Occorre guarire dalla Prostituzione Mentale

Innanzi tutto che cos’è la Prostituzione Mentale? La prostituzione Mentale è quel metodo bislacco di cui usufruiamo molto spesso nel tentativo di ottenere “cose” o non perdere “cose”. Ci prostituiamo al fine di assicurarci ciò di cui abbiamo bisogno. Può essere un sentimento, un lavoro, un po’ di soldi, un complimento, uno status, una compagnia, etc…

Cadere in compromessi spregevoli e offensivi nei confronti della meraviglia che siamo, laddove, anziché riconoscerci potenti, immensi e splendidi Esseri ci sentiamo formichine micragnose. Ogni compromesso implica una rinuncia.

Prostituirsi mentalmente è quando attraverso la mente, convinti di non essere abbastanza, reagiamo in modo totalmente ignobile per la nostra natura e soprattutto per la nostra Coscienza (importantissimo “ente” al quale non badiamo mai ma è invece il nostro Giudice Supremo, sempre al lavoro, molto severo, il quale condiziona la nostra vita).

La Prostituzione Mentale svaluta ciò che sei e ti fa svendere, a poco prezzo, pur di avere in cambio ciò che brami.

Fare un qualcosa che non ci va di fare, magari per il quieto vivere, significa prostituirsi ma ancor di più significa prostituirsi nel momento in cui cerchiamo di smuovere compassione nel cuore di chi ci sta davanti per portarlo a darci ciò che vogliamo.

Con questo non significa recitare un teatrino strappalacrime per farsi compatire ma si va più in profondità. Non si parla solo della donna che si spoglia su FaceBook per ottenere molti like perché in sé ha una mancanza che deve colmare, si tratta di evitare la ricerca dell’abbondanza non credendola esistente per noi. Si rinuncia alla propria felicità, quella sacra e profonda e duratura, per un qualcosa di assai banale. L’accontentarsi. L’abbassarsi a scegliere piccoli granellini di sabbia piuttosto che una stella. Perché sono più facili e sicuri.

Perché si chiama Prostituzione Mentale? Immagina per un attimo il valore simbolico della prostituta. E’ una schiava. Con tutto il rispetto per questa donna ma è l’emblema della “serva”. Accetta di fare un qualcosa di assolutamente irrispettoso nei confronti di se stessa per un’altra persona, schiavizzata esageratamente. Ma questo le consente un pasto, un letto e una protezione. Ecco, prova a proiettare il senso di questo messaggio verso di te.

Non limitarti ad agire come un automa. Ad accontentare un cliente senza nessun tipo di entusiasmo. A rispondere positivamente ad un parente senza nessuna energia creativa. A provare un vestito senza la minima gioia ma solo pieno di povera e inutile speranza che possa aiutarti a fare colpo su qualcuno o a stare bene. Mettici vita in quello che fai visto che sei vivo!

Se il tuo capo ti chiede di fare una cosa per lui, non farla solo per prendere lo stipendio o non essere licenziato. Falla al meglio, con tutte le capacità che hai, come se la stessi facendo per te o per tuo padre. Anche se il tuo datore di lavoro è una brutta persona, uno sfruttatore, non puntare l’occhio su di lui, puntalo solo su di te e dentro di te. Lui deve smettere di esistere nelle tue valutazioni. Stai facendo quel qualcosa per te, per una tua forma di ricchezza.

Uno degli esempi più significativi è quello del commerciante che si lascia maltrattare dal cliente pur di non perderlo e non perdere i suoi soldi. Ma questa formula la applichiamo anche se non abbiamo un negozio. Quindi bisogna osservarsi dentro attentamente.

Se non farai così, cadendo nella Prostituzione Mentale, questa ti tirerà ancora più giù emozionalmente e anche fisicamente. Ti sentirai sempre come se fossi oppresso. Schiavo di qualcosa. E lo sei. Sei schiavo del mondo. Il mondo può fare di te quello che vuole. Il suo giudizio è più forte e significativo del tuo. Se un mattino il mondo si alza col piede giusto e ti fa un complimento, allora tu stai bene ma se si alza con il piede sbagliato e ti denigra, allora tu piangi tutte le tue lacrime.

