A te che osanni il Lupo dico: fai attenzione!

Sei pronto?

Sei pronto ad aspettarti un complimento dopo tutta la fatica che hai fatto e a ricevere solo un misero accenno col capo, senza fronzoli? E… senza offenderti?

Sei pronto a smetterla di lamentarti per tutte le mancanze che i tuoi genitori ti hanno fatto provare?

Sei pronto a non aver più bisogno di nessuno?

Sei pronto a non pretendere più che il tuo partner ti renda felice?

Sei pronto a non dover più badare al quieto vivere? Alla morale? Alla cultura che ti è stata imposta e ti ha plasmato?

Hai mai pensato a come davvero sarebbe un Lupo trasformato in Uomo?

Sei pronto a gridare in piazza come davvero la pensi senza preoccuparti del giudizio altrui? A ululare forte, riecheggiando tra boschi e montagne, zittendo tutti gli altri animali attraverso il tuo potere?

Sei pronto a vivere anche SENZA la stima da parte degli altri? A non farti intaccare dalle loro azioni? Dalle loro bugie? Ad essere costantemente centrato?

Sei pronto a non avere aspettativa alcuna?

E ad amare te stesso SOPRA OGNI COSA?

Io ho conosciuto i miei Lupi e non me ne vanto. Io ho conosciuto i miei Lupi e mi hanno fatto un male della Madonna. L’unica cosa della quale vado fiera è aver avuto la forza e l’impegno di diventare come loro. Perché attraverso il loro essere taglienti, il loro calpestarmi senza pietà, il loro essere tutto ciò che io credevo essere ma ciò non era, profumavano indiscutibilmente di libertà. Una libertà non solo fisica. Una libertà mentale ed emozionale anche. Un qualcosa che ti permette di andare oltre, senza essere schiavo. Nel momento stesso in cui affidi la tua felicità nelle mani in un altro sei un dipendente. Significa che il giorno in cui quell’altro batte le sue mani schiaccia te e la tua gioia come due fichi maturi.

Un Lupo, questo, neanche lontanamente lo immagina.

Non intendo insegnarti nulla, voglio solo darti un consiglio nato come riflessione dentro me dopo aver vissuto, ascoltato e osservato diverse persone. Persone sofferenti, sono sincera. Per questo, se solo avessero saputo, si sarebbero forse preparate prima.

Cerco di non farti illudere, vorrei tu comprendessi la conseguenza di quello che cerchi. Perché lo so che non vuoi più pecore attorno a te ma… sei davvero pronto ad essere circondato da un branco di Lupi? Immagina la vera e intrinseca indole di un Lupo nell’Uomo. Nonostante la ragione di mezzo.

Quello che ti chiedo è di domandarti questo e se ti rendi conto di non esserne capace puoi provare a diventarlo. Sarà una tua scelta ma non sarai vittima di un desiderio esposto a metà, divenuto ora un problema e che descrivi come – esserti piombato addosso all’improvviso – solo perché, ohibò, immaginavi tutt’altro.

Leggo sempre molte citazioni che vengono postate e che elogiano il Lupo condannando le pecore.

Io per la prima ne pubblico molte.

Quello che mi lascia perplessa è vederle sui profili di chi un Lupo non lo accetterebbe mai.

Perché un Lupo è un animale libero ed essere liberi, per alcune menti, significa essere supponenti, arroganti, presuntuosi.

Significa saper star da soli e questo viene visto come menefreghismo.

Un Lupo non segue la morale, non gliene frega niente di quello che sei diventato a causa dei tuoi demoni.

Se gli ostacoli il cammino, ti sbrana.

Un Lupo accoglie ma non ha pietà. Se non gli tieni testa, giustificandoti dietro le tue maschere, ti sbrana.

Ad un Lupo del quieto vivere non frega nulla, come non frega nulla dei ritardi perché vive senza tempo, come non frega nulla del tuo – Ma io son fatto così -. Se a un Lupo non vai bene, ti sbrana.

Non puoi tarpare le ali a un Lupo, non puoi usare il tono che vuoi con un Lupo, non puoi manipolare un Lupo, non puoi sgridare, ne’ giudicare, ne’ forzare un Lupo.

