Non spogliarti donna…

Non spogliarti donna… non spogliarti per assoggettarti al demone del – bisogno di considerazione -. Non essere sua schiava.

Spogliati se vuoi, se lo desideri, se ti fa piacere. Metti in mostra il tuo corpo che è la cosa più bella del creato. Che nulla è bello come il corpo nudo di una donna che sia come sia. Non sei grassa, non sei magra, non sei alta, non sei bassa, sei donna.

Sei ciò che la scintilla della vita ha realizzato con tutto l’Amore del Cosmo. Non sei un insieme di aggettivi dati da una società. Metti in mostra le tue curve sinuose che sembrano colline di panna, quei seni che splendono come soli. Lascia che tutti possano vedere da dove esce la nuova vita. Quel fiore che possiedi al centro di tutta la tua bellezza. Poni in bella mostra le tue natiche come fossero dune misteriose da ascendere, il tuo collo e le tue spalle affinché si provi l’ebbrezza di trovarsi in luoghi sconosciuti da conoscere. I tuoi piedi come fossero frattali, ghirigori perfetti dell’opera d’arte più maestosa di ogni tempo. Sii esegesi della meraviglia ma… ascoltami, per favore ascoltami… non fare nulla di tutto ciò se dettato dal demone del – bisogno di ricevere apprezzamenti -.

Non spogliarti davanti a un obiettivo per quel piccolo, breve, momento di vanagloria sintetizzato da approvazioni. Non vendere il tuo corpo, che è pregiato, a chiunque.

Quel tuo generoso décolleté che ti assicura complimenti, quel bisogno di essere per un momento al centro dell’attenzione di uomini che non sanno apprezzare cosa davvero Sei. Renditi conto che la maggior parte di loro non ammira nient’altro di te ma non hanno colpe, sono solo ovvi compratori ai quali porgi merce gratuita. Sono lo specchio del male nel quale devi riflettere per vedere cosa stai facendo a te stessa. Il loro compiacimento è sacro, perdono il loro libero arbitrio per darti ciò che vuoi, che brami, affinché tu possa vedere che quello che brami è il risultato di un mostro ancora nascosto sotto al tuo letto da quando sei bambina.

Il – bisogno d’Amore -. Un mostro che ti fa credere di non bastare a te stessa, che ti fa credere di non piacere al mondo per quella che sei, di non essere sufficientemente amata ma non è così. E’ un inganno della tua mente. Credimi, è solo un inganno della tua mente. Dentro di te possiedi tutto l’Amore necessario perché sei l’emanazione dell’Energia Cosmica. Sei la venerabile figlia divina della Sorgente.

Non hai bisogno di nessuna lusinga in più se inquinata da questa necessità. Che arrivino le belle parole, se sono senza essere cercate. Che arrivino i complimenti, se non dettati dal bisogno di un micragnoso.

Chi, in qualche modo, non ti ha fatto sentire abbastanza amata? Tuo padre perché doveva lavorare? Tua madre perché, attraverso le sue paure, ti ha costretto a sentirti incapace? La maestra perché non ti apprezzava? Gli amici perché ti prendevano in giro? Gli eventi della vita che ti hanno trovata impreparata?

Non ci sono colpe, di nessun genere, ne da parte tua, ne’ da parte loro… ci sono solo responsabilità. Tutto è perfetto. Se hai ricevuto questo è perché qualcosa di più grande di te, e che ti ama sopra ogni cosa, ha dovuto metterti davanti queste prove da superare affinché tu sorpassassi certi ostacoli per diventare divina e sentirti tale. Perdona… perdona tutto e ama. Metti tutto dietro alle spalle e inizia un nuovo capitolo, quello dell’Amore puro che meriti per diritto divino.

C’è qualcosa che ti ama più di chi ti mette un like. Ti ama davvero, smisuratamente, perché sei Sua Figlia. E’ il Movimento Cosmico che ti ha creato. Molto più prestigioso dei tuoi genitori che sono stati un nobile mezzo. Il mezzo meraviglioso che l’Universo ha usato per farti venire alla luce. Per farti essere luce.

Non permettere a chiunque di vedere come sei fatta. Lascia questo dono soltanto a chi, in qualche modo, lo ha cercato, preteso e voluto. Ha fatto di tutto per poter stimare e toccare la tua pelle. Non cadere nella volgarità che è un eccesso e l’eccesso è sempre figlio di un bisogno. L’Anima non ha bisogni e non vuole tu ne abbia. Ti condurrà in ogni modo verso la strada del non-bisogno e i suoi metodi non sono sempre docili. Vinci da sola, attraverso la tua macchina biologica, prima che ti conduca lei alla selva oscura. Non restare vittima del daimon che ti tenta.

Probabilmente mi stai reputando puritana e beghina in questo momento. Non lo sono. Tutt’altro. Semplicemente ti chiedo di essere padrona di te stessa e poter scegliere. O meglio, vorrei tu riflettessi su questo quantomeno.

Perché posti quella foto in cui ben poco si cela della tua magnificenza?

Rispondi onestamente, tra te e te, a questa domanda, anche se faticherai ad essere onesta persino con te stessa. Quando avrai risposto, in totale sincerità, senza sentir smuovere nulla dentro, allora fallo. Spogliati. Ma se anche solo una minima lontana voce ti dice quello che ti ho detto io finora, allora fermati. Fermati e pensa che quell’immagine che stai per rendere pubblica è paragonabile alla dose di un tossico. No… non è esagerato quello che sto dicendo. È una droga che serve a farti stare bene. Hai bisogno di mostrare il tuo corpo per sentirti bene. Sei una dipendente. Se non hai un tot di like ogni tot tempo, o una certa quantità di considerazioni appaganti, ti senti frustrata, triste, non degna. Brutta.

Dipendi dall’apprezzamento di altri reso noto dal movimento di un dito che clicca su un tasto. Il tempo effimero di un secondo, dopodiché, questi altri, torneranno alla loro vita.

Sei lo zucchero filato per coloro che hanno voglia di vedere qualcosa che li appaghi e, come in un luna park, vengono nel tuo profilo per saziare i loro bisogni. Necessità per necessità. Io offro il mio corpo a te e tu offri un complimento a me. Ma è paritario questo scambio di merce?

Spogliati come si spogliano gli alberi per restare in purezza. Spogliati anche di vestiti ma soprattutto spogliati di tenebre, di schemi mentali, di malsane memorie e convinzioni. Spogliati da quelle emozioni che ti tengono prigioniera. Spogliati dell’interesse che nutri verso il giudizio degli altri. Spogliati di quello che consideri importante ma così non è.

Immagina la bellezza del ricevere forse minore quantità di like ma per un qualcosa di “meno agevole”. Prova. La soddisfazione sarà più appagante di quello che immagini. Forse non accadrà al tuo primo post e neanche al secondo, ma se sai aspettare e sai mostrare il tuo vero talento, non avrai più confini.

Ricorda: il talento, associato all’entusiasmo con il quale lo svolgi, è lo strumento più potente che hai in mano e nel cuore. Le persone sono obbligate ad inginocchiarsi davanti al tuo talento come tu sei obbligata a inchinarti davanti al loro. Perché è il talento la linfa vitale che ci permette di vivere e ci connette all’Energia Madre, per questo ci obbliga alla riverenza. E tutti noi ne possediamo uno.

Sarà a quel punto che il mostro si ribellerà. Quando vedrà che non vuoi più essere sua schiava e hai tutte le armi per poter diventare un individuo libero. Ma tu, a quel punto, avrai già capito quanto vali davvero e cosa dare al mondo. Sei qui per una missione che riguarda il “dare”. Quando percepirai questo dentro di te, nulla, nemmeno il demone, può averla vinta perché sei più potente di qualsiasi cosa.

Ci sono donne nate per dare il proprio corpo. Per darlo all’arte, alla biologia, all’estetica, alla semplice ammirazione ma non sono guidate da un demone. Quello è il loro talento. Se anche tu ce l’hai continua in questa tua opera ma se rifletti, ponendoti la domanda che prima ti ho chiesto, se rispondi attraverso la voce della tua Anima e non con quella della Mente e scopri che il tuo modus operandi appartiene ad altro allora fermati. Non è la strada che ti porta al divino quella che stai seguendo. Ricerca dentro di te, scavando nel buio e nel fango, il tuo sentiero magico.

Prosit!

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Eccessiva Sudorazione: il bisogno di mostrarsi competenti

Dal momento che ci stiamo avvicinando sempre di più all’estate e al caldo torrido che tutti gli anni opprime tantissime persone, ho pensato di scrivere questo articolo sulla sudorazione eccessiva che affligge molti individui.

Non è certo un fenomeno simpatico. La schiena si bagna, la fronte cola così come le guance. Per non parlare delle mani, le parti del nostro corpo che afferrano la vita. Che, se umide, ci fanno vergognare di stringere la mano a qualcuno e, a modo loro, piangono non riuscendo a prendere l’esistenza come vorrebbero. Ci si sente appiccicati e spossati. Se poi, a questo, si aggiunge l’odore sgradevole di un sudore acre, il problema diventa ancora più insopportabile.