Cambia i ruoli. Prova a pensare di essere tu quello che valuta e non gli altri. Anche se ti danno soldi, una casa, belle parole, affetto, amicizia, etc… ricordati che anche tu dai qualcosa per ricevere questo, non serve a nulla arrivare a prostituirsi.

Se metti vita e entusiasmo in ogni tua azione non hai bisogno di prostituirti. Se ti riconosci come scintilla divina non hai bisogno di prostituirti. Se riconosci coscientemente il tuo potere non hai bisogno di prostituirti.

La Prostituzione Mentale è un vizio. Spesso non ti accorgi neanche di effettuarla. Ad accorgersene sempre è la tua Coscienza, che nominavo prima, e ti ritrovi a vivere con un dito puntato quotidianamente contro di te che ti opprime come una spada di Damocle.

Attraverso la Prostituzione Mentale ti ritrovi persino a sostenere attività immorali e illecite ma soprattutto totalmente stonate con il tuo cuore e il tuo sentire. Come la manipolazione, la corruzione, l’autosvalutazione, l’onestà… non guardare questi termini solo per quello che sono o per quello in cui siamo abituati ad esprimerli. Rivolgili a te stesso dando loro un significato più ampio. Ti fai manipolare? Corrompere? Permetti di autosvalutarti? Sei disonesto con te stesso?

Rispettati. Non vendere il tuo Essere e la tua essenza per un gradino superiore solo ed esclusivamente materiale. Ogni volta che una nota stona con la tua melodia interiore, la tua Coscienza ti opprime ulteriormente e questo ti fa vivere compresso, attanagliato nel rimorso e nel senso di colpa. E’ nocivo e dannoso per la tua salute.

Tu possiedi ogni diritto. Non lo vedi concretizzarsi nella realtà solo perché non ci credi. E ci crederai sempre meno se sarai obnubilato dalla Prostituzione.

Se riuscirai ad eliminare da te la Prostituzione e a guarire da essa non potrà che giungere nella tua vita ciò che meriti, grande tanto quanto è ora grande il tuo Essere. E’ una legge. Forse non ti arriverà questo dalle persone che frequenti ora ma esse cambieranno o verranno sostituite da altre pronte a darti quello che meriti. Non aver paura quindi se perdi dei contatti. Bisogna creare spazio nella propria vita per accogliere il nuovo.

Devi cercare di fare spazio dentro di te e, di conseguenza, fuori.

Ci vuole coraggio per non prostituirsi mentalmente perché questa è la strada della libertà e per essere liberi bisogna essere coraggiosi e forti.

Ma, oggi, se rifletti un attimo su tutto questo, se ti guardi dentro e comprendi quante volte ti sei prostituito o continui a farlo, allora forse puoi cambiare le cose. E credimi, il “premio” che otterrai in cambio è enorme. Non sopportare più. Non tollerare cose che la tua voce interiore non accetta. E’ una sofferenza incredibile.

Ti auguro un buon lavoro!

Prosit!

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Margherita che non vuol Guarire e le Persone “Sorde”

Facevo ancora l’estetista quando conobbi Margherita.

Veniva nel mio centro a farsi fare massaggi drenanti e pedicure.

Diceva di fidarsi di me, di come lavoravo, della mia professionalità. Si sentiva in buone mani e si sentiva soprattutto ascoltata. Già. Essere a contatto della gente e servirla prendendosi cura del loro corpo significa anche saper “ascoltare”.

Io personalmente, che non mi sono mai occupata solo ed esclusivamente di estetica, amavo regalare un benessere olistico ai miei clienti e, questo, lo percepivano e lo apprezzavano.

Margherita, nome inventato da me per non svelare quello reale, era una donna sulla cinquantina, oggi avrà all’incirca cinque anni in più, dai capelli scuri e mossi che cadevano sulle spalle e la pelle liscia e chiara. Non era una brutta donna ma risultava scialba perché non si teneva e aveva la tristezza dipinta sul volto.

Era molto negativa, molto pessimista e sospirava in continuazione come ad avere un costante peso sullo stomaco. Veniva sempre accompagnata dal marito, un uomo umile, buono, che le voleva un gran bene e stava seduto vicino a lei per tutto il tempo del trattamento.

