Problemi… ehm… al culetto

Sono in tanti a soffrire di questi disturbi e sono in tanti, spesso, a non dire nulla per imbarazzo. Mi riferisco a Emorroidi e Ragadi che si formano nella zona dell’Ano e possono essere dolorosissime.

Come sempre, possono essere molte le cause che permettono a questi fastidi di nascere e rovinarci le giornate, prima fra tutte l’alimentazione ma anche sforzi eseguiti durante attività sportive o lavori vari, oppure persino alcuni indumenti indossati.

Noi però andremo a conoscere un’ulteriore causa, quella più intrinseca, più intima, quella che ci traduce il messaggio portato da queste che definiamo “seccature”, le quali, non viaggiano per forza in coppia ma, in questo articolo, le descrivo entrambe anche perché sono comunque strettamente collegate tra loro.

EMORROIDI: Stai forse vivendo una situazione che non ti piace, nella quale stai fermo lì, senza fare niente per cambiarla? Detta così sembrerebbe uguale ad un irrigidimento muscolare ma la differenza c’è se scendiamo più in profondità. Infatti, se per quanto riguarda l’irrigidimento muscolare stiamo fermi, veramente bloccati, per paura di prendere una decisione o senza voler osservare ulteriori soluzioni, con un senso di spegnimento e di stasi al nostro interno, in caso di Emorroidi invece c’è, in realtà, dentro di noi, frenesia. Per tanto c’è l’impossibilità a sedersi, a rilassarsi, nei confronti di quella situazione. Vorremmo fare, ma i nostri schemi mentali ce lo impediscono. L’orgoglio ad esempio, o la vergogna, o ancora la sensazione del non saper come fare e del perdere credito nei nostri stessi confronti.

Al contrario della contrattura muscolare, di idee in questo caso ce ne vengono tante, conosciamo bene quale sarebbe la soluzione che ci “libererebbe” ma, associamo ad essa, una risposta negativa che non ci piace. Che ci sembra impossibile compiere. La situazione che stiamo vivendo non riusciamo a godercela appieno, in quanto, abbiamo timore ad agire in ogni modo e allora stiamo fermi ed ecco spuntare le Emorroidi che ci dicono – Muoviti! Non puoi sederti! Te lo impediamo! Non senti quanta creatività c’è in te? Stai creando varie risposte, varie azioni ma non ne porti a termine neanche una! -. Spesso infatti le Emorroidi nascono quando si prova un dolce sentimento per una persona ma si è obbligati a stare con un’altra per vari motivi. O addirittura quando ci impuntiamo nel voler stare con un partner che però non ci da quello che vorremmo, e capiamo bene non essere la persona adatta a noi, ma non riusciamo a staccarci da lui/lei. La nostra parte intrinseca scalpita ed ecco nascere il dolore non solo più interno e psicologico ma adesso anche fisico. Oppure vorremmo fare un altro mestiere ma siamo obbligati a condurre, quotidianamente, una professione che ci logora e ci deprime. E ingoiamo, ingoiamo, ogni giorno, tutto ciò che di questa situazione non ci piace. Tutto quello che mandiamo giù, proprio come il cibo, da qualche parte dovrà pur ben uscire no? E infatti esce, ma a modo suo, causando seri problemi proprio lì, nel nostro sedere. Le Emorroidi infatti indicano anche la paura nei confronti delle scadenze di qualsiasi tipo. E, anche la parola “scadenza”, simboleggia una sorta di “fine/conclusione”. Si rimane incollati lì, con la preoccupazione del lasciar andare, del fregarsene e scegliere cosa per noi è più propizio e potrebbe renderci più felici.

RAGADI: Collegate appunto alle Emorroidi, e vi consiglio di tener presente tutte e due queste spiegazioni anche se uno di questi malesseri non l’avete, indicano la sensazione del vacillare tra due situazioni senza poter prendere una decisione e allora si decide di stare con il “piede in due scarpe”. Non vogliamo rinunciare ne’ a una, ne’ all’altra delle due cose per paura, per bisogno o per vari motivi. E questo ci fa arrabbiare, può farci sentire sporchi, disonesti, oppure senza midollo, o inetti, attanagliati dal timore.

