Per Te o una Pianta: sbocciare non è bello, è faticosissimo

Meg, non sto bene – mi scrisse improvvisamente la mia amica in una sera come tante altre

Ok. Dimmi – le risposi

Non riesco a respirare. Ho anche mal di testa. Ansia. Palpitazioni… ma il problema è che non riesco a respirare. Ho già chiamato la Guardia Medica, la Dottoressa dice che sto bene, non ho nulla ma… non respiro come vorrei

Era ovvio che il suo “occhio di bue” fosse puntato sul respiro. Un malfunzionamento di quest’ultimo è la cosa che più spaventa. Il respiro è la vita.

Quindi? – le chiesi. Lei sapeva cosa rispondermi.

Ho bisogno del tuo aiuto. Le ho provate tutte, credimi, ma non riesco -.

Quando il panico ci assale non si riesce più a lavorare come si dovrebbe nei confronti del nostro benessere. Un aiuto esterno può risolvere la situazione ma se non avviene la richiesta non si deve e non si può operare in tal senso.

Conosco bene la persona che mi stava scrivendo, sapevo che le aveva già tentate tutte per i fatti suoi. Sapevo che ce la stava mettendo tutta ma, questa volta, quel problema, era più grosso di lei.

Ci sono io. Non preoccuparti – le dissi.

Un – Grazie – e un cuoricino furono la sua risposta.

Già dall’indomani iniziò a stare meglio ma non benissimo. Ovviamente. Ed è un bene che il tutto non passi velocemente.

Durante la Primavera, quando vediamo un albero in fiore, lo consideriamo un qualcosa di bellissimo. E lo è. Immagina un pesco fiorito. Tutto rosa. Non c’è niente di più bello. E i sakura giapponesi? Ne vogliamo parlare? Che spettacolo!

Dobbiamo comprendere, però, che quello che a noi sembra meraviglioso ed è luce per i nostri occhi, per la pianta è in realtà un momento difficilissimo e assai faticoso da vivere.

So che è difficile ma prova un attimo a togliere dalla tua mente quella bellezza e a focalizzarti solo sul processo biologico di quell’essere vivente. Dopo aver sonnecchiato in tutta tranquillità durante i mesi invernali ora deve trionfare di vita per assicurare il continuare dell’esistenza e per poter dare i suoi frutti, cioè compiere la missione per la quale è nato.

Facendo fede a tutta la sua forza e alla sua resistenza inizia così a partorire, a gettare gemme nuove. Paziente e resiliente. Per compiere questo processo ha bisogno di tutte le sostanze nutritive a disposizione e attraverso il sacrificio rigenera la vita. Microfratture si formano sui suoi rami, al di sotto della sua corteccia si formano boccioli che prima non c’erano. Questi boccioli cresceranno, si modificheranno, assumeranno un colore e un profumo, un immenso lavoro cellulare. Saranno pronti e adatti a trasformarsi in frutti in base alla loro scheda genetica e, l’albero, dopo averli fatti nascere, li deve anche mantenere sani e vitali. Uno strazio.

E che dire di un bruco che si strappa la pelle per diventare farfalla? E che deve contorcersi a lungo per uscire dalla sua crisalide? Pensi che in quel momento si stia divertendo? Sia per lui un gioco da ragazzi? Non lo è.

Ogni volta che avviene in noi una trasmutazione alchemica stiamo male. Questo non significa che ogni malessere è un mutamento alchemico. Ogni malessere è un messaggio. Ma se abbiamo lavorato su di noi per elevarci, il nostro corpo, e non solo la nostra parte psichica e spirituale, subiscono una vera e propria modifica anche a livello cellulare. Come già ti avevo spiegato, infatti, il nostro DNA cambia anche solo in base al nostro stato d’animo. A dirlo non sono io ma scienze come l’Epigenetica. Quindi puoi fidarti penso.

Siamo abituati a riconoscere un malessere come un qualcosa di negativo da sconfiggere. Non capiamo che, in alcuni casi, quello è la prova del 9 che una trasformazione è avvenuta o sta avvenendo in noi. Senza di lui significa che siamo gli stessi di prima. Nessun passo avanti!

Ti ricorderai del mio articolo sulla Tachicardia quando ti dissi che un Cuore scalpita anche per farsi sentire e perché è stanco di rimanere soffocato dal tuo non mostrarti, dalla tua pigrizia, dalla tua paura del giudizio, dal tuo non creare…

Bene, ritorniamo alla mia amica, la quale, guarda che caso, aveva compiuto un importante lavoro su di sé. Tra i vari sintomi mi ha descritto le palpitazioni.

E’ ovvio che quando si opera in modo importante su se stessi anche la mutazione sarà importante e recepita da noi come “più grave”. I sintomi sono insopportabili e ci spaventano, arrivando ad intaccare anche organi fondamentali come i Polmoni che non ci permettono di respirare come vorremmo e il Cuore che inizia a fare le bizze.

Il Cuore… questo straordinario e potente organo propulsore di linfa vitale. L’organo che unisce il nostro corpo alla nostra parte dell’anima. Il fulcro del tutt’uno. E sfido io non sentire fastidi (come noi li chiamiamo) da parte sua!

Pertanto, comprendo la preoccupazione ma una cosa buona da fare è quella di tranquillizzarsi e capire che tutto sta avvenendo per un buon motivo, il nostro organismo si sta semplicemente adattando a quella persona nuova che siamo diventati. Allora sì, si eviterà di aggravare la situazione e si potrà poi godere del bello.

Così come vediamo del bello in quei fiori o in una farfalla che prima era un bruco. In quel momento di metamorfosi però c’è sofferenza.