Margherita, oltre a diversi altri disturbi fisici, aveva da anni un’onicomicosi, ossia un fungo nell’unghia dell’alluce, che non riusciva a curare.

Nulla me lo fa andare via – mi diceva affranta. Margherita era sempre affranta. Le trovai diverse soluzioni da quelle più naturali a quelle più aggressive ma, per davvero, i prodotti con lei sembravano non avere alcun effetto.

Un giorno, mentre le stavo facendo i piedi, mi chiede se poteva prendere un appuntamento per fare una seduta di riflessologia plantare e io glielo do volentieri. Era come se cercasse un qualcosa in più che potesse coccolarla, che potesse “salvarla” da una situazione opprimente che viveva.

Capii più tardi che, in realtà, non stava vivendo nessuna terribile situazione (fortunatamente). Quello era semplicemente il suo modo di prendere la vita. Un metodo scelto molti anni prima, forse alla ricerca di attenzioni e del poter essere compatita, considerata, che pian piano, mentre il tempo passava, si è talmente impossessato di lei da farla vivere, quotidianamente, come se ogni giorno fosse il più brutto della sua vita.

Le diedi l’appuntamento per la seduta di reflex la settimana successiva e lei, puntuale, si presentò il giorno stabilito, naturalmente assieme al marito.

Dopo diversi minuti di trattamento mi resi conto che c’era qualcosa che non andava nei Reni. Quegli organi erano stanchi, spenti. I Reni sono la sede dell’Energia Vitale nonché Sessuale (dalla quale si da vita alla vita). In loro, risiede la nostra vitalità e, di vitalità, Margherita ne dimostrava ben poca. Essi sono anche però la sede dell’emozione Paura.

Iniziammo a parlare dei suoi Reni e venne fuori che le avevano tolto dei calcoli renali l’anno precedente. Molto bene, la Paura si era concretizzata ( leggi qui https://prositvita.wordpress.com/2016/12/19/calcoli-renali-la-paura-si-e-concretizzata/ ).

Ogni tanto sento ancora qualche stilettatina qui dietro – mi fa sapere indicando due punti della schiena sopra ai glutei – sento questa fascia stanca, quasi dolorante da tanto che è stanca… come… come se fosse intorpidita -. Capivo quello che stava cercando di spiegarmi e le consiglia innanzi tutto una dieta idonea che non solo l’avrebbe aiutata a mantenere i suoi Reni puliti ma le avrebbe aumentato la leggerezza psicofisica e la serenità. Una buona alimentazione rende anche felici e di buon umore. Riequilibra la produzione di ormoni (come la Serotonina neurotrasmettitore – chiamata “ormone della felicità”) e si vive nettamente meglio.

Non sono un dietologo ma mi occupo da diverso tempo di alimentazione sana notando con gioia che medici e nutrizionisti sono d’accordo con quello che dico. Le consigliai ovviamente di rivolgersi al proprio medico ma di dedicarsi ad un nuovo tipo di cucina e poi, per cercare di eliminare, o comunque attenuare questa paura inconscia che non la faceva vivere bene rendendola triste, le elencai alcuni esercizi fisici e anche di carattere spirituale da fare ogni giorno.

Mi accorsi subito, ormai lo percepisco all’istante, che Margherita era quella che si può definire in questo gergo una persona “sorda”. In questo caso, con il termine “sordo”, non si vuole intendere una persona che non può udire ma una persona che non vuole udire. Non recepiva. Ogni cosa che le dicevo era per lei inutile. Margherita non voleva stare bene, questo era il punto e, anche se può sembrare impossibile, è proprio così e può accadere a diverse persone. A darmi conferma, dopo l’ennesimo tentativo della donna di convincermi che lei già faceva tutto quello che le stavo dicendo ma non serviva a niente (era ovviamente una bugia ma queste persone la trovano come un’ancora di salvezza), ad un certo punto subentrò il marito che, con voce tonante, per la prima volta da che lo conoscevo, dimostrò tutta la sua frustrazione ed esaurimento nei confronti della moglie.

