Il vero significato del numero 666 – il percorso dell’Evoluzione

In tempi antichi i simboli erano molto più usati di adesso. Si usavano per definire un gruppo di persone, una filosofia, un evento o per abbreviare paragrafi dal momento che tutto veniva scritto a mano e non poteva essere fotografato. Simboli ma anche numeri, o lettere, o segni. Nascevano allo scopo di tradurre determinati messaggi e, la maggior parte delle volte, si trattava di messaggi positivi dal momento che erano più i maghi bianchi a voler trasmettere ai posteri che non i maghi neri, avidi di ciò che sapevano.

Simboli che divennero, col tempo, una vera ricchezza in quanto nascondevano risoluzioni su un particolare potere appartenente all’Essere Umano. Un potere che ancora oggi è cosa nostra ma che ci è stato sempre tenuto nascosto. Non voglio però trasformare questo articolo in uno scritto di magia, al quale in molti potrebbero non credere. Voglio parlare in modo più storico, più reale; o reale per lo meno per le testimonianze che abbiamo risalenti dal passato. In pratica, tra queste righe, intendo anche consigliare che a volte bisognerebbe leggere di più, informarsi, studiare, anziché pendere dalle parole che ci sono state dette definendole come realtà assoluta. Per argomentare questo discorso userò un temutissimo numero ma potrei scrivere di molto altro perché, la cifra della quale parlerò oggi, non è la sola ad essere stata traviata nel tempo da chi forse ha voluto passarci altri messaggi. Da chi forse ha preferito inculcarci paure anziché potenza e sicurezza. Da chi forse ha voluto tenerci schiavi, o comunque esseri spenti e privi di libertà, anziché grandi e immensi quali siamo e con diritto di magnificenza.

E allora prendo come esempio il temutissimo numero 666 conosciuto da quasi tutti come: il Numero del Diavolo o della Bestia. Alcuni ci scherzeranno su ma vi garantisco che esistono persone che ne hanno realmente paura. Una paura completamente infondata. Se solo sapessero… sicuramente vivrebbero meglio!

Il 666 può comparire nella nostra vita. Un numero di telefono, la targa di un’auto, un tagliando. Oggi poi, tutto è un numero. Ebbene, questi individui, fanno qualsiasi cosa per modificare tale cifra qualora gli capitasse e non li giudico, perché so che i timori possono diventare veri spaventi o ansie, ma vorrei tranquillizzarli.

666 tre volte 6. Proviamo subito, per non farla troppo lunga, ad analizzare quindi il 6 così importante, evidentemente, da venir scritto per ben 3 volte. 3, il numero perfetto.

Esiste un importante collegamento tra i numeri 3, 6 e 9.

Per spiegare il 6, cosa che farò immediatamente, devo però prima dare una nozione importante da tenere a mente che riguarda il numero 9 e cioè questa: il 9 è il numero dell’Amore. Un Amore visto come amore incondizionato e divino, universale, ovvero come forza primordiale, apice dell’elevazione: unica grande potenza dell’Universo e del Cosmo. – L’amor che move il sole e l’altre stelle – (Dante Alighieri) cioè che può tutto.

Il 9 simboleggia questo perché ha una forma simile ad una spirale, emblema da sempre, anche per Celti e Egizi e altre popolazioni, di “rinascita” e ciclo della vita. La spirale doppia è proprio l’unione tra 6 e 9 anche se spesso viene usata quella semplice o viene persino suddivisa in base alla sua rotazione. La spirale doppia è simile all’8 numero indiscusso dell’Infinito. Ri-nascere, nascere ancora e poi ancora e poi ancora… il cerchio senza fine. All’infinito appunto come infiniti sono l’Universo e il suo ciclo.

Lo stesso emblema di Yin e Yang rappresenta un 6 e un 9 e, insieme, il Tutto.

Quando si parla di “rinascita” si intende l’avvicinamento a Dio, che non è il Dio con la barba bianca che il cattolicesimo vuole farci conoscere, ma è il Dio inteso come forza, bellezza e armonia cosmica universale, cioè Amore.

Torniamo al numero 6

Ma chi deve evolversi? Chi è che ri-nasce?

Ovviamente è l’Uomo. Vi dice niente la frase – Fatto a sua immagine e somiglianza? -… e questa non è religione ma capirete tutto a breve.

