenti sarebbe un trauma -, – In fondo siamo una bella coppia… -.

Quante volte non educhiamo i figli come vorremmo a causa del giudizio della società? – Questo dicono sia pericoloso -, – Così non va bene perché lo vieta la morale! -, – Se faccio così gli do troppa libertà -, – Sicuramente così soffrirà perché io soffrirei -, – Non è bene fargli fare quella cosa -, – Bisogna lasciarlo più libero… -.

Quante volte avremmo piacere di vedere una persona, di esserle amica, ma purtroppo lei ha litigato con un nostro caro e non possiamo tradire lui frequentandola – Lo perderei e non voglio rimanere senza di lui -, – Ci rimarrebbe male -, – Se lui lo facesse a me? -, – L’onestà che mi hanno insegnato non prevede questo… -.

E intanto le anime sbattono e urlano sempre più forte.

Quanto gioco mentale c’è qui! Quanto chiacchiericcio inutile! Quanto inquinamento! Un arrovellamento di pensieri pieni di filtri.

Si può davvero fare del male agli altri e non bisogna. Occorre sempre comportarsi con onore ma, l’onore, non contempla la morale che ci è stata insegnata. La morale di cui siamo colmi tarpa le ali, non ci permette di vivere le nostre voglie, i nostri desideri, il nostro stile personale. Le scelte.

ASSUMERSI SOLO LE PROPRIE RESPONSABILITA’ E NON LE EMOZIONI DEGLI ALTRI

Quando nel proprio onore ci si comporta chiaramente e correttamente, si può decidere di fare quello che si vuole e che più ci aggrada. Se l’altra persona (mamma, figlio, marito, padre, amico, nonna, collega…) soffre, è un problema suo, non nostro, e non è un problema ma semplicemente il suo personale disegno che serve anche a lei, come a noi, ad evolvere seppur con l’eventuale sofferenza. Il mio non è cinismo, serve tener da conto il rispetto e la delicatezza ma non tutti i percorsi prevedono maschere appannate.

La sofferenza che prova colui al quale “hai fatto del male” (dove così non è) appartiene a lui e se non la conosce attraverso te, perché tu fai attrito e non vuoi donargliela, la conoscerà attraverso altri corpi, in altri luoghi, in altri momenti o in altre vite ma, prima o poi, se deve trasmutare attraverso quel cambiamento, che lui percepisce come sofferenza, lo vivrà.

Quando nel nostro popolo una persona a noi cara muore, stiamo malissimo.

Quando il nostro compagno ci cornifica, stiamo malissimo.

Quando ci ammaliamo, stiamo malissimo.

Esistono culture, su questo pianeta, come spesso ho scritto, che agiscono esattamente al contrario. Questo non è un giudizio, non significa che una cultura sia meglio di un’altra, serve solo a far comprendere come l’educazione che abbiamo ricevuto fin da bambini ci ha plasmato. Se andassimo a vivere in alcuni paesi dell’Africa o dell’America, rimarremmo scioccati dalle loro usanze, in verità loro vivono benissimo a quel modo, non muoiono per questo, e pensano sia la normalità. Per tanto, sono i nostri schemi mentali a guidarci.

Soffriamo per quello che ci hanno inculcato. Gioiamo per quello che ci hanno inculcato.

DECISIONI INDISCUTIBILI

Mentre la mente guida e noi la seguiamo, però, qualcosa dentro di noi non è assolutamente in accordo con essa. Si tratta del Cuore, sede dell’anima, ossia la nostra vera natura intrinseca. E si percepisce un qualcosa…

A lei dei nostri schemi mentali non gliene frega nulla e, ogni volta che noi ne seguiamo uno, convinti di fare la cosa migliore e avere la coscienza pulita, è come se le procurassimo una ferita. Una ferita oggi, una domani, e così via, finché alla fine, in qualche modo, deve farci capire che così non va bene. Dai più piccoli fastidi si passa a cose più gravi che recano sempre un messaggio ma che noi non vogliamo sentire e nemmeno tradurre. Preferiamo disperarci.

 

Se la tua anima ha deciso di vivere un periodo breve, o lungo, con una persona, tu come corpo non puoi farci nulla. Se tuo figlio non ti piace, se non ami le sue scelte, chiediti: perché è mio figlio? Perché quell’individuo non è un semplice conoscente ma tuo figlio?

Se ti piace una ragazza non devi arroccolarti (sì, ogni tanto mi invento qualche verbo) in mille peripezie per averla, se le vostre anime hanno deciso che qualcosa assieme devono fare, voi, come corpo, lo farete.

Il corteggiamento va sempre bene, i tentativi anche, in quanto si crea, e l’Universo ama ogni tipo di creazione, ma non flagellarti. Resta sereno. Se è sì è sì. Se è no c’è un motivo, accettalo, appartiene al tuo disegno stellare e non è mai brutto. Lo rendiamo brutto noi non “seguendo i puntini”.

L’ACCETTAZIONE PORTA SEMPRE BUONI FRUTTI

Questo vale anche per i figli, i genitori, i fratelli. Non dico che non si debbano educare o non ci si debba rapportare con loro in un certo modo ma senza rovinarsi la vita. L’amore verso l’accoglienza di ciò che ci accade e di ciò che ci presentano gli altri, porta sempre buoni frutti.

Quindi, cercando di rientrare di più nel tema, impariamo a chiederci maggiormente – Perché? – anziché giudicare persona o evento, in bene o in male, senza neanche rendercene conto.

Impariamo a riflettere. Perché quella persona fa parte della mia vita o è entrata nella mia vita? Cosa vuole darmi/dirmi? Cosa vuole farmi vedere?

Una volta compreso il messaggio cerchiamo di seguirlo abbandonando tutte le nostre paure, evitando di precluderci situazioni, emozioni, libertà. Non è facile, lo so. Capita a volte che si deve stravolgere completamente la vita ad esempio. Ma, in qualche modo, proviamo a seguire di più la voce dell’anima.

Il suo compito è quello di essere messaggero tra il corpo e lo Spirito e, lo Spirito, non sbaglia mai, nonostante a noi, le sue scelte possono terrorizzarci o destabilizzarci. Proviamo il più possibile a vivere secondo la nostra vera natura non quella imposta da educazioni e società. È la nostra vita. E, divenendo sempre più Divini, la nostra, potrà diventare un’esistenza cosmica.

Prosit!

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Cosa mi dai?

IMPARA AD ACCETTARE L’ABBONDANZA

Hai presente cosa significa “accontentarsi”? Trovo questo termine a volte mal interpretato. Quando si dice – Bisogna sapersi accontentare di quello che si ha per essere felici -? Ecco, non è proprio così.

