Ipotiroidismo e Ipertiroidismo: lo scoraggiamento e il mostrarsi

Dopo aver scritto l’articolo sulla Tiroide, subito prima di questo, intitolato “La Tiroide: ghiandola del volere”, mi sembra giusto definire anche due dei disturbi più comuni del malfunzionamento di questa ghiandola che sono l’Ipotiroidismo e l’Ipertiroidismo entrambi atti a manifestare, comunque, un disequilibrio della nostra energia come avevo spiegato della Tiroide stessa. Ma cercherò, in questo articolo, di essere più precisa.

L’Ipotiroidismo si ha quando la Tiroide funziona lentamente, in modo affaticato, come ad essere “bloccata”, senza poter palesare tutte le sue capacità. Sembra frustrata, e frustrata, lo è anche la persona che soffre di questo disturbo. Si tratta infatti di un individuo scontento della propria vita, convinto di non essere stato incompreso e di avere il cuore calpestato dagli altri che lo hanno schiacciato: o per negligenza, o senza pietà. L’Ipotiroidismo ci fa sentire letteralmente depressi. Una tristezza di fondo ci accompagna costantemente, abbiamo voglia di piangere spesso, siamo avviliti e scoraggiati. Abbiamo l’impressione che il mondo ci sia contro e una pesantezza sulla parte alta del costato non vuole proprio andare via. Come a non riuscire a fare un bel respiro di sollievo ad ampi polmoni. Ovviamente tutto questo è su diversi livelli, da soggetto a soggetto. Fisicamente, invece, potremmo avere mani e piedi freddi e dal colore che tende lievemente al violaceo, la pelle del viso troppo morbida e troppo rilassata, le labbra piegano leggermente all’ingiù così come la coda degli occhi, capelli sfibrati e radi, senso di stanchezza costante e insonnia. Vivere sembra quasi una fatica e, in questa esistenza, ci portiamo dentro un segreto che ci fa male e che non siamo riusciti a staccare da noi attraverso il perdono. Si può essere aggressivi, nervosi o impauriti sentendosi impotenti.

L’Ipertiroidismo invece si ha quando la Tiroide funziona in modo accelerato come se il suo operato non bastasse mai. Occorre fare e fare, e dare e dare per poter così essere visti, ascoltati, amati. Presenti come il prezzemolo, assicurandosi il riconoscimento. La persona affetta da Ipertiroidismo potrà quindi soffrire di sudorazione eccessiva, avere un metabolismo troppo accelerato, i nervi tesi, patira’ il caldo e i suoi vasi sanguigni saranno dilatati presentando una pelle rubiconda e con troppa acqua al suo interno (edema) apparendo come gonfia. Questo individuo sarà stressato; il procero, il muscolo frontale situato in mezzo alle sopracciglia, sarà sempre stropicciato come quando ci si concentra e può essere delineato da due solchi in stretta corrispondenza con il Fegato sede dell’emozione rabbia. Si parla infatti di una persona “calda” nel senso di energica o addirittura irosa. Aggressiva, sempre attenta, con la paura di farsi cogliere impreparata dalla vita. Attenzione però perché anche tutto questo è creazione della tristezza. La voglia di farcela, di dimostrare che siamo all’altezza, il bisogno di vendetta nei confronti del mondo o altre cose simili, celate nel nostro profondo, che probabilmente neanche vediamo, sono comunque figlie di uno stato di disagio e desolazione. Accade solo che la reazione è diversa da un individuo che appare più demoralizzato a quello che invece sembra più grintoso. I suoi occhi, infine, possono essere sporgenti.

Queste sono le differenze principali tra Ipotiroidismo e Ipertiroidismo ma, come possiamo vedere, sono due fratelli, figli della stessa madre: la tristezza.

Una tristezza che disequilibria il fluire dell’energia dentro di noi. Che non permette un flusso armonico in noi, ne’ dal punto di vista psicologico e neanche biologico, linfatico e sanguigno.

Al nostro interno ci sono blocchi, deviazioni, accelerazioni, ristagni, scivolate… scompigli che non ci permettono di vivere in pace e serenamente. O siamo come delle vittime, o siamo sempre in guerra.

Si nota chiaramente ancora il disequilibrio.

In breve:

Ipotiroidismo – cosa davvero ti avvilisce, ti lacera dentro?

Ipertiroidismo – cosa devi mostrare a te stesso o agli altri e perché?

Provando a rispondere a queste domande puoi trovare delle risposte e far chiarezza su una parte che ti appartiene ma non conosci e che però sta governando la tua natura e la tua vita. Una curiosità da sapere, che può confondere ma serve, è che molte volte l’Ipertiroidismo, con l’andar del tempo, si trasforma in Ipotiroidismo, un po’ come a dire, banalmente, – Non ce la faccio più, sono stanco di tutto questo -.

Ricorda inoltre che chi soffre di questi disturbi, sia di uno che dell’altro, è una persona che giudica molto a partire dal giudicare se stesso e poi ovviamente gli altri, la vita che conduce e ciò che le è accaduto.

Prosit!

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La Tiroide: ghiandola del volere

LA TUA OPINIONE CONTA POCO

Nella vita ti hanno in qualche modo fatto sentire inutile? Ti hanno zittito, bloccato, impedito? Ti hanno messo all’angolo facendoti capire che era meglio tu stessi muto e buono, oppure ti hanno persino molestato sessualmente obbligandoti a tacere. Ti sei sentito inferiore? Con problemi che gli altri non avevano? Ti sei sentito escluso?

