Se non hai una laurea non vali niente

LA TUA BELLEZZA PROIBITA AL MONDO

Premetto che, nonostante il titolo abbastanza diretto, questo articolo nasce con lo scopo di infondere fiducia e stima in tutte quelle persone, e sono molte, che hanno davvero tanto da dare, tanto di bello, ma si auto-castrano a causa di convinzioni mentali che la società è riuscita a inculcarci nel cervello.

Così facendo non solo si soffoca il cuore e l’emanazione della propria anima, troppo schiavi di cliché, ma si proibisce al mondo di assaporare un operato del quale potrebbe godere.

Questo articolo nasce perché troppe volte ho incontrato persone splendide, con ricchezze dentro incredibili che si rifiutano di condividere per una vergogna che nasce dalla mancanza di un titolo di studio. La loro risposta infatti è sempre la stessa – Ma… ma io non sono nessuno… non ho una laurea, non posso insegnare nulla… -.

E non mi riferisco solo ai fantastici artigiani o artisti che realizzano opere degne d’ammirazione senza lauree, mi riferisco a qualsiasi qualità possiamo donare e ci appartiene.

MA DOVE VAI SE UNA LAUREA NON CE L’HAI?

Sia chiaro che non ho niente contro i laureati e sono convinta che anni di studio in una determinata materia ti portano ovviamente a saperne di più rispetto a chiunque altro, ma ci sono materie che l’Università non insegna e, al contrario della nostra cultura che vuole vederle morte, io vorrei elogiarle.

Tanto di cappello a tutti quelli che consumano i loro migliori anni studiando su banchi di scuola al fine di dare un domani al prossimo ma, se parliamo di – dare -, posso assicurarvi che tante cose benefiche si possono elargire anche senza un titolo di studio; però l’amputazione che si prova fin dentro allo stomaco non lo permette.

Posso assicurarvi anche che, come ci raccontano la storia e la scienza, le più grandi scoperte sono state ricercate, volute e studiate da persone che non sapevano nemmeno cosa fosse una scuola, in un periodo dove la scuola era semplicemente la vita, la strada, l’osservazione costante, la riflessione e il battito del proprio cuore. In un periodo in cui la scuola era persino proibita.

Chi mi conosce sa che per me l’istruzione è importante, l’istruzione ci rende liberi ma l’istruzione della quale parlo è collegata al sapere, un sapere che non si trova solo attraverso un’educazione scolastica, anzi…

COSA TI SERVE PER…

Non serve una laurea per far del bene.

Non serve una laurea per essere luce e illuminare il mondo.

Non serve una laurea per essere quell’amore che spesso una laurea spegne fornendo input di schiavismo. Per far vivere alle persone quello che nutri dentro. Per far conoscere al mondo ciò che ti ha stupito e coltivi con gioia. Un qualcosa che potrebbe riempire l’intera umanità di entusiasmo perché di questo, l’umanità, ha bisogno.

Ti racconto un aneddoto che scelgo tra mille e scelgo solo perché è l’ultimo che mi è capitato di vivere.

Qualche giorno fa, parlando con un amico che ha una visione tutta sua e particolare sulle piante e sul loro esistere, gli ho consigliato di donare al mondo il suo modo di vedere come fosse una luce.

Ovviamente vi sto parlando di una persona che si intende molto di flora sotto ogni suo aspetto e non va contro la scienza dicendo o supponendo “castro nate”. Semplicemente è convinto di una comunione tra pianta e pianta che ora non spiego in quanto spero lo faccia lui prima o poi. Una visione non contemplata dalla biologia e non contemplata neanche dalla maggior parte delle persone. Ciò che lui afferma, a parer mio, non lo si può giudicare giusto ma neanche sbagliato. Il suo è un “sentire” e potrebbe semplicemente rivelarsi una riflessione da fare, utile al fine di comprendere molto altro. So che non stai capendo, naturalmente, perché non conosci il discorso, ma il punto focale sul quale vorrei portare la tua attenzione è quello che individua le risposte che ho ricevuto da lui:

Ma Meg io non sono un biologo. Io non sono un fitoterapico. Io non sono un agronomo. Io non sono…

IO (NON) SONO

Io NON SONO…“. La sua risposta era quella di un disco rotto totalmente auto-Svalutante.

E là, dove il mio credo e tutte le filosofie dei più importanti pensatori della storia umana ripetono di riconoscersi affermando – IO SONO -, lui, come tutti quelli non “qualificati” dalla società in cui viviamo, si tarpava le ali da solo dicendo – Io NON sono -.

Aggiungo che questo mio amico, inoltre, segue fioriture che non tutti hanno voglia di ammirare o non possono farlo. Significa ad esempio partire di notte per cogliere il momento giusto di quel sbocciare, significa sopportare qualsiasi intemperia, significa viaggiare e quindi spendere soldi e tempo. Quanti vorrebbero vedere, attraverso i suoi video e le sue foto, queste meraviglie che non potrebbero vedere altrimenti? Quanti penderebbero da quelle labbra che raccontano leggende o verità? Secondo me molti. Per questo lo incito – Organizza incontri! – gli dico – Permetti agli altri di vivere tali bellezze da te arricchite! -.

Lo farebbe volentieri ma la paura di non essere “dottore” lo frena. – E se poi qualcuno mi fa una domanda alla quale non so rispondere? – mi chiede preoccupato.