Come ho già detto diverse volte, una fuoriuscita esagerata di liquidi dal nostro corpo corrisponde sempre ad uno stato d’Ansia che è la figlia numero uno della Paura. Ovviamente di uno stato d’Ansia si hanno diversi stadi, da quello impercettibile a quello eclatante del panico, ma comunque entrambi esistenti e nascosti o meno in noi. Si cerca di espellere ciò che non ci piace e non vogliamo trattenere. Per questo si suda parecchio, ci si sveglia di notte per fare diverse volte pipì, si perde muco dal naso, si lacrima con facilità, etc… I mezzi possono essere diversi.

Per quanto riguarda la sudorazione, in particolar modo, occorre collegarsi al bisogno di stima e di apprezzamenti. La persona che suda parecchio (e, in alcuni casi, non solo in estate) è una persona che ha bisogno di mostrare che vale e ha bisogno di risultare competente in quello che fa. E, beh… sì, certo… anche competitiva. E’ fondamentalmente irrequieta, a volte persino iperattiva, sa fare tante cose e sa fare tante cose assieme. Ha anche tanti pregi.

Vive però sempre un po’ sull’”attenti”. Attenta a non sbagliare, non sopporterebbe di essere svalutata e non ama neanche compiere errori. Questo pregiudicherebbe la sua “fama”. Una fama costruita nel tempo e che ben la precede e ben parla di lei. Una fama che ha iniziato a realizzarsi fin da quando quella persona era un bambino vittima della nota sindrome del “figlio perfetto”.

Si tratta di individui che soffrono se vengono a sapere di non essere ammirati soprattutto da chi loro considerano importante nella loro vita, che sia un famigliare al quale vogliono bene, oppure in ambito lavorativo può trattarsi del datore di lavoro o della clientela.

Si da’ colpa al caldo ma, in realtà, questo non c’entra nulla. L’unica sua colpa è quella di dilatare i pori dai quali il sudore esce poi ovviamente con più facilità ma quello stato d’Ansia c’è anche durante la fredda stagione solo non è messo in mostra dalla sudorazione. Può colpire quindi lo Stomaco e tutto l’Apparato Digerente, oppure si possono avere problemi nella bocca in: denti, lingua, labbra e gengive. Certo, sì, il caldo aumenta anche la nostra temperatura e “scioglie” in liquidi alcune sostanze. Questo è un meccanismo assai utile per il nostro organismo ma quando si eccede allora significa che può esserci un problema.

A infierire ancora di più sul cercare di sentirsi sempre competenti e all’altezza delle situazioni, causa bisogno di stima, può sopraggiungere un altro fattore: la sensazione di sentirsi “in trappola”. (Questo da’ anche il senso di soffocamento che si percepisce durante l’afa estiva). E’ una sensazione celata che la si può notare con molta difficoltà ma c’è e, da qui, ne deriva l’irrequietezza di cui parlavo prima. C’è un gran bisogno di libertà. Si tratta della voglia di libertà di fare ciò che più si vorrebbe e di ciò che si vorrebbe essere. Tant’è che, ricercare quella sorta di perfezione per ambire all’ammirazione degli altri, induce a indossare costantemente una maschera quando invece ci piacerebbe anche essere imperfetti ma essere amati comunque. Ebbene sì, stima è sinonimo di amore. Essere amati per quello che siamo così come siamo. La voglia del non sentire affetto da parte degli altri per quel che si fa e come si fa ma per quel che si è. Così. Semplicemente. Senza impalcature.

Quel sudore che esce dai pori è come se suggerisse un pianto del nostro corpo. Una tristezza che esce, si mostra attraverso il suo particolare grido per farsi vedere e dire – Non vedi quanto sto soffrendo? Non vedi quanto sto piangendo?! -. La sudorazione eccessiva infatti non solo infastidisce chi ne è vittima ma fa sentire spossati, stanchi, innervosisce e ci si sente stufi. Esattamente le stesse sensazioni provocate dall’Ansia.

Quelle lacrime che escono dalla pelle sono l’acqua che spegne il fuoco. Il fuoco della Rabbia. Lo so che ho già nominato molte emozioni: Ansia, Rabbia, Tristezza… ma ditemi, una persona che vive nella – paura di non piacere – non prova forse queste sensazioni assieme?

Alla base c’è l’insicurezza. Anche dietro a chi si mostra sicuro di sé, capace, goliardico. Un’insicurezza perenne lo accompagna. Paura di perdere le persone a lui care, il suo valore, la sua reputazione, il suo lavoro, i soldi… Qualunque cosa. Non ci si sente “un Dio”, in parole povere.

Si tratta di una sensazione particolare perché, in questo caso, c’è come una finta autostima che nasconde il tutto anche all’individuo interessato. Chi si svaluta totalmente, ad esempio, non suda nemmeno. In questo caso, invece, c’è una lotta continua tra una parvenza di autostima, che autostima non è, bensì si tratta di bisogno di auto stimarsi il quale fa diventare quella dignità come reale, la quale a sua volta battaglia contro l’autosalutazione e la preoccupazione di essere svalutati dagli altri. Pre – occupazione cioè occuparsi precedentemente. Scusate il giro di parole.

Non serve a nulla odiare il caldo e bestemmiargli contro. Occorre piuttosto provare a piacersi per ciò che si è, occorre auto-stimarsi, sinceramente e del tutto, sapendo di valere e soprattutto evitare di preoccuparsi troppo del giudizio altrui. Serve la propria valutazione e basta. Serve piacere a se stessi.

Non mi resta che augurarvi buona estate e ricordate: ogni volta che detestate una manifestazione di Madre Natura chiedetevi sempre che cosa vuole suggerirvi. Cosa vuole far uscire da dentro di voi che esiste, in modo ancestrale, e nasconde qualcosa di molto più profondo.

Prosit!

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Le intemperie non ti fanno ammalare

Togliti dalla testa queste assurde idee e prova a vivere più liberamente. Sradica queste convinzioni, queste vecchie memorie, perché sono false ma tu le rendi vere. Loro nutrono con del cibo “tossico” il tuo cervello e questo poi agisce in base a ciò che riceve.

Ho camminato per ore sotto la pioggia, tra gli sbuffi potenti di un vento gelido, ho annaspato nella neve e ho sudato sotto al sole cocente. Ho fatto tutto quello per il quale siamo nati. Per il quale il nostro intelligentissimo organismo è stato strutturato e tu non sei diverso. Non definirti debole, sfigato, sensibile, non lo sei se non lo vuoi. Io non sono meglio di te. Non sono più sana di te e non sono più fortunata di te.

Il tuo corpo è Natura e può sopportare tutto quello che la Natura manifesta. Perché siete un tutt’uno.

Lo so che la pubblicità ti mostra medicinali durante il periodo invernale promossi da attori raffreddati con sciarpa e cappello in stato di sofferenza. Lo so che tua madre ti ha sempre detto – Non sudare! – o – Mettiti la giacca che altrimenti prendi freddo -… lo so, ho avuto una madre anch’io… ma credimi se ti dico che sei un insieme di frequenze che vibra assieme alle frequenze di Madre Natura. Madre natura non può e non vuole farti del male. Secondo te un Pianeta, intelligente come il nostro, può offrire la vita per far ammalare i suoi figli? E non guardare i cambi climatici, l’inquinamento, il “Non ci sono più le stagioni di una volta”. Ragiona sul fatto che c’è anche un’evoluzione, come in tutte le cose… pure per il Pianeta Terra. Ma tu puoi convivere tranquillamente con tutto questo. Ed evolverti assieme a lui.

A farti ammalare sono i tuoi schemi mentali. Le tue convinzioni e la paura che queste siano vere.

Certo, non ti dico di non prendere provvedimenti. Io ho una giacca antivento, io ho delle ghette, io ho degli scarponi in gore-tex durante le mie escursioni, in base al clima e al territorio che presumo di vivere. Di certo non vado sul Monte Saccarello, in pieno inverno, in canotta e pantaloncini ma mi bagno lo stesso, mi si ghiacciano persino i capelli dal freddo, mi cola il naso, a volte i piedi sono immersi nell’acqua che riesce ugualmente a trapassare e sento la schiena e le dita ghiacciate. Tutto questo per diverse ore. Ovviamente, appena arrivata a casa mi faccio una bella doccia calda, me ne sto diversi minuti sotto a quel tepore ringraziando il calore di ritemprarmi, mi metto dei vestiti puliti e caldi, belli pesanti, mi riposo (il riposo è sempre la cura migliore) e poi mi spoglio, man mano che passano le ore, per abituare il mio corpo.

Come gli animali. Loro si bagnano, poi si scrollano, si leccano il pelo, si rintanano e dormono producendo calore attraverso il loro corpo che va in relax e quindi tutto può preoccuparsi di curare ciò che eventualmente va curato.

Ecco, queste sono naturalmente le considerazioni da tener da conto. Ma non significa che non puoi bagnarti o non puoi resistere al vento. E non dire che io sono abituata. Se così fosse, puoi abituarti anche tu. Sei Natura! Il tuo corpo è stato realizzato per convivere egregiamente a qualsiasi agente atmosferico.

Ti dirò di più: vivendo certe condizioni abitui il tuo fisico a sopportare qualsiasi manifestazione della Natura ma soprattutto lo irrobustisci e permetti (finalmente) ai tuoi anticorpi di rinforzarsi, diventare più potenti, più veloci e più forti.

