In una Grotta, la mia Grotta, la mia Valle – Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei

Chi mi conosce sa che amo gironzolare in lungo e in largo per la mia Valle, la quale mi regala la possibilità di vivere a contatto di una Natura splendida e molto variegata.

E’ una natura che parla e mi permette di comprendere molto, anche su me stessa, in quanto mi piace ascoltarla e mi piace tradurre i messaggi che ha da suggerirmi.

Spesso ti ho parlato dello strano e saggio linguaggio del Bosco, oppure dello sconosciuto riflesso degli Animali che possono mostrarci le nostre memorie più nascoste. Oggi, ti porterò in un luogo davvero suggestivo e ricco di informazioni per la nostra crescita personale.

Lo chiamo – luogo – ma non è unico. Lo si può trovare in diverse zone e può essere di varie tipologie. Può essere profondo, stretto, breve, molto scuro, o più illuminato. Può essere umido, puzzolente, pieno di vita, silenzioso. Può disturbare, inquietare, disorientare o piacere molto.

Ti sto parlando della Grotta – un luogo altamente idoneo per osservare il nostro lato più oscuro e provare a esercitarci un po’, in modo alchemico, al fine di conoscere meglio noi stessi ed evolverci.

Alla ricerca della Lapis Philosophorum…

Anche noi abbiamo una “grotta”. Si tratta prevalentemente del nostro ventre ma indica quella caverna cosmica che ognuno di noi ha e non conosce. Tutti siamo formati anche da questo grande contenitore buio, ricco di emozioni, di memorie, di schemi, di sensazioni.

Quando si dice di entrare dentro noi stessi, per osservare anche ciò che di noi non ci piace, si va proprio in queste parti a noi sconosciute anche se crediamo di conoscerle perché nostre.

Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia – (Carl Gustav Jung).

Siamo convinti di conoscerci al 100% ma non è affatto così. Ed è per questo che i nostri Demoni possono farci reagire come vogliono.

Ci arrabbiamo se qualcuno ci fa arrabbiare, ci offendiamo se qualcuno ci offende, ci annoiamo, ci infastidiamo, ci rattristiamo, ci intimoriamo… certo, sono tutte emozioni umane e comprensibili ma, sopportate o sviluppate in questo modo ci definiscono – schiavi -. Schiavi degli eventi esterni. Siamo in balia di quello che succede nel mondo attorno a noi. E’ lui, con i suoi eventi, le sue persone, le sue situazioni a gestire noi e la nostra vita, noi non siamo padroni di noi stessi. Non siamo padroni di arrabbiarci quando vogliamo arrabbiarci, bensì quando l’esterno lo decide.

Questo accade perché non osserviamo dentro di noi con molta attenzione, pazienza e umiltà. Fa male. Significa vedere e di conseguenza ammettere di provare invidia, ammettere di aver bisogno di stima, ammettere di essere gelosi, egoisti, giudicanti, paurosi, bisognosi, opportunisti, vanitosi, avidi, superbi, manipolatori, incapaci… Non vediamo e non vogliamo vedere quei mostri. Li abbiamo creati come strumenti di difesa per sopravvivere, li abbiamo nutriti, ora sono cresciuti e noi, pur essendo da questi governati totalmente, non ci rendiamo conto di tali giganti che custodiamo nel nostro ignoto Subconscio, in quella nostra “grotta”, ai quali continuiamo a dar da mangiare. E l’Ego cresce assieme a loro. Quei mostri che potrebbero sparire soltanto nell’esser visti. Anzi… a dire il vero, non spariranno ma si tramuteranno in Angeli, cioè in forze, in buone energie utili a noi.

Nel nostro ventre c’è un mare sacro pieno di tutto ciò che noi siamo. Nella nostra mente ci sono stanze alle quali non abbiamo mai voluto accedere. Nel nostro cuore ci sono vibrazioni che non abbiamo mai voluto usare.

Tutte queste parti nascoste sono nostre ma per essere utilizzate, spesso, ci vuole coraggio, impegno, determinazione, gioia.

Ogni volta che entro in una Grotta, tra i monti della mia Valle, o in una caverna, o in una miniera, o in un cunicolo è come se entrassi dentro di me. E’ un cammino. E’ una metafora. Una scoperta. Mi introduco in un qualcosa di nuovo.

