Per Ammalarsi sovente basta Voler Avere sempre Ragione

PURE SECONDO ME E’ COME DICO IO

Se molto spesso ti ammali, o stai poco bene, o ti capitano incidenti, o noie, o tutto ti va storto pensa a quante volte ammetti di aver sbagliato o hai chiesto scusa. Probabilmente poche.

Voler avere sempre ragione è un meccanismo che tocca diversi punti nel nostro profondo. E sono punti tanto importanti quanto… spaventosi. Oh sì!

È un bisogno, l’appagamento di una mancanza. Se siamo in realtà insicuri e abbiamo una bassa autostima, l’apparire saggi ci permette di crederci un tantino sopra agli altri ma questo, purtroppo, lo crede solo la nostra mente. Il nostro cuore sa benissimo che non è così e sa perfettamente che stiamo usando una strategia sbagliata, la quale, inconsciamente, fa nascere in noi sensi di colpa (che causano gli incidenti) offuscati sì dal nostro Ego ma che esistono.

Così come il nostro cuore, anche gli altri sentiranno nel loro stomaco uno stridere ogni volta che si confronteranno con noi, pertanto, non possiamo regalare al prossimo amorevolezza e sincerità.

Forse desideriamo cambiare il mondo e donare luce per equilibrare il buio nel quale viviamo ma, così facendo, scendiamo sempre più in basso trascinando con noi anche chi, per affetto, vuole starci accanto. Rimaniamo chiusi in un cubo di acciaio e precludiamo ogni sorta di scambio emozionale lasciando libero l’accesso solo al mentale e alla logica, arma che abbiamo imparato a maneggiare con destrezza.

O IL CONTROLLO O L’AMORE

Voler aver sempre ragione inoltre ci fa vivere in modo esageratamente attento, tenendo sempre tutto sotto controllo e, se riusciamo, cerchiamo di istruirci parecchio. Anche tutto questo lo facciamo come guidati da un burattinaio credendo persino di fare un qualcosa che ci piace molto. Ma questo modo di esistere ci fa stressare più del doppio a lungo andare (che causa malesseri) e, molto spesso ci sentiamo affaticati, stanchi, apatici o intolleranti. Si vive costantemente con la paura che qualcun altro possa scoprire una nostra debolezza attraverso un torto che ammettiamo e si vive, ovviamente, nell’orgoglio (che causa fastidi).

Il più grande ostacolo nel comunicare ce lo portiamo dentro, è il nostro orgoglio – (A. Gasparino).

Stiamo bloccando completamente il flusso vitale e universale colmo di amore, gioia e abbondanza perché non riusciamo a lasciare andare. Non riusciamo ad ammettere serenamente di aver sbagliato e che a ciò, come conseguenza, non c’è nessun problema.

Stiamo valutando con il nostro metro, con il nostro giudizio, senza tener conto che quello degli altri potrebbe essere molto meno severo del nostro.

Le persone diventano così ostacoli e più ci tengono testa più le contraddiciamo per non mostrare loro chi siamo veramente. Più le riteniamo sapienti e più ci spaventano perché ancor meglio potrebbero valutarci.

Siamo cioè delle persone che non si amano, che non hanno ricevuto amore, che non lo sanno dare e non lo riconoscono quando giunge dal prossimo.

L’AMOR PERDUTO 

Ammettere un errore è dannatamente doloroso. Ci si aspetta che l’altro possa prendersi gioco di noi perché gli abbiamo confessato una nostra debolezza attraverso quello sbaglio.

Non possiamo fidarci di nessuno perché siamo stati traditi fin dalla più tenera età. Genitori anaffettivi, non presenti, frettolosi, egoisti, sordi ai nostri richiami, affettuosi ma poco responsabili… Non si tratta di genitori “cattivi” ma di persone che per ics motivi non sono riuscite a dare al bambino quello che lui desiderava.

Questo tradimento, il più grande e inaspettato, ora viene vissuto ogni qualvolta si presenta la situazione del rinnegare se stessi.

L’individuo ha dovuto imparare ad amarsi a modo suo, per sopravvivere, e magari anche sgarbatamente ma ha faticato molto. Oggi, non permetterà a nessuno di intaccare la sua persona neanche ammettendo uno sbaglio. Si è fatto da solo e con sofferenza. E si è fatto perfetto. O almeno così ha bisogno di apparire. Chi lo ama, presto si stancherà di ricevere da lui sempre “colpi in faccia”, metaforicamente parlando, e di passare costantemente dalla ragione al torto, ma chi vuole sempre avere ragione, quando si sente amato, collega quell’amore all’amore genitoriale che gli è venuto a mancare e quindi, inconsciamente, si convincerà che anche quell’amore nuovo è sicuramente fasullo e deve cavarsela da solo.

In parole povere sarete più stimati e rispettati se più “distanti”, come colleghi o amici, invece che come partner o parenti. Sembra assurdo vero? Eppure questi sono i giochi della mente che, ferrea, non molla e dalla quale non si riesce a liberarsi. Tutta colpa della paura alla fine. Si diventa avidi. Avidi nel dare affetto o tenerezza, non si è empatici ne sensibili, si sta dietro la propria barricata e da lì non ci si muove. È un dramma vivere così. È come avere un mostro dentro che rosicchia ogni giorno un pezzo di noi. Per questo la salute viene sempre meno o la nostra vita appare vuota, o insoddisfacente, o spiacevole. Lo stress si nutre di tutte quelle sostanze che servono all’organismo per vivere sano e la mancanza di umiltà favorisce l’avvenire di sgradevoli situazioni nelle quali incappiamo sovente.