Si rimane ancorati ad un qualcosa che continua ad appartenere al passato (anche se si tratta di pochi giorni è sempre passato) e non si riesce ad eliminare tutto ciò che ci fa del male. E’ come trattenere le “scorie”, a causa della preoccupazione, le quali, dopo un po’ imputridiscono e causano lacerazioni o ulcere nella zona dell’Ano. E spunta la rabbia data dall’infiammazione e la perdita della gioia data dal sanguinamento. Ricordo di un padre che soffriva spesso di Ragadi. Dava ragione alla compagna quando questa sgridava i figli ma poi, in privata sede, spiegava ai figli cose che andavano nella strada opposta rispetto a quello che aveva detto la loro mamma. Lui non riusciva a contrariare la moglie ma nemmeno voleva che i figli credessero ciò che lui riteneva falso. Così facendo pensava di mantenere stabili e perfette entrambe le situazioni ed entrambi i rapporti ma, la sua natura, sapeva bene che tutto ciò era sbagliato e nutrito soltanto dalla paura che lui provava nell’affrontare la moglie. Pertanto, ecco lo spuntare delle Ragadi.

L’Ano indica la fine di un processo esattamente come avviene fisicamente al termine del sistema digerente dove tutto ciò che è considerato “di scarto” e quindi inutile, nocivo, di troppo, etc… deve essere espulso dal nostro organismo. Solo la parte sana e nutritiva resta all’interno di noi e viene assimilata. Allo stesso modo, nella Psicosomatica, si intende individuare il momento in cui, la conclusione di una situazione non avviene o avviene in malo modo, attraverso proprio le Emorroidi e le Ragadi.

Come ho accennato prima, questi fastidi insorgono anche quando si sta seduti senza fare nulla a causa di orgoglio, superbia, potere o imposizione. Le persone infatti sempre convinte di avere ragione o in attesa che sia sempre l’altro a fare il primo passo, possono soffrire maggiormente di questi disturbi. Dico questo perché solitamente si pensa a messaggi dati dalle nostre malattie inerenti sovente a emozioni di paura, angoscia, tristezza, rabbia… etc… invece sono tanti i comportamenti errati che abbiamo nei confronti di noi stessi e dell’altro e non sempre vanno visti dal lato passivo ma a volte anche attivo dove, per attivo, si può intendere anche il decidere di non agire come presa di posizione. Ma dentro di noi qualcosa si agita. E’ utile quindi lasciar andare l’eventuale rancore, o l’eventuale presunzione e scendere di un gradino dove si può così vedere la voglia di dare, di offrire, a se stessi e all’altro, quel qualcosa che può far sorridere.

Pertanto, non rimanere fermo, seduto comodamente, ma alzati per regalare qualcosa soprattutto a te stesso e a chi lo merita. Realizza ciò che sei capace a fare ma che trattieni per non mostrare troppo di te. Impara a sorprendere te stesso e gli altri con la tua creazione. Hai un fuoco enorme dentro, che ti sta incendiando (lo sottolinea l’infiammazione) è il fuoco del creare, fallo uscire. Scalda, illumina, corrobora la tua persona e chi ti sta intorno. Puoi farlo, sei magnifico! Non lasciare tutto lì, a marcire, nascosto nell’anfratto più celato che hai.

Prosit!

photo meteoweb.eu – donnaclick.it – aoristicamente.com – studiocataldi.it – wikihow.it – it.dreamstrime.com – maldamore.it – benessereblog.it

Se hai il Torcicollo, “Sii Acqua, Amico Mio”

Quando abbiamo il Torcicollo ci limitiamo a dire che abbiamo dormito male e basta. Punto. Non si va oltre. Al massimo, in alcuni casi, possiamo giungere alla conclusione che, il giorno prima, abbiamo preso un colpo d’aria ma ci si ferma lì, senza comprendere nessun messaggio, senza neanche pensare all’esistenza di un eventuale messaggio.

E se invece, anche il Torcicollo, pur tenendo conto della parte fisica, volesse suggerirci qualcosa come tutti gli altri malesseri?

Facciamo così, proviamo a vedere cosa intende dirci e poi valutiamo. Ci ritroveremmo comunque ad avere più strumenti per poter analizzare la situazione nel caso volessimo farlo.

