Bruciori di Stomaco – la Rabbia degli uomini, delle donne e della dolce attesa

CIO’ CHE MI E’ SUCCESSO PROPRIO NON LO DIGERISCO

La rabbia scalda dentro, brucia come un fuoco, brucia nello Stomaco.

Lo Stomaco, organo del nostro apparato digerente, il quale riceve il cibo ed è ricco di ghiandole in grado di secernere sostanze utili alla digestione, è anche sede dell’ansia. Provare ansia, oltre che a spaventare inconsciamente, ossia far vivere attanagliati dalla preoccupazione (figlia della paura) fa anche arrabbiare. Fa arrabbiare perché non si vorrebbe provare ansia. Si vorrebbe essere padroni di se stessi e riuscire a governare facilmente gli avvenimenti della vita senza farsi soffocare dai timori e dalle inquietudini. Per questo, l’ira, pur avendo la tana nel Fegato, diventa la protagonista in questo organo che è lo Stomaco e si fa sentire attraverso forti bruciori che, dall’esofago, possono risalire fino alla gola e diventare davvero fastidiosi.

Lo Stomaco riceve il cibo e lo lavora rendendolo adatto a passare nell’intestino per essere poi ulteriormente suddiviso tra sostanze nutritive che verranno assorbite dall’organismo e sostanze di scarto che verranno espulse. Senza questo precedente lavoro, importantissimo, dello Stomaco, non solo non si digerirà bene ma non si potrà nutrire bene il nostro corpo. Attraverso il consumo esagerato di cibi con Ph acido o alcalino si va incontro, senza un salutare equilibrio, ad una ribellione dello Stomaco manifestata attraverso fastidi di vario genere ma, nell’ambito della psicosomatica, si può anche osservare un messaggio oltre ad occuparci di intraprendere una dieta migliore. Quando si parla di ingerire, non si intende solo alimenti ma anche situazioni.

Il messaggio in questione è: c’è una situazione che sto vivendo, o che ho conosciuto, che proprio non digerisco e mi fa arrabbiare tantissimo. Oppure: c’è una situazione che vivo quotidianamente, non eclatante ma continua, che ogni giorno mi opprime, mi infastidisce, magari inconsciamente e che inconsciamente mi fa arrabbiare tantissimo.

Se poi si è persone sanguigne, abitudinariamente colleriche, energiche e irritabili, ancora di più.

L’UNIONE FA LA FORZA

Occorre quindi mangiare bene (assolutamente) ma ricorrere anche a porsi certe domande e provare a trovare la soluzione, in questo caso, la parola d’ordine dev’essere: TRANQUILLITA’.

Non intendo dire di non fare più determinate cose. Quando si parla di tranquillità, tutti subito a sbuffare e a dire – Eeeeh…. magari! -. Continuate pure la vostra vita frenetica ma è come prendete le cose che fa la differenza. Sono le emozioni che provate a fare tutto. Provate a incavolarvi di meno. Se ogni cosa vi preoccupa e vi irrita, dovreste provare a pensare un po’ di più che il mondo va avanti lo stesso e andrebbe avanti anche senza di voi. Vi state facendo ansia e rabbia inutili. So bene che siete sicuramente persone che cercano di fare il meglio e di consigliare il meglio agli altri, affinché non inciampino in situazioni scomode ma a tutto c’è un limite. So bene che ci tenete al vostro onore, a fare sempre bella figura, ad avere sempre la coscienza apposto e ci tenete molto ai vostri cari, tanto da non volerli mai vedere soffrire, ma non è ingurgitando e nutrendo collera, lasciandola poi lì a sopire, che risolvete le situazioni. Anzi, così facendo, potreste rischiare di divenire pedanti e noiosi da meritare bugie, anziché la verità, da parte di chi vi sta attorno per il semplice fatto che non vi si vuole far alterare e non si ha voglia di sentire sempre la vostra morale.

Probabilmente siete delle pentole di fagioli sempre in ebollizione ma, questo bollore, oltre che a infastidire gli altri, fa male a voi. Vi sta cuocendo un organo importantissimo e, dai bruciori, si passa poi a gastriti e via dicendo.

IL MONDO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO

Il mondo è bello anche perché è vario. Imparate a vedere più bellezza. Toglietevi quei paraocchi e quelle paure. Non è sempre male ciò che è diverso, anzi… a volte si possono scoprire ottime nuove soluzioni.

Non è facile accettare e concepire le ingiustizie, fatevi sentire, ribadite il vostro potere, ma poi dovreste riuscire a staccare, a lasciar andare. Basta! Via da voi quell’immondizia che nuoce. La repressione e la sopportazione sono deleterie. Vi corrodono letteralmente. Se gli altri si comportano male, è giusto reagire ma deve poi finire lì. Quello che covate non vi porta a nulla di buono. Vi obbligherà in futuro, se continuate, a prendere delle pastiglie o a non poter più godere dei vostri alimenti preferiti. Vi pare sensato? Rifletteteci.

Vi accorgerete, con il tempo, che la vostra è prettamente un’abitudine. Siete fatti così, nessuna colpa, ma potete cambiare (almeno in certe circostanze) e vi renderete conto, in futuro, che la stessa cosa che un tempo vi faceva fare del sangue marcio (altra bellissima definizione che mi auguro capiate) oggi non vi tocca più come prima, voi state meglio, eppure tutto va avanti ugualmente.

MASTICARE POCO

Al contrario di quella che dev’essere una buona abitudine mentre si mangia, ossia masticare parecchio il boccone con i denti e la saliva per facilitare il lavoro degli altri organi, riguardo agli eventi o le persone della vita, che infastidiscono, consiglio di masticare ben poco. Cioè, ironicamente, vi sto consigliando: evitate di rimuginare. Anzi, l’ideale sarebbe sputare l’amaro boccone al fine di non ingerirlo e allontanarlo così da voi. Via! Sciò! – Tu dentro di me non entri, fai schifo! -.

DONNA IN GRAVIDANZA, BRUCIORI AD OLTRANZA

Sono molte le donne in gravidanza che soffrono di bruciori allo Stomaco pur non avendo mai sofferto di questo disturbo nella loro vita.

La tradizione dice che, quando in dolce attesa, si percepisce questo fastidio è perché il bimbo è pieno di capelli. Vi posso assicurare che io ho sofferto di bruciori nei mesi in cui mio figlio era dentro la mia pancia, ma quando è nato sembrava il Tenente Kojak in miniatura. Aveva una leggerissima aureola di peluria a circondargli la crapa ma, per il resto, era pelato come una palla da biliardo. Bello lui! Le usanze però sono carine, diciamolo, ma dobbiamo anche saper valutare altro. Una donna incinta infatti è più sensibile al di là del fatto che, lo ribadisco, è più sensibile anche dal punto di vista alimentare. Gli ormoni lavorano diversamente e si ritrova inoltre a vivere una situazione probabilmente mai vissuta prima, in caso di primo figlio.

E allora giù con consigli e ammonizioni da parte dei parenti che ne sanno più di lei (pure i parenti del marito ovviamente). E giù con le ansie che le amiche le mettono quando, anziché tranquillizzarla, le raccontano del loro drammatico parto che mai più lo rifarebbero. E giù con gli obblighi perché altrimenti succedono cose spaventose. E giù con le scaramanzie e la superstizione che se fai così al bambino gli si attorciglia il cordone ombelicale al collo e se fai cosà nasce con dei gravi problemi. Senza tralasciare l’agitazione e l’apprensione che la futura mamma ha di suo. Capirete che, a questo punto, i bruciori di Stomaco sono il minimo nevvero?