Il 6, quindi, simboleggia proprio l’Uomo come se fosse all’incontrario, cioè che deve capovolgersi (elevarsi) per arrivare a Dio. Questo capovolgimento ha facilitato la negativa pubblicità del satanismo vedendolo come – allontanamento da Dio -. Cioè l’opposto. Il male.

In realtà, si intende, come “contrario”, il seme che deve fuoriuscire, capovolgersi, nascere ed esplodere in tutta la sua manifestazione divina e meravigliosa, unendosi così a Dio =  forza, bellezza e armonia cosmica universale, cioè Amore.

Sta nascendo. Deve farlo. Sta simboleggiando la scintilla divina già esistente in lui che, nel suo percorso obbligatorio, andrà ad unirsi alla Fonte Madre (gira gira = spirale). Da 6 a 9.

Il 6 è simbolo dell’Uomo in assoluto e Gesù (che sia esistito o meno), visto come messaggio alchemico e spirituale (non cattolico, il cattolicesimo se ne è appropriato 1700 anni fa!) diceva – Io sono il Figlio dell’Uomo – perché l’Uomo è… Dio. Un essere divino. “Fatto a sua immagine e somiglianza” che racchiude forza, bellezza e armonia Cosmica. Energia Cosmica. L’Essere Umano, come tutta la natura stessa, ma l’Uomo ancor di più perché ha la Coscienza ed essa è la rappresentazione di Dio. E’ il Sé.

666 – 6+6+6 = 18

1+8 = 9

Ecco il percorso rappresentato in modo criptico e, alla fine, Dio-Amore. Basta decodificarlo.

Il 9, inoltre, è la fine, l’arrivo, nel senso che racchiude in sé tutti gli altri numeri. Tutti. Sono infiniti ma racchiusi tutti lì. 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 (immaginiamoli in cerchio). Quindi è il Tutto.

Occorre anche osservare che non è l’arrivo ad essere importante. Quasi non lo si considera. Si considera invece il noto percorso. Il cammino. Il cammino dell’evoluzione e della crescita personale. Il momento del 6, più che del 9.

3 volte 6 – il percorso e l’unione all’Amore perché tutto è Amore e tutto deve andare a finire lì.

Ovviamente è un discorso molto lungo e che contiene molti altri “segreti” ma non posso certo scrivere un libro oggi. Per aiutarvi a espandere la vostra conoscenza in tal senso, vi consiglio questo bellissimo ed esaustivo articolo che tratta anche altri temi interessanti rispetto al numero citato. Come la bellezza del sesso, vista come energia sessuale e quindi vitale della creazione. Come gli elementi naturali che ci appartengono: l’acqua, il fuoco, l’aria, la terra. Il tutto racchiuso in questo splendido numero: 666. L’articolo è questo: https://www.visionealchemica.com/uomo-666-sole-666/ io quindi mi fermo perché prima di terminare il post ho ancora due cosine da dire.

Quelle che noi oggi conosciamo come feste religiose con tutti i loro emblemi connessi: Pasqua, Natale, Epifania, Immacolata, etc… erano in realtà tutti riti pagani antichi, davvero utili e terapeutici per l’Essere Umano, e proponevano un vivere con la natura in modo unico. Stupendo e incredibile. Permettevano di usufruire delle forze del Cosmo e di guarire.

La Chiesa, attraverso il tempo, attraverso varie decisioni, attraverso studi o eventi come il Concilio di Nicea, per opera dell’Imperatore Costantino e le Bolle Papali in seguito che sono solo tra gli esempi più eclatanti, se ne è appropriata trasformandoli e gongolandosi nell’ignoranza della gente alla quale non veniva permessa neanche l’eventuale istruzione. Chi provava ad informarsi o a conoscere veniva bruciato vivo (per farla breve) e non mi riferisco solo alle famose streghe. Così, oggi, viviamo un Natale credendo sia il compleanno di Gesù Bambino quando invece non c’entra assolutamente nulla. Stessa cosa vale per simboli, usi, costumi, etc… li hanno fatti propri e ne hanno dato il valore voluto. Questo è scritto a livello storico, non lo dico io.

Se in qualche modo, nella vostra vita, vi capita il numero 666 provate a tradurre il suo messaggio anziché scappare a gambe levate. Vedrete che è un messaggio bellissimo.

Prosit!

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The Greatest Journey

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Prendi quella strada. Sempre dritta. Non voltarti. Non guardare altrove. Vai.

Fai del vento che ti rema contro un alleato.

Ascolta le grida degli uccelli.

Tocca la terra. Assaporala.