Si confonde il verbo accontentare con apprezzare. Apprezzare inteso come Amare. Se ti accontenti non vai oltre e non puoi avere di più. Neghi pertanto all’abbondanza infinita universale di entrare nella tua vita attraverso il suo flusso e riempirti di tutto quello che puoi immaginare.

Ci hanno insegnato ad accontentarci come a “mettere una toppa” e questo ci ha reso umili e modesti.

È assolutamente giusto, invece, amare ciò che si ha per piccolo o povero che sia, come se fosse la cosa più bella del mondo. Ma l’approccio è assolutamente diverso. È inutile cercare oltre se non si sa provare amore per quello che già si possiede e se non lo si nutre facendolo divampare in milioni di scintille di magia. È inutile ammalarsi alla ricerca di un qualcosa che non abbiamo senza tener da conto delle meraviglie che già possediamo. Ma, tutto questo, non ha nulla a che vedere con l’accontentarsi.

Accontentarsi non è neanche sinonimo di accettazione. Il filo è sottile ma mentre l’accontentarsi, come dicevo prima, non ti spinge a desiderare di più perché ti senti già contento così, accettare significa dire – Ok, accetto questo e lo benedico ma più avanti posso avere di più-.

SI PUO’ AVERE DI PIU’

Chi troppo vuole nulla stringe! – recita un famoso proverbio in grado di tarpare le ali. Questo detto è vero se non si ama ciò che si ha e, se con presunzione, si pretende ciò che non si merita senza la minima gioia o amore nel cuore. Ma quando il nostro volere è impregnato di gratitudine, di bellezza, armonia, compassione e puro affetto si può desiderare ogni cosa.

Veniamo quindi al nocciolo della questione. Come saprai ci sono molte persone che si accontentano. Prendiamo un esempio che possiamo vedere o vivere spesso: La donna accompagnata da un uomo stitico in fatto di apprezzamenti o carinerie. Non andiamo a tagliare il capello in quattro. So bene che ci sono uomini che, anche senza parlare o fare niente, riescono a far sentire la propria donna come una principessa. Ogni esempio che posso tirare fuori ha il suo contrario ma, un esempio, devo pur farlo. Possiamo anche parlare di quelle donne che vengono lasciate spesso dal proprio partner, poi però, appena lui fa trillare il telefono con un messaggino con sopra scritto “ciao” eccole distese a terra a ringraziare la Madonna per aver ricevuto tanto ben di Dio. Si accontentano. È la decima volta che vengono scaricate ma si accontentano e giustificano persino quell’uomo rispondendo – Ma lui è fatto così, non riesce ad esprimere di più, per lui questo È GIÀ TANTO! -. Santa madre vergine Maria di Leuca e di tutta la provincia di Lecce! È già tanto?!

Ok, allora io da domani andrò nei negozi a comprare, deciderò io il prezzo della merce, e se il venditore mi dirà qualcosa in contrario gli risponderò – Senta! È già tanto! -.

A SCUOLA DI BUONE MANIERE

Ma quanto vali tu? Vali solo un – Ciao – dopo quel trattamento? Un piccolo sforzo da parte sua non lo meriti? Se stai pensando ch’io pretenda che lui devestrisciarecomeunvermeaituoipiedicomeminimo sbagli. Non dico questo ma ci sono le vie di mezzo.

Un – Ciao, volevo sentirti, mi manchi – ti farebbe così schifo? E già ti sento dirmi – Ma figurati! Non lo ammetterà mai! -. Sai, nemmeno io vorrei fare certe cose ma sono obbligata a farle altrimenti non potrei vivere. Nemmeno io vorrei… farei… direi… sai che se a mio figlio non avessi mai detto – Ti amo – probabilmente sarebbe cresciuto peggio di come è cresciuto? Con dei problemi proprio! Bada che ci sono genitori che non lo dicono! Sai che se non avessi mai oltrepassato alcuni gradini della mia vita sarei ancora al punto basso e di partenza? Nell’humus.

E rieccoti con quella vocina immacolata – Ma io non pretendo che… -. Beh, sbagli a non pretendere. Allora non devi pretendere nulla. Non pretendere che la strada sia libera quando vai al lavoro, non pretendere uno stipendio, non pretendere che gli amici ti chiamino, non pretendere di trovare parcheggio, non pretendere di respirare, non pretendere, mentre piangi, da sola, alla sera, di essere più amata. Non pretendere niente. Vivi come un paramecio. Un pezzo di carta. Totalmente inutile. Al massimo potresti fare il battiscopa se ti sdrai in un angolo e stai ferma.

Ricordati che hai ragione a non pretendere e a non avere aspettative ma hai confusione in testa.

NESSUNA PRETESA E NESSUNA ASPETTATIVA

Confondi il non pretendere con la mancanza di dignità. Confondi il non pretendere con “quello che realmente meriti”. Meriti di più di quel – Ciao – che, torno a dire, è solo un esempio.

Meriti di più di quello che ti danno al lavoro, meriti di più di come vieni trattata in famiglia o da chi incontri per la strada. Ma continuerai a ricevere quelle briciole se non avrai il coraggio di affrontare un cambiamento. Quello di intraprendere il percorso verso l’amore per se stessi, autovalutazione, la stima verso quello che siamo.

Oggi, se quell’uomo a te ci tiene deve dimostrarlo. Deve mostrare il valore che hai per lui. Fidati se ti dico che se il suo è vero amore non avrà nessun problema a darti tanto. L’amore non conosce ostacoli. È più forte anche dell’orgoglio quando è vero. È più forte delle insicurezze, degli inciampi, e persino della paura. Davanti a lui non esiste dire – Di più non riesco – perché l’amore non conosce limiti. Sei tu quella che ha paura di perdere quell’uomo pretendendo da lui. Nel momento in cui impari ad amarti, l’Universo ti riempie di uomini pronti a dimostrarti tantissimo. Perché torna sempre ciò che emaniamo. Fatti valere. Se sogni una cosa permetti al Creato di esaudirla per te. Tieni duro, abbi coraggio e arriverà.

Capisco che puoi aver trovato diversi concetti sbagliati in questo articolo ma dovevo spiegare in qualche modo il valore di ognuno di noi in una delle situazioni più comuni. Altre volte ho parlato di amore incondizionato, del fluire, dell’accettazione, del non pretendere ma, questa volta, volevo dedicare questo post a te. A te che pensi di aver già ricevuto troppo solo perché ti è arrivato un messaggio.

