Una risata vi seppellirà

UN GRAMMO O UN CHILO DI “PRESA IN GIRO”?

Capisco che dal titolo questo articolo possa sembrare a sfondo politico ma posso assicurarvi che non ha nulla a che vedere con movimenti politici o quant’altro.

Ho preso in prestito questo motto anarchico dalla dubbia paternità (che al completo sarebbe: La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!) per parlare di un fenomeno esistente da sempre e che, da sempre, miete vittime a non finire.

Si tratta della classica e conosciutissima: presa in giro.

Chi non è mai stato preso in giro? Nessuno. Chi più, chi meno, tutti quanti siamo passati sotto le grinfie di questo meccanismo. E per il cognome, e per l’altezza, e per i vestiti, e per i difetti fisici… ognuno di noi ha avuto la sua bella dose di – presa per i fondelli – soprattutto durante l’infanzia. Ognuno nella nostra quantità. E, questa frase, che può sembrar banale, ha la sua importanza.

Infatti… chi decide la quantità della presa in giro che ci viene rivolta?

Non certo il salumiere che già lo sento chiedere – Che faccio? Lascio? -.

IL FAMOSISSIMO – QUELL’ ALTRO –

Proviamo a rispondere:

Il nostro difetto? No, non può essere perché quell’altro ha un difetto molto più grande o ridicolo del mio ma non viene schernito quanto me!

I nostri “aggressori”? No, non può essere perché cambio situazione, ambiente, persone ma vengo preso in giro lo stesso.

Il nostro modo di fare? Ma no, non può essere… sono sempre gentile, onesto, mi comporto bene… se io vengo preso in giro allora a quell’altro, che si comporta in quel modo assurdo, cosa dovrebbero dire?

Le mie scelte? No, neanche questo può essere. E’ vero che spesso scelgo cose bislacche ma allora a quell’altro, che decide sempre in quel modo sbagliato e strampalato, cosa dovrebbero dire?

E allora? Cos’è che fa sì che quel tot di scherno sia dedicato a noi?

Tu che hai solo un piccolo ciuffo di capelli fuori posto vieni scanzonato dal mattino alla sera, in modo pesante e offensivo, ma a quell’altro che ha tutti i capelli arruffati e sparati come se avesse preso una scossa elettrica non viene detto nulla, anzi… viene persino trattato con rispetto! Perché?!

IL RISPETTO, QUESTO SCONOSCIUTO

Beh, è molto semplice! Perché si rispetta lui. Lui si rispetta, nel vero senso della parola e la realtà che lo circonda non può che rispecchiare ciò che lui prova dentro. Ti vedo che stai storcendo il naso e non mi credi ma prova a ragionare e trova alcuni esempi. Puoi provare ad osservare te stesso oppure ricordare quel tuo povero compagno di scuola preso in giro da tutti. Dimmi, lui si rispettava? Provava per se stesso una sana autostima (da non confondere ovviamente con stupida boria)?

Ti sei mai chiesto perché tu che sei fisicamente “normale”, così ci giudicano, che hai un buon lavoro, che ti reputi simpatico e intelligente non riesci a trovare una donna mentre quell’altro che è considerato dalla società non normodotato e pare persino che se la tiri ha un mucchio di ragazze al seguito? Ha un lavoro decisamente migliore del tuo che lo rende felice. Ha una bella casa e una famiglia amorevole. Ha sempre il sorriso sulle labbra, lui è felice!

Al contrario poi c’è chi par d’essere d’acciaio. Non si vanta ma ha un modo di fare granitico. Di massimo rispetto verso la sua persona. Neanche lui viene preso in giro. Anche se a te pare supponente, perché evita le smancerie che la nostra morale ci obbliga spesso a mettere in pratica, in realtà non è alterigia la sua ma fierezza. E’ fiero di sé. E, di conseguenza, lo sono anche gli altri.

Se ti convinci che chi ti prende in giro sta soltanto riflettendo ciò che tu stesso pensi di te ti verrà più facile il lavoro per far finire questa brutta situazione che stai vivendo.

Le prese in giro maggiori nascono a scuola è risaputo ma purtroppo alcune e forse ancora più dolorose, travestite da altro, continuano anche in età adulta. Fanno male, le viviamo come ingiustizie, come inganni ma non capiamo che siamo noi i primi ad essere ingiusti nel considerare ciò che siamo.

LA MODA DEI RAGAZZI

Ti voglio raccontare un fatto che riguarda un giovane ragazzo adolescente.

Saprai bene anche tu che oggi, i ragazzi di una certa età, vanno tutti in giro vestiti alla stessa maniera. Lo abbiamo fatto anche noi. Ci sono le mode e bisogna seguirle altrimenti guai, veniamo esclusi dal gruppo. L’essere vittime di una tendenza ci sta, anche se la trovo una cosa sbagliatissima ma il problema è che pochi hanno il coraggio di uscire dal coro. Ebbene, nella compagnia di questo ragazzo bisognava assolutamente portare i pantaloni attillati e con il risvoltino e un berretto con visiera. Era una tragedia vestirsi in modo differente.

L’animo di questo ragazzo andava totalmente contro a questa moda ma non poteva far diversamente se non voleva perdere gli unici amici che aveva. Guai a cambiare cappello o a mettere dei jeans più larghi e più lunghi sulle scarpe!