USCIRNE RIMANENDO IN PIEDI

Purtroppo, in certi casi, non si può fare nulla per far capire a queste persone che il nostro amore è sincero. Non lo vedono, oppure ne sono persino invidiosi essendo che non riescono a provarlo. Oppure ancora, ci portano allo stremo come a dire – Vediamo fin dove arriva il tuo sentimento! Quanto è reale?! -. Ognuno ha il suo percorso e, in fondo, ognuno è responsabile di se stesso. Ma è vero anche che amor vincit omnia e quindi vi auguro di riuscire. Badate solo che ne valga la pena, non trasformatevi in infermieri.

Chi vuole sempre avere ragione e non chiede mai scusa, o lo fa raramente, soffre di un serio problema, non è solo un’abitudine o un carattere di quelli etichettati: “è fatto così”. Dietro a queste sbarre, perché di prigione si tratta, si nasconde un mondo che ha il terrore di mostrarsi e non lo riconosce. Si indossano maschere anche solo per affacciarsi da quelle barriere e ogni gesto, ogni parola, ogni modo di fare sarà mentale e mai di cuore. Tutto volgerà all’appagamento dell’Ego che è diventato forte, ha dovuto trasformarsi in granito e oggi ci governa come un padrone. Non importa se ci si arrampica sui vetri, se si nega l’evidenza, se si raccontano bugie, non importante, l’importante è – uscirne in piedi -.

Si pensi che alcuni addirittura non danno mai ragione agli altri proprio per creare una sorta di sfida continua attraverso la quale possono riconoscersi e riconoscere di esistere.

“Sto sfidando, sto colpendo, sto incassando, ho un nemico davanti ma comunque ho QUALCUNO CHE MI STA VEDENDO”. Ecco. Qualcuno che li veda. Perché poche volte si sono sentiti visti e, di conseguenza, amati.

Ricordo che anni fa tenevo un bambino il quale mi faceva disperare apposta pur di attirare la mia attenzione. Preferiva la sgridata all’indifferenza e quando me ne accordi si quietò ma questa è una cosa che saprete tutti e tutti avrete vissuto. Sembra banale ma è meno banale se la si prende e la si trasporta su un soggetto adulto al quale questa fase non è ultimata e non deve ultimare.

Non ce la fanno ad essere visti scegliendo l’amore come strumento perché proprio l’amore è stata quella cosa che più ha fatto male loro senza pietà.

Non vi sto dicendo che dovete sopportare chi si comporta così, ne giustificarlo, ma forse ora potrete farvi meno rabbia voi. Parlo di collera intrinseca. Quella esterna, che riescono a smuovervi, fatela pure uscire se vi serve ma dentro, non odiate – c’è bisogno d’amore per Dio – (Sugar Fornaciari).

Prosit!

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Il Dolore è nei Polmoni

Dopo aver scritto questo articolo https://prositvita.wordpress.com/2015/07/01/i-polmoni-e-la-tristezza/ nominato “i Polmoni e la Tristezza” capisco che il titolo di questo nuovo post possa suscitare un senso di avvilimento, come a chiamare in causa questi importanti organi solo quando serve parlare di sentimenti tristi e demoralizzanti. Il fatto è che vorrei battere il chiodo su questo tasto vista proprio la rilevanza di una delle fondamentali cause di malesseri e malattie ai nostri Polmoni, nonché a tutto il nostro Apparato Respiratorio: l’emozione della Tristezza.

Tutte le situazioni che viviamo caratterizzate da emozioni tristi o angoscianti e quindi di dolore, come la malinconia, la sofferenza, la solitudine non accettata, etc… vengono elaborate e mettono le loro radici prettamente nei Polmoni. Come già dissi nell’altro articolo infatti, essi sono la sede dell’emozione Tristezza ma è utile osservare come, a renderci infelici, a lungo andare, possono essere anche altre Emozioni Superiori come la Rabbia e la Paura.

Immaginate ad esempio una persona che vive costantemente nell’ansia e nella preoccupazione, prospettando sempre per sé il negativo dietro l’angolo, non può certo essere, nel suo profondo, una persona gaia e solare aspettandosi il peggio dalla vita. Vive nella Paura e, perciò, è triste.

Questo assiduo stato di non-gioia inizia col tempo a prendere, per modo di dire, una sua forma vera e propria concretizzandosi come fosse materia all’interno dei nostri Polmoni. In realtà materia non è ma è Energia e, come sapete, l’Energia esiste davvero pur non essendo tangibile o evidente. Voi forse vedete l’Energia che permette agli elettrodomestici di lavorare? No, eppure essi funzionano. Ecco, più o meno è la stessa cosa.

Un insieme quindi di vibrazioni, in questo caso negative, prende piede in quelli che sono tra gli organi più importanti del nostro corpo.

Al di là del mestiere, delle abitudini, dell’età e di molto altro, caratteristiche che possono sicuramente influire sulla salute dei nostri Polmoni e di tutto il Sistema Respiratorio, occorre quindi notare anche quanta Tristezza risiede in noi, cosa ci rende avviliti, chi ci rende avviliti, e quanti pensieri tristi completiamo quotidianamente attraverso la nostra mente e il suo chiacchiericcio continuo.

Spesso è difficile riuscire a comprendere chi o cosa, durante la nostra esistenza, un poco al giorno, ci spaventa, o ci preoccupa, o ci tarpa le ali, o ci sfrutta, o ci fa vivere male, sarebbe un gran successo riuscire ad accorgersene ma possiamo valutare, forse con più facilità, l’evento singolo.

La perdita di un caro, un maltrattamento ricevuto, un trauma subito, sono tutti eventi che ci trattengono nella mesta inquietudine che dovremmo assolutamente riuscire a lasciar andare e staccare da noi per non far ammalare i nostri Polmoni. E’ giusto vivere il dolore, elaborarlo, entrarci dentro, riconoscerlo e, nel caso, imparare qualcosa da lui ma poi, anche se può sembrare impossibile ed è difficilissimo da fare, bisogna… lasciar andare. Dopo il suo compito, quel dolore, non ha più nulla da darci se non tanto tanto male.