Vivi perdio! Ama!

Non sentire altro. Immedesimati nella tua più grande ambizione.

Cammina, ci sei solo tu.

Considera, puoi.

Innalzati, al di sopra di tutto.

Non aver paura di essere l’immensità.

Sii cieco, hai altri sensi per guardare.

Resta muto, non ti serve dire niente.

E sordo, hai il cuore per sentire.

Hai la pelle.

Vai più in là, dove non è mai arrivato nessuno, dove si pensa esista la paura.

Soltanto adesso puoi voltarti e osservare la città, dietro di te, che dorme.

La città ligia ai suoi doveri, concentrata nel suo brulichio.

Soltanto adesso puoi sentirti unico.

Non temere questa sensazione. Ti appartiene. Non fa male.

Spaventa ma non distrugge. Rinnova.

Ascolta l’acqua del mare e quello che ha da dirti.

Ascolta le foglie che ti sussurrano parole incomprensibili.

Da lì a poco capirai.

Potrai tradurre ogni lingua. Persino la tua. Quella che non hai mai compreso.

Amati, come non hai fatto mai.

Senti germogliare in te il seme della creazione, della vita. Quella che non hai mai vissuto.

Ascolta il tuo cuore. Non è più lì. E’ in tutto ciò che vedi.

Sentiti partecipe di quell’infinita bellezza. Ne fai parte anche tu.

Spalanca il diaframma. Respira.

Realizza la tua passione. Ora.

Entra nel divino e non potrai più tornare indietro.

Impara a conoscere chi sei.

Svestiti di ogni turbamento, al tuo interno non ci son tragedie.

Solo gioia. Infinita gioia. Falla uscire.

(MEG)

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A modo mio: Interpretazione di “Gesù guarisce il servo dell’Ufficiale”

Dal Vangelo secondo Meg 1° – niente di religioso ma di molto curioso

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“Come Gesù entrò in Cafarnao, gli venne incontro un Ufficiale a scongiurarlo: – Signore, il mio servo a casa è a letto paralizzato e soffre terribilmente -. Gesù gli disse: – Verrò io a curarlo -. Ma l’Ufficiale rispose: – Signore, non merito che tu entri in casa mia. Dì soltanto una parola e il mio servo guarirà. Infatti io che sono un subalterno ma ho ai miei ordini dei soldati, se dico a uno vai, egli va, e a un latro vieni, quello viene, e al mio servo fai questo, lo fa -. Sentendo Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: – Ve l’assicuro che in nessuno degli israeliti ho mai trovato una tale fede. Vi dichiaro che verranno dall’Oriente e dall’Occidente per prendere posto al banchetto nel regno dei cieli con Abramo, Isacco e Giacobbe. Invece gli eredi naturali del regno saranno gettati fuori nella tenebra a piangere e rammaricarsi -. Poi Gesù disse all’Ufficiale: – Và a casa, e ti avvenga come hai creduto -. E in quell’istante il servo fu guarito”.

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Ciò che si comprende da questa parabola è innanzi tutto l’incredibile fede dell’Ufficiale, in alcuni testi chiamato Centurione, una fede smisurata, esagerata, tant’è che lo stesso Gesù afferma che nemmeno in tutto il popolo d’Israele aveva mai trovato un credo così grande. Quell’uomo aveva riconosciuto l’immensa diversità di potere tra lui e il Messia perciò, con molta umiltà, esclama parole che stupiscono il Maestro. Un Maestro che arriva ad ammirare quell’uomo. Nella fede totale l’essere umano supera se stesso entrando in comunione con Dio. Infine Gesù premia questa fede posta in lui e guarisce il servo dimostrando a tutti che occorre sempre impegnarsi per il bene del prossimo, soprattutto quando è più bisognoso di noi.

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Questo è il messaggio che riporta la religione cattolica e non è un brutto messaggio, ma limitato a mio avviso, e anche un po’ errato.

La citazione principale di questa parabola è – Basta che tu dica una parola e il mio servo sarà guarito

La stessa frase che si recita al momento dell’Eucarestia durante la S. Messa – Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola e io sarò salvato -.

Cosa significa tutto ciò?

Detta così la recitazione sembra indicare il fatto che io peccatore devo essere perdonato prima di potermi permettere di sedere alla mensa del Signore. Il messaggio per molti viene preso in modo denigratorio – Io non sono degno…-, molto giudice, molto severo, – Ho commesso peccato e quindi non posso avvicinarmi alla mensa di Dio… -.

