Eppure sembrava proprio vero

“DIO – TV” NON DICE BUGIE

Possiamo davvero fidarci delle notizie che vengono date dai mass media? A questa domanda la maggior parte delle persone risponde un bel – No – carico di orgoglio come a voler sembrare di essere più lupi che pecore peccato però che, alla fine, le stesse notizie vengono condivise, ri-condivise, analizzate, prese in considerazione, divulgate, eccetera eccetera… fino ad appropriarsi di ogni spazio disponibile sui mezzi di comunicazione e social.

Alcuni di questi annunci riescono addirittura a EDUCARCI, a creare un nostro stile di vita.

Realizzano in noi schemi mentali, ci spaventano, ci rallegrano, ci rattristano. Hanno un potere indescrivibile nei confronti della nostra vita. Li studiamo persino a scuola, per anni (!) per poi scoprire che erano totalmente falsi. “Nuove ricerche hanno dedotto che invece…”… avete presente no?

Religioni, grandi personaggi, significativi fatti storici… insomma, parecchie news sono, e sono state false, eppure sono riuscite ad entrare nelle case di ognuno di noi e questo perché, anche se la maggior parte delle persone oggi dice – Io non ci credo! -, in realtà ci crede, ne parla e soprattutto non fa nulla per contrastare quella notizia ne’ per farla andare a morire.

Emmmappperchè la gente deve sapere! -. Ma cosa deve sapere? Un falso? Tu puoi affermare con massima certezza che quello che hai sentito e stai riportando è il vero? Ti stai assumendo la responsabilità di questo? No. E allora ho provato a raccogliere un po’ di prove che, attenzione, non sono la verità ma sono la dimostrazione che può esistere un contrasto inerente a quella determinata notizia.

Ora, è assolutamente vero che la scienza compie passi in avanti di anno in anno. È quindi ovvio che quello che si sa oggi non si poteva sapere ieri, ma quello che mi preme far comprendere è quell’assolutismo, quell’immenso valore che diamo, noi pubblico, a ciò che ci viene detto. Se non siamo in grado di entrare nel profondo di un tema scientifico, o medico, o politico, va bene, ma su molti altri argomenti cerchiamo il più possibile di evitare questo idolatrare tutto ciò che ci servono nel piatto. Quando ci dicono che è giallo per noi è giallo. Non vediamo altri colori. Non li vogliamo vedere perché il Gran Visir della televisione ci ha detto che è giallo e così sia. È sbagliato secondo me. Molto sbagliato.

CANE SI, CANE NO

Bene, al di là del fatto che siamo cresciuti tutti ingurgitando grandi quantità di fluoro e olio di palma, che oggi sono diventati i nostri peggiori nemici (chi ha ragione?) di tutte le belinate che ci sono state vendute (taaaaaante… mamma mia quante!) ne ho scelta una a caso, quella che riguarda la cagnolina Laika spedita nello spazio il 3 novembre del 1957 per fare da test e vedere cosa poteva accadere ad un astronauta mandato in orbita.

Molto probabilmente si tratta di una delle notizie con più contrasti e non li elencherò tutti.

Ok, fino a qualche anno fa ci è stato comunicato che la bestiola è morta senza soffrire e tutto il mondo era felice. Si, vabbè, un po’ storceva il naso per il fatto che si fosse usato un cane per esperimenti scientifici ma quando io ero bimba, ancora gli animali si potevano usare come test e tutto andava bene (condizione mentale). Poi qualcuno ha iniziato a dire che non era giusto e allora si sono creati movimenti contro questo modo di operare dell’uomo, movimenti così potenti che ora per venderti un cosmetico sono obbligati a scrivere sulla confezione “NON TESTATO SU ANIMALI” e tu ci credi (ahahhaha!).

Ma torniamo alla dolce Laika, giovane cagnolina di tre anni definita dai giornali – randagia – così faceva meno pena al popolo.

Come dicevo, fino a un po’ di tempo fa, ci hanno edulcorato la scena della sua morte. In pratica, Laika, avrebbe mangiato all’ultimo del cibo avvelenato, messo apposta lì qualora ce ne fosse stato bisogno e sarebbe morta immediatamente senza neanche accorgersene. A parte il fatto che, immediatamente, mi chiedo come possa accadere una cosa così. Ossia, Laika è un cane, ed è da sola nello spazio. Ha diverse scatolette di cibo (al gel) ma su una c’è scritto “AVVELENATO” e lei sceglie quella accorgendosi del pericolo e sapendo leggere?! Oppure no, forse Laika aveva tutto il cibo a disposizione, ma come mai non ha mai mangiato prima quello avvelenato? Mhmmm… considerando che la capsula era davvero piccola, di cibo doveva essercene ben poco… Oh! Ma certo! Sapevano che sarebbe morta subito! (Alcuni dicono 4 ore).

