Rifornimento di bellezza per i periodi di magra

QUEL CHE SERVE FARE

Chi mi conosce sa bene che non sono qui a dirti di essere sempre felice qualsiasi cosa ti accada. Al massimo parlo del tentativo di accoglienza e accettazione, di quel dramma, tenendo ovviamente conto della difficoltà di questi processi. Una difficoltà che ho conosciuto in prima persona.

È vero però che trovo sia giusto non cedere, anche quando i momenti che viviamo sembrano strazianti e anche quando ci concediamo un totale abbandono, pronti a farci annientare dall’evento.

Occorre sempre tirarsi su, provare a farcela, e comprendere che siamo comunque noi i più forti e che dentro di noi c’è un potere che neanche immaginiamo.

Ma oggi voglio parlarti di un’altra considerazione che ho potuto valutare e comprendere proprio nel mio più intimo sentire. L’ho trovata assai utile e confortante, per questo, intendo rivelartela e potrai farne l’uso che vuoi.

Ho potuto appurare che se si fa rifornimento di positività possiamo averne anche quando questa scarseggia.

All’inizio del mio percorso verso una crescita personale, la vita rifletteva quello che ero senza filtri e senza pietà. In breve, se stavo bene mi accadevano cose piacevoli, se stavo male cose spiacevoli. Molto semplicemente.

Come star bene e stare male intendo: come si pensa, come si affronta quella cosa, quanta paura si ha, quanto attrito si fa, cosa si dice, quanto impegno ci si mette a vedere la bellezza, quanto ci si ama, etc…

COS’HAI DENTRO AL SACCHETTO?

Col tempo, e con tanto allenamento, attraverso molti esercizi atti al nutrire energia positiva, ecco però che le cose hanno iniziato lentamente a modificarsi. Più riusciamo a mantenerci su frequenze positive e più richiamiamo a noi le stesse frequenze sotto forma di vibrazioni. Inoltre, siamo inconsciamente come dei sacchetti. Che cosa mettiamo dentro a questi sacchi? Quello che mettiamo saremo.

Gli esercizi che ora ti spiegherò e che chiamare “esercizi” forse non è esatto, in quanto si parla di allenarsi a prendere la vita in un certo modo, coltivando cose diverse da quelle che si nutrivano prima, mi hanno permesso di riempire il mio sacchetto di cose belle dalle quali oggi attingo, o ne ho il beneficio, anche quando mi sembra che di “bello” non ci sia proprio nulla. Proprio come la riserva di un animale che va in letargo.

In pratica, coltivando giornalmente la gratitudine incondizionata o cercando di capire l’oltre di una situazione, ho modificato la percezione della mia esistenza. Ma non solo. Provando a evitare parole dannose per me, come ad esempio, – Non ce la faccio – o allenandomi nella preziosa arte della generosità, il mio sacco contenitore continuava a riempirsi di benessere. Osservando le mie emozioni attentamente ho potuto trasmutarle e cercando di rimanere in presenza il più possibile non ero più un automa che compie azioni meccaniche ma ero padrona di me stessa e quindi libera. Rendendomi responsabile degli eventi che vivevo non dipendevo più dagli altri o dalla sfortuna, ma ne ero amministratrice e potevo modificarli. Tutte cose che finivano nel sacchetto.

COME UNA FORMICHINA 

Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, oggi, sono contenta di aver raggiunto il livello che vivo, pur riconoscendo che potrei ottenere molto di più ma, quello che ho notato e volevo esporti, è che anche quando mi capitano dei momenti di sconforto, di bassa energia, di tristezza (perché mi capitano ed è giusto così, oggi voglio un gran bene a questi periodi) mi rendo conto che non solo non soffro più come prima ma mi accadono comunque situazioni splendide. Ciò significa che emano ugualmente frequenze positive.