Quando era a casa da solo e lontano da occhi indiscreti, passava diverse ore davanti allo specchio provando abiti che stavano prendendo la muffa a forza di rimanere chiusi nell’armadio. Indossava cappelli strani che, tra l’altro, gli donavano moltissimo! Si piaceva ma la paura dell’esclusione era più forte del piacere che sentiva rimirandosi allo specchio.

Ogni tanto faceva qualche debole tentativo per poi tornare a casa svilito e promettendo a se stesso che non avrebbe mai più tentato un tale azzardo ma più passava il tempo e più la sua vera natura scalpitava con forza in quel cuore che voleva palpitare libero.

NELLA MORSA DEL GIUDIZIO

Il giudizio lo teneva in pugno come una tigre tiene un topolino tra le fauci. Era naturale che accadesse questo perché lui per primo giudicava. Giudicava molto, giudicava tutto e giudicava se stesso. Non poteva che ricevere giudizio da parte degli altri, un giudizio negativo in quanto negativo era lui per primo quando giudicava il resto del mondo. Il suo stesso demone gli si stava girando contro e non era per niente piacevole avere a che fare con lui.

Arrivato al limite della sopportazione, ma questo lo condusse a soffrire prima per diversi anni, decise di prendere una decisione: o gli amici o la propria libertà evitando, come esercizio, di giudicare se stesso e gli altri.

Decise per la seconda. Si presentò in compagnia vestito come voleva e per tutti fu quasi uno shock ma non poterono far altro che accettarlo.

Lui si era accettato per ciò che era e aveva avuto il coraggio di mostrare al mondo intero chi era davvero quindi, gli altri, hanno risposto di conseguenza. Non solo, ma dopo poco tempo fu egli stesso promotore di nuove tendenze e i suoi amici iniziarono ad indossare i suoi stessi bizzarri cappelli. Se dapprima fu guardato in modo storto e ben poco si desiderava parlare con lui, ora era diventato quello che tutti volevano. Il primo ad essere invitato da qualche parte e il più corteggiato dalle ragazzine. Se prima era un mostriciattolo che non seguiva la moda ora era un gran figo!

FERMARSI E AGIRE

Rivoltarsi verso gli altri reagendo alle loro provocazioni con urla, pianti, brutte parole o altro non serve a niente. Serve solo a subire ulteriori prese in giro. Fermarsi e concentrarsi su quello che c’è da fare, su quello che davvero serve trasmutare, allora sì che è di grande aiuto.

Agire e non re-agire. Agire significa creare un qualcosa di nuovo (e con amore possibilmente, amore verso di noi stessi ad esempio). Re-agire significa invece agire in base a quello che fanno gli altri, essere cioè dipendenti delle azioni degli altri, la nostra azione sarà in pratica un’appendice del gesto altrui pertanto il “ceppo madre” è dell’altro e non nostro. E, se è dell’altro, non è piacevole visto che è contro di noi, visto che ci sta deridendo.

Solo in questo modo si blocca la presa in giro da parte degli altri. Chi nasce con questa dote, o la nutre dentro di sé in base all’educazione che ha ricevuto in famiglia, è sicuramente più avvantaggiato; per gli altri sarà invece una prova da imparare e superare ma tutti, chiunque, ha prove da superare. Chi ti prende in giro, ad esempio, troverà altri tipi di ostacoli nella vita e non saranno facili, credimi. Ma non preoccuparti degli altri. Preoccupati solo di te e cerca di far smettere questo logorio.

Rispettati, sii te stesso. Mostrati senza vergogna o accadranno cose che ti faranno vergognare sempre. Più ti vergogni, più gli altri ti faranno vergognare. Più ti reputi un non degno e più gli altri ti svaluteranno. Più prendi in giro te stesso e più gli altri ti tratterranno da zimbello. Se inizi anche solo a riconoscere che la responsabilità di tutto questo è tua e non degli altri (anche se può sembrarti impossibile o difficile da accettare) sei già a metà dell’opera.

Provaci soltanto e vedrai, fin dai primi tempi, dei cambiamenti. Potrai subire burla ancora più grandi, tieni duro, è soltanto la tua vecchia identità che si arrabbia e si ribella, ma vedrai che con il tempo tutto si modificherà e in meglio per te. E allora sarai tu a ridere.

Potrai così seppellire quel vecchio demone che ti amministrava, potrai seppellire il lato negativo dei tuoi amici e le loro sciocche risate denigratorie. Potrai anche, volendo, seppellire molte cose del tuo passato e fare nuove amicizie perché, indubbiamente, arriveranno a te persone che dovranno riflettere la bellezza che sei ora.

Prosit!

photo shpock.com – radiocatania.it – adolescienza.it – nygal.com – annunziata.to.it – lacitta.eu – twitter.com – tribugolosa.com – wefree.it – pinterest.com

La Farfalla – ti ama o vorrebbe vederti morto?

QUEL BACIO APPASSIONATO 

Tempo fa, durante un’escursione, venni presa affettuosamente di mira da una splendida farfallina azzurra (forse una Polyommatus icarus) sicuramente maschio, la quale, innamorandosi perdutamente di me all’improvviso, iniziò a baciarmi ovunque che neanche l’amante più appassionato.

Feci vedere quell’amorevole fenomeno ad uno dei miei compagni d’avventura che sorrise, immortalò il momento e mi mostrò che anche lui aveva una corteggiatrice non indifferente su una gamba.

Un altro amico, decisamente meno romantico, affermò con sicurezza che quelle Farfalle stessero in realtà facendo scorta di sali minerali attraverso il nostro sudore ma il mio animo sentimentale non volle credergli, continuando a convincersi che quel “Farfallo” mi stesse facendo una dichiarazione d’amore degna di un cavaliere medievale mentre sbaciucchiava, pieno di passione, la mia tibia.

