Dolore alle Scapole: cambia punto d’osservazione

PESI CONCRETI E EMOZIONALI

Le spalle e le braccia parlano solitamente di lavoro e responsabilità. Di volere un lavoro e delle responsabilità o di NON volere un lavoro e delle responsabilità.

La Scapola è un osso piatto situato nella parte alta della schiena ed è un osso adatto a sostenere i pesi.

Questi pesi possono diventare però eccessivi a lungo andare, o perché ci vengono imposti, o perché noi stessi ci sentiamo obbligati a sollevarli. In questo caso mi riferisco a chi, per paura di fare poco, fa sempre troppo o a chi per paura di non risultare utile eccede nel fare cercando di assicurarsi l’amorevolezza degli altri.

Qualsiasi sia il motivo, la nostra natura e di conseguenza il nostro corpo, prima o poi inizia a lamentarsi a causa di tutto questo lavoro (o peso da sopportare) e si ribella.

Può ribellarsi in vari modi ma il dolore alle Scapole è sicuramente il capobanda. Ovviamente come – peso da sopportare – non si intende solo un qualcosa di fisico ma anche un qualcosa a livello emozionale e, in questo caso, ci vanno di mezzo le spalle intere articolazioni comprese.

Come dicevo anche il non voler fare certe cose ma essere obbligati a farle può provocare questi dolori.

Beh, in effetti, anche nell’ultimo esempio che ho fatto tutto risuona. Se io faccio faccio e faccio solo per sentirmi utile e non venir esclusa è ovvio che, in realtà, non vorrei farlo ma mi sento obbligata a usare questo mezzo (credendo di non averne altri) per piacere agli altri. Per apparire servizievole, presente, generosa ed essere amata.

Ma al nostro corpo dei nostri Demoni non gliene frega proprio nulla. Quando a lui qualcosa non va bene si fa sentire a modo suo.

LA RIBELLIONE DEL CORPO

Il dolore alle Scapole è interessante da comprendere perché ci insegna anche a capire verso quale direzione dobbiamo guardare.

Nota bene che le Scapole si trovano alla stessa altezza del Cuore in posizione opposta come ad esserne un riflesso. Il peso che grava su di loro, grava quindi su questo fondamentale organo sede dell’amore e dell’anima.

Lamentarsi del fatto che abbiamo troppo lavoro, o troppe cose da sbrigare, non porta a nulla di buono ma se impariamo a guardare quello che già abbiamo fatto e cosa siamo riusciti ad ottenere potremmo sicuramente migliorare la nostra vita, senza più lamentarci e senza aggiungere peso inutile al peso che già portiamo e sopportiamo.

Guardare, cioè, il bicchiere mezzo pieno.

La vita non è solo sacrificio. Non devi pensare che più lavori (più fai) e più otterrai cose: soldi, affetto, stabilità.

NELLA VITA C’E’ ANCHE ALTRO

Questi schemi mentali ci appartengono perché dal dopoguerra abbiamo sempre visto i nostri nonni e i nostri genitori spaccarsi la schiena per mantenere la casa e la famiglia. Li abbiamo visti andare avanti oltre grandi dolori e grandi paure e, oggi, siamo convinti di doverli imitare.

Ma dimmi, erano davvero e totalmente felici? Se sì, ti avranno sicuramente insegnato anche a goderti la vita altrimenti potresti soffrire di male alle Scapole.

Prenditi del riposo. Riposo da tutto intendo, anche dalle emozioni. Stacca per qualche tempo la spina e permetti alle tue scapole di rilassarsi.

Quando si vive in un certo modo, che la nostra natura reputa sbagliato, si vive anche senza rendersene conto in totale tensione. Tendini, nervi, muscoli e organi sono tesi. Si consuma velocemente il potassio nel corpo e tutto, dentro di noi, si indurisce. È come se tendesse a diventare calcareo. Questo è un grave danno per il nostro fisico quindi devi cercare di rilassarti più che puoi.