All’inizio non lo credevo possibile dal momento che mi sentivo uno straccio, o piangevo, o ero nervosissima. Mi aspettavo che lo specchio riflettesse eventi orrendi e, invece, si manifestavano davanti ai miei occhi avvenimenti che gradivo molto. Poi ho capito, anzi, ho com-preso. Nel senso che ho percepito dentro di me. Il mio sacco era comunque pieno di bellezza, tutta la bellezza che avevo messo lì nei giorni precedenti e più felici. Tutta quella bellezza che, quando sei gaio e ne approfitti, è potente come una bomba e risponde doppiamente. Tutta quella bellezza che avevo nutrito, giorno dopo giorno, e lei si era gonfiata, era cresciuta e ora mi riempiva. Così adesso vivevo di rendita. Era lì e solo smettendo di coltivarla e riempiendo il sacco di negatività sarebbe sparita. Cosa che… lungi da me fare…

DOVE L’ ACQUA E’ PIU’ BLU

In pratica è come se avessimo un vaso pieno d’acqua trasparente. Se noi mettiamo del liquido azzurro, dopo un po’ tutta l’acqua sarà azzurra, ma se poi mettiamo di nuovo acqua trasparente, l’azzurro svanira’ e il liquido tornerà incolore. Bene, io ora ero riuscita a tingere la mia acqua di un bel colore azzurro vivo e volevo continuare a mantenere quella tinta vivacizzandola sempre di più. Se anche mi capitava qualche situazione “trasparente” era come mettere solo qualche goccia in quel turchese e non accadeva nulla. L’azzurro rimaneva indisturbato. Qualche stilla non poteva di certo schiarirne il tono.

Perciò, quello che desideravo consigliarti era di fare il possibile per immettere dentro di te energie buone. Quando sei triste questa cosa ti verrà difficile anche se ti consiglio di provare ugualmente, costi quel costi. Ne trarrai vantaggio un domani. Ma approfittane soprattutto quando sei felice. Cerca di moltiplicarle in te.

Fai rifornimento di bellezza per quando andrai incontro a periodi di magra. Inizia ora, non è mai troppo tardi e farai un grande regalo a te stesso.

Prosit!

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Cos’è la Legge dello Specchio e cosa ci impedisce di metterla in pratica – 1° parte

Ehm… caro lettore, confido nel tuo buon cuore mentre guardi i miei disegnini (…di alto valore artistico!)

IL MONDO E’ LA’… DENTRO

Il mondo che ci circonda e tutto quello che viviamo (persone, cose, avvenimenti…) altro non è che il riflesso di quello che siamo dentro. Tutto ci mostra, apertamente e costantemente, quello che siamo nel nostro più profondo.

Ripeto: quello che siamo. Quindi, non quello che vogliamo, che desideriamo o che crediamo di essere.

Il mondo, che comprende ogni cosa, si mostra a noi in base alle emozioni che proviamo e in base alle frequenze che emaniamo. È come se al nostro cospetto non potesse comportarsi differentemente perché riflette soltanto.

Ipotesi: anche apparendo come Madre Teresa verso gli altri, e quindi molto generosa, se in realtà il mio altruismo è dato solo dal bisogno di un tornaconto, come il sentirmi importante per qualcuno, ecco che lo Specchio mi mostrerà il mio non sentirmi importante e quindi vivrò sempre situazioni in cui, ad esempio, non sarò rispettata. Occorre leggersi dentro in profondità.

Ciò che come esterno m’appare, è in realtà il succo del mio cuore – (Conte di Cagliostro)

Per spiegare meglio la Legge dello Specchio, a chi è profano e digiuno, la divido in due sezioni anche se non è proprio esatto farlo ma aiuta chi vuole addentrarsi in questa nuova magnifica e personale realtà.

La divido in “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” e “Legge dello Specchio eclatante – emozionale”.

LA GIUSTA OSSERVAZIONE

Faccio questo perché, all’inizio, è bene comprendere al meglio e non “impazzire”. Ci sono individui che volendo vivere la Legge dello Specchio consapevolmente e impegnandosi parecchio, rischiano di andare fuori di testa. Mi spiego meglio. Stare a guardare tutto, ma proprio tutto, da quando ti alzi al mattino fino al mattino dopo, dando ad ogni minima cosa un significato, non aiuta. Pensiamo alla miriade di cose che viviamo in un solo giorno. A quante cose il mondo attorno a noi compie in un solo giorno. In un solo minuto! Si diventerebbe matti osservandole tutte, e questo non porta a niente di buono.

