L’utilizzo della Mente: Subconscio, Conscio e Superconscio

SEI TU CHE DEVI USARE LA MENTE, NON E’ LA MENTE CHE DEVE USARE TE

Dire – L’utilizzo della Mente… – è giusto, in quanto sei tu che devi usare la tua Mente e le sue straordinarie capacità, nonostante, nel 90% del tempo, è lei a governare te. Per usufruire delle sue funzioni al meglio devi imparare a gestirla, cosa che, da quando sei nato, non hai mai potuto fare in quanto nessuno te lo ha mai insegnato.

Questa mancanza di sapere ci ha reso schiavi e dipendenti. Schiavi di schemi mentali, di reazioni, di emozioni, di inconsapevolezza, di disequilibrio e chi più ne ha più metta… fino a divenire vasi di Pandora pieni di caos e totalmente inconsapevoli del nostro Potere Interiore.

Prima di capire come poter usare la Mente al meglio, la quale, tuttavia, è uno strumento assai utile pur avendo preso una brutta piega nel corso dell’evoluzione dell’Essere Umano, bisogna innanzi tutto capire com’è fatta.

Anche se forse non te ne rendi conto, essa è costituita principalmente da tre grandi parti: il Subconscio, il Conscio e il Superconscio e ora cerca di capire bene che cosa sono queste porzioni e di quale lavoro si occupano.

– IL SUBCONSCIO è la parte più potente ma, attenzione, non ha direzioni. In pratica fa quello che vuole e va dove vuole, vagando nei sentieri da lei preferiti e soliti. E’ una forza motrice. Non invita, brucia solo del combustibile e fa, fa, fa, per lei è importante fare. E’ la nostra fotocopiatrice. Essa imprime in sé quello che l’Essere Umano immagina e poi lo realizza. Ogni cosa, nel bene o nel male.

– IL CONSCIO viene definito anche Mente Carnale. E’ la Mente prettamente fisica, quella che più conosciamo e consideriamo quando parliamo di Mente. E’ la sezione che impressiona il Subconscio.

– IL SUPERCONSCIO è la porzione Divina. La Mente Divina, cioè la parte scintillante che ci collega al nostro Divino. Al nostro Spirito Infinito e alla sua grandezza. In essa è custodito il nostro intento, ciò che dovremmo realmente fare in ogni occasione. Ciò che dovremmo diventare. Ci parla attraverso la verità, le intuizioni che abbiamo, è la nostra voce interiore ma che noi non ascoltiamo mai. E’ la parte che vede e prevede, è l’intuito, la preveggenza ma della quale non abbiamo fiducia.

IL RISVOLTO DELLA MENTE

Ma perché prima ho detto che la nostra Mente ha preso una brutta piega? Perché tende a guardare sempre il brutto. La povertà, l’umiliazione, la limitazione, la paura, il bisogno, la mancanza, la prevaricazione e ora ti spiego il perché.

Tutto questo è dovuto al cercare di sopravvivere, ossia:

siamo dotati della Mente per essere salvati e difesi. Grazie ad essa l’uomo ha potuto progredire e salvaguardarsi nell’evoluzione della specie. Si sarebbe estinto se non avesse avuto la Mente. Grazie a lei ha potuto scegliere, classificare, decidere. – Quella bacca rossa è commestibile o è tossica? Questa azione è utile o pericolosa? Cosa può accadere se opero in questo modo? Come posso fare per sfamarmi? -. La valutazione ci ha salvati ma la paura della morte, per istinto intrinseco di sopravvivenza, ha preso il sopravvento. Dalla valutazione si è passati al giudizio preponderante, oggi grande governatore del nostro Essere, e dalle prove si è passati al terrore. All’evitare determinate esperienze per non rischiare di morire (ammalarci, non farcela, essere presi in giro, essere giudicati, non essere amati, etc…). Tutto gira attorno a questa paura atavica. Il che è umano e normale ma questo non significa che non si possa usare la Mente in altri modi, più sani e più utili.

La stessa grande potenza ch’essa emana nel dirigerci verso la preoccupazione può emanarla anche per condurci verso la salvezza, l’abbondanza e l’utilizzo della magia che risiede in noi. Questa non è una fiaba. E’ realtà. E’ scienza se preferisci questo termine.

Delle tre parti che ti ho elencato prima ne utilizzi soltanto due e una di queste la usi senza neanche rendertene conto. E’ come se tu avessi un cellulare di ultima generazione, pagato fior di quattrini, in grado anche di prepararti il caffè alla mattina, ma tu lo impiegassi solo per telefonare. Ok, è un esempio sciocco, in quanto l’utilizzo ridotto di un telefonino non nuoce alla tua salute (forse la migliora persino) ma per quanto riguarda la Mente, invece, le cose sono diverse. Un mal funzionamento di essa, dato dall’adoperare male le sue capacità, causa un malessere generale.

Inoltre, cavoli, avresti l’opportunità di valerti delle sue infinite e potenti virtù e non lo fai… è spiacevole, riduttivo, invalidante.

IL FILO CONDUTTORE

Essa è come una specie di cordone ombelicale collegato all’Universo, la Fonte Creatrice e Divina della quale sei emanazione. Ciò che immagini si riflette attraverso Lui. Ciò che esiste in lui entra dentro di te, costantemente. Tu e l’Universo siete coagulati in un dare e avere perpetuo.

Non ti servirà a nulla immaginare ricchezza se con il Subconscio percepisci in te povertà. Ti senti in qualche modo un bisognoso.

Non ti servirà a nulla pensare alla salute se nel tuo Subconscio ha valenza la paura della malattia.

Con il Conscio pensi e speri nel Benessere ma nel Subconscio fotocopi l’inverso senza ascoltare il Superconscio che ti dice – Non aver paura! Sei una scintilla di Dio, non esiste in te la malattia, sei composto da Energia Cosmica e cioè Amore! -. Ecco cosa accade.

E questo accade in ogni attimo della tua vita. Per qualsiasi motivo. In ogni minuto della tua giornata. Nel prendere delle decisioni, nel parlare, nel pensare, nell’immaginare, nell’agire:

quando pensi di non trovare parcheggio o ti convinci di rimanere bloccato in coda nel recarti al lavoro, quando devi incontrare una persona e già immagini che ti romperà i gioielli di famiglia, quando speri che tuo figlio non si ammali, quando speri di non essere interrogato, quando sposti un oggetto perché se lo lasci lì potrebbe rompersi, quando rientri a casa e già assapori una brutta aria, quando temi di prendere una multa… crei in continuazione la tua realtà. Ed è attraverso la Mente che lo fai. Attraverso il rimuginare, le elucubrazioni, arzigogoli mentali che, senza rendertene conto, macini tutto il giorno nella tua testa.

Quello che di importante devi fare è imprimere nel tuo Subconscio, attraverso il Conscio, delle belle immagini. Non puoi pretendere di credere ciecamente e all’improvviso al Superconscio, quindi la cosa più saggia è imparare e allenarsi a rendere pieno di “cose belle” il motore che abbiamo. Più immettiamo in lui positività e più essa si rifletterà e si concretizzerà nella nostra vita.

Finchè saturi il Subconscio di pensieri, ad esempio, che riguardano il tuo “non essere all’altezza”, continuerai a manifestare questo: al non sentirti degno e a non ricevere stima e apprezzamenti. Stai semplicemente vivendo quello che hai disegnato. Devi cambiare foglio.