CHIAMIAMO I POMPIERI

Arrivano i nostri! Proviamo a spegnere questo fuoco che ustiona.

Chiamiamo i pompieri che abbiamo dentro, nascosti, ma ci sono. Sono le nostre capacità. Quelle che ci permettono, se lo vogliamo, con un po’ di buona volontà, di migliorare e vivere nel benessere. A volte non è vero che non ce la si fa, a volte, semplicemente, non se ne ha voglia. Ma serve metterci una buona dose di impegno. La ricompensa però è grande. Niente fastidi allo Stomaco e la possibilità di togliersi qualche sfizio goloso ogni tanto.

Prosit!

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Non solo Diabete – Molto dipende da lei: Insulina… birichina

Ovviamente birichina non è, quello che fa, lo fa per il nostro bene, e lo fa come conseguenza a ciò che mangiamo attraverso un processo fisiologico che lei neanche comanda ma… possiamo dire che ha il suo caratterino, ecco.

Con lei non si sgarra, non permette errori, è un po’ come avere un gendarme in corpo.

Sto parlando dell’Insulina e, prima di tutto, vi spiego cos’è.

L’Insulina è un ormone prodotto dal nostro organismo, o meglio, dalle Isole di Langherans del Pancreas, il quale, con il secernere Insulina e Glucagone, intende prima di tutto mantenere nel giusto equilibrio gli zuccheri (il glucosio) nel sangue. L’Insulina, per dirla in modo semplice, viene prodotta quando zuccheri ce ne sono troppi e li contrasta, mentre, il Glucagone, all’incontrario, viene prodotto quando zuccheri ce ne sono pochi ma, lui, cerca anche di tenere a bada l’Insulina stessa.

Per zucchero però, chiamato anche Glucosio, non è da intendersi soltanto lo zucchero che mettiamo nel caffè, questo è un concetto fondamentale da comprendere perché gli amidi, i carboidrati come: la pasta, il pane, i biscotti, i crackers, il riso, etc… sono tutti zuccheri. Ossia, contengono alte quantità di Glucosio.

Cosa succede quindi se mangiamo questi alimenti? Accade che l’Insulina compie lo stesso lavoro che compirebbe se mangiassimo un’intera scatola di cioccolatini. Non ci sono differenze per lei. La composizione/scomposizione del cibo è la medesima perciò lei agisce allo stesso modo.

A causa di un’emissione sregolata di Insulina possiamo ingrassare, contrarre malattie (di diverso genere), sentirci stressati o spossati e possiamo anche sentire costantemente lo stimolo della fame.

Attenzione, l’Insulina è proprio il principale elemento che effettua lo stoccaggio dei grassi all’interno del nostro corpo. Ossia, i grassi sono una fonte energetica, ci proteggono dal freddo, dagli urti, ci danno vitalità, sono molto utili (nella giusta misura) e, lei, per paura che il nostro corpo possa rimanerne senza, li prende e li immagazzina da parte, fissandoli per benino, un pò qui e un pò là, così noi ingrassiamo. Questo lavoro svolto prende il nome di litogenesi. Tutto ciò accade perché nella dieta (e di conseguenza in noi) scarseggiano le proteine e…. i grassi. Sì, proprio loro. Questi ultimi infatti, al contrario di quello che si pensa, se assunti nella giusta dose, permettono all’Insulina di stare buona e quieta, al suo posto, senza adirarsi. In pratica è un pò come se dicesse: – Ok! Non ho bisogno di fare scorte, noto che grassi ne arrivano sempre! -.

E quindi, attraverso un componimento del piatto che riunisce carboidrati/proteine/grassi assieme, si otterrà il giusto equilibrio.

Ovviamente dovrà essere uno specialista a dire, ad ogni paziente, la quantità dei valori di cui il soggetto ha bisogno ma, più o meno, si può tener conto di questa cifra: 50% carboidrati, 30% proteine e 20% grassi ad ogni pasto.

Ripeto, per ogni individuo i valori possono cambiare. Bisogna tener conto di tanti fattori per comporre le quantità giuste: età, sesso, attività fisica, professione, assunzione di farmaci, etc… perciò non intraprendete questo percorso da soli ma fatevi aiutare e consigliare da un esperto.

Quello che a me preme è farvi capire come l’Insulina, che sembra entrare in gioco soltanto in correlazione al diabete o ai dolci, come sento dire da tante persone, sia invece una grande protagonista nel processo del nostro metabolismo per quanto riguarda l’alimentazione.

Il glucosio, potente fonte di energia per noi è, come vi dicevo prima, contenuto nei carboidrati, chiamati infatti anche glucidi che, per semplificare, uniremo assieme in questa unica parola anche se la loro suddivisione è vasta e importante.

Sarà normale che se si assumono poche proteine e pochi grassi significherà che la nostra dieta è ricca per la maggior parte di carboidrati (zuccheri) e quindi, si permetterà all’Insulina di “uscire fuori” e comandare a modo suo.

Ridurrà anche l’apporto di zuccheri al cervello in quanto, a lei, gli zuccheri, non stanno molto simpatici. Ci renderà stanchi mentalmente ad esempio. Vi sarà capitato infatti di notare una notevole fatica a concentrarvi dopo esservi saziati con un sostanzioso piatto di pasta.

E’ meglio quindi consumare (sempre senza esagerare) più frutta e verdura, considerate anch’esse “carboidrati”, nel senso che, come fibre, donano i medesimi valori nutrizionali ma con eccezioni positive. La presenza, ad esempio, di una maggiore quantità di Vitamine e Sali Minerali ma non solo, vengono considerati carboidrati favorevoli, anziché sfavorevoli come gli altri, perché attraverso loro, l’indice glicemico rimane relativamente basso. In pratica, il fruttosio contenuto nella frutta, per entrare in circolazione, deve essere prima convertito in glucosio. Questo processo rallenta tutto il funzionamento e rallenta anche l’innalzamento della glicemia. Perciò, la secrezione di Insulina è molto meno stimolata rispetto all’ingerire un carboidrato classico come il pane. Per quanto riguarda le verdure invece, esse contengono una bassa percentuale di glucosio e, l’Insulina “chiudendo un occhio” verso tale quantità, non si mette in azione.

L’equilibrio, come dico sempre, è la cosa migliore. Nessun divieto e nessun abuso. Possiamo permetterci di mangiare qualsiasi cosa, l’importante è mantenere un corretto bilanciamento di ciò che introduciamo nel nostro corpo senza strafare con niente e senza far adirare Caporal Insulina.

Prosit!

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Cibo Sano: facciamolo mangiare a ‘sti benedetti figli!

Si sa, i ragazzi giovani, poco amano le verdure ma non solo. Ad una certa età, adolescenziale soprattutto, si sentono sempre un po’ esclusi, incompresi e sono convinti che nessuno li ama.

Dimostrare loro il nostro amore, anche attraverso piccoli gesti, come quello del cucinare (gesto per nulla “piccolo”) lo trovo indispensabile e, in questo caso, possiamo prendere due “piccioni con una fava” alimentandoli anche con del cibo sano che, durante l’età dello sviluppo, lo considero un qualcosa di fondamentale.

Per questo mi sono inventata una ricetta secondo me molto sfiziosa, buona e soprattutto salutare. Un piatto squisito a base di Riso e Verdure che il mio, di ragazzo, ha apprezzato tantissimo.