Ma andiamo avanti. Tolte le torture pre-partenza, per testare la reazione del suo corpo, e si parla di prove davvero terribili, pare invece che quando venne ritrovata, nell’aprile del 1958, al largo delle Antille, all’interno della capsula, quel suo corpo era completamente carbonizzato a causa di un surriscaldamento della cabina della navicella durante il rientro. (fonte mitidasfatare, 105.net, e molti altri). C’è però da dire anche che, tale capsula, nominata Sputnik2, non era destinata al rientro quindi già si sapeva che la cagnetta sarebbe morta tra le stelle e, attenzione, di disidratazione.

Beh, insomma, se andate a fare ricerca su questo fatto noterete davvero molte incongruenze; gli stessi siti che ne parlano asseriscono spesso “…furono rese pubbliche varie versioni in parte anche contrastanti fra di loro”. (fonte wikipedia e molti altri).

Non posso riportarvi tutto qui in un articolo. Il fatto è: chi ha ragione? Chi dice il vero (che è poi quello che noi vogliamo)?

E poi… questa Laika, ma davvero è andata in orbita???

VERO O FALSO?

Non avete mai notato come, a volte, pare davvero strana la ripresa di un video? Ossia, non vi viene mai da dire “ma come poteva, quella persona, riprendere in un momento come quello?” oppure “ma in un caso come quello lui riprende?”, “ma proprio lì in quel momento?”.

Possibile ci sia sempre il fenomeno coraggioso che sta lì e riprende tutto con il telefonino anziché scappare come qualsiasi altro essere umano? Il – sempre – un po’ stroppia.

Questa non è una questione di “bufale” o “fake news” come si usa dire. Qui si parla di masse educate in un certo modo e poi condotte in un altro senso.

I Vaccini, fanno bene o fanno male? Se hai il diabete puoi mangiare carboidrati o no? L’uomo è andato sulla Luna? I tumori sono incurabili? Il latte fa bene o fa male? Davvero devo bere due lt di acqua al giorno? Michael Jackson è morto veramente? Il pianeta Terra è malato? Quante donne davvero vengono uccise ogni giorno? Basta un bacio per trasmettere quella malattia? Dopo aver mangiato puoi fare il bagno? I Vangeli sono solo quattro? Gesù è esistito o no?

Abbiamo prove che dicono… niente, lasciamo perdere cosa dicono.

ASCOLTATI ATTENTAMENTE

Ascolta più attentamente te del giornale.

Beh, ecco, io penso che forse sia davvero il caso di iniziare a sviluppare un nostro sentire. Abbiamo davvero necessità, non per tutto certo, ma per molto, di cominciare ad attivare quelli che sono sensi che mai usiamo.

Quello che voglio dire è che possiamo accogliere qualsiasi notizia in cuor nostro ma accogliere una notizia, ascoltarla e saperla è un conto, mentre pendere totalmente da quella notizia è un altro. Solo questo.

Non voglio pigiare il tasto del – complotto – semplicemente voglio farti riflettere sul come puoi cercare di essere meno schiavo e più indipendente. Cerca di ragionare, cerca di utilizzare anche la tua di testa e il tuo cuore soprattutto.

Non voglio fare quella delle “sfumature di grigio” ma penso che nulla sia dannoso se assunto in quantità modiche o giuste, così come tutto può diventare deleterio se preso esageratamente. Inoltre, sono estremamente convinta che se tu sei certo che quella cosa non ti causa del male non te ne causerà. Ma devi esserne sicuro te; le tue emozioni non devono fidarsi di quello che sentono alla TV o che leggi sui giornali. Imparare ad utilizzare le proprie percezioni rende indipendenti e dunque liberi. E sei libero di comprendere ogni tipo di notizia e farne l’uso che vuoi. E’ come se ti scrollassi di dosso un velo appiccicoso che ti tiene sotto di lui limitandoti i movimenti e i pensieri.