Bene. Un consiglio, infatti, il Torcicollo vuole darcelo eccome… ma prima vediamo cos’è fisicamente il Torcicollo.

Si tratta di una contrattura, ossia un irrigidimento o contrazione, muscolare. In questo caso si parla delle fasce muscolari del collo e della testa naturalmente. Una contrattura è dolente poiché non permette al muscolo l’elasticità giusta affinché esso possa muoversi seguendo i nostri movimenti e noi percepiamo il dolore. Così come ogni disturbo porta con sé un messaggio, anche ogni zona del nostro corpo riporta un’informazione particolare e ben circoscritta.

Avendo parlato di irrigidimento dei tessuti già si capisce come anche a livello mentale ci sia una sorta di rigidità. Cioè poca elasticità mentale che non significa generale ma magari inerente ad una data e precisa situazione. Ad esempio il non voler cambiare opinione su una persona, oppure non voler cambiare idea su una determinata cosa, o non voler provare nuove soluzioni inerenti ad un evento. Questo è generico e tratta ogni tipo di irrigidimento in ogni punto del corpo ma se avviene nel collo si aggiunge ad esso l’insegnamento del: ho paura a fronteggiare una determinata situazione.

Il collo regge la testa e la testa è quella parte che deve sempre andare “alta” e fiera (“a testa alta”). Vuol dire avere dignità, essere giudicati bene dagli altri, avere la coscienza pulita, poter dormire tranquilli. Significa aver sempre preso nella vita soluzioni che ci hanno portato ad essere ben visti da tutti e, quindi, non vogliamo sgarrare e sporcare la nostra reputazione.

Il detto – picchiarci di muso – lo spiega bene. Senza accorgercene affrontiamo le situazioni della vita proprio con la testa, sia perché ragioniamo e valutiamo con la mente ma anche perché il viso rimane esposto, sempre, verso il mondo. Il viso contiene gli occhi con i quali vediamo la situazione, contiene le orecchie con le quali sentiamo i rumori che ci circondano, contiene il naso attraverso il quale respiriamo non solo l’ossigeno ma la vita stessa, contiene il cervello con il quale prendiamo le decisioni, contiene la bocca con la quale rispondiamo alle situazioni… insomma, contiene tutto quello che usiamo per far fronte ad un evento.

E’ comprensibile ora come, proprio la rigidità dei muscoli del collo/testa, ci fa capire come non vogliamo reagire nei confronti di quell’avvenimento.

Non c’è fluidità in noi. Non siamo come quello che consiglia Bruce Lee in una sua famosa citazione:

Non essere un’unica forma, adattala e costruiscila su te stesso e lasciala crescere: sii come l’acqua. Libera la tua mente, sii informe, senza limiti come l’acqua. Se metti l’acqua in una tazza, lei diventa una tazza. Se la metti in una bottiglia, lei diventa una bottiglia. Se la metti in una teiera, lei diventa la teiera. L’acqua può fluire, o può distruggere. Sii acqua, amico mio -.

L’acqua, che durante il suo percorso incontra uno scoglio, lo supera cambiando forma e tornando quella che era. O lo scavalca. Lo avvolge. In modo sciolto, continua il suo andare. E’ in azione perpetua. L’acqua stagnante si imputridisce. Si consuma, evapora. Si sporca. Perde la sua purezza.

Agisci, crea, muoviti, rimani sempre a danzare in connessione al movimento vitale e cosmico dell’esistenza. Non farti fermare da una situazione. Non lasciarti bloccare dalla paura. La rigidità è proprio un blocco.

Lasciati andare, non essere testardo e cocciuto, fermo nella tua decisione che può essere proprio quella di non voler fare passi o di non misurare nuove idee e soluzioni. La testardaggine (che deriva proprio dalla parola testa) significa appunto – testa bloccata -, ferma lì, su quel punto e, una bella mattina, ti svegli con il Torcicollo o con un dolore forte alla base della nuca e pensi sia solo colpa del cuscino o del gatto che ti ha obbligato, col suo fare supponente, a dormire in una posizione per te scomoda.