Un piatto colorato, goloso, divertente e soprattutto molto curato che gli ha fatto capire quanto tenessi a lui e quanto mi sono dedicata al suo benessere per preparargli questo ottimo pranzetto.

I suoi complimenti sono stati così sinceri e la sua espressione così entusiasta che mi piacerebbe davvero far vivere queste sensazioni ad altre mamme, in principal modo a quelle che, ogni giorno, lottano stanche per far mangiare un po’ di verdura a… ‘sti benedetti figli.

La ricetta può sembrare complicata ma in realtà non lo è.

Da come potete vedere attraverso le immagini, è composta da un Peperone, del Riso, della crema di Bietole con Basilico e da della Verza… caramellata! Squisita, fidatevi.

Ecco come preparare questa pietanza che vorrei definire così: Fior di Riso integrale allo Zafferano dentro a Peperone grigliato su letto di Crema di Bietole e Basilico con Verza caramellata ai Semi di Sesamo… esagerata… ma non è forse così che dicono i grandi chef?

Bene, iniziamo, dopo ovviamente aver lavato bene le verdure.

Vi descriverò le cose una per volta ma molte si potranno fare assieme, mentre un alimento cuoce si può preparare l’altro.

– Il Riso: potete farlo prima bollire e dopo metterlo in tegame o farlo cuocere direttamente nel tegame (attenzione perché il Riso Integrale deve cuocere molto, 50 minuti di bollitura) dopo aver preparato un soffritto di cipolla con alloro, timo, curcuma, erba cipollina e olio extra vergine d’oliva.

Quando la cipolla si presenta bella dorata, si aggiungerà il Riso, un goccio d’acqua, se non si è già salato durante la bollitura occorrerà salarlo e infine mettere lo zafferano.

– Il Peperone: si taglia come un cappello la parte del picciolo, lo si pulisce dentro eliminando la membrana bianca e i semi e lo si mette su un fornello accesso rigirandolo di tanto in tanto in modo da farlo abbrustolire bene un po’ ovunque.

Poi si passa sotto l’acqua fredda corrente e si eliminano le parti bruciacchiate che vedrete verranno via da sole.

Vi consiglio poi di metterlo un quarto d’ora in forno, spuzzando sopra un po’ d’acqua per farlo ammorbidire ma senza esagerare perché deve rimanere abbastanza sodo per contenere poi il Riso.

– Le Bietole: si fanno sbollentare o cuocere direttamente in padella con poca acqua al fine di ammorbidirle soltanto. Le ideali sono le bietoline, non vi consiglio le coste perché trattengono troppa acqua che renderebbe la crema troppo liquida a meno che non vogliate usare solo la parte verde.

Le Bietole le ho insaporite con del timo, un po’ di maggiorana, del coriandolo, del sale, un goccio d’olio e soprattutto un bel po’ di Basilico nella quantità che più ho preferito, nel mio caso, qualche foglia. Una volta cotte, ho messo tutto nel mixer e creato la crema. Prima di aggiungere i gusti e gli altri ingredienti, assicuratevi che non ci sia troppa acqua altrimenti vi consiglio di strizzarle un po’, sarete sempre in tempo ad aggiungerla dopo eventualmente, o aggiungere olio per renderla più morbida.

– La Verza: anche questa, in padella, con un goccio di acqua e un goccio di olio. Semi di Sesamo e zucchero di canna. Senza sale. Per una bella manciata di Verza, tagliata a strisce, ho messo due cucchiaini da tè pieni di zucchero e l’ho fatta ammorbidire a fuoco lento.

Quando tutto è pronto si passa alla composizione del piatto che prevede di mettere due cucchiai di crema di Bietole all’interno del Peperone pressandola un po’ in modo da formare la base per il Riso.

Aggiungere il Riso e poi il cappello. Riprodurre, sempre con la crema verde, il gambo del fiore utilizzando come foglia del Basilico e, infine, come terreno, la manciata di Verza. Potrete poi naturalmente aggiungere guarnizioni a piacere.

Il tutto dev’essere bello caldo quindi, magari, prima di guarnire con il Basilico, fate riscaldare nel forno (anche quello a microonde) l’intero piatto. Come vedete non ci sono difficoltà ma il risultato, vi assicuro, è davvero soddisfacente sia per voi che per chi mangia. Bello per gli occhi, buono per il palato e salutare per l’organismo. Potrebbe essere un piatto unico oppure potrete aggiungere ad esso una fonte di proteine e di grassi, a parte, per renderlo ancora più sostanzioso scegliendo sempre alimenti sani.

Purtroppo sono tante le cose poco sane delle quali i ragazzi si nutrono, soprattutto in quest’epoca dove la vita scorre di corsa e nella quale s’incontrano macchinette che distribuiscono merendine e simili ovunque, anche nelle scuole, per pochi centesimi.

Non si ha il tempo di dedicarsi alla cucina e all’alimentazione che forma quello che è il nostro organismo, che nutre il nostro sangue, il quale, a sua volta, irrora quasi tutte le parti del nostro corpo, organi compresi.

Non si ha voglia, già abbastanza stressati dagli impegni e dagli obblighi di ogni giorno, di lottare quotidianamente davanti ad un piatto che rimane lì, non apprezzato, e che spesso finisce nella ciotola del cane o, peggio ancora, nella spazzatura.

Sono convinta che la Creatività, vista proprio come termine discendente del verbo CREARE abbia la forza e la capacità di riportare risultati peraltro spesso ottimi. Per questo ritengo sia giusto sforzarsi, nei limiti del nostro tempo, di utilizzare la creatività e la fantasia.

Due doti che sono gli ingredienti principali di quella che è la ricchezza della vita. Che riescono a loro volta ad aumentare il loro successo come moltiplicandosi. Che come un piccolo seme, possono farci ottenere poi un grande e magnifico fiore.

Prosit!

Ad esempio la Gengivite – l’Alimentazione non c’entra mai nulla… Bah!

E’ strana questa cosa, ci formiamo attraverso quello che mangiamo (non solo ma soprattutto), siamo quello che mangiamo, i tessuti, le cellule del nostro corpo, sono alimentati dal sangue e il sangue è composto da quello di cui ci nutriamo però, questa alimentazione, non viene mai presa in considerazione. Hai un tumore? Sarà perché fumi. Se non fumi e’ sfiga. Hai una gastrite? Troppa rabbia. Hai le emorroidi? Stai troppo tempo seduto. Hai un eczema sulla pelle? E’ sicuramente ereditario.

Scusate ma questo è intollerabile a mio avviso.

In ultimo, tempo fa, ad una mia amica è venuta una Gengivite. Ahi che male! Sapevo bene cosa avrebbe dovuto fare ma non sapevo quanti giorni le potesse durare quel dolore (come me, non è una che sopporta volentieri il male). Così, vado alla ricerca di qualche sito interessante che mi pronosticasse, all’incirca, per quanto tempo ancora avrebbe dovuto “soffrire”… povera tapina!

Non fatelo se non siete all’altezza del comprendere quello che andrete a leggere; su internet purtroppo ci sono scritte tante cose interessanti e utili ma anche tante sciocchezze errate e che spaventano inutilmente.

Detto questo, m’imbatto in una specie di forum dove le domande inerenti alla Gengivite fioccavano in gran quantità con tanto di risposte da parte di medici sia generici che dentisti. Ebbene, lo devo dire, mi devo sfogare… leggere che… “l’alimentazione non c’entra un fico secco” mi ha fatto arrabbiare. Proprio queste erano le parole.

