Le intemperie non ti fanno ammalare

Togliti dalla testa queste assurde idee e prova a vivere più liberamente. Sradica queste convinzioni, queste vecchie memorie, perché sono false ma tu le rendi vere. Loro nutrono con del cibo “tossico” il tuo cervello e questo poi agisce in base a ciò che riceve.

Ho camminato per ore sotto la pioggia, tra gli sbuffi potenti di un vento gelido, ho annaspato nella neve e ho sudato sotto al sole cocente. Ho fatto tutto quello per il quale siamo nati. Per il quale il nostro intelligentissimo organismo è stato strutturato e tu non sei diverso. Non definirti debole, sfigato, sensibile, non lo sei se non lo vuoi. Io non sono meglio di te. Non sono più sana di te e non sono più fortunata di te.

Il tuo corpo è Natura e può sopportare tutto quello che la Natura manifesta. Perché siete un tutt’uno.

Lo so che la pubblicità ti mostra medicinali durante il periodo invernale promossi da attori raffreddati con sciarpa e cappello in stato di sofferenza. Lo so che tua madre ti ha sempre detto – Non sudare! – o – Mettiti la giacca che altrimenti prendi freddo -… lo so, ho avuto una madre anch’io… ma credimi se ti dico che sei un insieme di frequenze che vibra assieme alle frequenze di Madre Natura. Madre natura non può e non vuole farti del male. Secondo te un Pianeta, intelligente come il nostro, può offrire la vita per far ammalare i suoi figli? E non guardare i cambi climatici, l’inquinamento, il “Non ci sono più le stagioni di una volta”. Ragiona sul fatto che c’è anche un’evoluzione, come in tutte le cose… pure per il Pianeta Terra. Ma tu puoi convivere tranquillamente con tutto questo. Ed evolverti assieme a lui.

A farti ammalare sono i tuoi schemi mentali. Le tue convinzioni e la paura che queste siano vere.

Certo, non ti dico di non prendere provvedimenti. Io ho una giacca antivento, io ho delle ghette, io ho degli scarponi in gore-tex durante le mie escursioni, in base al clima e al territorio che presumo di vivere. Di certo non vado sul Monte Saccarello, in pieno inverno, in canotta e pantaloncini ma mi bagno lo stesso, mi si ghiacciano persino i capelli dal freddo, mi cola il naso, a volte i piedi sono immersi nell’acqua che riesce ugualmente a trapassare e sento la schiena e le dita ghiacciate. Tutto questo per diverse ore. Ovviamente, appena arrivata a casa mi faccio una bella doccia calda, me ne sto diversi minuti sotto a quel tepore ringraziando il calore di ritemprarmi, mi metto dei vestiti puliti e caldi, belli pesanti, mi riposo (il riposo è sempre la cura migliore) e poi mi spoglio, man mano che passano le ore, per abituare il mio corpo.

Come gli animali. Loro si bagnano, poi si scrollano, si leccano il pelo, si rintanano e dormono producendo calore attraverso il loro corpo che va in relax e quindi tutto può preoccuparsi di curare ciò che eventualmente va curato.

Ecco, queste sono naturalmente le considerazioni da tener da conto. Ma non significa che non puoi bagnarti o non puoi resistere al vento. E non dire che io sono abituata. Se così fosse, puoi abituarti anche tu. Sei Natura! Il tuo corpo è stato realizzato per convivere egregiamente a qualsiasi agente atmosferico.

Ti dirò di più: vivendo certe condizioni abitui il tuo fisico a sopportare qualsiasi manifestazione della Natura ma soprattutto lo irrobustisci e permetti (finalmente) ai tuoi anticorpi di rinforzarsi, diventare più potenti, più veloci e più forti.

Sì, mentre tu stai faticando un poco per abituarti a certe condizioni anche loro, i tuoi anticorpi, si stanno muovendo per far fronte a determinati eventi e ne hanno il tempo. La tua parte fisica, in quel momento, patisce un goccino e il tuo cervello comprende che qualcosa non va quindi tutto si aziona al fine di difenderti. Si prepara, si allena e si trova pronto in caso di necessità.

