Eppure sembrava proprio vero

“DIO – TV” NON DICE BUGIE

Possiamo davvero fidarci delle notizie che vengono date dai mass media? A questa domanda la maggior parte delle persone risponde un bel – No – carico di orgoglio come a voler sembrare di essere più lupi che pecore peccato però che, alla fine, le stesse notizie vengono condivise, ri-condivise, analizzate, prese in considerazione, divulgate, eccetera eccetera… fino ad appropriarsi di ogni spazio disponibile sui mezzi di comunicazione e social.

Alcuni di questi annunci riescono addirittura a EDUCARCI, a creare un nostro stile di vita.

Realizzano in noi schemi mentali, ci spaventano, ci rallegrano, ci rattristano. Hanno un potere indescrivibile nei confronti della nostra vita. Li studiamo persino a scuola, per anni (!) per poi scoprire che erano totalmente falsi. “Nuove ricerche hanno dedotto che invece…”… avete presente no?

Religioni, grandi personaggi, significativi fatti storici… insomma, parecchie news sono, e sono state false, eppure sono riuscite ad entrare nelle case di ognuno di noi e questo perché, anche se la maggior parte delle persone oggi dice – Io non ci credo! -, in realtà ci crede, ne parla e soprattutto non fa nulla per contrastare quella notizia ne’ per farla andare a morire.

Emmmappperchè la gente deve sapere! -. Ma cosa deve sapere? Un falso? Tu puoi affermare con massima certezza che quello che hai sentito e stai riportando è il vero? Ti stai assumendo la responsabilità di questo? No. E allora ho provato a raccogliere un po’ di prove che, attenzione, non sono la verità ma sono la dimostrazione che può esistere un contrasto inerente a quella determinata notizia.

Ora, è assolutamente vero che la scienza compie passi in avanti di anno in anno. È quindi ovvio che quello che si sa oggi non si poteva sapere ieri, ma quello che mi preme far comprendere è quell’assolutismo, quell’immenso valore che diamo, noi pubblico, a ciò che ci viene detto. Se non siamo in grado di entrare nel profondo di un tema scientifico, o medico, o politico, va bene, ma su molti altri argomenti cerchiamo il più possibile di evitare questo idolatrare tutto ciò che ci servono nel piatto. Quando ci dicono che è giallo per noi è giallo. Non vediamo altri colori. Non li vogliamo vedere perché il Gran Visir della televisione ci ha detto che è giallo e così sia. È sbagliato secondo me. Molto sbagliato.

CANE SI, CANE NO

Bene, al di là del fatto che siamo cresciuti tutti ingurgitando grandi quantità di fluoro e olio di palma, che oggi sono diventati i nostri peggiori nemici (chi ha ragione?) di tutte le belinate che ci sono state vendute (taaaaaante… mamma mia quante!) ne ho scelta una a caso, quella che riguarda la cagnolina Laika spedita nello spazio il 3 novembre del 1957 per fare da test e vedere cosa poteva accadere ad un astronauta mandato in orbita.

Molto probabilmente si tratta di una delle notizie con più contrasti e non li elencherò tutti.

Ok, fino a qualche anno fa ci è stato comunicato che la bestiola è morta senza soffrire e tutto il mondo era felice. Si, vabbè, un po’ storceva il naso per il fatto che si fosse usato un cane per esperimenti scientifici ma quando io ero bimba, ancora gli animali si potevano usare come test e tutto andava bene (condizione mentale). Poi qualcuno ha iniziato a dire che non era giusto e allora si sono creati movimenti contro questo modo di operare dell’uomo, movimenti così potenti che ora per venderti un cosmetico sono obbligati a scrivere sulla confezione “NON TESTATO SU ANIMALI” e tu ci credi (ahahhaha!).

Ma torniamo alla dolce Laika, giovane cagnolina di tre anni definita dai giornali – randagia – così faceva meno pena al popolo.

Come dicevo, fino a un po’ di tempo fa, ci hanno edulcorato la scena della sua morte. In pratica, Laika, avrebbe mangiato all’ultimo del cibo avvelenato, messo apposta lì qualora ce ne fosse stato bisogno e sarebbe morta immediatamente senza neanche accorgersene. A parte il fatto che, immediatamente, mi chiedo come possa accadere una cosa così. Ossia, Laika è un cane, ed è da sola nello spazio. Ha diverse scatolette di cibo (al gel) ma su una c’è scritto “AVVELENATO” e lei sceglie quella accorgendosi del pericolo e sapendo leggere?! Oppure no, forse Laika aveva tutto il cibo a disposizione, ma come mai non ha mai mangiato prima quello avvelenato? Mhmmm… considerando che la capsula era davvero piccola, di cibo doveva essercene ben poco… Oh! Ma certo! Sapevano che sarebbe morta subito! (Alcuni dicono 4 ore).

Ma andiamo avanti. Tolte le torture pre-partenza, per testare la reazione del suo corpo, e si parla di prove davvero terribili, pare invece che quando venne ritrovata, nell’aprile del 1958, al largo delle Antille, all’interno della capsula, quel suo corpo era completamente carbonizzato a causa di un surriscaldamento della cabina della navicella durante il rientro. (fonte mitidasfatare, 105.net, e molti altri). C’è però da dire anche che, tale capsula, nominata Sputnik2, non era destinata al rientro quindi già si sapeva che la cagnetta sarebbe morta tra le stelle e, attenzione, di disidratazione.

Beh, insomma, se andate a fare ricerca su questo fatto noterete davvero molte incongruenze; gli stessi siti che ne parlano asseriscono spesso “…furono rese pubbliche varie versioni in parte anche contrastanti fra di loro”. (fonte wikipedia e molti altri).

Non posso riportarvi tutto qui in un articolo. Il fatto è: chi ha ragione? Chi dice il vero (che è poi quello che noi vogliamo)?

E poi… questa Laika, ma davvero è andata in orbita???