Vedete, se pensiamo ad eventi gravi, con il potere di rovinare un’intera vita, quello che dico appare assurdo e ostico, me ne rendo conto, certamente, ma purtroppo a renderci “brutta” l’esistenza sono sovente anche cose più superflue e che potremmo modificare senza difficoltà ma, o non ce ne rendiamo conto, o non ne abbiamo voglia, o ci sembrano troppo grandi da affrontare.

Quante volte ce la prendiamo in modo esagerato o ci sentiamo umiliati davanti a chi pensa male di noi, quando invece potremmo fregarcene del suo giudizio senza farci soffocare da inutili sensi di colpa o stati di inadeguatezza in realtà inesistenti?

Quante volte ci crogioliamo nella lamentela? O nel vittimismo?

Il vittimismo è un celato bisogno d’amore e considerazione. Percependo questo bisogno dentro di sé, e non trovandolo al di fuori convinti che si debba ricercare all’esterno, si vive automaticamente in una situazione giornaliera di Tristezza. E’ come se ci mancasse qualcosa.

La stanchezza per il lavoro, il non sentirsi liberi, i soldi che spariscono troppo velocemente, il tradimento del partner, il figlio che va male a scuola… e allora ecco le Bronchiti, le Polmoniti, il Raffreddore, le Pleuriti, etc… che “colpiscono”, a livello generale, i nostri organi.

Il Naso che cola è il tuo Spirito che piange. Il liquido che scende dalle nari, sono le lacrime del tuo Essere più profondo che così si manifestano per essere viste

Nello specifico poi, ognuna di queste malattie, risponde a dei – perché? – ma, alla fine, c’è sempre un risvolto che porta alla Tristezza.

BRONCHITE: paura inconscia dell’aggressività dell’altro o aver subito un atteggiamento violento/aggressivo/irascibile/nervoso da parte di qualcuno.

POLMONITE: non riuscire a far cicatrizzare ferite emozionali ancora aperte. Disperazione. Eccessiva stanchezza nei confronti di determinanti avvenimenti della vita che sembra avercela con noi.

PLEURITE: aver provato rabbia per essersi sentiti in balia delle onde, c’è la voglia ma non il coraggio di ricominciare e, questa sensazione di impossibilità, svilisce.

EDEMA POLMONARE: trattenere un qualcosa che non si vuole lasciar andare perché senza ci si sente persi ma che in realtà non ci fa vivere come meriteremmo. Può trattarsi anche di uno stato d’essere, un’abitudine nella nostra zona di comfort dalla quale non vogliamo separarci.

ASMA: sentirsi repressi soprattutto da un amore soffocante e non riuscire a liberarsi nemmeno attraverso il pianto. Aver paura di deludere o far male a qualcuno che ci ama molto.

DOLORI AL TORACE PERCEPITI “AI POLMONI”: sono dolori generici e possono essere provocati da diversi fattori, il soggetto può avvertire irrigidimento, fitte, fastidiose vibrazioni, etc… Tutti rappresentano un profondo bisogno d’amore e di coccole. Di dolcezza, di essere abbracciati, sostenuti, accarezzati.

Dobbiamo imparare a scegliere il benessere. Se a renderci tristi sono i ricordi, dobbiamo lasciarli nel passato, se abbiamo paura dobbiamo imparare a coltivare il coraggio e la fiducia con piccoli passetti, giorno dopo giorno, se siamo negativi dobbiamo forzarci di diventare più ottimisti. Dobbiamo e possiamo scegliere di stare bene, di stare meglio. Di evitare di soccombere davanti a certe angosce, almeno alcune, almeno dove possiamo e riusciamo.

I Polmoni, con i loro Bronchi e i loro Alveoli, sono direttamente collegati al Naso e, il Naso, incamerando l’aria (cioè ciò che c’è all’esterno di noi), ci permette di essere un tutt’uno tra il fuori e il dentro. Avviene un miscuglio tra quello che esiste oltre il nostro corpo e all’interno di esso. Una Comunione totale della vita. Facciamo un buon intruglio utilizzando sani e ottimi ingredienti. Selezioniamo ciò che entra e che assimiliamo e tratteniamo soltanto quello che più ci è utile e ci regala armonia. Tutto il resto eliminiamolo. Buttiamolo via. Solo così potremmo togliere “immondizia” dai nostri Polmoni e far vivere nel migliore dei modi noi e loro.

Prosit!

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Un pochino di cenni sulle nostre Incredibili Mani

E’ grazie alle Mani che possiamo esprimerci. In tutti i sensi.

Con esse possiamo mostrare persino il nostro stato d’animo o sottolineare ciò di cui siamo convinti.

Accurate filosofie e tecniche si sono premunite di studiare il linguaggio delle Mani perché esse hanno davvero tanto da dire e, io per prima, non potrò citare tutto in un solo articolo.

Ma non voglio apparire banale raccontandovi quello che la maggior parte della gente sa perciò cercherò di suggerirvi qualche riflessione un pò curiosa da non prendere come assoluta ma che sicuramente può aiutare.

Con le Mani si può accarezzare, solleticare, trattenere, graffiare. Possiamo con esse aggrapparci o, all’incontrario, lasciar andare. Possiamo sedurre, scacciare, maltrattare, coccolare. Maneggiare, trasformare, custodire. Tutti atti che possiamo tranquillamente riferire alla vita stessa in senso olistico.

Come affrontiamo quindi le esperienze? Ecco a cosa rispondono le nostre Mani.

I problemi alle Mani, senza entrare nello specifico in questo particolare post, insorgono infatti quando non riusciamo a gestire con gioia, amore e serenità le situazioni che la vita ci mette davanti.