Ci vorrà tempo ma non è impossibile. Questo è quello che significa riuscire ad usare bene la Mente. Che sia lei il nostro dipendente, il nostro fedele e nobile servitore e non l’incontrario.

Prosit!

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Animale Guida – Come si usa? E se è disgustoso? – parte 1°

BLEAH! CHE SCHIFO!

Perbacco quante cose che ho da dire in questo periodo! Anche stavolta dovrò dividere l’articolo in due o diventerebbe troppo lungo. E poi, vuoi mettere la suspense dell’attesa nell’aspettare la seconda parte? Vabbè… scherzavo, veniamo a noi. Il titolo del post è chiaro soprattutto verso la sua parte finale: il tuo Animale Guida non è per forza il tuo animale preferito. Partiamo da lì.

Può capitare che lo sia, che sia il tuo prediletto, e poi ti spiegherò perché, ma non sempre questa “coincidenza” accade e, spesso, quando si scopre che il proprio Animale Guida è il Topo, o il Maiale, o lo Stercoraro… si storce il naso con fastidio e disapprovazione auto-impedendosi così di ricevere, qualora servissero, i flussi energetici del determinato animale. Si pensa ad un “errore di calcolo”, quindi non lo si considera e ci si distacca da lui.

Questo lo reputo un male, in quanto, sottolinea la schiavitù di cui si è vittime nei confronti della nostra mente (uno dei temi basilari dell’articolo). Con questo post vorrei farti riflettere sulle tante cose che neghiamo a noi stessi perché non intendiamo guardare oltre, soffermandoci sull’estetica/simpatia/gradevolezza della vetrina che la società ci propone.

Ma andiamo con ordine; innanzi tutto cos’è, realmente, un Animale Totem? Se ne fa un gran parlare e un tanto scrivere, là, dove si vuole restare affascinati da un alone di esoterismo e sciamanesimo senza però prendersi la briga di addentrarsi profondamente nel discorso cogliendone ogni lato. Positivo o negativo che sia. Oggi, tutti, o quasi, hanno un Animale Guida come se fosse un brand  o una tendenza ma senza sapere cosa farne di tanta ricchezza.

INNANZI TUTTO, TU, COSA SEI?

Tutti gli animali, tutte le piante, tutti i minerali, ogni creazione e ogni manifestazione della natura ha delle caratteristiche che le appartengono. L’Essere Umano, la più grande manifestazione di Dio (inteso come ormai sapete ch’io intendo) essendo egli stesso Dio, possiede al suo interno tutte queste caratteristiche. Ogni Essere Umano compreso in Sé Superior, Coscienza Cristica, Spirito e Corpo ha in sé contenute tutte le qualità della natura in quanto lui È la natura.

Per moda, o maggior conoscenza, gli animali sono stati maggiormente presi come possibili scrigni di virtù in grado di servirci. Ovviamente anche perché risiedono un una dimensione superiore rispetto ai vegetali o ai minerali o agli elementi.

Per completare la bellezza infinita del creato, ogni animale possiede alcune doti e, l’animale definito Animale Guida, è quello caratterizzato dalle qualità che ti servono in quel momento. È infatti normale che questo animale può cambiare con l’andar del tuo tempo. Se oggi hai bisogno delle peculiarità della Tigre, dopo un po’ potrebbero servirti quelle del Lupo, o del Delfino, o del Cane, o del Corvo. Già a questo punto può nascere una sorta di tragedia, laddove ci si affeziona con attaccamento all’animale che ci conduce e non si accetta il prossimo. Anche questo è un limite della mente ed è pertanto sbagliato.

OGNI ANIMALE HA DOTI MERAVIGLIOSE

L’errore che si compie, come dicevo prima, è quello di non accettare come accompagnatore un animale che a noi non piace o consideriamo addirittura repellente. Non per essere banale ma, ogni animale, ha doti meravigliose. Sono quelle che occorre guardare e non il suo aspetto esteriore o il suo modo di vivere. Se in questo momento della tua vita (momento, o mese, o anno) hai bisogno di fare un salto quantico, probabilmente sarà la Cavalletta ad ispirarti. Se invece hai bisogno di scavare tra le macerie del tuo Io e trasmutare quell’immondizia in oro, allora potrà esserti d’aiuto la Mosca. Non soffermarti a quello che la società indica. Vai oltre. Ogni creazione è sacra e ogni animale ha delle abilità incredibili. Non dimenticarti, inoltre, che ti potrà capitare di averne due, di animali, contemporaneamente. Oppure, quello prediletto per il periodo della vita che stai vivendo, può, a sua volta, affiancarti o mostrarti un altro animale. Potrebbe infatti accadere che con uno sei particolarmente connesso a livello spirituale, la tua natura è simile alla sua, e può restare ad essere una parte di te, mentre un altro, o altri, ti “servono” come un fido braccio destro.

Spesso ti appaiono davanti nella vita reale, a volte insistentemente, fisicamente, disegnati, sognati, ma tu non badi a loro convinto che il tuo Animale Guida sia quello che più ti piace perché ci sei affezionato fin da bambino. Ma questo non vuol dire nulla anche se è vero che può nascere con esso un forte legame e, intrinsecamente, può nascere tra voi due una comunione che nessuno può slegare. Dovresti però comunque “usarlo” come va usato (che non vuol dire sfruttare).

NON E’ UN ANGELO CUSTODE

In pochi conoscono il metodo di come si possono utilizzare le forze di un Animale Guida e, in tanti, non ne conoscono le caratteristiche negative. L’Animale Guida diventa una specie di angelo, un essere magico che ci protegge con le sue virtù. Non è così. Non è lui a proteggerti. Sei tu che sarai in grado di proteggerti connettendoti a lui e usufruendo della sua capacità. L’Animale Guida, che io preferisco definire Animale Spirituale, non è da idolatrare. Abbiamo sempre ‘sto vizio di chiedere e pregare e idolatrare come facciamo con la statua della Madonna. L’Animale Guida è da onorare non idolatrare. È da usare! È pronto a concedersi a te. È lì per te. Come se fosse uno strumento.

Prendiamo ad esempio il Topo. Come Guida, il Topo, è anch’esso meraviglioso. È veloce, furbo, sa adattarsi ad ogni situazione, vuole osservare le cose da vicino e da ogni lato, è prudente, meticoloso, ordinato… hai forse bisogno di essere anche tu così per superare una fase della tua vita o per modificare un lato del tuo carattere che ti sta rovinando l’esistenza da quando sei nato? Forse devi mettere ordine nella tua confusione mentale, o devi essere meno istintivo e più cauto? Ok. Ecco cosa devi fare.

Ma… dovrai aspettare il secondo articolo altrimenti esce fuori un libro anziché un post.

Ti aspetto per la parte 2°

Prosit!

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Perché le manifestazioni di Madre Natura ci disturbano?

Le manifestazioni di Madre Natura, attraverso le quali ci parla e si mostra, sono tutte splendide. Accettate e amate soprattutto dagli animali. Per quanto riguarda noi esseri umani, invece, la cosa cambia. Spesso, e comprensibilmente, alcuni elementi naturali, alle volte, possono infastidirci. Sto parlando prevalentemente di: pioggia, vento e sole i più comuni e i più detestati.