Un Lupo è senza filtri (quelle cosine che a noi piacciono tanto e non lesionano la nostra corazza) il suo modo potrebbe offendere, raramente segue i tuoi consigli e non ama vivere in gabbia. In nessun tipo di gabbia.

A un Lupo non ordini di amare una sola volta, di raccontare una bugia, di far buon viso a cattivo gioco, di educare i suoi cuccioli come vuoi tu. Non lo tieni legato a causa della tua sofferenza.

Un Lupo non abbassa la testa perché tu urli o piangi. Fai il vocione o ti disperi. Un Lupo non abbassa lo sguardo perché tu gli fai crollare l’autostima. Un Lupo non abbassa la coda perché tu gli fai paura.

Se ti reputa inferiore, ti sbrana.

Se ti reputa anche solo lontanamente ed energeticamente negativo per la sua esistenza, ti sbrana.

Un Lupo non farà mai ciò che a te farebbe piacere. E tu non sei in grado di vivere senza aspettative.

Ora, prima di osannare un Lupo perché fa figo, sappi almeno chi stai idolatrando.

Un Lupo sa accettare il suo ruolo a differenza tua che vorresti farla in barba al tuo collega e diventare un prescelto dal datore di lavoro.

A differenza tua che vorresti essere al posto del tuo amico per avere la sua donna.

A differenza tua che cresci i tuoi figli con una spada di Damocle sulla testa perché sappiano sempre che facendo certe scelte ti faranno soffrire.

A differenza tua che invidi la tua amica per la bella casa che ha.

A differenza tua che devi dimostrare a tutti quanti soldi possiedi.

A differenza tua che aggredisci gli altri solo per intimorire e non essere contraddetto.

A differenza tua che usi la tua istruzione come arma e non come strumento di creazione.

A differenza tua che studi, ti sposi, metti al mondo dei figli, li fai battezzare, hai un buon lavoro e fai tutto quello che la società ti chiede.

A differenza tua che muori ogni giorno davanti alla televisione, cibo in scatola, problemi, fretta, stress, malattie.

A differenza tua che possiedi il senso della vendetta.

A differenza tua che ti lamenti.

Come puoi essere un Lupo se neanche riesci a percepire l’impetuoso battito del cuore in un minuscolo fiorellino?

A te che dici che non ti sfugge nulla mentre ti sta sfuggendo la vita stessa.

Che non godi pienamente di quel nuovo giorno espandendo ogni tuo senso.

Come puoi essere un Lupo se sei un dormiente che sale sulla propria auto la quale va da sé, conoscendo il tragitto a memoria, perché tu in realtà sei tra le bollette che devi pagare, gli impegni che devi affrontare, le paure che devi superare?

Un Lupo non è da amare, è da Essere.

Quando stai male preghi affinché il dolore o il malessere vada via il più presto possibile. Questo un Lupo non lo fa. Un Lupo si rintana nel buio e nel silenzio, si lecca le ferite e, senza lagnarsi, attende. Conosce i tempi del suo corpo e li rispetta. Se non li conosce non si pone il dramma e aspetta comunque. Non mette fretta a nulla. Accetta quella situazione. Si autoguarisce.

Non crea fastidi, non prova fastidi, non si lamenta per i fastidi. Semplicemente, li elimina. O non da a loro vita.

E non guarda in faccia nessuno. Per la bellezza della legge del bosco. Qui, in questo luogo, o io o te. Senza però la vanagloria che nutre il tuo essere.

Ma un Lupo sa anche condividere, così come la natura tutta. Tu puoi condividere quella che chiami la “tua” terra e alla quale infissi un bel cartello con su scritto: proprietà privata? Preoccupandoti di scacciare immediatamente chi per disgrazia ci sosta?

Un Lupo che ti manda via dal suo territorio non prova boria ne’ senso del possesso e sa chi scacciare.

È in grado di selezionare senza giudicare, non immagini neanche la grandezza che risiede dietro questo concetto.