La paura e l’ansia (che è figlia della paura) sono le emozioni che più induriscono i nostri tessuti e dei vasi sanguigni irrigiditi non possono svolgere bene il loro lavoro e cioè far scorrere il sangue.

Ehi! Il sangue è vita! Scorre in quasi tutto il nostro corpo e soprattutto nelle parti più importanti. Trasporta l’ossigeno ed è quindi fondamentale.

Rilassati. Cambia prospettiva e vivi serenamente.

IMPARA AD OSSERVARE CIO’ CHE GIA’ HAI FATTO

Molte persone che lavorano tante ore durante il giorno possono non avere nessun problema alle Scapole. Così come anche quelli ai quali la vita ha purtroppo regalato molti pesi da portarsi appresso.

Questo ti permette di capire che è il modo in cui tu prendi o affronti quel lavorare o quegli eventi a trasformare la tua vita e la tua salute. A far comparire ad esempio un dolore.

Attraverso il rilassamento e uno sguardo ricco di positività puoi sistemare le cose. Quindi, visto che se soffri di problemi alle Scapole sei sicuramente uno che si da sempre un gran daffare (in diversi modi) cerca di darti un gran daffare anche a migliorare questa tua esistenza e a godertela!

Il dolore alle Scapole non deriva perché “fai” ma per il motivo per il quale “fai”.

Ti sei mai reso conto che se decidi di realizzare una casa con la gioia nel cuore, non stai male neanche se lavori 24 ore su 24? Ti sei reso conto che se svolgi la tua professione con entusiasmo, stai sempre benissimo anche se lavori giorno e notte? Ti sei mai reso conto che se ti occupi emozionalmente di una persona con amore puro, non ti costa nessuna fatica e nessun malessere? Ecco, questo è il punto.

Prosit!

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Il tuo “brutto” corpo è fatto così per un motivo

COME SCEGLIERE UN VASO

Quante volte ci lamentiamo del nostro corpo o consideriamo “brutte” alcune sue parti. Non ci piacciono perché nelle nostre memorie sono rappresentati i canoni di una società che vuole le persone in un determinato modo e solo se rispondono a determinati requisiti, queste persone, possono essere considerate “piacevoli”.

Una donna deve avere gambe lunghe e sottili, slanciate, altrimenti non dovrebbe nemmeno permettersi la gonna.

Un uomo deve essere alto, non esiste che un uomo sia piccolo, o addirittura più basso della sua compagna.

Il seno femminile dovrebbe essere prosperoso ed è una vergogna, per un maschio, avere attributi di misure ridotte.

Per ogni parte del nostro corpo ci sono giudizi. Orecchie, dita, naso, sedere, piedi, pancia, cosce.

Purtroppo nessuno ci ha insegnato a LEGGERE e TRADURRE un corpo nel suo significato. La nostra cultura ci ha educato solo a guardarlo come se fosse un contenitore, portandoci così ad apprezzare di più la confezione esterna che lo scopo dell’individuo nel suo complesso.

QUAL’E’ IL TUO TALENTO?

Lo scopo sì. O il talento. Non sono qui oggi a sviolinare la classica frase – Guarda l’interno e non l’esterno perché una persona può essere brutta fuori ma bella dentro e bla… bla… bla… -. Vorrei andare oltre. Più in profondità.

Non si tratta solo di bellezza interiore ma di missione.

Premetto che il fisico rappresenta ciò che siamo. Se un soggetto è obeso, ad esempio, poche sono le parole con le quali girarci attorno. È, quasi sicuramente un insoddisfatto e quindi soffre per un qualcosa che forse neanche lui conosce. Un’insoddisfazione di fondo lo annichilisce nel suo sopravvivere e questo non è certo un bene. Dovrebbe amarsi di più e far qualcosa per valorizzare se stesso e vivere al meglio. Ma, senza andare a toccare certi estremi come questo che vuole solo essere un esempio, i corpi di ognuno di noi sono tutti diversi tra loro. Non siamo fatti con lo stampino: non siamo tutti alti, o tutti magri, o tutti slanciati, o tutti aggraziati, o etc… e meno male!