Lì dentro fa più freddo. L’aria è diversa. C’è umidità. E’ un luogo quasi sconosciuto, meno noto rispetto al resto. Cerco di porre massima attenzione ai messaggi che mi vengono suggeriti ma voglio anche lasciarmi andare, per percepire al meglio tutto quello che quell’anfratto ha da dirmi e poter vivere le sensazioni che devo vivere.

La Fenice rinacque dalle proprie ceneri, al buio e al silenzio. E’ l’emblema della rinascita, della resurrezione e, di resurrezioni, possiamo viverne diverse durante la nostra esistenza. Ogni scalino verso l’alto è una resurrezione.

Il buio e il silenzio sono i complici migliori che possiamo avere quando dobbiamo conoscere bene noi stessi e quell’altro che abita con noi, dentro di noi, ma che non conosciamo e non valutiamo. Lo abbiamo tutti. Una specie di alter ego che spesso ci manovra come un Mangiafuoco.

Ah! Le fiabe alchemiche…. Quanta ricchezza! Il burattino che si trasforma in essere umano proprio dopo essere stato all’interno del ventre della balena…. Un ventre buio e silenzioso…

Il buio e il silenzio ci spaventano a volte ma sono invece cari amici.

La Grotta, con quel suo buio deciso e perdurante conduce poi anche alla luce, una volta che si esce, e anche questo è un bellissimo messaggio. Ti obbliga, con la sua oscurità, ad aguzzare la vista, ad acuire i sensi, a cercare il chiarore per poi arrivare dove ad accoglierti è il Sole e tutti quei colori sgargianti e vivaci che i suoi raggi illuminano ed esaltano.

Là dentro è come se fossi dentro a me stessa. Che cosa sta accadendo?

Tutto è immobile, fermo da tempo… un tempo diverso da quello che sono abituata a vivere. Un tempo sospeso. Sembra che aspetta di essere “lavorato”, come del pongo da modellare. Certo, nessuno è mai andato a mettere in subbuglio quel luogo. Noi stessi dormiamo per anni sopra alle nostre abitudini, alla nostra comfort zone, ai nostri schemi mentali ripetitivi.

Fa freddo. Non c’è calore. Non c’è nessun tipo di abbraccio materno. E no. dobbiamo cavarcela da soli. Ed è proprio così anche nella nostra evoluzione. Nessuno può aiutarci. Nessun Maestro. Possiamo ricevere consigli ma nessuno può fare quel “lavoro” al posto nostro.

L’aria è pesante, stantia. Da quanto tempo tutto è lì, dormiente. Anch’io, dentro di me, sono stantia. Anch’io re-agisco come reagivo anni fa, sempre allo stesso modo, sempre guidata dalle stesse emozioni. Abbiamo vizi, ossessioni, fobie che girano… e girano… come un criceto sulla ruota imprigionato nella sua gabbia. Ma un Guerriero non re-agisce. Non ripete le stesse azioni come un automa. Un Guerriero agisce e c’è differenza. Il reagire è sinonimo di schiavismo, mentre l’azione è figlia della propria volontà.

Solo nel buio è possibile vedere la luce ma qui non vedo niente. Questo significa che devo mettermi a cercarla o forse crearla. Sono infatti una creatrice. Collaboro costantemente con l’Universo per co-creare la mia realtà. Ne ho la facoltà e la utilizzerò.

Quanto ancora voglio stare qua dentro? Ne ho abbastanza? Voglio uscire in fretta? Voglio restare? Che sensazioni provo?

Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei – (Oracolo di Delfi).

Sedersi al centro di una grotta e chiudere gli occhi per diversi minuti…

Ci riusciresti? Nonostante il silenzio, alcuni rumori sono pressoché insoliti. Il gocciolio delle stille, la pietruzza che cade, la corrente d’aria gelida che accarezza le rocce. Lo sbattere d’ali di alcuni Pipistrelli. Alcune persone hanno allucinazioni visive dopo qualche minuto, altri hanno paura, altri aprono gli occhi di tanto in tanto, altri non provano assolutamente nulla, altri trovano la beatitudine…

Un viaggio dentro di me. Le pareti sono lisce o a volte ruvide, bagnate o asciutte, una Falena mi conduce dove posso comprendere. E’ tutto frastagliato e aguzzo. Quanto sono tagliente? E perché?

Guardando meglio mi accorgo che c’è più vita di quello che pensassi. Vermi, insetti, anfibi, chirotteri… licheni, aria, acqua… e le rocce stesse che parlano.

Rivolgendomi al loro saggio sapere chiedo di rendermi nota un’esegesi di ciò che sto vivendo.