E vabbè, dai, lo ammetto, sappiamo tutti che in realtà alcune sostanze che il nostro organismo emana sono ghiottonerie per certi animali, ma è molto carino creder d’essere i San Francesco della Nuova Era.

M’AMA NON M’AMA M’AMA NON M’AMA…

Veniamo seri un attimo però, perché vorrei fare una riflessione.

Partendo dal presupposto che ognuno può credere ciò che vuole e ciò che crede sarà, è interessante notare come a volte siamo lontani dalla natura pur essendo natura noi stessi.

Ripeto – se tu credi che quella Farfalla è venuta a te perché gli piaci è sicuramente così, se invece credi che quella Farfalla si è posata su di te per leccarti un po’ di ingredienti utili alla sua dieta è così comunque.

Nessuno può stabilire il certo, a meno che non si riesca a parlare direttamente con l’animale in questione.

Il fatto è che, occupandomi di studi più approfonditi, sono venuta a sapere che, in realtà, secondo la scienza, queste docili bestioline, quando si comportano in questo modo, non solo abbisognano di sali minerali bensì quasi sperano tu possa morire in quanto si nutrono di elementi che solo le carcasse, dopo vari processi biochimici e biologici, possono offrir loro.

Dico io… ma allora vai direttamente su una carogna no? Che vieni da me? Se non erro respiro, mi par proprio d’esser viva!

Probabilmente però, carogne non ce ne sono in quel momento e quindi il tuo corpo, visto da loro come preludio a tanta golosità, diventa il banchetto preferito.

UN MASCHIO BUONGUSTAIO SICURAMENTE

Quanta poesia buttata al vento!

E io che mi vedevo come una delle più sexy escursioniste della mia Valle capace di aver fatto breccia nel cuore di un Farfallo buongustaio.

Ma la domanda è: quanto, la nostra mente razionale ci ha allontanato dalla natura?

Per rispondere a questa domanda prendo l’esempio di un fatto che capita sovente in una compagnia di amici. Solitamente all’interno di un gruppo c’è quell’elemento che, parliamoci chiaro, andrebbe in realtà allontanato. Dai, è vero!

A voi farà “pena” ma è così! È negativo, mette zizzania, nutre astio, è invidioso, è un bastian contrario, etc… Eppure è sempre all’interno del branco. Ma… a proposito di branco, cosa farebbe un vero branco (di lupi ad esempio) ad un soggetto come quello? Ve lo dico io: lo eliminerebbe nel giro di un secondo. Senza pietà o buonismo. Lo riconoscerebbe come deleterio per tutti gli altri elementi, anche se solo energeticamente, e non ci metterebbe ne uno ne due a salvare l’intero gruppo piuttosto che lui. Allontanandolo.

La natura è più cruda di noi. Non prova le nostre emozioni pensa alla sopravvivenza. Il fatto è che pensa ad una – straordinaria – sopravvivenza.

In realtà potrebbe vivere ugualmente ma non le basta, vuole vivere al meglio. Possiamo forse dargli torto?

Capisco che, a questo punto, potreste chiedervi cos’ha a che vedere tutto questo con il bacio della Farfalla ma il Minimo Comune Multiplo dei due fattori (sarà giusto? Accidenti alla mia ignoranza in matematica) risiede nelle convinzioni che ci facciamo (ricche di supponenza sapevatelo) sicuri di agire al meglio, quando invece siamo lontani anni luce da quello che è considerato il moto perfetto e universale del perpetuo andare avanti cosmico.

QUANDO DIO DONÒ IL ROMANTICISMO ALCUNI DORMIVANO

Quindi?

Quindi sarò più cruda della natura stessa. Eliminate dalla vostra vita (compagnia) chi è nocivo. Via gli elementi tossici! Siate senza filtri come le Farfalle, come le Iene, come un leone che ha da magna’, come una gatta che non nutre il cucciolo che “non serve”. Come la pianta che ingloba e soffoca il ramo “storto”.

La natura non guarda se sei bello, se sei ricco, se può approfittare di te, se – poverino sei malato e allora ti giustifico -, no… via tutto ciò che è deleterio e – benvenuto – invece a tutto ciò che è utile.

Ma torniamo alla “mia” Farfalla. Ovviamente lei si era davvero innamorata di me e dell’essere speciale che sono… ma che il suo sia stato amore o meno lei ha fatto una scelta mentre a noi spesso scegliere spaventa tantissimo.

Complimenti Farfalla, hai tutta la mia stima!

Ovviamente quella che invece è andata a posarsi sulla gamba del mio amico ancora devo capirla… bah…! Oh! I gusti son gusti.

Prosit!

Se la pensi lei ti pensa

…che poi, io lo so che ci sono momenti in cui ti penso così forte che ti par di sentirmi…

Se pensi intensamente ad una persona, essa sentirà in qualche modo il tuo “chiamare” e, di conseguenza, ti penserà a sua volta. Le verrai in mente. Puoi persino “romperle le scatole” se diventi insistente. Oh già!

Se non credi che questo sia possibile puoi provare, non ti costa nulla.

Ciò che ti serve è solo un ingrediente in più oltre alla mente (sede del pensiero). Cioè ti serve anche il cuore (sede, invece, delle emozioni).

In realtà bastano le vibrazioni mentali e cioè prodotte dal Corpo Mentale ma per un effetto assicurato, se al pensiero si aggiunge l’emozione, è cosa fatta.