VERO O FALSO?

Non avete mai notato come, a volte, pare davvero strana la ripresa di un video? Ossia, non vi viene mai da dire “ma come poteva, quella persona, riprendere in un momento come quello?” oppure “ma in un caso come quello lui riprende?”, “ma proprio lì in quel momento?”.

Possibile ci sia sempre il fenomeno coraggioso che sta lì e riprende tutto con il telefonino anziché scappare come qualsiasi altro essere umano? Il – sempre – un po’ stroppia.

Questa non è una questione di “bufale” o “fake news” come si usa dire. Qui si parla di masse educate in un certo modo e poi condotte in un altro senso.

I Vaccini, fanno bene o fanno male? Se hai il diabete puoi mangiare carboidrati o no? L’uomo è andato sulla Luna? I tumori sono incurabili? Il latte fa bene o fa male? Davvero devo bere due lt di acqua al giorno? Michael Jackson è morto veramente? Il pianeta Terra è malato? Quante donne davvero vengono uccise ogni giorno? Basta un bacio per trasmettere quella malattia? Dopo aver mangiato puoi fare il bagno? I Vangeli sono solo quattro? Gesù è esistito o no?

Abbiamo prove che dicono… niente, lasciamo perdere cosa dicono.

ASCOLTATI ATTENTAMENTE

Ascolta più attentamente te del giornale.

Beh, ecco, io penso che forse sia davvero il caso di iniziare a sviluppare un nostro sentire. Abbiamo davvero necessità, non per tutto certo, ma per molto, di cominciare ad attivare quelli che sono sensi che mai usiamo.

Quello che voglio dire è che possiamo accogliere qualsiasi notizia in cuor nostro ma accogliere una notizia, ascoltarla e saperla è un conto, mentre pendere totalmente da quella notizia è un altro. Solo questo.

Non voglio pigiare il tasto del – complotto – semplicemente voglio farti riflettere sul come puoi cercare di essere meno schiavo e più indipendente. Cerca di ragionare, cerca di utilizzare anche la tua di testa e il tuo cuore soprattutto.

Non voglio fare quella delle “sfumature di grigio” ma penso che nulla sia dannoso se assunto in quantità modiche o giuste, così come tutto può diventare deleterio se preso esageratamente. Inoltre, sono estremamente convinta che se tu sei certo che quella cosa non ti causa del male non te ne causerà. Ma devi esserne sicuro te; le tue emozioni non devono fidarsi di quello che sentono alla TV o che leggi sui giornali. Imparare ad utilizzare le proprie percezioni rende indipendenti e dunque liberi. E sei libero di comprendere ogni tipo di notizia e farne l’uso che vuoi. E’ come se ti scrollassi di dosso un velo appiccicoso che ti tiene sotto di lui limitandoti i movimenti e i pensieri.

Aspetta, informati, aspetta ancora, studia, controlla l’opposto di quello che arriva al tuo orecchio, creati una tua visione. Questo ti aiuta a divenire sempre più padrone di te stesso.

Prosit!

photo corriere.it – zampefelici.it – lacooltura.com – capital.it – hdblog.com – ilsaltodirodi.com – inchiestaonline.it – cursoestudomemorizacao.com.br

Strane coincidenza tra la Carige e i topi d’appartamento

Per chi non lo sapesse sono ligure e vivo in Liguria, in provincia di Imperia precisamente. Nella mia regione, la Carige (Cassa di Risparmio di Genova e Imperia) è la Banca delle banche. Da sempre amata.

Quando ero bambina, la filiale del mio paese era quella più elegante di tutte. Molti miei amici e parenti avevano il conto in quella che era la Banca della loro regione. Oggi sappiamo che è fallita (tecnicamente – praticamente lo Stato gli fa da garante). Abbiamo appreso la notizia a dicembre (2018).

Sapete bene, se mi seguite e mi conoscete, che vivo la mia esistenza in modo un po’ diverso rispetto alla maggior parte delle altre persone sotto tanti punti di vista. In particolar modo nei confronti dei messaggi che l’Universo vuole mandarci. Ossia, da una situazione apparentemente semplice, vedo se riesco a trarne un messaggio in più, ulteriore, criptato. Solitamente è così. Questo fa si ch’io mi ponga sempre delle riflessioni quando accade qualcosa, le quali però possono essere difficili a volte da tradurre. Ma ci provo.

Ebbene, verso ottobre (2018) iniziai in modo significativo, quasi esagerato oserei dire, a leggere notizie di furti e topi di appartamento. Nella zona che vivo, un boom di ladrocini stava piegando in due molti abitanti che si trovavano con l’appartamento sottosopra e la privazione di oggetti o soldi a loro cari. La gente intorno a me iniziava a parlare di questo fenomeno che, solitamente, appartiene alla stagione estiva, a quando si dorme con le finestre aperte facilitando l’azione dei malviventi ma, stranamente, quest’anno, in autunno, le case venivano derubate e saccheggiate oltre misura.

Iniziai a preoccuparmi un po’. Perché l’Universo mi stava dando quelle notizie? Quale era il senso? Cazzarola… dovevo subire forse un furto? Oh cavoli… no…

Ma qualcosa, lo sentivo, non quadrava. Percepivo bene, dentro di me, che un furto non mi apparteneva. Non era una “lezione che dovevo imparare”. Subire un furto può voler significare molte cose inerenti, ad esempio, alla Legge dello Specchio ma che ora, perdonatemi, non ho tempo di spiegare. Vi prometto un articolo solo su questo.

Fatto sta che, vagliando le diverse ipotesi, mi trovavo estranea a tali messaggi.

No, non devo subire nessun furto… ma… allora cosa…?“.

I furti si aggravarono ulteriormente e divennero ancora più numerosi quando, i primi di dicembre (2018), arrivarono i giostrai del Luna Park verso i quali esistono molti pregiudizi, forse perché associati ancora agli zingari. Caspita… proprio in questo periodo ma tu pensa!