Allora, facciamo ordine senza inalberarci. Punto primo: che cos’è la Gengivite? (Ora vi trascriverò quello che si legge su Wikipedia tanto ho visto che sono le stesse frasi in diversi siti e le reputo anche abbastanza esatte pur non essendo un medico)

Per Gengivite si intende un’infiammazione dei tessuti gengivali caratterizzata da gonfiore, arrossamento, calore e sanguinamento conseguenti all’accumulo di placca. La malattia è reversibile dopo rimozione delle cause responsabili. Tutte le specie batteriche che compongono la placca, depositandosi sulle superfici dure del dente, possono causare la patologia. Quindi tutte le cause che possono favorire l’accumulo della placca sono cofattori associati alla gengivite. Possono essere:

  • anomalie morfologiche o strutturali dei denti, come le perle di smalto
  • fratture radicolari
  • ricostruzioni dentali incongrue. 

Perdonatemi ma… la placca, primo motivo, non è però l’unico. La mia amica si lava i denti regolarmente (senza esagerare), usa il filo interdentale, sciacqua la sua bocca con un colluttorio preparato da lei con sostanze naturali ed effettua la pulizia dentale, con detartrasi, dal dentista, una o due volte all’anno. (Come mai c’è gente che dice che se mangia gran quantitativi di salame, ad esempio, gli si infiammano le gengive?). Guarda caso, la mia amica, ha confessato che nei giorni di Pasqua, e in quelli antecedenti alle feste, aveva pasticciato parecchio col cibo lasciandosi tentare da parecchie golosità. In qualsiasi caso di infiammazione, il sangue forse non c’entra? Il sangue che passa in quella zona infiammata è un sangue pulito e ricco di sostanze nutritive? Ma andiamo avanti.

Anche alcuni ormoni possono favorire e soprattutto esacerbare la gengivite: prove scientifiche hanno dimostrato l’importanza dei livelli dei cosiddetti ormoni sessuali: androgeni, estrogeni, progesterone.

Bene, cosa forma i nostri ormoni?………L’aria… sicuramente è l’aria a nutrirli mica il cibo!

La malnutrizione continua ad essere causa di gengiviti nei paesi in via di sviluppo: in particolar modo la carenza di vitamina C che porta allo scorbuto, ma anche di vitamina A, B2 e B12, favoriscono la gengivite. Vari farmaci, appartenenti ai gruppi degli anticonvulsivanti, immunosoppressori, antipertensivi possono causare modificazioni gengivali caratterizzate da un ispessimento abnorme (iperplasia).  

Naturalmente, anche le vitamine stanno nell’aria… Se volete assumere vitamine respirate a bocca aperta! Tsè! Che idiozie.

L’accumulo di placca lungo il margine gengivale scatena una reazione infiammatoria dei tessuti molli. I batteri responsabili sono perlopiù cocchi e bastoncelli Gram positivi anaerobi facoltativi (streptococchi e actinomiceti). Il tartaro non sembra svolgere un’azione diretta contro la gengiva, ma favorendo l’adesione e l’accumulo batterico generalmente aggrava il quadro clinico. Il deposito di batteri sulle superfici dentali è da solo responsabile dell’infiammazione. Già dopo le prime 24 ore l’epitelio orale è stimolato dai microbi a produrre mediatori proinfiammatori: aumenta la pressione sanguigna locale e la permeabilità vasale, si forma un essudato con le cellule di difesa polimorfonucleate che raggiungono la sede dell’infiammazione e si accumulano nella regione del solco gengivale. I primi segni clinici si riscontrano dopo circa 7 giorni, quando oltre ai polimorfonucleati la zona è raggiunta anche dai globuli bianchi, ed inizia la degenerazione dei fibroblasti (probabilmente per morte cellulare) che sono responsabili della compattezza del tessuto gengivale. Il gonfiore aumenta gradualmente, fino a quando non viene rimosso lo stimolo. Superato un tempo limite, variabile in funzione del sistema immunitario dell’individuo e dell’aggressività delle specie batteriche coinvolte, la gengivite reversibile sfocia in parodontite irreversibile, in quanto l’infiammazione non è più contenuta nella gengiva bensì coinvolge tutti i tessuti parodontali. Le gengiviti da farmaci determinano l’ispessimento gengivale anche in una dentizione relativamente priva di placca; comportano comunque difficoltà al mantenimento dell’igiene orale, e la presenza di placca concomitante determina un peggioramento del quadro clinico.

 

Oh! Molto bene, mi sembra stia entrando in gioco l’apparato immunitario. E cosa rinforza il nostro apparato immunitario? Tanto cose, lo so. Evitare lo stress ad esempio, evitare di sottoporre il nostro fisico a sbalzi termici troppo repentini, etc, etc… ma forse, e dico forse, non è che questo apparato immunitario, in grado di combattere e tenere a bada i batteri, lo si rinforza anche con un’alimentazione sana e adatta? No eh?

E il medico che ha stabilito, come molti altri, che “l’alimentazione non c’entra un fico secco”, mi sta forse dicendo, indirettamente, che se ho una Gengivite posso quindi tranquillamente bere bevande gassate e colorate o mangiare insaccati tanto… l’alimentazione non ha nulla a che vedere con le mie gengive? Se l’apparato immunitario della mia amica fosse stato forte e in vigore, sarebbero riusciti i batteri a svolgere e a portare a buon fine il loro lavoro? Ora, non voglio fare dell’assolutismo. Capita anche dopo un’accurata pulizia dei denti di rimanere vittime di una Gengivite, a causa di gengive sensibili probabilmente, ma escludere così spesso l’alimentazione da ogni ambito mi pare eccessivo dall’altra parte.

Per fortuna non tutti i medici sono così, ma ho voluto approfittare di questa occasione per parlare di quanto, anche in medicina purtroppo, l’alimentazione sia sottovalutata. Non sottovalutatela anche voi. Usatela come il migliore dei medicinali per guarire e anche come prevenzione.

E’ importantissima.

E poi, a chi interessa, aggiungo che la Gengivite, in psicosomatica, intende suggerire che si ha difficoltà nel prendere delle decisioni. La paura blocca le scelte e, anziché buttarsi in nuove vie, si rimane fermi per timore. Questa cosa, inconsciamente, fa anche arrabbiare (infiammazione = rabbia) e sfocia nelle gengive. Perciò, se soffrite di questo problema, provate a rasserenarvi e a scegliere senza paura le strade da percorrere.

Prosit!

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La Verza, la Vit. E e l’Acetosella – una ricetta sana e golosa

La Verza (Brassica oleracea) o Cavolo Verza, è un ortaggio ricco di vitamina E (tocoferolo) che è un grande antiossidante, idratante e combatte i radicali liberi. Aiuta quindi le cellule del nostro organismo a rinnovarsi e, soprattutto, permette loro di non deteriorarsi prima del tempo a causa di tutti gli ingredienti e di tutte quelle sostanze nocive che ci danneggiano.

La vitamina E infatti, protegge e rinforza la membrana mitocondriale cioè dei mitocondri che, nella cellula animale, si preoccupano della respirazione cellulare e la respirazione è alla base della vita di questa unità multifunzionale così come lo è per noi.

Non focalizziamoci solo sulle cellule della pelle come siamo abituati a sentire nelle pubblicità delle creme di bellezza, quando si parla di cellule, si parla di quelle di tutto l’organismo perciò anche di quelle dei nostri organi e dei nostri vasi sanguigni che devono essere estremamente considerate e mantenute al meglio anche grazie all’alimentazione.