Sì, mentre tu stai faticando un poco per abituarti a certe condizioni anche loro, i tuoi anticorpi, si stanno muovendo per far fronte a determinati eventi e ne hanno il tempo. La tua parte fisica, in quel momento, patisce un goccino e il tuo cervello comprende che qualcosa non va quindi tutto si aziona al fine di difenderti. Si prepara, si allena e si trova pronto in caso di necessità.

Non dimenticare, inoltre, che in inverno e in alta montagna, l’aria è pulita e ricca di sostanze nutritive. Potrai così nutrire il tuo organismo di aria buona e ossigeno puro che rinforza tutti i tuoi apparati. Un ossigeno deciso e “pungente” che renderà più forti ed elastiche le pareti dei tuoi polmoni, dei bronchi e degli alveoli.

Non aver paura nemmeno per tuo figlio. Permettigli di giocare sotto la pioggia che è il liquido seminale della terra, lo asciugherai per bene quando rientra. Permettigli di sentire la bellezza del vento sulla sua pelle e tra i suoi capelli, i bambini hanno ancora sensi sviluppati che noi abbiamo reso dormienti. Permettigli di giocare con la neve e di mangiarla, di giocare nella terra e sporcarsi. Nulla della Natura vuol far del male al tuo bambino.

Non privarti di atmosfere spettacolari che sono regali. Non evitare quello che credi insano e che invece vuole regalarti risorse e vigore. Diventa amico della Natura, di ogni sua forma. Lasciati andare con fiducia a quello che è assolutamente naturale e ti appartiene.

Pensa a quanto sarà bello quando un domani potrai affrontare qualsiasi cosa rimanendo nel tuo perfetto stato di salute.

Ti basta provare a non aver paura e puoi farlo perché sei più forte di qualsiasi cosa.

Prosit!

Il Linguaggio delle Colombe

In questo periodo, oserei dire tragico sotto diversi aspetti ben più gravi del Covid-19, che ci ha unito a livello mondiale, la Paura è stata (ed è ancora) il collante che ha saldato assieme le genti.

Evitiamo di pensare a persone abbracciate tra loro pronte ad affrontare il nemico, evitiamo di immaginare fantastiche scene di scozzesi, fedeli servitori di William Wallace contro il Re inglese carichi di orgoglio e coraggio, evitiamo di credere alla bontà d’animo, all’aiuto reciproco, al perdono, al silenzio… non c’è stato nulla di tutto questo.

A sommergere gli animi è stato il terrore, il popolo era malato di spavento e la bontà appartiene agli impavidi perché il cuore, dove lei trova sede, è un organo cazzuto.

A insinuarsi tra quelli che definiamo – umani -, l’angoscia. Quella fatta di pece, che ti si appiccica addosso, e mentre cola via, senza mai abbandonarti, ti trasforma in un essere che non eri. Che non sei.

Il Demone della Paura trasforma, aliena, rende mostri.

Si potrebbe dare la colpa al Sistema, alla comunicazione, al terrorismo mediatico, invece non sono d’accordo. Direi che ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Tutti noi abbiamo aperto la nostra porta alle notizie ma c’è chi ha scelto quali messaggi lasciar entrare, c’è chi ha valutato e chi non si è lasciato modificare, come pongo molle, da quello che investiva le sue orecchie. Pertanto sì, in tutto questo marasma, c’è anche chi quella famosa bontà, in quel cuore non codardo, è riuscito a mantenerla e a nutrirla ma, ahimè, pochi… pochissimi confronto a tutti quelli che come licantropi al chiar di luna si sono mutati in lupi famelici pronti ad azzannare carni.

Ora, le fondamenta che reggono le basi della nostra vita sono fatte di sgomento e ossessione per la maggior parte. Un’ossessione urlata, ripetuta fino alla nausea. Paranoica. Un’ossessione che fa vedere colui che non la pensa come te un diverso, naturalmente maligno, da deridere, umiliare, punire, annichilire.
Si osanna la ghigliottina, la sedazione forzata, la tirannia verso chi osa dire – Io non ho paura -.

La Paura ha trasformato l’Essere Umano in un qualcosa che in quaranta anni non avevo mai visto.
E ciò che vedo non mi piace… Non avrei mai creduto di leggere o ascoltare cose, da persone che conosco da sempre, che non stanno ne in cielo ne in terra. Maligne, terribili.
C’è chi ha l’amico medico e quindi detiene la verità assoluta in tasca, chi augura agli altri la malattia e la morte, chi “guai se ti levi la mascherina” confondendola con il Sacro Graal, senza neanche essersi chiesto come davvero si muove un Virus e cosa realmente può o non può bloccare questo aggregato molecolare. Non sei libero neanche di scherzare o puoi finire al muro perché, oggi, c’è chi sente passare un’ambulanza e lo dice. Come se prima, le cinquecento ambulanze che passavano ogni giorno non fossero mai esistite.
L’Essere Umano trasformato dalla comunicazione che giunge alle sue orecchie. Quanto siamo fragili.

E allora mi chiedo davvero dove cavolo è andato a finire il parlare del nostro cuore. Come sia possibile che essendo noi, un’emanazione dell’amore universale, possiamo arrivare ad esternare così tanto odio. Possiamo renderci così burattini di un Demone che ci tiene nelle sue grinfie.

Mai come ora c’è bisogno di un linguaggio colmo di compassione, di genuina dolcezza, di umiltà e di perdono. Ce n’è stato bisogno, tantissimo, ma era più comodo lanciare strali dai divani, sui quali, raggomitolati e dormienti, si tremava davanti ai nuovi decreti. E chi provava a ribellarsi a tutto questo doveva essere condannato a morte.

Mai come ora c’è bisogno di pietà, c’è bisogno del candore delle colombe, della purezza dei bambini che in tutto questo tempo hanno obbedito senza lamentarsi, nella totale accettazione e senza infangare il prossimo. In loro è ancora vivo il germoglio della fratellanza che noi abbiamo perso molto tempo fa.

Ma che se ne dica, questo cancro non mi colpirà mai. Datemi della buonista, giudicatemi come volete, ha poco interesse in me. Ciò che mi preme è restare pulita, degna, umana. Questa è la vera sfida, laddove – sfida -, come termine, è persin sbagliato. Questo è il vero Virus, laddove Corona ha provato a portarci ma forse non lo abbiamo compreso.

Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza – (Dante Alighieri).

Questo non è buonismo. E’ semplicemente il rendersi conto di non essere solo un corpo ma qualcosa di molto di più. E’ comprendere di non voler essere schiava di nulla, neanche di un mostro che si materializza davanti ai miei occhi, che si inventa, che si inventano, che esiste oppure no. Non sono schiava di questo ambaradan bensì cosciente a me stessa e so da dove arrivo.

Grazie a chi ha avuto il coraggio di dire la sua, a chi si è dimostrato ribelle senza danneggiare, a chi ha ragionato con la sua testa, a chi ha avuto l’umiltà di non trasformarsi in ciò che non era, a chi ha voluto ascoltare più campane, a chi si è sentito perso, confuso, destabilizzato ma non ha mai fatto del male ad altri neanche con le parole. Grazie a chi ha saputo amare chiunque, anche i più biechi, anche i più inetti. Grazie a chi ha aiutato.

Ammetto che più volte, l’emozione dell’ira, ha provato a rendermi sua serva. In alcuni momenti ho persino quasi ceduto ma sono riuscita a non dargliela vinta e non mi riferisco a quella bella rabbia sana ed energica che è bene provare. Ho sentito la collera per quegli uomini che avrebbero ucciso senza ritegno, che credevano di sapere, che amavano diffondere paura e pretendevano di spaventare ma, sforzandomi, sono riuscita a trasmutare questa emozione e ritrovare la centratura. Volevo solidarietà, volevo amnistia, intelligenza, indulgenza e ne vedevo troppo poca. Solo dopo essere riuscita a far calare il torbido velo che appannava la mia vista ho notato che tutta quella paura, quella ferocia, quella sofferenza, mi appartenevano. In qualche modo riflettevano frammenti di me stessa. Nessuno ne è immune ma pochi hanno voglia di lavorare come antichi alchimisti trasformando questi ingredienti.

Ciò che come esterno m’appare è in realtà il succo del mio cuore – (Conte di Cagliostro).

Nel buio del mio antro ho provato a modificare quel piombo in oro ed è stato allora che è arrivata la bellezza. E’ stato allora che emanando amore ho visto amore. Che divulgando gratitudine ho notato la gratitudine. Che restando retta, centrata e indissolubile, nei confronti della debolezza ho vinto. E’ stato allora che ho capito come tutto questo non sia riuscito ad intaccarmi. Per questo vincerà tutto il mondo.

Perché ci vorrà ancora tanto tempo ma saranno le colombe a cantar vittoria un giorno. Tutto questo è destinato a sgretolarsi e allora l’uomo sarà libero. Libero soprattutto di poter amare. Senza paura. Perché è proprio come se facesse paura perdonare, “farla passare liscia”, avere misericordia. Si diventa avidi, egoisti, oppressori pur di accertarsi la sopravvivenza. Senza rendersi conto che ci si inoltra in un sentiero di morte lenta, che non porta a nulla, e che fa vivere con l’animo annientato.