La gente aveva paura. Iniziava ad agire allo scopo di difendersi. Proteggeva le sue cose il più possibile. I lucchetti presero vita così come l’aggiunta di serrature e l’affittare magazzini e garage. Non si leggeva e non si parlava d’altro. Che diamine!

Poi… verso metà dicembre (2018) mentre la fase del consumismo toccava il suo picco più alto, visto l’avvicinarsi delle feste natalizie, ecco la notiziona: la Carige è fallita.

No vabbe’ però aspettate, resta ancora in piedi. Cioè, voglio dire, non togliete i vostri soldi dalla Banca, lasciateli lì al sicuro perché se li levate da lì per metterveli in casa… e arrivano i topi d’appartamento che in ‘sto periodo stanno facendo razzia, lo capite o no?

Ohu! Lo capite o no? Ora che le notizie vi hanno fatto spaventare per bene, che vi hanno costretto a difendervi, che vi hanno traumatizzato iniziando due mesi prima… lo capite o no?

Beh, ma allora si potrebbero togliere dalla Carige e mettere in un’altra Banca. Eh ma… la Carige non è la prima che fallisce, e proprio scemi del tutto non lo siamo più, sappiamo bene che altre banche sono sull’orlo del fallimento, è solo questione di tempo… la cosa migliore sarebbe proprio quella di metterli sotto al materasso ‘sti soldi ma… porca la miseria! Poi arrivano i ladri! E’ un dato di fatto!

E poi comunque ci obbligano a non poter pagare sopra una certa cifra se non abbiamo un conto corrente, ci obbligano a non poter riscuotere uno stipendio se non abbiamo un conto corrente, ci obbligano a non poter compiere alcune operazioni in contanti… quindi…

E quindi si continua così. Mi interessava solo mostrare questa strana situazione delle coincidenze, là, dove per alcuni – il caso non esiste – (appunto!) e dove altri parlano di manipolazione che le notizie dei mass media effettuano su di noi.

Fatto sta che ci siamo spaventati. E per quanto riguarda gli immigrati ci siamo incazzati. E per quanto riguarda i vaccini ci siamo persi. E per quanto riguarda… E per quanto riguarda l’informarci ci siamo… Dio quanto siamo pigri!

Ma è così difficile da capire?

Ah! A proposito, dei topi d’appartamento non si è più parlato. Hanno smesso di lavorare. Non stanno più rubando in questo periodo (febbraio 2019) o comunque, notizie su di loro, non se ne leggono più al momento.

Prosit!

photo lariviera.it – bdtorino.eu – it.ejo.ch – julienews.it – benesserepatrimoniale.it – libero quotidiano.it

Il Demone nelle Registrazioni Telefoniche

IL NEMICO IN CASA

Può capitare a chiunque di essere succube di un’altra persona. Per amore, per interesse, per paura, per lavoro… Spesso ci facciamo trattare come mai avremmo pensato ma, in quel momento e davanti a lei, non siamo in grado di reagire. Abbiamo paura di perderla o di perdere ciò che può darci. Accade così che: gli aggressivi, i colpevolizzatori, gli invidiosi, i manipolatori, i narcisisti e un’altra marea di – persone nocive – possono farci del male. A volte ci rendiamo subito conto dell’offesa o dell’accusa ricevuta, altre volte invece il loro attacco è malizioso, silente, si insinua come un tarlo ma chi ne è vittima non lo vede. Questo tarlo però viene accolto, e inizia piano piano a lavorare sempre più ricco di strumenti, che la vittima stessa gli fornisce e che il carnefice alimenta.

UN AIUTO DALLA TECNOLOGIA

Esistono delle App che permettono di registrare le telefonate effettuate e ricevute ma ciò che voglio raccontare non ha niente a che vedere con lo stalking o con eventuali denunce alla Polizia. Anzi, la persona con la quale avete a che fare e che ogni giorno vi opprime, anche se vi sembra di avere con lei un “bel rapporto”, deve essere a conoscenza delle registrazioni, altrimenti una bella denuncia sulla privacy ve la beccate voi.

A causa delle passioni che svolgo, spesso mi chiamano persone che mi forniscono molti dati, magari di fretta o in grande quantità, oppure amici con i quali collaboro a testi verso i quali ricevo molte informazioni. Tutte cose che, dopo dieci minuti, non ricorderei se non registrassi, pertanto, dopo averli ovviamente avvertiti, registro la comunicazione. A volte addirittura sono loro che, entusiasti di qualche complessa idea venuta alla mente e timorosi di scordarla essi stessi, mi chiedono – Meg! Stai registrando? -.

Non c’è nulla di male. Risentendo con calma poi certi concetti, ne possono fuoriuscire altrettanti e da una semplice telefonata si realizzano opere davvero interessanti. In fondo, mica si dicono cose private, non facciamoci spaventare dai mass media, e inoltre, quella telefonata, basta cancellarla eventualmente.

IL REGISTRATORE

Detto questo vi starete chiedendo cosa c’entra il registrare le telefonate con la storia delle persone nocive a inizio post. C’entra per sentire con le vostre orecchie il cambiamento che siete riusciti a svolgere dopo aver lavorato sulla vostra debolezza. Immaginando ovviamente di aver voluto lavorare sulla vostra debolezza e di aver deciso di trasmutare il vostro piombo in oro. Supponiamo ch’io abbia un partner parecchio offensivo nei miei confronti. Io accetto, sopporto, e mi faccio maltrattare. Questo accade finché io per prima non mi rispetto e lui riesce a farmi sentire un povero paramecio che non vale nulla.