Non dimenticare, inoltre, che in inverno e in alta montagna, l’aria è pulita e ricca di sostanze nutritive. Potrai così nutrire il tuo organismo di aria buona e ossigeno puro che rinforza tutti i tuoi apparati. Un ossigeno deciso e “pungente” che renderà più forti ed elastiche le pareti dei tuoi polmoni, dei bronchi e degli alveoli.

Non aver paura nemmeno per tuo figlio. Permettigli di giocare sotto la pioggia che è il liquido seminale della terra, lo asciugherai per bene quando rientra. Permettigli di sentire la bellezza del vento sulla sua pelle e tra i suoi capelli, i bambini hanno ancora sensi sviluppati che noi abbiamo reso dormienti. Permettigli di giocare con la neve e di mangiarla, di giocare nella terra e sporcarsi. Nulla della Natura vuol far del male al tuo bambino.

Non privarti di atmosfere spettacolari che sono regali. Non evitare quello che credi insano e che invece vuole regalarti risorse e vigore. Diventa amico della Natura, di ogni sua forma. Lasciati andare con fiducia a quello che è assolutamente naturale e ti appartiene.

Pensa a quanto sarà bello quando un domani potrai affrontare qualsiasi cosa rimanendo nel tuo perfetto stato di salute.

Ti basta provare a non aver paura e puoi farlo perché sei più forte di qualsiasi cosa.

Prosit!

Le cose che le orecchie dicono di noi

Non siamo portati ad osservare molto le orecchie, nascoste anche spesso da capelli e cappelli. Siamo più propensi a soffermarci sugli occhi o sulla forma del naso. Ammiriamo delle belle labbra, un mento caratteristico ma… le orecchie, a meno che non abbiano strane forme, o non siano decorate a dismisura, attirano poco la nostra attenzione.

Le orecchie, invece, dicono molto di chi siamo e anche di cosa ci aspetta nella vita o che tipo di infanzia abbiamo passato. Raccontano il nostro stato di salute e il nostro carattere. Non per niente, come già vi avevo detto tempo fa, la loro forma rappresenta ciò che eravamo come feto nella pancia di nostra madre, dove la testa è rappresentata dal lobo e la punta in alto corrisponde alla parte finale della schiena e il sedere. In pratica, tutta la nostra esistenza.

Senza perder tempo, quindi, andiamo a vedere le loro caratteristiche che ci parlano.

POSIZIONE: la loro posizione indica l’equilibrio energetico della persona. Sbalzi d’umore, sbalzi di salute, cambi repentini di azione, etc… Dovrebbero essere corrispondenti alle sopracciglia. Molte filosofie sono d’accordo nel dire che orecchie sopra alle sopracciglia denotano grande intelligenza. Non sono d’accordo, per quello che ho potuto appurare io, si tratta più di un discorso di introversione ed estroversione che non intelligenza. Apertura o chiusura verso il mondo.

COLORE: il loro colore è importante. Il colore della pelle delle nostre orecchie. Il colore che indica intelligenza e successo nella vita è il rosato/biancastro. La norma per capirci. Un colore scuro tendente al nero o al bordeaux, invece, oltre a simboleggiare un sangue “sporco”, troppo ricco di proteine animali, significa anche dover vivere profonde tristezze. Il rosso acceso, colore della rabbia, traduce che quella persona passa diverse rogne nella sua vita ed è una lamentosa, ci sono in lei ristagni emozionali, mentre un colore giallo, indica chiusura, resa, passività nei confronti della vita dove si crede di essere succubi del male e, questo stato emotivo, per nulla salutare, corrode all’interno.

FORMA: la forma indica principalmente come possiamo vivere socialmente la nostra esistenza. Una forma prettamente “rettangolare” dell’orecchio può rappresentare una persona con un buon successo, una bella famiglia, ricchezza e carisma. Orecchie piccole e tonde segnalano dolcezza, affetto e generosità ma anche l’aver poca voglia di assumersi responsabilità e temere molto il giudizio altrui. Orecchie “a punta”, tipo Elfo, denotano intelligenza vivace e piacere verso l’istruzione, acume e sarcasmo, ma anche non approvare gli altri, non accettare, essere intolleranti e spesso infastiditi da tutto. Chi ha questo tipo di orecchie potrebbe essere irascibile e calcolatore.