Divulgate parole buone. Divulgate energie di benevolenza. L’Umanità ne ha bisogno. Ne ha bisogno più del pane che crede indispensabile. Ne ha bisogno come ha bisogno di respirare.

Prosit!

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Occorre guarire dalla Prostituzione Mentale

Innanzi tutto che cos’è la Prostituzione Mentale? La prostituzione Mentale è quel metodo bislacco di cui usufruiamo molto spesso nel tentativo di ottenere “cose” o non perdere “cose”. Ci prostituiamo al fine di assicurarci ciò di cui abbiamo bisogno. Può essere un sentimento, un lavoro, un po’ di soldi, un complimento, uno status, una compagnia, etc…

Cadere in compromessi spregevoli e offensivi nei confronti della meraviglia che siamo, laddove, anziché riconoscerci potenti, immensi e splendidi Esseri ci sentiamo formichine micragnose. Ogni compromesso implica una rinuncia.

Prostituirsi mentalmente è quando attraverso la mente, convinti di non essere abbastanza, reagiamo in modo totalmente ignobile per la nostra natura e soprattutto per la nostra Coscienza (importantissimo “ente” al quale non badiamo mai ma è invece il nostro Giudice Supremo, sempre al lavoro, molto severo, il quale condiziona la nostra vita).

La Prostituzione Mentale svaluta ciò che sei e ti fa svendere, a poco prezzo, pur di avere in cambio ciò che brami.

Fare un qualcosa che non ci va di fare, magari per il quieto vivere, significa prostituirsi ma ancor di più significa prostituirsi nel momento in cui cerchiamo di smuovere compassione nel cuore di chi ci sta davanti per portarlo a darci ciò che vogliamo.

Con questo non significa recitare un teatrino strappalacrime per farsi compatire ma si va più in profondità. Non si parla solo della donna che si spoglia su FaceBook per ottenere molti like perché in sé ha una mancanza che deve colmare, si tratta di evitare la ricerca dell’abbondanza non credendola esistente per noi. Si rinuncia alla propria felicità, quella sacra e profonda e duratura, per un qualcosa di assai banale. L’accontentarsi. L’abbassarsi a scegliere piccoli granellini di sabbia piuttosto che una stella. Perché sono più facili e sicuri.

Perché si chiama Prostituzione Mentale? Immagina per un attimo il valore simbolico della prostituta. E’ una schiava. Con tutto il rispetto per questa donna ma è l’emblema della “serva”. Accetta di fare un qualcosa di assolutamente irrispettoso nei confronti di se stessa per un’altra persona, schiavizzata esageratamente. Ma questo le consente un pasto, un letto e una protezione. Ecco, prova a proiettare il senso di questo messaggio verso di te.

Non limitarti ad agire come un automa. Ad accontentare un cliente senza nessun tipo di entusiasmo. A rispondere positivamente ad un parente senza nessuna energia creativa. A provare un vestito senza la minima gioia ma solo pieno di povera e inutile speranza che possa aiutarti a fare colpo su qualcuno o a stare bene. Mettici vita in quello che fai visto che sei vivo!

Se il tuo capo ti chiede di fare una cosa per lui, non farla solo per prendere lo stipendio o non essere licenziato. Falla al meglio, con tutte le capacità che hai, come se la stessi facendo per te o per tuo padre. Anche se il tuo datore di lavoro è una brutta persona, uno sfruttatore, non puntare l’occhio su di lui, puntalo solo su di te e dentro di te. Lui deve smettere di esistere nelle tue valutazioni. Stai facendo quel qualcosa per te, per una tua forma di ricchezza.

Uno degli esempi più significativi è quello del commerciante che si lascia maltrattare dal cliente pur di non perderlo e non perdere i suoi soldi. Ma questa formula la applichiamo anche se non abbiamo un negozio. Quindi bisogna osservarsi dentro attentamente.

Se non farai così, cadendo nella Prostituzione Mentale, questa ti tirerà ancora più giù emozionalmente e anche fisicamente. Ti sentirai sempre come se fossi oppresso. Schiavo di qualcosa. E lo sei. Sei schiavo del mondo. Il mondo può fare di te quello che vuole. Il suo giudizio è più forte e significativo del tuo. Se un mattino il mondo si alza col piede giusto e ti fa un complimento, allora tu stai bene ma se si alza con il piede sbagliato e ti denigra, allora tu piangi tutte le tue lacrime.

Cambia i ruoli. Prova a pensare di essere tu quello che valuta e non gli altri. Anche se ti danno soldi, una casa, belle parole, affetto, amicizia, etc… ricordati che anche tu dai qualcosa per ricevere questo, non serve a nulla arrivare a prostituirsi.

Se metti vita e entusiasmo in ogni tua azione non hai bisogno di prostituirti. Se ti riconosci come scintilla divina non hai bisogno di prostituirti. Se riconosci coscientemente il tuo potere non hai bisogno di prostituirti.

La Prostituzione Mentale è un vizio. Spesso non ti accorgi neanche di effettuarla. Ad accorgersene sempre è la tua Coscienza, che nominavo prima, e ti ritrovi a vivere con un dito puntato quotidianamente contro di te che ti opprime come una spada di Damocle.

Attraverso la Prostituzione Mentale ti ritrovi persino a sostenere attività immorali e illecite ma soprattutto totalmente stonate con il tuo cuore e il tuo sentire. Come la manipolazione, la corruzione, l’autosvalutazione, l’onestà… non guardare questi termini solo per quello che sono o per quello in cui siamo abituati ad esprimerli. Rivolgili a te stesso dando loro un significato più ampio. Ti fai manipolare? Corrompere? Permetti di autosvalutarti? Sei disonesto con te stesso?

Rispettati. Non vendere il tuo Essere e la tua essenza per un gradino superiore solo ed esclusivamente materiale. Ogni volta che una nota stona con la tua melodia interiore, la tua Coscienza ti opprime ulteriormente e questo ti fa vivere compresso, attanagliato nel rimorso e nel senso di colpa. E’ nocivo e dannoso per la tua salute.

Tu possiedi ogni diritto. Non lo vedi concretizzarsi nella realtà solo perché non ci credi. E ci crederai sempre meno se sarai obnubilato dalla Prostituzione.

Se riuscirai ad eliminare da te la Prostituzione e a guarire da essa non potrà che giungere nella tua vita ciò che meriti, grande tanto quanto è ora grande il tuo Essere. E’ una legge. Forse non ti arriverà questo dalle persone che frequenti ora ma esse cambieranno o verranno sostituite da altre pronte a darti quello che meriti. Non aver paura quindi se perdi dei contatti. Bisogna creare spazio nella propria vita per accogliere il nuovo.

Devi cercare di fare spazio dentro di te e, di conseguenza, fuori.

Ci vuole coraggio per non prostituirsi mentalmente perché questa è la strada della libertà e per essere liberi bisogna essere coraggiosi e forti.

Ma, oggi, se rifletti un attimo su tutto questo, se ti guardi dentro e comprendi quante volte ti sei prostituito o continui a farlo, allora forse puoi cambiare le cose. E credimi, il “premio” che otterrai in cambio è enorme. Non sopportare più. Non tollerare cose che la tua voce interiore non accetta. E’ una sofferenza incredibile.

Ti auguro un buon lavoro!

Prosit!

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Elimina i Compromessi e conquista la tua Libertà

CHIUNQUE HA UN RAPPORTO CON NOI

So bene che nella vita c’è compromesso e compromesso, alcuni hanno un prezzo che paghiamo volentieri soprattutto se il ritorno è ottimo per noi ma quelli di cui voglio parlarti oggi sono mani che ti tengono attanagliato, stretto tra le loro dita aguzze.

Nel momento in cui impari davvero a stare bene con te stesso non sei più dipendente da niente e nessuno.

Non ce ne accorgiamo ma molto spesso, più spesso di quello che crediamo, abbozziamo e accettiamo da altri comportamenti che non ci piacciono per timore di perdere quella relazione che sia sentimentale, di amicizia o di parentela.

Ci sottoponiamo continuamente ad una sorta di ricatti che ci auto infliggiamo la maggior parte, delle volte per paura della solitudine ma non solo: “Che brutto vizio che ha! Lo detesto ma devo sopportarlo altrimenti se gli dico qualcosa si arrabbia e poi non mi fa più questo e quello…

Questo e quello – possono essere appagamenti di diversa natura ma che ovviamente appagamenti non sono. Sono COMPROMESSI.

IMPARIAMO A DISTINGUERE BENE LE COSE

Il compromesso è deleterio. Una sorta di espediente carico di ipocrisia e omertà al fine di ottenere il famoso Quieto Vivere, laddove, come Quieto Vivere, si intende una parvenza di star bene. Tutto questo però è un’illusione. Una sciocca, tossica, distruttiva illusione.

E’ un piacere totalmente effimero al quale ci appendiamo con le unghie e con i denti e ci sembra chissà che.