Quindi, la “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” la metterei da parte, osservandola in un altro modo, più complessivo e di tanto in tanto. Cosa significa? Significa guardare che vita stiamo conducendo complessivamente. Anche laddove non c’è l’emozione, io sto comunque emanando delle vibrazioni alle quali l’esterno risponde. Per cui osservero’ il tutto e mi chiedero’, ad esempio, – Che tipo di casa ho? Una nobile villa o una catapecchia? Se potessi dare un valore, da 1 a 10 alla mia casa, che voto darei? 6. È bella ma potrebbe essere ancora più dignitosa. Dovrei rifare le finestre, ho un rubinetto che perde, è un po’ umida…

La stessa domanda la farò per tutto il resto:

°Che auto ho? È scassata, è nuova di pacca, è sporca, è piena di borli…

°Che lavoro ho? Mi appaga, lo detesto ma devo farlo, è stancante, non mi permette di spiccare il volo…

°Che partner ho? Mi manca di rispetto, è molto gentile, amorevole, sempre arrabbiato…

°Che amici ho? Sinceri, approfittatori, lontani, molto divertenti…

°Che luogo vivo? Splendido, trafficato, pieno di smog, lugubre…

Se a tutte queste cose, per la maggior parte e grosso modo, continuo a dare un valore di 6, o giù di lì (5 o 7), significa che il valore che do a me stessa è all’incirca pari a 6. Ossia non mi amo molto. Non mi considero una reietta, e ho una certa dignità personale, ma sono ancora lontana dall’amarmi arrivando a 10.

Ecco perché la “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” la si può osservare in modo generale.

Quella invece “eclatante – emozionale” è diversa. Riguarda le cose che ci capitano, che vediamo, che sentiamo, che viviamo e che ci regalano un’emozione e che durano un tot di tempo. Possono essere emozioni negative o positive, ma ci mostrano quello che abbiamo dentro in modo specifico e non generico: rabbia, gioia, tristezza, fastidio, aggressività, delusione, determinazione, etc… Ognuna è uno spicchio di quello che siamo. Un frammento dello Specchio.

Se ad esempio vedo due ragazzi che si baciano appassionatamente, ciò significa che dentro di me c’è l’amore, la passione, l’energia sessuale. Se invece assisto ad un atto di bullismo significa che dentro di me nascondo la prevaricazione, o la svalutazione, o la tristezza. Cosa mi sta facendo vedere quel determinato atteggiamento che guardo, o quella situazione che vivo in prima persona, o quell’individuo che mi offende, o mi sussurra cose piacevoli? Per saperlo mi basta dare un nome all’emozione che provo. Con sincerità.

Specchio Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? – (Strega di Biancaneve)

AD OGNUNO LA SUA REALTA’

Proprio perché tutto è dentro di noi, e da nessun’altra parte, se un cane inizierà a latrare senza smettere, dopo un po’ ci sarà chi proverà fastidio, chi invece tenerezza, chi giudicherà i padroni, chi diventera’ nervoso e chi, invece, non lo sentirà nemmeno quell’abbaiare incessante. Ecco perché è inutile dire – Beh… sfido chiunque a non arrabbiarsi…! -. Ebbene, ti darò una news, esiste anche chi non si arrabbia! Mentre tu invece, probabilmente, ti stai arrabbiando.

Quindi, quale emozione “protagonista” ti suscita questo cane? Supponiamo tristezza. Bene, significa che dentro di te c’è della tristezza e lui te la sta solo mostrando, affinché tu possa vederla.

Questo esempio può sembrarti banale, laddove ognuno di noi può avere tristezza dentro, ma se tu, per una settimana, ti senti come un leone in gabbia a causa di determinati motivi, sarà assolutamente fantastico notare come i tuoi figli saranno più agitati, o sarà incredibile scoprire che nel tuo paese sta arrivando il Circo! O sarà curioso notare come molte cose ti parleranno, in qualche strambo modo, di: prigione, sbarre, ansie, fastidi, oppressione, impedimenti… l’Universo conosce mille lingue! È un abile poliglotta. Può mostrarti la tua belva feroce, chiusa in un carcere, in tantissime modalità. Sta a te saperle tradurre.

Ci vuole tempo, allenamento, dedizione e pazienza perché tutte queste cose appartengono al nostro inconscio e non le conosciamo assolutamente! Appartengono cioè a quel 95% di iceberg che rimane sott’acqua, completamente invisibile a chi naviga. Sono nostre ma non sappiamo di averle, non le vediamo proprio! Ecco perché, con la Legge dello Specchio, possiamo leggere le pagine della nostra vita. Non è bellissimo? Secondo me, e per chi la pensa come me, sì.