Il bravo panettiere che dalla farina, mescolandola all’acqua, riesce a creare una bella pagnotta è un obiettivo per noi ancora lontano, se abbiamo disturbi alle mani. Non riusciamo cioè a “mescolare” gli ingredienti che abbiamo per realizzare così una perfetta creazione. Per concretizzare ciò che potrebbe farci del bene e fare del bene.

Le Mani sono i nostri secondi occhi, le nostre seconde orecchie. Attraverso loro possiamo vedere e sentire. Tutto passa da lì. Ma sono anche la nostra seconda bocca perché, grazie a loro, possiamo parlare.

Diamo e riceviamo. Siamo in connessione con l’intero mondo. La nostra parte interna viene collegata all’esterno e tutto può essere Uno. Offriamo e prendiamo ed è l’insicurezza di queste azioni che ci provoca dolore alle Mani.

Cosa stai offrendo di te? Cosa stai prendendo dalla vita? Sei sereno e soddisfatto di tutto questo? Sai gestire perfettamente la tale situazione?

– Chi ha Mani e dita rigide è solitamente una persona che pretende molto soprattutto da se stessa. Poco flessibile nei confronti degli errori, onesta, giusta ma teme la critica e il giudizio. Potrebbe anche soffrire di ipertensione e avere un po’ troppi grassi nel sangue.

– Chi ha Mani invece che prudono, come anche il proverbio cita, significa che è impaziente verso un qualcosa o qualcuno ma in modo costante. Una persona quindi che vive nell’ansia e nella preoccupazione. Che ama vedere tutto a posto e perfetto. I disguidi lo disturbano. Vuol dire essere irrequieti e vivere nella tensione. Queste persone potrebbero soffrire di herpes labiale o avere problemi allo stomaco e di digestione.

– Chi ha Mani lesionate, perché sovente rimane vittima di ustioni, o traumi, o tagli significa che si rimprovera troppo e si sente spesso colpevole nei confronti degli altri. Ha paura di aver offeso qualcuno o di non essere stato all’altezza di quello che quel qualcuno si aspettava da lui. Potrebbe avere un apparato respiratorio delicato e, a seconda del problema che lo affligge inconsciamente, soffrire all’apparato genitale.

Questi sono solo piccoli esempi ma il mondo delle nostre Mani è davvero incredibile per non parlare della comunicazione che usa, oggi chiamata “non verbale”, e che seppur studia tutto il corpo, comprendendo anche la cinestetica e la prossemica, si sofferma sempre molto proprio sulle Mani.

Sono il nostro biglietto da visita, sì, ma non solo per via della loro bellezza. Arrivano spesso prima di noi. Gesticolano in aria per convincere il pubblico (spesso anche della bugia che il loro padrone sta raccontando). Indicano (attenzione a quelli che mentre parlano hanno sovente l’indice puntato verso il basso, si sentono autorevoli). Si strofinano (soprattutto quando il padrone racconta un tema che conosce molto bene).

Anche chi non sa nulla sul linguaggio del corpo rimane colpito e affascinato, pur non rendendosene conto, del parlare delle Mani. Riescono ad attirare l’attenzione anche se non vengono tradotte.

E sono anche un po’ pestifere! Tradiscono persino! Oh si! Molto più spesso di quello che si crede per un buon osservatore. Rivelano molto sullo stato mentale della persona e non andrebbero messe da parte ma, anzi, studiate con attenzione. Avevo tempo fa scritto un articolo che vi ripropongo qui https://prositvita.wordpress.com/2015/05/14/le-meravigliose-dita-delle-nostre-mani/ anche sulle dita delle Mani.

Sono sicuramente la parte più mobile e capace del nostro corpo. Formate da tanti e minuscoli ossicini a permetterne movimenti unici e complessi. I dettagli della nostra quotidianità vengono incassati e vissuti e infine tradotti proprio dalle nostre Mani.

Si arrestano quando la paura non ci permette di fare ciò che desideriamo e si lasciano andare, esagerando, quando prendiamo la vita alla leggera senza considerare le conseguenze di un nostro gesto. Sono pressoché immobili quando siamo tipi “senza midollo” o vogliamo ingannare, e diventano imitatrici quando invece abbiamo bisogno di sicurezza e di affermarci.

Le Mani inoltre ci aiutano anche a passare in modo un po’ più lieve i brutti momenti della vita.

Battersi con un pugno sul palmo della mano, ad esempio, ridona energia al fisico troppo spento e stanco. Ridà forza e voglia di proseguire e scavalcare gli ostacoli. Massaggiarsi le dita, invece, porta benessere a tutti gli organi del corpo e allevia la tensione. Succhiarsi o mordicchiarsi il pollice infonde una coccola alla ricerca dell’affetto materno e allucina così una parvenza di moina e tenerezza verso noi stessi.

Premendo delicatamente ma con decisione e formando leggeri circoletti nella parte tra il pollice e l’indice, come si può vedere nell’immagine, si aiuta e si facilita la digestione.

Che dire ancora? Mille e mille e mille cose potrebbero venir citate ulteriormente ma avrò naturalmente bisogno di un altro articolo. Alla prossima quindi!

Prosit!

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Credere solo per far Compassione – la Psicosomatica e soprattutto la Negatività

Ci sono molte persone che non credono alla Psicosomatica, branca della psicologia che intende correlare un disturbo fisico ad un disturbo di natura psichica, il quale viene somatizzato e poi appunto si concretizza nell’organismo. Fanno finta di crederci solo per smuovere compassione e compatimento negli altri.

Ossia, facendo un esempio, quando la Psicosomatica dice che è subentrato quel tale malanno, perché si era troppo stanchi e stressati a causa del lavoro, alcuni rispondono – Si, si è vero! –, felici di essere stati compresi, in quanto, devono riuscire a fare un po’ di tenerezza ed essere compatiti ma, fondamentalmente, non fanno nulla per rimediare perché non credono assolutamente a questo messaggio. Si gongolano soltanto nel tentativo di potersi riposare un po’ di più, di certo giustificati dalla presenza della malattia.