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Però i propositi sono buoni, a questo Dio basterà pronunciare una sola parola (se mi pento e mi dolgo dei miei peccati), io verrò perdonato e potrò avvicinarmi a lui.

…“Ok, non si è capito bene come funziona questa cosa, ma così mi hanno detto di fare e io lo faccio”.

Una nota molto bella perché induce al perdono, ma al perdono di un Dio superiore staccato da noi, io penso invece che non esista nessuna separazione tra noi e quel Dio. Noi non siamo in comunione con Dio, noi siamo Dio, quindi siamo noi stessi a doverci perdonare. La frase “ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato” stà proprio a significare che nel momento in cui mi accorgo di questo, di essere Dio, (sento la voce/parola di Dio “dentro di me”) mi rendo conto di essere Dio. “…Fatto a sua immagine e somiglianza“. Formato dalla sua stessa sostanza, perché Dio è il Tutto. E’ l’onnipresenza.

Il DIVINO che noi abbiamo sempre considerato appunto un Dio, un personaggio sovrannaturale, non è nient’altro, e questo lo spiegavano già gli antichi greci ancor prima della discesa di Cristo sulla terra, che il nostro Sé Superiore, la scintilla dell’Energia cosmica, propria di ogni essere umano, capace di infondere sensazioni di gioia travolgente, una beatitudine totale che l’uomo, attraverso la fede, potrebbe arrivare a provare solo volendolo.

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Un’Energia cosmica fuori e dentro di noi, unita in un tutt’Uno. E se non c’è malessere nel cosmo non può nemmeno esserci all’interno di un essere umano, perché è attraverso la propria Energia che quest’essere umano è in grado di auto guarirsi e guarire.

Il perdono è una delle più alte forme di guarigione fisica e psichica, è uno strumento potentissimo che non fallisce mai. Perdonarsi induce automaticamente ad amarsi e non corrisponde al giudizio di qualcun altro, né al nostro giudizio personale. Il giudizio porta alla malattia, cosa significa questo? Significa che giudicando si va incontro a frequenze negative, si emanano e si attraggono frequenze negative, le frequenze che fanno ammalare. Perdonare permette di percepire il DIVINO, di sentirne la voce, o meglio la presenza. Ecco da cosa dobbiamo essere salvati, dal non aver mai ascoltato la vera Energia divina universale. Non abbiamo mai creduto alla sua potenza, non abbiamo mai creduto alla nostra parte spirituale, alla nostra anima. Credendoci, avendo fede, si guarisce automaticamente. Ed è persino sbagliato dire “avere” fede perché in realtà bisognerebbe usare il verbo essere: “essere” fede.

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A guarire il servo non è stato Gesù, ma la fede stessa dell’Ufficiale, così potente che divenendo Spirito divino, pura e miracolosa Energia, ha potuto, solo volendolo, solo considerandolo, guarire il proprio schiavo. Una convinzione così grande che “nemmeno tutto il popolo d’Israele messo assieme aveva”.

Pensate che basterebbe in realtà….  – Un goccino di fede grande quanto un misero granello di senape – parola di Gesù.

Và a casa, e ti avvenga come hai creduto – dice infine il Messia. Come TU hai creduto che avvenisse. Come TU hai creduto, ossia come TU hai voluto. Hai TU creato quella realtà.

Il Regno di Dio è dentro di voi – dice anche in altri contesti, ossia, dentro a ciascuno di noi c’è l’Energia universale, noi stessi siamo Dio, noi stessi conteniamo l’Universo al nostro interno. Ci perdoniamo perché non abbiamo creduto in questo.

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Il danno più grande che abbiamo potuto fare è stato quello di non vivere in corrispondenza con il divino, con il creato (siamo formati dai stessi suoi quanti, le più piccole e indivisibili parti dell’Energia, e dai suoi stessi atomi, le più piccole e indivisibili parti della Materia).

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Questo è il perdono.

Se siamo riusciti ad ascoltare la voce della nostra anima, quella che dice – non vergognarti di essere grasso, sei bello così

quella che dice – non giudicare l’altro, fai del male a lui e a te stesso

quella che dice – non aver paura della vita affidati al tuo potere

quella che dice – la vita ti ama non ti abbandonerà mai

quella che fa notare che non esisti solo tu al mondo, quella che permette di ascoltare i suoni della natura senza zittirli, quella che ordina – Chiedi! E ti sarà dato ciò che vuoi, credici!

e dice molte, molte altre cose, allora vuol dire che ci siamo salvati.