Che le mie parole, anche se colme d’impeto e con pochi fronzoli, possano farti bene perché tra queste righe c’è affetto sincero.

Prosit!

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E ho ricevuto coccole nonostante tutto

RISVEGLI FUMOSI

Quella mattina mi svegliai incazzata. Ero nervosa e di cattivo umore. Non chiedetemi il perché. Presumibilmente, durante la notte, due miei neuroni litigarono di brutto tra loro andando a tirare fuori tracce mnestiche arcaiche non rimosse che ora facevano capolino nella mia mente e una parte di me non le apprezzava.

Mi alzai e andai a prepararmi il caffè. Nell’aspettare che la caffettiera svolgesse il suo ruolo andai in bagno a lavarmi. Mi accorsi che l’acqua calda non c’era e dovetti lavarmi con della neve sciolta che scendeva dal rubinetto. A causa delle imprecazioni contro la caldaia e il mio perder tempo alla ricerca di un tepore inesistente, il caffè fuoriuscì rovesciandosi sul piano di cottura ed emanando un disgustoso odore di bruciato. Odio il caffè tostato e odio non poter bere un buon caffè di prima mattina. La parola “odio” è pronunciata in stile Puffo Brontolone… ve lo ricordate? – Io odio quello… io odio questo… -.

Era il minimo che potesse capitarmi visto l’umore e le frequenze negative che stavo emanando. Lo sapevo. Mi complimentai tra me e me – Meg, lo sai che se continui così oggi sarà una bellissima giornata di merda vero??? -. Sì, lo sapevo, ma proprio non riuscivo a farci nulla. Mi sentivo addosso un’incazzatura incredibile. Come una seconda pelle.

ACCETTAR! MARSH!

Non mi rimaneva altro che accettare quella situazione con più gioia possibile (assai ostico) senza voler per forza cambiare gli eventi. Lo sforzo avrebbe reso tutto ancora più difficile e il risultato non sarebbe stato sincero. La resistenza, a quello stato d’animo, sarebbe stata deleteria. E’ l’attrito che ci condanna.

Pertanto pensai – Oggi è così. Sono arrabbiata. Bene, ok, oggi sono arrabbiata. Sono in possesso dell’emozione Rabbia. Lo accetto. È anche lei mia figlia come tutte le altre emozioni. Ci saranno giornate migliori -.

Detto questo, senza migliorare la situazione, uscii di casa per dirigermi al lavoro ma decisi di fermarmi prima in una pescheria che si trova a metà strada tra casa mia e la mia meta. Non vi dico il viaggio in auto. Fu disastroso. Impediti ovunque, coda, gente che si buttava in mezzo alla strada distrattamente o credendosi padrona del mondo, gente che imprecava. La realtà esterna stava manifestando perfettamente il mio stato d’animo, la mia collera, la mia stizza. Il nervoso saliva sempre di più e accettai anche quello. Cercai di viverlo e di lasciarlo sfociare consapevole che era come un bambino che pestava i piedi. Vivevo quel presente provando ad amarlo e solo dopo mi catapultai nel futuro immaginando il domani come un giorno sereno e felice.

QUANTI ETTI D’AMORE LE FACCIO?

Arrivai al negozio davanti al quale, ovviamente, non trovai parcheggio. Dovetti andare a mettere l’auto a Puttemburgo rischiando una multa che quasi sicuramente era già sul mio parabrezza. Nel correre verso la pescheria inciampai realizzando una delle mie solite figure ammalianti per i passanti e iniziò anche a piovere.

Che giornata “meravigliosa”! Ma che cavolo è successo nella mia testa stanotte? La terza guerra mondiale???

Entrai in pescheria mascherando l’ira che mi pervadeva e quando vidi che l’unica specie di pesce che volevo non c’era avrei voluto picchiare la pescivendola (vabbè… scherzo!).

Incarognita come pochi e con un tono per nulla educato (nel bene e nel male non riesco a fingere o trattenermi soprattutto in quello stato) chiesi – Acciughe non ne ha?

La pescivendola, una donna sulla cinquantina, mi rispose con un tono dolce e cordiale che mi destabilizzò – Certo che le ho! Le chiedo scusa ma sono appena arrivate e non sono ancora riuscita a metterle in esposizione -.

Quella signora stava chiedendo scusa a me per non essere riuscita a mettere a posto tutto il pesce. Mi sentii una merdaccia ma ciò non bastò a farmi cambiare tono. Ero colpita dal suo modo di fare gentile e non mi soffermai sulla mia intonazione che uscì uguale a quella di prima – Me ne dia un chilo per favore – proferii piatta.

Subito! – rispose lei e, colmo dei colmi, mi sorrise. Io invece mi sarei presa a schiaffi da sola. Non mi sopporto quando sono così, anche se faccio di tutto per accettarmi. Quel suo sorriso mi fece sprofondare sotto alle piastrelle umide. Mi vergognavo di me stessa e del mio comportamento davanti a quella persona che era l’emblema della gentilezza. Parlai a me stessa immediatamente “Meg? Adesso basta! Vedi di cambiare maniere perché così non va bene per niente!“.

VA TUTTO BENE

La signora tornò dal retro sbucando da una tenda plastificata color verde smeraldo e arricchita di campanellini. “Dlin dlin dlin!” fece al suo passare. Campanelle! Le mie eggregore dell’amore si stavano facendo sentire. Ero circondata dalle mie energie buone (normalmente la gente le chiama “angeli“). Una metaforica doccia fredda mi fece trasalire. Respirai e guardai la donna che mi sorrise ancora e mi chiese – Gliele pulisco? -.

No no no… la ringrazio, faccio io non si disturbi – ora il mio tono era decisamente diverso. Non meritavo tanta reverenza.

Desideravi altro? – mi diede del “tu” all’improvviso. Per farmi perdonare avrei voluto comprare tutta la sua merce.

Sì grazie. Tre tranci di spada, grazie – “grazie”. Come a volermi far perdonare, quel “grazie”, lo dissi più volte. Sembravo un’ebete.

Pagai e uscii. Un’anziana coppia stava guardando la vetrina indecisa se mangiare pesce quel giorno o che altro. Esclamai in modo che i due mi sentissero – Oh! Finalmente del bel pesce fresco come non si vedeva da tempo! -. Ovviamente, i due, entrarono a comprare mossi dalla mia frase e dalla mia energia. Era il mio modo per ripagare la pescivendola.