Rifletti. Questo è il mio consiglio. Cambia pure il guanciale e non permettere al tuo gatto di salire sul letto (non ci riuscirai mai!) ma dopo, preoccupati di chiederti se stai vivendo una situazione che, in qualche modo, ti attanaglia. C’è qualcuno che non sopporti più? C’è qualcosa che ti preoccupa? C’è tuo figlio che ti ha chiesto una cosa nuova e non sai che pesci pigliare? Pensa. E poi lascia andare. Tranquillizzati e prova ad aprire la tua mente alla ricerca di nuovi orizzonti. Potresti scoprire risposte utili e sagge, perfette per quello che stai vivendo e che per non voglia, o per paura, o perché a te sconosciute non hai mai preso in considerazione.

Prosit!

photo viversani.club – edenkert.hu – punti.trigger.com – stateofmind.it – expres.cz – galleriafotocreativa.com – rossovenexiano.com

Ad esempio la Gengivite – l’Alimentazione non c’entra mai nulla… Bah!

E’ strana questa cosa, ci formiamo attraverso quello che mangiamo (non solo ma soprattutto), siamo quello che mangiamo, i tessuti, le cellule del nostro corpo, sono alimentati dal sangue e il sangue è composto da quello di cui ci nutriamo però, questa alimentazione, non viene mai presa in considerazione. Hai un tumore? Sarà perché fumi. Se non fumi e’ sfiga. Hai una gastrite? Troppa rabbia. Hai le emorroidi? Stai troppo tempo seduto. Hai un eczema sulla pelle? E’ sicuramente ereditario.

Scusate ma questo è intollerabile a mio avviso.

In ultimo, tempo fa, ad una mia amica è venuta una Gengivite. Ahi che male! Sapevo bene cosa avrebbe dovuto fare ma non sapevo quanti giorni le potesse durare quel dolore (come me, non è una che sopporta volentieri il male). Così, vado alla ricerca di qualche sito interessante che mi pronosticasse, all’incirca, per quanto tempo ancora avrebbe dovuto “soffrire”… povera tapina!

Non fatelo se non siete all’altezza del comprendere quello che andrete a leggere; su internet purtroppo ci sono scritte tante cose interessanti e utili ma anche tante sciocchezze errate e che spaventano inutilmente.

Detto questo, m’imbatto in una specie di forum dove le domande inerenti alla Gengivite fioccavano in gran quantità con tanto di risposte da parte di medici sia generici che dentisti. Ebbene, lo devo dire, mi devo sfogare… leggere che… “l’alimentazione non c’entra un fico secco” mi ha fatto arrabbiare. Proprio queste erano le parole.

Allora, facciamo ordine senza inalberarci. Punto primo: che cos’è la Gengivite? (Ora vi trascriverò quello che si legge su Wikipedia tanto ho visto che sono le stesse frasi in diversi siti e le reputo anche abbastanza esatte pur non essendo un medico)

Per Gengivite si intende un’infiammazione dei tessuti gengivali caratterizzata da gonfiore, arrossamento, calore e sanguinamento conseguenti all’accumulo di placca. La malattia è reversibile dopo rimozione delle cause responsabili. Tutte le specie batteriche che compongono la placca, depositandosi sulle superfici dure del dente, possono causare la patologia. Quindi tutte le cause che possono favorire l’accumulo della placca sono cofattori associati alla gengivite. Possono essere:

  • anomalie morfologiche o strutturali dei denti, come le perle di smalto
  • fratture radicolari
  • ricostruzioni dentali incongrue. 

Perdonatemi ma… la placca, primo motivo, non è però l’unico. La mia amica si lava i denti regolarmente (senza esagerare), usa il filo interdentale, sciacqua la sua bocca con un colluttorio preparato da lei con sostanze naturali ed effettua la pulizia dentale, con detartrasi, dal dentista, una o due volte all’anno. (Come mai c’è gente che dice che se mangia gran quantitativi di salame, ad esempio, gli si infiammano le gengive?). Guarda caso, la mia amica, ha confessato che nei giorni di Pasqua, e in quelli antecedenti alle feste, aveva pasticciato parecchio col cibo lasciandosi tentare da parecchie golosità. In qualsiasi caso di infiammazione, il sangue forse non c’entra? Il sangue che passa in quella zona infiammata è un sangue pulito e ricco di sostanze nutritive? Ma andiamo avanti.