Ah! Questo timore di “sbagliato”. L’errore, il dubbio, lo sbaglio, l’uomo nero.

La perfezione è per noi una spada di Damocle. Il giudizio degli altri ci spaventa. La società ci vuole preparati a tutto, un “non lo so” non è ammesso; non vali niente se rispondi così. Se rispondi così hai una tacca, sei imperfetto, quindi uno scarto, un – non degno –.

E allora provo a parlargli – Non sei uno scienziato e lo dici fin da subito. Non prendi in giro nessuno! Se qualcuno ti chiede qualcosa che non conosci, semplicemente lo dici. “Io sono qui per farvi vedere una mia riflessione che non siete obbligati a condividere. Sono qui per mostrarvi cosa la natura partorisce e per farvi passare una serata diversa dalle altre, tutti assieme, ragionando assieme! Sorridendo insieme! Non è mia intenzione insegnare nulla ma solo farvi vedere che esiste anche questo. Condividere. Condividere con gioia. Su quello che non conosco possiamo informarci assieme ma intanto ammirate quello che non avete ancora potuto vedere”. Questo devi rispondere -.

LA PASSIONE E’ VITA

Se ami fotografare le rocce e le montagne che appartengono ai tuoi luoghi e vuoi mostrarle ad un pubblico, nessuno ti obbliga ad essere un Geologo. Stai solo mostrando il tuo territorio. Sbaglieresti se ti mettessi a dire cose che non hai mai studiato e, in questo caso, mancheresti di rispetto agli altri ingannandoli ma se ti limiti a elargire del tuo non puoi che fare del bene. E se il tuo sapere interessa solo a dieci persone avrai fatto un bel regalo a dieci persone. Avrai donato a dieci persone cose che senza di te non avrebbero mai potuto vivere.

Al mondo ci sono persone senza gambe che non possono arrampicarsi in cima a un monte per vedere determinati panorami.

Ci sono persone oppresse che non riescono a trovare una via d’uscita verso la serenità e brancolano nel buio.

Ci sono persone cieche che non possono osservare ma solo toccare per conoscere e amerebbero moltissimo tu mettessi la tua opera d’arte tra le loro mani.

Ci sono persone che hanno necessità di quello che tu puoi dare loro, alle quali non gliene frega niente del tuo titolo di studio. Vogliono ridere, stupirsi, conoscere, piangere, provare emozioni. Vogliono vivere perché stanno morendo dentro e non sono i diplomi che ti riportano in vita in questo argomento che non ha nulla a che vedere con la medicina.

Non privare questa gente della tua bellezza. Offrila. Piantala di guardare il cliché. Non sai nemmeno perché sei qui. Cosa ne sai se sei venuto su questo mondo, in questo tempo, solo al fine di mostrare fiori? Cosa ne sai? Ti sembra stupido e inutile? Allora pensa che senza te quel fiore non verrà visto. Rimarrà nel buio. Sboccia per nulla, per se stesso… Come natura vuole d’altronde. Ma se il suo fascino facesse del bene a chi lo ammira pensi che quel fiore si sottrarrebbe da tale mansione? E se avesse bisogno di te e della tua nobile opera per mostrarsi?

SEI UN’OPERA MERAVIGLIOSA E CIO’ CHE FAI E’ UN’OPERA MERAVIGLIOSA

Non ti rendi conto di quanto bello e immenso sei e di quanto lo è la tua opera.

Conosci Louise Hay? Puoi trovarla assieme alle sue parole scrivendo il suo nome in rete. Puoi credere o meno a quello che afferma. Parlo al presente, fin qui, perché il suo corpo è morto ma i suoi insegnamenti sono ancora talmente tangibili in noi che non posso usare altri tempi verbali.

Louise era una donna che, a malapena, ha fatto le elementari. Abbandonata dalla madre, stuprata dal patrigno, malata di cancro. Ha risvegliato mezzo mondo.

I suoi insegnamenti non hanno mai nuociuto a nessuno. Non credendole, semplicemente, restavi ciò che eri. Forse migliore, forse no. Credendole potevi nettamente abbellire la tua vita.

Non regalava scienza. Non regalava tecniche e dottrine. Offriva semplicemente quello che provava nel cuore. Spiegava solo come conduceva la sua giornata. Non rispondeva a domande di medicina, non ne era all’altezza, ma è ricordata oggi più di molti medici.

Tu non sei inferiore a lei. Non sei inferiore a nessuno. Semplicemente lei ha deciso di mostrarsi. Di offrire.

Il tuo piacere potrebbe interessare cento persone, il mio mille, e quello di un altro duemila, ma i numeri non contano. Se tutti noi ci dessimo di più, l’umanità si arricchirebbe. Fregatene della tua scuola.

Se non dici falsità, se non inganni, se non sei un opportunista concediti in purezza. Sii generoso. Non sai quanto bisogno c’è di te in questo mondo.

Non sai che, altrimenti, non saresti neanche nato. La natura non crea cose inutili.

Prosit!

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Esercizio allo Specchio per Riuscire ad Amare Se Stessi

Non mi soffermerò sulla spiegazione di quanto sia importante riuscire a perdonare e amare se stessi. Già in molti ne parlano e, tante volte, l’ho fatto anch’io facendo sorgere domande che avevano bisogno di risposte sicure e concrete. Va bene, abbiamo capito che è fondamentale amarsi ma… come possiamo davvero farcela dopo tanti anni di non-amore? Dopo che inconsci schemi mentali ci hanno sempre fatto agire in modo automatico senza così permetterci di rispettare noi stessi?