Ci vuole pero’ anche un’altra cosa oltre a quelle che ho elencato prima. Un ingrediente basilare: l’umiltà.

Ma qui mi fermo, dividendo in due parti questo articolo che è molto lungo e anche molto difficile da comprendere e accettare per alcuni. L’argomento trattato non è semplice da far proprio, per lo meno questo è quello che mi dicono molte persone, e non hanno torto. Per questo mi blocco. Vi lascio assaporare queste parole e tra pochi giorni vi posterò la seconda parte (Cos’è la Legge dello Specchio e cosa ci impedisce di metterla in pratica – 2° parte) che riprende il discorso raccontando anche il perché, spesso, mettiamo barriere tra noi e la Legge dello Specchio. Mettiamo così barriere alla nostra evoluzione, senza permetterci di crescere, mentre invece meritiamo di innalzarci sopra ogni cosa e scoprirci divini.

Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei – (Oracolo di Delfi)

Prosit!

Quella Tuta che chiamiamo Corpo

IO E IL CORPO – UNA COSA SOLA

Siamo abituati a pensare di essere un semplice corpo. Crediamo di essere un semplice corpo e viviamo come tale. Ci vediamo fisicamente, muoverci nel mondo, con i nostri limiti segnati dalla pelle che ci riveste e, oltre lei, inizia immediatamente la realtà esterna. Non ci siamo più noi, c’è “il fuori”. Siamo abituati e convinti di questo. Persino la mente la definiamo come una specie di parte del corpo.

Fin da quando eravamo piccoli siamo stati educati a dire – Sto male -, – Ho male -, – Mi fa male – ogni volta che provavamo un qualsiasi tipo di sofferenza fisica. Non abbiamo mai detto – Il mio corpo sta male – o – Il mio corpo si è fatto male – come se fosse un qualcosa di distaccato da noi. Questo avrebbe potuto aiutarci molto anche nei confronti delle angosce emotive che ci impiegano un secondo a diventare fisiche: respirazione affannata, pianto, attacchi di panico, senso di oppressione sul petto, mal di testa, nausea…

Questo non significa non essere sensibili al dolore, al caldo, al solletico, etc… siamo dotati di neuroni, di corpuscoli (Ruffini, Krause…) di cellule apposite atte a proteggerci, ad avvisarci, ma viviamo queste situazioni come se fossero nostre e non di un corpo che dovrebbe essere visto, semplicemente, come una tuta apposita che dobbiamo indossare per trascorrere questo tempo terrestre. Sulla luna abbiamo bisogno di un apposito abbigliamento. Se andiamo sott’acqua abbiamo bisogno di un apposito abbigliamento. Se andiamo sui ghiacciai abbiamo bisogno di un apposito abbigliamento. Ebbene, non ci rendiamo conto che anche per vivere i nostri giorni su questo pianeta abbiamo bisogno di un apposito abbigliamento. Il corpo.

Non ci osserviamo, come se fossimo (anche) un’entità esterna, guardandoci. Guardando quel corpo e dicendo – E’ mio ma non sono io. Io non sono lì -.

PALOMBARI TERRESTRI

Perché noi non siamo il corpo. Per la precisione il corpo è soltanto una parte di noi. Importantissima, ma è solo un equipaggiamento.

In effetti non è separato da noi, siamo un tutt’uno, e con esso compiamo la nostra trasmutazione ma quello che intendo dire è che, all’occorrenza, possiamo uscire da esso. Non mi riferisco a viaggi astrali o cose simili ma semplicemente che se riuscissimo di più ad identificarci con l’anima anziché con il nostro fisico e vivessimo come anima la nostra vita, comprese le emozioni subite, esse apparirebbero nettamente differenti. Innanzi tutto perché “subite” non lo sarebbero più. Saremo noi a governare loro e non loro a governare noi.

A farci soffrire è infatti l’attrito che la mente ci obbliga a compiere davanti agli avvenimenti che ci accadono. L’anima va oltre. Vede con altri occhi e soprattutto riconosce la bellezza dell’insegnamento. A lei, gli schemi mentali non interessano. Non sa nemmeno della loro esistenza.