Anche alcuni ormoni possono favorire e soprattutto esacerbare la gengivite: prove scientifiche hanno dimostrato l’importanza dei livelli dei cosiddetti ormoni sessuali: androgeni, estrogeni, progesterone.

Bene, cosa forma i nostri ormoni?………L’aria… sicuramente è l’aria a nutrirli mica il cibo!

La malnutrizione continua ad essere causa di gengiviti nei paesi in via di sviluppo: in particolar modo la carenza di vitamina C che porta allo scorbuto, ma anche di vitamina A, B2 e B12, favoriscono la gengivite. Vari farmaci, appartenenti ai gruppi degli anticonvulsivanti, immunosoppressori, antipertensivi possono causare modificazioni gengivali caratterizzate da un ispessimento abnorme (iperplasia).  

Naturalmente, anche le vitamine stanno nell’aria… Se volete assumere vitamine respirate a bocca aperta! Tsè! Che idiozie.

L’accumulo di placca lungo il margine gengivale scatena una reazione infiammatoria dei tessuti molli. I batteri responsabili sono perlopiù cocchi e bastoncelli Gram positivi anaerobi facoltativi (streptococchi e actinomiceti). Il tartaro non sembra svolgere un’azione diretta contro la gengiva, ma favorendo l’adesione e l’accumulo batterico generalmente aggrava il quadro clinico. Il deposito di batteri sulle superfici dentali è da solo responsabile dell’infiammazione. Già dopo le prime 24 ore l’epitelio orale è stimolato dai microbi a produrre mediatori proinfiammatori: aumenta la pressione sanguigna locale e la permeabilità vasale, si forma un essudato con le cellule di difesa polimorfonucleate che raggiungono la sede dell’infiammazione e si accumulano nella regione del solco gengivale. I primi segni clinici si riscontrano dopo circa 7 giorni, quando oltre ai polimorfonucleati la zona è raggiunta anche dai globuli bianchi, ed inizia la degenerazione dei fibroblasti (probabilmente per morte cellulare) che sono responsabili della compattezza del tessuto gengivale. Il gonfiore aumenta gradualmente, fino a quando non viene rimosso lo stimolo. Superato un tempo limite, variabile in funzione del sistema immunitario dell’individuo e dell’aggressività delle specie batteriche coinvolte, la gengivite reversibile sfocia in parodontite irreversibile, in quanto l’infiammazione non è più contenuta nella gengiva bensì coinvolge tutti i tessuti parodontali. Le gengiviti da farmaci determinano l’ispessimento gengivale anche in una dentizione relativamente priva di placca; comportano comunque difficoltà al mantenimento dell’igiene orale, e la presenza di placca concomitante determina un peggioramento del quadro clinico.

 

Oh! Molto bene, mi sembra stia entrando in gioco l’apparato immunitario. E cosa rinforza il nostro apparato immunitario? Tanto cose, lo so. Evitare lo stress ad esempio, evitare di sottoporre il nostro fisico a sbalzi termici troppo repentini, etc, etc… ma forse, e dico forse, non è che questo apparato immunitario, in grado di combattere e tenere a bada i batteri, lo si rinforza anche con un’alimentazione sana e adatta? No eh?

E il medico che ha stabilito, come molti altri, che “l’alimentazione non c’entra un fico secco”, mi sta forse dicendo, indirettamente, che se ho una Gengivite posso quindi tranquillamente bere bevande gassate e colorate o mangiare insaccati tanto… l’alimentazione non ha nulla a che vedere con le mie gengive? Se l’apparato immunitario della mia amica fosse stato forte e in vigore, sarebbero riusciti i batteri a svolgere e a portare a buon fine il loro lavoro? Ora, non voglio fare dell’assolutismo. Capita anche dopo un’accurata pulizia dei denti di rimanere vittime di una Gengivite, a causa di gengive sensibili probabilmente, ma escludere così spesso l’alimentazione da ogni ambito mi pare eccessivo dall’altra parte.

Per fortuna non tutti i medici sono così, ma ho voluto approfittare di questa occasione per parlare di quanto, anche in medicina purtroppo, l’alimentazione sia sottovalutata. Non sottovalutatela anche voi. Usatela come il migliore dei medicinali per guarire e anche come prevenzione.

E’ importantissima.