Questo o quello – possono essere esibiti da: prestiti in denaro, accompagnamenti comodi in auto, compagnia, promesse di matrimonio, viaggi, condivisione di passioni, risparmio, babysitteraggio, posto di rilievo, orario lavorativo ridotto e potrei andare avanti all’infinito.

Per ottenere ognuna di queste cose e molto di più, ogni volta, mandiamo giù bocconi amarissimi in quanto ci sembra più salato il prezzo da pagare nell’arrangiarci o nello stare da soli che non quello da spendere nel sopportare determinati atteggiamenti. Erroraccio!

Ebbene questa è un’idea totalmente distorta e fasulla. E’ una credenza. Uno schema mentale falso.

LE ABITUDINI

Innanzi tutto bisogna comprendere che siamo abitudinari in ogni cosa che facciamo pertanto anche nei pensieri. Ossia, è come se nel nostro cervello ci fossero delle strade, tipo canali (e ci sono davvero, sono quelli utilizzati dalle sinapsi) e i pensieri passano sempre di lì. Siamo abitudinari nell’agire, nel reagire, nelle emozioni, nel comportamento, in tutto. Questo perché siamo dei “dormienti”, cioè utilizziamo soltanto una piccola parte delle nostre capacità sia cognitive che spirituali.

Detto questo va quindi detto anche che ci basta cambiare abitudine per abituarci all’altra (perdonatemi il gioco di parole) e l’affare è fatto. In pratica, se preferisci andare da quel Macellaio antipatico solo perché è più vicino a casa tua (ecco il compromesso) dopo un po’ di tempo non ti peserà più andare da un altro Macellaio che, anche se sarà più distante e ti farà camminare di più, è gentile e affabile. Immagina se il Macellaio antipatico dal quale vai chiudesse, cosa fai? Diventi vegetariano? Ok, puoi anche farlo se vuoi ma se di vegetarianismo non ne vuoi sapere sei obbligato a fare qualche metro in più.

La domanda che voglio porti è: Perché non inizi fin d’ora a fare quei metri in più mettendola in barba al commerciante sgradevole e ti liberi di un trattamento poco rispettoso? Questo cambio del meccanismo oltre ad appagarti molto perché conoscerai un venditore fantastico, suggerisce alla tua mente una cosa bellissima – Io posso! Io non dipendo da nessuno! Se voglio posso! Se non amo il tuo trattamento lo cambio! E sono più felice! -. Oh già! Questo perché “modi di fare” e “mente” si parlano.

Il Macellaio è soltanto un leggero esempio che può essere utile come inizio per poi cominciare ad andare a toccare i tasti più dolenti e cioè le persone alle quali teniamo di più e che di più ci tengono in pugno. Fino ad arrivare alle considerazioni più grandi.

VOLERE E’ POTERE… DAVVERO!

Devi convincerti che c’è sempre una soluzione. Se non la trovi la puoi inventare ma c’è. Non è impossibile è solo che tu non hai voglia di metterla in pratica. Non voglio essere offensiva dicendo che sei un fannullone, non mi permetterei mai. Voglio solo convincerti che volere è potere e lo è davvero.

Una donna che conosco, alla meravigliosa età di 58 anni, ha preso la patente pur di non farsi più scorrazzare dal figlio che bestemmiava in turco ogni volta che doveva accompagnarla da qualche parte. Non crederai a quello che sto per dirti ma dopo qualche tempo, di sua massima indipendenza, è stato proprio il figlio ad offrirsi per accompagnarla! Ho vissuto questa cosa con i miei occhi!

Un’altra mia conoscente, invece, era davvero stanca di sottostare ai ricatti della madre per poter sistemare il bambino quando voleva uscire qualche sera con gli amici (di giorno il bimbo andava all’asilo e lei andava a lavorare). Ebbene, si è messa d’accordo con una sua amica e hanno iniziato a scambiarsi i favori; una teneva il cane all’altra quando questa voleva andare in vacanza e l’altra teneva il bimbo a una quando questa voleva uscire. Inoltre ha iniziato a lavorare la lana cardata realizzando diversi gadgets che ha iniziato a vendere e, con i soldi ricavati, si pagava una ragazza che le teneva il figlio una sera alla settimana. Anche qui, non mi crederai, ma la nonna, tra lo sbigottimento e la solitudine, ha iniziato ad implorare la figlia di lasciarle di nuovo il nipote. Non ti sto prendendo in giro!

LA VERA LIBERTA’

So bene che ci sono situazioni più gravi che dobbiamo patire e tollerare ma è altrettanto vero che possiamo, se vogliamo, modificare la nostra vita o comunque renderla di gran lunga migliore e respirare più libertà. Perché sì, questa è la vera libertà.

Cerchi compromessi con tutti. Con i tuoi figli, con il tuo partner, con i tuoi genitori, con gli amici, con i colleghi… cerca di limitare il più possibile la quantità di queste false convenzioni.

Vorrei farti capire che la ragazza di cui ti ho appena parlato, che ha iniziato a lavorare la lana cardata (tu puoi trovare altre soluzioni, alcune possono costarti più fatica altre meno) ha in pratica messo sulla bilancia due cose: il comportamento della madre su un piatto che le causava un’oppressione indescrivibile e, sull’altro, la stanchezza e l’impegno di restare a volte fino a tarda notte con l’ago in mano per finire le sue opere. Ebbene non c’è stato paragone per lei. Nonostante lo sforzo dei suoi occhi attenti sul lavoro, nonostante il sonno, nonostante tutto, è decisamente più felice perché crea molte cose, riceve complimenti e apprezzamenti, si sente più libera ma anche brava, capace di fare, vede gli altri felici quando regalano un suo pezzo, dà sfogo alla sua fantasia e ora sì che è davvero appagata.

Quando arrivi a non dover più dipendere da nessuno e stai bene con te stesso qualsiasi cosa accada tu non hai da temere nulla. Non hai paura di perdere qualcuno perché se anche quel qualcuno va via (o non ti fa più quel favore, cioè si stacca da te da quel lato) tu vivi comunque sereno. Lo lasci andare liberando anche lui da quella specie di “favore” che ogni giorno ti fa. Fosse anche solo – compagnia -. Quando non senti più la paura di perdere “quella cosa” o “quella persona” allora sì, sei davvero libero. Quando non sei più servo di nessuno. Perché vedi, ci sono casi semplici in cui si tollerano cose semplici ma ci sono situazioni anche più gravi nelle quali ci si riduce davvero ad essere schiavi. E’ come costruirsi una gabbia attorno senza uscita e questo è dolorosissimo. E’ un peso abnorme da sopportare giorno dopo giorno.

Questa è la vera libertà. Essere e sentirsi pienamente liberi non significa fare solo il lavoro che ci piace, avere la casa che ci piace, andare in vacanza quando vogliamo, poterci comprare l’auto che preferiamo e avere un partner che ci ama tanto. Essere liberi vuol dire soprattutto uscire da questi schemi quotidiani. Eliminare dalla nostra vita tutto ciò che è nocivo e negativo. Non usare espedienti. Non farsi assoggettare.

Non restare sotto la tirannia della pigrizia, della menzogna, del bisogno, dell’avarizia, della lussuria, del biasimo, della manipolazione… questi sono tutti demoni che portano a subire le voglie di altri demoni come quello dell’invidia, della gelosia, del giudizio, dell’opportunismo, dell’ipocrisia… Via, via tutto questo! Guarda quanto male c’è e te lo stai mangiando ogni giorno! Ti stai nutrendo di questo.

Liberandoti da ciò, crei spazio alla felicità. Alla serenità. A quella gioia piena che nessuno può portarti via e ti riempie.

Allora sì sarai davvero felice e potrai vibrare in frequenze positive sentendoti veramente bene. Questa è la vera libertà.

Prosit!

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A te che osanni il Lupo dico: fai attenzione!

Sei pronto?

Sei pronto ad aspettarti un complimento dopo tutta la fatica che hai fatto e a ricevere solo un misero accenno col capo, senza fronzoli? E… senza offenderti?

Sei pronto a smetterla di lamentarti per tutte le mancanze che i tuoi genitori ti hanno fatto provare?

Sei pronto a non aver più bisogno di nessuno?

Sei pronto a non pretendere più che il tuo partner ti renda felice?

Sei pronto a non dover più badare al quieto vivere? Alla morale? Alla cultura che ti è stata imposta e ti ha plasmato?

Hai mai pensato a come davvero sarebbe un Lupo trasformato in Uomo?

Sei pronto a gridare in piazza come davvero la pensi senza preoccuparti del giudizio altrui? A ululare forte, riecheggiando tra boschi e montagne, zittendo tutti gli altri animali attraverso il tuo potere?

Sei pronto a vivere anche SENZA la stima da parte degli altri? A non farti intaccare dalle loro azioni? Dalle loro bugie? Ad essere costantemente centrato?

Sei pronto a non avere aspettativa alcuna?

E ad amare te stesso SOPRA OGNI COSA?