Non importa che tipo di emozione. Una persona puoi detestarla o amarla ma lei sentirà il tuo richiamo.

Non capirà cosa le stai chiedendo, a meno che non ci sia tra voi un legame particolare e nutrito da sensibili frequenze, come a volte accade dove uno percepisce che l’altro, ad esempio, gli sta chiedendo aiuto ma, come ho detto, gli verrai in mente e più sarà forte quel pensiero e più rimarrai nella sua testa.

Ogni tipo di rapporto nutre ulteriormente questo meccanismo: tra amici, tra marito e moglie, tra fratelli, tra genitore e figlio ma prende forme anche con chi, magari, hai litigato per un parcheggio due ore prima ed è un emerito sconosciuto.

Quante volte ci capita di pensare a qualcuno e lui ci telefona? Oppure ci scrive un messaggio? E quante volte ricordiamo un tizio che non vediamo da molto ed eccolo spuntare all’improvviso tra le vie del nostro paese?

L’aggancio di vibrazioni che si forma è reale, semplicemente perché sia i pensieri che le emozioni sono un insieme di vibrazioni… reali!

Ti sei mai chiesto cosa davvero siano queste vibrazioni? Ti ricorderai, se mi leggi spesso, quando dissi che da impulsi elettrici diventano chimici all’interno del nostro corpo e, soprattutto, sul palcoscenico del nostro sistema nervoso. Proprio come gli input, i ricordi, le memorie…

Ad esempio, se tu ti scotti prendendo dal fuoco la caffettiera senza la presina, la volta dopo, mentre stai per compiere lo stesso errore, un avviso arriverà al tuo cervello ricordando che compiendo quella mossa ti sei ustionato e hai sentito un gran male e, quell’avviso, non è altro che un insieme di piccolissime, minuscole particelle che portano un messaggio (passatemi il linguaggio semplice comprensibile a tutti).

Le stesse, o simili, che trasportano un pensiero o un’emozione fuori e dentro di noi e che assumono il nome di – onde vibrazionali – o energetiche. Ossia, non è che smettono di esistere al di fuori del nostro corpo. Vibrano formando come dei cerchi attorno a noi e si irradiano. Puoi immaginare quelle delle calamite che sono magnetiche.

Siamo un grande centro propulsore di impulsi elettrici soltanto perché siamo vivi e la vita è movimento. Il tuo corpo, le tue cellule, i tuoi ragionamenti, i tuoi stati d’animo, i tuoi organi producono ogni istante un “movimento” e, il movimento, è energia.

L’energia non è un oggetto. Non è un qualcosa di statico appoggiato su un comodino e con confini propri. E, se proprio dobbiamo dirla tutta, neanche gli oggetti sono completamente immobili essendo formati da molecole e quindi da atomi. Ma se si vuole fare un paragone si può prendere un semplice vaso. L’energia NON è un vaso. L’energia si spande, si muove, va avanti, torna indietro. È un insieme di frequenze che ci circonda.

Se io emano frequenze gialle, come scientificamente accade, esse andranno ad agganciarsi con frequenze simili e cioè gialle o quasi. Ma non solo. È un po’ come se io, la mia energia, pur spargendola ovunque, la potessi anche in parte indirizzare in modo mirato. Per cui, se io penso intensamente a Pincopallino, partiranno da me onde energetiche che andranno da Pincopallino, lo circonderanno, entreranno in lui e lo riempiranno della mia immaginazione che lo riguarda. Stessa cosa vale per quando si ha un’idea e il proprio amico risponde – Stavo giusto pensando alla stessa cosa! -. Ripeto che non si esclude la complicità tra due persone dove questi fenomeni appaiono più frequentemente e più potenti ma, con il pensiero o il ricordo, puoi davvero “richiamare” chiunque o qualsiasi cosa.

Così, quando una persona non riesci a togliertela dalla testa, sappi che potrebbe anche essere “colpa” sua e non solo tua che ti consideri ossessionato! Potresti tranquillamente dirle di lasciarti vivere un po’ in pace! Di non pensarti più! Io sorrido perché, scherzosamente, mi è capitato un sacco di volte. In bene ma anche “in male”, ahimè!

Alla fine di questo concetto puoi anche capire la potenza che hanno il pensiero e le emozioni nella tua immaginazione quando crei, in generale, la tua vita. Giorno dopo giorno. Produciamo vibrazioni che creano come dei minuscoli mattoncini.

Ricorda: i pensieri e le emozioni sono vivi! Sono “cose” vive e hanno una loro forza.

E ora che hai finito di leggere pensa pure a chi vuoi tu e sii educato… non rompere le scatole a nessuno!

Prosit!

Un fatto assurdo: il ragazzo in motorino

PROVE PRATICHE

Ieri ho assistito ad una scena che, secondo me, ha avuto dell’incredibile. Non vorrei sembrare esagerata e quindi spero di riuscire a far capire bene che cosa mi ha lasciato senza parole.

Mi trovavo seduta nel dehors di un bar con degli amici e, nei tavoli vicino a noi, c’erano altri clienti. Eravamo in una zona tranquilla di quella cittadina. Non è una zona di passaggio. Il bar, l’unico in quel quartiere, rimane un po’ fuori il paese, tra le palazzine e le vie secondarie. Queste case hanno dei parcheggi e dei cortili, sotto di esse, dove i bambini possono ancora giocare a palla o andare in bicicletta ma a quell’ora della sera non c’era quasi nessuno. Era tardo pomeriggio, erano ancora tutti al mare probabilmente.