Dobbiamo imparare seriamente a riconoscerla e ad amarla senza dare sempre soltanto sfogo a paure e preoccupazioni che ci fanno colare a picco anziché permetterci di innalzarci.

Se per trenta o cinquanta anni hai obbligato i tuoi Polmoni o il tuo Cuore a non espandersi come dovevano, senza rendertene conto, sarà normale che ora, durante una loro più ampia espansione (finalmente) dovranno tirare i loro tessuti o modificare la loro forma. Questa non è una bazzecola. La paura, che neanche percepiamo, ma con la quale viviamo costantemente ogni giorno, tra le mille altre cose poco salutari che ci crea ci abbassa la dose di Potassio nell’organismo. Abbassandosi il livello di Potassio nel sangue, le pareti dei nostri organi si induriscono e si inaridiscono. Non hanno più quindi la loro naturale elasticità. Riuscendo a prendere la vita diversamente, emanando meno Adrenalina e lasciando il Potassio al suo giusto livello ecco che queste pareti si ammorbidiscono di nuovo e tornano elastiche.

Tu stesso, se inizi ad andare in palestra dopo anni che sei completamente fermo come un bradipo ti renderai conto che non è proprio facile ricominciare. Ti sarà capitato di sentire i dolori provocati dall’acido lattico o dai crampi.

Quello che voglio dirti è che non devi per forza farti mangiare dal terrore quando non stai bene. Prova a ragionare. Magari, senza neanche essertene reso conto, hai modificato un qualcosa nella tua vita. Una reazione ad esempio. Magari, di solito, sei una persona negativa che vede sempre il bicchiere mezzo vuoto mentre ultimamente stai rispondendo positivamente o con più sano menefreghismo alle disavventure che l’esistenza ti offre. Già questo è sufficiente per trasformare una piccola parte di te in meglio. Ma prima occorre sopportare un po’ di disturbi.

Ti auguro un po’ di sano malessere se è quello che ti porterà a stare sempre meglio.

Ah! E, ovviamente, la mia amica, dopo qualche giorno di sofferenza, ha aperto il suo cuore nei confronti di un progetto che aveva in serbo da tempo ma che non osava portare avanti. E niente… ora sta benissimo. Bene come non è mai stata.

Prosit!

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Sono l’Erede di una malattia e quindi uno sfigato – parte 2°

CREA LA TUA MALATTIA

Per molti queste sono solo storiacce, forse perché non si documentano sull’epigenetica (che è una scienza non un movimento hippie) della quale non si è mai sentito parlare. Chissà come mai??? Ah! Sì! Forse perché è più giovane delle altre… però, che strano, alcuni virus appena nati vengono proposti subito al pubblico su tutti i rotocalchi! Vabbè… torniamo alle vittime impotenti. Se ne stanno lì, impassibili e sfigate, in balia di onde dannose date dagli avi senza poter far nulla. Una spada di Damocle. “Mio padre aveva il diabete, io avrò il diabete. Mio padre aveva un tumore, io avrò un tumore. Mia padre aveva la psoriasi, io avrò la psoriasi”. È fatto. Et voilà. E, naturalmente, a furia di pensarlo, accadrà proprio così. Ci hanno e ci siamo già messi una croce sulla schiena. A furia di difendersi da un nemico inesistente lo si realizza davvero.

Nel momento stesso in cui mi preoccupo del mio PROBABILE diabete, che ancora non esiste ma mio padre lo ha avuto, ecco che sto creando il diabete dentro di me. Beh, mi sembra ovvio. Quello che io ordino al mio cervello egli lo esegue alla perfezione. Su questo mi sembra non si possa discutere viste tutte le conferme che ci sono state date. Il pancreas, quindi, diligentemente, inizierà a secernere in modo diverso Insulina e Glucagone, il disequilibrio giungerà e di conseguenza il diabete che diventa cosa ovvia (è più lungo l’ambaradan ma la faccio breve).

Se non ci credete potete provare. Provare a vivere, per un periodo, cercando di difendervi dal diabete e pensando di essere vittime del diabete. Arriverà il diabete. Non lo farete, perché avete paura. Non ci credete, non volete crederci ma intanto evitate di provare. Se le mie sono solo fandonie potete farlo, non accadrà mai. Provate a nutrire il diabete dentro di voi, tanto non arriverà.

Il fatto più grave è che non riuscirete a difendervi dal diabete nemmeno prevenendolo con una sana dieta, in quanto, nessuno ha mai spiegato quali davvero siano gli alimenti sani e quasi nessuno ha voglia di documentarsi. Nessuno ci ha mai educato che possiamo curarci anche con il cibo e la natura tutta e che i farmaci possono sicuramente essere risolutivi e utili ma non l’unica cosa. Quindi… quando un medico nella dieta di un diabetico elimina i dolci ma lascia glucosio elaborato, tanto chissenecapisce, mi chiedo dove sia il cibo sano. Che poi… vabbè, il glucosio è un discorso a sé perché è ovunque ed è un tema assai complesso (molto moltissimo) ma magari limitiamolo. Mi sembra davvero senza senso non mangiare un cioccolatino ma mangiare la pastasciutta, se ho il diabete, ecco.

TRADUCENDO IL MESSAGGIO SI CAPISCE MEGLIO

Non serve essere immune a quella malattia, occorre essere immuni a quelle emozioni, a quelle reazioni, a quelle sensazioni, a quei pensieri, a quel messaggio.