Quando la svalutazione, l’angoscia, la rabbia, la tristezza iniziano ad essere troppo grandi da sopportare, decido però di far qualcosa per me stessa e di modificare quella situazione (a volte accade). Decido di farmi rispettare a costo di rimanere single. Caspita come cambia il suo tono! E come cambiano le sue parole! Però, fin qui, la sorpresa è piacevole ma relativamente poco… sorprendente. Ciò che davvero farà sgranare i vostri occhi sarà ciò che avete modificato dentro. Sarà la trasformazione del bisogno di quella persona in amore per voi stessi e, di quella persona, non avete più necessità. Ma non solo.

L’ILLUMINAZIONE

La cosa più importante accade quando quella persona minava alla vostra autostima (dicendovi di amarvi tanto) e voi non vi rendevate assolutamente conto del suo gioco maligno. Lei sapeva appagare i vostri bisogni e voi, beati e contenti, l’amavate ogni giorno di più, o la stimavate ogni giorno di più, a seconda del rapporto. Potrebbe essere vostra mamma, il vostro capo, il vostro fidanzato. Gente verso la quale non era nemmeno contemplata un’eventuale vostra ribellione.

Nel periodo in cui siete vittime e riascoltate le telefonate, magari quotidiane con quel tizio, potreste rendervi conto che qualcosa non va, oppure farvi pena da soli, oppure ancora non accorgervi di nulla. Quando invece riascoltate le telefonate dopo essere “guariti”, eccoli lì tutti i demoni di quell’altro che escono fuori pronti per venirvi a ferire. E ora ben riconoscibili!

Eppure quella frase l’ha sempre detta e io non mi rendevo conto!

Eppure quel tono di disapprovazione l’ha sempre usato e io non mi rendevo conto!

Oh! Ecco il ricatto! Era mascherato! Ma ora è palese!

Ah! Ecco la sua delusione! Vuole farmi passare come uno che non vale niente!

E questo aiuto? Senti senti… ma questo non è un aiuto, gioca tutto a suo favore! Ma come ho fatto ad essere così stupido! -.

È incredibile quello di cui riuscirete a rendervi conto adesso. È incredibile come ora vi rendete conto di quanto quei dialoghi hanno un’altra sostanza. Saprete valutare anche le piccole cose come ottimi investigatori:

“Qui ha fatto una pausa, non sapeva cosa dire… qui balbetta, era imbarazzato… qui si sta arrampicando sui vetri! Ha torto marcio e io gli ho dato ragione!”

Libertà

Il demone è stato smascherato e osservarlo attraverso le registrazioni, ascoltandolo e riascoltandolo, è illuminante e di grande aiuto.

Vi fa sentire bravi e orgogliosi di voi. Vi mostra la sua debolezza che un tempo scambiavate per potere. Vi apre nuove porte che potete varcare. Vi dona stupore che è sempre piacevole. Vi regala la determinazione di continuare verso la strada della libertà. Vi fa sentire un gradino sopra rispetto a dove eravate. Insomma è un vero toccasana!

Succede, a volte, che ci si chiede “perché penso di non piacere a quella persona? Eppure lei mi dice che mi stima tanto…”. Eccole lì le risposte, nascoste tra le righe ma ora chiare e lampanti.

Se riuscirete ad usare questo mezzo vi renderete conto di come le cose sono cambiate.

Prosit!

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San Tommaso – la Prova Inconfutabile prima di tutto

ANNI DI GUERRA TRA SCIENZA E SPIRITUALITA’

I vari saperi difficilmente si uniscono, bensì, sono quasi sempre in contrasto. Io, che amo le sfumature di grigio, anche se riconosco tasti in cui il bianco e il nero van cliccati, la penso a mio modo.

Chi era San Tommaso? Beh, io personalmente non l’ho mai conosciuto, ma essendo un personaggio citato spesso dai Testi Sacri, ho avuto modo di capire chi fosse.

Il baldo giovane, proveniente dalla Galilea, costantemente alla ricerca della verità, non è mai stato visto di buon occhio dalla Chiesa e nemmeno da chi ostenta una fede indissolubile nel potere della grande Energia Universale.

Saprete tutti che, Tommaso, uno dei dodici apostoli di Gesù, era quello che doveva “vedere prima di credere”, aveva bisogno della prova inconfutabile per dire – Sì, è vero – e questo và esattamente contro le filosofie spirituali che insegnano invece di “credere per poter vedere” come, tra l’altro, tante volte, ho detto io stessa.

Bene, oggi mi dilungherò in questo concetto ed essendo che, qui, sono a casa mia, vorrei dire come la intendo.

SAN TOMMASO – POLLICE SU O POLLICE GIU’?

In verità, perdonatemi, ma nessuno di noi può stabilire con certezza che San Tommaso sia esistito veramente ma non è questo l’importante. L’importante è il messaggio che la figura di San Tommaso, veritiera o meno, ci ha voluto insegnare. Un messaggio molto molto utile a mio avviso.

Non sono d’accordo con chi, per credere, deve sempre fare un esperimento e avere la prova che ciò sia davvero così, sono convinta che la fede sia seriamente cieca ma è anche vero che Gesù stesso disse – Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci… -.

La “prova” che si accomuna solitamente a Tommaso non è secondo me quella adatta. Vediamo se riesco a spiegarmi: una “prova” è un conto, ma “provare” invece è un altro. Cosa significa questo? Significa che ben poche possono essere le verità indiscutibili perché, a seconda dell’individuo, come diceva lo stesso Buddha – Tu provaci, se ti fa bene è la soluzione per te, altrimenti, per te non va bene. Non seguire per forza ciò che io dico -.

Mi batto solitamente contro l’ignoranza e la pigrizia. L’ignoranza e la pigrizia volute. Intendo quelle che ci fanno comportare come ebeti davanti ad una qualsiasi notizia senza appurare la sua veridicità. Ora voi sicuramente potrete dirmi che non abbiamo i mezzi per farlo o non siamo abbastanza competenti ma, porca miseria, ce ne sono di quelle che anche un bambino, se solo si fermasse a ragionare un attimo, capirebbe che non sono possibili o che, quanto meno, c’è qualcosa di strano, che stride, in tutto quel discorso.