Ancora più grave invece è chi fa finta di crederci solo quando fa comodo a lui e il messaggio della malattia è pressoché “gradevole” nei suoi confronti, come quello appena citato che definisce, la persona, un gran lavoratore, il quale poverino ora ha bisogno di tanto relax. Se però il significato del disturbo, è contrario ai loro schemi mentali, allora succede un pandemonio. Accade quando dici a questa persona che, oggi, presenta tale malessere a causa di un sentimento provato antecedentemente come…. il rancore…. per dire. Apriti cielo!

Ioooo???? Ma figurati se io provo rancore? Ma cosa stai dicendo?! – è la risposta che si sente dire conoscendo il rancore etichettato come una delle emozioni più spregevoli da percepire. Succede in quanto non si capisce che, molto spesso, quel rancore, non è per forza rivolto verso una persona come odio, ma è una scontentezza di fondo e un motto di rimpianto e/o di rimorso nei confronti di se stessi o di una situazione. Ecco, così piace già di più… “nei confronti di noi stessi” fa già più tenerezza e lo si accetta meglio.

Perché l’importante (e scusate il termine) è fare pena. Fare la vittima. Essere un povero soggetto incompreso che ha bisogno solo di tante pacche sulle spalle.

Ebbene… mi chiedo, continuando a pensare e a vivere in questo modo… queste persone, dove credono di andare? No, non mi riferisco alla Psicosomatica. Certo che no. Nessuno è obbligato a credere in lei o meno, mi riferisco alla conduzione della loro vita. Dove pretendono di andare continuando a piangersi addosso e cercando sempre la commiserazione negli altri?

Perdonate la durezza ma sono una persona che frequenta parecchia gente. Vivo parte delle giornate, all’interno di vari social, per piacere e per lavoro, e mi rendo conto proprio di come alcuni basino tutta la loro esistenza sulla tristezza e sull’angoscia anche quando queste non servono a nulla. Utilizzandole quasi come strumenti atti ad ottenere in cambio un qualcosa di appagante.

Ci sono individui, che sto “monitorando” ormai da anni, posso dire, che mai mai e poi mai, un solo giorno, hanno postato un qualcosa di positivo o dal significato bello e leggero. Ora, io posso capire che una vita può essere davvero difficile da condurre ma, anche per la legge di qualsiasi statistica, non è possibile che nemmeno un giorno, in tutta questa vita, non sia stato un poco più gradevole. Dico tutto questo, fondamentalmente, perché mi dispiace davvero, perché non si capisce il male che si fa a se stessi e quanto può aumentare il dolore così facendo. Continuando ad emanare negatività, tornerà negatività moltiplicata. Che brutto! Che pesantezza!

Agendo così, si allontanano gli altri da noi! Non è assolutamente vero che si avvicinano e ci si può così sentire meno soli. Verranno le prime volte, pronti a dare il loro affetto e il loro appoggio ma, prima o poi, scapperanno da questa brutta energia a gambe levate. Solo riuscendo ad essere come il Sole si può attrarre la gente. Solo riuscendo ad illuminare la propria giornata e le giornate altrui si può davvero contare sulla presenza degli altri al nostro fianco. Perché il Sole è fonte di vita, non le tenebre. Perché inconsciamente si ricerca la gioia, lo stare bene, il sorriso e si rifugge tutto ciò che è pianto e tristezza.

Siate per voi stessi e per gli altri fonte di positività. Soltanto così potrete davvero lamentarvi in futuro, ben giustificati, e ricevere di conseguenza un solido aiuto donato col cuore.

E riguardo alla Psicosomatica credeteci oppure no, ma se decidete di farla vostra, senza assolutismo, impregnatevi della sua ricchezza e dei suoi consigli. Cercate di far del bene a voi stessi visto che le malattie, a mio avviso, arrivano per voi e non per gli altri. Cercate di trarne profitto e un valido aiuto. Non sfruttatela per sciocchi scopi egoistici.

Prosit!

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La Composta, la Quercetina e la Cipolla sul Comodino

Va bene, è vero che quando un alimento viene cotto, molte sue proprietà nutrizionali vanno a farsi friggere ma vorrei comunque parlarvi della ricchezza della Cipolla, un alimento davvero utile al nostro benessere e, per farlo, vi propongo una ricetta che anche se prevede una cottura molto lunga, mi permette di regalarvi la descrizione di un piatto originale e di raccontarvi della Quercetina, sostanza che pare essere addirittura anti-tumorale.

La Quercetina, contenuta appunto nella Cipolla (soprattutto in quella rossa) appartiene alla famiglia dei flavonoidi e arricchisce parecchio quest’ortaggio, basilare per la nostra cucina, dalla grande capacità di rendere tutto più gustoso.

In questo articolo ve la farò conoscere attraverso la Composta di Cipolla che, con mia grande sorpresa, ho scoperto piacere molto anche ai giovanissimi perché il gusto che regala, simile a quello di una marmellata agrodolce, è davvero delizioso.

Si inizierà pulendo ovviamente le Cipolle. Quelle rosse di Tropea sarebbero l’ideale ma ne ero sprovvista e così ho usato quelle dorate, buonissime ugualmente.

Le Cipolle vanno poi tagliate a tocchetti e messe in un pentolino non troppo largo cosicchè, aggiungendo l’acqua, si permetterà alle Cipolle di cuocere e ammorbidirsi per bene. Può capitare, che durante la cottura, di acqua bisognerà aggiungerne ancora, lasciandone un goccino, senza farla consumare del tutto, per ottenere così del sughetto.

Gli ingredienti da aggiungere a questo punto saranno soltanto lo Zucchero di Canna e l’Aceto Balsamico ma io, per rendere la ricetta ancora più speciale e personalizzata, aggiungo anche un pizzico di Timo perché è una spezia che adoro oppure una foglia di Alloro.