Ma non usciamo dal discorso precedente. Il fatto è molto semplice, le cose sono queste qui:

– Cresco e vivo una vita, o gran parte di essa, conoscendo il diabete di mio padre. Il mio pensiero sarà sempre lì anche se cerco di tutelarmi (creo il mio diabete). La medicina stessa mi dice che sono “portata” ad avere il diabete quindi… ciao Pippo! Mi hanno segnata ormai.

– Se mio padre ha o aveva il diabete significa che mio padre era una persona che provava ben poca gioia nel suo vivere, aveva in sé una sorta di rancore e tristezza verso la società o chi l’ha messo al mondo, aveva poca voglia e grinta di combattere verso i problemi della vita e questo è quello che può avermi insegnato inconsciamente, ossia, una sorta di “arresa” che permea la mia esistenza. Messaggi continui, captati dal mio cervello che, in qualche modo, dicevano: la vita è dura, è difficile essere felici, questo non va bene, questo non mi piace, bisogna fare sacrifici… e lamentele e sospiri e sbuffate (creo il mio diabete).

– Se mio padre ha o ha avuto il diabete è perché si è nutrito con determinati alimenti che anch’io ho mangiato, seduta a quella tavola (creo il mio diabete).

– Se la gente (amici, parenti, medici) continua a dirmi di fare attenzione al diabete perché mio padre… (creo il mio diabete).

E’ chiaro?

Il fatto importante però è un altro. Ho il diabete? Oppure ho una qualsiasi altra malattia? Molto bene. Qualcosa dentro di me ha fatto sì che questa malattia nascesse in me proprio come è accaduto a mio padre e a mio nonno… ma, adesso, – sei MIA malattia, non sei ne’ di mio padre, ne’ di mio nonno e ce la vediamo io e te -.

TU E LA MALATTIA

E ora inizia una piccola storia vera, la mia.

Sono nata da un padre che ha sempre avuto problemi all’apparato respiratorio soprattutto in giovane età. Mio nonno, suo papà, ha sempre avuto, per 95 anni, gravi e fastidiosi problemi all’apparato respiratorio. Bronchiti, asma, sinusiti, etc… erano all’ordine del giorno.

Sono nata da un padre che mi ha insegnato a stare lontana l’aggressività e che l’aggressività – è una cosa brutta -. Mio nonno mi ha educata a non essere aggressiva, mi ha inculcato nella testa, senza neanche rendersene conto, che l’aggressività la si deve usare solo in determinati momenti della vita e, quei momenti, non sono bei momenti se devi diventare aggressiva. Mi hanno insegnato a mandare giù, sopportare e trattenere. A non dire la mia per il “quieto vivere” e perché “chi più ne ha, più ne metta”.

E guarda caso… volete sapere che significato hanno la bronchite e la sinusite (tanto per prendere le principali) come messaggio?

Bronchite – aver paura dell’aggressività, giudicarla come una cosa orribile.

Sinusite – sopportare senza accettare una situazione, o una persona, o un evento.

Ma-che-coincidenza!

Ok. Fu così che decisi di liberarmi da tutto ciò come vi ho già scritto in passato su altri post.

Ho 41 anni e, da quando sono nata, mia madre ha invano combattuto contro le mie bronchiti che ogni anno si presentavano rovinandomi per un mese la salute e l’anno scolastico. Crescendo, la situazione si è aggravata. La bronchite non solo si presentava una volta all’anno, bensì due, e si complicava aggiungendo a sé poi la sinusite. O meglio, sopraggiungeva anche lei e non avevo solo più problemi di catarro e muco nei bronchi ma anche in testa. Piena completamente.

Decisi di dire basta. Potete non credermi ma oggi sono tre anni che non ho più la bronchite e, da due anni, la sinusite è nettamente più lieve, dura pochissimi giorni e non è dolorante. Eliminerò anche lei col tempo.

COME MARIONETTE

Quello che intendo dire è che finché continuiamo a comportarci come schiavi, o succubi, o sfortunati, questo sarà ciò che saremo ma se decidiamo di diventare realmente padroni della nostra vita, per tanto difficile che sia, possiamo crearci un’esistenza diversa anche dal punto di vista della salute.

Non ho niente contro la medicina ma quando la medicina parla dovremmo evitare di pendere totalmente dalle sue labbra, dovremmo accogliere i suoi consigli ma pensare di essere noi stessi e che c’è pieno di uomini e donne morti per una determinata malattia ma i loro figli non soffrono dello stesso disturbo. Sta a noi non coltivare e non nutrire certe paure e sta a noi cambiare strada rispetto agli “errori” dei nostri genitori.

Il nostro DNA è una cosa viva e come vi ho detto a inizio post ogni forma di vita è in continuo movimento. Come già avevo scritto quando siamo sotto stress esso si contrae mentre in fase di serenità esso di distende. Il DNA è composto da una struttura chimica, non sono pezzi di vetro, sono basi azotate. E’ un qualcosa di energetico oltre che biologico ed è meraviglioso. Il mondo che viviamo è meraviglioso. Noi tutti siamo meravigliosi e possiamo avere una vita sana e meravigliosa. Ma forse ve lo spiega meglio lo scienziato Bruce Lipton:

Noi siamo i padroni del nostro futuro e non vittime del passato.

Prosit!

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Sono l’Erede di una malattia e quindi uno sfigato – parte 1°

Dividerò questo post in due articoli perché è un discorso abbastanza lungo e vorrei riuscire a spiegare bene tutto quello che esiste oltre a ciò che crediamo essere scontato. La vita è un continuo movimento energetico, un continuo mutamento perpetuo, nulla è scontato. Tutto cambia e tutto può cambiare.

CHE SFIGA!