Un Lupo non si strugge nel comprendere se suo figlio vuole più bene a sua madre o a suo padre. A un cucciolo di Lupo non manca assolutamente niente, neanche l’ammirazione.

Non approfitta del prossimo.

Non è un parassita.

Potrei andare avanti ore ad elencare cos’è e cosa non è un Lupo ma nemmeno io so cosa sia, là, davvero, fino in fondo, quello che chiamiamo Lupo.

Quello che alcuni chiamano Sacro Graal.

Altri Pietra Filosofale.

Altri ancora Cristo.

So soltanto che un suo sinonimo è libertà, indipendenza assoluta – da tutto e da tutti -, da schemi mentali e credenze.

E la libertà spaventa. Spaventa anche lei, più di quello che credi.

Non acclamare il Lupo, non desiderare il Lupo, non invidiare il Lupo. Cerca solo di far qualsiasi cosa per diventarlo. Solo allora potrai accettare dei Lupi attorno a te. Solo allora non sentirai più dolore.

Perché un Lupo può far male, ma in quella sofferenza, c’è un rispetto che ti cura se sei pronto ad accoglierlo.

Prosit!

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CITAZIONI DISCUTIBILI 1° – Buddha, l’Ego e il Volere

Eccoci alla prima citazione, a mio parere, da smentire. E’ quella che potete leggere nell’immagine qui sotto:

Un uomo disse al Buddha – Io voglio la felicità –

Il Buddha rispose – Rimuovi IO, questo è egoismo, rimuovi VOGLIO, questo è desiderio… e quello che ti rimarrà sarà solo felicità –

Ad una prima occhiata sembra una bella frasona, di quelle che ti lasciano di stucco e ti spiegano molto sull’Ego e sul pretendere ma… beh… ecco, dubito fortemente possa aver detto questo Buddha e vi spiego il mio perché:

Partiamo da qui

“Togli – voglio – quello è desiderare”.

Ebbene no. Anzi… Ora vi mostro anche come, tutto questo, tra le altre cose, sia pure un controsenso.

Il verbo “volere” è proprio l’unico che funziona quando si “vuole” (appunto) qualcosa. La nostra educazione e la nostra cultura ci hanno insegnato che “voglio” è sbagliato, maleducato, supponente e arrogante anche se accompagnato da un – Grazie – o da un – Per favore -. Lo si è quindi trasformato in “vorrei” che suona più elegante e più umile ma che reca con se’ il – Se posso… se me lo merito… chissà… forse… -. Per tanto, in caso di “desiderio”, come si cita qui, puoi aspettare anche mille anni che comunque non otterrai mai nulla. Non otterrai mai nulla perché speri e sperare significa mettersi in attesa. Volere invece vuol dire agire e procacciarsi con determinazione quella cosa fosse anche solo con il pensiero/immaginazione. Che sia un bicchiere d ‘acqua, che sia un sogno.

Non per niente i bambini, fintanto che non vengono ammoniti, dicono – Voglio! -. E guarda un po’. Inoltre, se “voglio”, mi rendo più responsabile nei confronti di quella determinata cosa. Si intende una sorta di responsabilità positiva. Io la voglio, io la creo, io la ottengo. È merito mio. Soltanto chi si identifica con il suo Sé Superiore o, se preferite, con il suo essere Dio, può affermare tali considerazioni e gioirne per questo. Un po’ come non dare merito a terzi; destino o individui che siano: se posso, per favore, vorrei… se me lo concedi… Sentite come stridono queste frasi nella vostra parte intrinseca?

E poi ditemi, avete mai sentito un Mago dire “vorrei… per piacere…”. Vi immaginate Gandalf contro il Balrog chiedergli – Senti… per favore… potresti andare via? Vorrei te ne andassi… se puoi eh? -. Vi rimetto qui il video che mi piace assai e colgo sempre l’occasione per postarlo.

Beh, insomma, mi sembra abbastanza imperativo no? Non chiede mai – Per favore – al mostro. E lo so che state pensando che tutto questo è solo un film ma funziona così anche nella vita, non per niente J. R. R. Tolkien, l’autore, era un risvegliato.