Se ti è accaduto uno o più esempi di quelli che ho riportato, è facile che oggi tu abbia problemi alla Tiroide, la ghiandola dell’equilibrio, perché non hai saputo agire di dovere a questi affronti. Non è un problema, puoi sempre rimediare. Dove non è riuscito ad uscire il tuo Essere, in modo equo, hai messo delle toppe che però, a lungo andare, hanno nuociuto al tuo benessere. Il tuo Essere ha dovuto nascondersi, accettare di buon grado, soffocare la propria natura, per restare vivo in questo mondo. O si è dibattuto, fuoriuscendo feroce, sentendosi comunque sempre sottomesso. Ma se vuoi essere davvero te stesso puoi farlo, e dovresti. Per questo la chiamo “la ghiandola del volere” più che dell’equilibrio, pur essendo amministratrice dell’armonia che scorre in noi.

La Tiroide, situata nel centro della gola, è la ghiandola endocrina che secerne diversi ormoni fondamentali per il nostro corpo e il nostro stato di salute e si occupa di controllare la nostra crescita, la nostra temperatura, il nostro metabolismo, insomma, funzioni vitali assai importanti. Amministra il flusso energetico dell’individuo, per questo è bene che sia tutto equilibrato.

LA TRISTEZZA SI DEPOSITA SUL FONDO

Ma… quando qualcosa, nella nostra vita, a livello intrinseco, non funziona come dovrebbe, non facendoci esprimere la nostra vera personalità, chiudendoci in un angolo, la Tiroide inizia a dare problemi. Parlo al presente perché, tutto quello che ho elencato a inizio post, ha creato dei traumi dentro di te anche se forse non lo sai. Questi traumi, se non elaborati o trasmutati, in te esistono ancora e ti fanno essere quello che sei, ossia, una persona che probabilmente non viene più maltrattata ma cela in se stessa una tristezza di fondo, attendendo con brama di sentire dentro la vera e pura felicità. Come a chiedersi – Quando toccherà a me sentirmi pieno di gioia? -, – Quando potrò sentirmi totalmente soddisfatto e appagato nel mio profondo più intimo? -.

Il potere della parola, delle azioni e del nostro manifestarci verso gli altri risiede proprio nella Tiroide. Quanto reprimi quello che realmente vorresti dire o fare? Quante volte dai per scontato che tanto nessuno ti ascolterebbe? O, quante volte, attacchi per difenderti, convinto che altrimenti verrai ammazzato in partenza? Continuando a concimare questi pensieri che ti hanno inculcato, o che hai scelto come escamotage, stai atrofizzando la tua Tiroide che non può lavorare bene se asciutta e inaridita.

Lo so che eviti molte cose per non creare problemi o per assicurarti di essere così amato, o ancora per dominare ed essere obbedito ma, a questa maniera, soffre la tua Tiroide che è situata nella gola e riporta anche tutti i problemi del caso che spesso ho scritto (gola, collo, cervicali, etc…).

MIRA EL DITO

Un malfunzionamento della Tiroide lo si può notare anche alla base dell’unghia dell’alluce. Se questa zona presenta una macchia violacea, soprattutto se cerchiamo di inarcare il dito all’insù tirandolo con l’indice della mano, significa che la nostra ghiandola non è in perfetta forma. Magari è solo affaticata e appesantita. Per liberarla, e farla stare meglio, occorre provare ad essere realmente se stessi. Lasciandosi andare in quello che vorremmo dire o fare, a costo di mettere in evidenza difetti insopportabili che ci appartengono.

Così facendo rischiamo di andare a peccare dall’altra parte, dopo anni di silenzio, ma sarà anche un utile modo per trovare il nostro vero equilibrio. Dobbiamo invece darci una calmata, se siamo troppo aggressivi, e qui rischiamo invece di perdere il potere ma, ben venga, tanto è solo un potere fasullo, che ci siamo inventati per non soccombere, ma figlio di una svalutazione nei nostri confronti.

Chiediti cosa vuoi davvero e cerca di ottenerlo attraverso la voce e l’azione. È proprio del tuo volere che stiamo parlando! Liberati. Esprimiti.

Solitamente, chi ha problemi alla Tiroide reagisce in tre modi:

– non reagisce, soffocando tutto

– non reagisce per molte volte, poi sbotta in un modo assurdo

– reagisce sempre in modo esageratamente aggressivo

In nessuno dei tre casi, c’è equilibrio. Se tu invece impari ad agire in modo schietto e sereno, ogni volta, con assertività, il tuo modo di fare sarà più equilibrato.

SONO MEGLIO DI QUELLO CHE PENSATE (O CHE PENSO)

Magari hai solo voglia di considerarti migliore ma ti hanno insegnato che non vali poi molto e quindi ti accontenti di essere quello che sei senza neanche osarti di pensare al meglio per te.

Intanto però, nel tuo intimo segreto, qualcosa ti dice che in realtà non ti hanno mai capito, se non sono stati in grado di scorgere tanta bellezza, e questa lotta interna di voci ti opprime. A volte è la rabbia che prevale e non vuoi più parlare con nessuno. Altre volte la delusione di non essere piaciuto per come eri. Altre volte il fastidio, perché potevano quanto meno impegnarsi un po’ di più visto che non hai chiesto tu di venire al mondo.

Oh beh… in realtà lo hai chiesto eccome, e lo hai anche voluto, come spirito e prima di diventare corpo. E se oggi ti senti così schiacciato, forse sei voluto arrivare a questa esistenza proprio per sconfiggere questo tuo – non sentirti e non comportarti da essere divino quale in verità sei -. La tua Tiroide te lo sta dicendo. Permetti al tuo vero essere di uscire, non tenerti tutti questi “nodi in gola”.