Quando salii in macchina ero diversa. La pioggia che mi bagnò durante il ritorno non la sentii nemmeno. Qualcosa di nuovo stava crescendo dentro di me. Un nuovo stato d’animo, più leggero e gioioso, stava prendendo il posto di quello precedente. Non ero felice del tutto ma non importava, il cambiamento era tangibile. Che bellezza! Era come respirare meglio. Una pace bellissima ora mi cullava e mi sentivo come una farfalla. “Grazie signora” pensai dentro di me. Le sue frequenze mi avevano aiutata e “curata”. Erano state terapeutiche. Grazie a lei, la mia giornata si sarebbe migliorata perché adesso anch’io emanavo vibrazioni differenti.

COSA OCCORRE TENERE DA CONTO:

Cosa è accaduto? Come dico sempre, quando si emanano frequenze negative si riceve negatività ma, quel giorno, in quel momento della mia vita, dopo tempo passato a vivere in un certo modo (come potete leggere ogni giorno su questo blog) io avevo dentro di me parecchi mezzi che hanno evitato questo.

1 – dentro di me, nonostante quel brutto risveglio, vivevano onde vibrazionali positive in quanto le coltivo e le nutro ogni giorno. Questo fa sì che, non può una sola giornata rovinare il lavoro di tutti gli altri giorni, mesi, anni passati. Le frequenze negative di quella mattina erano solo una goccia a confronto dell’oceano di positività che mantenevo e mandavo solitamente.

2 – Non feci attrito cercando di accettare quella giornata, me stessa e quelle mie sensazioni.

3 – È l’impegno del cammino a ripagare non il risultato dell’arrivo. La caffettiera, la caldaia, la pioggia, la gente in macchina, mi avevano “fatto torto” ma la pescivendola mi diede il premio che comunque meritavo visto quello che da tempo coltivavo.

4 – I campanelli, o chi per essi, mi hanno detto che non dovevo essere arrabbiata perché c’erano loro con me; che tutto stava andando per il meglio e non dovevo preoccuparmi.

5 – La gentilezza della donna stava rispecchiando la mia dolcezza soffocata quel giorno dalla rabbia e così io potei vederla. Vedendola l’ho potuta afferrare, aggrapparmi a lei come se fosse un aiuto. Mentre una mia figlia (rabbia) quella mattina, stava facendo i capricci, l’altra mia figlia (dolcezza) mi stava dicendo – Non preoccuparti mamma, ci sono io, sono qui, guardami. Penserò io a mia sorella Rabbia e anche a te -. Meno male che Dolcezza l’avevo fatta crescere forte e robusta!

Se si vive coltivando certe emozioni e sviluppando certe frequenze si arriva ad un livello in cui la negatività non ha più potere perché è nettamente inferiore rispetto alla positività. Non dico che non possano accadere più brutti eventi ma, nel nostro quotidiano, c’è più serenità. Avete presente quelle persone che ogni giorno, dovunque vanno, incontrano difficoltà, o maleducazione, o nessun aiuto, o mancanza di rispetto? Quelle che ogni volta che tornano a casa hanno un episodio spiacevole da raccontare? Quelle che gliene succede sempre una? Bene. Per evitare questo tipo di esistenza occorre dar da bere alle piante giuste dentro di noi, facendole crescere più grandi delle altre. E sarà davvero soddisfacente.

Prosit!

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Perché le manifestazioni di Madre Natura ci disturbano?

Le manifestazioni di Madre Natura, attraverso le quali ci parla e si mostra, sono tutte splendide. Accettate e amate soprattutto dagli animali. Per quanto riguarda noi esseri umani, invece, la cosa cambia. Spesso, e comprensibilmente, alcuni elementi naturali, alle volte, possono infastidirci. Sto parlando prevalentemente di: pioggia, vento e sole i più comuni e i più detestati.

Il fastidio lo si inizia a percepire quando queste rivelazioni cominciano a prolungarsi nel tempo e la nostra intolleranza può derivare da diversi motivi.

Dopo giorni e giorni di pioggia, si inizia a desiderare il sole. Ci si vuole “asciugare”, godere dell’aria aperta ma, all’incontrario, dopo troppo tempo di siccità, si vuole l’acqua. Come ripeto, sono ovvie considerazioni ma oggi vorrei parlare di cosa accade, dentro di noi, energeticamente, in correlazione al meteo del nostro Pianeta Terra.

Siamo un tutt’uno con lui, estremamente collegati e connessi. Noi siamo lui. Siamo la natura. Pertanto, le sue manifestazioni, sono le nostre. Ci appartengono.

Il fondamentale equilibrio – Se non abbiamo equilibrio nel nostro processo naturale e generale possiamo percepire malessere. Il fattore principale è il non sentirsi in armonia totale e in sintonia con la vita, con se stessi e con gli altri.

LA PIOGGIA

La pioggia è una ricchezza assoluta per la terra. E’ il suo sperma. E’ l’acqua che assieme alla luce solare crea la vita o ridona la vita mentre questa sta appassendo. Essa però riguarda anche la nostra acqua interna. L’acqua è per noi indice di tristezza, quando è in abbondanza, rappresentata dalle lacrime, dal muco, dalle secrezioni liquide del nostro corpo. Urinare troppo, sudare in modo eccessivo, sono tutti sintomi di tristezza. La tristezza, è una delle figlie maggiori della paura e infatti sappiamo che la paura ha sede nei reni, organi che filtrano la nostra acqua. Il sangue, rappresentazione della vita, è soprattutto acqua pur essendo considerato un tessuto connettivo. La pioggia del cielo e della terra che ci appartiene, è la nostra pioggia, ossia la nostra acqua. Quando non smette di scendere, non smette di mostrarsi, è come se ci riempisse, ci circondasse, ci accompagnasse giorno dopo giorno e, passato quel tot di tempo che varia da persona a persona, ci si sente sazi, anzi, in esubero. Non se ne vuole più. Tutta quell’acqua aumenta la nostra tristezza. Vorremmo liberarcene.

Qualcuno potrebbe notare che ci sono individui molto tristi che però amano la pioggia e vorrebbero piovesse sempre. E’ vero. Questo accade quando si trova in quella pioggia l’ambiente più favorevole, la culla migliore. Come una sorta di comfort-zone. Non si apprezza la pioggia i sé, i suoi benefici e quant’altro di bello essa porta ma quello che ci fa provare. L’atmosfera che crea. Ci permette di non uscire, di rintanarci, di osservare il mondo da un velo appannato e distorto dalle gocce; più scuro, umido, quasi stantio. Se si è chiusi e introversi si ama questa ambientazione che solo la pioggia può creare ma, tutto questo, che è assolutamente umano, non è da scambiare con l’entusiasmo vero e proprio nei confronti della pioggia o di qualsiasi altra manifestazione climatica che la si arriva a benedire per il suo esistere. Una benedizione che nasce dal nostro cuore, ricolmo di vera e pura gioia.