Si lascerà cuocere il tutto, coperto, per parecchio tempo, anche più di un’ora e sempre a fuoco molto basso. Assaggerete voi la consistenza in quanto la cottura dipenderà dalla quantità di Cipolle e soprattutto da quanto avete fatto grandi i tocchetti. Alla fine, dovranno rimanere morbidissimi, da disfarsi tra la lingua e il palato, una volta messi in bocca. Assaggiate anche per regolare la quantità di Zucchero e di Aceto. Ad alcune persone piace più dolce ad altre meno, quindi sappiate che potrete realizzarla come più gradite man mano che cuoce.

Prenderà sempre più colore, scurendosi maggiormente, grazie all’Aceto.

Con una punta d’Olio Extra Vergine d’Oliva, aggiunta a metà cottura, le Cipolle rimarranno ancora più morbide e più lucide ma non è indispensabile, rimarrà ugualmente squisita anche senza questo ingrediente.

Una volta pronta la Composta, si metteranno a scaldare sulla piastra delle fette di pane fatto in casa, io lo preparo con Farina Integrale Biologica e, quando queste diventeranno calde e belle croccanti, ci si farà cadere sopra il preparato di Cipolle guarnendo poi il piatto come più si desidera.

Un ottimo secondo, sano e genuino. Un ricco contorno, goloso e originale. Adatto principalmente ad accompagnare Formaggi di diverso genere e, divenendo così, per i ragazzi, un piatto anche sostanzioso.

La Quercetina, essendo appunto un flavonoide, è pura Vitamina P e può quindi rinforzare i vasi sanguigni e i più piccoli capillari dell’organismo rendendoli più resistenti agli sbalzi di temperatura o ad un’alimentazione poco corretta. Questa funzione è davvero importante se pensate che, a parte poche zone del nostro corpo, come i più superficiali strati della pelle, tutte le altre sono completamente irrorate dai vasi sanguigni che, molto spesso, si rompono causando inestetismi e addirittura vere patologie.

Inoltre, la Quercetina, è anche un grande antiossidante ossia riesce a mantenere le cellule giovani evitando il loro deteriorarsi e le cellule deteriorate sono alla base di tutti i problemi fisici.

La Cipolla, chiamata scientificamente Allium Cepa, non contiene soltanto questa sostanza. Pur essendo un vegetale molto umile, da sempre consumato anche in tempi più antichi dai più poveri, è ricca di Vitamina C, di Potassio e di Acido Folico importantissimo per la ricostruzione delle cellule e quindi di tutti i tessuti del nostro organismo.

La Cipolla, parente dell’Aglio, è anche un ottimo antiinfiammatorio; disinfetta e disinfiamma se consumato ma….. anche se tenuto semplicemente sul comodino! Ebbene si, vi racconterò questa chicca.

Nelle mie zone, le nostre nonne, quando in famiglia qualcuno stava poco bene ed era allettato, tagliavano una Cipolla semplicemente a metà e la mettevano in un piattino accanto al sofferente per tutta la notte. La mattina dopo, quella Cipolla veniva buttata lontano da casa, seppellita nella terra affinchè quest’ultima si portasse via tutte le energie negative rilasciandole nel terreno e che sarebbero state prese e lavorate dalla potente Madre Natura. Oggi, non tutti abbiamo un orto o un giardino nel quale andare a sotterrare la Cipolla guaritrice, ma si può comunque poi buttare nella pattumiera. Da come avrete capito, la Cipolla, ha la capacità di assorbire le negatività che fanno ammalare l’individuo aiutandolo così a guarire. Naturalmente, per la sera dopo, veniva messa una nuova Cipolla.

E ora, al di là, dei rimedi di guarigione, vi auguro un Buon Appetito e un pranzo gustoso.

Prosit!

La Meg in TV

Erano le 12 e 30 di un tranquillo venerdì e io stavo scrivendo al computer. Il cellulare squillò mostrando sul display un numero a me sconosciuto e, sotto alla cifra, la scritta – Roma -.

Una televendita” pensai, ma risposi ugualmente. Dall’altra parte, la voce gentile di una donna mi chiese se ero io la persona che scriveva questo blog e parlavo anche di alimentazione sana. Si, ero io. Sono io.

Mi ci volle un bel po’ per capire che non si trattava di uno scherzo e che era tutto vero.

Per farla breve, sono stata invitata negli studi di TV2000, canale 28, al programma pomeridiano “SIAMO NOI” per intervenire come consumatrice di alimenti sani e creatrice di ricette buone ma salutari.

Io??? Io in televisione??? Era impossibile.

Sarei stata in collegamento da Milano (sono la bionda che vedete a tutto schermo, mamma mia che vergogna…!) perché a Roma non sarei riuscita ad andare. Il viaggio sarebbe stato troppo lungo e non avevo il tempo di organizzarlo visto il poco preavviso. Non so descrivere l’emozione, ero tesissima, nonostante, devo dire, sia stata trattata benissimo da tutti quelli che ho incontrato lì e da quelli che mi hanno contattata e organizzato il viaggio.

Non riesco a descrivervi l’emozione e la paura da tanto grandi che erano ma posso raccontarvi come un sogno si è realizzato, credendoci e volendolo ad ogni costo. No, non sognavo di andare in Tv, ma desideravo tantissimo che molte persone potessero ricevere il messaggio che consigliava loro di mangiare bene perché, attraverso una sana alimentazione, si possono prevenire e anche curare molte malattie. Con questo mio piccolo blog non sarei arrivata molto lontano ma l’Universo ha trovato il sistema. Anche in un modo un po’ troppo esagerato direi. Ehm… non ha mezzi termini a volte.

Ora, ragionando, quante persone ci sono in Italia che scrivono di alimentazione sana anche molto più brave di me? Più di mille!