Io ho conosciuto i miei Lupi e non me ne vanto. Io ho conosciuto i miei Lupi e mi hanno fatto un male della Madonna. L’unica cosa della quale vado fiera è aver avuto la forza e l’impegno di diventare come loro. Perché attraverso il loro essere taglienti, il loro calpestarmi senza pietà, il loro essere tutto ciò che io credevo essere ma ciò non era, profumavano indiscutibilmente di libertà. Una libertà non solo fisica. Una libertà mentale ed emozionale anche. Un qualcosa che ti permette di andare oltre, senza essere schiavo. Nel momento stesso in cui affidi la tua felicità nelle mani in un altro sei un dipendente. Significa che il giorno in cui quell’altro batte le sue mani schiaccia te e la tua gioia come due fichi maturi.

Un Lupo, questo, neanche lontanamente lo immagina.

Non intendo insegnarti nulla, voglio solo darti un consiglio nato come riflessione dentro me dopo aver vissuto, ascoltato e osservato diverse persone. Persone sofferenti, sono sincera. Per questo, se solo avessero saputo, si sarebbero forse preparate prima.

Cerco di non farti illudere, vorrei tu comprendessi la conseguenza di quello che cerchi. Perché lo so che non vuoi più pecore attorno a te ma… sei davvero pronto ad essere circondato da un branco di Lupi? Immagina la vera e intrinseca indole di un Lupo nell’Uomo. Nonostante la ragione di mezzo.

Quello che ti chiedo è di domandarti questo e se ti rendi conto di non esserne capace puoi provare a diventarlo. Sarà una tua scelta ma non sarai vittima di un desiderio esposto a metà, divenuto ora un problema e che descrivi come – esserti piombato addosso all’improvviso – solo perché, ohibò, immaginavi tutt’altro.

Leggo sempre molte citazioni che vengono postate e che elogiano il Lupo condannando le pecore.

Io per la prima ne pubblico molte.

Quello che mi lascia perplessa è vederle sui profili di chi un Lupo non lo accetterebbe mai.

Perché un Lupo è un animale libero ed essere liberi, per alcune menti, significa essere supponenti, arroganti, presuntuosi.

Significa saper star da soli e questo viene visto come menefreghismo.

Un Lupo non segue la morale, non gliene frega niente di quello che sei diventato a causa dei tuoi demoni.

Se gli ostacoli il cammino, ti sbrana.

Un Lupo accoglie ma non ha pietà. Se non gli tieni testa, giustificandoti dietro le tue maschere, ti sbrana.

Ad un Lupo del quieto vivere non frega nulla, come non frega nulla dei ritardi perché vive senza tempo, come non frega nulla del tuo – Ma io son fatto così -. Se a un Lupo non vai bene, ti sbrana.

Non puoi tarpare le ali a un Lupo, non puoi usare il tono che vuoi con un Lupo, non puoi manipolare un Lupo, non puoi sgridare, ne’ giudicare, ne’ forzare un Lupo.

Un Lupo è senza filtri (quelle cosine che a noi piacciono tanto e non lesionano la nostra corazza) il suo modo potrebbe offendere, raramente segue i tuoi consigli e non ama vivere in gabbia. In nessun tipo di gabbia.

A un Lupo non ordini di amare una sola volta, di raccontare una bugia, di far buon viso a cattivo gioco, di educare i suoi cuccioli come vuoi tu. Non lo tieni legato a causa della tua sofferenza.

Un Lupo non abbassa la testa perché tu urli o piangi. Fai il vocione o ti disperi. Un Lupo non abbassa lo sguardo perché tu gli fai crollare l’autostima. Un Lupo non abbassa la coda perché tu gli fai paura.

Se ti reputa inferiore, ti sbrana.

Se ti reputa anche solo lontanamente ed energeticamente negativo per la sua esistenza, ti sbrana.

Un Lupo non farà mai ciò che a te farebbe piacere. E tu non sei in grado di vivere senza aspettative.

Ora, prima di osannare un Lupo perché fa figo, sappi almeno chi stai idolatrando.

Un Lupo sa accettare il suo ruolo a differenza tua che vorresti farla in barba al tuo collega e diventare un prescelto dal datore di lavoro.

A differenza tua che vorresti essere al posto del tuo amico per avere la sua donna.

A differenza tua che cresci i tuoi figli con una spada di Damocle sulla testa perché sappiano sempre che facendo certe scelte ti faranno soffrire.

A differenza tua che invidi la tua amica per la bella casa che ha.

A differenza tua che devi dimostrare a tutti quanti soldi possiedi.

A differenza tua che aggredisci gli altri solo per intimorire e non essere contraddetto.

A differenza tua che usi la tua istruzione come arma e non come strumento di creazione.

A differenza tua che studi, ti sposi, metti al mondo dei figli, li fai battezzare, hai un buon lavoro e fai tutto quello che la società ti chiede.

A differenza tua che muori ogni giorno davanti alla televisione, cibo in scatola, problemi, fretta, stress, malattie.

A differenza tua che possiedi il senso della vendetta.

A differenza tua che ti lamenti.

Come puoi essere un Lupo se neanche riesci a percepire l’impetuoso battito del cuore in un minuscolo fiorellino?

A te che dici che non ti sfugge nulla mentre ti sta sfuggendo la vita stessa.

Che non godi pienamente di quel nuovo giorno espandendo ogni tuo senso.

Come puoi essere un Lupo se sei un dormiente che sale sulla propria auto la quale va da sé, conoscendo il tragitto a memoria, perché tu in realtà sei tra le bollette che devi pagare, gli impegni che devi affrontare, le paure che devi superare?

Un Lupo non è da amare, è da Essere.

Quando stai male preghi affinché il dolore o il malessere vada via il più presto possibile. Questo un Lupo non lo fa. Un Lupo si rintana nel buio e nel silenzio, si lecca le ferite e, senza lagnarsi, attende. Conosce i tempi del suo corpo e li rispetta. Se non li conosce non si pone il dramma e aspetta comunque. Non mette fretta a nulla. Accetta quella situazione. Si autoguarisce.

Non crea fastidi, non prova fastidi, non si lamenta per i fastidi. Semplicemente, li elimina. O non da a loro vita.

E non guarda in faccia nessuno. Per la bellezza della legge del bosco. Qui, in questo luogo, o io o te. Senza però la vanagloria che nutre il tuo essere.

Ma un Lupo sa anche condividere, così come la natura tutta. Tu puoi condividere quella che chiami la “tua” terra e alla quale infissi un bel cartello con su scritto: proprietà privata? Preoccupandoti di scacciare immediatamente chi per disgrazia ci sosta?

Un Lupo che ti manda via dal suo territorio non prova boria ne’ senso del possesso e sa chi scacciare.

È in grado di selezionare senza giudicare, non immagini neanche la grandezza che risiede dietro questo concetto.

Un Lupo non si strugge nel comprendere se suo figlio vuole più bene a sua madre o a suo padre. A un cucciolo di Lupo non manca assolutamente niente, neanche l’ammirazione.

Non approfitta del prossimo.

Non è un parassita.

Potrei andare avanti ore ad elencare cos’è e cosa non è un Lupo ma nemmeno io so cosa sia, là, davvero, fino in fondo, quello che chiamiamo Lupo.

Quello che alcuni chiamano Sacro Graal.

Altri Pietra Filosofale.

Altri ancora Cristo.

So soltanto che un suo sinonimo è libertà, indipendenza assoluta – da tutto e da tutti -, da schemi mentali e credenze.

E la libertà spaventa. Spaventa anche lei, più di quello che credi.

Non acclamare il Lupo, non desiderare il Lupo, non invidiare il Lupo. Cerca solo di far qualsiasi cosa per diventarlo. Solo allora potrai accettare dei Lupi attorno a te. Solo allora non sentirai più dolore.

Perché un Lupo può far male, ma in quella sofferenza, c’è un rispetto che ti cura se sei pronto ad accoglierlo.

Prosit!

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Onore a te, nemico mio!

MESSAGGI SCRITTI

Qualche giorno fa, mentre stavo guidando, mi sono resa conto di essere dietro ad un camion frigo, con il cassone bianco, che riportava una scritta davvero particolare. Le lettere erano incollate con una carta strana che sotto ai raggi del sole sparivano e soltanto all’ombra si potevano leggere.

Percorrendo una strada a picco sul mare e illuminata dal sole, con solamente qualche albero qua e là a rendere l’ambiente più scuro, feci fatica a decifrarla chiedendomi anche se avevo allucinazioni visive o se invece avevo visto bene. Riuscii a leggere dopo un bel po’, ogni albero mi regalava una parola in più e rimasi molto colpita da quello che lessi.

La frase recitava più o meno così – Ti onoro e ti benedico, mio nemico, affinché tu possa assistere al mio successo -. Un augurio di lunga vita a chi ci vuol male con lo scopo di sbattergli sul muso la nostra gioia.

Essendo che sono sempre molto attenta ai messaggi che l’Universo mi sparpaglia qua e là durante il giorno, presi anche quello come un avvertimento.

RIFETTENDO…

In effetti, anziché farsi tanta rabbia o lasciarsi rodere dalla voglia di vendetta verso qualcuno, questa soluzione sembra la migliore per il nostro benessere ma, riflettendo, non avevo nessun nemico al quale dover dedicare quel comportamento. Inoltre, sono una persona che tende a lasciar perdere. Non m’interessa dimostrare il mio successo ad un altro; quando sto bene, mi basta. L’eventuale “nemico” non viene da me preso in considerazione. Può farsi la sua vita come io mi faccio la mia.