La pioggia batte, incessante, come – la lingua batte dove il dente duole -. Liberarsi dal rancore, che spesso neanche sappiamo di avere, è la cosa migliore per amare davvero la pioggia e trovarsi in comunione con lei.

IL VENTO

Il vento rappresenta i nostri pensieri e la nostra elettricità. Più siamo elettrici, energici, vigorosi, grintosi e nervosi e più il vento sarà visto come un nemico. Amplifica quell’impeto che già possediamo e con il quale affrontiamo la vita. Ne abbiamo già del nostro e abbiamo confusione dentro. Confusione mentale e emozionale governate prevalentemente dall’ansia. Si tratta di un’ansia subdola, non si mostra. Sembriamo forti, ferrei, imperativi e invece è proprio l’ansia ad amministrare le nostre riflessioni ingarbugliate. L’ansia verso il giudizio degli altri, verso decisioni da prendere, verso il futuro… La pre-occupazione fa parte di noi.

Il vento scompiglia ancora di più le cose nel nostro intimo e quindi inizia a darci fastidio. Se il vento ci infastidisce è perché siamo troppo autoritari, troppo schematici, troppo aggressivi. Di sicuro chi vive con la testa fra le nuvole ama molto di più il vento rispetto agli altri perché lo vede come uno strumento capace di trasportare i suoi sogni in tutto l’Universo.

Il vento è collegato allo scorrere dell’energia in noi e allo scorrere del nostro sangue. Quando questi elementi sono già di per loro prorompenti e troppo affaccendati, si sente il bisogno inconscio della calma o si arriva a sopportare, al massimo, una lieve brezza.

Anche chi è troppo pacato e apatico nell’animo sopporta malvolentieri il vento, il quale, vuole dargli una sferzata di energia per lui troppo drastica e violenta.

Il vento muove le nostre frequenze, siamo fonti di energia, siamo corpi elettromagnetici e emaniamo onde dopo averle generate. Certi scompigli, se manchiamo d’equilibrio in noi, possono risultare intolleranti.

IL SOLE

Il sole è la vita eppure, da molti, non è amato per niente. Il caldo che produce può addirittura far star male oltre che provocare fastidio e anche la sua luce, troppo forte, può essere una seccatura… e sì, che “secca”, inaridisce tutto.

A non amare il sole cocente sono le persone irose o che celano una rabbia completamente nascosta. Parlo di una rabbia potente. Il sole, ripeto, è la vita e la nostra vita, rappresentata come ho detto dal sangue, è mossa dal cuore, organo propulsore di questa fonte. Organo della passione e dell’amore. La passione può essere ardore e, quando è già tanto, non serve calore in più. Oppure può essere patimento e, in questo caso, l’entusiasmo solare può disturbare.

Il sole stanca, affievolisce gli impeti pur essendo gioia. Dona calma. Si cerca l’ombra per spegnere quel fuoco. Tutta la natura, durante le ore di sole più forte, si nasconde e riposa. E’ come se in quel momento passasse il Re e occorre lasciarlo fare, attendendo orari più disponibili per ricominciare le attività.

Colui che non si adegua energeticamente a queste frequenze patisce. Il suo cuore può subire accelerazioni o affanno, oppure calmarsi troppo, procurando un senso di affaticamento non previsto. Si perde idratazione e, senza quella, ci si sente spenti. Ogni nostra più minuscola cellula è composta dall’80% circa di acqua. Se già si è aridi, a livello emozionale oltre che fisico, ulteriore siccità non solo infastidisce ma la si detesta proprio.

IL METEO EMOZIONALE

Saper tradurre quello che manifestiamo attraverso Gaia penso sia importante per conoscerci. E’ come uno strumento in più che ci permette di capire in che stato è il nostro equilibrio. In teoria, anche se questo è quasi impossibile, ma lo dico al fine di spiegarmi, dovremmo poter amare sinceramente ogni manifestazione e anche il suo periodo di presenza. Al di là dei danni che può provocare, al di là di quello che può fare al pianeta. Mettendo un attimo da parte queste che sono delle conseguenze e osservando soltanto il principio primario dentro di noi, occorre vedere cosa scaturiscono nella nostra parte più intrinseca queste rivelazioni. Tutto il resto lo si potrà guardare, certamente, in un secondo momento ma il nostro benessere energetico può essere considerato anche qui.

Inoltre, allenarsi a guarire sotto questo aspetto e cioè equilibrare il movimento energetico in noi, ci aiuta anche ad amare di più queste condizioni climatiche e ad amarle veramente. In questo modo ci fortifichiamo e anziché patire, quando una di esse si presenta in modo continuativo e senza cessare, possiamo continuare a sentire gioia dentro di noi. A quel punto potremo desiderare che finisca, certo, ma in noi ci sarà comunque bellezza, ci sarà ammirazione, trasporto, e quindi emaneremo frequenze positive le quali non potranno che rimandarci felicità.

Prosit!

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Il tuo “brutto” corpo è fatto così per un motivo

COME SCEGLIERE UN VASO

Quante volte ci lamentiamo del nostro corpo o consideriamo “brutte” alcune sue parti. Non ci piacciono perché nelle nostre memorie sono rappresentati i canoni di una società che vuole le persone in un determinato modo e solo se rispondono a determinati requisiti, queste persone, possono essere considerate “piacevoli”.

Una donna deve avere gambe lunghe e sottili, slanciate, altrimenti non dovrebbe nemmeno permettersi la gonna.

Un uomo deve essere alto, non esiste che un uomo sia piccolo, o addirittura più basso della sua compagna.

Il seno femminile dovrebbe essere prosperoso ed è una vergogna, per un maschio, avere attributi di misure ridotte.

Per ogni parte del nostro corpo ci sono giudizi. Orecchie, dita, naso, sedere, piedi, pancia, cosce.

Purtroppo nessuno ci ha insegnato a LEGGERE e TRADURRE un corpo nel suo significato. La nostra cultura ci ha educato solo a guardarlo come se fosse un contenitore, portandoci così ad apprezzare di più la confezione esterna che lo scopo dell’individuo nel suo complesso.

QUAL’E’ IL TUO TALENTO?

Lo scopo sì. O il talento. Non sono qui oggi a sviolinare la classica frase – Guarda l’interno e non l’esterno perché una persona può essere brutta fuori ma bella dentro e bla… bla… bla… -. Vorrei andare oltre. Più in profondità.