Hai una di noi sul tuo petto Meg, vero?

Sorrido… – Oh si… un grosso masso mi comprime proprio il basso torace non permettendomi di respirare come io vorrei. Non mi permette di ricevere tutto l’ossigeno che vorrei assorbire, non mi permette di vivere quella splendida sensazione di polmoni pieni, aperti, spalancati… -.

Guardaci, toccaci, amaci. Ci hai creato tu. Siamo tue figlie. Nonostante tutto, meritiamo il tuo amore. Anche il nostro simile, sopra al tuo petto, merita amore, tu l’hai creato. Se riuscirai ad amarlo se ne andrà. Il tuo amore, il tuo perdono, è l’unica cosa di cui ha bisogno, altrimenti peserà sempre di più per riuscire ad ottenere questi doni. Proprio come un piccolo bambino che pesta i piedi e fa i capricci per essere ascoltato, per ricevere attenzioni -.

E che bel tempo che ho raggiunto laddove nelle Grotte che visito non c’è più odore di deteriorato. Dove le rocce brillano e mi sembra di essere circondata da diamanti rilucenti. Dove l’aria, nonostante tutto, è fresca e sa di pulito. Dove il buio non fa più paura ma incita all’evoluzione e con la sua calda voce profonda e suadente mi invita in lui porgendomi la mano.

Non ho paura. Non di soffrire quanto meno. So di essere più forte di qualsiasi dolore. Sono come quelle rocce. Resto. Sono stabile. Granitica. Quelle rocce sono una Madre. Quella loro parvenza asettica si trasforma in abbraccio.

La paura è una cara amica ma non le permetterò di diventare la mia amministratrice.

Non ho più paura di guardare dentro di me. Di essere libera. Di essere me stessa.

Posso aver paura di molte cose ma non di me…

Amati Meg…

Soltanto dopo la notte si può vedere spuntare il sole. Soltanto dopo il temporale si può veder nascere l’arcobaleno. E’ banale ma così vero!

Tutta la bellezza scoperta di quel luogo la possiamo vedere dentro di noi.

Hai paura di entrare in una buia Grotta? Prova a domandarti il perché.

Paura dell’ignoto, del sentirti imprigionato, di non respirare, di non poter più uscire, dell’imprevisto… E come la vedi quella Grotta? Che sensazioni ti da’? Ognuna di queste paure o sensazioni porta con sé una lunga storia. La nostra. Una lunga storia d’amore.

Prosit!

Quando non sai che pesci prendere l’Universo risponde ma come?

QUESTO O QUELLO PER ME PARI SONO

In questo articolo voglio provare a spiegarti come risponde l’Universo alle tue domande, che tipo di linguaggio usa e come lo si traduce. Provo a fare questo perché, spesso, è difficile interpretare la sua lingua e lo faccio in base a delle mie esperienze personali quindi… nulla di assoluto. Con quello che desidero raccontarti puoi non trovarti d’accordo ma il mio intento è farti capire che, per me, l’Universo, grande sorgente della quale noi siamo emanazione, risponde sempre, è obbligato a farlo, ma non sapendo decifrare il suo messaggio pensiamo non ci abbia ascoltato o, addirittura, smettiamo di chiedere. IN QUESTO POST NON INTENDO PARLARTI DI SOGNI E DESIDERI MA DI DOMANDE VERE E PROPRIE CHE PUOI RIVOLGERE A LUI IN CASO DI INDECISIONI O PUNTI INTERROGATIVI CHE TI FRULLANO NELLA TESTA.

In realtà, dentro di te, le risposte esistono già perché sai molto più di quello che pensi di sapere ma non riesci a individuarle. Nessun problema, ti basta chiedere. Proprio come se chiedessi informazioni su un lavoro ad un professionista. Ad esempio, supponiamo che sei indeciso tra due scelte da prendere. Supponiamo che ti propongono due lavori da fare e devi scegliere quello più adatto a te.

QUANDO NON SAI CHE PESCI PRENDERE

A prima vista entrambi ti piacciono, entrambi hanno i loro lati positivi e quelli negativi e tu proprio non riesci a decidere. Quale sarà però quello più conveniente per te nel futuro, non riesci a vederlo. Non ti resta che domandarlo a chi ne sa più di te, cioè all’Universo, rappresentato dal tuo Sé Superiore. Poni la domanda in modo chiaro, ringrazia anticipatamente e fiducioso per la risposta ricevuta, e mettiti in attesa. Lui risponderà. E’ obbligato a farlo perché riflette quello che abbiamo dentro e, in noi, come ti ho detto prima, esistono già le risposte.