Le notizie giungono a noi a ondate, come se fossero mode, tendenze, eppure accettiamo sempre tutto e nessuno mai a chiedersi – Ma come mai non si parla più di quella cosa là? E’ sparita? -. No, non è sparita, ma non la si nomina più e quindi non fa nemmeno più paura mentre un tempo terrorizzava persino.

Ma sto divagando. Non voglio aprire una guerra contro i mass media e contro i pesci lessi che li seguono a priori. Voglio parlare di San Tommaso.

COME? PERCHE’? DOVE? QUANDO? COSA?

Perché la cosa più importante che San Tommaso ci insegna, in realtà, non è quella di non credere ma quella di farsi una sola domanda: E’ POSSIBILE?

Ma, attenzione: nell’Universo, il numero di probabilità è… infinito! Oh già!

Siamo esseri umani e, come tali, siamo dotati di una ragione che nessun’altra specie vivente su questo pianeta ha. Ci sarà pure un motivo. E’ verissimo che, se si ha fede e se si vuole intraprendere una via spirituale, le cose non vanno chieste ma percepite. Non vanno sentite dal punto di vista materiale e mentale ma animico e sensoriale, ben poche sono le domande da porsi, però è anche vero che non possiamo convincerci di cazzate e andarle a raccontare ad altri come sacre parole o verità assolute.

Secondo me c’è un tempo per tutto. Per la mente se deve porre domande e per l’istinto per percepire. Il problema sta nell’emozione che si prova. Una domanda la si può porre in due modi: o con la semplice voglia della valutazione o con il dubbio intrinseco che risiede in noi e come una morsa ci attanaglia le viscere. Ecco. Questa è la differenza.

E’ un po’ come il giudizio. Si dice spesso – Non giudicare! -. Ma un belin! Io sono dotata di una mente e giudico eccome! E’ proprio grazie al Giudizio se la specie umana ha continuato ad esistere. Il giudizio sano, quello che ti fa dire: tra due bacche che trovi nel bosco “questa per me è buona, questa per me non è buona”. Si parla di discernimento. Il Giudizio insano invece è bene non averlo, sono d’accordo, fa più male che bene e non serve davvero a nulla, però occorre fare chiarezza. E questa chiarezza la chiamerei proprio: San Tommaso.

Si parla di forze oscure, potenti, grandi, che possono fare questo e quell’altro, si parla di anima, c’è chi dice che è dentro di noi come un fantasma, altri che dicono essere fuori di noi come una coscienza e… praticamente tu cosa fai? A seconda di chi ti capita di ascoltare, credi a quello che ti viene detto perché nessuno può davvero sapere che cosa sia in realtà l’anima nonostante molti studi, anche scientifici, hanno dichiarato la loro. Il fatto è che non importa che cosa davvero sia l’anima ma importa comprendere se può esserci davvero un qualcosa di simile assieme a me e cosa può fare? Fin dove può arrivare? Quando finisco io? Quando inizia lei? Domande alle quali, molto probabilmente, non riusciremo mai a dare delle risposte precise ma chiediamocelo per lo meno. Se anche decidiamo di affidarci totalmente… a cosa ci stiamo affidando? Questo ci aiuta a distinguere cosa siamo. Ci fa capire che esistiamo e questa è la cosa più importante. Concepire di ESISTERE.

Cogito ergo sum – (Cartesio)

SE TU SEI, DIMMI COSA SEI. NON ESSERE ALTRI

Io, con questo post, non intendo offendere nessuno. Molto probabilmente ci sarà anche chi è più evoluto e più istruito di me e sa dare una risposta a tutto ma continuerei a pensare, anche davanti a questo tuttologo, che non è la cosa principale.

Il dire – Voglio credere che sia così – è infatti diverso dal dire – Ah! Sì, ci credo! -. Nella prima versione abbiamo delle valutazioni, abbiamo sondato, abbiamo quindi poi potuto godere dei riscontri ottenuti e ora possiamo dire – Sì, io credo sia proprio così perché per me è così -. Nella seconda versione invece – Sì, ci credo – ci credi perché? Perché l’ha detto un altro? Perché così hai studiato? Perché così dice la maggior parte della gente?

Ci hanno educato dicendoci che è esistito un certo Gesù che ha fatto questo e quest’altro ma voi lo avete mai visto? Ci avete mai bevuto una birra assieme? Lo so bene che esistono prove archeologiche che attestano che… bla, bla, bla… ma io, sinceramente e umilmente, non posso AFFERMARE che Gesù sia esistito davvero, in carne e ossa, ne’ al contrario posso dire che sia tutta una favola. Ma, quello che posso dire, dopo aver valutato è: Caro Gesù, che tu sia esistito o meno poco importa, per me esisti. E molto probabilmente esisti anche come egregora e come forma-pensiero. Oggi sei quindi un’energia. Ma, al di là di questo, tutto quello che hai fatto e che hai detto, o ti hanno fatto fare e fatto dire, io lo trovo consono a me e intendo imitarti il più possibile.

L’ASTERISCO E IL SALTO

Ecco, secondo me San Tommaso è una specie di asterisco. E’ l’asterisco che fa porre l’attenzione, che segnala le vie di mezzo, le sfumature di grigio tra le quali l’assolutismo e l’estremismo non trovano posto e sono visti come un’esagerazione e, l’esagerazione, non va’ mai bene. La fede dev’essere assoluta, non lo discuto, ma devo sapere a cosa mi riferisco quando intendo accettare il famoso – Sia fatta la tua volontà – perché non devo confondere l’accettazione con la repressione o la sopportazione altrimenti mi creo un danno irreparabile porcaccia di quella pupazza!