Non si tratta solo di bellezza interiore ma di missione.

Premetto che il fisico rappresenta ciò che siamo. Se un soggetto è obeso, ad esempio, poche sono le parole con le quali girarci attorno. È, quasi sicuramente un insoddisfatto e quindi soffre per un qualcosa che forse neanche lui conosce. Un’insoddisfazione di fondo lo annichilisce nel suo sopravvivere e questo non è certo un bene. Dovrebbe amarsi di più e far qualcosa per valorizzare se stesso e vivere al meglio. Ma, senza andare a toccare certi estremi come questo che vuole solo essere un esempio, i corpi di ognuno di noi sono tutti diversi tra loro. Non siamo fatti con lo stampino: non siamo tutti alti, o tutti magri, o tutti slanciati, o tutti aggraziati, o etc… e meno male!

Torniamo però al discorso dello scopo e, per farlo, prendiamo una delle cose che più fa arrabbiare le donne (pur interessando anche gli uomini): avere le cosce grosse.

GUARDA QUI… CHE BRUTTO… CHE ODIO…

Ebbene, come avevo già spiegato qui https://prositvita.wordpress.com/2016/07/13/il-potere-e-nelle-cosce/ le cosce, rappresentano il proprio potere. Il potere di affrontare un pericolo o un nemico.

Sono la parte muscolare sulla quale facciamo forza quando ci accingiamo ad affrontare qualcosa nella vita. I muscoli delle cosce ci aiutano a darci lo slancio, la spinta, ma anche a non vacillare e non indietreggiare. Ci servono per non cedere.

Ora, se il mio scopo è quello di fronteggiare diverse difficoltà nella mia esistenza, oppure ho un carattere forte e un carisma significativo grazie ai quali posso combattere o dominare diversi scomodi eventi, e magari divenire un buon leader per molti o un boss giusto, non posso e non devo avere cosce gracili e piccoline! Ho bisogno che il mio corpo possa seguire le mie intenzioni. Devo poter contare su di lui, senza dover modificare la mia natura intrinseca.

Altro esempio: le mie dita corte e tozze forse non le apprezzo ma se il mio talento è quello di creare determinati oggetti, oppure devo riuscire a “prendere” la vita in un certo modo per sconfiggere certi nemici, non posso avere dita affusolate. Mi servono strumenti forti. Le dita rappresentano i dettagli e le sfumature del modo in cui io vivo la mia quotidianità. Come svolgo quel lavoro, quanta enfasi ci metto, quanta attenzione, quanta responsabilità. In base a ciò che sono avrò dita adatte.

La stessa cosa vale per la voce. La voce è anch’essa uno strumento. C’è chi con la voce deve raccontare fiabe che portano a sognare, chi deve guidare gli altri, chi deve imparare a tacere, chi deve incuriosire, chi deve cantare, chi saper sussurrare… tutti questi sono talenti.

PERCHE’ SEI FATTO COSI’?

Purtroppo ci impuntiamo spesso nella vita a voler cantare senza comprendere che la nostra missione, invece, è quella di “avvertire” vista la voce che abbiamo e che magari ha un timbro possente. Potremmo essere abili “sentinelle” viste da un punto metaforico dell’esistenza.

Ri-purtroppo non accettiamo di avere quel fisico. Quelle mani, quei piedi, quelle ginocchia troppo paffute, quelle  caviglie troppo grosse. Quanti uomini si lamentano con la propria compagna indicandole caviglie poco sottili e quindi poco sensuali. Mica pensano che hanno davanti una donna, capace di accettare un cambiamento, forte, che non si butta giù per le pieghe che prende la vita. Capace di sostenere il proprio uomo. Naturalmente può non essere così ma, di norma, chi ha caviglie ben solide, riesce ad andare avanti nella vita attraversando anche tempeste.

Ok, ma torniamo a noi che non vorrei addosso l’ira di qualche maschietto amante delle caviglie sottili. La cosa grave è che le trasformiamo persino certe qualità, attraverso la chirurgia estetica o diete severe senza capire che, così facendo, quella parte di corpo diversa, non potrà più rispondere alla nostra natura. Sarà forzata, impoverita, stonata. Non sono contraria, a prescindere, alla chirurgia plastica dico solo che bisognerebbe valutare altro oltre all’apparenza.

Il nostro corpo è la splendida rappresentazione di una meraviglia. Alto, basso, magro, grasso, spesso,esile… la sua bellezza risiede anche nell’essere così vario perché, al mondo e dentro l’umanità tutta, c’è bisogno di ogni talento. I talenti sono tantissimi e la vita ce li dona tutti attraverso noi stessi e gli altri.

Impariamo a decodificare lo splendido corpo che abbiamo. Impariamo a comprendere che non è una scatola ma la pregiata pergamena da tradurre di un popolo antico. Una pergamena che contiene molti segreti.

Prosit!

photo thegreenrevolution.it – panorama4piano.com – benessere.it – it.aliexpress.com – istituomodai.it – nogeoingegneria.com – vanillamagazine.it

E finalmente puoi essere una “brutta persona”

CHE FIGATA LE “BELLE PERSONE”

Caro lettore,

mettiamo subito le cose in chiaro. In questo articolo, parlando di “brutte persone”, non mi riferisco a individui che hanno fatto del male appositamente o non sono degni di rispetto, ma capirai, leggendo, a chi dedico con amore questo post e forse può tornare utile anche a te che non sei cattivo, ne superbo, e nemmeno un traditore… però, in qualche modo, ti hanno fatto sentire una brutta persona.

Dopo aver passato tutta la vita a fare il massimo per cercare di essere visto, amato e ben voluto, ti guardi indietro e scopri che, in ogni tuo gesto e in ogni tua parola, c’era la voglia e il bisogno di essere considerato una “bella persona”.

Ah! Che meraviglia le belle persone! Sanno di pulito, possono andare avanti a testa alta, la loro coscienza è immacolata, sfoderano petali di gentilezza e sudano stille di disponibilità verso il prossimo. Sorridono, ringraziano, non alzano mai la voce, non si scontrano con nessuno. Ogni errore gli si perdona perché sono esseri splendidi e chiedono scusa. Appaiono sagge, modeste e hanno sempre una buona parola per tutti o un pensiero positivo per andare avanti.