Il fastidio lo si inizia a percepire quando queste rivelazioni cominciano a prolungarsi nel tempo e la nostra intolleranza può derivare da diversi motivi.

Dopo giorni e giorni di pioggia, si inizia a desiderare il sole. Ci si vuole “asciugare”, godere dell’aria aperta ma, all’incontrario, dopo troppo tempo di siccità, si vuole l’acqua. Come ripeto, sono ovvie considerazioni ma oggi vorrei parlare di cosa accade, dentro di noi, energeticamente, in correlazione al meteo del nostro Pianeta Terra.

Siamo un tutt’uno con lui, estremamente collegati e connessi. Noi siamo lui. Siamo la natura. Pertanto, le sue manifestazioni, sono le nostre. Ci appartengono.

Il fondamentale equilibrio – Se non abbiamo equilibrio nel nostro processo naturale e generale possiamo percepire malessere. Il fattore principale è il non sentirsi in armonia totale e in sintonia con la vita, con se stessi e con gli altri.

LA PIOGGIA

La pioggia è una ricchezza assoluta per la terra. E’ il suo sperma. E’ l’acqua che assieme alla luce solare crea la vita o ridona la vita mentre questa sta appassendo. Essa però riguarda anche la nostra acqua interna. L’acqua è per noi indice di tristezza, quando è in abbondanza, rappresentata dalle lacrime, dal muco, dalle secrezioni liquide del nostro corpo. Urinare troppo, sudare in modo eccessivo, sono tutti sintomi di tristezza. La tristezza, è una delle figlie maggiori della paura e infatti sappiamo che la paura ha sede nei reni, organi che filtrano la nostra acqua. Il sangue, rappresentazione della vita, è soprattutto acqua pur essendo considerato un tessuto connettivo. La pioggia del cielo e della terra che ci appartiene, è la nostra pioggia, ossia la nostra acqua. Quando non smette di scendere, non smette di mostrarsi, è come se ci riempisse, ci circondasse, ci accompagnasse giorno dopo giorno e, passato quel tot di tempo che varia da persona a persona, ci si sente sazi, anzi, in esubero. Non se ne vuole più. Tutta quell’acqua aumenta la nostra tristezza. Vorremmo liberarcene.

Qualcuno potrebbe notare che ci sono individui molto tristi che però amano la pioggia e vorrebbero piovesse sempre. E’ vero. Questo accade quando si trova in quella pioggia l’ambiente più favorevole, la culla migliore. Come una sorta di comfort-zone. Non si apprezza la pioggia i sé, i suoi benefici e quant’altro di bello essa porta ma quello che ci fa provare. L’atmosfera che crea. Ci permette di non uscire, di rintanarci, di osservare il mondo da un velo appannato e distorto dalle gocce; più scuro, umido, quasi stantio. Se si è chiusi e introversi si ama questa ambientazione che solo la pioggia può creare ma, tutto questo, che è assolutamente umano, non è da scambiare con l’entusiasmo vero e proprio nei confronti della pioggia o di qualsiasi altra manifestazione climatica che la si arriva a benedire per il suo esistere. Una benedizione che nasce dal nostro cuore, ricolmo di vera e pura gioia.

La pioggia batte, incessante, come – la lingua batte dove il dente duole -. Liberarsi dal rancore, che spesso neanche sappiamo di avere, è la cosa migliore per amare davvero la pioggia e trovarsi in comunione con lei.

IL VENTO

Il vento rappresenta i nostri pensieri e la nostra elettricità. Più siamo elettrici, energici, vigorosi, grintosi e nervosi e più il vento sarà visto come un nemico. Amplifica quell’impeto che già possediamo e con il quale affrontiamo la vita. Ne abbiamo già del nostro e abbiamo confusione dentro. Confusione mentale e emozionale governate prevalentemente dall’ansia. Si tratta di un’ansia subdola, non si mostra. Sembriamo forti, ferrei, imperativi e invece è proprio l’ansia ad amministrare le nostre riflessioni ingarbugliate. L’ansia verso il giudizio degli altri, verso decisioni da prendere, verso il futuro… La pre-occupazione fa parte di noi.

Il vento scompiglia ancora di più le cose nel nostro intimo e quindi inizia a darci fastidio. Se il vento ci infastidisce è perché siamo troppo autoritari, troppo schematici, troppo aggressivi. Di sicuro chi vive con la testa fra le nuvole ama molto di più il vento rispetto agli altri perché lo vede come uno strumento capace di trasportare i suoi sogni in tutto l’Universo.

Il vento è collegato allo scorrere dell’energia in noi e allo scorrere del nostro sangue. Quando questi elementi sono già di per loro prorompenti e troppo affaccendati, si sente il bisogno inconscio della calma o si arriva a sopportare, al massimo, una lieve brezza.

Anche chi è troppo pacato e apatico nell’animo sopporta malvolentieri il vento, il quale, vuole dargli una sferzata di energia per lui troppo drastica e violenta.

Il vento muove le nostre frequenze, siamo fonti di energia, siamo corpi elettromagnetici e emaniamo onde dopo averle generate. Certi scompigli, se manchiamo d’equilibrio in noi, possono risultare intolleranti.

IL SOLE

Il sole è la vita eppure, da molti, non è amato per niente. Il caldo che produce può addirittura far star male oltre che provocare fastidio e anche la sua luce, troppo forte, può essere una seccatura… e sì, che “secca”, inaridisce tutto.

A non amare il sole cocente sono le persone irose o che celano una rabbia completamente nascosta. Parlo di una rabbia potente. Il sole, ripeto, è la vita e la nostra vita, rappresentata come ho detto dal sangue, è mossa dal cuore, organo propulsore di questa fonte. Organo della passione e dell’amore. La passione può essere ardore e, quando è già tanto, non serve calore in più. Oppure può essere patimento e, in questo caso, l’entusiasmo solare può disturbare.

Il sole stanca, affievolisce gli impeti pur essendo gioia. Dona calma. Si cerca l’ombra per spegnere quel fuoco. Tutta la natura, durante le ore di sole più forte, si nasconde e riposa. E’ come se in quel momento passasse il Re e occorre lasciarlo fare, attendendo orari più disponibili per ricominciare le attività.

Colui che non si adegua energeticamente a queste frequenze patisce. Il suo cuore può subire accelerazioni o affanno, oppure calmarsi troppo, procurando un senso di affaticamento non previsto. Si perde idratazione e, senza quella, ci si sente spenti. Ogni nostra più minuscola cellula è composta dall’80% circa di acqua. Se già si è aridi, a livello emozionale oltre che fisico, ulteriore siccità non solo infastidisce ma la si detesta proprio.

IL METEO EMOZIONALE

Saper tradurre quello che manifestiamo attraverso Gaia penso sia importante per conoscerci. E’ come uno strumento in più che ci permette di capire in che stato è il nostro equilibrio. In teoria, anche se questo è quasi impossibile, ma lo dico al fine di spiegarmi, dovremmo poter amare sinceramente ogni manifestazione e anche il suo periodo di presenza. Al di là dei danni che può provocare, al di là di quello che può fare al pianeta. Mettendo un attimo da parte queste che sono delle conseguenze e osservando soltanto il principio primario dentro di noi, occorre vedere cosa scaturiscono nella nostra parte più intrinseca queste rivelazioni. Tutto il resto lo si potrà guardare, certamente, in un secondo momento ma il nostro benessere energetico può essere considerato anche qui.