Dire che l’ereditarietà nella malattia non esiste è estremo e assoluto quindi non mi piace; non mi piace e non lo dirò. Non dirò neanche, però, che credo di essere l’erede delle malattie/patologie dei miei familiari. È una cosa alla quale io non credo e, nonostante tutte le prove che la medicina ha voluto dare in base a questo argomento, non mi trova personalmente d’accordo. L’ho anche potuto constatare di persona. Questo non significa che dovete essere d’accordo con me, vorrei solo esporre il mio pensiero, e non significa nemmeno che non avrò gli stessi disturbi dei miei predecessori ma, qualora giungessero, la penserò diversamente e, tra un attimo, vi spiego come.

Se questa teoria me l’hanno voluta vendere come fondamenta basilare del mio stato di salute, andando a citare geni e cromosomi, io non ho voluto comprarla. Non ho voluto comprarla perché dietro alla parola – predisposizione – si nasconde un meccanismo ben più profondo rispetto a ciò che si sfoggia in vetrina. È troppo comodo e troppo semplice dare una specie di colpa al DNA che, di conseguenza, include la conclusione – Non puoi farci nulla -, ma soprattutto è deleterio in quanto mi rende schiava della sfiga, cioè di un qualcosa che non esiste. Schiava di un qualcosa che non esiste…

Schiava di una sfortuna… sono nata in quella famiglia lì, con quelle malattie lì… Ebbene, ho scelto di non dipendere il più possibile da niente e da nessuno, pertanto, non dipenderò neanche dai malesseri di genitori e nonni.

Ieri ho letto il commento di una donna, permettetemi di descrivere come dura e volgare, che dopo aver letto un post su FaceBook, inerente a questo discorso, ha proclamato – Io ho l’ipertensione come mia madre e un sangue molto denso, mangio bene eppure ho questa patologia. Il problema quindi è della mia mente? Ma non dite più ca@@@@e! -. Ovviamente il commento diceva altro, di più feroce, ma non serve ch’io lo riporti. Il nesso è questo.

Ora, io comprendo questa donna che in poche parole ha tradotto il pensiero di molte persone ma vorrei scrivere due cose a riguardo.

UN PO’ DI ANALISI

La prima è inerente proprio alla sua risposta. A quel suo tono. A quel suo impeto. Signora cara, si faccia due domande e si dia due risposte se ha l’ipertensione… però è anche vero che non si può mica valutare una persona da un solo commento visto che, magari, in quel momento, il gatto le aveva appena fatto pipì sulle ciabatte. Andiamo alla seconda questione, quel: “io mangio bene”.

Perdonatemi ora se divento tagliente ma l’ultimo che mi ha detto “io mangio bene” era convinto che la cucina di sua nonna calabrese (che adoro) era una cucina sana. Orsù! Il buono e il genuino sono una cosa. Il sano è un’altra. Un’antica riflessione orientale, appartenente alla Mecidina Tradizionale Cinese, afferma – Ciò che sporca il tuo piatto sporca anche i tuoi organismi. Osserva il piatto finita la pietanza e saprai regolarti -. Un conto è mangiare di gusto, un altro è mangiare i prodotti così come natura crea, forse meno golosi per le papille gustative ma sicuramente meno dannosi per il corpo. E non sono qui a fare quella delle “due carotine scondite”. Io non mi faccio mancare niente ma dobbiamo saper valutare. Inoltre, proclamare: – io mangio bene – ingurgitando, nel mentre: coloranti, conservanti, pesticidi, edulcoranti, etc… stona assai. Di questo non abbiamo colpe ma possiamo evitarne molti volendo. Detto questo, vorrei vedere come mangia la signora, figlia di una donna che avrà ben cucinato in un determinato modo nella sua vita e le avrà insegnato una determinata arte culinaria, la quale, probabilmente, tende a rendere il sangue un po’ poco fluido ma soprattutto un pompare del cuore veloce e sofferente.

Dopo l’aver appreso la cucina di mamma occorre anche vedere come mamma (o papà) ci hanno educato e modellato. Cioè plasmato a loro immagine e somiglianza. Mi spiego. Come dico sempre, ogni malattia arriva a noi per portarci un messaggio. In questo caso l’ipertensione significa, in ambito psicosomatico, reprimere le emozioni, avere un eccesso di emozioni dentro che si surriscaldano, trattenere ricordi/segreti che dopo molto tempo riescono ancora a emozionarci in male o in bene. Non sarà difficile quindi capire che anch’io, come mia madre, vivo in questo stato d’animo.

Facciamo un esempio: se in famiglia io, dal temperamento sanguigno, non ho mai potuto sfoderare le mie emozioni come volevo, perché me lo hanno impedito dal momento che loro anche lo facevano ed era giusto così, forse oggi ho qualche problemino. Identico al loro.

Vale anche, ahimè, se si decide di intraprendere la strada del tutto contraria ai genitori. Il punto di partenza è lo stesso se l’emozione è la medesima.

Non dimentichiamoci nemmeno che i genitori, quando ci mettono al mondo, non ci danno solo il loro DNA e neanche solo tratti del loro carattere. Ci danno anche le loro emozioni e la loro ENERGIA. I loro flussi energetici.

Devo fermarmi per dividere questo articolo, aspettate quindi la seconda parte, nel mentre, potete provare a riflettere.

Prosit!