In rete si possono trovare molti spunti per migliorare noi stessi e la nostra autostima. Occorre impegnarsi, ricordatevi che l’intenzione è sempre lo strumento migliore e più forte, ma c’è un esercizio che io adoro tantissimo, da fare ogni giorno, ideato da una donna che ho sempre ammirato e considerato magnifica: Louise L. Hay.

Si tratta dell’ESERCIZIO ALLO SPECCHIO

Occorre infatti avere uno specchio, oltre a quello del bagno o della camera. Uno specchietto da trucco che le donne possono tenere comodamente in borsetta e gli uomini in tasca. Occupa davvero poco spazio.

L’esercizio servirà farlo almeno 3 volte al giorno; al mattino, nello specchio grande della toilette, ad esempio, e durante la giornata, in quello piccolino che vi ho citato poc’anzi, sempre che non abbiate la possibilità di passare il vostro tempo con uno specchio costantemente a vostra disposizione.

Le casalinghe, per dire, potranno fare a meno di acquistare lo specchietto tascabile stando molto tempo in casa e avendo specchi in varie stanze (presumo).

L’esercizio che ora vi spiegherò è molto semplice da fare ma può rivelarsi duro quanto una prova di coraggio, almeno per la maggior parte della gente.

Allora, al mattino, appena svegli, quando la nostra immagine è probabilmente quella che valutiamo la peggiore di tutto il dì, andiamo in bagno e ci osserviamo intensamente allo specchio fissando bene e sempre il nostro viso.

Respiriamo profondamente due o tre volte e poi diciamo il nostro nome a voce alta.

Ad esempio (parlo per me) – Meg. Io sono Meg -. Riconosciamoci. Stiamo proprio parlando con noi.

Subito dopo ci diremo – Meg, ti amo. Ti amo davvero tanto -. Concentriamoci su quanto stiamo dicendo e cerchiamo di proferire quelle parole con passione.

Dobbiamo capire che non stiamo parlando con la parte di noi che non ci piace ma con il nostro Bambino Interiore, il quale, potrebbe non aver mai ricevuto parole di amore puro e sincero.

Sempre respirando profondamente e guardandoci negli occhi inizieremo poi a dire frasi positive e belle come:

Sei la persona più intelligente ch’io conosca

– Sei meravigliosa

– Sei proprio simpatica

– Hai un viso stupendo

– Io ti voglio un bene infinito

Tutto quello che di amorevole e colmo di ammirazione ci viene in mente continuando per almeno 5 minuti. Ecco, l’esercizio in realtà è già finito. A metà giornata ripeteremo il tutto e poi di nuovo, alla sera, prima di andare a dormire. Ma ho ancora qualcosa da dirvi.

COSA ACCADE SVOLGENDO QUESTO ESERCIZIO:

– Solitamente, le prime volte, anche se siamo soli e nessuno ci sente, proviamo disagio e imbarazzo. Ci sentiamo stupidi e soprattutto falsi.

Non preoccupatevi! Queste sensazioni, col passare dei giorni, se ne andranno.

– Le prime volte, il nostro sguardo, continuerà a focalizzarsi sui difetti: il punto nero su una guancia, la ruga nuova sulla fronte, la macchia sotto l’occhio, le palpebre cadenti, etc…

Non demordete! Anche questo modo di osservarvi scomparirà e si modificherà.

– All’inizio può capitare di essere pervasi da diverse emozioni. C’è chi piange, chi prova disgusto, chi non si vuol guardare, chi lo fa tanto per farlo, ma… anche in questo caso…

Va tutto bene! Lasciate fluire e uscire. Tutto ciò che arriva dentro di voi è quello che doveva arrivare abbiate costanza.

Dovete fare una cosa soltanto: CONTINUARE.

Per approfondire meglio l’esercizio vi propongo questo mini video (1 di 4 – se volete potete anche guardare gli altri 3 che appariranno cliccando su questo) proprio di Louise L. Hay e Cheryl Richardson da ascoltare attentamente ma prima finite di leggere perché c’è ancora una cosa importante che dovete sapere:

FUNZIONA!

Esatto, non mi resta che assicurarvi che funziona davvero!

Io ho provato a farlo e non ho ancora smesso, in quanto, dopo un po’, diventa una complice e piacevole abitudine e riesce sinceramente a far crescere l’amore in noi e per noi. La sensazione è bellissima e bellissimo è vedere come il mondo attorno a noi cambia. Tutto diventa meraviglioso e più soddisfacente da vivere.

Si può definire una sorta di piccolo, grande Miracolo.

Insomma… vivere con voi stessi volete che sia un’esperienza fantastica o una schiavitù opprimente?

Mi raccomando, ricordatevi: INTENZIONE e DETERMINAZIONE.

E a tutti quelli che dicono – Io non ho tempo – sappiate che questo esercizio potete svolgerlo anche quando fate la cacchina santa (almeno non avete scuse) oppure potete farlo al posto del tempo che oggi impiegate per risolvere tutti i vostri fastidi e problemi perché, entrambi, diminuiranno nettamente nella vostra vita proprio grazie a questo lavoro su di voi.

Ancora una volta mi sento di dire – Grazie Louise! -.