Grandi forze si muoveranno per te con l’intento di farti capire quale lavoro scegliere ma non si siederanno a tavolino dicendoti, chiaramente, in italiano, dove andare. Durante la tua attesa dovrai drizzare le antenne perché un mucchio di messaggi stanno per giungere a te attraverso: simboli, persone, ritrovamenti, frasi, sorprese, coincidenze, etc… Queste energie hanno tanti modi per comunicare, a volte assai strambi! Devi diventare più bravo di quelli che traducono i geroglifici antichi!

Ok, supponiamo che la tua indecisione riguarda il diventare idraulico o imbianchino. Un’ipotesi stupida ma tanto serve solo a comprendere il meccanismo.

A DOMANDA RISPONDO

Poni la domanda chiara e lampante, possibilmente ad alta voce (la voce è un ulteriore fonte energetica) e attendi. Devi fare attenzione però: attendere la risposta è una cosa, mentre rimanere attanagliato a questo pensiero è un’altra, e questo secondo punto non devi farlo.

Una volta posta la domanda, liberatene. Non restare sempre appeso lì, pensa ad altro, anche se la risposta ti serve urgentemente. Più ci stai sopra e più sarà la tua mente inquinata a risponderti, invece è la voce dell’anima che devi imparare ad ascoltare. Questo è molto difficile e potrà capitare che a volte sbagli, facendo le scelte errate, ma non è colpa dell’Universo e nemmeno tua. Soltanto che la nostra mente è davvero brava ad ingannarci anche quando sei super convinto di aver sentito la voce del cuore. Con l’allenamento imparerai e imparerai soprattutto, senza forzare gli eventi inerenti alle risposte che stai aspettando, accettando quello che accade e provando a percepire il tuo intuito. Inoltre, ti consiglio di svolgere questo lavoro da solo. Non chiedere ad altri. Il significato di quella risposta è chiuso nel tuo cuore e in nessun altro.

Una volta a me è successo di ricevere in risposta l’atteggiamento di una persona che tutti, e ripeto tutti, hanno letto in un modo ma nel mio cuore io ho percepito altro e avevo ragione. Il suo era stato un comportamento standard che, chiunque, in base agli stereotipi sui quali facciamo affidamento, aveva compreso come solitamente lo si comprende ma non io perché quel messaggio era per me. E nonostante la voce della mente subdola mi diceva – Dai Meg, é palese che sia così infatti lo dicono tutti – io affermai – No – e stetti a vedere. Fui accontentata e capii, da lì, come srotolare il gomitolo di una matassa che mi premeva dipanare.

DOMANDARE E’ LECITO, RISPONDERE E’ CREANZA

Ma torniamo a te che non sai se lanciarti nell’idraulica o nel tinteggiare pareti. Ti potrà capitare di vivere una brutta esperienza con l’acqua, ti si allaga la casa. Oppure ti si ottura il lavandino e tu sai benissimo come procedere. Oppure cammini per strada e sovente incontri cartelli con su scritto “vernice fresca”. O qualcuno ti dice che sei bravissimo a – sbloccare – le situazioni. O tua mamma ha una perdita in cucina. O ancora, tua figlia, torna dall’asilo e ti dice che ha pitturato bene. O vai dal barbiere e quando esci i tuoi amici ti dicono che sembri un pennello. O ultimamente tutti ti dicono che – non capisci un tubo -. O in tv ecco la pubblicità di un silicone che non avevi mai visto e ora invece ti tampina. Insomma… potrei andare avanti all’infinito. Sono millemila i collegamenti che puoi fare. Devi essere attento e sensibile. E acuto. Ma il tuo cuore ti parlerà, fidati. Appena vedrai o sentirai un qualcosa ti verrà spontaneo pensare – Ah! Ecco! – e sentirai come una specie di apertura piacevole del torace. Gli esempi che ho citato poc’anzi non arrivano da soli. L’Universo, come a volersi assicurare che tu possa comprendere al meglio, te ne manda sempre diversi, raramente uno solo, almeno che, quell’unico non venga da te percepito come un’illuminazione e allora sai di non aver bisogno d’altro.