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Vuol dire che abbiamo capito. Che siamo entrati in uno stato di consapevolezza che permette di credere all’Energia. E’ tutta una questione di Energia.

Saremo salvi, si perché finalmente potremo iniziare a vivere come non abbiamo mai vissuto. Potremo vivere creando la nostra realtà, potremo vivere senza negatività, potremo vivere nell’amore e non nella vergogna, non nel giudizio, o nell’ipocrisia.

Senza confondere troppo le idee mi viene in mente un’ulteriore frase di Gesù, cioè – Diventa Re e un Regno ti sarà dato – meravigliosa citazione che potremmo tradurre in – Diventa Dio, sentiti Dio, ciò che sei, e la pace totale, la più grande forma di gioia, ti sarà data così come la salute corrispondente

Nel momento in cui si riesce a sentire anche la voce della propria divinità interiore, e non solo quella mentale, si comprende come in realtà bisognerebbe condurre la vita.

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Purtroppo siamo abituati a tener conto solo di ciò che vediamo, che tocchiamo, e che percepiamo con i sensi, non vogliamo capire che ci sono forze intorno a noi e dentro di noi così potenti da poterci aiutare a modificare la nostra vita.

Quando l’Ufficiale chiede a Gesù di guarire il suo servo, affermando che basterebbe solo una sua parola, significa che non sa che se solo quel servo avesse creduto alla propria potenza, sarebbe guarito automaticamente, il miracolo sarà poi compiuto dall’Ufficiale stesso, premiato da Gesù per la sua fede, senza sapere di possedere quella capacità.

Non c’è magia, così è.

La fede è la medicina migliore. Una fede che ci hanno sempre mascherato. La fede è dentro di noi e dev’essere dedicata a noi stessi, alla nostra forza intrinseca, cioè il potere smisurato che conteniamo nel nostro profondo.

Ma di soltanto una parola ed io sarò salvato – è vero, ma se sei sordo possono essere pronunciate tutte le parole del mondo, tu non le sentirai mai. Ascolta. Impara a sentire. Impara a percepire la parola che vuole salvarti, ti sta già parlando.

E come dico sempre – Devi credere per vedere e non vedere per credere -.

Prosit!

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Entusiasmo. Sempre.

Ogni istante della nostra vita realizziamo delle azioni e prima ancora dei pensieri. Fosse anche solo lo stare fermi, immobili. In quel mentre, si respira, si vive, si prova qualcosa, si continuano a mantenere in movimento le rotelle del cervello. In ognuna di queste situazioni, mettiamo un sentimento. Un sentimento talvolta impercettibile, quel sentimento che nel momento in cui qualcuno ci chiede ad esempio: – Cos’hai provato a pulire quel vaso? – rispondiamo – Nulla! – perché così sembra. In realtà, siamo un continuo mutare di sensazioni ed emozioni così come le nostre cellule sono in continuo mutamente durante l’arco della nostra giornata e della nostra vita. Ebbene, ogni pensiero immaginato ha generato un sentimento e quest’ultimo ha segnato una tacca. Una tacca dentro di noi e, in seguito, è stato archiviato in un cassetto e messo lì.

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Non viene perduto. Nulla si perde. Tutto torna, tutto servirà in un futuro. Come accade con le tossine che espelliamo, noi come le piante, come altri animali, sostanze di scarto che sembrano inutili, ma servono in realtà ad altre funzioni e a nutrire anche altre forme di vita. Ogni sentimento provato quindi, anche il più debole, anche il più piccolo, viene accatastato; prima o poi se ne farà qualcosa. Come prima cosa, servirà, assieme agli altri, a formare la nostra vita, così come il banale esempio dei mattoncini che in tanti, tutti insieme, formano una casa.