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Chiamiamo a deporre Signor Virus

– Alzi la mano destra e giuri di dire la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità. Dica “lo giuro” –

– Lo giuro Signor Giudice –

– Bene Virus, a lei la parola, ci racconti i fatti –

– Ecco, Signor Giudice, a mio avviso mi sono state addossate colpe che non ho. Con questo non intendo dire di essere completamente innocente ed estraneo ai fatti ma essere il capro espiatorio di tutto mi sembra esagerato. Ora le spiego la mia visione. Ho causato un mucchio di malattie, evolvendomi e divenendo sempre più imbattibile, ma l’uomo è comunque riuscito a sconfiggermi anche perché, alla fine, sono un semplice aggregato molecolare che si impossessa di una cellula per riprodursi. Sono un parassita, in fondo, e non una bomba atomica –

– Si ma puoi fare davvero grandi danni –

– Mi lasci finire, la prego, Vostra Eccellenza. Lei ha ragione. Riesco ad introdurmi nell’apparato umano e mi moltiplico a volte così velocemente e sono così energico che gli anticorpi della mia vittima non riescono a debellarmi. In passato ho nuociuto ancora di più quando certe cure non esistevano e l’apparato immunitario si trovava senza aiuti. Ma è anche vero che non è colpa mia se un apparato immunitario è debole o non lavora bene ed è disorganizzato. Io seguo semplicemente la mia natura. Io e Batterio viviamo da quando è nata la vita, abbiamo diritto anche noi a stare su questo pianeta e, anzi, svolgiamo un lavoro molto importante e fondamentale nei confronti del rafforzamento dell’organismo e nei confronti dell’equilibrio del sistema tra sostanze utili e di scarto. Comunque, come le dicevo, sono pronto ad assumermi le mie responsabilità dei danni creati in passato o che ancora oggi posso creare con una semplice influenza –

– Vedi Virus, il fatto è che oggi, quella che causi, non è più una semplice influenza. Un tempo, quando si aveva l’influenza, si stava poco bene per qualche giorno e poi finiva tutto. Oggi si vomita, si ha una febbre altissima che non scende, dolori ovunque, si sta male un mese intero e, spesso, solo il Pronto Soccorso può essere valido –

– Ecco, Signor Giudice, è proprio qui che volevo arrivare. Mi permetta. La mia intelligenza è pari all’evoluzione del resto del tutto. E’ vero ch’io appartengo all’entità biologica più grande e numerosa del pianeta ed è anche vero che posso infettare ogni cosa ma i vostri corpi umani sono più malati, meno sani, insomma, io li vedo bene! Per non parlare delle aziende farmaceutiche che sono le prime a rendermi sempre più invulnerabile. Beh, ecco, avrà sentito anche lei la famosa citazione “un paziente guarito non ha più bisogno di essere curato“. Non parliamo poi dei medici. Oggi come oggi è sempre e solo colpa mia. È tremendamente svilente! Hai mal di pancia? È un Virus. Hai dolore ad una mano? È un Virus. Mal di testa da un mese? È un Virus. È sempre un Virus. Molto spesso, non sanno neanche loro che cosa si trovano davanti e allora generalizzano, danno sempre la colpa a me, tanto il paziente che ne sa… –

– Virus si rende conto delle illazioni che sta facendo? –

– Insigne Capo della Giuria, me ne rendo conto ma dovrò pur difendermi! E comunque, se questi tasti non devo toccarli mi si permetta di premerne altri. È mai possibile che l’umanità non si renda conto che qualsiasi tipo di Virus, che si impadronisce di un corpo, non lo fa mai senza un senso? –

– Cosa intende dire? –

– Beh, ecco, lei non mi crederà ma, la maggior parte delle volte che colpisco, sono stato richiamato dalla vittima stessa. È come se mi avesse voluto, cercato, immaginato e realizzato dentro di lei –

– Ma queste sono idiozie Virus! –

– Lei mi sta dando un potere che non ho Vostra Grazia. Mi sta dicendo che posso piegare il popolo in due al mio volere. In realtà, un essere microscopico come me, non può nulla contro l’infinito potere dell’essere umano creato a immagine e somiglianza di Dio! L’uomo non è solo corpo ma è soprattutto Spirito e io, vivendo nel microcosmo lo so bene, mi deve credere! Qua si parla di molecole, di mondi infinitamente piccoli. I miei! L’uomo non è così fragile, questo è da comprendere. E, nel tempo, illustri personaggi lo hanno affermato: Einstein, Tesla, Jung, Ippocrate. Vorrei raccontarle una storia. Durante il ‘600 mentre le persone venivano sterminate senza pietà dalla brutalità della peste, che è causata da un Batterio, ma io e Batterio ultimamente siamo sulla stessa barca e quindi intendo difendere anche lui, diciamo che glielo devo… un certo Isaac Newton passava le sue giornate in un prato, poco fuori il paese, seduto sotto ad un albero a riflettere e filosofare su alcuni concetti scientifici che aveva compreso. La gente gli moriva di fianco ma a lui non importava, era totalmente rapito dal suo mondo e, così facendo, non lasciava aperto l’accesso a Batterio. Una sua cara amica, invece, incredibilmente preoccupata e spaventata da quella epidemia, morì come molti proprio di peste. La peste la raggiunse perché lei le aprì la porta. Lei la fece entrare creandola dentro di sé e, una volta fatta entrare, ne ebbe paura. È la paura che uccide Signor Giudice! Non i Batteri o i Virus! È sempre la paura, qualsiasi malattia sia. Essa, di conseguenza, partorisce l’odio e il rancore, la tristezza e la rabbia. Queste emozioni induriscono i tessuti, il DNA si accorcia, modifica letteralmente la sua struttura. Io lo vedo e, mi è facile, a quel punto, sentirmi grande. Alcuni ormoni non vengono più emessi, o se ne ha un sovradosaggio, perché l’organismo va in tilt cercando di difendere e proteggere il corpo. Cercando persino di farlo guarire! Le mie condizioni preferite, si capisce. E io mio trovo qui perché, dopo tutto il mio parlare, volevo solo spiegare questo punto ma come posso provarlo? Ciò che dico è vero. Io so che molti scienziati lo hanno scoperto e lo hanno visto con i loro occhi ma lo tengono ancora nascosto. Sono piccolo, arrivo ovunque, e quello che le sto dicendo è la verità. È la paura che dovete arrestare. E spesso è lei il mio mandante. Signor Giudice, mi dia almeno il beneficio del dubbio! –