Ma le difficoltà non sono finite. C’è ancora una cosa che devi fare. Supponiamo che vai dal barbiere e quando esci con il nuovo taglio di capelli i tuoi amici ti dicono che sembri un pennello. Bene, cosa significa questo? Che devi fare l’imbianchino perché hai sentito il nome di questo oggetto o, visto che è una presa in giro, ti si sta consigliando di non fare l’imbianchino? Sei solo all’inizio e quindi ti consiglio questo: innanzi tutto devi aspettare altre risposte per chiarirti le idee e poi devi concentrarti. Cosa hai sentito dentro di te, in profondità, dopo che i tuoi amici hanno esclamato quella valutazione?

L’IMPORTANZA DEL SAPERSI ASCOLTARE

Cosa senti nel cuore?

Stato positivo: i tuoi amici in fondo ti hanno fatto ridere, erano amorevoli, in realtà volevano farti un complimento ma sono grezzi e non te lo faranno mai. C’era ilarità, uno dei tuoi amici ti ha imitato e si è fatto fare lo stesso taglio. Il tuo barbiere era particolarmente soddisfatto. Tua moglie ti dice che sei un figo mai visto. I tuoi amici provano a spettinarti perché così sei troppo bello. Ti hanno donato considerazione. Etc… etc… etc…

Stato negativo: la frase è stata pronunciata con espressione denigratoria, ci sei rimasto male. Le tue sicurezze vacillano e forse quel taglio non dona al tuo viso. Evitano subito il discorso per non doverti dire frasi peggiori. Il tuo barbiere aveva un’espressione perplessa come a dire – Contento te… -. Tua moglie ti preferiva prima. L’amico più delicato, con tatto, ti consiglia almeno un po’ di gel. Ti vengono proposti nomi di altri barbieri. Hai la sensazione di aver fatto una cavolata. Te ne freghi di non essere piaciuto a nessuno ma un po’ ti dispiace. Non c’è gioia. Etc… etc… etc…

Ecco, ora é più facile comprendere cosa ti ha voluto dire l’Universo, non trovi?

Naturalmente non posso scrivere qui tutti gli esempi che possono capitarti anche perché saranno inerenti alla tua vita che io non conosco. Sarai tu, quindi, che dovrai lavorare sodo ma posso assicurarti che, alla fine, se ti impegni, non è poi così difficile.

Prosit!

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Imparare a specchiarsi negli altri: ma io non sono così!

LO SPECCHIO E’ UN BUGIARDO!

LA LEGGE DELLO SPECCHIO E’ UNA FARSA… FORSE… O E’ UN FORSE… FARSA

Mi capita spesso, inerente all’argomento della Legge dello Specchio, sentire molte persone che, con espressione totalmente basita, mi chiedono – Meg, sto incontrando molta sopraffazione da parte della gente ma io non sono così! Non voglio prevaricare nessuno, anzi! – oppure – Meg, mi capita spesso di imbattermi contro dei megagalattici ignoranti ma non mi sembra di essere così inetto! -.

In parole povere, Meg, la tua (che mia non è) Legge dello Specchio, che tanto proclami, non funziona. È un falso!

Purtroppo, si pensa questo perché si è abituati a guardare sempre e solo l’esterno. Troppo. Ci si concentra sul comportamento palesato da quella persona ma senza andare al nocciolo della questione; un nocciolo che palpita, invece, dentro di noi.

Voglio farti due esempi perché, secondo me, con gli esempi si capiscono bene i concetti e hai anche, se mi credi, la garanzia che tali fatti sono accaduti realmente.

I MOSTRI SERVITI SU UN VASSOIO D’ARGENTO

Qualche tempo fa ebbi a che fare con una persona, un uomo, che mi irritava parecchio col suo modo di fare. Non era un mio parente, ne’ un partner, ma dovevo avere a che fare con lui tutti i santi giorni (chissà come mai…).

Quello che m’infastidiva del suo comportamento era il modo in cui denigrava gli altri, senza mezzi termini, pur di risultare lui fantastico. Voleva spegnere la brillantezza degli altri per risultare lui più luminoso e lo faceva in un modo parecchio offensivo, sia con me che con chiunque altro. Anzi, ad essere sincera, con me neanche tanto, ma comunque vivevo in prima persona quello che regalava alla gente. Quindi mi riguardava ugualmente.

Questo suo modo di fare mi irritava parecchio. D’in principio avrei voluto offenderlo davanti a tutti, avrei avuto molti esempi da tirare in ballo, visto che era in realtà un incapace, e avrei voluto anche tirargli una scarpa in testa, non lo nego. Ma mi dissi invece di osservare. Di osservare in lui il mio riflesso. Lui era un mio specchio.