Però, se mi ero data l’opportunità di leggere quella frase così importante e ben scandita un motivo doveva pur esserci. Considerando anche la fatica che ho dovuto fare per riuscire a leggerla! Una fatica che, però, fece si che mi rimase impressa quella dicitura.

Pensai e ripensai senza arrovellarmi il cervello. Stancarsi e far lavorare troppo la mente non è mai salutare, inoltre, le risposte di cui abbiamo bisogno, prima o poi arrivano, quindi non serve sprecare energia inutilmente ma, prendendolo come un gioco, una specie di quiz, provai a indovinare il risultato.

In effetti non è detto che come “nemico” si debba per forza intendere una persona in carne e ossa.

AND THE WINNER IS…?!

Anche se è un approccio sbagliato siamo abituati a considerare nemici persino i nostri demoni oppure alcuni eventi della vita. E allora, a questo punto, si aprono nuovi varchi. Qui si che si possono trovare tanti “nemici”. E io trovai il mio.

Il mio nemico non apparteneva a nessuno, soltanto a me stessa, in quanto io ho dato a lui l’opportunità di esistere.

Proprio in quei giorni stavo decidendo per un cambio abbastanza significativo della mia vita in un determinato argomento. Questo perché avevo bisogno di libertà e di mostrare a me stessa e al mondo chi ero davvero senza dover più nascondermi nella mia zona di comfort permettendo agli altri di tarparmi le ali. La preoccupazione del riuscire, il timore di non farcela, la paura del giudizio degli altri, del castigo divino (che vi assicuro non esiste). Tutte cose alle quali IO ho permesso di diventare mie carnifici. Nessuno ha colpe.

Nonostante comunque la mia unica responsabilità, eccolo qui il mio nemico, dal momento che tutte queste sensazioni si possono raggruppare assieme in un solo stato d’animo. Nemico di me stessa. Io era la nemica di me.

Una parte di me era ostile all’altra parte. Una parte che ora, però, avrebbe dovuto restare inerme ad osservare che invece ce la stavo facendo e ce l’avrei fatta.

Ma che bellissimo messaggio quindi mi aveva mostrato l’Universo! Grazie! In sostanza mi stava dicendo che ne sarei uscita vincitrice dal momento che il “mostro” avrebbe dovuto assistere al mio successo. Era come se le potenti forze universali mi stessero dicendo – Meg, non badare a lui. Non stancarti nel cercar di eliminare il tuo avversario. Amalo. Amalo e basta. E preoccupati di te stessa. Amalo affinché possa resistere ad osservare il momento in cui capirà di essere stato sconfitto senza che tu non gli abbia nemmeno torto un capello. Pensa a te. Guarda te. Ama lui e te -. Una meraviglia.

Decisi di seguire quell’angelico consiglio e mi misi in moto per dimostrare a quella mia parte antagonista che viveva attraverso i miei schemi mentali, la mia educazione, la mia cultura, etc… che mi governavano come un burattino, che c’era in me un qualcosa di più forte di lei.

Ecco, in questo caso era ovvio che non potevo fare come mio solito, ossia, non badare al nemico e andare avanti per la mia strada. Come potevo non badare ad una me?

E allora, in questo caso, è proprio opportuno dirlo: onore a te, o mio nemico! Vivi e… guarda!

Prosit!

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Sono l’Erede di una malattia e quindi uno sfigato – parte 2°

CREA LA TUA MALATTIA

Per molti queste sono solo storiacce, forse perché non si documentano sull’epigenetica (che è una scienza non un movimento hippie) della quale non si è mai sentito parlare. Chissà come mai??? Ah! Sì! Forse perché è più giovane delle altre… però, che strano, alcuni virus appena nati vengono proposti subito al pubblico su tutti i rotocalchi! Vabbè… torniamo alle vittime impotenti. Se ne stanno lì, impassibili e sfigate, in balia di onde dannose date dagli avi senza poter far nulla. Una spada di Damocle. “Mio padre aveva il diabete, io avrò il diabete. Mio padre aveva un tumore, io avrò un tumore. Mia padre aveva la psoriasi, io avrò la psoriasi”. È fatto. Et voilà. E, naturalmente, a furia di pensarlo, accadrà proprio così. Ci hanno e ci siamo già messi una croce sulla schiena. A furia di difendersi da un nemico inesistente lo si realizza davvero.

Nel momento stesso in cui mi preoccupo del mio PROBABILE diabete, che ancora non esiste ma mio padre lo ha avuto, ecco che sto creando il diabete dentro di me. Beh, mi sembra ovvio. Quello che io ordino al mio cervello egli lo esegue alla perfezione. Su questo mi sembra non si possa discutere viste tutte le conferme che ci sono state date. Il pancreas, quindi, diligentemente, inizierà a secernere in modo diverso Insulina e Glucagone, il disequilibrio giungerà e di conseguenza il diabete che diventa cosa ovvia (è più lungo l’ambaradan ma la faccio breve).

Se non ci credete potete provare. Provare a vivere, per un periodo, cercando di difendervi dal diabete e pensando di essere vittime del diabete. Arriverà il diabete. Non lo farete, perché avete paura. Non ci credete, non volete crederci ma intanto evitate di provare. Se le mie sono solo fandonie potete farlo, non accadrà mai. Provate a nutrire il diabete dentro di voi, tanto non arriverà.

Il fatto più grave è che non riuscirete a difendervi dal diabete nemmeno prevenendolo con una sana dieta, in quanto, nessuno ha mai spiegato quali davvero siano gli alimenti sani e quasi nessuno ha voglia di documentarsi. Nessuno ci ha mai educato che possiamo curarci anche con il cibo e la natura tutta e che i farmaci possono sicuramente essere risolutivi e utili ma non l’unica cosa. Quindi… quando un medico nella dieta di un diabetico elimina i dolci ma lascia glucosio elaborato, tanto chissenecapisce, mi chiedo dove sia il cibo sano. Che poi… vabbè, il glucosio è un discorso a sé perché è ovunque ed è un tema assai complesso (molto moltissimo) ma magari limitiamolo. Mi sembra davvero senza senso non mangiare un cioccolatino ma mangiare la pastasciutta, se ho il diabete, ecco.

TRADUCENDO IL MESSAGGIO SI CAPISCE MEGLIO

Non serve essere immune a quella malattia, occorre essere immuni a quelle emozioni, a quelle reazioni, a quelle sensazioni, a quei pensieri, a quel messaggio.

Ma non usciamo dal discorso precedente. Il fatto è molto semplice, le cose sono queste qui:

– Cresco e vivo una vita, o gran parte di essa, conoscendo il diabete di mio padre. Il mio pensiero sarà sempre lì anche se cerco di tutelarmi (creo il mio diabete). La medicina stessa mi dice che sono “portata” ad avere il diabete quindi… ciao Pippo! Mi hanno segnata ormai.

– Se mio padre ha o aveva il diabete significa che mio padre era una persona che provava ben poca gioia nel suo vivere, aveva in sé una sorta di rancore e tristezza verso la società o chi l’ha messo al mondo, aveva poca voglia e grinta di combattere verso i problemi della vita e questo è quello che può avermi insegnato inconsciamente, ossia, una sorta di “arresa” che permea la mia esistenza. Messaggi continui, captati dal mio cervello che, in qualche modo, dicevano: la vita è dura, è difficile essere felici, questo non va bene, questo non mi piace, bisogna fare sacrifici… e lamentele e sospiri e sbuffate (creo il mio diabete).

– Se mio padre ha o ha avuto il diabete è perché si è nutrito con determinati alimenti che anch’io ho mangiato, seduta a quella tavola (creo il mio diabete).

– Se la gente (amici, parenti, medici) continua a dirmi di fare attenzione al diabete perché mio padre… (creo il mio diabete).

E’ chiaro?

Il fatto importante però è un altro. Ho il diabete? Oppure ho una qualsiasi altra malattia? Molto bene. Qualcosa dentro di me ha fatto sì che questa malattia nascesse in me proprio come è accaduto a mio padre e a mio nonno… ma, adesso, – sei MIA malattia, non sei ne’ di mio padre, ne’ di mio nonno e ce la vediamo io e te -.

TU E LA MALATTIA

E ora inizia una piccola storia vera, la mia.

Sono nata da un padre che ha sempre avuto problemi all’apparato respiratorio soprattutto in giovane età. Mio nonno, suo papà, ha sempre avuto, per 95 anni, gravi e fastidiosi problemi all’apparato respiratorio. Bronchiti, asma, sinusiti, etc… erano all’ordine del giorno.

Sono nata da un padre che mi ha insegnato a stare lontana l’aggressività e che l’aggressività – è una cosa brutta -. Mio nonno mi ha educata a non essere aggressiva, mi ha inculcato nella testa, senza neanche rendersene conto, che l’aggressività la si deve usare solo in determinati momenti della vita e, quei momenti, non sono bei momenti se devi diventare aggressiva. Mi hanno insegnato a mandare giù, sopportare e trattenere. A non dire la mia per il “quieto vivere” e perché “chi più ne ha, più ne metta”.

E guarda caso… volete sapere che significato hanno la bronchite e la sinusite (tanto per prendere le principali) come messaggio?