E quante anche più preparate e più capaci a parlare davanti ad una telecamera? Più di mille!

Eppure sono stata chiamata io e non solo, quando all’inizio ho rifiutato di andare a Roma, per mancanza di tempo, dopo due ore mi hanno richiamata  per propormi Milano, meta a me più vicina. Proprio come a volermi ad ogni costo. Certo! Non perché io sia chissà chi, ma perché doveva realizzarsi ciò che avevo creato con la mente.

E sapete, più precisamente, come hanno fatto a trovarmi? Attraverso un altro blog che avevo tempo fa, nel quale parlavo della valle nella quale vivo e conoscendomi così attraverso un articolo che avevo scritto sui “muretti a secco” della Liguria. Muretti fatti in pietra, allo scopo di creare terrazze per poter coltivare.

Pensate al giro…. Ai meccanismi strambi dell’Energia del Cosmo. Eppure arriva. E’ arrivato. Le possibilità dell’Universo sono infinite, alcune possono persino sembrarci assurde, ma funzionano così. A noi non rimane che accettare con stupore e ringraziare. A noi non resta che chiedere (anzi volere), mandare energeticamente nell’Universo la nostra richiesta e attendere con fiducia. Il come, il quando e il dove non spettano a noi. Colsi con gioia l’invito e non solo per l’occasione che mi stavano offrendo ma per il dono che stavo ricevendo dalle Grandi Leggi Universali che hanno usato loro come “mezzo”. Un mezzo peraltro composto da persone gentili, amichevoli e pazienti. Io mi sono creata la realtà, prima attraverso l’immaginazione e lei si è concretizzata. Come ripeto, non mi vedevo addirittura sugli schermi durante le mie visualizzazioni, ma osservavo il mio consiglio arrivare a molti. Doveva arrivare a molti perché la gente deve capire e imparare che i medicinali sono molto utili ma non sono l’unica arma a disposizione. Che i – cibi spazzatura – fanno ammalare ma i cibi sani permettono la guarigione.

Mi ha fatto piacere partecipare assieme a dei medici e ad un giornalista perché questi professionisti hanno sottolineato l’importanza dell’argomento. Sono contenta che oggi si parla di questo. Si cerca di istruire gli ascoltatori all’utilizzo del meraviglioso e potente strumento che abbiamo e che possiamo avere, ogni giorno, sulla nostra tavola.

E’ stata la mezz’ora più lunga della mia vita, ero impaurita e fuori dal mio “habitat naturale” ma ricorderò quest’esperienza per sempre.

Dovete credere fermamente a ciò che desiderate. Non dovete solo desiderarlo, dovete considerarlo. Vederlo realizzato. E’ estremamente importante NON DUBITARE anche se riconosco essere questa la parte più difficile. Anche se può sembrare impossibile ricordatevi sempre che per l’Universo niente è impossibile. Tutto è possibile. Per lui non esistono barriere, le uniche barriere esistenti le innalziamo noi con le emozioni negative e il dubbio. Facendo così creiamo attrito e la situazione non può manifestarsi. Noi stessi, così come riusciamo a creare, riusciamo allo stesso modo a distruggere.

Consegnate il vostro sogno al Cosmo, affidatelo con fede a lui e… credeteci fermamente senza sperare. La speranza non va mai bene. significa rimanere in attesa e, l’attesa, potrebbe essere lunghissima perché i nostri tempi non sono gli stessi dell’Universo. Sperare significa chiedersi – Chissà se sono degno di ottenere questa cosa?… mah!… – e se si dubita di essere degni, se quella cosa si pensa di non meritarla, non arriverà mai.

Siamo sempre degni. Siamo figli della Grande Energia e, non sentirsi degni, è come offendere quello che possiamo definire “Nostro Padre” che ci ha creato.

Vi auguro con tutto il cuore di imparare a credere fermamente nel vostro volere e nella potenza della vostra immaginazione.

Io rimango ancora un po’ sulla mia nuvoletta rosa e da qui rivolgo un altro grande GRAZIE al Cosmo, alle persone che mi hanno regalato questa bella opportunità, che mi hanno ben accolta e a tutti gli amici e i parenti che mi hanno sostenuta, fatta sentire una star, e che, a pensarci, rido ancora adesso.

Grazie di cuore.

Qui sotto il video della puntata. L’argomento trattato che prevede il mio intervento assieme agli ospiti in studio va da 1:13:45 a 1:38:25

Prosit!

L’Ottimismo di Rob

Su slide player.it http://slideplayer.it/slide/957509/

^Presentazione sul tema: “ROB E’ IL TIPO DI PERSONA CHE TI FA PIACERE ODIARE”

– Rob è sempre di buon umore e ha sempre qualcosa di positivo da dire.

– A Rob, quando gli chiedi come va, lui risponde: “se andasse meglio di così, sarei due persone!”

– Rob è un ottimista riesce sempre a far vedere il lato positivo della situazione.

Un giorno chiesi a Rob: “Io non capisco, non è possibile essere ottimisti ogni giorno, come fai?” 

Rob mi rispose “Ogni giorno mi sveglio e mi dico, oggi avrò due possibilità. Posso scegliere di essere di buon umore o posso scegliere di essere di cattivo umore. E scelgo di essere di buon umore. Quando qualcosa di brutto mi succede io posso scegliere di essere una vittima o di imparare da ciò. Ed io scelgo di imparare. Ogni volta che qualcuno viene da me a lamentarsi per qualcosa, io posso scegliere di accettare le lamentele, o posso scegliere di aiutarlo a vedere il lato positivo della vita. Ed io scelgo il lato positivo della vita. 

“Ma non è sempre così facile Rob!” gli dissi.