Perbacco… guardai, ragionai, pensai… ma nulla mi venne alla mente che potesse paragonarmi al suo modo di fare. Ho molti difetti ma di certo non quello di voler inabissare gli altri per godere io di splendore. Quindi non capivo. Io non ero così! Non ero così maleducata, denigratoria, svilente, presuntuosa, lo giuro! Ma… non cedetti, continuai a rimanere focalizzata su quel riflesso e, col tempo, ecco accendersi una lampadina. Parliamo infatti di illuminarsi no? Beh, forse una piccola abat-jour l’ho accesa. Un lumino flebile flebile.

EUREKA!

Perché quell’uomo si comportava così? Cosa lo faceva muovere in quel modo? Qual’era l’emozione intrinseca che governava il suo comportamento? Il bisogno di essere visto. Ebbene sì. Non voglio giustificarlo, ma non c’era cattiveria in lui, soltanto un grandissimo ed estremo bisogno di essere visto dal mondo, di essere amato! Di non essere un codice dimenticato nel buio come credeva d’essere. Ecco tutto il suo dolore. La convinzione di non esistere. Di passare inosservato. Se ci sei o non ci sei fa lo stesso, tanto nessuno ti ama. È davvero brutto, fa male.

Fu allora che mi guardai meglio e dovetti ammettere che anch’io volevo a tutti i costi essere vista. Non usavo i suoi mezzi, non ero cafona agli occhi degli altri, ne’ cercavo di spegnere gli altri ma, anch’io, avevo bisogno di essere vista e amata, e tanto anche. Più di quello che pensavo. Ognuno usa i mezzi che ha. Avrei pagato oro un complimento, mi scioglievo se qualcuno si accorgeva di me, mi piaceva tantissimo essere vista e volevo piacere. Certo, io, come ho detto, avevo altri strumenti. Al contrario di quell’uomo, bramavo dentro, risultando più amorevole ed educata ma il bisogno era lo stesso e, affinché io potessi vederlo, l’Universo doveva porgermelo in modo eclatante, sconvolgente. Doveva toccarmi e lo fece. Come vi ho detto, infatti, avrei voluto picchiarlo quel tizio, all’inizio.

Un altro esempio che voglio raccontarvi riguarda un altro uomo, un anziano, che si mostrava agli occhi di tutti di un’ignoranza e una cattiveria incredibili. Soffriva tantissimo la sconfitta e, ogni volta che gli succedeva di perdere, sia nel gioco che nella vita, la colpa era sempre degli altri e si rivolgeva loro con frasi cattive, denigratorie e imprecando.

Anche qui, dapprima, non mi riconobbi. Se chiedi a cento persone che mi conoscono, nessuna di loro ti direbbe che sono così; lo direi io stessa. In effetti, mai mi sono rivolta a qualcuno in tale maniera ma questo non c’entra proprio nulla. Ciò che l’Universo voleva solo mostrami, e anche qui dovette farlo in modo lampante perché non vedevo, era il mio bisogno di vincere perché, vincendo, risultavo più “brava” e quindi più adulata e lusingata.

OH! MI VEDI?!

Anche qui, ecco il mio bisogno di essere amata dagli altri. Alla fine, bene o male, tutto torna al demone principale che, nel mio caso, era quello del non amarmi e del pensare di non valere abbastanza. Una “vincita” ti assicura invece “valore”. Questo secondo uomo, stava solo palesando con l’evidenziatore un qualcosa che io non mostravo ma che esisteva dentro di me. Rodeva dentro di me!

Ora capisci che quando incontri invidiosi non significa che tu ti comporti da invidioso o sei invidioso. Quando incontri dei violenti non significa che ti comporti in modo violento o sei violento. E così via. A volte, può anche essere semplicemente quello il riflesso, molto semplicemente, e dovresti accettarlo. Altre volte, invece, significa che devi andare oltre. Devi scavare in profondità, dentro te stesso, e scoprire il messaggio che si cela al di là del famoso Velo di Maya.

Se tu non ti oseresti mai a dire ad una persona che è una cretina, ma lo pensi e questa cosa ti infastidisce, incontrerai persone che danno a tutti dei cretini, che passeranno quindi da maleducati e tu li giudicherai come se fossero degli arroganti zoticoni. Invece vogliono solo mostrarti cosa c’è dentro di te. Quanto giudichi gli altri? Quanto giudichi il loro essere stupidi? Quanto non lo sopporti? E magari ti fai un mucchio di rabbia inutile perché quell’altro è un emerito imbecille.