Ad un certo punto un ragazzino che avrà avuto all’incirca quattordici anni, passa con un motorino tipo “Scarabeo” per una via vicino a noi, entra in uno dei piazzali e se ne va. Dopo pochi minuti di nuovo. Passa dalla stessa via, entra nel piazzale, fa un giro e se ne va. Dopo un po’ di nuovo.

Insomma, era chiaro che stava girando con il motorino in quegli spazi che gli erano consentiti. Fece questo per circa mezz’ora ma voglio raccontarvi cosa accadde vicino a me in quel tempo. Premetto, prima di tutto, che quel motorino non provocava alcun rumore fastidioso e nemmeno ci stava affumicando perché, quando passava nella via parallela al bar, si trovava comunque a parecchi metri da noi.

LA RABBIA SALE

Come dicevo, passa la prima volta. Poi passa la seconda. Poi la terza. Già alla terza, uno dei miei amici esclama – Ma questo? Non sa che cavolo fare? -. E va bene.

Alla quarta iniziarono a lamentarsi anche altri seduti attorno a noi. Sempre di più, in crescendo.

All’ottavo giro non vi dico che cosa stavano sentendo le mie orecchie. Alcune delle frasi udite sono state:

Deve avere benzina da consumare

Sarà un figlio di papà che non sa che c@@@o fare

I giovani di oggi si annoiano e sono dei rincoglioniti

Sai che bello se adesso ci prende uno stramazzo per terra

Almeno la pianta

Al decimo giro, la “bestia” che aleggiava attorno a me aveva ancora più fame. L’appetito vien mangiando. Quindi esplose:

Adesso stai a vedere se non mi picchia nella macchina

Tu dimmi se ora io mi devo alzare e andargli a tirare una testata a questo

Senti, fammi andare a spostare il motorino và 

Nella mia compagnia, erano in pochi (fortunatamente) quelli infastiditi da ciò che il giovane stava facendo e, a quei pochi, chiesi cos’era che disapprovavano. La loro risposta fu, secondo me, paradossale: – Niente, mi dà fastidio che continua a fare avanti e indietro! -… cioè, ci rendiamo conto?

TUTTO COSI’ ASSURDO

Io ero veramente allibita. Allibita. Avevo davanti a me un ragazzino, con tanto di casco in testa, che lentamente e innocentemente stava facendo dei giri con il motorino e, attorno a me, la folla, bramava il peggio, augurandogli il male e totalmente rapita dal panico che quel ragazzo potesse distruggergli i loro mezzi. Chi il mezzo lì non lo aveva semplicemente non voleva che quel tizio facesse avanti e indietro. E guarda un po’. Ma ci stiamo rendendo conto?

Il volto delle persone che avevo vicino era pieno di fastidio, di rabbia, di voglia di punizione, di giudizio… ma perché? Perché mi chiedo io?

“Osserva Meg” mi dicevo “osserva tutto”.

C’erano persone di ogni età. Maschi, femmine, ricchi, poveri, giovani, anziani. E ognuno aveva la sua brutta frase da dedicare a quel ragazzo.

Un ragazzo che, probabilmente, non poteva andare in strada perché i genitori glielo impedivano.

Un ragazzo che forse doveva imparare a usare il motorino che mamma e papà gli avevano appena regalato per la promozione.

Un ragazzo che forse ha paura ad andare nel traffico ma, per non stare chiuso in casa, scende nel cortile a farsi due giri in scooter.

Non oso immaginare se avessero visto uno scippatore in azione cosa sarebbe accaduto… Ah! No, nulla… giusto, omertà e indifferenza totale.

LA PAURA – SEMPRE PRESENTE

Non ho visto Satana nell’azione di quel ragazzo. Scusate ma, Satana, l’ho visto quando uno dei signori, seduti al bar, si è alzato ed è andato a spostare la sua moto per paura che quel giovane, al dodicesimo giro, gliela toccasse. E perché mai avrebbe dovuto toccarla? La paura su un qualcosa di non esistente che si traveste da “prevenzione”. Ma mi vien da ridere. Chissà quante volte questo ragazzo, che vive qui, gira e rigira tra questi cortili e tu, oggi, perché sei presente, vai a spostare la tua moto? Sposti la tua moto perché un individuo, a 15 km/h, ci passa di fianco più volte? Perché per la legge dei grandi numeri, prima o poi, ci deve obbligatoriamente picchiare dentro? Avevo un fisico di fianco a me e non me ne sono accorta.

Io non ho parole. Ancora oggi non ho parole. Io non so se riesco a passarvi l’assurdità di questa vicenda ma io sono attonita ancora adesso.

E queste persone si lamentano dei giovani d’oggi? Completamente governati da un fastidio più grande di loro. Da paure inesistenti. Da una rabbia e una voglia di punire che non ha eguali. Non stupiamoci se vediamo il male nel mondo perché ci sta solo rappresentando. Occorre accettarlo questo. Perché ieri, veramente, ho capito il perché sono esistiti ed esistono i tiranni. Forse si ha bisogno di una seria cura.

Voi che avete fatto il mondo. Voi che ai vostri tempi… Voi che, vestiti bene, con il vostro caffè davanti, avete detto le peggio cose verso un individuo, poco più che un bambino, che non stava facendo nulla di male.