Non avete occhi per vedere (avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?) – (Gesù)

Il problema sta nel fatto che ci riconosciamo come corpo ma nei confronti dell’anima pensiamo invece essere una parte in più che abbiamo. Come un accessorio. Il portafoglio. Chi non ha un portafoglio? Tutti ne abbiamo uno. Un qualcosa che un domani ci permette, in qualche modo, di giungere nel tanto ambito Paradiso visto che il corpo andrà sotto terra. Oh! Bene. Ora che sappiamo che un accessorio nostro andrà in cielo siamo molto più sereni. …E se tu sei cattivo e un’anima non ce l’hai, ti consiglio di andare a comprartene una altrimenti non ci vai, lassù, tra le nuvole...

Quello che si sente dire infatti non è – Sono anima – bensì – Ho un’anima – ed è sbagliato.

Pensiamo l’esatto contrario di quello che è, dando posizioni e meriti a cose che dovrebbero stare un passo indietro. Questo accade perché l’essere umano ha sempre e costantemente bisogno di vedere, di toccare, di constatare. La paura della quale è intriso non gli permette di abbandonarsi alla fede/all’amore. L’immagine che abbiamo di noi è quella di una testa, due braccia, due gambe e stop. Non consideriamo minimamente di essere luce, di essere energia, di essere in realtà una nuvola fluttuante e informe, molto grande, che si sposta per il mondo e agisce attraverso un continuo movimento vibrazionale delle molecole. E cos’è l’energia? L’energia è movimento.

Non consideriamo di essere grandi quanto la stanza nella quale siamo, e qui mi fermo per non essere mal compresa, ma… altro che stanza! Un passo alla volta però. Provate ad immaginare quindi come potrebbe essere una vita passata sotto a quest’ottica. Se solo potessimo vederci come l’Universo ci vede, una volta scoperto ciò che realmente siamo, ce ne daremo tante ma tante che Suor Nausicaa a confronto toglieva la polvere dai petali di rosa.

FATTO A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA

Il corpo è lo strumento principale che possediamo per trasmutarci, ossia per riconoscere che cosa realmente siamo e per mostrarci che, alla fine, ben poco abbiamo a che fare con lui. E’ proprio nel corpo, e attraverso il corpo, che modifichiamo le nostre vibrazioni fino a compiere una vera e propria trasformazione del movimento molecolare potendo così mandare frequenze diverse da quelle che emaniamo e in grado di agganciarsi o incontrarsi con quelle universali.

E’ grazie al corpo che passiamo da uno stato di “sonno permanente” ad un risveglio totale che ci permette una connessione completa con l’energia cosmica, in quanto già siamo energia cosmica ma non lo riconosciamo. E’ ottenere la potenza dell’Universo laddove, l’Universo, vedendo come invece ci comportiamo, si martella esso stesso i gioielli di famiglia gridando nell’atmosfera – Dove ho sbagliatooo???!!! -.

Serve percepire e non capire. La logica e la razionalità appartengono al Tutto ma non sono il Tutto. Serve mettere da parte la mente (che mente) schiava della nostra situazione terrestre e agire d’intenti. Serve non confondere, usare il nostro “sentire”. Comprendere (prendere con – prendere in sé) e quindi accogliere, sentire dentro.

Non finiamo là, dove il nostro strato corneo epiteliale smette d’esistere. Immaginatevi un alone ampio, grande, che ci avvolge e si muove attorno a noi. Immaginate di contenere al vostro interno le altre persone, gli alberi, i luoghi, le sensazioni, le gioie. Questo siete. Scintille luminose. Piccole parti di un’intelligenza senza fine che vi ha portato sin qui dotandovi di un corpo, cioè di qualche atomo, perché in questo particolare ambiente, la condizione obbliga ad averlo.

Prosit!

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Esercizio: adottando il sistema della Cura

DEDIZIONE E PASSIONE SI DANNO LA MANO

In questo post non intendo parlare della – cura – nel senso di – guarigione – ma voglio raccontare un altro tipo di intento che si può utilizzare anche come esercizio quotidiano e che ho scoperto portare numerosi benefici nella mia vita privata e risultati davvero soddisfacenti.

Significa, infatti, con anche un po’ di recitazione, fare le cose – con cura -.