Torniamo però al discorso dello scopo e, per farlo, prendiamo una delle cose che più fa arrabbiare le donne (pur interessando anche gli uomini): avere le cosce grosse.

GUARDA QUI… CHE BRUTTO… CHE ODIO…

Ebbene, come avevo già spiegato qui https://prositvita.wordpress.com/2016/07/13/il-potere-e-nelle-cosce/ le cosce, rappresentano il proprio potere. Il potere di affrontare un pericolo o un nemico.

Sono la parte muscolare sulla quale facciamo forza quando ci accingiamo ad affrontare qualcosa nella vita. I muscoli delle cosce ci aiutano a darci lo slancio, la spinta, ma anche a non vacillare e non indietreggiare. Ci servono per non cedere.

Ora, se il mio scopo è quello di fronteggiare diverse difficoltà nella mia esistenza, oppure ho un carattere forte e un carisma significativo grazie ai quali posso combattere o dominare diversi scomodi eventi, e magari divenire un buon leader per molti o un boss giusto, non posso e non devo avere cosce gracili e piccoline! Ho bisogno che il mio corpo possa seguire le mie intenzioni. Devo poter contare su di lui, senza dover modificare la mia natura intrinseca.

Altro esempio: le mie dita corte e tozze forse non le apprezzo ma se il mio talento è quello di creare determinati oggetti, oppure devo riuscire a “prendere” la vita in un certo modo per sconfiggere certi nemici, non posso avere dita affusolate. Mi servono strumenti forti. Le dita rappresentano i dettagli e le sfumature del modo in cui io vivo la mia quotidianità. Come svolgo quel lavoro, quanta enfasi ci metto, quanta attenzione, quanta responsabilità. In base a ciò che sono avrò dita adatte.

La stessa cosa vale per la voce. La voce è anch’essa uno strumento. C’è chi con la voce deve raccontare fiabe che portano a sognare, chi deve guidare gli altri, chi deve imparare a tacere, chi deve incuriosire, chi deve cantare, chi saper sussurrare… tutti questi sono talenti.

PERCHE’ SEI FATTO COSI’?

Purtroppo ci impuntiamo spesso nella vita a voler cantare senza comprendere che la nostra missione, invece, è quella di “avvertire” vista la voce che abbiamo e che magari ha un timbro possente. Potremmo essere abili “sentinelle” viste da un punto metaforico dell’esistenza.

Ri-purtroppo non accettiamo di avere quel fisico. Quelle mani, quei piedi, quelle ginocchia troppo paffute, quelle  caviglie troppo grosse. Quanti uomini si lamentano con la propria compagna indicandole caviglie poco sottili e quindi poco sensuali. Mica pensano che hanno davanti una donna, capace di accettare un cambiamento, forte, che non si butta giù per le pieghe che prende la vita. Capace di sostenere il proprio uomo. Naturalmente può non essere così ma, di norma, chi ha caviglie ben solide, riesce ad andare avanti nella vita attraversando anche tempeste.

Ok, ma torniamo a noi che non vorrei addosso l’ira di qualche maschietto amante delle caviglie sottili. La cosa grave è che le trasformiamo persino certe qualità, attraverso la chirurgia estetica o diete severe senza capire che, così facendo, quella parte di corpo diversa, non potrà più rispondere alla nostra natura. Sarà forzata, impoverita, stonata. Non sono contraria, a prescindere, alla chirurgia plastica dico solo che bisognerebbe valutare altro oltre all’apparenza.

Il nostro corpo è la splendida rappresentazione di una meraviglia. Alto, basso, magro, grasso, spesso,esile… la sua bellezza risiede anche nell’essere così vario perché, al mondo e dentro l’umanità tutta, c’è bisogno di ogni talento. I talenti sono tantissimi e la vita ce li dona tutti attraverso noi stessi e gli altri.