Margherita! – urlò – Ti rendi conto che con te non funziona niente perché non vuoi che funzioni niente?! -. Lui, conoscendola e vivendo con lei, sapeva benissimo che non mangiava quello che le stavo consigliando di mangiare, sapeva benissimo che lei non faceva gli esercizi che le stavo suggerendo e sapeva anche che ogni cosa… con sua moglie non funzionava.

Ebbene, può capitare che ad esempio un analgesico su di me funziona e su un altra persona no. Il principio attivo probabilmente su un individuo non ha alcun effetto e su un altro si, ma quando si inizia a vedere che molte cose, nella vita di qualcuno, non danno frutto in diversi ambiti, quasi come se quella persona fosse un extraterrestre, allora forse bisogna iniziare a porsi qualche domanda.

Margherita aveva messo l’apparecchio ai denti e i denti erano rimasti storti, Margherita subì un intervento chirurgico che si dimostrò inutile, il fungo all’unghia non si riusciva a debellare, la tinta della parrucchiera non riusciva a colorare i suoi capelli, se andava da un ottorino a farsi sturare un orecchio dopo poco l’orecchio aveva un tappo più grande di quello precedente, se assumeva un farmaco quel farmaco su di lei non aveva effetto. Sempre così, su ogni cosa.

Prese singolarmente, queste situazioni, possono fallire sì ma, se ogni volta, la cura, di qualsiasi genere sia (meccanica, farmacologica, psicologica, fisica, etc…) non funziona, a mio avviso, bisogna andare a scavare alla radice del soggetto. C’è un problema di fondo che non permette l’azione salutare degli agenti e contributi esterni. E’ una situazione involontaria ovviamente, che il paziente non riconosce il più delle volte, ma c’è. Capire come funziona la nostra mente e i suoi piccoli, minuscoli e profondi corridoi è difficilissimo anche per un professionista, ma occorre davvero rivolgersi a qualche esperto del settore per poter ricevere un aiuto. Un aiuto ad aprire la porta dell’animo per far entrare il benessere.

E’ vero che ogni essere umano è un mondo a sè e che per ognuno di noi ci vogliono accortezze diverse da chi ci cura, non siamo fatti con lo stampino, ma è anche vero che, tenuti in considerazione determinati parametri, da lì, non si va molto lontano. Un callo è un callo per tutti, un’appendicectomia è un’appendicectomia, un mal di testa è un mal di testa. Ripeto, ognuno deve essere valutato a sè in modo distinto (sangue, pressione sanguigna, assunzione di farmaci, stile di vita, età, malattie, etc…) ma l’azione è pressoché la stessa.

Quindi ricordate, se avete un amico o un parente che si può definire “sordo”, o se voi stessi riuscite a riconoscervi “sordi” allo stare bene, dopo questi suggerimenti, cercate di prendere provvedimenti, fatevi aiutare e lasciatevi andare verso chi ha intenzione, seriamente e benevolmente, di prendersi cura di voi.

E’ vero che ci sono molti professionisti che non meritano questo nome e lavorano male ma ce ne sono anche molti altri, e fortunatamente sono la maggioranza, che hanno invece interesse a far star bene una persona per non perdere il cliente e per avere una buona nomina; ma anche perché hanno, soprattutto, una dignità e un cuore.

Piccola parentesi sulle persone “sorde” e l’alimentazione:

Esempio: soggetto in sovrappeso, di molto. Nessuna patologia, nessun problema ormonale. Semplicemente… ciccioso. Alla domanda – Scusi ma cosa mangia? – lui risponderà con aria innocente – Niente! -. (Sembra buffo, lo so, ma è così!).

Mmmhmm… iniziando la sfilza di quesiti queste saranno le sue risposte:

Mangia troppi carboidrati?

Ma si figuri! Non li mangio mai!

Troppe proteine?

Nooo! Non mi piacciono e non le digerisco!

Troppi formaggi?

Sono allergico!

Troppi dolci?

Mai toccato un dolce in vita mia!

Ecco, a questo punto, mettetevi una mano sul cuore e implorate Miss Pazienza di venirvi a trovare!

Prosit!

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