SOGNANDO AD OCCHI APERTI

Quel ragazzetto ogni tanto si fermava, dava un piccolo colpo di clacson e poi ripartiva. Forse stava immaginando di essere nel traffico e qualche incosciente gli aveva tagliato la strada.

Quel ragazzetto stava giocando e potete essere con me o contro di me ma era una meraviglia da vedere. Forse era nel centro di Milano dove guidare è cosa ardua, o su una pista a gareggiare contro Dovizioso e Rossi, oppure ancora veniva fermato dalla Polizia. Era bellissimo guardare lui e i suoi sogni muoversi assieme.

Per quanto riguarda me ho anch’io ricevuto il mio messaggio. Il mondo non è solo il riflesso degli altri. È anche il mio riflesso. E ho visto il mio fastidio. Ho visto la bellezza di un giovane che giocava e fantasticava e ho visto paura, giudizio, punizione, intolleranza… tutto mi/ci appartiene. Tutto si mostra ai miei occhi per essere trasmutato. Il mio lavoro interiore c’è stato. Siamo un insieme di tantissimi piccoli frammenti che riportano ogni tipo di emozione e sta a noi scegliere di quali emozioni essere più colmi.

Così, dopo aver visto, mi sono mossa. Volevo però riportarvi un fatto davvero singolare, il quale mi ha dato l’opportunità di svolgere un buon lavoro dentro me e mi ha permesso di osservare come non voglio essere. Perché secondo me no; non dobbiamo essere così. Arrabbiandoci e maledicendo il nulla. Il nulla.

Prosit!

photo moto-nuove.inmoto.it – nonsprecare.it – istokphoto.com – iltarantino.it – ilvelodimaya.eu – quifinanza.it – pisatoday.it

Non hai bisogno del nostro Aiuto

I MIEI STRANI AMICI

Sono seguita e aiutata costantemente da un branco di… di… beh, ecco, potete chiamarli come volete, non è un discorso religioso il mio: angeli, eggregore, guide spirituali, energie, corpi sottili, forze universali… io li chiamo semplicemente – parti di me – e li considero amici. Sono amici fighi. Potenti, disponibili, generosi e coraggiosi. Avendoli, mi sento sempre nella bambagia. Sono dei duri e io, ovviamente, li adoro.

Con loro parlo, condivido cose e litigo. Sì, ci litigo anche. Ci litigo quando non fanno quello che chiedo. Che supponente che sono vero?

Vedete, il fatto è che da quando ho iniziato a nutrire profondamente il rapporto con loro, essi sono divenuti particolarmente presenti. Così presenti da essere presenti sempre e da concretizzarsi persino. Ad esempio… vi è mai capitato di mettere in dubbio la loro presenza e l’indomani passare una giornata chiusi all’interno di un locale protetti da due Agenti dei Corpi Speciali di Polizia? Ecco a me sì. Per esempio. Solo per fare un esempio eh? Ma non posso dare informazioni. Posso solo dirvi che è stata una giornata surreale e ringraziare con tutto il cuore quei due uomini che mi hanno protetta per dodici ore, costantemente al mio fianco e inaspettatamente. Non per niente, i miei amici fatti di energia sono infatti due. I preferiti diciamo. I più collaboratori. Quelli ai quali mi rivolgo maggiormente e che immagino ne abbiano anche le balle piene di sentirmi.

E insomma che come vi dicevo ci litigo, o meglio, ci litigavo. Ogni tanto mi fanno ancora innervosire ma prendermela seriamente con loro non lo faccio più e, in questo articolo, voglio proprio parlarvi di questo punto. Abituata al loro intervento ad ogni mia richiesta (bisogna pero’ saper chiedere ma non ne parlerò adesso) è capitato che, qualche volta, non hanno esaudito il mio “desiderio”.

NON CAPENDO NON SI ACCETTA

Le prime volte, mi sono sentita tradita e abbandonata. Mi struggevo nei – Perché? -, sapevo che loro valutavano tutto, non solo quello che pensavo e domandavo, ma anche cosa avevo dentro e magari non conoscevo ma finivo sempre con l’arrabbiarmi perché, almeno la loro presenza, in caso di bisogno, avrebbero dovuto farmela percepire. Invece il nulla. Non solo mi stava capitando quel fattaccio ma dovevo anche sbrigarmela da sola nonostante mostrassi a loro, di continuo, amore e gratitudine per quello che erano e facevano.

Fu col passare del tempo e degli eventi che capii meglio.

Un giorno, a causa di una situazione che mi rattristava parecchio cercai dieci minuti di silenzio per sfogarmi e rimanere tra me e me al fine di lavorare sulla sofferenza che provavo e parlare con loro. Venni disturbata da una persona che mai passava di lì, in quel luogo che vivevo quotidianamente e conoscevo bene. Mi girarono le scatole. Quando voglio sfogarmi e non posso farlo mi irrito. Quando non mi viene permesso di svolgere quel tempo, a trasmutare dentro di me, mi infastidisco. Cercai di portare pazienza e, dopo un’ora, decidendo di cambiare posto, mi rimetto alla ricerca dei miei dieci minuti preziosi di solitudine e introspezione. Di nuovo venni disturbata da un’altra persona mai vista prima che, completamente inconsapevole di ciò che stavo provando, iniziò a parlarmi del più e del meno pretendendo da me delle risposte. Che rabbia! “Ma perché non te ne vai?” pensavo.