Hai passato una vita in questo modo e oggi tutti ti vogliono bene e ti ammirano. Nonostante tutti i tuoi sforzi, però, c’è ancora qualcuno che cerca di insinuare nella tua mente e nel tuo cuore che, in realtà, non sei la bella persona che appari. Ti fanno capire che manipoli, che il tuo modo di fare è studiato a tavolino, che in verità non rispetti gli altri e che, in qualche modo, con la tua sublime dolcezza, obblighi gli altri a comportarsi in una determinata maniera. Sei un falso in pratica. Le loro parole nascono dall’invidia? Dall’insicurezza? Dalla paura? Dalla verità? Non ti deve importare. Osserva te stesso. Solo te stesso. Accogli tali valutazioni ma osserva te stesso. Ciò che davvero sei.

DALLO STORDIMENTO ALLA QUIETE

Ti fanno male queste accuse vero? Non le accetti, ti feriscono. Ti stordiscono e destabilizzano persino. Non ti riconosci, sei scosso, quasi ti manca la terra sotto ai piedi come a non essere più tu. Lo stato imbottito nel quale dondolavi è stato sconquassato. Che caspita! – Mi sono distrutto una vita per essere ammirato e ora questo mi dice così? – Sì. Ma sai cosa devi fare? Devi accettarlo. Accettalo e innesca un fenomeno magico strabiliante che non hai mai conosciuto.

Siamo arrivati alla conclusione che sei, in pratica, una “brutta persona” in quel tuo profondo dove credi nessuno abbia accesso. Sì, proprio tu che non hai mai fatto male neanche a una mosca.

Sei una brutta persona, prova a dirlo a te stesso, tante volte. Convincitene. Lentamente, le prime lacerazioni causate da queste affermazioni si chiudono e una nuova pelle nasce, le ricopre proteggendole. In quel momento tutto inizia a fare meno male e il passo verso l’esultanza è breve. – Sì, sono una brutta persona. Che bellezza! Che liberazione! Ho dei difetti agghiaccianti, delle caratteristiche che fanno schifo persino a me ma sono le mie. Se mi hai incontrato in tutto il mio squallore e noti tutte le qualità negative che mi hai elencato, guardati dentro, forse sono un tuo specchio. Sono così. Ho assolutamente delle virtù, questo è indubbio, perché ogni creatura vivente le ha e ho delle caratteristiche orribili. Si, sono io e sono vero. Eccomi qui -.

RICONOSCERSI

Accogli dentro di te questi giudizi come se fossero bellissimi regali e, ora che li hai presi e fatti tuoi, rendili il tuo più grande punto di forza. La tua partenza.

Solo dopo aver accettato, con il cuore, ciò che sei o ciò che sembri puoi trasmutarlo a tuo favore. Non importa se è vero o se è solo la sciocca opinione di qualcuno. Tu sei più forte di ogni cosa e sei l’unico Dio guaritore al quale devi credere.

Vedi… se la tua anima ha voluto tu scoprissi queste caratteristiche un motivo c’è. Sarà difficile scoprire questo motivo, perché le stanze del nostro inconscio sono ampie e sconosciute, ma da qualche parte avevi questi semi che hanno germogliato fuori di te e a te si sono mostrati.

Chi dice queste cose? Le persone a te più care? Gente sconosciuta? O forse sei tu che, senza saperlo, le dici a te stesso e gli altri te le riportano soltanto? Quanto ti critichi nella tua paura?

DEVI PRENDERE QUESTI INGREDIENTI SE VUOI LAVORARLI

Come ripeto è difficile da capire per questo non ti rimane altro che superarle. Accettandole ti liberi e, nella liberazione, come un gabbiano che si innalza entusiasta nel cielo, puoi osservare tutto dall’alto divenendo padrone di te stesso. Ora puoi vedere chiaramente, non sei più uno schiavo e puoi scegliere.

Vuoi davvero cambiare? Sono giuste queste illazioni? Esistono? Si. No. Puoi decidere. Ma la bellezza che provi dentro ti permetterà di fare tutto. Non rispetti gli altri? Benissimo. Non rispettarli allora! Quanti problemi in meno. Non devi mica far loro del male, ti basta preoccuparti di meno del loro benessere. C’è un mucchio di gente che vive così e in gloria. Non vali nulla? E non valere! Mica abbiamo l’obbligo di valere qualcosa per forza! La libertà. Manipoli? Manipoliamo tutti, indistintamente, ognuno con i suoi mezzi. Tutti quanti. Ora lo sai. Non sei peggiore di altri. Rasserenati. Ecco l’accoglienza. Ma, aspetta, perché puoi andare oltre, ora.

Ora è tutto dentro di te e tu ne sei l’amministratore. Puoi vedere il tuo patrimonio. Adesso è facoltà tua se voler migliorare, evolvere e crescere personalmente oppure no. Sta a te decidere cosa voler di rimando. Se da parecchio leggi il mio blog saprai che più sei pieno d’amore e frequenze positive e più vibrerai connesso all’energia cosmica e riceverai meraviglia, altrimenti dovrai vedertela con i tuoi mostriciattoli. Ma non hai obblighi e, come ti ripeto, solo ora che hai compreso, solo ora che non hai più catene, solo ora che sei davvero te stesso puoi essere cosa vuoi.

Solo ora che sei uscito dalla bambagia puoi vedere il non-rispetto, il non-valere, la manipolazione e tutto il resto e puoi salire quel gradino ti farà essere ancora più bello di quello che eri.

Ti auguro il meglio.

Prosit!

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Quello che del buon Ladrone non ci hanno detto

Dal Vangelo secondo Meg – niente di religioso ma di molto curioso

DUE CHIACCHIERE IN CROCE

Se sia esistito davvero il buon ladrone, crocifisso assieme a Gesù sul Monte Golgota, nessuno di noi può dirlo ma poco ci importa in questo momento. Chi ha scritto di lui, ha voluto, attraverso questo personaggio, recarci un messaggio che, a mio avviso, occorre comprendere. Il Vangelo potrebbe essere un libro storico, ricco di testimonianze, oppure un libro di fiabe ricco di morali ma comunque, in entrambi i casi, riporta, attraverso una lingua che bisogna tradurre, delle soluzioni adatte alla nostra crescita personale, alla nostra elevazione e alla nostra illuminazione. Vere o non vere, queste storie ci raccontano come fare per diventare persone realmente felici, felici dentro, tramutando la realtà che ci circonda e dandoci i mezzi per acquisire la saggezza giusta al fine di raggiungere una beatitudine totale e continua, attraverso la quale, ogni cosa che può accaderci durante l’esistenza, possiamo viverla in modo differente, con più resilienza, più benessere, più gioia. Ma, soprattutto, ci spiegano come fare a diventare padroni di noi stessi, della nostra realtà e persone libere. Ottimo non trovate?