– Virus, ammetto che le tue considerazioni, pur sembrandomi utopie, sono molto interessanti ma non potrebbe essere che, il famoso Newton, semplicemente aveva un apparato immunitario più forte o non è venuto a contatto con il Batterio? –

– Quindi la sua è stata semplice fortuna. Battiamo su un punto inesistente e senza concretezza, su un concetto che non ha tangibilità, creato dall’uomo che non ha saputo spiegare cose più grandi di lui. Fortuna e Sfortuna sono così nate per mettere una toppa laddove, certe domande, non ottenevano risposte perchè immense –

– Magari è vero che mangiava in modo più sano –

– Allora ho ragione a dire che oggi i corpi sono più malati e deboli, visto che le aziende alimentari creano solo porcate in laboratorio. La società non permette di alimentarsi in modo sano perché, per fare questo, ci vuole tempo e il tempo scarseggia, bisogna lavorare e guadagnare e sfinirsi ma io che colpa ne ho in tutto questo? –

– E se allora si tenne lontano dal suo amico Batterio? –

– Di Grazia, mi consenta, ma lei non conosce Yersinia Pestis, così si chiama. Quello arriva dove vuole. Ai tempi di Newton i ratti e le pulci pullulavano come le stelle nel cielo. L’igiene scarseggiava per tutti, anche per i luminari della scienza. Era una condizione che chiunque pativa. Lei pensa forse che Dante Alighieri o Leonardo Da Vinci si lavavano tutti i giorni? Certo che no! Non era andando in un prato che ci si salvava, la peste arrivava ovunque –

– Eppure in molti non si sono ammalati –

– Già, come mai? Come le ripeto, Esimia Autorità, lei stenterà a credermi ma chi non si ammalava era chi non temeva la sconfitta. Potreste osservare al microscopio cosa accade al DNA e al sangue e a tutte le cellule di un essere umano quando egli ha paura! Io le vedo, torno a dirle! –

– O riescono a curarsi anche… –

– Ogni corpo è a sé. Nessuno è uguale ad un altro. Ogni individuo abbisogna della sua speciale cura ma è anche vero che tutti gli organismi si muovono allo stesso modo. Un’infezione è un’infezione per tutti. Non c’è un medicinale diverso per ognuno. Ci sono delle accortezze, dove medici lungimiranti e precisi giungono e attuano al fine di creare la cura migliore e più adatta a quel paziente. Si aggiunge quindi un medicinale in più, o si effettua un cambiamento qua e uno là, ma l’infezione è infezione per tutti. Tessuti arrossati, comparsa di pus, zona dolorante, etc… Una bronchite è una bronchite. Un foruncolo è un foruncolo. Il diabete è sempre il diabete. Ogni malattia ha i suoi stadi ma è “quella malattia”. Non si può basare tutto sul destino, se ne rende conto? Dov’è allora la prova certa e concreta che tanto la scienza va cercando? Il grande Paracelso, medico alchemico ch’ebbi modo di conoscere durante la prima metà del ‘500, diceva: “Guai a quel medico che cura il corpo senza prima aver curato la mente, giacché da essa tutto discende”. Nel ‘500, capisce? –

Il Giudice pronuncia la sentenza. All’imputato viene diminuita la pena in quanto obbligato a prender parte al reato.

Per approfondire il tema delle modifiche che il DNA subisce in base alle emozioni potete leggere l’Esperimento n°3 di questo articolo https://riccamente.blogspot.com/2012/01/gregg-braden-3-importanti-esperimenti.html

Forse, per comprendere meglio il messaggio di Virus, può tornarti utile leggere anche questo mio articolo “il dolore – l’indesiderato messaggero degli Dei”.

Prosit!

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Fotoni e DNA: la loro Comunicazione

Di alcune importanti scoperte scientifiche ne abbiamo sentito parlare ben poco, mentre, a mio parere, dovrebbero essere decisamente più conosciute.

Solo per riflettere un po’, quando avrai finito di leggere questo articolo, chiediti come sarebbe la vita di tutti noi se, ciò che ora sai, fosse per l’essere umano una cosa ovvia come: – se decido di scrivere prendo una penna e scrivo -. Semplice.

AMORE A PRIMA VISTA

Innanzi tutto vediamo cos’è un Fotone e cos’è il DNA umano.

Il fotone è una particella di luce e cioè, per la fisica quantistica, materia.

Il DNA (o acido desossiribonucleico) invece è una struttura che porta l’informazione genetica. Umana, in questo caso.

Come ci fa sapere Gregg Braden, scienziato e scrittore, il quale, con premura, tenta di aprire e risvegliare le menti, alcuni suoi colleghi tra i quali Vladimir Poponin e Peter Garaiev, decisero di immettere in un piccolo tubo trasparente alcuni Fotoni. Tali Fotoni si muovevano all’interno di questo cilindro senza un senso logico, semplicemente fluttuando nello spazio a loro disposizione.