LOBI – I lobi meritano una particolare attenzione poiché corrispondono alla nostra testa e quindi alla Mente. Questa nostra grande nemica/amica attraverso la quale viviamo la vita e quindi formiamo il nostro carattere e, di conseguenza, il nostro stato di salute che, come dico sempre, è il risultato di come affrontiamo gli eventi della nostra esistenza. Un lobo staccato dalla testa e bello carnoso indica una buona salute e la capacità di difendersi e risollevarsi dagli attacchi esterni. Un lobo sottile e inesistente indica invece una salute cagionevole e un soggetto debole che, probabilmente, nella vita, dovrà sfoderare arroganza e aggressività per essere visto e ascoltato. Sa quello che vuole ma ad accompagnarlo è sempre un po’ di nervosismo.

Ora, prima di correre davanti allo specchio ad osservare con attenzione le vostre orecchie, sappiate, come dico tutte le volte, che un viso deve essere visto nel suo insieme… sempre! Queste possono essere solo indicazioni o spunti di riflessione.

Ma c’è ancora una cosa che desidero comunicarvi: le orecchie rappresentano, ovviamente, il nostro ascolto. Ogni disturbo inerente all’udito, come l’otite, corrisponde a un qualcosa che non vogliamo sentire o vorremmo sentire ancora ma non è possibile (ad esempio la voce di una cara persona che non c’è più).

Ferirsi un orecchio, invece, significa sentirsi in colpa per non aver fatto nulla dopo aver saputo una determinata cosa.

Avete presente il detto – Da un orecchio mi entra e dall’altra mi esce? – ecco, a volte, occorrerebbe metterlo in pratica… lasciando andare. Liberandosi. Cercando così di eliminare diversi disturbi alle nostre orecchie. Ricordate anche però, com’è scritto su varie fonti, che – di orecchie ne abbiamo due ma di bocca una sola, forse perché dovremmo più ascoltare che parlare -.

Prosit!

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Il Cavagno dell’Intelligenza (per me)

SOLO L’OMBRA DI UNA GRANDE FAMA

Ho conosciuto e frequentato per diverso tempo una persona, a mio avviso, molto intelligente o per lo meno così sembrava. Era un uomo anzi… lo è ancora, ma parlerò all’imperfetto in quanto non condivido più il mio tempo con lui.

Era una persona affascinante e sempre capace di risolvere qualsiasi problematica trovando soluzioni perfette, e in breve tempo, che sollevavano l’animo di chi era in difficoltà. Astuto, lungimirante, acuto, aveva secondo me un’intelligenza fuori dal normale e, quando parlava, m’incantavo ad ascoltarlo. Sembrava un’enciclopedia vivente. Conosceva ogni cosa, di qualsiasi argomento.

Capace, per nulla stupido, appariva supponente a volte ma solo perché non aveva paura di affrontare gli altri e il loro giudizio, e questo, agli occhi della gente, lo faceva passare per uno che guardava tutti dall’alto in basso. Inoltre… non sopportava i tonti e nemmeno le decisioni tonte o i metodi tonti quindi, questo, ai tonti, non piaceva.

Con la sua parlantina e la sua abilità da gran paroliere mi rapiva e, spesso, sentendomi piccola al suo cospetto, lo innalzavo dove pochi erano arrivati nelle mie valutazioni.

M’incuriosiva stuzzicando la mia sete di sapere. Ogni mia domanda aveva una risposta. Ogni mia frase una sua quotazione. Ogni mia riflessione un suo giudizio. Mi accorsi poi, col tempo, che ogni suo giudizio però era contrario (sempre) a tutto quello che io dicevo o esprimevo. Dapprima in modo dolce, come a volermi spiegare e far crescere, poi sempre più tagliente e in opposizione tanto da farmi, col passare dei giorni, sentire una stupida. Errore mio naturalmente.

Oggi so che era solo un suo bisogno. Il bisogno di dimostrare che lui sapeva anche altro. Non gli bastava dire – Sì è vero -, lasciando soltanto a me la soddisfazione, doveva per forza far vedere che lui riusciva ad andare oltre . Era un suo bisogno/demone. Doveva dimostrare che era più che adatto (si sentiva inadeguato e non all’altezza intrinsecamente: un insicuro cronico).