Questo ortaggio è inoltre anche un grande antinfiammatorio, un ottimo detossinante e un fantastico diuretico e permette al sangue di rimanere fluido senza ispessirsi. Ma non solo, come tutti gli altri cavoli, la Verza, ha tantissime proprietà benefiche e dovremmo farne sovente uso mangiandola anche cruda nello stato in cui meglio mantiene le sue incredibili virtù. Purtroppo ha un gusto che non a tutti piace però e così, oggi, vi spiego un modo per cucinare la Verza davvero goloso, a mio gusto, e soprattutto sano.

Si ha la convinzione che un alimento sano sia anche poco gustoso ma non è così, basta avere un po’ di fantasia e saper combinare gli ingredienti giusti.

Si prepara innanzi tutto un soffritto, con poco olio, un po’ particolare, composto da: cipolla, aglio, timo, curcuma, zenzero e pepe e, appena la cipolla diventa dorata, si aggiungono olive (io uso quelle Taggiasche denocciolate), semi di girasole e lenticchie umbre.

Intanto che tutti questi ingredienti soffriggono e sfrigolano che è un piacere, faccio sciogliere in un bicchiere d’acqua calda un cucchiaino bello pieno di miso d’orzo e lo verso nella pentola che sarà una padella bella capiente o un wok. Lasciamo andare il tutto per un po’ sempre a fuoco basso.

Si pulisce, si lava e si taglia una Verza a strisce e una carota a sfoglie (usando ad esempio il pela-patate) aggiungendo poi queste verdure al soffritto che ora si presenta di colore scuro. Aggiungiamo acqua e lasciamo cuocere aggiungendo altra acqua di tanto in tanto. Il tutto dovrà cuocere parecchio perché le lenticchie dovranno ammorbidirsi e le verdure consumarsi un po’.

Attenzione solo al sale perché sia il miso che le olive insaporiscono già il tutto quindi cercate di non esagerare.

Verso fine cottura occorrerà aggiungere anche un po’ di prezzemolo, qualche fiore di Acetosella Gialla (Oxalis pes-caprae) che dona un lievissimo sapore di limone (quindi preparate tale ricetta in questa stagione) e semi di sesamo. In verità potrete prepararla tutto l’anno, anche senza fiori di Acetosella risulterà comunque un piatto squisito o potrete aggiungere altri fiori edibili magari più estivi. Vi sconsiglio la lavanda che con il salato, secondo me, poco si addice.

Ecco che la Verza è pronta e buonissima. Un contorno perfetto o un secondo singolare da mangiare sopra a fette di pane rustico riscaldate. Che ve ne pare?

Fatemi sapere, a me non resta altro che augurarvi buon appetito!

Prosit!

Brufoli e Acne – piccole e grandi manifestazioni di Rabbia

E parliamo ancora di brufoli, argomento che interessa a molti.

Tempo fa, in questo post QUI (che vi consiglio di leggere per comprendere meglio questo articolo) vi parlai in modo generico di quello che significa la presenza di un brufolo su una parte ben precisa del nostro viso. Abbiamo visto come esso ci vuole indicare che, nell’organo corrispondente alla zona del volto, ci sia qualcosa che non va.

tuame.it

Niente di grave magari probabilmente, lo ripeto, dal momento che il nostro organo presenta scompensi sia dal punto di vista fisico che emozionale, un po’ di stress, un po’ di ansia, o di tristezza, lo stanno semplicemente rendendo inquieto. Si, inquieto, perché il nostro organo è vivo, proprio come noi.

Oggi andiamo un po’ più a fondo per imparare, anche se vi sembrerà strano, a ringraziare quel brufolo che vi sta portando un messaggio, bisogna semplicemente imparare a decodificarlo.

Partiamo dal punto di vista che si tratta di infiammazione innanzi tutto. Una piccola infiammazione che ha trovato sfogo sul nostro viso. L’infiammazione, per piccola o grande che sia, è sempre inerente ad uno stato di rabbia che fuoriesce. Infatti, anche se quella pustola pare indicare, come dicevo prima, ansia o tristezza, o paura, o ancora angoscia, dobbiamo capire che, anche se non ce ne accorgiamo, queste sono tutte emozioni che ci fanno arrabbiare.

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E’ una rabbia che probabilmente non riconosciamo, non sappiamo di avere, ma c’è. E’ normale. Mica possiamo essere felici pienamente se qualcosa ci rende tristi o agitati.

I brufoli quindi, che notoriamente vengono anche definiti “sfogo” hanno la stessa equivalenza di uno “sfogo” a livello psicologico (pianto, urla, aggressività…).

Come accennavo l’altra volta, parlando di Acne, per quello che riguarda i giovani o le persone più mature, soprattutto le donne durante la menopausa, capiamo bene come sia più che comprensibile uno sfogo e una sorta di rabbia nei confronti della vita.

L’adolescenza, è per un giovane un periodo abbastanza difficile da vivere anche se molto bello per molti altri punti di vista. E’ il periodo in cui deve farsi riconoscere in questo mondo, deve poter imparare “a dire la sua”, deve iniziare a rendersi una persona a se’, con un suo carattere, un suo cervello e una sua personalità. Quante volte abbiamo sentito di un adolescente che non si sente ascoltato o capito? Quante volte lo abbiamo sentito reagire nei confronti dei genitori o magari dei professori? Quante volte ha pianto, o ha sfogato la sua rabbia in altri modi? Molte. E’ l’età definita – della ribellione – per eccellenza e, guarda caso, è anche l’età che riempie di brufoli quei visi che ancora si stanno definendo.

Non ripeterò pertanto in questo post la responsabilità genetica e fisiologica, e ormonale, e ereditaria, mi limiterò a parlare dal punto di vista psicosomatico perciò, non si avrà appunto un foruncolo soltanto in una determinata zona del viso ma una comparsa generale ovunque. C’è infatti uno stato di inquietudine e irrequietezza che tocca ogni organo interno: la paura di crescere (reni), la tristezza di non essere compresi (polmoni), l’ansia di non riuscire (stomaco) e così via.

La stessa cosa vale per la donna di una certa età. Una donna che sta per perdere la possibilità di procreare, che sta invecchiando, che è arrivata ad una certa fase della sua vita e forse ha dei rimpianti. Pensate che tutto questo non faccia arrabbiare? Certo. Rende tristi anche e impauriti e, proprio perché non ci si può fare nulla contro il processo naturale biologico, ci si arrabbia.

Ecco quindi l’eventuale comparsa di un altro tipo di acne, l’acne rosacea, un acne un po’ particolare che non vi starò a definire dal punto di vista medico ma sappiate che, “rosacea” appunto, perché si manifesta con chiazze rosse (rosso=rabbia) e può avere a che fare anche con gonfiore e calore nonché con teleangectasie (piccoli vasi sanguigni dilatati) e couperose (altro stadio di dilatazione dei vasi sanguigni).

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L’acne, nella psicosomatica, sia giovanile, che rosacea, che conglobata, etc… è sinonimo di : non accettazione di se stessi, avversione e rabbia verso se stessi. Ed è proprio così, sia per chi in questo mondo ci sta entrando, sia per chi da questo mondo sta andando via.

Bisogna anche osservare come l’acne, colpisce di solito anche il petto e la schiena, la zona alta della schiena e sapete il significato di queste due zone del corpo qual è?