Decisero, in seguito, di aggiungere a queste particelle delle altre particelle di un’altra sostanza ossia di DNA umano. In breve tempo poterono assistere ad un fenomeno assai curioso e cioè che, i Fotoni, non rimasero indifferenti alla presenza del DNA ma anzi si affiancarono ad esso e soprattutto ne assunsero la stessa forma. In pratica, lo imitarono, agganciandosi a quello che per loro era divenuto una sorta di “comandante”. Togliendo a questo punto il DNA, e lasciando nuovamente i Fotoni da soli, accadde che l’influenza antecedente del DNA sui Fotoni rimase, come se per i Fotoni fosse una memoria.

Bene, questo esperimento ci fa capire innanzi tutto cosa si intende quando si dice: che qualcosa di quella persona rimane anche dopo la sua morte (detto in termini molto spicci) ma soprattutto ci aiuta a comprendere come l’Universo intero si muove in base al nostro volere.

CREDERE SOLO A QUELLO CHE SI VEDE

Le minuscole particelle di DNA che ci rappresentano e ci compongono non le vediamo a occhio nudo, eppure, tutto intorno a noi è ricco del nostro DNA. Anche la nostra auto, o il luogo nel quale lavoriamo. L’energia risponde a queste microscopiche parti così come la materia. Noi, però, non vedendo nulla di tutto questo non lo diamo per scontato, anzi, nemmeno ci crediamo.

Il non riuscire a vedere con i nostri occhi particelle così piccole è per noi un vantaggio in realtà, una difesa stessa dell’organismo, ma noi ne abbiamo fatto un limite. Immaginatevi cosa potrebbe significare riuscire a vedere come un microscopio. Andare in giro e avere davanti ai nostri occhi, ogni secondo della nostra vita, milioni e milioni di microbi, cellule, pulviscolo e quant’altro. Sarebbe insopportabile. Si parla di numeri infiniti di cose nello sguardo.

Questo però non significa che, i fatti, nel microcosmo e poi anche nel macrocosmo, non avvengano.

L’UNIVERSO E’ LUCE

I Fotoni si trovano ovunque e quindi ovunque il nostro DNA può modificarne la forma. Tra loro avviene una vera e propria comunicazione e questo penso sia l’indizio più importante da ricordare. COMUNICANO! Non è fantastico? In pratica, ciò che noi siamo prende forma attorno a noi. Due mondi, apparentemente differenti tra loro, parlano lo stesso linguaggio.

Per sottolineare ancor meglio questo importante evento, occorre però osservare un altro grande esperimento e cioè quello che ha scoperto che il DNA si modifica in base alle nostre emozioni.

Ebbene sì, come è stato visto dagli scienziati dell’Institute of HeartMath (letteralmente Istituto di Matematica del Cuore) quando proviamo emozioni negative come la paura, o la rabbia, o la frustrazione, il nostro DNA assume una forma contrita e più accorciata, mentre, durante il sentire emozioni positive come l’affetto, la compassione o la gratitudine esso si distende e si allunga.

E’ risaputo infatti che provare spesso “brutte” emozioni fa ammalare di più perché indebolisce il nostro sistema immunitario e adesso sapete il perché anche dal punto di vista scientifico e fisiologico.

Rispondendo a questa eco, quando i Fotoni si modificano in base al DNA, non si può che avere un riflesso reale dello specchio nel quale ci stiamo specchiando.

Tutto questo è bellissimo. Stabilisce che esiste realmente una connessione tra le nostre emozioni e la nostra realtà. Noi siamo convinti che le emozioni che proviamo possono disturbare soltanto noi o far star bene solo noi. Siamo convinti che possono influire sugli altri nel momento in cui le palesiamo e, invece, dobbiamo metterci in testa che trasformano anche il nostro futuro.

La fisica quantistica sta scoprendo, o sta rivelando, un mare di cose interessanti. Mi sa che è giunta l’ora in cui dobbiamo uscire dal guscio e diventare realmente co-creatori con l’Universo.

Prosit!

photo datamanager.it – lightquiz.com – lescienze.it – healthdesk.it – esseredonnaonline.it – viverepiusani.it

Storia di tre Sorelle e della Somiglianza Energetica

Esiste la somiglianza genetica, la conosciamo tutti. Il figlio che nasce uguale identico al padre, due fratelli che sono due gocce d’acqua, la bimba… tutta la nonna, etc, etc… Ma, alla somiglianza energetica, così io la chiamo, ci credete?

Biologia ed Energia a confronto: quando i geni ci dicono molto di più e quando invece non c’entrano affatto.

Una storia vera:

C’erano una volta tre sorelle che chiamerò Gina, Pina e Tina. Erano tutte e tre bionde, avevano tutte e tre gli occhi di un azzurro chiarissimo e la pelle diafana che sembrava di porcellana. Non erano gemelle ma molto, molto simili tra loro. Tutte e tre si sposarono con tre ragazzi mori, dagli occhi scuri e la pelle olivastra tipica del maschio latino. I loro tre mariti li chiamerò Gino, Pino e Tino.

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Gina era la più grande, era in gamba. Aveva un carattere austero e orgoglioso ma Gino, il suo uomo, sapeva tenergli testa. Aveva fatto la guerra nel peggiore dei modi, se mai poteva esserci un modo peggiore di un altro, e nulla lo spaventava. Se Gina era risoluta lui lo era altrettanto e le scintille, nella loro famiglia, non mancavano mai. Ambedue erano persone generose ma il loro modo di fare spaventava nonostante, sotto, ci fosse bontà d’animo.

Pina, la sorella di mezzo, non era una persona buona, lo era all’apparenza ma nel suo cuore c’era davvero poca gentilezza. Era rancorosa, vendicatrice e si preoccupava di comandare a bacchetta tutti i componenti della famiglia marito compreso, Pino, che come un soprammobile, passava le sue giornate ad ascoltare i ragionamenti della moglie che lo esauriva. Pino era il classico uomo che la società definisce – senza palle -, uno zerbino ai piedi di una donna arrogante e superba.