SEMBRAVA UN’INTELLIGENZA INVECE ERA UN CALESSE

Iniziai a pormi delle domande e, scrutandolo più accuratamente, ebbi modo di notare che non faceva così solo con me ma anche con molti altri. Gli unici che avevano per lui ragione e che anche se dicevano enormi castronate godevano della sua stima erano persone verso le quali lui pendeva dalle loro labbra. Un’assurdità che non stava in piedi al vederlo così austero e tutto d’un pezzo, quasi granitico nei suoi discernimenti e nel suo modo di ragionare mentre conduceva la propria vita.

Riconobbi anche due caratteristiche che ben poco mi piacquero e mi fecero drizzare le antenne. A lungo andare, infatti, vidi che questa persona:

1) non mi chiedeva mai – scusa

2) non ammetteva mai di aver sbagliato

Aveva sempre ragione lui. A costo di arrampicarsi sui vetri, di offendersi, di rigirare la frittata (e chi più ne ha più ne metta) lui doveva averla vinta.

A quel punto mi ci volle poco a comprendere che, in realtà, la sua non era saggezza era saccenza. La sua non era conoscenza intrinseca ma bisogno di stupire. Ma soprattutto la sua non era intelligenza ma istruzione. Ci rimasi male ma di questo, lui, non aveva colpe. Avevo fatto tutto io, sbagliando a valutare.

Ecco, di questo vorrei parlare; della grande differenza tra intelligenza e istruzione. Un filo sottile che spesso ci trae in inganno e poi ci lascia delusi e amareggiati.

Vedete, l’intelligenza è stata studiata da molti esperti anche solo per riuscire a descriverla decodificando bene cosa fosse. Dove nasceva? Cos’era? Dov’era? Come si muoveva? È stata anche suddivisa infine in varie tipologie e questo porta a capire come un individuo possa essere dotato di un tipo di intelligenza ma non di un’altra.

PIC-NIC INTELLIGENTE

Molto semplicemente io penso che l’intelligenza sia un cavagno. Sì, un cestino. Un cestino pieno di roba. Un cestino pieno di qualità con una bella tovaglietta a quadretti bianchi e rossi a ricoprirle.

L’intelligenza è sicuramente costituita da quelle peculiarità considerate scomode dai più ma utili all’essere umano come: la furbizia, il sano egoismo, l’intolleranza, l’ostinazione, l’oculatezza e vari “saperi”. Sapersela cavare, saper valutare, saper cogliere le occasioni, saper approfittare, saper osservare, etc… ma senza la presenza di determinate virtù all’interno di un individuo, prettamente figlie dell’Amore, io non so se si può considerare Intelligente quella persona.

Sto parlando di umiltà, di gentilezza, di compassione, di bontà, di delicatezza, di leggerezza, di altruismo, di comprensione, di eleganza, di dolcezza, di tolleranza, di educazione, di pazienza, di gioia

Banalmente, io credo che una persona che non affermi mai di poter essere in torto e soprattutto pur accorgendosi di sbagliare non lo ammette non può essere considerata: Intelligente. E’ la mia personale opinione ma durante la mia esistenza penso essere questa la conclusione che ho dato al termine: Intelligente.

La persona Intelligente ha il modo. Il modo è importantissimo. E lo ha con tutti non solo con chi piace a lui a meno che non siano irrispettosi. In particolare, sa valutare bene le persone. Non considera – degno – solo chi riesce a tenerlo tra le grinfie e – non degno – chi invece a lui semplicemente non piace.

EXCUSATIO NON PETITA ACCUSATIO MANIFESTA (Chi si scusa s’accusa)

Sì, certo. Che c’è di male nell’accusarsi?

Penso che le persone che si ergono a docenti debbano prima di tutto essere intelligenti e poi istruiti. Avere quell’intelligenza, fine, che fa capire come tutti abbiano necessità di dolcezza, tutti abbiano necessità di pazienza e comprensione.

Gli esseri sono lì, di fronte a te e tu a loro puoi dare. Indiscriminatamente.