Gesù ammonisce San Tommaso dicendogli – Poiché mi hai veduto, hai creduto: beati coloro che non videro e tuttavia credettero! – perché infatti, neanche gli scienziati, sono, a mio avviso, nella ragione più totale, ossia coloro che sempre hanno bisogno di “provare per credere”.

Il comportamento di Tommaso non va’ ne’ osannato, ne’ redarguito, occorre semplicemente ricordarsi che c’è. Che, guarda caso, è stato inserito all’interno di un Testo Sacro e un motivo ci dovrà pur essere. A qualcosa serve e non è solo il capire di doverlo eliminare per credere ciecamente. La figura di San Tommaso è sottile, appare al momento giusto, quasi aggraziata nella sua diffidenza proprio per dar modo a Gesù di rispondere a tono. Ecco quindi il nostro poter possedere l’una e l’altra cosa. Tanta manna. Dobbiamo cogliere il messaggio di TUTTO quello che rappresenta.

Se queste cose sono state scritte, da chi ne sapeva forse più di noi, c’è un motivo. Non dobbiamo commettere l’errore di leggere quello che dice San Tommaso e pensare “ma tanto è solo un idiota, sentiamo cosa risponde invece Gesù”.

Perché Tommaso, nonostante il suo esprimersi talvolta impetuoso, è proprio colui che, con tutti i suoi errori e suoi rocamboleschi rimbalzi, ci conduce alla possibilità di “credere per vedere”.

Prosit!

photo dailystorm.it – klin-demianovo.eu – lanuovabq.it – quantumgenius.it – it.aleteia.org – baby-flash.com – annalisacolzi.it – documentazione.info

Le pericolosissime Forme-Pensiero

Se sai che, come determina anche la Fisica Quantistica attraverso un complesso discorso che ora accenno soltanto e può sembrare assai strano: “puoi creare la tua realtà con la sola immaginazione”, pensa a cosa accade quando, quella stessa realtà, la immaginano in tanti. La potenza che assume.

Pochi giorni fa ho letto su FaceBook il post di un amico che diceva “Sarà una mia impressione ma più si parla di femminicidio e più vengono uccise donne” (mi rasserena il fatto che Word mi sottolinei in rosso il termine “femminicidio” in quanto, da lui, non ancora conosciuto; un termine moderno, creato da poco evidentemente). Torniamo al mio amico, al quale devo dare ragione.

L’Unione fa la forza, in tutti i sensi.

Ora, è vero che un tempo le donne venivano ammazzate lo stesso anche se non c’era la televisione e nessuno veniva a conoscenza del fatto. E’ vero anche che, di donne, ne vengono uccise un mucchio, ogni giorno, ma noi veniamo a conoscenza solo degli eventi più eclatanti sui quali la cronaca può lavorare. E’ vero anche che, andando indietro negli anni, ci basta pensare all’Inquisizione per ricordare tantissimi casi di omicidi nei confronti delle donne ma, riferendoci ai nostri giorni e al nostro tempo, quello che il mio amico ha scritto e che vale per ogni argomento, assume delle caratteristiche ben precise che forse non tutti conoscono.

Si tratta di “ondate” e, a decidere su quali ondate dobbiamo cavalcare, sono ovviamente determinate “potenze” attraverso dominanti mezzi quali i mass-media. Non mi riferisco a lobby (gruppo di pressione) o complotti ma, che se ne dica, – libertà di stampa -, proprio non ce n’è. Che sia chiaro… le donne vengono uccise realmente (sai che a volte ho dei dubbi anche su questo? Interviste, personaggi, articoli, telecamere… si, si ok ma…. vabbè questo però è un altro discorso e persino estremo, quindi non voglio farlo anche perché vorrei raccontare una cosa molto più interessante e non voglio perdere di credibilità).

Cosa accade dopo l’uscita di varie e numerose notizie sullo stesso argomento? Accade che la gente inizia a parlarne. Il tema prende sempre più piede nella coscienza delle persone. Di tante, molte persone. Si iniziano a formare delle emozioni, simili tra individuo e individuo, che possono essere di gioia, o di paura, o di fastidio, a seconda della materia trattata. Queste emozioni producono delle onde vibrazionali invisibili, delle frequenze, che ognuno di noi emana, senza saperlo, e che non può vedere come non può vedere i raggi ultravioletti ad esempio. Le mie emanazioni, inerenti ipoteticamente al dispiacere della donna che ha perso la vita per mano di un uomo, vanno a collegarsi con le emanazioni di un’altra persona che ha sentito la stessa notizia e ha provato le stesse sensazioni e così via, finchè si arriva ad un consistente gruppo di persone (trasmissioni intere, in prima serata, trattano l’argomento entrando in casa di molti italiani) che emanerà quelle frequenze condite inoltre da giudizio, paura, rammarico, dolore, ingiustizia, rabbia, tristezza, etc….

Che cos’è una Forma-Pensiero?

Una Forma-Pensiero, chiamata anche Eggregora, è una forma incorporea di energia che nasce attraverso il pensiero collettivo di molte persone e acquisisce così forza. Continuamente nutrita dalle riflessioni, le idee e anche dalle emozioni di molti esseri viventi (che sono enormi ammassi di energia anch’essi) inizia a prendere vita e a “governare”. In parole povere cosa significa tutto questo? Significa che se le persone iniziano a parlare, a pensare, a far vivere in qualche modo il femminicidio nella loro/nostra esistenza, il femminicidio inizia a prendere una vera e propria forma e avverrà costantemente sempre più intenso, vigoroso e presente. Ma… perbacco… non lo notate anche voi?