Ogni facoltà inespressa genera un desiderio frustrato che scalpita nel tentativo di entrare in azione. Lo sai che la Tiroide ha la forma di una farfalla? E la farfalla è da sempre simbolo indiscusso di “rinascita”. Mi sembra che il messaggio sia chiaro. Ridona alle sue ali la polverina magica che le permette di volare e spicca il volo!

Lo so che vorresti anche leggere di Ipotiroidismo e Ipertiroidismo ma, per questo, dovrai aspettare il prossimo articolo. Intanto hai già il tuo bel da fare direi.

Prosit!

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Il Terzo Dito del Piede – il Fuoco Interno

Il terzo dito dei nostri piedi, che ve lo presento, si chiama Trillice, è il dito centrale e cioè collegato anche all’equilibrio. L’ago della bilancia. Un ago che ci permette di comprendere molte cose su chi siamo, qual’e’ la nostra vera personalità e come affrontiamo il mondo che ci circonda.

Quando qualcosa non è ben equilibrato in noi, questo dito si presenterà con un aspetto particolare, avrà delle caratteristiche e una forma che occorre tradurre.

Ad esempio, se si presenta storto, non lineare, o tozzo, o più che un dito appare come la nodosa bacchetta magica di una vecchia strega, significa che si stanno disperdendo inutilmente le nostre energie. Evidentemente stiamo prendendo la vita “a muso duro” anche se non servirebbe, o siamo abituati a mettere troppo di noi in certe situazioni. Il troppo stroppia sempre e possiamo rischiare di scaricarci, di rimanere senza pile anche se magari non ce ne accorgiamo.

L’energia che abbiamo, vista come – Fuoco Sacro – è la cosa più importante della quale siamo composti e bisogna imparare a direzionarla e dedicarla, nella giusta quantità, verso gli eventi che la richiedono. Primo fra tutti: la creazione.

Il creare utilizza come elemento primario il Fuoco Sacro. La nostra creatività è composta proprio da lui. Questo Fuoco, essendo il fuoco energetico è anche il fuoco della rabbia una rabbia vista in modo particolare. Certamente si riferisce anche all’ira, ma si parla pure di rabbia dal punto di vista di grinta, di azione, di pulsazione accesa, forte e potente come l’impeto di un guerriero. Si potrebbe definire una rabbia “sana”. Se è sana o meno ce lo dice proprio questo dito: il dito dell’aggressività.

Osservandolo infatti si può capire se si tratta di collera malsana e celata in noi, oppure aggressività nel senso di – stringere i pugni – e andare avanti. Questo lo si nota attraverso diversi aspetti che, solo guardando dal vero il dito, con una visione olistica di tutto il piede, si possono riconoscere ma è quasi sicuro che quando Trillice cerca di soffocare altre dita adiacenti, o sprizza all’insù con fare supponente, o è nettamente molto più voluminoso rispetto alle altre dita, abbiamo a che fare con una persona collerica che può mostrare questa rabbia oppure tenerla dentro a corrodere i tessuti dei suoi organi. Una persona che non “lascia andare”.

Molto spesso, su questo dito, si possono trovare dei calli. I calli sono ipercheratosi ossia ammassi di pelle più spessa che, anche se antiestetici e doloranti, nascono per difendere quella zona del piede da sfregamenti o traumi. Dobbiamo infatti fare attenzione alle calzature che indossiamo ma non sono le uniche responsabili. Un callo può avere altri significati e, quando si tratta del terzo dito del piede, può voler indicare una rabbia trattenuta o, se infiammato, un’esagerata ira che esce di continuo come ad essere dei lanciafiamme. Può anche voler dire intravedere un ostacolo nel nostro avanzare, un ostacolo che può essere reale o inesistente ma che noi vediamo e questo ci irrita.

A volte questo dito può essere più prominente degli altri e finire, in punta, come il muso del pesce martello. Significa aver paura. Significa volersi proteggere. La persona vive mostrando un carattere deciso o covando una rabbia intrinseca al fine di tutelarsi nei confronti degli altri e degli avvenimenti.

Quando questo dito si presenta invece molto esile, o particolarmente piccolo, la persona è un individuo che vive nell’incertezza, per nulla deciso, poco grintoso, lento, sognatore e anche lunatico ma, se nella sua snellezza, Trillice, appare comunque flessuoso ma stabile e assieme al secondo e al quarto dito appare ben proporzionato ed elegante, fine, formando una buona rotondità a tutto il piede, vuol dire che quella persona è una buona ascoltatrice, sensibile, saggia, che sa dare buoni consigli e sa essere comprensiva.

Massaggiando il polpastrello di questo dito ci si tranquillizza. Essendo un dito del piede, e sapendo che i piedi rappresentano il nostro avanzare nella vita (e verso il nostro futuro) i disequilibri emozionali vengono rilevati proprio su Trillice e quindi la rabbia di cui parlavo prima (figlia anch’essa della paura) la si può smorzare proprio attraverso la manipolazione di questo dito, acquisendo così una buona dose di serenità.

Buona osservazione delle vostre dita quindi e buon massaggio!

Prosit!

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Ti prego Mamma…

UN ACCORATO APPELLO PER EVITARE CASINI E DOLORI FUTURI

Ti prego mamma cerca di rendere tuo figlio sicuro di sé perché non sai, gli insicuri, che gran danno possono fare agli altri e a se stessi quando poi diventano adulti. Molto più degli invidiosi, degli aggressivi, degli egoisti, dei tristi… perché… quando una persona è insicura, è tutto questo messo assieme. Perché un insicuro indossa maschere per ogni occasione. Perché l’insicurezza è direttamente collegata alla paura e la paura è la madre di tutte le emozioni negative.

Ma vedi, qui non si parla di colui che ha paura a fare tutto, il classico “cagasotto” che emette timore da lontano. Qui si parla di colui che vive nell’insicurezza intrinseca ma senza tremare. Anzi, appare persino un personaggio da stimare assai.