Meno riuscivo a calarmi in me e più la sofferenza aumentava. Questa cosa mi stava davvero facendo arrabbiare. Non accettavo. E qui viene il bello. Infatti, io avrei invece dovuto accettare senza dubbio e con fede. Partendo dal presupposto che ne’ la vita, ne’ l’Universo e nemmeno questi miei amici vogliono il mio male, bensì desiderano per me soltanto il meglio, perché allora mi stavano impedendo di compiere un’azione che a me avrebbe fatto stare bene?

SE NON ESISTE IL PROBLEMA NON ESISTE NEMMENO LA SUA SOLUZIONE

La risposta è semplice ma ci misi parecchio a comprenderla e dovetti arrabbiarmi diverse volte prima ma poi fu chiara e lampante: non ne avevo bisogno. Non avevo bisogno di togliermi dalla sofferenza perché quella sofferenza in realtà non c’era.

Provo a spiegarmi. Io ero schiava di un’abitudine. Ossia, supponiamo ch’io sia dipendente dai dolci. Inizio a star male, mi viene il diabete, ingrasso, etc… decido allora di combattere la mia dipendenza anche attraverso un duro e faticoso lavoro di introspezione e modifica delle sinapsi. In fondo, siamo tutti schiavi della mente. Bene. Io riesco a guarire ma, sotto un certo punto di vista, non me ne accorgo, o addirittura mi sembra impossibile, oppure ancora non credo sia possibile stare bene. Come se fosse troppo bello per essere vero. Non me lo godo neanche.

E allora cosa succede? Succede che posso credere di riuscire a rinunciare al dolcetto ma se quel dolcetto i miei occhi non lo vedono io automaticamente sono convinta di dover soffrire. È chiaro? In realtà non sto soffrendo per niente per quella mancanza di glucosio, il mio corpo non ne sente più alcun bisogno, ma la mente mi dice – Guarda che se non vedi o non mangi il dolce stai male. È ovvio che stai male. Hai SEMPRE fatto così -.

Ricordate i percorsi facilitati che prendono i nostri pensieri e che vi raccontai in questo articolo https://prositvita.wordpress.com/2018/04/20/erezione-maschile-e-cervello-in-vasca/ ? Ecco. Succede esattamente così.  Siamo vittime dell’abitudine in tutti i sensi. Il nostro cervello va avanti con cose che già conosce. Non è in grado, da solo, di scorgere novità.  Lui non possiede suoi sensori personali. Pertanto, io non ricevetti l’aiuto chiesto perché in realtà non mi serviva e me ne accorsi benissimo alla sera e l’indomani, oppure vissi addirittura quella meraviglia che era già pronta ad apparire nella mia vita ma io non la credevo e continuavo a chiedere aiuto rimanendo aggrappata al vecchio.

SEMPRE AL MIO FIANCO

Se i miei amici mi avessero aiutata non mi avrebbero fatto del bene. Avrebbero solo avvallato il progetto della mente continuando a farmi soffrire in un circolo vizioso e continuando a farmi chiedere aiuto. Dovevo accorgermene. Dovevo accorgermi che qualcosa era drasticamente cambiato. Fu liberatorio e di gran sollievo scoprire e toccare con mano tutto ciò.

Questo per dirvi che occorre sempre “guardare oltre” e tradurre bene i messaggi non solo come viene comodo a noi (alla mente che ci tiene dipendenti). Questo per dirvi anche che ho dovuto ammettere che i miei amici sono sempre ganzi e mi vogliono proprio un gran bene. Se vi va, provate anche voi ad alimentare con queste energie un rapporto amichevole. Sono convinta che non ve ne pentirete ma sappiate anche che: non vi lasciano soli mai; quando non li sentite è solo perché siete riusciti da soli a svolgere un meraviglioso percorso da veri Guerrieri e loro vi stando ammirando sorridendo.

Prosit!

photo unadonna.it – spazioindaco.it – blog.pianetadonna.it – lacrepanelmuro.blogspot.com – yogameditazione.net – it.dreamstime.com – mirror.co.uk

Quando alcuni nostri particolari Amici soffrono

Sono assolutamente convinta che le piante e gli animali hanno delle facoltà speciali. Facoltà che, in realtà, vivono anche in noi ma abbiamo un pò spento col tempo; non le sappiamo o vogliamo ascoltare, “inquinati”, per così dire, da mille altri pensieri. WP_20150502_001

Piante e animali invece, hanno sempre mantenuto molto attiva questa grande sensibilità e questa loro potenza emozionale e sono perciò più predisposti alle forze energetiche positive o negative che siano, nel riuscire a scacciarle, o nel riuscire a farle arrivare e soprattutto nell’assorbirle. Mi è sempre capitato di notare quindi che quando una persona è fondamentalmente triste, infelice o insoddisfatta della propria vita, le sue piante o i suoi animali, ne risentono. altAheNTjhz_SqiXR1w8GtwB_pVKN0ahVl5wxf9DblsmfvJ

Finché riescono ad impregnarsi di negatività senza patirne, lo fanno, eliminandone così una gran quantità dalla persona e dalla casa stessa ma, quando queste energie, iniziano a diventare troppo grandi e opprimenti, ecco che alla fine essi si ammalano, fino a morire. Non sono immortali, è ovvio che purtroppo, prima o poi ci lasciano con tanto dolore da parte nostra ma hanno, diciamo, una durata di esistenza, a seconda della specie, che molte volte viene nettamente dimezzata se non anticipata di parecchio. WP_20150510_003