L’esempio di questa tragedia, che vede vittima il sesso femminile, è soltanto, appunto, un esempio. Questo accade anche nei confronti dei terremoti per dire. Ricorderete come, l’anno scorso, non se ne usciva più da questa storia. Catastrofe dopo catastrofe. Terremoti e nevicate e slavine e gelo sempre nello stesso punto. E’ vero considerare il fatto che Gaia ha una sua vita e diversi fattori entrano in gioco inerenti ad un cambiamento e un’evoluzione naturale del pianeta ma, che ci si creda o no, niente è più forte e potente dell’essere umano, nemmeno il pianeta stesso che vive e si nutre della nostra energia. O meglio, l’immensa energia che gli esseri umani racchiudo in sé ed emanano, può influenzare il pianeta stesso.

Madre Terra è proprio nostra Madre. Una madre, pur sapendone molto più di un figlio, a causa di una vita vissuta, soffre inesorabilmente se il proprio figlio si mostra triste o angosciato e reagisce cercando una soluzione. Che le soluzione del Pianeta Terra siano sbagliate o giuste non sta a noi deciderlo o giudicarlo. Come il nostro corpo, lui, può scegliere di distruggere per rifare e, se questo a noi provoca malessere e dolore, per lui invece è soltanto un rinnovare la situazione al meglio.

Quindi, tutto questo che vi ho raccontato, e che naturalmente è soltanto un mio umile pensiero, indica come possiamo trovarci in un circolo vizioso nel quale vorremmo uscire da una situazione ma, in verità, continuando a darle potenza (vita), anche solo pensandola o ricordandola, continuiamo ad esserne vittime e succubi.

La cosa migliore è non nutrirla facendola così morire.

Capisco il dispiacere ma, almeno chi non è parente o amico della vittima, o delle vittime in questione, dovrebbe organizzarsi nel disinnescare il meccanismo lasciando il dolore a chi, purtroppo, in quel momento, non può farne a meno. Aiutare chi soffre è un meraviglioso atto di compassione ma chi, al mattino, prende l’autobus dall’altra parte del mondo inerente al fatto avvenuto, trovo strano non possa parlare di altro con chi gli è seduto di fianco. Voglio dire… hai una tua vita? Racconta quella. Continuando in modo perpetuo, a recitare la solita notizia della quale siamo tutti a conoscenza, per 10 o 20 km di tragitto, non si risolve nulla se non sfamare una situazione grave e negativa così come potremmo sfamare un Vampiro Energetico.

So che molti, arrivati a questo punto dell’articolo, potrebbero accusarmi di menefreghismo. Ebbene, a queste persone dico, educatamente e con il sorriso, di aprire gli occhi. Da tre anni tengo un blog nel quale, forse anche sbagliando certi concetti, cerco come fine ultimo di consigliare alle persone come vivere meglio conoscendo la loro magia interiore. Pur lavorando dieci ore al giorno, passo ogni momento libero a mantenere social e corsi e canali nei quali si parla di benessere olistico per chiunque. Mi muovo attraverso un aiuto concreto verso chi ha più bisogno di me, pertanto, non mi definirei menefreghista nei confronti dell’umanità che amo e che vorrei soltanto vedere più felice. Posso sbagliare il modo, posso avere idee confuse, posso non essere brava ma il mio intento è compassionevole, di cuore, altruista perciò no, non potete accusarmi di menefreghismo. Provo dolore anch’io quando sento certe notizie e mi dispiace. E capisco l’ingiustizia e il terrore che alcuni avvenimenti possono instaurare in noi ma, una volta fatta la mia preghiera, affinché ciò possa volgersi alla bellezza e non alla brutalità, basta. Perché continuare a darle vita? E’ sbagliato a mio parere. E’ molto meglio creare qualcosa di bello. Qualcosa che possa contrastarla. Ecco, questo dovreste fare. Uccidono donne? Ok, noi però tiriamo fuori la nostra bellezza. Giungono terremoti? Ok, noi però tiriamo fuori la nostra bellezza. Aiutiamo se necessario ma riempiamo il mondo, il nostro mondo, di BELLEZZA se vogliamo vederlo bello. Se vogliamo che la vita tutta sia bella. Vi sembro buonista? Se non menefreghista… buonista… va bene ma finitela di giudicare me! Create qualcosa di meraviglioso. Concentratevi e focalizzatevi su quello perché, anche quello, può diventare una Forma-Pensiero e allora sì che regnerà la meraviglia!

Se vedi una pianta sofferente, secca, bisognosa di cure, cosa fai? Le dai il tuo amore. Inizi a immaginarla meravigliosa grazie alle tue cure. Le offri concime nutriente e acqua pulita. Un vaso spazioso e magari anche carino esteticamente. Ossia, cerchi di contrastare il suo essere in quel momento. Fai l’esatto contrario di ciò che lei emana. Lei emana sofferenza e tu le dai amore e positività e cure. Non le darai certo altra angoscia parlandole male, donandole acqua putrida, continuando a pensare di lei che è una pianta che fa schifo e morirà presto. Devi cercare di fare la stessa cosa con le Forme-Pensiero negative. Contrastale. Ribalta quel pensiero al positivo; se non riesci, crea!

Immagina…. Immagina cosa accadrebbe se tutti quanti noi pensassimo a donne forti, meravigliosamente amate dagli uomini, ad un pianeta sano, florido, in armonia con gli esseri viventi. Immagina se rompessimo le catene di queste sorte di dipendenze, generando ulteriori dipendenze, creando così nuove reazioni. Immagina. L’immaginazione non è utopia. E’ stato dimostrato scientificamente che l’immaginazione crea la realtà.

Prosit!

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Il Bullismo non raccontato

“Chi è il BULLO? Colui che si nutre delle NOSTRE paure….”

…questo mi capita, a volte, di leggere e di sentire.

Ebbene… no! Si nutre delle SUE stesse paure. Le alimenta oltre che alimentare se stesso attraverso loro.
Chi ha bisogno di mostrare certi modi di fare come l’arroganza, chi ha bisogno di ostentare prevaricazione, derisione e altri scenari, è perchè è un DEBOLE! Un INSICURO!
Se passassero questo messaggio attraverso i mass-media, forse, a furia di sentirlo dire, chi è vittima del bullismo acquisirebbe la forza di sentirsi migliore e degno di pace e stima anzichè scherno.