Petto – pesantezza della tristezza, mancanza di fluidità con la vita. Intoppi.

Schiena (parte alta) – paura, rabbia, frustrazione.

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Ricordatevi anche che, come vi spiegai in un post sulla pelle, essa è: madre dei reni e figlia dei polmoni. Propone quindi sempre un inestetismo quando sensazioni come paura e tristezza si provano a lungo. Sensazioni che, ripeto, fanno arrabbiare. Ma questo discorso lo approfondiremo in un altro momento.

E’ un bene che questa collera sopita e nascosta esca, ma ovviamente provoca sulla nostra pelle un disturbo non indifferente quanto questo avviene e, molto spesso, creme, lozioni e pomate non regalano risultati soddisfacenti.

Cosa fare quindi?

Allora, la rabbia ha innanzi tutto sede nel fegato.

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Il fegato è una grossa ghiandola che ci permette di digerire (notare come il termine “digerire” equivale anche ad indicare quando una cosa o una situazione, non riusciamo a “mandarla giù”) prevalentemente i grassi. In realtà svolge diversi ruoli ma questo è sicuramente uno dei più importanti così come quello di poter eliminare dal sangue le sostanze tossiche ossia quelle che ci “sporcano”, ci “inquinano”, proprio come i pensieri negativi.

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Da notare come il nome – fegato – derivi dal latino ficatum (iecur ficatum) e pare abbia a che fare con il dare, in antichità agli animali, dei fichi da mangiare affinchè diventassero belli grassi e pasciuti. – Aver fegato – inoltre, sta a significare avere coraggio ma essere anche persone abbastanza sanguigne per così dire.

Se osserviamo questi grassi scomposti dal nostro fegato, o le proteine ch’esso sintetizza, o ancora il glucosio che immagazzina, notiamo che, a livello normale, sono tutti elementi utilissimi per il nostro organismo (soprattutto in fase di crescita in quanto sono risorse energetiche) ma se abbondano, possono creare scompensi.

Grassi, proteine, zuccheri… insomma, cosa mangiano maggiormente i ragazzi d’oggi? Cosa c’è per lo più nelle macchinette degli istituti scolastici? E non avete mai sentito di quelle donne che, durante la menopausa, hanno attacchi incredibili di voglia di dolce o “schifezze” in generale? Oh si!

Questo per spiegarvi come l’alimentazione e le nostre emozioni, se ben equilibrate e sane entrambe, possono venirci molto in aiuto e possono renderci molto più felici. E’ stato constatato che un’alimentazione adeguata regala un benessere psicofisico totale mentre, pensieri positivi ed emozioni buone, non possono che farci del bene.

Piccoli e grandi rimedi per evitare che un brufolo spunti all’improvviso per dirci che c’è qualcosa che non va!

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La dermatologia, che tutti ringraziamo, non può compiere miracoli anche se spesso ci riesce, vi consiglio pertanto di risanare la vostra persona anche con questi mezzi e ponendovi delle domande sul perché quel brufolo o quella miriade di brufoli sono comparsi.

Prosit!

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E tu che Voce hai?

Anche la voce rivela molto di noi, lo sapevate? La voce è un suono, da noi creato, che emettiamo dal nostro interno e lo facciamo fuoriuscire verso il mondo che ci circonda. voce

Fisiologicamente la voce viene emessa da dei tendini molto elastici chiamati corde vocali che vibrando emettono appunto il suono e, a questo suono sono state configurate quattro caratteristiche:

l’Estensione – ossia la variabilità del tono da più acuto a più grave

l’Intensità – ossia la potenza di questo suono

l’Altezza – ossia la definizione della frequenza della voce

il Timbro – ossia la qualità della voce percepita dall’udito

Ovvio è che la voce, è stabilita da determinati fattori fisici: ampiezza della cassa toracica, forma del collo, gola, sesso, età ma, come sapete, in questo blog, si cerca sempre di andare oltre e di scoprire qualcosa di più. Si perchè secondo diverse filosofie, anche la voce, come tutto il resto del nostro corpo e della nostra anima, può essere influenzato e modificato da altri autori. Vi verrà difficile crederlo ma persino l’alimentazione collegata alla psicosomatica è un fattore determinante. Come ci insegna Naboru Muramoto, seguace del famoso medico orientale Ohsawa, divulgatore di antiche teorie cinesi, il tono della voce indica anche le condizioni totali di chi sta parlando dal punto di vista fisico e psichico.

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Molte persone hanno una voce molto acuta o molto grave, a seconda di come consiste generalmente il loro regime alimentare. Secondo questo maestro quindi, chi “sporca” il suo organismo con alimenti “inquinanti” non avrà una voce armonica, piacevole da ascoltare bensì potrebbe invece addirittura nascondere qualche disturbo agli organi interni. Ma non solo. E’ stato stabilito, secondo queste teorie che, chi ad esempio parla in fretta, senza quasi prendere respiro ha un cuore troppo attivo e quasi sicuramente da piccolo non era sufficientemente ascoltato o meglio, in famiglia, i suoi discorsi non avevano ampio spazio. Chi invece parla ad alta voce può avere i reni intasati, può pensare in modo disordinato e grida per dare peso e valore a dei concetti ch’egli stesso fatica a ritrovare in quel caos mentale che ha. Urlare serve a espellere gli scarti metabolici e psichici; è come sudare, urinare e defecare. Come anche i sordi fanno. La sordità può nascere da un non voler più ascoltare quelle che vengono definite “le brutture che ci vengono dette”, quelle che noi non sopportiamo. quelli-da-cui-non-ascoltare-consigli-su-denaro-e-investimenti-liberta-finanziaria1-620x330

– State zitti! Parlo io! Voi mi fate male! Non ne ho più voglia di ascoltarvi! – direbbe il sordo, che ci nasca o che lo diventi in tarda età. – Urlo più di voi, così almeno tacete! -. Alcune persone inoltre, si esprimono in modo strano. Le loro frasi sono molto lunghe con poche pause e, mentre parlano, emettono addirittura strani rumori nasali o lari-faringei. Ebbene, pare che’essi non abbiano trovato un buon equilibrio interiore. Nella nostra vita bisognerebbe mangiare per vivere e non vivere per mangiare. Si deduce quindi che in realtà il nostro organismo abbia bisogno di poco cibo e non di abbondanza. Perciò, chi mangia tanto, parlerà anche tanto in quanto ha molte tossine e sostanze di scarto da eliminare. Ovviamente, si sposano con la voce tutti i vari malesseri di cui possiamo essere vittime durante l’anno come l’afonia che ci lascia – senza parole -… per paura? Per collera? O perchè semplicemente non riusciamo a formulare le nostre idee? Una forte emozione che ci ha “chiuso il becco”. La raucedine, che si manifesta quando il nostro cervello collega un evento  a questa equazione “parlare = pericolo”. Claudia Rainville, psicoterapeuta, inoltre, esamina la balbuzie che è un disturbo più dell’elocuzione che della voce in sè ma di esso, come stato d’ansia, dice che può nascere nell’età infantile solitamente nel timore di perdere un genitore o nella paura di donare del dispiacere a qualcuno con il risultato dell’essere sgridato, o minacciato, o respinto. La nostra splendida voce indica tanto di noi per chi sa ascoltare in modo particolare. Per chi si sofferma a soppesarla. Fondamentalmente non ci sono segreti, siamo dei libri aperti. Un argomento interessante a mio parere sul quale ritorneremo, grazie al quale possiamo migliorarci sempre più.

Prosit!