Inoltre, allenarsi a guarire sotto questo aspetto e cioè equilibrare il movimento energetico in noi, ci aiuta anche ad amare di più queste condizioni climatiche e ad amarle veramente. In questo modo ci fortifichiamo e anziché patire, quando una di esse si presenta in modo continuativo e senza cessare, possiamo continuare a sentire gioia dentro di noi. A quel punto potremo desiderare che finisca, certo, ma in noi ci sarà comunque bellezza, ci sarà ammirazione, trasporto, e quindi emaneremo frequenze positive le quali non potranno che rimandarci felicità.

Prosit!

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Quella macchia in mezzo alla fronte – la Rabbia

LA RABBIA APPARE

Sono cresciuta con una zia anziana che adoravo e anche lei mi amava moltissimo. Con me era molto buona ma devo riconoscere che, con il resto della famiglia, si comportava come un Gendarme. Aiutava tutti, sia materialmente che no, ma allo stesso tempo, gli altri dovevano fare come decideva lei. Era saggia e istruita. I suoi consigli erano sempre efficaci. Era anche benestante. Queste qualità le conferivano un potere che da una parte tornava utile ma, dall’altra, tarpava le ali alla libertà altrui.

Un qualcosa che lei riteneva pericoloso non lo si doveva fare e, se si decideva di farlo ugualmente, o lo si faceva a sua insaputa, di nascosto, o lei si impuntava e si arrabbiava moltissimo. La rabbia appunto. La vera protagonista di questo articolo.

IL ROSSORE TRADITORE

Dovete sapere che, questa mia zia, aveva una particolare caratteristica fisica. Ogni volta che si arrabbiava seriamente, una macchia rossa appariva in mezzo alle sue sopracciglia e perdurava per giorni e giorni.

Il muscolo frontale che si trova in mezzo alle sopracciglia, il punto che gli spirituali indicano come terzo occhio, si chiama procero e corrisponde al Fegato. Il Fegato è l’organo in cui ha sede l’emozione Rabbia.

La cosa più curiosa, e collegata a tutto questo, però è un’altra. Ogni volta che io e mia mamma (più lei di me che la conosceva da più tempo) vedevamo spuntare questo rossore sulla sua fronte, sapevamo che qualcosa l’aveva fatta arrabbiare, ma soprattutto sapevamo che, dopo quel rossore, sarebbe arrivato qualcosa di più grave. Ormai era ovvio.

Alla cara zia, infatti, o veniva la febbre (calore – rabbia) o veniva un infiammazione (calore/rossore – rabbia) o un’infezione da qualche parte (calore/rossore/putrefazione – rabbia).

E una volta il fuoco di Sant’Antonio, e un’altra volta si feriva e la ferita poi si infettava, e poi ancora si scottava con l’acqua bollente… insomma, ogni volta, qualcosa indicava la sua collera. Fisicamente. Dopo l’avvenimento psicologico.

Una volta guarita, la macchia spariva e la sua fronte tornava ad essere del classico color pelle come il resto del viso.

SIAMO TANTI CORPI IN UNO

Non potevano essere sempre coincidenze visto che per tutta la sua vita (90 anni) accadde così.

Quale spiegazione può esserci? Non voglio convincere nessuno ma, secondo me, pare proprio ci sia un significativo rapporto corpo-mente-emozione. Siamo un tutt’uno infatti. Come dico sempre.

Occorre tener da conto vari fattori: l’alimentazione, lo stile di vita, i geni ma occorre anche aprire le vedute e guardare qualcosa di ancora più ampio. A proposito di geni… nessuno in famiglia, neanche i suoi genitori, hanno mai sofferto della stessa cosa. Lei era l’unica alla quale accadeva quello.

Non per niente era l’unica a “comandare” tutti. Comandava anche sua mamma e suo papà. Lei era infermiera, nessun altro in famiglia lo era. Un tempo le infermiere facevano di tutto, non era come adesso. Vi sto parlando degli anni ’30/’40/’50. Passavano dal lavare i pavimenti, al passare i ferri in sala operatoria e quindi, a stretto contatto con i medici, ne sapevano parecchio sulla salute e la medicina. Perciò, in casa, chi stava male, si rivolgeva a lei ricevendo le sue amorevoli cure e, anche i suoi genitori, sempre più anziani, dipendevano in qualche modo da quella figlia che poteva dar loro sollievo in caso di bisogno.

Questo sempre per dirvi che era lei ad avere il controllo su tutto e sentendosi responsabile di ogni cosa e di ogni individuo, come ho detto, si inalberava se non si obbediva. In fondo, aveva paura che facendo l’inverso di quello che lei ordinava poteva accadere qualcosa di grave a chi voleva bene e reagiva con l’ira.

LA GRINTA CHE NON TI FA CEDERE

La rabbia era una sua amica anche vista come “rabbia energetica” nel senso di “grinta”. Era infatti una donna molto energica. Si alzava tutte le mattine alle 5 e, alle 8, c’era già il pranzo pronto e le faccende di casa fatte. Impastava ogni giorno. Accudiva i nipoti, lavorava, andava a fare commissioni per gli altri, aiutava nella parrocchia, curava i suoi, la casa, il marito, insomma non stava ferma un attimo.

Era la più grande di sei figli e, fin da piccola, fece da mamma a tutti mentre i genitori lavoravano. Visse le due Guerre Mondiali e non si fece mai mettere i piedi in testa da nessuno. Una bella tempra. Una vita accompagnata da questa rabbia-grinta.

Ogni manifestazione cutanea che sorge in mezzo alle sopracciglia: secchezza, macchie, eccesso di sebo, rughe profonde, brufoli, etc… indica un messaggio da parte del nostro Fegato. Può sentirsi appesantito da un’alimentazione troppo grassa o ha bisogno di ripulirsi per i troppi prodotti di origine animale che mangiamo (non va mai bene eccedere) ma potrebbe anche comunicare una rabbia, magari celata o latente, in noi. Potete provare a farci caso.

Prosit!

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Quando non sai che pesci prendere l’Universo risponde ma come?

QUESTO O QUELLO PER ME PARI SONO

In questo articolo voglio provare a spiegarti come risponde l’Universo alle tue domande, che tipo di linguaggio usa e come lo si traduce. Provo a fare questo perché, spesso, è difficile interpretare la sua lingua e lo faccio in base a delle mie esperienze personali quindi… nulla di assoluto. Con quello che desidero raccontarti puoi non trovarti d’accordo ma il mio intento è farti capire che, per me, l’Universo, grande sorgente della quale noi siamo emanazione, risponde sempre, è obbligato a farlo, ma non sapendo decifrare il suo messaggio pensiamo non ci abbia ascoltato o, addirittura, smettiamo di chiedere. IN QUESTO POST NON INTENDO PARLARTI DI SOGNI E DESIDERI MA DI DOMANDE VERE E PROPRIE CHE PUOI RIVOLGERE A LUI IN CASO DI INDECISIONI O PUNTI INTERROGATIVI CHE TI FRULLANO NELLA TESTA.

In realtà, dentro di te, le risposte esistono già perché sai molto più di quello che pensi di sapere ma non riesci a individuarle. Nessun problema, ti basta chiedere. Proprio come se chiedessi informazioni su un lavoro ad un professionista. Ad esempio, supponiamo che sei indeciso tra due scelte da prendere. Supponiamo che ti propongono due lavori da fare e devi scegliere quello più adatto a te.