Spero tu abbia compreso meglio il lavoro che si deve fare per conoscere i segreti che si nascondono nella Legge dello Specchio, la quale, non voglio passare per assolutista, ma non sbaglia mai. Non può sbagliare visto che solamente riflette e, credimi, reca sempre con sé un messaggio utile per te.

A proposito, posso assicurarti che trasmutando dentro di me quello che i due uomini di questo articolo mi hanno voluto mostrare, essi hanno cambiato il loro modo di fare. Per lo meno lo hanno cambiato davanti a me. Quello che fanno in altri luoghi non è affar mio, non è più una lezione che io devo imparare, non mi riguarda più e quindi non devo più vederla.

Cambia te e il mondo attorno a te cambierà.

Prosit!

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Cos’è la Legge dello Specchio e cosa ci impedisce di metterla in pratica – 1° parte

Ehm… caro lettore, confido nel tuo buon cuore mentre guardi i miei disegnini (…di alto valore artistico!)

IL MONDO E’ LA’… DENTRO

Il mondo che ci circonda e tutto quello che viviamo (persone, cose, avvenimenti…) altro non è che il riflesso di quello che siamo dentro. Tutto ci mostra, apertamente e costantemente, quello che siamo nel nostro più profondo.

Ripeto: quello che siamo. Quindi, non quello che vogliamo, che desideriamo o che crediamo di essere.

Il mondo, che comprende ogni cosa, si mostra a noi in base alle emozioni che proviamo e in base alle frequenze che emaniamo. È come se al nostro cospetto non potesse comportarsi differentemente perché riflette soltanto.

Ipotesi: anche apparendo come Madre Teresa verso gli altri, e quindi molto generosa, se in realtà il mio altruismo è dato solo dal bisogno di un tornaconto, come il sentirmi importante per qualcuno, ecco che lo Specchio mi mostrerà il mio non sentirmi importante e quindi vivrò sempre situazioni in cui, ad esempio, non sarò rispettata. Occorre leggersi dentro in profondità.

Ciò che come esterno m’appare, è in realtà il succo del mio cuore – (Conte di Cagliostro)

Per spiegare meglio la Legge dello Specchio, a chi è profano e digiuno, la divido in due sezioni anche se non è proprio esatto farlo ma aiuta chi vuole addentrarsi in questa nuova magnifica e personale realtà.

La divido in “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” e “Legge dello Specchio eclatante – emozionale”.

LA GIUSTA OSSERVAZIONE

Faccio questo perché, all’inizio, è bene comprendere al meglio e non “impazzire”. Ci sono individui che volendo vivere la Legge dello Specchio consapevolmente e impegnandosi parecchio, rischiano di andare fuori di testa. Mi spiego meglio. Stare a guardare tutto, ma proprio tutto, da quando ti alzi al mattino fino al mattino dopo, dando ad ogni minima cosa un significato, non aiuta. Pensiamo alla miriade di cose che viviamo in un solo giorno. A quante cose il mondo attorno a noi compie in un solo giorno. In un solo minuto! Si diventerebbe matti osservandole tutte, e questo non porta a niente di buono.

Quindi, la “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” la metterei da parte, osservandola in un altro modo, più complessivo e di tanto in tanto. Cosa significa? Significa guardare che vita stiamo conducendo complessivamente. Anche laddove non c’è l’emozione, io sto comunque emanando delle vibrazioni alle quali l’esterno risponde. Per cui osservero’ il tutto e mi chiedero’, ad esempio, – Che tipo di casa ho? Una nobile villa o una catapecchia? Se potessi dare un valore, da 1 a 10 alla mia casa, che voto darei? 6. È bella ma potrebbe essere ancora più dignitosa. Dovrei rifare le finestre, ho un rubinetto che perde, è un po’ umida…

La stessa domanda la farò per tutto il resto:

°Che auto ho? È scassata, è nuova di pacca, è sporca, è piena di borli…

°Che lavoro ho? Mi appaga, lo detesto ma devo farlo, è stancante, non mi permette di spiccare il volo…

°Che partner ho? Mi manca di rispetto, è molto gentile, amorevole, sempre arrabbiato…

°Che amici ho? Sinceri, approfittatori, lontani, molto divertenti…

°Che luogo vivo? Splendido, trafficato, pieno di smog, lugubre…

Se a tutte queste cose, per la maggior parte e grosso modo, continuo a dare un valore di 6, o giù di lì (5 o 7), significa che il valore che do a me stessa è all’incirca pari a 6. Ossia non mi amo molto. Non mi considero una reietta, e ho una certa dignità personale, ma sono ancora lontana dall’amarmi arrivando a 10.