I tuoi sentimenti sono altre cose che non c’entrano in questo argomento anche se alcune Intelligenze, dal punto di vista neuroscientifico, li comprendono. Occorre essere equi. Equi  con gli altri, con se stessi e all’interno della situazione. Se tratti male il prossimo, se lo fai soffrire con i tuoi modi, se non lo consideri mai degno del tuo dispiacere (le famose scuse)… tu, per me, non sei intelligente. Puoi avere dieci lauree e mille specializzazioni ma non sei intelligente. L’Intelligenza non ti permette di fare volontariamente male per l’appagamento di un tuo bisogno. Fermi tutti, perché adesso qui si esce fuori dicendo che un serial killer può essere intelligente. E’ vero, certo che può esserlo. E allora vengo accusata di confondere l’intelligenza con la sensibilità. No. Sempre personalmente, credo che l’intelligenza comprenda anche la sensibilità. Un serial killer può essere intelligente in parte, può essere astuto, può essere calcolatore ma non intelligente in toto.

I grandi studiosi ancora oggi non sanno dare un’esatta valutazione dell’intelligenza. Si è giunti quindi a studiare che l’intelligenza può essere lo stato in cui ti adatti o reagisci ad un’eventuale situazione. Come la si affronta, come la si risolve. Una sorta di resilienza. Ma se ti offendi per una risposta ricevuta e ti preoccupi solo di mostrare te stesso la resilienza dov’è? Penso sia vero ma è come frammentare sempre l’intelligenza in qualche modo. Se invece vogliamo parlare di cavagno, e metterci dentro tutto quello che può aver a che fare con l’intelligenza, secondo me: la boria, la cattiveria, il sadismo, l’approfittarsi, la stupidità, il fastidio, la presunzione… etc… non ci stanno in questo canestro. O forse… forse sono io che frammento…

Beh… insomma… mi premeva dirvi di badare bene, di fare molta attenzione a confondere l’intelligenza con la cultura perché fa male, parecchio, scoprire poi la verità. Si perde completamente la stima di quella persona e ci si sente (anche se erroneamente) traditi e/o abbandonati. E la responsabilità, purtroppo, è solo nostra. Per questo, anche se posso sbagliare i concetti, ci tenevo ad avvisarvi.

L’intelligenza si sente, si percepisce come una carezza lieve sulla pelle. Non stuzzica la mente, ti sfiora il corpo e il cuore.

Prosit!

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Pillolette da FaceBook

Per chi non segue la mia pagina Facebook di Prosit https://www.facebook.com/prositvita/ posto qui qualche breve articolo, da me scritto e di vario genere, che può essere utile. Sono solo “pillole”, accenni, ma forse possono servire per riflettere e magari trovare soluzioni:

1)

Ascolta bene…
tu hai una malattia ma non SEI la malattia. Tu hai un dolore ma non SEI il dolore. Tu hai un disagio ma non SEI il disagio.
Staccati da ciò che di negativo provi. Siete due cose distinte. Anche se certe cose le senti dentro di te, loro NON SONO te.
Tu sei tu. E sei più forte. Non permettere ai disturbi di prevaricare e vincere. Lo so che è dura ma molte persone sono riuscite a guarire partendo proprio dallo scindere se stesse da ciò che era per loro il male. Il male è una situazione. Tu hai l’Universo dentro. Hai il divino. Sei superiore ad ogni cosa anche se hanno detto il contrario. Godi del libero arbitrio che hai di poterti distaccare, di poter scegliere, almeno nel limite delle tue facoltà.

2)

Non credere a tutto quello che ti viene detto come una pecora! Ma neanche a quello che dico io o leggi sul mio blog. Informati, appura che sia realmente così. Fai delle prove, confuta! Hai un tuo cervello, un tuo cuore, delle tue emozioni. Devi sentire. Impara a mettere in dubbio. Non essere assolutista o estremista. Apriti. Non essere una zavorra appesa ad una mongolfiera. Prendi di ogni cosa quel tot per cento che ti appartiene e fallo tuo. Tutti sbagliano, tutti possono commettere errori. Impara ad estrapolare il buono da ogni concetto, da ogni pensiero. Non pendere dalla bocca di nessuno, sii te stesso. Prendi consigli, cerca di carpire il meglio ma fallo tuo perchè soltanto tu sei dentro di te. Se ti dicono che quell’alimento fa venire un tumore, studia! Controlla se è vero. Osserva ogni lato. Se ti dicono che fare così è sbagliato, controlla il perchè. Se ti dicono che devi pensarla a quella maniera, fai delle prove sulla tua pelle. Svegliati! Apri la TUA di mente non entrare nella mente già aperta degli altri.