Parlando di casi estremi ovviamente. Negli altri casi, si avranno piante che patiscono o animali costantemente in visita dal veterinario che continuano a rimanere in vita ma soffrendo. Loro si nutrono delle vostre energie. Vi è mai capitato di entrare in una casa e sentire una “brutta energia”? Quella sensazione inspiegabile che si percepisce a pelle? Ebbene, in quel caso, potrete stare quasi certi che chi vive quella dimora non sta bene e parlo di qualsiasi essere. Potrei farvi esempi infiniti per non limitarci a dire solo – Oh! Povera bestia! – oppure – Povera piantina! -. Cosa c’era o cosa c’è ancora quindi che non va’ nei vostri animi? Nella vostra vita? Rabbia? Tristezza? Paura? Inquietudine? Emozioni che probabilmente non si conoscono, non si crede di possedere. WP_20140711_002

Ci vuole a volte un po’ d’introspezione nei confronti di noi stessi e degli altri componenti della famiglia. Come gli esseri umani, anche le piante o gli animali hanno diversi limiti. Diverse misure. C’è chi riesce a sopportare di più e chi meno. Quante volte ci capita per esempio, nei confronti di una pianta, di averle provate tutte ma, quell’esemplare, continua a morirci mentre, la nostra amica, che ha lo stesso soggetto da anni, in tutta tranquillità ci dice – Non le faccio niente! Mi dimentico persino di darle da bere! -. Che rabbia vero? Parlo ovviamente di condizioni medesime. WP_20150518_011

E’ naturale che vengono presi in considerazione anche diversi fattori: clima, esposizione solare, annaffiature, concimazione, etc… Ma ci sono piante davvero resistenti, che si adattano a tutto, che hanno bisogno di poche cure eppure, in quella casa, proprio non reggono. Se tutte le piante, in quell’abitazione, si comportano così, ponete attenzione, potrebbe esserci un motivo ben più profondo. Sono anche convinta che questi esseri abbiano dei sentimenti. WP_20141211_001

Se vengono trattati bene e amati, vivono meglio e più a lungo ma, se in noi non c’è amore e non amiamo nemmeno noi stessi, come possiamo pretendere di dare amore a loro? E’ un sentimento che non conosciamo, non potendolo provare dentro di noi, mentre loro, ne hanno estremo bisogno pur amando, a differenza nostra, incondizionatamente. Ricordo le lamentele della mia amica B.: – Meg, ma possibile che nemmeno con le piante grasse ho speranza? Le ho già provate tutte. Acqua, non acqua, sole, non sole, concime, non concime… Stesso balcone con la mia vicina diviso soltanto da un pannello trasparente. Le sue piante, identiche alle mie, a due centimetri da me, sono stupende. Le mie, continuano a morire. Le ho persin detto di avvisarmi quando le bagna in modo tale da trattarle proprio alla stessa maniera ma niente… Basta, ci rinuncio! -. Le cosiddette piante grasse, pur avendo in realtà bisogno di diverse cure, sono famose per essere specie molto resistenti anche solo per il fatto che, pur dimenticandoci di loro, continuano a esistere serenamente regalandoci persino parecchie soddisfazioni. Ebbene, la mia  amica B., che è una persona molto buona, tranquilla, generosa e ricca di virtù, porta in cuor suo una grande insoddisfazione nei confronti del sistema in cui viviamo. Come la capisco! Sono molto contraria anch’io a come i potenti ci obbligano a vivere, a come hanno imbruttito il nostro mondo, a come hanno rovinato la vita di tutta la popolazione ma non devo e non voglio, farmene una malattia. Non devo permettere loro di rovinare la mia parte più intrinseca. Non devo permettere loro di uccidere la mia gioia. E’ faticoso non lasciarsi andare ma non lo faccio. B. invece, anima sensibile e battagliera, si sente come un Don Chisciotte impotente e si strugge nel non accettare questa realtà. Ci stà proprio male! Inoltre, è una romantica, una sognatrice, una persona che vaga con la fantasia in altri mondi sicuramente migliori di quello che vive. Stare in questo mondo che non accetta è una sofferenza! Vorrebbe cambiarlo ma non può. Vive perciò nella tristezza. Una tristezza nascosta, che non traspare ma c’è. Sottile. Ingannevole. B. è una persona meravigliosa, e vi dico questo perchè quando vi parlo di esseri umani carichi di negatività, non dovete immaginare solo gente che appare come zombie senza speranza. Come vi ripeto, alcune emozioni sanno celarsi molto bene. Dopo aver spiegato a B. qual’era secondo me il problema nel suo rapporto con le piante, lei, incredula ma caparbia, ha deciso di tentare. Ha lavorato molto su di se e, ad essere sincera, non è “guarita” del tutto ma ha migliorato tantissimo. Ha capito che così stava facendo del male innanzi tutto a se stessa e poi ad altri. Ha impiegato diverso tempo ma, dovete credermi, avreste dovuto vedere come si son riprese le sue piantine che hanno percepito immediatamente il cambiamento! Ho regalato poi a B. una piccola talea di Crassula Capitella Campfire (della quale purtroppo non ho una foto) fatta da me, che ho impregnato il più possibile di energia positiva, e oggi, è diventata una splendida pianta. La gioia di B. è esplosa e così anche i boccioli delle sue amiche succulente. A volte è solo questione di pollice verde ma a volte non è così.

WP_20141211_010

Provate a pensarci. Fate un patto con loro, per fargli del bene e per farne a voi. Le vostre piante e i vostri animali saranno i primi ad aiutarvi in questa avventura e vi ripagheranno con avvenimenti palpabili che vi emozioneranno.

Prosit!