Prosit!

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A te Louise

Se ne è andata pochi giorni fa lasciandomi un po’ triste e malinconica.

A lei voglio dedicare questo articolo; a lei voglio fare questo piccolo dono.

Sono e sarebbero tante le persone da ringraziare, e non è detto ch’io non lo faccia in futuro ma, a Louise, sono particolarmente affezionata. E’ riuscita ad entrare nel mio cuore, con una dolcezza incredibile, e lì è rimasta.

Louise L. Hay, promotrice e divulgatrice del Pensiero Positivo.

Gli scettici diranno che le sue affermazioni erano solo baggianate. Alcuni, nel sentir dire che è mancata nel sonno, per cause naturali, azzarderanno il voler nascondere da parte del suo team una probabile malattia e dimostrare così che, le malattie, non si sconfiggono pensando positivamente come lei esponeva. Altri, osserveranno scrupolosamente il suo viso, provando a notare, in quali punti, la chirurgia estetica ha svolto il suo ruolo. Perché un viso così… a 90 anni… è impossibile da avere. E se la dolce Louise, si fosse fatta dare qualche aggiustatina, allora voleva dire che non si accettava per quella che era. Ma come? Proprio lei che ripeteva di continuo il doversi amare e perdonare e accettare per ciò che siamo? Altri ancora, continueranno a battere il piede sull’assenza delle prove, certe e scientifiche, inerenti alle sue strambe filosofie.

Ebbene, oltre a tutti e a tutto, io sono qui a scrivere che, a me, Louise ha dato tanto. Che non m’interessa chi era o cos’era e cosa faceva, so soltanto che mi ha fatto stare bene e, come è riuscita con me, è riuscita anche con tante altre persone. Non m’importa creare schiere di chi la pensa così o meno, intendo semplicemente ringraziarla e continuare a fare buon uso dei suoi utili e stupendi consigli.

Perché, che se ne dica, Louise, al mondo, ha dato tanto e di cuore. Ha provato a dire che c’è una magia attorno e dentro di noi, che siamo esseri perfetti e che possediamo una potenza troppo spesso, o sempre, sottovalutata.

Ha mostrato l’abbondanza che ci circonda provando a convincerci che, di quella ricchezza, ne facciamo parte.

Ha tentato di farci comprendere come sconfiggere i malesseri, soltanto grazie all’immensa forza dell’amore che, se è vero essere la forza più potente dell’Universo, è anche più forte di qualsiasi malattia.

Ha provato ad insegnarci il perdono e il suo valore. La bellezza della generosità.

Ad insegnarci il peso e l’influenza delle affermazioni negative e di quelle positive.

Ha conosciuto la meraviglia del Cosmo e ne ha voluto parlare, a tutti, traducendone i segreti e rendendo varie dinamiche più comprensibili.

Non sto a sindacare su cosa ha fatto o cosa ha detto, ad indagare se davvero ha fatto e davvero ha detto, ma so, di per certo, che ha fatto di tutto per il BENE. Ed è su questo che, a mio avviso, occorre soffermarsi.

Per questo Louise, rimarrai sempre nel mio cuore.

Grazie per tutto quello che hai fatto.

Con amore Meg.

Per chi volesse conoscere la sua storia https://it.wikipedia.org/wiki/Louise_Hay

photo splendidtable.org – youtube.com

Giordano Bruno, Cartesio, Fabio Marchesi, Gregg Braden… ma chi gliel’ha fatto fare?

Possiamo credere come no a certe teorie, possiamo essere d’accordo solo in parte, possiamo anche detestarle e andarci contro ma io mi sento in dovere di dire – Grazie! – ad alcune persone.

Alcuni, dopo aver letto questo articolo, potrebbero divergere dal mio pensiero e affermare persino  – Ma chi gliel’ha fatto fare? – e a questa domanda rispondo con un – Non lo so, ma ciò che dicono è capace di farci stare bene e, soprattutto in passato, ci sono stati soggetti che hanno compiuto per l’umanità opere grandiose -.

Persone dalle visioni affascinanti, dai poveri mezzi, attraverso i quali sono riusciti a capire che in questo Universo non siamo solo osservatori ma partecipanti assoluti. Interagiamo con lui, siamo parte di lui, possiamo anche modificare l’andare delle cose.

Persone che hanno scoperto la vera entità Divina ossia, semplicemente e incredibilmente, un’espressione di gioia assoluta e travolgente. Senza dottrine, senza religioni. L’Amore puro in ogni sua forma.

– L’amor che move il sole e l’altre stelle… – (Dante Alighieri)

IL POTERE DELLA SCRITTURA. Scripta manent – Gli scritti rimangono. (Evviva!).

Pensiamo a Giordano Bruno, padre del libero pensiero, che accettò la sua condanna al rogo dopo che gli venne proposto, dall’Inquisizione, di abiurare la sua ideologia cioè che l’anima continua a vivere perciò è immortale. – Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam – (Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla) rispose dopo aver sentito l’accusa contro se stesso e morì bruciato vivo, il 17 febbraio del 1.600, dopo aver dedicato l’intera vita a studi su un Dio, inteso come Infinito e come Tutto, completamente diversi dalla dottrina Cattolica soprattutto dell’epoca. Fortunatamente tutti i suoi trattati furono ritrovati e custoditi cari. Molte le sue ricerche, tante le sue teorie, ognuna volta alla comprensione dell’infinita potenza che risiede in ognuno di noi pari a quella universale.