QUANDO NON SAI CHE PESCI PRENDERE

A prima vista entrambi ti piacciono, entrambi hanno i loro lati positivi e quelli negativi e tu proprio non riesci a decidere. Quale sarà però quello più conveniente per te nel futuro, non riesci a vederlo. Non ti resta che domandarlo a chi ne sa più di te, cioè all’Universo, rappresentato dal tuo Sé Superiore. Poni la domanda in modo chiaro, ringrazia anticipatamente e fiducioso per la risposta ricevuta, e mettiti in attesa. Lui risponderà. E’ obbligato a farlo perché riflette quello che abbiamo dentro e, in noi, come ti ho detto prima, esistono già le risposte.

Grandi forze si muoveranno per te con l’intento di farti capire quale lavoro scegliere ma non si siederanno a tavolino dicendoti, chiaramente, in italiano, dove andare. Durante la tua attesa dovrai drizzare le antenne perché un mucchio di messaggi stanno per giungere a te attraverso: simboli, persone, ritrovamenti, frasi, sorprese, coincidenze, etc… Queste energie hanno tanti modi per comunicare, a volte assai strambi! Devi diventare più bravo di quelli che traducono i geroglifici antichi!

Ok, supponiamo che la tua indecisione riguarda il diventare idraulico o imbianchino. Un’ipotesi stupida ma tanto serve solo a comprendere il meccanismo.

A DOMANDA RISPONDO

Poni la domanda chiara e lampante, possibilmente ad alta voce (la voce è un ulteriore fonte energetica) e attendi. Devi fare attenzione però: attendere la risposta è una cosa, mentre rimanere attanagliato a questo pensiero è un’altra, e questo secondo punto non devi farlo.

Una volta posta la domanda, liberatene. Non restare sempre appeso lì, pensa ad altro, anche se la risposta ti serve urgentemente. Più ci stai sopra e più sarà la tua mente inquinata a risponderti, invece è la voce dell’anima che devi imparare ad ascoltare. Questo è molto difficile e potrà capitare che a volte sbagli, facendo le scelte errate, ma non è colpa dell’Universo e nemmeno tua. Soltanto che la nostra mente è davvero brava ad ingannarci anche quando sei super convinto di aver sentito la voce del cuore. Con l’allenamento imparerai e imparerai soprattutto, senza forzare gli eventi inerenti alle risposte che stai aspettando, accettando quello che accade e provando a percepire il tuo intuito. Inoltre, ti consiglio di svolgere questo lavoro da solo. Non chiedere ad altri. Il significato di quella risposta è chiuso nel tuo cuore e in nessun altro.

Una volta a me è successo di ricevere in risposta l’atteggiamento di una persona che tutti, e ripeto tutti, hanno letto in un modo ma nel mio cuore io ho percepito altro e avevo ragione. Il suo era stato un comportamento standard che, chiunque, in base agli stereotipi sui quali facciamo affidamento, aveva compreso come solitamente lo si comprende ma non io perché quel messaggio era per me. E nonostante la voce della mente subdola mi diceva – Dai Meg, é palese che sia così infatti lo dicono tutti – io affermai – No – e stetti a vedere. Fui accontentata e capii, da lì, come srotolare il gomitolo di una matassa che mi premeva dipanare.

DOMANDARE E’ LECITO, RISPONDERE E’ CREANZA

Ma torniamo a te che non sai se lanciarti nell’idraulica o nel tinteggiare pareti. Ti potrà capitare di vivere una brutta esperienza con l’acqua, ti si allaga la casa. Oppure ti si ottura il lavandino e tu sai benissimo come procedere. Oppure cammini per strada e sovente incontri cartelli con su scritto “vernice fresca”. O qualcuno ti dice che sei bravissimo a – sbloccare – le situazioni. O tua mamma ha una perdita in cucina. O ancora, tua figlia, torna dall’asilo e ti dice che ha pitturato bene. O vai dal barbiere e quando esci i tuoi amici ti dicono che sembri un pennello. O ultimamente tutti ti dicono che – non capisci un tubo -. O in tv ecco la pubblicità di un silicone che non avevi mai visto e ora invece ti tampina. Insomma… potrei andare avanti all’infinito. Sono millemila i collegamenti che puoi fare. Devi essere attento e sensibile. E acuto. Ma il tuo cuore ti parlerà, fidati. Appena vedrai o sentirai un qualcosa ti verrà spontaneo pensare – Ah! Ecco! – e sentirai come una specie di apertura piacevole del torace. Gli esempi che ho citato poc’anzi non arrivano da soli. L’Universo, come a volersi assicurare che tu possa comprendere al meglio, te ne manda sempre diversi, raramente uno solo, almeno che, quell’unico non venga da te percepito come un’illuminazione e allora sai di non aver bisogno d’altro.

Ma le difficoltà non sono finite. C’è ancora una cosa che devi fare. Supponiamo che vai dal barbiere e quando esci con il nuovo taglio di capelli i tuoi amici ti dicono che sembri un pennello. Bene, cosa significa questo? Che devi fare l’imbianchino perché hai sentito il nome di questo oggetto o, visto che è una presa in giro, ti si sta consigliando di non fare l’imbianchino? Sei solo all’inizio e quindi ti consiglio questo: innanzi tutto devi aspettare altre risposte per chiarirti le idee e poi devi concentrarti. Cosa hai sentito dentro di te, in profondità, dopo che i tuoi amici hanno esclamato quella valutazione?

L’IMPORTANZA DEL SAPERSI ASCOLTARE

Cosa senti nel cuore?

Stato positivo: i tuoi amici in fondo ti hanno fatto ridere, erano amorevoli, in realtà volevano farti un complimento ma sono grezzi e non te lo faranno mai. C’era ilarità, uno dei tuoi amici ti ha imitato e si è fatto fare lo stesso taglio. Il tuo barbiere era particolarmente soddisfatto. Tua moglie ti dice che sei un figo mai visto. I tuoi amici provano a spettinarti perché così sei troppo bello. Ti hanno donato considerazione. Etc… etc… etc…

Stato negativo: la frase è stata pronunciata con espressione denigratoria, ci sei rimasto male. Le tue sicurezze vacillano e forse quel taglio non dona al tuo viso. Evitano subito il discorso per non doverti dire frasi peggiori. Il tuo barbiere aveva un’espressione perplessa come a dire – Contento te… -. Tua moglie ti preferiva prima. L’amico più delicato, con tatto, ti consiglia almeno un po’ di gel. Ti vengono proposti nomi di altri barbieri. Hai la sensazione di aver fatto una cavolata. Te ne freghi di non essere piaciuto a nessuno ma un po’ ti dispiace. Non c’è gioia. Etc… etc… etc…

Ecco, ora é più facile comprendere cosa ti ha voluto dire l’Universo, non trovi?

Naturalmente non posso scrivere qui tutti gli esempi che possono capitarti anche perché saranno inerenti alla tua vita che io non conosco. Sarai tu, quindi, che dovrai lavorare sodo ma posso assicurarti che, alla fine, se ti impegni, non è poi così difficile.

Prosit!

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Per Ammalarsi sovente basta Voler Avere sempre Ragione

PURE SECONDO ME E’ COME DICO IO

Se molto spesso ti ammali, o stai poco bene, o ti capitano incidenti, o noie, o tutto ti va storto pensa a quante volte ammetti di aver sbagliato o hai chiesto scusa. Probabilmente poche.