E poi, a chi interessa, aggiungo che la Gengivite, in psicosomatica, intende suggerire che si ha difficoltà nel prendere delle decisioni. La paura blocca le scelte e, anziché buttarsi in nuove vie, si rimane fermi per timore. Questa cosa, inconsciamente, fa anche arrabbiare (infiammazione = rabbia) e sfocia nelle gengive. Perciò, se soffrite di questo problema, provate a rasserenarvi e a scegliere senza paura le strade da percorrere.

Prosit!

photo meteoweb.eu – infiammazione.com – elettrostimolazionemuscolare.it – sballatidisalute.it – sempreinalto.it – overplace.com – spesalcentro.it – loadtrainers.com – focusmedico.it – centrodent.it

Problemi e Indecisioni – I Metodi Di Bob Marley e Maria Montessori

Sono convinta che durante i momenti di indecisione in realtà il nostro inconscio, il nostro cuore e la nostra parte spirituale sanno già cosa scegliere. Avete presente quei momenti in cui non riusciamo a realizzare quale sia la strada giusta? Quelle situazioni magari in cui uno ci dice di fare una cosa e un altro ci consiglia l’esatto contrario? Tutte e due le motivazioni fornite possono essere valide ma noi non sappiamo comunque che pesci pigliare, oppure ancora, potremmo non ritenerle giuste nessuna delle due. A Bob Marley viene affidata questa citazione – Quando sei davanti a due decisioni, lancia in aria una moneta. Non perché farà la scelta giusta al posto tuo, ma perché, nell’esatto momento in cui essa è in aria, saprai improvvisamente in cosa stai sperando di più -.

BmX7J-ZCMAArNhh

Trovo questa frase esatta perché, come ho detto, sono convinta che la scelta risieda già in noi, ci sta già parlando, ci sta già rispondendo, solo che spesso non riusciamo a sentirla. Bisognerebbe concentrarsi e riuscire ad ascoltarci di più ma è difficile edulcorati e inquinati da tutto ciò che ci circonda e, nel tal caso, in principal modo, proprio dalle eventuali conseguenze della decisione che dobbiamo prendere. Ma Bob Marley lo sapeva, si conosce.

36589_10151614824990757_468584728_n

A mio avviso e a modo suo si ascoltava. E’ proprio per questo che dovremmo suddividere. Ricordate quando a scuola ci facevano fare l’analisi logica? Dovevamo dividere un periodo e dare un significato grammaticale alle parole: soggetto, predicato verbale, complemento, etc… Ebbene, con la nostra indecisione dovremmo fare un po’ la stessa cosa, vale a dire, scindere i vari momenti. Incondizionatamente, quando pensiamo alla scelta, pensiamo anche, senza rendercene conto, alla conseguenza. Dovremmo invece realizzare la conseguenza successivamente e appartata e non come un filo conduttore della decisione, perché altrimenti ce la intorbidisce. Questo ci rende più consapevoli di quello che abbiamo preferito fare e non passerà inosservato come semplice esito per andare però poi a risiedere nell’inconscio e rimanere lì, a rovinare (nel caso di una scelta che danneggia noi stessi), la nostra parte più intrinseca.

Indecisione

Bisogna riconoscere bene, ciò per il quale abbiamo optato cosicchè, nel caso ci accorgessimo di aver fatto un errore, o meglio, una scelta non positiva, possiamo elaborarla, mandarla via (da noi – distaccarcene) e magari non ripeterla più. Focalizziamoci su cosa dobbiamo o non dobbiamo fare e basta. Senza pensare a null’altro. E’ un esercizio. So bene che a volte le nostre preferenze cadono proprio in base alla conseguenza che ne riportano, ma non deve diventare un’abitudine non considerata che scivola in sordina. Io devo decidere se andare o meno a cena con dei colleghi che mi hanno invitata. Se non vado, essi si offendono. La domanda dev’essere: – Cosa voglio fare? – E non, – Cosa devo fare per non offenderli? -. Ora, io andrò comunque con loro per non farli rimanere male ma, così ragionando, ho ben decodificato nel mio cervello cosa IO ho scelto di fare, anche se in base al volere di altri. Sembra la medesima cosa ma così non è. Il risultato sarà lo stesso ma, come ripeto, questo piccolo stratagemma serve a dare un valore alle nostre azioni anche perché spesso, celiamo la nostra incapacità di ottenere la libertà che ci spetta dietro al volere degli altri o all’ovvio. E, alterando la domanda, ci sembra quasi come di giustificarci mentre invece, ci stiamo solo nascondendo dietro a un dito. Dobbiamo comprendere precisamente quello che noi abbiamo deciso di fare e, nel caso di scelte positive, saremo orgogliosi e soddisfatti di noi stessi sottolineando così il nostro merito. Torniamo però al discorso di inizio articolo. Che fare quando non si sa che fare? Un gioco di parole. C’è una cosa che può aiutarci ed è l’attesa. Un’attesa fatta di ascolto anche. Naturalmente. La risposta prima o poi arriva da sola. Qualcuno un giorno scrisse:

Guida per risolvere ogni tipo di problema

1) Analizzare il problema

2) Mettersi sotto le coperte

3) Assumere una posizione fetale

4) Aspettare

(cit.)

Leggete il punto 1? Analizzare il problema! Non la conseguenza! E che meraviglia i punti 2, 3 e 4! E’ una soluzione magnifica!

orbisterrarum3yb

Cercando di non vivere il problema come tale, come suggerisce il nome, ma come una soluzione da trovare. Sapete Maria Montessori, grande pedagogista del passato, come chiamava i problemini di matematica a scuola con i suoi alunni? Indovinelli. Proprio così. La parola – problema – a lei non piaceva, diceva che era traumatizzante e deleteria per un bambino. A quell’età, dover già avere problemi per la testa!

Maria-Montessori

Ma quando la risposta invece ci serve velocemente? All’istante? Che fare? In questi casi siamo dotati d’istinto e bisogna dire alla mente di farsi da parte ma, siate certi che sono molte più le volte in cui si crede che bisogna essere veloci a scegliere che non le volte in cui necessita davvero essere svelti. Bene o male c’è sempre tempo parlando di vita quotidiana. Possiamo attendere molte più volte e molto più tempo di quel che crediamo, come fa la natura in pratica. Un tempo pensavo che quando ricevevo un messaggio sul telefonino dovevo rispondere subito, quando avevo un appuntamento dovevo arrivare mezz’ora prima, quando uno mi poneva una domanda non potevo prendermi il mio tempo. Ma chi l’ha detto? Lo suggerivano le azioni che vivevo, le mie educazioni sociali e morali. Esageratamente sviluppate. Deleterie, non più utili. Comportarsi all’incontrario completamente sarebbe scorretto, maleducato e irrispettoso verso il prossimo, è vero, ma esistono le vie di mezzo. La parola attesa infatti, non significa eternità anche se così a molti di noi pare. Un’attesa può essere anche di cinque piccoli minuti. Che saranno mai a confronto di un’intera vita? Tornando all’istinto di poc’anzi vorrei rimarcare quanto esso sia stato progettato per farci vivere bene. Non è in noi per nuocerci. Nulla di ciò che è in noi vuole nuocerci. Perciò, le risposte istintive non dovrebbero in realtà essere un dramma. Non dovrebbero offendere l’altro. Si recepiscono negativamente a causa di progetti sociali dai quali ci sembra a volte di non poterci assolutamente detrarre. Senza estremismo o assolutismo ma impariamo a limare un po’ tutti questi obblighi e trappole comportamentali. Un giorno lessi “Dico ciò che penso per non ammalarmi”. Ecco, senza mai mancare di rispetto a nessuno ma la penso proprio così. Se sostituiamo la parola “Dico” con “Decido” e la parola “Penso” con “Mi fa star bene” otteniamo esattamente lo stesso risultato. E che buon pro vi faccia.

Ascoltare-se-stessi_o_su_horizontal_fixed

Ascoltare di più noi stessi anziché sempre e solo gli altri e decidere di conseguenza. L’anima sa cosa occorre fare e non sbaglia, alleniamoci ad aprire le orecchie, rendiamo il nostro udito fine com’era un tempo, come quando lo avevamo simile a quello dei felini, dobbiamo cercare di sentirla.

Prosit!

photo twitter.com – whypost.blogspot.com – ipsico.it – neverwinteritalia.forumfree.it – newsgo.it – donnamoderna.com –