Per Mago Merlino vale la stessa teoria, non l’ho mai sentito, quel vecchio bisbetico, dire – Vorrei -, in nessuna delle sue formule magiche.

In secondo luogo la parola “desiderare” è sbagliatissima, per questo ad essa si affianca il “vorrei”.

De – sidera significa Fuori – dalle Stelle. Al di fuori del disegno delle stelle. Cioè impossibile, o meglio non affine, al disegno universale. Al suo posto occorre usare “considerare” che si affianca al “volere” e che risuona nel con – sidera cioè all’Interno del disegno delle stelle.

L’Universo e la nostra parte divina non sono permalosi e nemmeno hanno la nostra morale. Non diventano quindi schiavi di sciocche emozioni come noi. Il “voglio” non offende proprio nessuno mentre si sta ordinando una commissione al Cosmo divenendone co-creatori. Ovviamente la si dovrà condire con gratitudine, fede e amore ma – io voglio la felicità -, al di là del fatto che è già dentro di te e devi solo spolverarla, (la felicità infatti, uno che già è Mago della propria vita, non ha bisogno di volerla) è una frase più che legittima, alchemica e spirituale ricca di profonda consapevolezza che un Buddha non avrebbe mai contestato.

E chi la vuole questa felicità? Io. Certo! Che Ego? L’Ego si presenta in moltissime altre occasioni ma se tu sai ben dividere il tuo io materiale e schiavo dal tuo io spirituale e libero… beh, io è e io ti chiami. È naturale che il secondo modello, cioè Mago, come ho detto, non dovrà neanche volerla la felicità. Se è in quel riconoscimento ne sta già godendo. Così come è naturale che per educazione, ormai, se si entra in un negozio occorre dire “vorrei, per piacere” ma è il senso che mi premeva spiegarvi.

Credendo a questa citazione e che così stanno le cose purtroppo si rimane “bassi”, con pesanti palle di ferro attaccate alle caviglie, anziché darsi la possibilità di volare.

Ho voluto spiegare questo perché molte persone prendono queste citazioni e le usano nella loro vita come massime indiscutibili, credendoci e volgendo le loro azioni in base a ciò che hanno letto. Mica dovete pensarla come me! Ma per lo meno adesso, se prima non le avevate, possedete due visioni e potete scegliere. Riflettete sempre, prima di fare vostra, la frase di qualcun altro.

Io voglio la felicità! Ditelo ancora! E’ bellissimo! Io voglio la felicità! Io voglio la felicità!

Prosit!

photo me.me – imperodisney.com

Le Immagini di Prosit

Le mie immagini.

Mie ma anche vostre, vi servissero… Insomma, sono per voi naturalmente.

Devo ancora perfezionarle.

Scegliere una bella firma, un bel carattere (font), etc, etc… però, diciamo che iniziano ad avere un senso e, un senso, spero ce l’abbiano anche per farne buon uso.

Ho voluto creare queste immagini, con queste scritte, proprio per comunicare, “presto e bene”, messaggi utili alle persone

e, infatti, le utilizzo soprattutto nella mia pagina FaceBook “Prosit”, che potete vedere qui https://www.facebook.com/prositvita/ (seguitela, se vi va, come followers)

per dire qualcosa di carino tra un articolo e l’altro che posto.

Anche sul mio Twitter https://twitter.com/prositvita inizieranno presto a prendere vita

e pure su Instagram, social nel quale potete trovarmi sotto al nome di Meg Prosit o meg_prositvita.

Il lavoro è stato ed è abbastanza impegnativo, o per lo meno lo è per me che non sono molto esperta con il PC e con i programmi di ritocco

ma è stato anche soddisfacente e la soddisfazione più grande è stata appurare che ai lettori piacciono.

Sono contenta.

Sono semplici, arrivano, mi auguro. Alcune sono bei “Buongiorno”, altre invece citazioni inventate. Tutto ovviamente è stato realizzato da me, sia le foto che le frasi, pensate durante qualche riflessione.