Invece…

Ti prego mamma rendi tuo figlio sicuro o sarà un menzognero, un ingannatore, un traditore. Guarderà solo all’appagamento dei propri bisogni incurante dei sentimenti altrui.

Rendi tuo figlio sicuro o scappera’ senza avere il coraggio di risolvere le situazioni. Incolpera’ altri innocenti pur di uscire pulito dalle situazioni. Farà di testa sua, senza ascoltare, perché il credersi perfetto sarà la sua unica arma.

Rendi tuo figlio sicuro o sarà insoddisfatto costantemente della sua vita, invidiera’ gli altri e proverà rabbia e frustrazione. Vorrà tutto per sé perché tutto gli mancherà. E sarà sempre triste, molto triste.

Rendi tuo figlio sicuro o mollerà una donna solo quando ne avrà un’altra a portata di mano, o donne ne vorrà molte, come se fossero maglie da indossare. Conterà i soldi ogni minuto, con la speranza vana che si moltiplichino, avrà ansie e preoccupazioni inutili che gli bloccheranno il respiro.

Rendi tuo figlio sicuro o farà del male a chi gli vuole bene senza riuscire a provare del bene. Sarà vittima dell’accidia, della lussuria e dell’attaccamento. Si arrampichera’ sui vetri pur di aver ragione.

Rendi tuo figlio sicuro o sarà manipolato. Non piacerà a nessuno e avrà pochi amici. Sarà arrogante, presuntuoso, poco umile. Non disposto a scendere nel suo buio più scuro e risorgere.

Rendi tuo figlio sicuro o sfrutterà le persone, sarà un approfittatore e un incantatore. Non avrà autostima, si guarderà allo specchio e non si piacerà. Farà della sua mente il lato forte, senza comprendere che è il cuore a doversi aprire.

Rendi tuo figlio sicuro o non amerà la solitudine, non sarà mai un saggio, saprà ferire ma non curare. Non si assumerà le proprie responsabilità e sarà sempre un debole al cospetto di una persona che usa le emozioni.

Rendi tuo figlio sicuro o si preoccuperà più dell’apparenza che della sostanza. Preferirà la quantità alla qualità e dipendenze celate come il bisogno di essere visto.

Rendi tuo figlio sicuro o per stupirsi avrà necessità di qualcosa di grande. Non saprà amare la quotidianità e dovrà provare sciocchi brividi per sentirsi vivo.

Rendi tuo figlio sicuro se vuoi renderlo felice.

Non dargli serenità, l’acquisira’ da solo con la sicurezza.

Non dargli l’entusiasmo, lo acquisirà da solo con la sicurezza.

Non dargli la fede, l’acquisira’ da solo con la sicurezza.

Non insegnargli l’onestà, se è sicuro di sé non avrà bisogno di barare o manipolare.

La sicurezza gli permetterà di amarsi e di amare. Tutto il resto non conta.

Gli permetterà di comprendere che questa vita gli appartiene e ne è degno.

Gli permetterà di creare la sua migliore esistenza e ottenere ciò che più vuole realizzare.

Rendi tuo figlio sicuro, ti prego, se puoi.

Maschio o femmina che sia… fallo con – le palle -.

E ti prego papà, prova a fare la stessa cosa anche tu.

(Come? NON LASCIATE DA SOLO VOSTRO FIGLIO. TENETELO DA CONTO. ASCOLTATELO. PARLATE CON LUI. NON OPPRIMETELO. EQUILIBRIO. UNA VOSTRA EQUILIBRATA PRESENZA.)

Prosit!

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Impara la Preziosa Arte dell’Equilibrio

Yin e Yang, il giorno e la notte, il positivo e il negativo, la spiritualità e la materia, ogni cosa ha un suo senso e un suo contrario e tutto occorre.

Per raggiungere la Luce, passando attraverso le ombre, impara l’Equilibrio perché è con il giusto compenso che l’Universo intero va avanti. Un movimento fluido bilanciato.

C. è una donna sulla quarantina che per tre anni circa è stata assieme ad un uomo, che chiamerò F., il quale era sempre molto propenso a criticarla negativamente ma poco incline a complimentarsi con lei. Giorno dopo giorno C. iniziò sempre di più ad auto svalutarsi e a ritenersi una brutta persona.

In questo post non voglio parlare di manipolazione o raggiri ma di un’altra questione perché, quelli che F. chiamava “spunti di riflessione per una crescita evolutiva” nei confronti di C., erano invece esagerati giudizi poco piacevoli, continui e su qualsiasi argomento.

Una cosa della quale C. si lamentava era che F., alle sue proteste, rispondeva – Oh, insomma! Ti ho regalato un anello, vorrà ben dire che comunque mi piaci come persona e non sei così sbagliata! -. Così dicendo, visto il bel gesto del cerchietto al dito, F. era convinto di essere completamente equilibrato e soprattutto nella ragione più totale.

Lao Tzu diceva – Fa più rumore un solo albero che cade di un’intera foresta che cresce – e aveva ragione. Il senso di questa frase è comprensibile ma…. ma la foresta rimane perbacco! Dopo il tonfo assordante del tronco caduto, la foresta continua ad esistere. Reale, concreta, ferma, ancorata alla terra. Proprio come le credenze negative che C. coltivava in se stessa a causa delle valutazioni di F. nei suoi confronti.