Aspetta, informati, aspetta ancora, studia, controlla l’opposto di quello che arriva al tuo orecchio, creati una tua visione. Questo ti aiuta a divenire sempre più padrone di te stesso.

Prosit!

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E finalmente puoi essere una “brutta persona”

CHE FIGATA LE “BELLE PERSONE”

Caro lettore,

mettiamo subito le cose in chiaro. In questo articolo, parlando di “brutte persone”, non mi riferisco a individui che hanno fatto del male appositamente o non sono degni di rispetto, ma capirai, leggendo, a chi dedico con amore questo post e forse può tornare utile anche a te che non sei cattivo, ne superbo, e nemmeno un traditore… però, in qualche modo, ti hanno fatto sentire una brutta persona.

Dopo aver passato tutta la vita a fare il massimo per cercare di essere visto, amato e ben voluto, ti guardi indietro e scopri che, in ogni tuo gesto e in ogni tua parola, c’era la voglia e il bisogno di essere considerato una “bella persona”.

Ah! Che meraviglia le belle persone! Sanno di pulito, possono andare avanti a testa alta, la loro coscienza è immacolata, sfoderano petali di gentilezza e sudano stille di disponibilità verso il prossimo. Sorridono, ringraziano, non alzano mai la voce, non si scontrano con nessuno. Ogni errore gli si perdona perché sono esseri splendidi e chiedono scusa. Appaiono sagge, modeste e hanno sempre una buona parola per tutti o un pensiero positivo per andare avanti.

Hai passato una vita in questo modo e oggi tutti ti vogliono bene e ti ammirano. Nonostante tutti i tuoi sforzi, però, c’è ancora qualcuno che cerca di insinuare nella tua mente e nel tuo cuore che, in realtà, non sei la bella persona che appari. Ti fanno capire che manipoli, che il tuo modo di fare è studiato a tavolino, che in verità non rispetti gli altri e che, in qualche modo, con la tua sublime dolcezza, obblighi gli altri a comportarsi in una determinata maniera. Sei un falso in pratica. Le loro parole nascono dall’invidia? Dall’insicurezza? Dalla paura? Dalla verità? Non ti deve importare. Osserva te stesso. Solo te stesso. Accogli tali valutazioni ma osserva te stesso. Ciò che davvero sei.

DALLO STORDIMENTO ALLA QUIETE

Ti fanno male queste accuse vero? Non le accetti, ti feriscono. Ti stordiscono e destabilizzano persino. Non ti riconosci, sei scosso, quasi ti manca la terra sotto ai piedi come a non essere più tu. Lo stato imbottito nel quale dondolavi è stato sconquassato. Che caspita! – Mi sono distrutto una vita per essere ammirato e ora questo mi dice così? – Sì. Ma sai cosa devi fare? Devi accettarlo. Accettalo e innesca un fenomeno magico strabiliante che non hai mai conosciuto.

Siamo arrivati alla conclusione che sei, in pratica, una “brutta persona” in quel tuo profondo dove credi nessuno abbia accesso. Sì, proprio tu che non hai mai fatto male neanche a una mosca.

Sei una brutta persona, prova a dirlo a te stesso, tante volte. Convincitene. Lentamente, le prime lacerazioni causate da queste affermazioni si chiudono e una nuova pelle nasce, le ricopre proteggendole. In quel momento tutto inizia a fare meno male e il passo verso l’esultanza è breve. – Sì, sono una brutta persona. Che bellezza! Che liberazione! Ho dei difetti agghiaccianti, delle caratteristiche che fanno schifo persino a me ma sono le mie. Se mi hai incontrato in tutto il mio squallore e noti tutte le qualità negative che mi hai elencato, guardati dentro, forse sono un tuo specchio. Sono così. Ho assolutamente delle virtù, questo è indubbio, perché ogni creatura vivente le ha e ho delle caratteristiche orribili. Si, sono io e sono vero. Eccomi qui -.

RICONOSCERSI

Accogli dentro di te questi giudizi come se fossero bellissimi regali e, ora che li hai presi e fatti tuoi, rendili il tuo più grande punto di forza. La tua partenza.

Solo dopo aver accettato, con il cuore, ciò che sei o ciò che sembri puoi trasmutarlo a tuo favore. Non importa se è vero o se è solo la sciocca opinione di qualcuno. Tu sei più forte di ogni cosa e sei l’unico Dio guaritore al quale devi credere.