Voler avere sempre ragione è un meccanismo che tocca diversi punti nel nostro profondo. E sono punti tanto importanti quanto… spaventosi. Oh sì!

È un bisogno, l’appagamento di una mancanza. Se siamo in realtà insicuri e abbiamo una bassa autostima, l’apparire saggi ci permette di crederci un tantino sopra agli altri ma questo, purtroppo, lo crede solo la nostra mente. Il nostro cuore sa benissimo che non è così e sa perfettamente che stiamo usando una strategia sbagliata, la quale, inconsciamente, fa nascere in noi sensi di colpa (che causano gli incidenti) offuscati sì dal nostro Ego ma che esistono.

Così come il nostro cuore, anche gli altri sentiranno nel loro stomaco uno stridere ogni volta che si confronteranno con noi, pertanto, non possiamo regalare al prossimo amorevolezza e sincerità.

Forse desideriamo cambiare il mondo e donare luce per equilibrare il buio nel quale viviamo ma, così facendo, scendiamo sempre più in basso trascinando con noi anche chi, per affetto, vuole starci accanto. Rimaniamo chiusi in un cubo di acciaio e precludiamo ogni sorta di scambio emozionale lasciando libero l’accesso solo al mentale e alla logica, arma che abbiamo imparato a maneggiare con destrezza.

O IL CONTROLLO O L’AMORE

Voler aver sempre ragione inoltre ci fa vivere in modo esageratamente attento, tenendo sempre tutto sotto controllo e, se riusciamo, cerchiamo di istruirci parecchio. Anche tutto questo lo facciamo come guidati da un burattinaio credendo persino di fare un qualcosa che ci piace molto. Ma questo modo di esistere ci fa stressare più del doppio a lungo andare (che causa malesseri) e, molto spesso ci sentiamo affaticati, stanchi, apatici o intolleranti. Si vive costantemente con la paura che qualcun altro possa scoprire una nostra debolezza attraverso un torto che ammettiamo e si vive, ovviamente, nell’orgoglio (che causa fastidi).

Il più grande ostacolo nel comunicare ce lo portiamo dentro, è il nostro orgoglio – (A. Gasparino).

Stiamo bloccando completamente il flusso vitale e universale colmo di amore, gioia e abbondanza perché non riusciamo a lasciare andare. Non riusciamo ad ammettere serenamente di aver sbagliato e che a ciò, come conseguenza, non c’è nessun problema.

Stiamo valutando con il nostro metro, con il nostro giudizio, senza tener conto che quello degli altri potrebbe essere molto meno severo del nostro.

Le persone diventano così ostacoli e più ci tengono testa più le contraddiciamo per non mostrare loro chi siamo veramente. Più le riteniamo sapienti e più ci spaventano perché ancor meglio potrebbero valutarci.

Siamo cioè delle persone che non si amano, che non hanno ricevuto amore, che non lo sanno dare e non lo riconoscono quando giunge dal prossimo.

L’AMOR PERDUTO 

Ammettere un errore è dannatamente doloroso. Ci si aspetta che l’altro possa prendersi gioco di noi perché gli abbiamo confessato una nostra debolezza attraverso quello sbaglio.

Non possiamo fidarci di nessuno perché siamo stati traditi fin dalla più tenera età. Genitori anaffettivi, non presenti, frettolosi, egoisti, sordi ai nostri richiami, affettuosi ma poco responsabili… Non si tratta di genitori “cattivi” ma di persone che per ics motivi non sono riuscite a dare al bambino quello che lui desiderava.

Questo tradimento, il più grande e inaspettato, ora viene vissuto ogni qualvolta si presenta la situazione del rinnegare se stessi.

L’individuo ha dovuto imparare ad amarsi a modo suo, per sopravvivere, e magari anche sgarbatamente ma ha faticato molto. Oggi, non permetterà a nessuno di intaccare la sua persona neanche ammettendo uno sbaglio. Si è fatto da solo e con sofferenza. E si è fatto perfetto. O almeno così ha bisogno di apparire. Chi lo ama, presto si stancherà di ricevere da lui sempre “colpi in faccia”, metaforicamente parlando, e di passare costantemente dalla ragione al torto, ma chi vuole sempre avere ragione, quando si sente amato, collega quell’amore all’amore genitoriale che gli è venuto a mancare e quindi, inconsciamente, si convincerà che anche quell’amore nuovo è sicuramente fasullo e deve cavarsela da solo.

In parole povere sarete più stimati e rispettati se più “distanti”, come colleghi o amici, invece che come partner o parenti. Sembra assurdo vero? Eppure questi sono i giochi della mente che, ferrea, non molla e dalla quale non si riesce a liberarsi. Tutta colpa della paura alla fine. Si diventa avidi. Avidi nel dare affetto o tenerezza, non si è empatici ne sensibili, si sta dietro la propria barricata e da lì non ci si muove. È un dramma vivere così. È come avere un mostro dentro che rosicchia ogni giorno un pezzo di noi. Per questo la salute viene sempre meno o la nostra vita appare vuota, o insoddisfacente, o spiacevole. Lo stress si nutre di tutte quelle sostanze che servono all’organismo per vivere sano e la mancanza di umiltà favorisce l’avvenire di sgradevoli situazioni nelle quali incappiamo sovente.

USCIRNE RIMANENDO IN PIEDI

Purtroppo, in certi casi, non si può fare nulla per far capire a queste persone che il nostro amore è sincero. Non lo vedono, oppure ne sono persino invidiosi essendo che non riescono a provarlo. Oppure ancora, ci portano allo stremo come a dire – Vediamo fin dove arriva il tuo sentimento! Quanto è reale?! -. Ognuno ha il suo percorso e, in fondo, ognuno è responsabile di se stesso. Ma è vero anche che amor vincit omnia e quindi vi auguro di riuscire. Badate solo che ne valga la pena, non trasformatevi in infermieri.

Chi vuole sempre avere ragione e non chiede mai scusa, o lo fa raramente, soffre di un serio problema, non è solo un’abitudine o un carattere di quelli etichettati: “è fatto così”. Dietro a queste sbarre, perché di prigione si tratta, si nasconde un mondo che ha il terrore di mostrarsi e non lo riconosce. Si indossano maschere anche solo per affacciarsi da quelle barriere e ogni gesto, ogni parola, ogni modo di fare sarà mentale e mai di cuore. Tutto volgerà all’appagamento dell’Ego che è diventato forte, ha dovuto trasformarsi in granito e oggi ci governa come un padrone. Non importa se ci si arrampica sui vetri, se si nega l’evidenza, se si raccontano bugie, non importante, l’importante è – uscirne in piedi -.

Si pensi che alcuni addirittura non danno mai ragione agli altri proprio per creare una sorta di sfida continua attraverso la quale possono riconoscersi e riconoscere di esistere.

“Sto sfidando, sto colpendo, sto incassando, ho un nemico davanti ma comunque ho QUALCUNO CHE MI STA VEDENDO”. Ecco. Qualcuno che li veda. Perché poche volte si sono sentiti visti e, di conseguenza, amati.