Naturalmente C. riceveva tutte quelle disapprovazioni da parte di F. perché lei stessa si svalutava e si disapprovava. F. le mostrava semplicemente, come uno specchio, quello che lei aveva dentro, pertanto C., avrebbe dovuto lavorare su di sé senza lagnarsi nei confronti del suo compagno. Ma, volendo scrivere un articolo sull’Equilibrio, sposto l’attenzione sul meccanismo esterno a C. e non al suo prezioso lavoro interiore da compiere il prima possibile.

Le critiche che riceviamo sono una delle migliori condizioni per imparare a migliorare se stessi. Per questo non bisogna offendersi o arrabbiarsi quando gli altri le muovono verso di noi.

C’è però il modo che va tenuto in considerazione, mentre molti invece se lo fanno sfuggire e, spesso, ci si scontra con un inutile abuso del quale molti approfittano e che, a lungo andare, non porta a niente di buono.

Chi troppo ti critica va allontanato, soprattutto quando non compensa i suoi giudizi negativi con quelli positivi e va allontanato anche chi ti disapprova con toni impertinenti e in modo altero o presuntuoso.

Attenzione, anche se non ricevi offese o anche se non vieni aggredito non accettare questo eccesso. L’umiliazione e la violenza sono già oltre. Sono dei traguardi orribili da non sfiorare nemmeno, quindi, preoccupati di fermare il tuo critico molto prima di arrivare a quei livelli.

La critica costruttiva e buona, fatta con il cuore e l’amore, anche se con un tono irritato, fa bene e quel bene si sente. Ma quando inizi a stare male per ciò che quella determinata persona ti dice ogni santo giorno, è giunto il momento di dire – Basta -. Lì non c’è più crescita. C’è di tutto ma non c’è crescita e non c’è neanche niente di positivo.

Quanto male fai a un bambino se gli tiri una sberla convinto di insegnargli l’educazione? Quanto male gli fai dentro intendo. Bene. Dagli tanti baci poi, tanti quanti sono stati i suoi dolori per quel tuo schiaffo.

Cura. Ripara. Bilancia.

Se rompi, devi poi aggiustare.

Il male ha fatto il suo effetto. Ora tocca al bene.

L’Equilibrio è ciò che più di fondamentale c’è in ogni ambiente del Creato. E’ quell’armonioso via vai che pur non trattandosi di perfezione è la perfezione alla quale tanto si ambisce.

In Natura “è stata messa” la specie giusta, nella quantità giusta, di animali giusti, nel luogo giusto. Un topo capace di sfornare nove cuccioli ogni tre mesi è un animale ben poco longevo, al contrario di un elefante che riesce (forse) a procreare una sola volta nella vita dopo una gravidanza di ben ventidue mesi. Tutto è perfetto!

Non uccidere l’Equilibrio. E’ ciò che fa andare avanti tutto e lo fa andare avanti meravigliosamente bene.

Non essere troppo spirituale, ne’ troppo materiale, tutto ciò che hai è da considerare. Non essere troppo dolce, diventeresti stucchevole, ne’ troppo freddo, t’inaridiresti. Puoi non credermi ma ti assicuro che, mantenere un giusto Equilibrio nella vita, è un lavoro estenuante ed eroico, non per niente, siamo grandi Guerrieri. Dobbiamo modificare completamente il nostro atteggiamento e anche il nostro modo di pensare. Non è affatto semplice.

Spesso ci lamentiamo sul tempo della nostra guarigione. Ossia, se mi ammalo, mi dà poi fastidio doverci mettere giorni, o anche mesi, a ristabilirmi. Ma non ci chiediamo mai quanto tempo ci abbiamo messo ad ammalarci.

Quanto tempo hanno impiegato quei calcoli a formarsi nei Reni? Quanto tempo ha impiegato quell’ulcera a formarsi nell’intestino? Quanto tempo ha impiegato quel catarro a formarsi nei bronchi?

E una volta tolto il problema, attraverso le cure della medicina, pretendiamo di essere tornati nuovi come prima. Non pensiamo che il nostro organismo ha dovuto e deve riparare al danno. Non pensiamo alla sua stanchezza. Alle sue cellule ora minori anche come quantità. Non pensiamo che adesso deve ripulirsi dai medicinali o che deve ricostruire parti. Non pensiamo che è stressato e spaventato quanto noi e ha bisogno di tempo. Lo abbiamo maltrattato per anni, fino al giungere del disturbo e poi pretendiamo, in pochi giorni, di tornare completamente sani. Purtroppo, a discapito della nostra mente, il nostro corpo conosce bene la legge dell’Equilibrio e si prende il tempo necessario. Come la Natura. Come l’Universo intero.

Non focalizziamoci solo sui nostri interessi. Su quello che più ci piace o ci torna comodo. Non focalizziamoci solo sul nostro – star bene -. Creiamo benessere anche per chi ci sta intorno e per il mondo. Trasformiamoci in bilance pronte a gestire la vita. O almeno proviamoci.

Prosit!

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Non solo Diabete – Molto dipende da lei: Insulina… birichina

Ovviamente birichina non è, quello che fa, lo fa per il nostro bene, e lo fa come conseguenza a ciò che mangiamo attraverso un processo fisiologico che lei neanche comanda ma… possiamo dire che ha il suo caratterino, ecco.

Con lei non si sgarra, non permette errori, è un po’ come avere un gendarme in corpo.

Sto parlando dell’Insulina e, prima di tutto, vi spiego cos’è.

L’Insulina è un ormone prodotto dal nostro organismo, o meglio, dalle Isole di Langherans del Pancreas, il quale, con il secernere Insulina e Glucagone, intende prima di tutto mantenere nel giusto equilibrio gli zuccheri (il glucosio) nel sangue. L’Insulina, per dirla in modo semplice, viene prodotta quando zuccheri ce ne sono troppi e li contrasta, mentre, il Glucagone, all’incontrario, viene prodotto quando zuccheri ce ne sono pochi ma, lui, cerca anche di tenere a bada l’Insulina stessa.