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Pensiamo a Isaac Newton il quale, trovandosi a vivere nel bel mezzo della peste che non aveva pietà per nessuno, che stava decimando l’umanità del 1.600, si preoccupava di conoscere la luce e capire la forza gravitazionale universale, che amava studiare la natura collegandola all’uomo e le sue filosofie, mentre la gente gli moriva di fianco. Lui non ha badato a questo, non ha badato alla malattia e non ne è stato colpito. Lui voleva andare avanti, voleva conoscere, inventare, scoprire. Voltaire, presente al funerale del genio, disse – La natura e le leggi della natura giacevano nascoste nella notte. Dio disse: “Che Newton sia!”, e luce fu -.

Pensiamo a Cartesio che, nel 1.500, ha rischiato ogni giorno della sua vita di essere ucciso se trovato in possesso di un libro vietato e, ai tempi, erano veramente tanti i testi proibiti. Pensiamo alla sua vita passata di nascosto, in buie stanze, con la voglia di trascrivere per i postumi le sue verità e le sue scoperte. Padre della famosa citazione – Ego Cogito, ergo sum, sive existo – (Io penso, dunque sono, ossia esisto), nella quale è trascritto tutto il senso e l’onnipotenza dell’essere umano. – Solleciterò la mia immaginazione per conoscere meglio chi io sia -, disse anche. Il termine “immaginare”, come vi ho già detto diverse volte, deriva dalle parole In Me Mago Agere, ossia In Me c’è un Mago capace di Agire. Immaginando possiamo creare la nostra realtà.

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Immaginatevi Cartesio, di notte, da solo, in un umido locale, nel silenzio più assoluto alla fievole luce di una candela. Quando al primo rumore nascondeva tutto, si fermava, bloccava anche il respiro, mentre il cuore accelerava il battito. Aspettava, ascoltava e poi, riprendeva lentamente tutto in mano continuando dal punto in cui aveva dovuto fermarsi all’improvviso.

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Pensiamo a Gregg Braden, a Roy Martina, a Salvatore Brizzi, a Jiddu Krishnamurti, a Fabio Marchesi, a Eckhart Tolle, a Louise Hay e potrei andare avanti all’infinito. Medici, filosofi, scienziati, fisici, casalinghe… persone che hanno deciso di dedicare tutte le loro conoscenze, tutta la loro vita o gran parte di essa, al benessere dell’umanità. Ognuno a modo suo. Ognuno regalando gli strumenti che possedeva.

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Che hanno deciso di dedicare le loro ricerche, i loro studi, tutto il loro sapere, a farci capire l’onnipotenza divina dell’essere umano. La nostra. Ognuno di loro svela ciò che può funzionare, perché con esso così è andata, e vuole regalare tale gioia e soddisfazione a tutti gli altri. E allora scrivono libri, pubblicano video, organizzano corsi.

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Questo è altruismo. Non significa basarsi sulla veridicità delle loro filosofie (nonostante sia davvero ben difficile attaccarle) o meno, parlo del loro impegno, per molti addirittura non retribuito. Per altri invece si, ed è giusto che sia così. Il denaro non è il male; è come ce l’hanno mostrato, come ci hanno obbligato ad usarlo che è diventato – il male –. Inoltre, se per conoscere e diffondere determinati concetti, ci si ritrova a spendere, è giusto venir ripagati e riuscire così a scoprire ulteriori informazioni da diffondere ancora.

E allora un – Grazie! – glielo vogliamo dire? Io si, io mi sento di dirglielo e lo considero il minimo. E se non siete d’accordo con me, provate, prima di giudicare, ad ascoltare le loro parole, ad interpretare il loro messaggio perché credetemi, loro, in un modo o nell’altro, riescono a farci stare bene. Il Telegiornale, che sono così felice di vedere alla sera perché almeno rimango costantemente informata su quello che accade intorno a me…. Bhè… ho smesso di guardarlo da parecchi anni.

C’è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all’angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente – (Jiddu Krishnamurti).

E chi ha riportato le parole di Gesù, di Buddha, di Maometto? Chi si è preso la grande rottura di balle di trascrivere tutto quello che questi individui dicevano e facevano… chi? Per poi essere pure “interpretati male” (mio umile pensiero). Chi ha pensato a noi? A noi che oggi leggiamo e nemmeno poniamo attenzione a quello che stiamo apprendendo. Nemmeno ci poniamo la semplice domanda del – Perché? – sono state scritte cose di questo genere e tramandate per anni, per secoli.

Favole… come se i fratelli Grimm non fossero bastati. Oppure pazzi! Si. Con questo aggettivo ci mettiamo il cuore in pace.

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E gli artisti? Cantanti, pittori, scrittori, registi che hanno fatto di tutto, sottilmente, per aprirci gli occhi, per farci pensare, per allargare le nostre menti. Ma poco abbiamo saputo ascoltare e vedere.

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Bhè, è poco, si, ma un – Grazie! – a queste persone voglio dirlo.

Come affermava Nicola Tesla – La scienza è solo una perversione, se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità – e parecchi di loro hanno provato.

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Sei divino*, non lo dimenticare mai – (Giordano Bruno).

Prosit!

*Divino – in te risiede il potere di vivere nella totale gioia, nell’estasi; è la mente che ti impedisce di vederlo.