Bronchite – aver paura dell’aggressività, giudicarla come una cosa orribile.

Sinusite – sopportare senza accettare una situazione, o una persona, o un evento.

Ma-che-coincidenza!

Ok. Fu così che decisi di liberarmi da tutto ciò come vi ho già scritto in passato su altri post.

Ho 41 anni e, da quando sono nata, mia madre ha invano combattuto contro le mie bronchiti che ogni anno si presentavano rovinandomi per un mese la salute e l’anno scolastico. Crescendo, la situazione si è aggravata. La bronchite non solo si presentava una volta all’anno, bensì due, e si complicava aggiungendo a sé poi la sinusite. O meglio, sopraggiungeva anche lei e non avevo solo più problemi di catarro e muco nei bronchi ma anche in testa. Piena completamente.

Decisi di dire basta. Potete non credermi ma oggi sono tre anni che non ho più la bronchite e, da due anni, la sinusite è nettamente più lieve, dura pochissimi giorni e non è dolorante. Eliminerò anche lei col tempo.

COME MARIONETTE

Quello che intendo dire è che finché continuiamo a comportarci come schiavi, o succubi, o sfortunati, questo sarà ciò che saremo ma se decidiamo di diventare realmente padroni della nostra vita, per tanto difficile che sia, possiamo crearci un’esistenza diversa anche dal punto di vista della salute.

Non ho niente contro la medicina ma quando la medicina parla dovremmo evitare di pendere totalmente dalle sue labbra, dovremmo accogliere i suoi consigli ma pensare di essere noi stessi e che c’è pieno di uomini e donne morti per una determinata malattia ma i loro figli non soffrono dello stesso disturbo. Sta a noi non coltivare e non nutrire certe paure e sta a noi cambiare strada rispetto agli “errori” dei nostri genitori.

Il nostro DNA è una cosa viva e come vi ho detto a inizio post ogni forma di vita è in continuo movimento. Come già avevo scritto quando siamo sotto stress esso si contrae mentre in fase di serenità esso di distende. Il DNA è composto da una struttura chimica, non sono pezzi di vetro, sono basi azotate. E’ un qualcosa di energetico oltre che biologico ed è meraviglioso. Il mondo che viviamo è meraviglioso. Noi tutti siamo meravigliosi e possiamo avere una vita sana e meravigliosa. Ma forse ve lo spiega meglio lo scienziato Bruce Lipton:

Noi siamo i padroni del nostro futuro e non vittime del passato.

Prosit!

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E finalmente puoi essere una “brutta persona”

CHE FIGATA LE “BELLE PERSONE”

Caro lettore,

mettiamo subito le cose in chiaro. In questo articolo, parlando di “brutte persone”, non mi riferisco a individui che hanno fatto del male appositamente o non sono degni di rispetto, ma capirai, leggendo, a chi dedico con amore questo post e forse può tornare utile anche a te che non sei cattivo, ne superbo, e nemmeno un traditore… però, in qualche modo, ti hanno fatto sentire una brutta persona.

Dopo aver passato tutta la vita a fare il massimo per cercare di essere visto, amato e ben voluto, ti guardi indietro e scopri che, in ogni tuo gesto e in ogni tua parola, c’era la voglia e il bisogno di essere considerato una “bella persona”.

Ah! Che meraviglia le belle persone! Sanno di pulito, possono andare avanti a testa alta, la loro coscienza è immacolata, sfoderano petali di gentilezza e sudano stille di disponibilità verso il prossimo. Sorridono, ringraziano, non alzano mai la voce, non si scontrano con nessuno. Ogni errore gli si perdona perché sono esseri splendidi e chiedono scusa. Appaiono sagge, modeste e hanno sempre una buona parola per tutti o un pensiero positivo per andare avanti.

Hai passato una vita in questo modo e oggi tutti ti vogliono bene e ti ammirano. Nonostante tutti i tuoi sforzi, però, c’è ancora qualcuno che cerca di insinuare nella tua mente e nel tuo cuore che, in realtà, non sei la bella persona che appari. Ti fanno capire che manipoli, che il tuo modo di fare è studiato a tavolino, che in verità non rispetti gli altri e che, in qualche modo, con la tua sublime dolcezza, obblighi gli altri a comportarsi in una determinata maniera. Sei un falso in pratica. Le loro parole nascono dall’invidia? Dall’insicurezza? Dalla paura? Dalla verità? Non ti deve importare. Osserva te stesso. Solo te stesso. Accogli tali valutazioni ma osserva te stesso. Ciò che davvero sei.

DALLO STORDIMENTO ALLA QUIETE

Ti fanno male queste accuse vero? Non le accetti, ti feriscono. Ti stordiscono e destabilizzano persino. Non ti riconosci, sei scosso, quasi ti manca la terra sotto ai piedi come a non essere più tu. Lo stato imbottito nel quale dondolavi è stato sconquassato. Che caspita! – Mi sono distrutto una vita per essere ammirato e ora questo mi dice così? – Sì. Ma sai cosa devi fare? Devi accettarlo. Accettalo e innesca un fenomeno magico strabiliante che non hai mai conosciuto.

Siamo arrivati alla conclusione che sei, in pratica, una “brutta persona” in quel tuo profondo dove credi nessuno abbia accesso. Sì, proprio tu che non hai mai fatto male neanche a una mosca.

Sei una brutta persona, prova a dirlo a te stesso, tante volte. Convincitene. Lentamente, le prime lacerazioni causate da queste affermazioni si chiudono e una nuova pelle nasce, le ricopre proteggendole. In quel momento tutto inizia a fare meno male e il passo verso l’esultanza è breve. – Sì, sono una brutta persona. Che bellezza! Che liberazione! Ho dei difetti agghiaccianti, delle caratteristiche che fanno schifo persino a me ma sono le mie. Se mi hai incontrato in tutto il mio squallore e noti tutte le qualità negative che mi hai elencato, guardati dentro, forse sono un tuo specchio. Sono così. Ho assolutamente delle virtù, questo è indubbio, perché ogni creatura vivente le ha e ho delle caratteristiche orribili. Si, sono io e sono vero. Eccomi qui -.

RICONOSCERSI

Accogli dentro di te questi giudizi come se fossero bellissimi regali e, ora che li hai presi e fatti tuoi, rendili il tuo più grande punto di forza. La tua partenza.

Solo dopo aver accettato, con il cuore, ciò che sei o ciò che sembri puoi trasmutarlo a tuo favore. Non importa se è vero o se è solo la sciocca opinione di qualcuno. Tu sei più forte di ogni cosa e sei l’unico Dio guaritore al quale devi credere.

Vedi… se la tua anima ha voluto tu scoprissi queste caratteristiche un motivo c’è. Sarà difficile scoprire questo motivo, perché le stanze del nostro inconscio sono ampie e sconosciute, ma da qualche parte avevi questi semi che hanno germogliato fuori di te e a te si sono mostrati.

Chi dice queste cose? Le persone a te più care? Gente sconosciuta? O forse sei tu che, senza saperlo, le dici a te stesso e gli altri te le riportano soltanto? Quanto ti critichi nella tua paura?

DEVI PRENDERE QUESTI INGREDIENTI SE VUOI LAVORARLI

Come ripeto è difficile da capire per questo non ti rimane altro che superarle. Accettandole ti liberi e, nella liberazione, come un gabbiano che si innalza entusiasta nel cielo, puoi osservare tutto dall’alto divenendo padrone di te stesso. Ora puoi vedere chiaramente, non sei più uno schiavo e puoi scegliere.

Vuoi davvero cambiare? Sono giuste queste illazioni? Esistono? Si. No. Puoi decidere. Ma la bellezza che provi dentro ti permetterà di fare tutto. Non rispetti gli altri? Benissimo. Non rispettarli allora! Quanti problemi in meno. Non devi mica far loro del male, ti basta preoccuparti di meno del loro benessere. C’è un mucchio di gente che vive così e in gloria. Non vali nulla? E non valere! Mica abbiamo l’obbligo di valere qualcosa per forza! La libertà. Manipoli? Manipoliamo tutti, indistintamente, ognuno con i suoi mezzi. Tutti quanti. Ora lo sai. Non sei peggiore di altri. Rasserenati. Ecco l’accoglienza. Ma, aspetta, perché puoi andare oltre, ora.

Ora è tutto dentro di te e tu ne sei l’amministratore. Puoi vedere il tuo patrimonio. Adesso è facoltà tua se voler migliorare, evolvere e crescere personalmente oppure no. Sta a te decidere cosa voler di rimando. Se da parecchio leggi il mio blog saprai che più sei pieno d’amore e frequenze positive e più vibrerai connesso all’energia cosmica e riceverai meraviglia, altrimenti dovrai vedertela con i tuoi mostriciattoli. Ma non hai obblighi e, come ti ripeto, solo ora che hai compreso, solo ora che non hai più catene, solo ora che sei davvero te stesso puoi essere cosa vuoi.

Solo ora che sei uscito dalla bambagia puoi vedere il non-rispetto, il non-valere, la manipolazione e tutto il resto e puoi salire quel gradino ti farà essere ancora più bello di quello che eri.

Ti auguro il meglio.

Prosit!

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