Per zucchero però, chiamato anche Glucosio, non è da intendersi soltanto lo zucchero che mettiamo nel caffè, questo è un concetto fondamentale da comprendere perché gli amidi, i carboidrati come: la pasta, il pane, i biscotti, i crackers, il riso, etc… sono tutti zuccheri. Ossia, contengono alte quantità di Glucosio.

Cosa succede quindi se mangiamo questi alimenti? Accade che l’Insulina compie lo stesso lavoro che compirebbe se mangiassimo un’intera scatola di cioccolatini. Non ci sono differenze per lei. La composizione/scomposizione del cibo è la medesima perciò lei agisce allo stesso modo.

A causa di un’emissione sregolata di Insulina possiamo ingrassare, contrarre malattie (di diverso genere), sentirci stressati o spossati e possiamo anche sentire costantemente lo stimolo della fame.

Attenzione, l’Insulina è proprio il principale elemento che effettua lo stoccaggio dei grassi all’interno del nostro corpo. Ossia, i grassi sono una fonte energetica, ci proteggono dal freddo, dagli urti, ci danno vitalità, sono molto utili (nella giusta misura) e, lei, per paura che il nostro corpo possa rimanerne senza, li prende e li immagazzina da parte, fissandoli per benino, un pò qui e un pò là, così noi ingrassiamo. Questo lavoro svolto prende il nome di litogenesi. Tutto ciò accade perché nella dieta (e di conseguenza in noi) scarseggiano le proteine e…. i grassi. Sì, proprio loro. Questi ultimi infatti, al contrario di quello che si pensa, se assunti nella giusta dose, permettono all’Insulina di stare buona e quieta, al suo posto, senza adirarsi. In pratica è un pò come se dicesse: – Ok! Non ho bisogno di fare scorte, noto che grassi ne arrivano sempre! -.

E quindi, attraverso un componimento del piatto che riunisce carboidrati/proteine/grassi assieme, si otterrà il giusto equilibrio.

Ovviamente dovrà essere uno specialista a dire, ad ogni paziente, la quantità dei valori di cui il soggetto ha bisogno ma, più o meno, si può tener conto di questa cifra: 50% carboidrati, 30% proteine e 20% grassi ad ogni pasto.

Ripeto, per ogni individuo i valori possono cambiare. Bisogna tener conto di tanti fattori per comporre le quantità giuste: età, sesso, attività fisica, professione, assunzione di farmaci, etc… perciò non intraprendete questo percorso da soli ma fatevi aiutare e consigliare da un esperto.

Quello che a me preme è farvi capire come l’Insulina, che sembra entrare in gioco soltanto in correlazione al diabete o ai dolci, come sento dire da tante persone, sia invece una grande protagonista nel processo del nostro metabolismo per quanto riguarda l’alimentazione.

Il glucosio, potente fonte di energia per noi è, come vi dicevo prima, contenuto nei carboidrati, chiamati infatti anche glucidi che, per semplificare, uniremo assieme in questa unica parola anche se la loro suddivisione è vasta e importante.

Sarà normale che se si assumono poche proteine e pochi grassi significherà che la nostra dieta è ricca per la maggior parte di carboidrati (zuccheri) e quindi, si permetterà all’Insulina di “uscire fuori” e comandare a modo suo.

Ridurrà anche l’apporto di zuccheri al cervello in quanto, a lei, gli zuccheri, non stanno molto simpatici. Ci renderà stanchi mentalmente ad esempio. Vi sarà capitato infatti di notare una notevole fatica a concentrarvi dopo esservi saziati con un sostanzioso piatto di pasta.

E’ meglio quindi consumare (sempre senza esagerare) più frutta e verdura, considerate anch’esse “carboidrati”, nel senso che, come fibre, donano i medesimi valori nutrizionali ma con eccezioni positive. La presenza, ad esempio, di una maggiore quantità di Vitamine e Sali Minerali ma non solo, vengono considerati carboidrati favorevoli, anziché sfavorevoli come gli altri, perché attraverso loro, l’indice glicemico rimane relativamente basso. In pratica, il fruttosio contenuto nella frutta, per entrare in circolazione, deve essere prima convertito in glucosio. Questo processo rallenta tutto il funzionamento e rallenta anche l’innalzamento della glicemia. Perciò, la secrezione di Insulina è molto meno stimolata rispetto all’ingerire un carboidrato classico come il pane. Per quanto riguarda le verdure invece, esse contengono una bassa percentuale di glucosio e, l’Insulina “chiudendo un occhio” verso tale quantità, non si mette in azione.

L’equilibrio, come dico sempre, è la cosa migliore. Nessun divieto e nessun abuso. Possiamo permetterci di mangiare qualsiasi cosa, l’importante è mantenere un corretto bilanciamento di ciò che introduciamo nel nostro corpo senza strafare con niente e senza far adirare Caporal Insulina.

Prosit!

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Acufene – un messaggio che devi tradurre

Mi è capitato di scoprire ultimamente che numerose persone soffrono di un disturbo davvero sgradevole all’orecchio chiamato Acufene. Un disturbo conosciuto ma un tempo se ne sentiva parlare di meno.

Tinnitus

Innanzi tutto, in medicina, cos’è l’Acufene (chiamato anche, dal latino, Tinnitus)? Questa disfunzione, se così si può dire, in quanto sarebbe meglio definirla “condizione”, non è propriamente considerata una malattia e si tratta dell’udire, abbastanza costantemente all’interno dell’orecchio, dei rumori come fischi, o ronzii, o brusii che infastidiscono molto e causano una sorta di stress e una conduzione spiacevole della propria quotidianità.