Vedi… se la tua anima ha voluto tu scoprissi queste caratteristiche un motivo c’è. Sarà difficile scoprire questo motivo, perché le stanze del nostro inconscio sono ampie e sconosciute, ma da qualche parte avevi questi semi che hanno germogliato fuori di te e a te si sono mostrati.

Chi dice queste cose? Le persone a te più care? Gente sconosciuta? O forse sei tu che, senza saperlo, le dici a te stesso e gli altri te le riportano soltanto? Quanto ti critichi nella tua paura?

DEVI PRENDERE QUESTI INGREDIENTI SE VUOI LAVORARLI

Come ripeto è difficile da capire per questo non ti rimane altro che superarle. Accettandole ti liberi e, nella liberazione, come un gabbiano che si innalza entusiasta nel cielo, puoi osservare tutto dall’alto divenendo padrone di te stesso. Ora puoi vedere chiaramente, non sei più uno schiavo e puoi scegliere.

Vuoi davvero cambiare? Sono giuste queste illazioni? Esistono? Si. No. Puoi decidere. Ma la bellezza che provi dentro ti permetterà di fare tutto. Non rispetti gli altri? Benissimo. Non rispettarli allora! Quanti problemi in meno. Non devi mica far loro del male, ti basta preoccuparti di meno del loro benessere. C’è un mucchio di gente che vive così e in gloria. Non vali nulla? E non valere! Mica abbiamo l’obbligo di valere qualcosa per forza! La libertà. Manipoli? Manipoliamo tutti, indistintamente, ognuno con i suoi mezzi. Tutti quanti. Ora lo sai. Non sei peggiore di altri. Rasserenati. Ecco l’accoglienza. Ma, aspetta, perché puoi andare oltre, ora.

Ora è tutto dentro di te e tu ne sei l’amministratore. Puoi vedere il tuo patrimonio. Adesso è facoltà tua se voler migliorare, evolvere e crescere personalmente oppure no. Sta a te decidere cosa voler di rimando. Se da parecchio leggi il mio blog saprai che più sei pieno d’amore e frequenze positive e più vibrerai connesso all’energia cosmica e riceverai meraviglia, altrimenti dovrai vedertela con i tuoi mostriciattoli. Ma non hai obblighi e, come ti ripeto, solo ora che hai compreso, solo ora che non hai più catene, solo ora che sei davvero te stesso puoi essere cosa vuoi.

Solo ora che sei uscito dalla bambagia puoi vedere il non-rispetto, il non-valere, la manipolazione e tutto il resto e puoi salire quel gradino ti farà essere ancora più bello di quello che eri.

Ti auguro il meglio.

Prosit!

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Borse sotto gli occhi? Svuota il sacco!

DUE PICCOLE ZAVORRE

Trattenere le emozioni, si sa, non è cosa buona e giusta. Ci facciamo del male inutile. Il vaso, dopo un po’, si riempie e straripa. Ma di quale vaso sto parlando? In questo specifico post si tratta in realtà di due vasetti posti proprio sotto ai nostri occhi (chiamati palpebre inferiori). Due raccoglitori.

Da che il mondo ha vita si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima e, in questa frase, qualcosa di vero c’è. Quando, attraverso le emozioni, la nostra parte animica non può esprimersi, perché non glielo permettiamo, è come se i suoi voleri iniziassero a ristagnare in questi contenitori. Ristagnano in molte altre parti del nostro corpo, e spesso possono causare disturbi fisici, sgradevoli da accettare e sopportare, ma oggi ci collegheremo più precisamente all’emozione della tristezza.

Chi vive una vita nella rabbia, anche celata, o nella paura, non può certo essere felice e quindi la tristezza riempie e avviluppa quella persona prendendo sempre più piede.

Le lacrime, anche se possono mostrare talvolta la gioia, ne sono il fenomeno visibile primario ma, in questo caso, non si parla di trattenere questo liquido, si tratta di trattenere molto di più. La menzogna ad esempio.

LE BUGIE HANNO UN PESO

“Svuotare il sacco” è collegato all’eliminare le emozioni ma anche al dire la verità. Non per questo si intende dover confessare per forza una tiritera di bugie raccontate, il problema risiede nel fatto che se hai paura (paura – madre di tutte le emozioni negative) menti. Menti agli altri che temi o menti a te stesso o menti per il quieto vivere ma comunque menti.

Diffidate da chi ha borse sotto gli occhi soprattutto se accompagnate da occhiaie, non è una persona del tutto sincera (le borse sono una cosa, le occhiaie un’altra).