La cosa bella comunque è CREARE. Grazie alla Creatività si crea la propria vita e si emanano buone energie, soprattutto quelle dell’amore, questo è basilare, come avevo già scritto qui https://prositvita.wordpress.com/2017/03/24/crea-ti-vita-creati-vita/

Per ora non sono molte e, come ripeto, queste sono soltanto una prova, ma quando le guardo ultimate e tutte insieme provo gioia e questo lo reputo molto positivo.

Parlano da sole. In questo post ho infatti ben poco da aggiungere e non mi rimane altro che sperare vi siano piaciute.

Naturalmente sono ben accetti idee e suggerimenti dal momento che nessuno può essere un critico migliore di chi le vede e le legge. Perciò, non fatevi scrupoli, date pure il vostro parere.

Io, dopo tutte queste belle frasi, posso solo più augurarvi una buona giornata.

Prosit!

Giordano Bruno, Cartesio, Fabio Marchesi, Gregg Braden… ma chi gliel’ha fatto fare?

Possiamo credere come no a certe teorie, possiamo essere d’accordo solo in parte, possiamo anche detestarle e andarci contro ma io mi sento in dovere di dire – Grazie! – ad alcune persone.

Alcuni, dopo aver letto questo articolo, potrebbero divergere dal mio pensiero e affermare persino  – Ma chi gliel’ha fatto fare? – e a questa domanda rispondo con un – Non lo so, ma ciò che dicono è capace di farci stare bene e, soprattutto in passato, ci sono stati soggetti che hanno compiuto per l’umanità opere grandiose -.

Persone dalle visioni affascinanti, dai poveri mezzi, attraverso i quali sono riusciti a capire che in questo Universo non siamo solo osservatori ma partecipanti assoluti. Interagiamo con lui, siamo parte di lui, possiamo anche modificare l’andare delle cose.

Persone che hanno scoperto la vera entità Divina ossia, semplicemente e incredibilmente, un’espressione di gioia assoluta e travolgente. Senza dottrine, senza religioni. L’Amore puro in ogni sua forma.

– L’amor che move il sole e l’altre stelle… – (Dante Alighieri)

IL POTERE DELLA SCRITTURA. Scripta manent – Gli scritti rimangono. (Evviva!).

Pensiamo a Giordano Bruno, padre del libero pensiero, che accettò la sua condanna al rogo dopo che gli venne proposto, dall’Inquisizione, di abiurare la sua ideologia cioè che l’anima continua a vivere perciò è immortale. – Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam – (Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla) rispose dopo aver sentito l’accusa contro se stesso e morì bruciato vivo, il 17 febbraio del 1.600, dopo aver dedicato l’intera vita a studi su un Dio, inteso come Infinito e come Tutto, completamente diversi dalla dottrina Cattolica soprattutto dell’epoca. Fortunatamente tutti i suoi trattati furono ritrovati e custoditi cari. Molte le sue ricerche, tante le sue teorie, ognuna volta alla comprensione dell’infinita potenza che risiede in ognuno di noi pari a quella universale.

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Pensiamo a Isaac Newton il quale, trovandosi a vivere nel bel mezzo della peste che non aveva pietà per nessuno, che stava decimando l’umanità del 1.600, si preoccupava di conoscere la luce e capire la forza gravitazionale universale, che amava studiare la natura collegandola all’uomo e le sue filosofie, mentre la gente gli moriva di fianco. Lui non ha badato a questo, non ha badato alla malattia e non ne è stato colpito. Lui voleva andare avanti, voleva conoscere, inventare, scoprire. Voltaire, presente al funerale del genio, disse – La natura e le leggi della natura giacevano nascoste nella notte. Dio disse: “Che Newton sia!”, e luce fu -.

Pensiamo a Cartesio che, nel 1.500, ha rischiato ogni giorno della sua vita di essere ucciso se trovato in possesso di un libro vietato e, ai tempi, erano veramente tanti i testi proibiti. Pensiamo alla sua vita passata di nascosto, in buie stanze, con la voglia di trascrivere per i postumi le sue verità e le sue scoperte. Padre della famosa citazione – Ego Cogito, ergo sum, sive existo – (Io penso, dunque sono, ossia esisto), nella quale è trascritto tutto il senso e l’onnipotenza dell’essere umano. – Solleciterò la mia immaginazione per conoscere meglio chi io sia -, disse anche. Il termine “immaginare”, come vi ho già detto diverse volte, deriva dalle parole In Me Mago Agere, ossia In Me c’è un Mago capace di Agire. Immaginando possiamo creare la nostra realtà.