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Alito Cattivo? Sono solo Pettegolezzi!

Chi soffre del fastidioso problema di Alitosi chiamato comunemente “alito cattivo” e mi riferisco a un disturbo costante e non momentaneo, è di norma una persona che non mangia in modo sempre sano e genuino. Il nostro cavo orale è lo specchio del nostro sistema digerente e, tutto ciò che c’è all’interno, ne fuoriesce.spazionews.it

I fattori circostanti poi, possono essere molteplici e spesso di grande rilevanza come: poca igiene orale (ricordiamoci che sono i batteri a creare l’odore sgradevole in qualsiasi parte del nostro corpo), utilizzo sovente di cibi particolari, difficoltà a digerire bene, quantità scarsa di mucose nel cavo orofaringeo, malattie di vario genere. Sapete però che al di là di quello che dice la medicina occidentale, ci sono ulteriori teorie sulla formazione di vari disturbi e quindi anche dell’alito cattivo e ve le voglio raccontare. Si presume infatti, in alcune filosofie, che la nascita di questo problema sia dovuto, o comunque manifesti, l’esprimere un esagerato giudizio, ovviamente negativo, nei confronti degli altri e, come se questo non bastasse, contornandolo ulteriormente dallo spettegolare di ciò che si pensa con amici e conoscenti sfornando propri pareri e giudizi in gran quantità, che ovviamente nemmeno sono stati chiesti. In sintesi, una persona che tutti i giorni e a tutte le ore, la sentirete giudicare qualcun altro, lamentandosi di come invece avrebbe dovuto fare e, peggio ancora, apostrofandola con dispregiativi, 99 su 100, quella persona che state sentendo non ha un alito molto profumato.

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E attenzione, la causa non è solo il pronunciare questi pettegolezzi e le proprie opinioni, il brutto è che basta pensarle. Stessa cosa vale anche per i pensieri di rabbia a livello generale. Siate quindi il più sereno e il più felice possibile. E’ naturale, come sempre, che è l’emozione a comandare e a far nascere la situazione perciò, esisteranno persone che tutto il giorno “tagliano e cuciono” ma senza problemi di Alitosi. Questo accade perché fondamentalmente lo fanno solo… pour parler ma non lo pensano davvero, non si creano del sangue marcio (da notare la metafora) nei confronti della vita degli altri. Dicono certe cose solo per tenere banco, per stare al passo con chi hanno intorno, per sentirsi al centro dell’attenzione ma, fondamentalmente, non provano sentimenti ignobili per il prossimo. A tutto questo, esponenti del pensiero positivo e della psicosomatica come Louise L. Hay, aggiungono di avere un occhio di riguardo anche verso i sentimenti di vendetta e nel far riaffiorare esperienze negative. Chi eccede, in modo grave, passerà di conseguenza, al rovinarsi persino il fegato. La rabbia ormai si sa, è ad esso prettamente collegata e, la lavorazione del Fegato può influire molto sull’alito. A questo punto direi che non rimane altro che abbandonare il passato e i cattivi pensieri, di ogni natura.

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Bisogna far uscire dalla bocca solo amore e scegliere il più possibile parole ricche di gentilezza e armonia. Naturalmente, ci sono anche tanti altri rimedi più pratici come: preoccuparsi della pulizia di denti e lingua, tenere in bocca caramelle al mentolo o chiodi di garofano, bere decotti di erbe digestive e rinfrescanti e soprattutto preoccuparsi della propria dieta nella quale si consiglia di diminuire un pò l’uso di zuccheri e di proteine animali. Quante cose si nascondo dentro di noi e, se è vero che come io credo, la psiche e il fisico sono un tutt’uno, penso si possa credere anche a queste teorie.

Prosit!

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Bere tanta Acqua fa davvero bene?

Premetto che bere fa bene. E su questo nessuno può dire il contrario. A dirlo infatti non sono io ma tante persone più colte e più informate di me. Bere, acqua ovviamente, è semplicemente essenziale. Si tenga conto che il nostro corpo è composto all’incirca del 70% di acqua, così come (guarda caso) il nostro Pianeta.

giovanigenitori.itCosì come le piante e la maggior parte degli animali. Ma non solo, le nostre stesse cellule, le più piccole strutture viventi, animali ed eucariote, che formano tutto il nostro organismo, sono formate a loro volta da organuli che “galleggiano” in un liquido gelatinoso chiamato Citoplasma composto da diversi elementi tra i quali l’acqua. Insomma, l’acqua, è la nostra fonte di vita.

bmscience.netConoscete la regola del 3? Portando all’estremo, un essere umano, rispetto alle sue fonti primarie quali l’aria, l’acqua e il cibo, si è studiato che grosso modo, esso può rimanere senza le sue essenziali sostanze per questo lasso di tempo:

3 minuti senza aria

3 giorni senza acqua

3 settimane senza cibo

Di conseguenza il suo corpo smette di vivere senza risorse. Si parla ovviamente di un essere umano adulto dalle caratteristiche fisiche nella norma e nella media e, ripeto, portato all’estremo. Questo serve a capire comunque come l’acqua sia ancora più importante per noi del cibo. Come essa ci serve per vivere. Ma non solo. Bere acqua è utile per tantissime cose. L’acqua spegne le infiammazioni (rossore alias fuoco), abbassa la temperatura elevata (febbre), evita l’”inaridirsi” dei reni, pulisce i vasi sanguigni, scrosta (perdonatemi questo termine ma rende bene l’idea) le pareti di vene e arterie aiutando la linfa a trasportare via le tossine. weburology.eu

Questo lo fa anche attraverso il sudore e l’urina. Ammorbidisce le feci. Lava gli organi e scioglie i grassi. Riempie lo stomaco impedendoci di mangiare eccessivamente. Idrata la nostra pelle (nostra grande e importantissima prima barriera che senza idratazione si ammala), arricchisce di ossigeno il nostro fisico, fluidifica il sangue e…. Mamma mia, potrei andare avanti all’infinito senza fermarmi. L’acqua è vita. Deterge il nostro organismo e un organismo ben pulito si ammala di meno, si stanca di meno e vive meglio. Da qualche anno addirittura si sente dire, prevalentemente nel nostro mondo “occidentale”, e sembra quasi essere diventata una moda, di bere almeno 2 lt di acqua al giorno. A proposito di questo, le teorie sparse per il mondo sono diverse. Chi asserisce che bisogna bere solo quando si ha sete, chi invece afferma che non bisogna arrivare a quel momento bensì prevenire ed evitare al nostro fisico la sofferente richiesta. Chi dice di bere solo lontano dai pasti, chi addirittura di non bere proprio secondo un periodo di purificazione. Come ho già scritto nei miei Disclaimer, non sono un medico, però sono una persona sana e io personalmente mi sono sempre regolata in questo modo. Grazie alla mia voglia di apprendere e anche a qualche consiglio di mamma, ho provato a studiare un po’ la necessità e la quantità di acqua che avrei dovuto ingurgitare. Ebbene, una delle prime cose che ho capito è che ogni persona deve assumere l’acqua utile al suo organismo e soprattutto a seconda del fabbisogno in quel dato periodo della sua vita. Perchè l’acqua è anche una specie di medicina. Non siamo tutti uguali, non si può fare a mio parere di tutta l’erba un fascio. Ci sono persone dotate geneticamente di più idratazione di altre e altre ancora che invece soprattutto (e questo è importante) non espellono i liquidi come chi gli sta di fianco. Sapete tutti cos’è un edema? L’edema è una ritenzione di liquidi detto in termini semplici.