“Si, lo è ” disse Rob, “la vita è tutta una questione di scelte. Sta a te scegliere come reagire alle situazioni, sta a te decidere come lasciare che gli altri influenzino il tuo umore. Tu scegli se essere di buon umore o di cattivo umore. Alla fine sei tu a decidere come vivere la tua vita”. 

Dopo quella conversazione ci perdemmo di vista, ma spesso mi ritrovai a pensare alle sue parole quando dovevo fare una scelta nella mia vita. Ho saputo che Rob aveva avuto un brutto incidente sul lavoro, era caduto da 18 metri di altezza, gli misero una piastra d’acciaio nella schiena. Sono andato a trovarlo e gli ho chiesto come si sentisse.

“Se stessi meglio sarei due persone” mi rispose. 

“Ma come fai ad essere così positivo dopo quello che ti è successo?”

“Mentre stavo cadendo, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la mia bimba. Poi mentre giacevo per terra, mi sono detto che potevo scegliere di vivere o di morire. Ed ho scelto di vivere”. 

“Ma non hai mai avuto paura?”

“Si, quando mi hanno portato in ospedale ed ho visto l’espressione sul viso dei medici. Perché era come se guardassero ad un uomo morto. Dissi: operatemi da uomo vivo, non come se fossi già morto! Ho avuto paura, perché era come se guardassero ad un uomo morto.” 

Rob insegna che ogni giorno abbiamo la possibilità di scegliere di vivere la vita pienamente. Quindi è inutile preoccuparsi sempre per il domani, perché ogni giorno ha i suoi problemi su cui scegliere di vivere, dopo tutto, oggi è il domani di cui ti preoccupavi ieri.

Vivi pienamente ogni giorno, ogni respiro, e soprattutto, ogni amico.

Buona Giornata! Suono e “accorgimenti” by Soraya^.

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Ho trovato questo scritto sul Web e nonostante (forse) l’enfatizzazione del contenuto, due frasi che ho sottolineato, mi hanno molto colpito:

– Operatemi da uomo vivo!

– Oggi è il domani di cui ti preoccupavi ieri.

Quando un medico deve operare, difficilmente, secondo me, lo fa senza speranza. Ce la mette tutta e molto spesso è convinto di riuscire utilizzando tutti i mezzi di cui dispone. Ma il discorso non voglio rivolgerlo al medico, voglio rivolgerlo alla sensazione di Rob che sottolinea l’essere vivo. L’essere ancora vivo.

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Non importa cos’ho, non importa quanto grave sia il danno, io ADESSO sono vivo!

E’ strabiliante se si pensa a quante persone si danno per spacciate pur avendo ancora un cuore che batte in quel mentre, dell’aria che entra nelle nari, del sangue che viaggia all’interno dei capillari.

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La condizione. Ciò che ci spaventa è ciò che abbiamo visto e vissuto da altri. E’ normale morire per quella determinata malattia, per quel particolare incidente, in quelle determinate condizioni. E’ successo a tutti. Invece no, non è successo a tutti. C’è chi si è salvato, ma è come se ci venisse comodo pensare che in quel caso si è trattata di straordinaria fortuna o qualche santo che a noi non è concesso avere come amico.

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E’ la paura che ci fa ragionare così, sono le esperienze, i ricordi delle esperienze, ma in realtà è, in quel momento, un qualcosa di ancora finto. E’ finzione. Perché no… non si è ancora morti.

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Vi ricordate quella storiella, non mia, che vi raccontai tempo fa? Ve la ripropongo:

Un giorno un saggio che stava recandosi in pellegrinaggio in un piccolo villaggio dell’India, incontrò sulla sua strada il signor Colera. Il saggio gli chiese dove stesse andando così di buon’ora e il signor Colera gli spiegò di aver ricevuto il mandato di prelevare 500 anime dalla Terra.

– Dal momento che il pellegrinaggio è molto affollato e le condizioni igieniche lasceranno a desiderare è il posto ideale per compiere la mia missione! -.

Quando il saggio fu di ritorno dal pellegrinaggio, pensò tuttavia che il signor Colera gli avesse mentito giacchè invece di 500 anime, come gli aveva detto, ne aveva prelevato 1.500. Pensò – Ah! Se lo rivedo quello là! -.

Fu in quell’istante che incontrò nuovamente il signor Colera. Gli chiese allora – Ebbene, e gli altri 1.000? -. Il signor Colera si affrettò a rispondere – C’era, al pellegrinaggio, anche il signor Paura: gli altri 1.000 se li è portati via lui –“.

tratto da “Metamedicina – Ogni Sintomo è un Messaggio” di Claudia Rainville.

Di colera si muore. Punto. Questo è quanto. Perciò così è.

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Ecco perché tanti filosofi, tanti studiosi di medicine alternative si preoccupano sempre di sottolineare come la paura, la preoccupazione, siano in realtà le nostre più grandi nemiche. Siano in realtà la causa principale di malattie e morti. Ecco perché vogliono convincerci a vivere pensando in modo positivo e vogliono insegnarci che possiamo governare il nostro corpo anche nel senso opposto. All’incontrario.

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E’ un tema sempre molto difficile da comprendere e soprattutto da svolgere, ma penso sia bene piantare dei semini che sicuramente germoglieranno, con il tempo, con la fatica, con la voglia.

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Rob è un altro dei tanti che non si stanca nel dire di essere ottimisti, di emanare frequenze positive per correlarci alle energie buone che ci circondano, per essere protetti, per stare bene. Per essere vivi finchè si è vivi. Per rimanere vivi.

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E’ anche questione di allenamento. Io ci sto provando e devo dire che funziona. La vita la trascorro diversamente. E’ più appagante. Non posso stabilire quando arriverà la mia fine ma quello che mi è dato di vivere ora, lo conduco in modo migliore, in un modo che mi fa stare meglio.

E se sono viva, con tutto quello che può succedermi, voglio comunque sentirmi viva.

Prosit!

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