3)

Sei grasso/a?
Stai a dieta, perfetto, l’alimentazione sana è sicuramente alla base… ma se prima non rispondi a certe domande, a mio avviso, sarà difficile che riesci a dimagrire.
Ovviamente devi rispondere a te stesso/a e partire poi da lì a lavorare internamente su di te.
– Cosa non ti soddisfa della tua vita?
– Hai bisogno di essere notato/a perchè hai poca autostima o pensi di non riceve abbastanza amore?
– Quale mancanza senti?
– Da cosa, o chi, devi difenderti?
Pensi che una o più di queste domande può appartenerti?
Bene, lavoraci sopra. Quello è il tuo trauma ed è lui che trasforma anche il tuo fisico.

4)

La radice di molte malattie è l’INSODDISFAZIONE.
L’ansia, la depressione, l’obesità e molti altri disturbi derivano sempre da lì anche se sovente non sappiamo neanche per che cosa siamo insoddisfatti. La vita che conduciamo, ciò che ci circonda, non ci piace e soprattutto non ci basta. Vorremmo altro, vorremmo cose diverse, vorremmo cose che non abbiamo. E, la maggior parte delle volte, tutto questo, esiste per la PAURA. Vorremmo cambiare partner ma abbiamo PAURA (di rimanere soli, del giudizio degli altri, della sua reazione…), vorremmo cambiare lavoro ma abbiamo PAURA (della mancanza di sicurezza economica, del salto nel vuoto, del giudizio, del futuro…). Abbiamo paura di offendere, di non trovare più ciò che possediamo, di mostrarci sbagliati, o persone facili e leggere. E così continuiamo nella routine giornaliera, in quel tran tran che non ci porta critiche esterne, che non ci spaventa perchè è la nostra comfort zone (zona di comfort) ma che ci logora dentro e ci ammaliamo. Quando il timore ci pressa, purtroppo non si può partire a spada tratta come molti consigliano facendola semplice, ma posso assicurarvi che osservare ciò che di bello abbiamo e praticare la gratitudine costantemente aiuta davvero molto. Moltissimo. Ci aiuta ad avere fiducia in noi stessi, ci mostra il lato bello della vita e l’inconscio registra il “bello”. Tutto questo attenua la paura di volta in volta e, più avanti nel tempo, saremo in grado di fare un piccolo passo in avanti e poi sempre di più. Questo non è difficile da fare, ci vuole solo voglia e dedizione.

5)

Per favore… non confondiamo l’istruzione con l’intelligenza. Istruito è colui che ha letto tanti libri, intelligente è colui che può leggere tanti cuori.
Poco importa se conosci tutte le leggi della fisica ma non sai riconoscere i tuoi torti e pretendi di avere sempre ragione.
Poco importa se reciti un saggio a memoria ma calpesti il tuo vicino per arrivismo.
Poco importa tutto ciò che non contempla la sensibilità, l’empatia, l’umiltà e la compassione.
L’istruzione affascina. Affascina tantissimo. Spesso può ridurci a zavorre appese in balia del volere di un altro essere che… “ne sa più di noi”.
Ma dove non c’è cuore non c’è nulla.
E osserviamo, se noi invece il cuore lo abbiamo, è quell’altra persona, con tutto il suo sapere, che dovrebbe inchinarsi al nostro cospetto.
L’istruzione libera dalla schiavitù si, ma un’istruzione senza amore, è un’arma che distrugge come qualsiasi altra possibile arma. Non c’è differenza.
Non mettete il vostro cuore in mano a un cervello.

6)

Non vergognarti di raccontare un torto che hai subito. Un’offesa che ti ha fatto male. Sentiti grande e superiore di essere lì, a dirla, apertamente. Sentiti superiore di chi ha cercato di spegnere la tua luce e illumina te stesso facendo fuoriuscire le ombre che ti attanagliano. Non infangare l’altro ma liberati dal male. Perché parlando, anche solo con il cielo, ad alta voce, come se fosse un amico, ti purifichi. Ti consiglio vivamente di farlo. Che tu ci creda o no, arrivano anche le risposte e i consigli migliori da un qualcosa di molto, molto più grande di noi. Siediti su uno scoglio, su una panchina, sul tuo letto e racconta. Raccontati. Starai meglio.

Ecco qui. Tutte per voi. Vi auguro il meglio.

Prosit!

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