Ricordo che anni fa tenevo un bambino il quale mi faceva disperare apposta pur di attirare la mia attenzione. Preferiva la sgridata all’indifferenza e quando me ne accordi si quietò ma questa è una cosa che saprete tutti e tutti avrete vissuto. Sembra banale ma è meno banale se la si prende e la si trasporta su un soggetto adulto al quale questa fase non è ultimata e non deve ultimare.

Non ce la fanno ad essere visti scegliendo l’amore come strumento perché proprio l’amore è stata quella cosa che più ha fatto male loro senza pietà.

Non vi sto dicendo che dovete sopportare chi si comporta così, ne giustificarlo, ma forse ora potrete farvi meno rabbia voi. Parlo di collera intrinseca. Quella esterna, che riescono a smuovervi, fatela pure uscire se vi serve ma dentro, non odiate – c’è bisogno d’amore per Dio – (Sugar Fornaciari).

Prosit!

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Cambia le Sinapsi – parte 1°

Questo è un lungo argomento perciò lo dividerò in due articoli. In questo, il primo, avrete la spiegazione di come stanno le cose e nel secondo degli esercizi per riuscire a diventare padroni di se stessi e vivere decisamente meglio, senza essere vittime dei propri pensieri che, spesso, assillano. Educare la mente ad essere una nostra valida aiutante e un buon mezzo, e non all’incontrario, essere noi, suoi schiavi.

NUOVI PENSIERI

Ma si! Che ci vuole?

Il tuo ragazzo ti ha lasciata? Tua moglie ti ha tradito? Tua madre ti ha sgridato ingiustamente? Uno sconosciuto ti ha fatto fare una pessima figura davanti a tutto il paese? Questi episodi, quando diventano ricordi, assillano e rovinano la vita. Vorremmo dimenticarli, non pensarci più. A volte sono così presenti, tremendi e consueti che vorremmo addirittura staccarci la testa per non pensare. Staccarsi la testa però potrebbe essere pericoloso e allora torna comodo un altro metodo: quello di modificare le sinapsi del cervello. O meglio, modificarne il percorso. Non ci vuole nulla! È un gioco da ragazzi! È semplicissimo! È… è…. è una tragedia! Ecco cos’è! È una delle cose più difficili che un essere umano possa riuscire a fare. Ma, senza scherzare più, andiamo con ordine. Innanzi tutto cosa sono le sinapsi? E perché modificando loro possiamo vivere meglio? Lo spiegherò in modo semplicissimo spero che nessun neurochirurgo legga! Ma voglio sia comprensibile a chiunque.

Le sinapsi sono delle connessioni che permettono una comunicazione tra neurone e neurone o tra neurone e altre cellule. In pratica, il determinato messaggio, riesce a passare nel tessuto nervoso proprio grazie alle sinapsi. Esse sono dapprima elettriche e poi diventano chimiche come se il messaggio diventasse concreto e può così accedere, fisicamente, al luogo che lo sta aspettando. L’input quindi arriva e parte poi l’informazione. Nel cervello, come già vi avevo spiegato qui https://prositvita.wordpress.com/2018/04/20/erezione-maschile-e-cervello-in-vasca/ , la maggior parte dei messaggi prende dei percorsi chiamati “percorsi facilitati” (ossia già vissuti) in modo totalmente abitudinario. Stiamo parlando di informazioni che passano dal quel dato “sentiero neurale” milioni e milioni di volte nell’arco della nostra vita o di un solo periodo di essa. Il cervello non trasforma niente se non siamo noi a cambiare e nemmeno le sinapsi che condurranno quel messaggio sempre nella stessa direzione.

Questo, quando accade troppo spesso, diventa OSSESSIONE ma non è colpa di nessuno, semplicemente un procedimento normale che avviene chimicamente e, possiamo dire, “fisicamente” in noi. Così funziona anche la memorizzazione e quindi i ricordi. Hanno la loro tana, anch’essa facilitata, comoda, e di lì non si schiodano. E’ la nostra reazione ad essere sempre la stessa quando qualche avvenimento lo colleghiamo ad un avvenimento precedente (es. trauma). Avvenimento, o persona, o situazione, o cosa, etc… E’ comunque la nostra volontà, anche se non ce ne rendiamo conto e non lo facciamo apposta, a permettere tutto questo. Possiamo però fare anche qualcosa di diverso ma, ogni cosa a suo tempo, continuate a leggere. Ho affermato il tutto semplificando molto un procedimento in realtà parecchio complesso spero sia stato chiaro.

COME COZZE APPICCICATE ALLO SCOGLIO

Bene. Se ne deduce quindi che un pensiero (un ricordo) rimane lì e siamo noi stessi, nutrendolo, a dargli forza, sostanza e… onnipresenza. Avete presente le ossessioni che citavo prima? Sarà capitato a tutti di dire – Non riesco a non pensarci. Non riesco a togliermelo dalla testa! -.

I pensieri generano le emozioni. Cioè, se io ricordo una violenza subita, rivivro’ le emozioni di terrore, paura e angoscia di quel giorno. Il senso di nullità, la voglia di vendetta, etc… tutto questo ci fa vivere bene? Assolutamente no. Ma non solo. Diversi traumi, subiti da bambini, li riviviamo in eventi che noi consideriamo simili anche nell’età adulta nonostante non abbiano nulla a che vedere con l’evento subito. In qualche modo, per noi, e soprattutto per i nostri meccanismi di difesa, ci “assomigliano” e reagiamo alla stessa maniera. L’emozione madre si scatena sempre allo stesso modo e le pulsioni saranno dello stesso tipo.

Come dicevo, modificare un pensiero e quindi dimenticarlo, è superdifficile. Sta abbarbicato come un koala ad un eucalipto senza smuoversi neanche di un millimetro, ma noi non abbiamo più voglia di fare gli alberi da appoggio e quindi andiamo alla ricerca di soluzioni. Perché sì, ci sono le soluzioni. Finalmente una buona notizia. Il dramma è nel metterle in pratica ma ne parleremo.

Vedete, il nostro cervello è abitudinario a livello cronico, pertanto, se noi gli abbiamo sempre fatto pensare al verde ora sono cavoli amari convincerlo a focalizzarsi sul rosso, o comunque, al verde, non pensare più.

21 GIORNI… ALL’ALBA

I grandi esperti dicono che per modificare una sinapsi ci vogliono 21 giorni. Facciamo un esempio pratico. Se io guido una macchina normale e quindi sono abituata ad usare la frizione, nel momento in cui acquisto un’auto automatica, il mio piede sinistro impiegherà 21 giorni (circa) per disabituarsi dal premere il pedale della frizione. Quindi, se un brutto ricordo mi assilla, dovrei impiegare 21 giorni per eliminarlo, così come l’abitudine del piede sinistro. Ma dobbiamo dargli il nuovo “sistema” ossia dobbiamo dare al nostro cervello una “macchina automatica”. Creare il cambiamento nuovo al quale può aggrapparsi mollando il vecchio.