Non dovete temerla. Probabilmente non è cattiva ma potrebbe avere dei lati oscuri in grado di danneggiare anche voi. Mica lo fa apposta ma, per la sua salvaguardia e il suo benessere, potrebbe calpestare i vostri sentimenti o rivelarsi menefreghista o sfruttarvi per il suo interesse (fosse anche affettivo) o manipolarvi dolcemente, etc… Mi riferisco a colui che fa del danno agli altri oltre che a se stesso.

Ciò nonostante, anche chi non ha borse sotto gli occhi può mentire ma, a causa dei suoi traumi passati, potrebbe subire differenti disturbi. Ebbene sì, passare una vita a raccontar bugie, non porta mai nulla di buono nemmeno al nostro fisico.

Chi ha borse sotto gli occhi cela una grande quantità di tristezza in cuor suo. È un insoddisfatto, probabilmente stressato e invidioso.

La vita gli ha sicuramente riservato un trattamento sovente poco carino ma, dal momento che siamo gli artefici e i responsabili della nostra esistenza, dobbiamo chiederci perché si è creata questa vita così angosciante e frustrante.

Se anche non credessimo a questo, volendo dare comunque la colpa agli altri, occorre focalizzare come prendiamo certi avvenimenti. Nel nostro interno cosa succede? Quanta resilienza abbiamo? Quanta voglia di pensare al positivo c’è dentro di noi? Quanto riusciamo a lasciar andare? Quanto siamo schiavi del fastidio, dell’ira, del disgusto, della sfiducia, dell’approfittarci, dell’essere disonesti e quant’altro?

LE LACRIME SONO IL SANGUE DELL’ANIMA (Sant’Agostino)

Banalmente, si potrebbe dire che chi manifesta queste sacche piene, ha due borse colme di lacrime che non sono fuoriuscite. E quanto danno stanno facendo a stare ferme lì.

Anche se non si sente ne il bisogno, ne’ la voglia di piangere e nemmeno se ne percepisce il motivo, occorre non cadere nell’errore dell’apparenza. Ad esempio, se tu manipoli gli altri con gentilezza, per un tuo scopo e al fine di ottenere quello che vuoi, ti senti sicuramente bene e per nulla triste. Pertanto, avverti più voglia di ridere che di piangere (apparentemente/mentalmente) e potresti trovare le mie parole inesatte o false. Quello che non capisci è che comunque, per stare bene te, stai sfruttando gli altri in un gioco meschino anche se educato e quasi amorevole. Significa che non sei in grado di stare bene da solo, soltanto grazie alle tue capacità e al tuo essere. In profondità, ti credi insufficiente a te stesso, un insicuro, un mediocre, uno che non è degno e questo sarà quello percepito dal tuo cuore, dal tuo animo più intimo, dalla tua natura che invece sbatte come un serpente ferito perché conosce bene la tua perfezione e la tua bellezza.

Questo era solo un esempio, ma quanta fiducia hai in te stesso? Quanta fede totale hai nella vita? Quanta armonia, alla fine dei conti, c’è dentro di te?

Prova a svuotare il sacco e prova a riempirlo di fiori, di belle parole, di pensieri entusiasmanti e di cose meravigliose; esse non occupano spazio.

Prosit!

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Non puoi Sbagliare!

Il problema di P. era quello di avere due genitori, il padre soprattutto, che non riuscivano a staccare e a dimenticare gli errori che lei poteva aver fatto in passato. Errori sciocchi, che qualsiasi persona combina.

Una volta rigò la portiera dell’auto facendo manovra e, da allora, nonostante guidasse relativamente bene e non arrivasse ogni giorno con la macchina incidentata, la loro frase, nel salutarla era – E mi raccomando la macchina, non rigarla di nuovo! -.

Un’altra volta invece, in giovane età, e per fare una sorpresa a mamma e papà, decise di rivestire le pareti della sua cameretta con una tappezzeria azzurra, pennellata di bianco, a rappresentare la spuma delle onde del mare. Combinò un disastro. La tappezzeria venne messa malissimo, la colla era ovunque e presto, molti fogli della carta da parati si staccarono. Negli anni successivi le ricapitò di mettere dell’altra tappezzeria, per se stessa e per gli amici, in modo egregio, preciso e meticoloso ma, per suo padre, davanti a qualsiasi risultato, prevaleva sempre la tragedia combinata anni prima nella sua camera da letto nonostante fu proprio grazie a quella “tragedia” che lei capì come bisognava applicare il rivestimento.