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Le cause possono essere diverse e purtroppo, a volte, non si trova una cura efficace.

Come già sai però, in questo blog, si parla in modo diverso, prettamente psicosomatico, dei disturbi che ci colpiscono e quindi andiamo a capire il significato del messaggio che questa fastidiosa condizione ci vuole comunicare.

Pare infatti essere, per gli esperti di Medicine Alternative, un avvertimento che indica l’essere troppo sotto pressione nei confronti di quello che ci siamo obbligati o ci hanno obbligato a fare.

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Come vedi, si capisce subito che, anche qui dietro, c’è la paura.

La paura di non riuscire a raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato, la paura di non farcela, o di fallire. Il peso della responsabilità che senti. La preoccupazione di non risultare il migliore, di non arrivare a fine mese con lo stipendio, di non sentirti libero. Le motivazioni possono essere infinite. Devi andare avanti, contro tutto e tutti pur di riuscire nella vita, nel lavoro, e spesso ti ritrovi anche a soffocare emozioni e sensazioni pur di non cedere. Ecco che ciò che hai deciso di occultare e reprimere dentro di te, in correlazione con l’inconscio (parte della nostra mente), si immette in un canale interno (quello uditivo) e ci parla con la sua vocina (Acufene) a modo suo.

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Cosa ti sta dicendo la tua vera natura? In quel – bzzzzzz… bzzz… bzzz… fiiii…. fiiii… fiiii…. sshssshsssssh…. –  che percepisci, la traduzione è: – Ehi! Guarda che tu hai provato a sopprimermi ma io ci sono! Esisto! Faccio parte di te! Sono la natura che ti ha creato e alla quale appartieni! – si, perché non sono i soldi, il lavoro, le preoccupazioni familiari, la fama, le responsabilità manageriali che alla nostra natura interessano, a lei non può fregargliene di meno di tutto questo, lei vede solo che ti stai “ammazzando” per un qualcosa che è importante per la società in cui vivi, per una tua dignità, per una tua ambizione, per un tuo dovere morale, ma non per lei, ne’ per il tuo benessere.

E così ti parla, nella sua lingua incomprensibile e tu, non capendo, vai avanti per la tua strada.

I rumori che senti ti impediscono di udire altre cose molto importanti e addirittura, quando l’Acufene si aggrava, può persino portare alla sordità. Quasi come avere la testa nell’ovatta e non sentire più. Dovresti infatti chiederti cosa in realtà non vorresti più sentire, o meglio, cosa il tuo benessere non vorrebbe più sentire e cosa invece non stai ascoltando tu.

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Tu purtroppo, non stai dando ascolto alla tua stanchezza, allo spossamento che hai dentro. Le persone che soffrono di Acufene infatti, difficilmente si sentono l’animo libero e leggero e possono soffrire anche di altri disturbi connessi come: l’insonnia, l’ansia, bruciori di stomaco, mal di gola, respiro irregolare, labirintite. Assieme all’Acufene possono presentarsi anche le vertigini, in casi gravi, e il disturbo prende così il nome di “Sindrome di Ménière”.

Tutto ciò che è collegato al nostro orecchio, inoltre, è collegato al nostro equilibrio, un equilibrio sia fisico che mentale e, se la nostra bilancia pende più da una parte che dall’altra, si vive in assoluto disequilibrio tant’è che si dà importanza più a determinate cose che ad altre a nostro discapito.

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Le orecchie, come ti avevo riferito in questo post qui https://prositvita.wordpress.com/2015/08/10/parliamo-ancora-della-connessione-tra-reni-e-orecchie-ma-oggi-di-mezzo-ce-anche-il-cuore/ (ti chiedo scusa ma wordpress da qualche mese si rifiuta di farmi linkare in modo diverso) sono collegate anche al cuore (sede della Passione e di come si affronta la vita) ma soprattutto sono collegate ai reni sede della nostra vitalità e dell’emozione Paura.

Come afferma la Dott.ssa Claudia Rainville, studiosa di Metamedicina che spesso ti ho nominato, chi soffre di Acufene è però anche molto coraggioso e, attraverso i miei studi, ho potuto appurare che è vero. Ci vuole infatti coraggio per affrontare la vita in questo modo e per trattenere, pur sbagliando, determinate emozioni. Chi soffre di questo disturbo è di solito molto responsabile e si fa carico di pesi insopportabili per molti. Riesce a dirigere grandi aziende, o grandi famiglie, senza chiedere mai aiuto a nessuno anzi, è sempre circondato da persone che si appoggiano molto a lui/lei. Non conosce la pigrizia in certi settori e non manifesta il suo dolore o lo fa molto poco. Autolesionandosi però.

L’Acufene ti sta dicendo tutto questo in quel baccano che senti. L’Acufene ti sta consigliando di lasciar andare, di “sbattertene di più le balle” come si dice.

Di pensare meno all’apparenza o a quello che gli altri possono pensare di te. Fregatene di essere il migliore in quel campo, cerca di essere il migliore per te stesso. Cerca la leggerezza, la beatitudine. Affidati alla vita, all’Universo, con fede. Staccati dalle responsabilità e dalle questioni che ti opprimono e non trattenere ne’ i sentimenti, ne’ le emozioni. Non aver paura di scoprirti, di renderti vulnerabile, abbassa lo scudo.

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Dissetati di serenità e non mentire a te stesso. Se soffri di Acufene, non sei sereno. Non fare il sordo che non vuol sentire!

Ti auguro una buona traduzione.

Prosit!

photo tinnitushomeremedies.org – emergela.org – oldeconomy.org – adolescienza.it – lucreziabeha.tumblr.com – nicolettacinotti.net – datingasociopath.com – salute.robadadonne.it – 100salute.it –

Alluce e Melluce – Ragione e Istinto. E quando sono “a Martello”?