Tina invece, la più piccola, era dolce e umile. Completamente sottomessa ai voleri del marito, un rozzo uomo molto più anziano di lei. Anche da giovane, Tina sembrava una vecchietta spaurita e, facendosi in quattro per la sua famiglia, chinava sempre il capo davanti a Tino che la trattava come una serva senza mai udire da lei un lamento. L’importante per sua moglie, era vederlo felice e appagato.

Tre donne diverse, per tre uomini diversi. Tre donne che ebbero dei figli.

Gina e Gino ebbero due figli: uno biondo con gli occhi azzurri come lei, uno castano con gli occhi scuri come il padre.

Pina e Pino ebbero due figli: tutti e due con gli occhi chiari e i capelli biondi come la madre.

Tina e Tino ebbero tre figli: tutti scuri sia di carnagione, sia di capelli che di occhi come il padre”.

Questa cosa mi aveva dato da pensare e iniziai ad osservare sotto un aspetto diverso le somiglianze delle persone.

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Al di là del carattere più forte che può esserci tra due coniugi, in alcune coppie, c’è sempre quello che “porta le braghe”. A volte, pur sembrando la parte più mite è in realtà colui che tiene insieme tutta la baracca e molto spesso i suoi geni, sono assai più “potenti” di quelli dell’altro. Più potenti non solo dal punto di vista biologico ma anche energetico.

Nel caso di Gina e Gino, due persone dal carattere simile e che insieme tenevano unito il loro rapporto, un figlio è nato molto somigliante alla mamma mentre l’altro molto somigliante al papà. Oppure sarebbero potuti nascere assomigliando entrambi a tutte e due i genitori. Come in un perfetto equilibrio. Pina e Tina invece hanno avuto figli completamente uguali a loro o uguali al consorte e, guarda “caso”, avevano una personalità completamente differente e un ruolo nettamente diverso all’interno del matrimonio. Questo però, pur non essendo assoluto, non è un “caso”.

Illustration showing the formation of an animal cell from dna and chromosomes. Digital illustration.

Anche i geni hanno la loro personalità, o noi abbiamo la nostra personalità anche in base ai geni che, come possiamo vedere, non si preoccupano di sottoscrivere solo la parte fisica e fisiologica.

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Sappiamo bene tutti che ci sono tratti somatici più preponderanti di altri. Caratteri dalle tonalità chiare che possono soccombere contro quelle scure ma posso assicurarvi che non è sempre così. Questo è quello che può andare oltre la biologia. La genetica potrebbe aprire un mondo a riguardo ma la mia teoria vuole guardare un aspetto ulteriore e forse non è solo merito del DNA.

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Ovviamente tutto questo è molto difficile da notare quando entrambi i genitori hanno gli stessi colori ma non sarà difficile invece notare come due persone che non sono parenti di sangue, come marito e moglie, si assomiglino come fratello e sorella. Vi è mai capitato di vederne?

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E qui entriamo nel settore puramente energetico. Quando due persone si amano profondamente può infatti accadere che inizino persino ad assomigliarsi e questo vale anche per quei figli non biologici che cominciano col tempo ad assomigliare a quel papà o a quella mamma che non li hanno concepiti. La gente dirà – Cavoli come assomiglia al papà! – mentre in verità quel padre è solo il marito della mamma ma davvero quel bambino ci assomiglia molto!

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C’è anche da dire inoltre che, durante l’esistenza che si vive, non sempre si ha lo stesso carattere. La nostra personalità si modifica con l’andar del tempo e anche le relazioni possono cambiare anche se possiamo non accorgercene. Perciò accade anche per questo che, ritornando un attimo in tema biologico, un figlio può assomigliare di più ad un genitore mentre il secondo può prendere di più dall’altro.

Osservando amici e parenti mi è capitato di constatare questa teoria e ricordo anche che quando credevo di sbagliare dovevo invece ragionare di più.

Una coppia che conosco ha avuto, venticinque anni fa, una figlia molto simile al padre fisicamente. Dentro di me dicevo “che strano, è la madre ad essere forte, a comandare a bacchetta, a fare e disfare. Lui, così mite, così taciturno, quasi a vivere dietro le quinte”. Ma così presente. Già… presente. Lei invece destabilizzante, frivola. Quel caratterone che offriva al pubblico era solo una maschera in realtà. Una maschera che nascondeva tutte le sue paure. Era lui il punto fermo di quel focolare domestico, era lui ad assumersi le responsabilità e ad esserci, sempre. Era lui che fondamentalmente “lasciava il segno” e lo ha lasciato anche nei tratti somatici della figlia. E’ così che ancora non sono riuscita a sgretolare questa mia idea, anche se vi ripeto, non è assoluta. L’Energia è potentissima. Voi cosa ne pensate?

Quando un bimbo viene al mondo, solitamente passa fasi di somiglianza che velocemente ricordano sul suo viso: il padre, e poi il fratello, e poi la madre, e ancora il nonno… Quel bimbo cambia aspetto ogni dieci giorni oppure assume espressioni che lasciano senza fiato tanto sono identiche al parente chiamato in causa. E’ come se si volessero definire le sue sembianze. Poi, può accadere, che una prevalga. Cosa succede in quel mentre? Quanto mi affascina la genetica!

Teniamo anche conto che un genitore può dare il viso mentre l’altro il corpo. Anche quello che riguarda la conformazione fisica è somiglianza ma senz’altro, ammalia meno.

Prosit!

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