Per loro non c’erano migliorie. Lei era brava, efficiente, educata, pignola, preparata ma, se da ragazza, aveva combinato un danno, come esempio veniva considerato solo quell’unico danno a confronto di altre cento cose fatte poi bene.

Per P., tutto questo era frustrante. Logorante. E posso capirla.

Sembrano stupidaggini invece sono deleterie. Sovente si abbozza come ad avvallare la classica frase “eh ma tanto loro sono fatti così”. Si sopporta, si lascia parlare e si va avanti… invece, queste considerazioni, questi pregiudizi, sciupano l’anima.

E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio – (A. Einstein).

Ogni volta, sottolineare così quell’errore, era come infilare una piccola lama nello stomaco.

Significava far rivivere l’imbarazzo dello sbaglio, evidenziare il “non vali niente, non sei capace, sei solo in grado di fare le cose fatte male, io non ho stima di te”, puoi fare mille cose fatte bene ma, quella fatta male, è stata la più grave di tutte. Non c’è rimedio. Sarà lei, d’ora in poi, a dirigere le tue azioni. Ogni cosa che farai sarà pilotata da un qualcosa di errato. Un ottimo incentivo per l’autostima.

Errare non è concesso. Non è umano.

Se si pensa che diventiamo grandi proprio grazie agli errori. Se si pensa a quanto gli errori siano importanti nella nostra vita, fin da bambini, quando grazie a loro capiamo come fare meglio, ora, non valgono più, sono come creature malefiche che ci rovinano l’esistenza, che ci allontanano dai nostri cari attraverso la svalutazione, il giudizio negativo, la falsa tolleranza. Sì, perché il resto, le nuove esperienze, vengono accettate dai genitori come se fosse doveroso accettarle ma, in realtà, non si vorrebbe, non c’è fiducia. E’ emarginazione.

Un continuo dito puntato contro che dice – Tu non sei in grado di fare meglio di così – cioè non cresci, non hai scalini di miglioria, non hai speranza.

Le tue colonne portanti, i tuoi genitori, quelli sui quali più basi la tua intera vita, non si fidano di te. Tu non vali e sai perfettamente di non aver mai fatto nulla per meritare questo.

Posso apparire esagerata ma non si riesce a comprendere l’inestimabile danno che questo crea nel nostro inconscio. Un danno molto più grave del non essere stati in grado di mettere bene una tappezzeria, dell’aver rigato una macchina, o quant’altro. Il regalo della titubanza.

E allora si susseguono le menzogne.

Ad ogni risultato sgradevole: “Non lo dico, perché se lo dico guai… chissà cosa penseranno di me e cosa penseranno di me nel futuro”. Si cela, ci si nasconde per respirare, per vivere.

E si susseguono le paure: “Speriamo non vengano mai a scoprirlo”.

E si susseguono i sensi di colpa, sia del malfatto che della bugia seguente.

Ma non è finita. C’è un risvolto ancora peggiore. Ancora più maledettamente incomprensibile che nasce quando: la tua cara amica riga la macchina proprio come hai fatto tu, suo padre la sgrida e TUO padre invece… la difende (!), spiegando all’altro genitore che può capitare e che NON LO FARA’ PIU’. Evviva!

…Dammi una lametta che mi taglio le vene…! – (D. Rettore)

Non sto enfatizzando, credetemi, e so che molti purtroppo, sono vittime di questo metodo che pare il massimo esponente dell’educazione.

La situazione è drastica (sorrido). Le palpebre si afflosciano verso il basso assieme alle guance e si inizia ad assumere la classica espressione da basset hound confuso e incredulo che guarda il proprio padre col magone e si chiede “Perché? Perché io no? Perché io no questa coccola, questa fiducia, questa pazienza, questa speranza, questo incoraggiamento, questo consiglio a non mollare, al potercela fare…?”. Notate quante cose vengono a mancare?

“Allora la mia amica vale più di me”. Fine della storia.

Ora, se state leggendo questo articolo siete sicuramente delle persone adulte, almeno la maggior parte di voi, e sicuramente vi sembreranno solo sciocchezze. Agli occhi di un bambino però, e peggio ancora di un adolescente, tutto questo è più grave. E’ un tarpare le ali immeritato a parer mio.

Prosit!

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