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Avete presente quando pigiate un dito in un polpaccio che appare più grosso e gonfio del normale e rimane il segno? Quello è un edema. Ci sono edemi gravi, patologici, vere e proprie malattie invalidanti e poi ci sono gli edemi che fanno semplicemente apparire il corpo dilatato e sono ad uno stadio tranquillamente trattabile. Non dico curabile perché fortunatamente non si tratta di malattia ma semplicemente di un ristagno eccessivo di acqua (anche) che con qualche accortezza si può eliminare. Ora, questa tipologia di persona, è una persona che i liquidi deve eliminarli quindi, se a questa gente facciamo ingollare ancora litri e litri di acqua, cosa accadrebbe? Attenzione, continuate a leggere in quanto non è mia intenzione affermare che questi individui non devono più bere o bere poco. Il suggerimento che voglio dare è semplicemente quello di fare una buona scorta di liquidi assumendoli però da altre sostanze. Esattamente. L’acqua non è solo quella che esce dal rubinetto o che acquistate al Supermercato a pacchi di 6 bottiglie.

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L’acqua, come dicevo prima, è anche in tanti altri esseri viventi atti alla nostra alimentazione. La frutta e la verdura, ad esempio, ne sono straricche. Anche il pesce è un alimento che ne contiene tanta se vogliamo parlare di proteine (macromolecole povere d’acqua solitamente). Vi siete mai chiesti come mai i roditori bevono pochissimo? Alcuni, tengono i criceti in gabbia addirittura senz’acqua. Poveri… Un goccino ci vuole ma in verità, anche in natura, sono animali che bevono raramente e alcuni vivono in zone aride e desertiche. Come riescono quindi a mantenere il loro organismo pieno di vita? Il loro pelo bello morbido? Acquisendo l’acqua attraverso la loro alimentazione costituita prevalentemente da frutta e verdura. Fibre. E le piante? Le succulente, conosciute meglio come “grasse”, bevono pochissimo. Hanno scorte d’acqua incredibili. Se diamo loro da bere eccessivamente, marciscono! Soprattutto in determinati periodi dell’anno. Siate dunque equilibrati, bevete, un po’ di più di quello che bevete solitamente perché si ha l’abitudine di bere poco, questo è vero, ma non sforzatevi troppo. Fatevi aiutare da un’alimentazione completa (quindi non solo di fibre), varia e sana. Anche perché c’è da sottolineare una cosa molto importante. Perché far lavorare e quindi stancare troppo i reni anche quando non dovrebbero? Per cui non sforzatevi. Lo sforzo raramente fa bene alla nostra natura. La cosa inversa equivale ovviamente per chi ha il problema opposto. Chi è secco, arido (non ci crederete ma anche di sentimenti) deve bere molto di più. Acqua s’intende! E naturale. Lo dico perché a volte mi capita di chiederlo e sentirmi rispondere – Ma io bevo! 2 o 3 bicchieri di vino a pasto, qualche caffè, e durante il pomeriggio due gazzose! -. E’ la verità! Questo non vuol dire bere! Dissetarsi e idratare il nostro essere. Quindi, pelle secca, eccesso di proteine, stitichezza e chi più ne ha più ne metta, richiedono acqua! E anche in questo caso alimenti vegetali. E ora due consigli agli opposti. Soffri di ritenzione idrica? Cammina, muoviti, facendo attenzione alla tua pressione, cerca di sudare. Massaggia e accarezza pressando leggermente il tuo corpo. Prenota dei massaggi linfodrenanti o fai delle sedute di pressomassaggio dopo aver chiesto il parere del tuo medico. In casa fai qualche bel respiro per qualche minuto tutte le mattine e tutte le sere muovendo a tuo piacimento le gambe, le braccia e la testa. Soffri invece di aridità ma non riesci proprio a bere? Esistono anche questi casi. L’acqua, non piace. Fai un po’ di movimento, ti farà venire sete. Sostituisci l’acqua con tisane naturali oppure aggiungi all’acqua che non ti piace, del limone o delle foglie di menta evitando gli sciroppi zuccherini se si parla di quotidianità. Fatti delle spremute allungandole con l’acqua e sostituisci alla pastasciutta delle buone minestrine. Portati dietro una bottiglietta d’acqua e senza sforzarti troppo ogni tanto dacci un sorso. Applica sulla tua pelle prodotti naturali idratanti e mettili anche nella vasca da bagno preparandoti a stare un pò in ammollo. Ovviamente, alcuni consigli risultano ideali sia per un tipo di persona che per l’altro perché bisogna idratare entrambi ma allo stesso tempo sostituire i liquidi nuovi e puliti con quelli ormai pieni di tossine e sostanze di rifiuto.

PRINCIPI ATTIVI DRENATI COME COMPONENTI DI COSMETICI O COME ALIMENTI – ALCUNI ESEMPI: asparago, ortica, finocchio, porro, thè verde, verza, alghe, ananas, sedano, tarassaco

PRINCIPI ATTIVI IDRATANTI COME COMPONENTI DI COSMETICI O COME ALIMENTI – ALCUNI ESEMPI: mandorle, lattuga, cocomero, grano saraceno, olio d’oliva, soia, melone, carote

Prosit!

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I Frugamai

Il termine “Frugamai” deriva dalla mia terra, la Liguria, e si usa per indicare un particolare tipo di pasta, fatta a mano ovviamente, che si può creare in modo semplice e veloce. La particolarità di questo cibo però sta nel fatto che risulta essere molto sostanzioso soprattutto per i bambini che devono crescere, per le persone che soffrono di inappetenza e nei cambi di stagione dove sovente si perde l’appetito. WP_20150119_001

Preparare i Frugamai, che letteralmente significa “fregare le mani” è semplice, infatti, si consiglia di farli al momento. In una terrina, metteremo della farina, la quantità che basta, a seconda di quanta pasta vogliamo ottenere. Potete senza problemi regolarvi al momento e aggiungete appena un pizzico di sale. Io consiglio sempre un mix di farina bianca e integrale, meglio se biologica, in quanto meno raffinata delle altre. Versiamo un filo d’olio, del buon olio extra vergine d’oliva sulla farina e iniziamo a impastare. La maggior parte della farina che rimane asciutta e pulita, rimarrà nella ciotola mentre, quella che si sporca di olio, rimarrà attaccata alle nostre mani. Inizieremo quindi a strofinarle tra di loro e, a quel punto, si formeranno dei grumi, degli straccetti, delle palline, di forme diverse che faremo ricadere assieme al resto del composto. Con un setaccio, o anche un colino, li divideremo poi da tutto il resto.

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Versiamo dell’altro olio nella farina rimasta e ripetiamo la stessa azione. Andremo avanti così finchè non avremo ottenuto la quantità di pasta gradita. Nel mentre, l’acqua che avevamo messo a bollire, prima d’iniziare questo lavoro, avrà raggiunto la giusta temperatura e, a quel punto, dopo averla salata, potremo versare i pezzettini di pasta ottenuti. Nel breve tempo di 1/2 minuti, essi saranno cotti e saranno da scolare magari con una schiumarola come si fa per gli gnocchi. Eccoli pronti da servire in bianco o al sugo, come si vuole. Io però li preferisco in brodo per cui li tratterete come la pasta della minestrina tenendo conto che non dovranno però cuocere molto. Divertenti da fare e buoni da mangiare. Per una ricetta nuova, salutare e genuina.

Prosit!