Ad esempio, se invitate a cena i vostri genitori, i quali si fermano spesso a mangiare da voi e quindi è cosa abbastanza consueta, fate finta di avere due ospiti importantissimi e addobbate al meglio la vostra tavola. Non serve esagerare, non vi sto dicendo di mettere un servizio di piatti in oro e argento, ma il tovagliolo piegatelo in un certo modo, ponete un centrotavola, la tovaglia distendetela bene. Insomma metteteci molta cura. Se al mattino preparate il caffè al/la vostro/a compagno/a usate per la tazza anche un bel piattino e magari ponete un fiore su di esso. Un caffè, quindi, preparato con molta cura.

Questa cura che sa di grazia, eleganza e amorevolezza, la si può introdurre come un ingrediente in qualsiasi cosa che facciamo durante la giornata ma è proprio nelle situazioni più abituali e considerate “di poco conto” che andrebbe sottolineata.

OFFRI LA PARTE PIÙ BELLA DI TE

Come dicevo, tutto questo, porta molti benefici e vi spiego il perché.

In questo modo si sta donando una specie di forma di amore a qualcuno ma, fin qui, non c’è niente di originale. La magia avviene quando mettiamo cura anche nel lavare il pavimento di casa nostra e siamo da soli in quel momento. Mettendoci amore, nel fare quel lavoro, si emanano vibrazioni di amore. Ci riempiamo di un motto di cura, formata a sua volta da: gioia, passione, attenzione, contentezza, dedizione, voglia, premura, rispetto, senso dell’accudire, etc… ebbene, tutte queste forme che state elargendo gratuitamente dal vostro cuore, andranno a finire nell’energia cosmica (chiamata anche intelligenza universale o Dio) e vi torneranno indietro. Moltiplicate.

Occupati di Dio e Dio si occuperà di te -.

Offri ogni tuo operato, ogni tua forma artistica, ogni tuo lavoro all’intelligenza cosmica ed essa ricambiera’ con le sue creazioni che… credimi… sono tutte assolutamente meravigliose!

ELIMINARE LA SOFFERENZA DEDICANDOSI AL COSMO

Comportarsi in questo modo risulta benefico anche quando stiamo passando un brutto periodo.

Le nostre intenzioni, i nostri pensieri, le nostre forze, anziché essere impiegate per il dolore (che comunque va prima vissuto fino in fondo) o essere impiegate nel ricordo/ossessione di cosa ci ha fatto male, andranno a finire il quella nostra creazione (lavare il pavimento o altro) e possiamo così trovare sollievo perché, in quel momento, non abbiamo alimentato il nostro stato d’animo negativo.

Inoltre, come ripeto, alimentando l’Universo di buone emozioni, le buone emozioni si svilupperanno automaticamente in noi e quelle negative sono obbligate a lasciare a loro il posto. La nostra sofferenza sarà pertanto più breve.

Si sa inoltre che, la sofferenza, è una questione prettamente mentale, anche se non sembra affatto, e quindi distraendo la mente, visto che dobbiamo pensare a svolgere al meglio quel lavoro, la mente non ci porterà nello stadio del dolore ma usciremo da lì. Questo modo di comportarsi è infatti un bellissimo esercizio di – presenza -, del vivere nel Qui e Ora, senza passato e senza futuro e, nell’esatto presente, sofferenza non ce n’è.

LA RISPOSTA DELL’UNIVERSO

Ma come risponde l’energia cosmica dopo aver ricevuto da noi le espressioni citate prima?

È molto semplice: attorno a noi e per noi, troveremo persone che ci regaleranno gioia, passione, attenzione, dedizione ma non solo. Noi stessi proveremo per ciò che siamo, per il nostro essere, queste sensazioni, ossia ci ameremo e quando ci amiamo non abbiamo più il bisogno estremo dell’amore degli altri. Non dipendiamo più dai sentimenti degli altri nei nostri confronti.

Infine, l’amore, com’è risaputo, è la forza più potente e… tutto può.

Qualsiasi vostra richiesta o qualsiasi vostra voglia di liberazione sarà accontentata e, senza rendervene conto, sarete voi stessi a liberarvi e a regalarvi gioia. Soltanto grazie alla – cura – che, guarda caso, significa anche “guarire”.

Prosit!

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