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Immaginatevi Cartesio, di notte, da solo, in un umido locale, nel silenzio più assoluto alla fievole luce di una candela. Quando al primo rumore nascondeva tutto, si fermava, bloccava anche il respiro, mentre il cuore accelerava il battito. Aspettava, ascoltava e poi, riprendeva lentamente tutto in mano continuando dal punto in cui aveva dovuto fermarsi all’improvviso.

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Pensiamo a Gregg Braden, a Roy Martina, a Salvatore Brizzi, a Jiddu Krishnamurti, a Fabio Marchesi, a Eckhart Tolle, a Louise Hay e potrei andare avanti all’infinito. Medici, filosofi, scienziati, fisici, casalinghe… persone che hanno deciso di dedicare tutte le loro conoscenze, tutta la loro vita o gran parte di essa, al benessere dell’umanità. Ognuno a modo suo. Ognuno regalando gli strumenti che possedeva.

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Che hanno deciso di dedicare le loro ricerche, i loro studi, tutto il loro sapere, a farci capire l’onnipotenza divina dell’essere umano. La nostra. Ognuno di loro svela ciò che può funzionare, perché con esso così è andata, e vuole regalare tale gioia e soddisfazione a tutti gli altri. E allora scrivono libri, pubblicano video, organizzano corsi.

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Questo è altruismo. Non significa basarsi sulla veridicità delle loro filosofie (nonostante sia davvero ben difficile attaccarle) o meno, parlo del loro impegno, per molti addirittura non retribuito. Per altri invece si, ed è giusto che sia così. Il denaro non è il male; è come ce l’hanno mostrato, come ci hanno obbligato ad usarlo che è diventato – il male –. Inoltre, se per conoscere e diffondere determinati concetti, ci si ritrova a spendere, è giusto venir ripagati e riuscire così a scoprire ulteriori informazioni da diffondere ancora.

E allora un – Grazie! – glielo vogliamo dire? Io si, io mi sento di dirglielo e lo considero il minimo. E se non siete d’accordo con me, provate, prima di giudicare, ad ascoltare le loro parole, ad interpretare il loro messaggio perché credetemi, loro, in un modo o nell’altro, riescono a farci stare bene. Il Telegiornale, che sono così felice di vedere alla sera perché almeno rimango costantemente informata su quello che accade intorno a me…. Bhè… ho smesso di guardarlo da parecchi anni.

C’è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all’angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente – (Jiddu Krishnamurti).

E chi ha riportato le parole di Gesù, di Buddha, di Maometto? Chi si è preso la grande rottura di balle di trascrivere tutto quello che questi individui dicevano e facevano… chi? Per poi essere pure “interpretati male” (mio umile pensiero). Chi ha pensato a noi? A noi che oggi leggiamo e nemmeno poniamo attenzione a quello che stiamo apprendendo. Nemmeno ci poniamo la semplice domanda del – Perché? – sono state scritte cose di questo genere e tramandate per anni, per secoli.

Favole… come se i fratelli Grimm non fossero bastati. Oppure pazzi! Si. Con questo aggettivo ci mettiamo il cuore in pace.

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E gli artisti? Cantanti, pittori, scrittori, registi che hanno fatto di tutto, sottilmente, per aprirci gli occhi, per farci pensare, per allargare le nostre menti. Ma poco abbiamo saputo ascoltare e vedere.

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Bhè, è poco, si, ma un – Grazie! – a queste persone voglio dirlo.

Come affermava Nicola Tesla – La scienza è solo una perversione, se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità – e parecchi di loro hanno provato.

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Sei divino*, non lo dimenticare mai – (Giordano Bruno).

Prosit!

*Divino – in te risiede il potere di vivere nella totale gioia, nell’estasi; è la mente che ti impedisce di vederlo.

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