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ERNIA DISCALE: unica soluzione – intervento chirurgico -, ma forse ci sono altri rimedi – parte 4°

Continuazione…

albofisioterapisti.com

Tutta la parte della psicosomatica e anche spirituale, se vogliamo, ve l’ho detta ma, visto che non bisogna mai essere assolutisti dobbiamo osservare anche la parte prettamente fisica. E’ giusta la teoria della svalutazione del Sé, i tasti riguardanti i soldi e i vari organi e apparati di cui abbiamo discusso, ma ci sono anche fattori fisici che aiutano di molto un’Ernia a formarsi.

Nel mio caso ad esempio è successo questo: per anni, da quando ero una bambina, ho sempre fatto tantissima ginnastica. Ginnastica Ritmica a livello Agonistico, palestra, pesi, pump, step. Il mio corpo ha sempre lavorato alacremente finchè poi, un bel giorno, a causa di impegni diversi, ho praticamente smesso del tutto di praticare attività fisica. I muscoli della mia schiena hanno iniziato ad indebolirsi ma il problema è stato che la mia colonna era abituata a svolgere solo il 50% del lavoro, perché il resto lo facevano i muscoli turgidi e sodi, e si è trovata all’improvviso a dover sostenere invece tutte le fatiche da sola. E non ha retto.

Perciò, anche se la vostra Ernia v’invalida, una volta passato il periodo di malattia, cercate con la ginnastica, con esercizi adatti (che diversi professionisti possono suggerirvi), con la fisioterapia e il movimento di rendere i vostri muscoli più forti in modo che la vostra colonna vertebrale potrà contare su di loro. Anche se non avete fatto sport in passate dovrete iniziare. E’ fondamentale. Oggi infatti cammino parecchio, vivendo al mare in estate nuoto (non tutti gli stili di nuoto sono adatti), pratico la camminata nordica, gioco a bocce durante il periodo estivo e faccio in casa qualche peso leggero ma costante, più altri esercizi.

E’ importante la postura ed è importante anche sollevare i pesi nella giusta maniera ossia, lo saprete già, piegando le gambe in modo da far lavorare loro e non solo la colonna.

Se fate un lavoro sedentario obbligatevi a cambiare posizione; è deleteria la stessa posizione per troppe ore al giorno. Coricatevi un po’, poi sedetevi di nuovo, e poi muovetevi, e poi tornate a sedervi. Convicetevi anche di staccare ogni tanto e pensare alla salute della vostra schiena. Muovete le braccia, sollevate due bottigliette d’acqua da mezzo litro, dedicate quella pausa a lei.

Cercate di portare sempre calzature che abbiano almeno 1 o 2 centimetri di tacco, le famose “ballerine” sono deleterie ma, allo stesso tempo, sappiate che vi fa bene camminare scalzi soprattutto sulla sabbia che ha la consistenza adatta per avvolgervi il piede e massaggiarlo, dando beneficio così a tutto il vostro corpo.

Inoltre mettetevi in testa che il contatto con la Natura è importantissimo e sapete perché? Perché vi regala le sensazioni di cui avete bisogno come la pace; in più la natura non vi giudica e vi fa capire come ogni cosa, anche quella più piccola, sia in realtà una meraviglia. La giusta medicina per quelli come noi che si sono sempre definiti “piccoli e inferiori”.

Adesso vi voglio anche suggerire delle audio guide da ascoltare quando si va a dormire (l’ideale sarebbe con le cuffie) e che il cervello riesce comunque a registrare anche durante il sonno. Io le ho trovate per me molto utili e ho sentito che mi hanno fatto bene. Mi davano la carica, mi facevano sentire importante e di valore. Sentivo la guarigione crescere in me, percepivo la serenità di cui avevo bisogno e la tensione piano piano mi abbandonava. Come vi ho detto molte volte, la paura genera tensione e la tensione genera dolore. Ce ne sono tantissime e potrete cercarvele da voi purchè siano propositive, positive e costruttive, io vi consiglio queste di Louise L. Hay alla quale sono molto affezionata:

https://www.youtube.com/watch?v=Jovg6y09NkI

https://www.youtube.com/watch?v=mHZ5-U042QY

https://www.youtube.com/watch?v=x5TnGHpq6B0

Rivolgetele a voi

Per finire, vorrei fosse chiaro che non ho assolutamente nulla contro l’egregio lavoro dei medici e l’operato della Medicina Occidentale. In alcuni casi gli interventi chirurgici sono davvero le uniche soluzioni e siamo circondati da professionisti che meriterebbero molto di più del riconoscimento che percepiscono mensilmente grazie a quello che fanno e la passione con la quale svolgono il loro lavoro. Il concetto che vorrei si comprendesse però, è quello che la sala operatoria è il luogo in cui si corre ai ripari, la stanza che ci permette di tornare a vivere e ci fa stare meglio ma non cura sempre alla sorgente nonostante ci siano oggi grandi mezzi di prevenzione. Alcune filosofie invece, che potrebbero correre parallele a quelle del nostro mondo, insegnano, o per lo meno ci provano, a non ammalarsi. E’ un po’ come se stessimo per annegare incapaci di stare a galla e arriva il bagnino a salvarci. Meriterebbe un monumento, ma se noi imparassimo a nuotare sarebbe meglio. Quel bagnino potrebbe entrare all’azione solo in casi particolari e quindi meno volte nella nostra vita. Tutto qui.