Ma torniamo al buon ladrone, il malfattore pentito. A questa figura che, da molto tempo, ci viene presentata semplicemente come il ladro redento almeno secondo la maggior parte dei testi. Da un lato di Gesù in croce, infatti, abbiamo un ladrone, un altro, che sarcastico chiede al Cristo di salvare se stesso e loro, se era vero ch’egli era il figlio del Padre Eterno, dall’altra invece abbiamo il protagonista di questo post che, umilmente, dice queste parole al suo compare – Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male – e poi aggiunge, rivolto al Cristo – Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno -. Gesù gli risponde – In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso -.

I GIUDICI CATTOLICI

A questo punto, dopo questo brevissimo dialogo tra il buon ladrone e Gesù, a noi non rimane altro che giudicare il buono e il cattivo. Giudicare i due malfattori: quello che scherna Gesù e quello che invece chiede perdono. Come ci hanno sempre insegnato, fin dai tempi del catechismo, ci ritroviamo con due figure opposte, una che andrà senz’altro all’Inferno e l’altra che, pentendosi, andrà in Paradiso. Dio è buono ma giudica e chi non chiede perdono verrà punito. E va bene, tralasciamo la storia della punizione per un altro articolo.

Il fatto è che ci fermiamo qui. Il male e il bene. Punto. Non andiamo oltre. Non ragioniamo con la nostra testa, lasciando la parola solo a chi la professione del religioso la svolge. Ma certe illuminazioni, con la religione, hanno ben poco a che vedere.

Rileggiamo con attenzione alcune parole del ladro che si pente – …Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni… –

IL MIRACOLO DENTRO DI NOI

Con questa frase, il ladrone non si sta solo pentendo ma sta compiendo un qualcosa di grandioso che ora provo a spiegarvi.

Noi siamo giudici di noi stessi

Dovete anche cercare di mettervi nei suoi panni per assaporare al meglio questa sua frase. Come racconta bene Piergiorgio Caselli nel suo video “il Potere Alchemico dell’Accettazione: i Vangeli Esoterici – Pier Giorgio Caselli” (YouTube) in quel momento quell’uomo è appeso ad una croce, nudo, con i corvi che lo beccano, con delle guardie che lo feriscono, lo umiliano e pronuncia quelle parole. Insomma, c’è ovviamente della sofferenza, non sta certo giocando a briscola con gli amici…

Il fatto è che a noi, le sue parole, appaiono semplicemente come il riconoscere la giusta pena per i reati commessi e stop. Invece…

…egli sta compiendo esattamente l’atto dell’ACCETTAZIONE.

L’Accettazione – il lasciarsi andare accettando. Il lasciarsi andare nel flusso vitale abbandonandosi completamente verso la “resurrezione” (lo stare bene, il vivere una vita migliore). Il lasciarsi andare verso quello che è perché, quello che è, è il giusto.

Accettare totalmente quel dolore perché solo attraverso quella strada si potrà trovare la pace.

M’inchino come ancella obbediente. Sia fatta dentro di me la volontà del Signore – (Maria di Nazareth). Dio è dentro di noi. Il Signore è dentro di noi. Nostra, in realtà, è quella volontà.

L’ACCETTAZIONE – QUEL LUOGO INTIMO IN CUI IL MALE DIVENTA BENE

Ora, nel caso di questo ladro, la pace è data dalla morte e la salvezza è data dall’entrare nel Regno di Dio ma è ovviamente simbolico. La metafora vuole farci intendere come, durante la nostra vita, siamo spesso chiamati a subire un dolore e cerchiamo sempre di scansarlo o di nasconderlo senza capire che entrandoci dentro, vivendolo e comprendendolo pienamente possiamo trovare la risoluzione vera ai nostri mali. Possiamo trovare una vita migliore. Significa non aver paura del cambiamento. Significa vivere quello che dobbiamo vivere senza resistenza perché qualcosa di più bello ci sta aspettando ed è già pronto per noi. Accogliere completamente quella situazione. Questo è il punto. Sta accadendo? Bene, la accolgo. Lo accetto del tutto perché è il giusto per me, è ciò che di perfetto per me poteva compiersi al fine di guarire dai miei demoni. I miei stessi demoni mi hanno portato a vivere questo avvenimento quindi, questo avvenimento, è la risoluzione. Questo non significa non dover trovare rimedi. Siamo umani e abbiamo un intelletto da poter usare ma ora siamo ad un passo prima. Quella del rimedio è una considerazione che viene dopo e che difficilmente potrà esistere senza prima l’accoglienza e quindi la comprensione (con-prendere cioè accogliere in noi) di quello che ci sta succedendo.

Accade quindi che il buon ladrone, così facendo, “si salva” e qui vorrei aggiungere qualcosa di mio oltre alle straordinarie parole di Caselli. Perché, vedete, dobbiamo notare che non è Gesù a salvare il malfattore. Nonostante la frase – …sarai con me in Paradiso… -. Questa è una conseguenza ma, a salvarsi, a trovare la pace, a trovare la chiave verso la pace, è il ladrone stesso.

Nella nostra vita, noi stessi dobbiamo trovare la serenità e dobbiamo capire che solo noi stessi possiamo salvarci non gli altri. Accettando. Gli altri possono essere validi mezzi, ottimi aiuti, grandi accompagnatori, Maestri formidabili ma solo noi possiamo raggiungere la salvezza pura del nostro cuore. Nel nostro buio, nella parte più profonda di noi, solo noi ci siamo.

Gesù non è la salvezza. Gesù rappresenta la salvezza.

QUESTA E’ LA VITTORIA DEL GUERRIERO

Tutto questo non ha nulla a che vedere con il Cristianesimo. Tutto questo è un lavoro estremamente difficile da compiere che appartiene ad una trasmutazione di noi stessi. Vuol dire uscire dalla schiavitù. Essere Maghi della propria vita.

– Se semplicemente si riuscisse a lasciar andare le cose, ci si accorgerebbe che il male si esaurisce, e si afferma il bene – (Carl Gustav Jung)

Siamo convinti di essere supremi e che le cose debbano adattarsi a noi. Gesù direbbe – Non avete occhi per vedere -. Non abbiamo capito invece che siamo noi a doverci adattare alle cose ma non come tronchi spezzati in balia della corrente, bensì per conoscere quelle cose. Per carpirne ogni senso, per sentirle dentro e scoprire di loro ogni segreto anche se doloroso. Solo allora possiamo trasformarci in Guerrieri e trasmutare noi e loro. Solo allora potremmo modificare davvero ciò che ci appartiene e divenire ESSERI LIBERI.

Accogli con gioia e vedrai miracoli.

Prosit!

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