Impariamo a decodificare lo splendido corpo che abbiamo. Impariamo a comprendere che non è una scatola ma la pregiata pergamena da tradurre di un popolo antico. Una pergamena che contiene molti segreti.

Prosit!

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E’ tutta Fortuna?

 

Quello che voglio affrontare oggi è un argomento con un punto di vista prettamente personale che potete condividere come no.

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E’ un mio particolare modo di vedere questa cosa. A me personalmente, fa anche stare bene quindi, essendo che sono anche dell’idea che qualsiasi cosa che – fa star bene – è la benvenuta, benvenuto sia anch’esso.

Vorrei parlarvi della Fortuna.

fortuna

La Fortuna è indicata dalla lingua italiana come “buona sorte”. Ok. Ci può stare, ma che cos’è? Da cosa è composta? Da dove arriva? Piove da cielo? Questa è la concezione che diamo ad essa, un particolare meccanismo formato da non si sa bene cosa, che aleggia costantemente sulle nostre teste andando a zonzo a baciare di tanto in tanto…. chi? Chi è più bello? Chi è più bravo? Chi più ha sofferto? Mmmmhmm… E che criteri di scelta utilizzerebbe per questa sua cernita? Forse becca chi gli capita a tiro avendo una specie di volto bendato con tanto di nastro nero sugli occhi. Ma soprattutto, come fa poi a far accadere l’evento cosidetto – fortunato -? Troppo comodo dire “per caso!” non trovate?

Mi sembra sia solo perché non si sa dare una vera spiegazione. Anche perché parecchie filosofie, soprattutto di genere orientale, sono convinte nell’affermare che…. Il caso non esiste. Un motivo c’è sempre. E qui inizia il difficile. L’incomprensibile.

Già vi sento inalberarvi in quanto, se c’è un motivo per la buone sorte ci sarà dunque anche quello della sfiga sua antagonista. Io penso di si. Vi ripeto è un mio personale pensiero. E a me fa star bene. C’è chi per star meglio vive con gli angeli vicino, chi fa riti propiziatori, chi guerreggia ogni giorno come Don Chisciotte o chi fa entrambe le cose. Io vivo pensando che quando ci capita qualcosa, un motivo dietro c’è sempre.

Non esordite ora con domande spacca-schermo tipo “allora qual’è il motivo che a me mi è venuto a mancare Tizio o Caio…” perché vedete, dal punto di vista universale, la morte non è vissuta come la viviamo noi; così come non è vissuta allo stesso modo nostro, da altre popolazioni che condividono il nostro stesso pianeta. Per cui, il soggetto “morte” sappiate che è soggettivo e, come seconda cosa, la morte sarà un argomento che sicuramente affronterò in altre occasioni ma non questa. In questo articolo desidero parlare della Fortuna. E desidero anche non darle tutti questi meriti che siamo abituati a rivolgerle.

Ma insomma, pensate davvero che voi, esseri speciali quali siete, formati da un’anima, un corpo, uno spirito, una pische, intelligenze, emozioni, capacità di attrazione, pensieri, istinti, non c’entrate proprio nulla??? Siete davvero convinti che tutto ‘sto popò di roba quale siete sia solo uno spreco che cammina, lavora, parla, mangia, ama, s’incazza, etc… etc…? Ma io non credo proprio.

Mi accuserete, non conoscendomi, di avere un Ego particolarmente alto ma sottovalutarsi così mi par davvero offensivo per quel che siamo, cioè, una delle cose più belle di questo Universo. Oggi, non vi voglio fare esempi. Vi lascio semplicemente queste parole che potranno forse portarvi a riflettere. Continuerò il discorso e allora probabilmente, capirete meglio cosa intendo dire. Sappiate solo questo, la Dea Bendata, è una simpatica, allegra, meravigliosa, appagante amica che stupisce ogni qual volta viene a trovarci ma lei è lei. Voi siete voi. Qualcosa di magico e di grande, e di inspiegabile c’è sicuramente ma anche voi siete magici, fidatevi.

Prosit!

photo aforismi.meglio.it