Non è grande chi ha BISOGNO di farti sentire piccolo – da questo slogan già si evince come il bullo sia fondamentalmente un BISOGNOSO…

Il bullo è un debole! Il bullo è un debole! Il bullo è un debole!

Come un mantra, giornali e televisioni, dovrebbero inculcare questo messaggio nelle menti della gente, sia per sminuire ancora di più il bullo, che si sente “scoperto”, sia per rinforzare l’oppresso.

Messaggi veloci, lampanti, adatti ai giovani che sono le vere vittime.

Ora, io so bene che è stato fatto molto lavoro sul sensibilizzare la popolazione verso questo fenomeno, so anche che dove c’è un professionista del campo, queste informazioni vengono passate e so anche che è vero che il bullo si nutre, in un certo qual modo, delle paure di chi ha preso di mira. E’ tutto vero. Ma vorrei si premesse di più sul tasto che ho descritto.

Occorre spogliare questi soggetti, renderli vulnerabili molto di più di quello che si fa. Trasformarli in una radiografia. E il potere dei mezzi di comunicazione può farlo. Solitamente viene spiegato il fattore, vengono dati consigli a chi riceve questo trattamento, viene raccomandato loro di comunicare il disagio a scuola o in famiglia… – il non aver paura di parlare -, su questo, si impegna chi vuole aiutare, ed è giustissimo e utile, ma poche volte si intende svestire il carnefice dei panni finti che indossa.

Bisogna togliergli la maschera affinchè l’oppresso possa vederlo bene e capire che, in fondo, è soltanto un individuo con più problemi di lui e persino più fragile di lui.

Sappiamo tutti come la pubblicità e il marketing, per citarne due, riescono a condizionarci inconsciamente mandando messaggi, anche subliminali, alla nostra parte inconsapevole. Avvisi che poi ci governano e ci fanno decidere. Ci trasformano. Le notizie che sentiamo hanno la capacità di infonderci paura ad esempio, come nel caso del Telegiornale, perché si concretizzano e si fossilizzano in noi. Vengono recepite dal nostro cervello e accantonate in un angolino dove formano un mucchietto che cresce sempre di più, fino a diventare grande e a renderci schiavi e servi di un sistema enorme.

Bene, perché allora non fare la stessa cosa con questa informazione? Perché non fissare all’interno delle menti che il bullo è un titubante, un insicuro, un irresoluto? Un poveretto insomma…. Solo un poveretto. Ho molto rispetto anche del bullo, proprio perché lo considero una vittima anch’esso, ma permettetemi il termine “poveretto”, anche se può apparire offensivo, perché questo aggettivo infonde il giusto senso in chi riceve attacchi di bullismo. Diventa uno strumento. Capite?

Le cose iniziano a cambiare se si vede il bullo come un povero “meschin” (si dice nel mio dialetto), che fa tenerezza, anziché un violento e aggressivo personaggio che ha una potenza e una forza e una determinazione in grado di distruggere.

Capisco che è difficile. Che quando l’abuso si presenta è davvero dura pensare che abbiamo un essere in realtà inferiore davanti a noi, ma ci sono professionisti ed esperti in grado di divulgare questa informazione, ne sono certa, educando così, piano piano, ad una visione differente. Persone che studiano da anni la mente umana e la psiche delle persone e che sanno sicuramente come affrontare al meglio questa tematica. Mi piacerebbe avessero la possibilità di esprimerla. Di farla conoscere. Di più.

E ora, prima di concludere l’articolo, vorrei parlare direttamente a chi subisce atti di bullismo:

Il mio pensiero ti potrà sembrare strambo, ma impara a guardarti dentro. Non guardare lui, guarda te. E non guardarti come una vittima. Osserva attentamente, e se lo fai nel modo giusto, noterai che in te esiste la stessa derisione e la stessa considerazione nei confronti di te stesso che il bullo ti sta regalando. Osserva le tue oscurità. Ossia, tu per primo, ti stai sottovalutando e ti stai credendo inferiore. Tu per primo ti snobbi. Pensi di non valere, hai una bassa autostima di te. Questa non è una colpa, non hai colpe di nessun tipo, ma hai delle responsabilità. La responsabilità, ad esempio, di sentirti meno di quello che vali. Il bullo, che tu ci creda o no, è uno specchio, o meglio, è un riflesso, il riflesso di quello che hai dentro e che la tua anima ti sta mostrando attraverso le azioni aggressive di un’altra persona. Se non guarisci da questo che ti porti dentro, se non trasformi queste emozioni che hai tu, continuerai a incontrare nella vita persone che vogliono prevaricarti, o aggredirti, o deriderti. Trasforma la tua svalutazione in stima, trasforma la tua rabbia in serenità, la tua tristezza in gioia, perché le emozioni che il bullo ti mostra sono già tue. Pensa davvero a come ti reputi, a che reputazione hai di te e noterai quello che ti sto dicendo. Non esiste la sfortuna. Non sei un bersaglio qualsiasi, sfigato, c’è sempre un motivo, e questo non vuol dire che lo meriti. Ma per crescere bene, per evolverti, per innalzarti come Essere e in modo spirituale ti è stata data la possibilità di vedere. Soffri, piangi, lamentati dell’ingiustizia, sfogati, fai bene, ma cerca di usare del tempo per percepire questo. Perdonati. E perdona anche lui. Attento, perdonare non significa condonare, non significa permettere all’altro di rifarci lo stesso male, ma perdona, perché perdonando lo stacchi da te, non fa più parte di te. Tu sei tu. Non sei il bullo. Non sei nemmeno il male che ti sta causando. Perdonando concedi a te stesso la serenità. Se vuoi, anche facendoti aiutare, puoi trasformare la tua vita in una meraviglia. E’ così”.

Prosit!

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