Se all’inizio di questo percorso, doveste notare che qualcosa in voi non va, che vi sentite più tristi, più arrabbiati, più stanchi, non preoccupatevi, è normale, mentre il “bello” inizia ad entrare in noi, il “brutto” deve uscire e, per farlo, può scegliere qualsiasi mezzo.

Questo era l’ultimo articolo su questo tema.

Vi auguro con tutto il cuore una buona guarigione.

Prosit!

Io Ti Perdono

Solo chi è libero da tutto e perfino da se stesso, possiede la libertà di amare tutti e di perdonare tutto. Per questo la libertà è il più grande traguardo della vita

(E. Caruso)

Ciao Prositiani, avete passato bene queste feste non ancora finite? Tra poco arriverà la cara, simpatica, vecchia Befana che chiuderà in bellezza questi giorni che ci hanno visto arricchire della presenza di parenti e amici, del piacere di fare regali e riceverli, dello stappare bottiglie di Spumante e tirare fuori la Tombola rintanata in un cassetto dall’anno precedente. Diciamo che questo è un po’ il classico. Per quel che riguarda lo scambio dei doni, quest’anno ho dovuto chiedere parecchio aiuto alla mia fantasia che fortunatamente non mi manca. Si perchè, in un’epoca dove alla maggior parte della nostra gente, non manca fortunatamente nulla, si fatica persino a trovare il pensiero più utile e grazioso. Ho lavorato molto quindi con le mani e con la mente. Modellini, foto, scritte sono state le cose che più mi hanno impegnata e, con mia grande gioia, hanno riscontrato molto successo. Mi è capitato però, di pensare tanto ad una persona che stimo particolarmente e che mi ha sempre aiutata negli anni, durante quegli eventuali momenti di avvilimento e oscurità che a volte colpiscono un pò tutti. L’ho pensata per un motivo particolare che ora vi spiegherò.

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Si chiama Louise Hay e di lei vi avevo già parlato in passato. Un’arzilla e spumeggiante signora di 89 anni che pratica il Pensiero Positivo come mezzo di guarigione (e non solo) e che consiglia invece di donare un qualcosa di davvero grande (e non solo per il 25 di Dicembre), per nulla banale, ossia: il Perdono. Il Nostro Perdono. Sento già i sospiri. Perdonare. E’ davvero dura. Forse però a renderla una cosa così granitica può essere il suo non capirne il senso appieno. Perdonare infatti non significa condonare, nonostante dal latino derivi dallo stesso termine, non vuol dire permettere all’altra persona di continuare a fare nei nostri confronti ciò che ci fa male o ci infastidisce. Significa in realtà lasciare andare, liberarsi cioè dell’energia negativa che essa emana, senza accettare nulla, semplicemente rendendosi liberi. Associamo il Perdono all’assoggettarci al volere di altri, ci mette in contatto con la paura di essere rifiutati, di essere umiliati ancora una volta ma non è assolutamente così. Siamo edulcorati dalla famosa frase – porgi l’altra guancia – verso la quale ci siamo sempre posti un mare di interrogativi che non hanno mai trovato limpide risposte. Non è proprio questo il senso. Perdonare non significa farsi fare ancora più male. In realtà è proprio chi perdona che diventa intoccabile, di una grandezza immensa, smisurata. Libero. Il non perdono, il rancore quindi, si dice faccia più male a chi lo porta nel cuore piuttosto che a chi lo riceve e infatti è una catena con la quale ci si lega automaticamente e ci si soffoca.

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Bisogna cercare di tranciarla per tornare a respirare. Se non respiriamo non possiamo vivere. Perdonare, significa anche perdonare noi stessi. Quanto male abbiamo potuto fare agli altri e soprattutto quanto male possiamo aver fatto a noi. Magari anche involontariamente. Quante volte abbiamo frustrato la nostra anima per compiacere schemi o educazioni. Probabilmente sarebbe assurdo mandare a tutte le persone che abbiamo nella lista, un bigliettino con sopra scritto “Io Ti Perdono”.

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Come minimo penseranno chi mai crediamo di essere, mentre invece sarebbe così bello, così liberatorio. La maggior parte delle persone che riceveranno il nostro foglietto penseranno che siamo convinti di essere Dio in terra (e infatti lo siamo ma quello che non comprendono è che lo siamo tutti, e quindi anche loro, che invece perdono tempo prezioso a risentirsi e giudicarci). In pochi, pochissimi direbbero semplicemente “Grazie”. E mi ripeto, è così bello, così liberatorio! E, sopra ogni cosa, si tratta di una parola che emana energia positiva, buona. Perdono, Perdono, Perdono. Perdonare infatti sa di amore. E’ sicuramente uno degli atti più amorevoli che ci possono essere e ha una potenza incredibile anche sulla nostra salute, sul nostro modo di pensare e di vivere. Vi siete mai guardati allo specchio e detti – Io ti perdono -?