Se perciò mi viene alla mente quella determinata cosa che mi fa male, per mandarla via, mi dovro’ sforzare a pensarne un’altra. Il pensiero rivolto ad un ex compagno, ad esempio, diverrà il pensiero rivolto ad un blog, o ad un amico, o a una cosa che piace, o ad un lavoro. Dobbiamo cioè creare UN’ASSOCIAZIONE DI PENSIERO. Quella cosa nuova (che dovrà essere “bella”) verrà correlata all’ ex e, man mano che passano i giorni, ogni volta che il pensiero cadrà sul non più partner, automaticamente, si inizierà a pensare a quell’altra cosa. Via il pensiero via il dolore, o il fastidio, o altro. La nuova riflessione può essere dirottata ad un qualcosa di non ancora accaduto, fantasticando attimi magnifici, o a qualcosa di già successo che riporta a splendide emozioni. Praticamente stiamo creando una nuova sinapsi e, piano piano, quella piccola nuova comunicazione scaverà un nuovo percorso da intraprendere e seguire, poi lo inizierà, si abituerà a quello e passerà sempre di lì. Vi dimenticherete così l’ex compagno (certo non del tutto, la memoria l’avrete sempre, ma cambieranno gli stati emozionali correlati al percorso di prima). Non è questione di menefreghismo è un qualcosa di biologico. Il nostro cervello funziona così. So che non è buono essere rivolti al passato o al futuro ma, vivere il “Qui e Ora” e fare la Presenza, lo sospenderei un attimo, per il momento, come discorso. Un passo alla volta. Oggi parliamo di sinapsi, poi parleremo del vivere l'”Adesso”.

Torniamo a prima, insomma che, detta così, sembra semplice ma non lo è per niente. Ricordatevi che sono koala, anzi chewing gum, anzi cozze! E sappiate che, mentre il cervello sta ai vostri ordini, la mente invece cercherà sempre di remarvi contro. Cosa gli abbiamo fatto di male a sta mente poi, un giorno, qualcuno me lo deve spiegare eh?

Comunque, dicevo, non è facile. Bisogna quindi usare al meglio gli esercizi adatti.

ALLENARSI.

Bene, per il momento mi fermerei qui. Nel prossimo articolo leggerete degli esercizi che io personalmente ho trovato utili e interessanti. Funzionano e quindi ve li racconterò. Intanto provate a pensare se avete anche voi pensieri che, troppo spesso, passano per sentieri che vorreste modificare.

Prosit!

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A modo mio: Interpretazione del Nr. 4 nella Bibbia

Dal vangelo secondo Meg 5° – niente di religioso ma di molto curioso

Quando ero più giovane mi è capitato spesso di sentire esclamazioni di vario genere nei confronti della famosa citazione che riguardava Gesù quando stette –…40 giorni e 40 notti nel deserto… -.

Ma come può un uomo sopravvivere per tutto questo tempo, addirittura pare, senza bere né mangiare, in un luogo come il deserto? Condizioni veramente estreme… è ovvio, sono state scelte apposta per sottolineare la resistenza del Messia alle tentazioni a cui il Diavolo lo sottopose.

Per indicare la forza e la fede del Cristo che non si è lasciato abbattere dalla paura e dall’angoscia. Ma di questo interessante discorso ne parleremo un’altra volta (c’è tanto da sapere anche dietro questo palcoscenico), oggi, volevo invece presentarvi il Numero 4.

Ebbene, occorre sapere che i numeri biblici hanno in realtà un significato tutto loro e vengono utilizzati, o meglio venivano utilizzati, per comprendere altre cose oppure lassi di tempo. Il nr. 4, infatti, (e quindi anche 40, 44, 400, 4.000…) andrebbe tradotto proprio come “per un po’ di tempo”, “per qualche giorno” e, detto questo, già ci si chiarificano molto le idee e ci si apre un mondo.

Alcuni affermano che, in realtà, il numero che rappresenta questa definizione, è il nr. 5 e voglio aggiungere questo particolare proprio per far capire quanta confusione ci sia in queste traduzioni. Nel senso che, intendo suggerirvi come, prima di credere ciecamente ad un qualcosa, serve informarsi e, spesso, anche informandosi, non si ottengono le giuste risposte. E’ sempre bene mettere in dubbio le cose. Nemmeno io posso affermare con certezza di aver ragione dicendo che era il nr. 4 piuttosto che il 5 ma, così pare essere e, al di là di tutto, desideravo farvi comprendere quanti piccoli e grandi segreti esistono dietro a dei Testi, considerati Sacri, che sacri lo sono davvero, ma che mai ci hanno tradotto come dovevano essere tradotti.

Da come avete già capito quindi, Gesù stette nel deserto solo per qualche giorno ma, essendo che il nr. 4 simboleggia anche la totalità del Cosmo, si può percepire come, in un luogo come il deserto, senza nessuno, senza nessun tipo di “inquinamento esterno”, da solo con se stesso, Gesù potè trovare e sprofondare ancora di più in una connessione totale con se stesso e l’Universo perché, come la Bibbia stessa dice, l’Universo è dentro di noi. Noi siamo l’Universo, fuori di noi nulla esiste, nel senso che noi stessi ci creiamo la realtà.

Il nr. 4 rappresentando l’intero Cosmo e tutte le forze a lui appartenenti, rappresenta così il Tutto.

4 infatti sono i punti cardinali, 4 gli elementi, 4 gli evangelisti e molte altre anche cose a far comprendere che la Terra, tutta, è la completezza, è il vero Paradiso, è il Regno di Dio. Perché, in realtà, il Regno di Dio è dentro di noi. Non lo si trova da nessun’altra parte, ne’ in cielo, ne’ in qualche isola fantastica dei tropici. E’ dove viviamo, perché è nel nostro cuore e se non stiamo bene con noi stessi, non troveremmo questa beatitudine in nessun punto del creato, né nel nostro mondo, né in nessun altro pianeta disperso in qualche altra galassia.

E’ già tutto dentro di noi.

Da un numero apparentemente semplice si scoprono cose non solo interessanti ma infinite che aprono porte su discorsi che portano ad altri argomenti e così via, senza finire mai. E’ bellissimo, è istruttivo ma, soprattutto, è alla base di quello che dovrebbe essere la conoscenza nei confronti della nostra esistenza. E purtroppo, questo tipo di istruzione, senza fare polemica alcuna, ci è spesso stata negata.

Tra l’altro, l’assurdità del riuscire a stare 40 giorni e 40 notti nel deserto, in quel modo, ha fatto arrivare un messaggio impossibile da credere, anche se si parla di un individuo che è riuscito a camminare sull’acqua, di questo miracolo avevo già scritto qui https://prositvita.wordpress.com/2017/01/20/a-modo-mio-interpretazione-di-uomo-di-poca-fede-perche-hai-dubitato/ pertanto, la gente di oggi, incredula e più aperta rispetto alla gente di un tempo, si è allontanata dall’imparare quella che poteva essere una splendida lezione di saggezza anziché avvicinarcisi.

Sua è la colpa di non aver approfondito il discorso ma è anche vero che non tutti hanno la capacità di capire che forse occorre andare in fondo. Non voglio offendere nessuno. Sto parlando di fiducia. Se io ho fede in quello che mi viene detto perché credo in colui che parla non penso di dover andare a constatare se ciò che mi sta dicendo è vero. Invece è così. Il mettere in dubbio può essere utile. Soltanto dopo avere la certezza e la conoscenza di come certe cose funzionano, si può andare esclusivamente di fede. Perché è proprio la fede estrema che ci permette di ottenere ciò che vogliamo.

Istruitevi sempre. Abbiatene la voglia. Se non capite chiedete ma aprite le vostre menti. Rimanendo nell’”ignoranza”, nel senso di ignorare, si rimane al buio e non si vedrà mai la vera luce.

Prosit!

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