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Altrettanto banale sarà probabilmente il dire che, se i mattoncini sono di scarsa qualità, quella casa prima o poi risulterà instabile o crollerà addirittura. Ecco che, nel momento in cui provate spesso sentimenti di qualità “non buona” state creando una vita instabile e che crollerà come l’immobile che citavo prima. Sentimenti come il rancore, o il risentimento, o tutte le varie emozioni negative che si possono provare (prodotte da pensieri negativi), non saranno una valida e solida base della vostra vita. Probabilmente, “pulendo quel vaso” che avete deterso quasi meccanicamente, senza neanche porci attenzione, avete sentito in voi stanchezza, noia, magari addirittura stizza. Forse lo avete decodificato come gesto insignificante. Ebbene avete messo questi tasselli nella vostra vita. Avete formato un pezzo della vostra esistenza e, alcune vostre cellule, (quindi sia una parte astratta che una concreta), con della irrilevanza, del tedio, della irritazione, dell’affaticamento. Cosa accadrà a questo punto? A questo punto accadrà che ogni volta che si va ad aprire uno di quei cassettini dell’archivio, sarà possibile ne escano fuori questi termini proprio come vi sono stati riposti. Accadrà che ogni volta che dovrete rifare un’azione, e non per forza la stessa bensì, di qualsiasi genere, essa potrebbe nascere da quel contenitore, da quel sentimento riposto perché tutto è un susseguirsi. E non sarete voi a poter scegliere quale cassetto aprire, o meglio, non sarà la vostra coscienza ma il vostro inconscio. Da un pero nascono pere.

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Così, da emozioni negative, nascono cose negative. Le azioni che compiamo durante una sola giornata, o i pensieri che facciamo vivere, sono milioni. Se poche e rare vengono alimentate e poi messe via gonfie di negatività non ci sarà alcun problema ma, quando i risultati avversi, deleteri, iniziano ad essere tanti, ecco che abbiamo più probabilità di trovarli in ogni cassetto che andiamo ad aprire. E arriverà il momento in cui la casa crollerà. La sola e più importante medicina che può evitare che accada tutto questo è l’entusiasmo.

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L’entusiasmo per la vita, l’entusiasmo per ogni minimo gesto, per ogni più piccola parola, in ogni pensiero, anche per… pulire un vaso, anche se non ne abbiamo voglia o se per noi non sta a significare proprio nulla. Deve significare e deve entusiasmarci. E’ un gesto che noi stiamo compiendo. E’ nostro. Lo stiamo creando noi e deve entusiasmarci. Non permettiamo a degli obblighi di rovinarci il dono più bello che abbiamo ricevuto. Non permettiamo a ciò che non vorremmo nemmeno provare, di governare la nostra esistenza e in malo modo per giunta. Persino durante un’accesa litigata metteteci entusiasmo. Niente odio, niente rancore, niente astio padre della voglia di vendetta. Niente malignità a sobbollire in voi nelle vostre viscere. Urlate, sfogatevi, dite tutto ciò che vi passa nella testa ma è quello che provate dentro che conta. Gridate forte ma con entusiasmo. E l’entusiasmo non è solo sinonimo di gioia. Se siete arrabbiati con qualcuno, capisco bene che in quel momento non vi andrà di farvi vedere allegri e sorridenti ma l’entusiasmo dovrà vivere acceso dentro di voi a prescindere. Il termine “entusiasmo” deriva dal greco antico enthusiasmòs, ed è formato dai due vocaboli: en ossia in e theos ossia Dio (visto come forza universale, come TUTTO). Letteralmente quindi si potrebbe tradurre in “con Dio dentro di sé“.

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Con in voi la divinità che vi appartiene, la forza, la potenza, l’onnipotenza che spesso non riconoscete. La divinità delle forze dell’Universo, della vostra stessa vita. Nulla di religioso ma solo ed esclusivmente… di vitale. “L’entusiasmo è la grandezza dell’uomo, è il passaggio dall’umano al Divino”, affermava Ralph Waldo Emerson. Ciò che vi ritornerà sarà entusiasmo! Ciò che uscirà dai vostri cassetti, sarà entusiasmo. Qualsiasi decida di aprirsi. Avete emanato entusiasmo, vi tornerà entusiasmo, è molto semplice come regola. Può essere dura da mettere in pratica ma sinceramente penso che a volte, ci voglia solo un po’ di allenamento e buona abitudine. Non parliamo poi di quello che l’entusiasmo riesce a farci fare e ottenere. E’ una tale potenza, ha un’influenza così immensa che nemmeno si può capire quanto sia grande. Con l’entusiasmo, ogni cosa che desideriamo avviene. Ferdinand Foch, Generale d’Artiglieria, considerato ancora oggi uno dei teorici più preparati dell’Esercito Francese tra l’800 e il ‘900, lo sottolineo perchè trattasi quindi di un uomo che ben s’intendeva di strategie di guerra e “strumenti bellici” diceva – L’arma più potente sulla terra è l’animo umano in preda all’entusiasmo -. E aveva ragione. Entusiasmatevi. Sempre.

Prosit!

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