Perdono

Perdonando ci liberiamo di tutte quelle trappole nelle quali esistiamo quotidianamente. E’ come se fossimo circondati da un vischio pesante e colloso che ci impedisce i movimenti. Puliamolo via da noi. Se non perdoniamo, automaticamente vivremmo intrappolati nei sensi di colpa. Per riuscire a farlo, dal momento che non è per nulla semplice, ci sono tanti esercizi che possono aiutare. Io ne conosco due e ve li propongo oggi affinchè non pensiate che questo testo è soltanto un insieme di frasi fatte perchè, credetemi, non è assolutamente così. Ovviamente devono essere eseguiti in un momento di tranquillità, senza nessuno intorno, in quanto bisogna rimanere soli con se stessi e concentrati. Il primo esercizio è quello più breve e più semplice:

dovete pensare al viso della persona che vi ha mancato di rispetto, che vi ha deluso, che vi ha fatto arrabbiare e che merita il vostro perdono. Immaginatela sorridente. Sta sorridendo a voi e continuerà a sorridervi fino alla fine dell’esercizio. Immaginate ora di circondare quel viso di una luce immensa, inondatelo di luce nella vostra mente. Quando lo avrete ben visualizzato, nitidamente, pronunciate la frase “Io Ti Perdono” con tutto il sentimento che potete, dedicandogliela e, lentamente, immaginate il suo viso che fino a poco tempo fa era in primo piano nella vostra visione, allontanarsi sempre di più, diventare sempre più piccolo fino a sparire, come un puntino, entrando in questa luce. Avete lasciato andare. Avete perdonato, vi siete liberati. Avete liberato. Se questo piccolo/grande atto, lo svolgete con passione, vi darà un grande aiuto.

Il secondo esercizio è un po’ più lungo e un pò più impegnativo. Consiglio di sdraiarsi tranquilli e possibilmente al buio o a luci soffuse. Potete anche accendere delle candele, la loro luce calda e fioca aiuta sempre molto.

dopo aver chiuso gli occhi immaginate che si avvicini a voi una persona della quale avete molta fiducia e che vi ha sempre aiutato nella vita quando avevate bisogno. Dev’essere una persona forte, che non si lascia andare alla prima difficoltà. Buona, che in un modo o nell’altro, vi ha sempre dimostrato protezione. Può anche non essere più con voi fisicamente oppure può essere anche una figura inventata purchè in voi istauri coraggio e fiducia. Assieme a lei non potrà accadervi nulla di male. Siete insieme a questa persona in una stanza e, in fondo a questa stanza, c’è una porta chiusa. Voi siete sporchi, malconci, immaginatevi pieni di fango, di melma. Terra viscida che va asciugandosi su di voi inaridendo e, più asciuga, più voi sentite tirare la vostra pelle. Un fastidio. Avete voglia di lavarvi, di pulirvi, di togliervi quella roba di dosso. Quando il vostro “angelo protettore” vi farà cenno, nella vostra immaginazione, che si può iniziare, aprite con fiducia e senza paura quella porta, dalla quale entrerà la persona che abbisogna del vostro perdono. Sarà naturalmente una persona che non sopportate, che vi ha fatto del male e forse vi spaventa persino ma non siete soli e soprattutto, siete forti, siete voi che dovete perdonare e non il contrario. La persona entra, la porta si chiude dietro di lei e ora è da sola, in questa stanza vuota, assieme a voi. Sta soffrendo, è lei ad aver paura, non sa cosa le sta per accadere. Avvicinatevi a lei, il vostro angelo custode è dietro di voi e vi mette una mano sulla spalla per farvi sentire che siete al sicuro. Continuerà a stare con la mano sulla vostra spalla per tutto il tempo dell’esercizio. Se ponete attenzione potrete sentire il suo tatto delicato ma saldo. Dite ora a questa persona che è entrata, tutto quello che vi ha fatto e tutto il dolore che vi ha provocato. Lei vi guarderà e vi chiederà scusa. A questo punto, con amore e compassione, rispondetele “Io Ti Perdono” e vedrete che lei alzerà il viso, vi guarderà sorridendo e vi ringrazierà con sincerità. Se ne andrà via dalla stessa porta dalla quale è entrata e siete di nuovo soli con la figura che vi ha dato forza ed energia. Di colpo, sentite la vostra pelle ripulirsi, liberarsi, respirare. Vi guardate e notate di non aver più quella fanghiglia addosso. Siete lindi, puliti, lucenti. Vi siete illuminati della luce del perdono.

Le sensazioni che si provano dopo essere riusciti nell’intento sono indescrivibili.

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E ci si accorge subito del cambiamento perché ci si sente immediatamente avvolti da un’energia radiosa che scalda e coccola. Ora ci sentiamo al sicuro, ci sentiamo forti e invincibili e pieni d’amore, cioè pieni di quella che è considerata la forza più potente dell’Universo. E sappiate, che sarà proprio lui, l’Universo, a fare il lavoro più duro, il lavoro più “sporco”, quello più faticoso. In realtà voi dovrete solo lanciare in esso il messaggio e poi appunto, lasciar andare. Lui compirà tutto ciò che c’è da compiere. Lui eseguirà tutta la fatica che vede solo come una piccola inezia. Perchè quello che a noi può sembrare sovrumano, per Lui è solo una minuscola gocciolina. Quest’anno, ai miei cari, oltre a cose utili e graziose, ho regalato modellini, foto e scritte e poi ho perdonato, ho perdonato anche me stessa e con tutto il cuore mi auguro che qualcuno lo abbia fatto anche nei miei confronti. Poiché il Perdono è il dono più bello che si possa fare e ricevere.

Il Perdono è la vittoria dei forti – cit.

Buon anno amici.

Prosit!

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