Ecco perché la “Legge dello Specchio quotidiana – non emozionale” la si può osservare in modo generale.

Quella invece “eclatante – emozionale” è diversa. Riguarda le cose che ci capitano, che vediamo, che sentiamo, che viviamo e che ci regalano un’emozione e che durano un tot di tempo. Possono essere emozioni negative o positive, ma ci mostrano quello che abbiamo dentro in modo specifico e non generico: rabbia, gioia, tristezza, fastidio, aggressività, delusione, determinazione, etc… Ognuna è uno spicchio di quello che siamo. Un frammento dello Specchio.

Se ad esempio vedo due ragazzi che si baciano appassionatamente, ciò significa che dentro di me c’è l’amore, la passione, l’energia sessuale. Se invece assisto ad un atto di bullismo significa che dentro di me nascondo la prevaricazione, o la svalutazione, o la tristezza. Cosa mi sta facendo vedere quel determinato atteggiamento che guardo, o quella situazione che vivo in prima persona, o quell’individuo che mi offende, o mi sussurra cose piacevoli? Per saperlo mi basta dare un nome all’emozione che provo. Con sincerità.

Specchio Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? – (Strega di Biancaneve)

AD OGNUNO LA SUA REALTA’

Proprio perché tutto è dentro di noi, e da nessun’altra parte, se un cane inizierà a latrare senza smettere, dopo un po’ ci sarà chi proverà fastidio, chi invece tenerezza, chi giudicherà i padroni, chi diventera’ nervoso e chi, invece, non lo sentirà nemmeno quell’abbaiare incessante. Ecco perché è inutile dire – Beh… sfido chiunque a non arrabbiarsi…! -. Ebbene, ti darò una news, esiste anche chi non si arrabbia! Mentre tu invece, probabilmente, ti stai arrabbiando.

Quindi, quale emozione “protagonista” ti suscita questo cane? Supponiamo tristezza. Bene, significa che dentro di te c’è della tristezza e lui te la sta solo mostrando, affinché tu possa vederla.

Questo esempio può sembrarti banale, laddove ognuno di noi può avere tristezza dentro, ma se tu, per una settimana, ti senti come un leone in gabbia a causa di determinati motivi, sarà assolutamente fantastico notare come i tuoi figli saranno più agitati, o sarà incredibile scoprire che nel tuo paese sta arrivando il Circo! O sarà curioso notare come molte cose ti parleranno, in qualche strambo modo, di: prigione, sbarre, ansie, fastidi, oppressione, impedimenti… l’Universo conosce mille lingue! È un abile poliglotta. Può mostrarti la tua belva feroce, chiusa in un carcere, in tantissime modalità. Sta a te saperle tradurre.

Ci vuole tempo, allenamento, dedizione e pazienza perché tutte queste cose appartengono al nostro inconscio e non le conosciamo assolutamente! Appartengono cioè a quel 95% di iceberg che rimane sott’acqua, completamente invisibile a chi naviga. Sono nostre ma non sappiamo di averle, non le vediamo proprio! Ecco perché, con la Legge dello Specchio, possiamo leggere le pagine della nostra vita. Non è bellissimo? Secondo me, e per chi la pensa come me, sì.

Ci vuole pero’ anche un’altra cosa oltre a quelle che ho elencato prima. Un ingrediente basilare: l’umiltà.

Ma qui mi fermo, dividendo in due parti questo articolo che è molto lungo e anche molto difficile da comprendere e accettare per alcuni. L’argomento trattato non è semplice da far proprio, per lo meno questo è quello che mi dicono molte persone, e non hanno torto. Per questo mi blocco. Vi lascio assaporare queste parole e tra pochi giorni vi posterò la seconda parte (Cos’è la Legge dello Specchio e cosa ci impedisce di metterla in pratica – 2° parte) che riprende il discorso raccontando anche il perché, spesso, mettiamo barriere tra noi e la Legge dello Specchio. Mettiamo così barriere alla nostra evoluzione, senza permetterci di crescere, mentre invece meritiamo di innalzarci sopra ogni cosa e scoprirci divini.

Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei – (Oracolo di Delfi)

Prosit!