Vi sarà sicuramente capitato di notare che alcune persone, soprattutto quelle anziane, hanno l’Alluce del piede che sovrasta il secondo dito, chiamato anche in alcune filosofie Melluce (o illice o billuce). Oppure avrete visto l’esatto contrario, vale a dire il Melluce che sovrasta l’Alluce.

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Ebbene, queste due dita dei nostri piedi equivalgono rispettivamente alla ragione per quanto riguarda l’Alluce e all’istinto per quanto riguarda il Melluce. La ragione, vista anche come rimuginare, pensare molto, ponderare, considerare, mentre con il termine istinto, si identifica anche l’impulso, l’agire senza pensarci su, il fare. Sta di fatto quindi che, se sarà il primo dito a sovrastare l’altro, avremo davanti una persona che prima pensa e poi agisce, all’inverso, una persona che prima agisce e poi pensa a ciò che ha fatto o persino che desidera imparare da (eventualmente) i propri errori. Attenzione, nessun giudizio, ambedue le situazioni hanno i loro lati negativi e positivi, o meglio, le loro caratteristiche. Ma perché queste “deformazioni”, come vengono chiamate in medicina, subentrano soprattutto con l’anzianità?

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Bhè, in realtà, proprio di deformazioni si tratta perché sono comunque (e anche) deformazioni caratteriali quando eccedono o da una parte, o dall’altra. Si manifestano per lo più in età avanzata semplicemente perché si conclamano. Il troppo stroppia in tutto e bisognerebbe avere equilibrio nella vita, ossia, le dita dei nostri piedi alla pari, armoniose e proporzionate come natura vorrebbe. Se ciò non avviene, ecco che, anno dopo anno, esse iniziano ad accennarlo finchè, spesso, possono diventare veri e propri disturbi. Avevo già scritto diverse cose a riguardo come nel mio articolo dedicato all’Alluce Valgo QUI focalizzandomi su di lui ma spiegando molto poco sul secondo dito. L’Alluce equivale proprio alla nostra testa, a come formuliamo i pensieri. Alla salute del nostro cervello e di tutto il capo. Rappresenta il nostro ego e la nostra personalità. Il Melluce invece, indica la strada che noi troviamo giusto seguire nella vita e quando è storto, sia che sia succube del primo, o lo scavalchi, o semplicemente giri per un verso tutto suo, significa che non siamo convinti o abbiamo timore della via intrapresa o da prendere. Quante volte si fanno scelte in base allo scopo, al fine, più che al godimento personale? Ma torniamo all’impulso. A volte muoversi impulsivamente è proprio simbolo di paura, fastidio, inquietudine nonostante possa anche avere aspetti positivi e invidiabili da chi invece non riesce ad agire con prontezza e nonostante si possa far nascere invidia negli altri riuscendo ad “avere sempre una risposta pronta” a tutto. Significa anche che nella vita si è dovuti essere sempre attenti ad eventuali pericoli senza mai poter abbassare la guardia e si è quindi abituati ad avere riflessi di attacco veloci. Ciò comunque non significa vivere sereni in uno stato di completo equilibrio. Questa però non è l’unica caratteristica e il vostro secondo dito potrebbe identificare in realtà mille qualità perchè, dovete credermi, non è sempre a causa delle calzature che si sono indossate per una vita che oggi si possono notare determinati riscontri. Sovente può capitare che queste dita, così come le altre d’altronde, arrivino ad avere una forma detta “a martello”, vale a dire piegate su se stesse a formare un angolo.

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Può trattarsi in questo caso di persone che a causa di una loro insicurezza hanno bisogno di tenere tutto sotto controllo e di appoggiarsi alle cose che già conoscono e infondono loro tranquillità. Sono infatti individui solitamente abitudinari. Se ad essere a martello è soltanto l’Alluce è chiaro quanto questa persona abbia una mente poco propensa al nuovo, a ciò che non si conosce e al lasciarsi andare mentre, se ad essere così ripiegato è il secondo dito, ciò significa che la paura di essere feriti è molto grande, si cerca di trattenere i propri istinti per non scoprirsi troppo rendendosi vulnerabili ma, allo stesso tempo, si vive uno stato di rabbia frustrante in quanto si vorrebbe agire senza filtri. Tant’è che, chi ha il secondo dito più lungo del primo, pur essendo allineato all’Alluce, è solitamente una persona o iperattiva o nervosa, due qualità che conducono verso l’ansia.

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Naturalmente, come dico sempre, un piede deve essere osservato nella sua piena totalità e non si può quindi quasi mai descrivere una caratteristica della personalità solo attraverso la visione di un dito perché l’insieme potrebbe invece rivelare il contrario o rendere ulteriori spiegazioni però, gli indizi sono veritieri e importanti per conoscere chi abbiamo davanti ed essere sensibili nei suoi confronti, regalandogli, il più possibile, ciò di cui ha bisogno. E’ bello poter “saper prendere” le persone per il verso giusto!

Prosit!

p. s. = Mi piace dare al mio blog un’impostazione adatta a chiunque, anche ai bambini quindi e alle persone sensibili, perciò preferisco non postare immagini che possono urtare le emozioni di alcuni ma se andrete in rete, a cercare le varie deformazioni delle dita del piede, potrete notare davvero tanti casi curiosi ahimè fisicamente gravi. Infatti, nel caso decidiate di curiosare, vi consiglio di farlo solo se avete uno stomaco forte anche perché internet è spesso senza filtri e appare di tutto.

photo meteoweb.eu – panecirco.com – medicinalive.com – stilenaturale.com