Come riescono realmente le Frequenze a modificare la nostra Vita

Quando ero più giovane ricordo che a scuola odiavo letteralmente le materie scientifiche, non me ne vogliano i docenti di tali dottrine ma così era. Ero molto più portata per quelle umanistiche che permettevano, a mio avviso, di spaziare di più, di raccontare, c’erano meno recinzioni attorno, meno regole da ricordare a memoria e meno calcoli da dover fare.

Matematica, chimica e fisica le detestavo proprio.

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Col tempo, crescendo, sicuramente sarà capitato anche a molti di voi, i miei gusti cambiarono. Facendo la scuola di Estetista Professionale dovetti entrare nel mondo della chimica obbligatoriamente per studiare le componenti di un cosmetico e per comprendere al meglio il funzionamento del corpo umano perché tutto è chimica, anche le cose che definiamo “naturali”. Iniziai così ad apprezzare molto quella materia e mi veniva quasi facile studiarla. I vari calcoli, di scomposizione ed elettroni, meritavano da parte mia sempre un certo tempo di ragionamento ma poi mi riuscivano quasi come per magia e la soddisfazione era molta.

Stessa cosa per la matematica che non adoro ancora oggi ma comprendo di più. Essendomi poi appassionata alla numerologia mi sono resa conto di come i numeri davvero fanno parte della vita e non è poi così difficile mettere in pratica alcuni esercizi.

La fisica però, collegandosi alle filosofie che da tempo studio, mi ha davvero appassionata. Non sono in grado di fare tutte quelle operazioni strane piene di proprietà e grandezze varie, no, non ci capisco nulla, ma la sua teoria mi affascina.

Le sue leggi mi incantano e quelle appartenenti alla Fisica Quantistica ancora di più. La Fisica Quantistica, o Meccanica Quantistica, è una branca della fisica tradizionale che studia prevalentemente l’Energia arrivando a stabilire che tutta la realtà è Energia e quantificabile in quanti ossia le particelle più piccole e indivisibili dell’Energia. Il fisico Max Planck fu il primo a scoprirle.

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Questa materia tratta di fenomeni ben determinati e reali, una cosa che mi appaga e, se vogliamo, mi coccola durante i miei esperimenti.

Sapere che quel dato fenomeno così è, e non può essere diversamente, è una sicurezza nonostante lo stesso Planck affermi che regole ferree non hanno modo di esistere. L’uomo dovrebbe accettare il fatto che non deve e non può capire tutto ma, al massimo, interpretare.

Prendiamo ad esempio la Legge di Risonanza, sorella se vogliamo della Legge di Attrazione, spiegata bene in un convegno da Fabio Marchesi, ingegnere in scienze applicate, dottore in informatica, ricercatore, scienziato e chi più ne ha più ne metta, che spiega come i fisici si siano accorti che la coscienza e il pensiero (e quindi anche le emozioni) vanno indicati come entità fisiche.

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Non sono aria fritta capite? Ebbene si, è davvero un argomento molto affascinante questo. Facendo i loro esperimenti con gli elettroni capirono che era come se quegli elettroni sapessero cosa dovevano fare, anzi era proprio così, avevano perciò una loro intelligenza e un determinato comportamento. Questa è scienza non è spiritualità.

La Legge di Risonanza solitamente viene illustrata attraverso l’uso di un diapason ossia uno strumento che genera la nota giusta alla quale tutti gli strumenti musicali si possono accordare. Se facciamo vibrare un diapason possiamo notare che gli oggetti circostanti non mutano (per lo meno ad occhio nudo) la loro forma o la loro stabilità ma, se accostassimo al nostro diapason un atro diapason (ossia un oggetto identico al primo, della stessa identica costituzione) ecco che anche lui inizierebbe a vibrare.

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Questo significa che quando una vibrazione incontra le sue stesse frequenze avviene una specie di “nascita”; nasce l’avvenimento.

Lo stesso esempio si potrebbe fare con gli ultrasuoni o infrasuoni. Alcuni suoni, definiti anche onde meccaniche sonore, non sono udibili dal nostro orecchio ma esistono. Lo sanno bene le zanzare, i pipistrelli e persino i nostri cani. Solo quando il suono raggiunge la frequenza adatta a noi il nostro orecchio riesce a percepirlo e nasce così l’avvenimento, l’udire. L’aver sentito. Altrimenti no.

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Cosa significa tutto ciò? Significa, come dicevo prima, che i nostri pensieri e le nostre emozioni, frequenze anch’esse, entità fisiche (!), faranno nascere l’avvenimento a seconda delle frequenze alle quali vanno a collegarsi.

Perciò, sembra impossibile, ma la scienza dice finalmente che: se io sono triste e produco pensieri negativi essi faranno nascere in me un’emozione negativa che andrà ad incontrare le frequenze negative intorno a me, le quali, in questo caso, non mi rimanderanno indietro un suono ma una situazione, un accadimento naturalmente triste.

Sarà quindi inutile ch’io passi il tempo a sperare di arricchirmi se mi piango addosso perché mi reputo povera, così come sarà impossibile ch’io riesca a stare in salute se ho paura delle malattie e mi preoccupo per quello che ascolto e vedo alla televisione.

Perchè, come dico sempre, è quello che realmente sentiamo dentro ad essere importante.

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Se voglio che mi accada una cosa bella dovrò mandare belle frequenze.

La Meccanica Quantistica ha dimostrato che tutto è possibile per l’Universo e nell’Universo, quello che impedisce agli uomini di credere al miracolo è la difficoltà che hanno come coscienza di credere ai miracoli.

La Fisica Quantistica quindi, spiegandola in questo modo, si dimostra utilissima nella nostra vita e nelle nostre giornate.

Ogni giorno che viviamo emaniamo dei pensieri e delle emozioni che andranno a congiungersi con determinate frequenze. Quando ci guardiamo allo specchio al mattino, quando prendiamo l’auto per recarci al lavoro, quando entriamo dal panettiere o andiamo in posta o controlliamo la cassetta delle lettere. Sempre, costantemente.

La Fisica Quantistica afferma che se impariamo a modificare i nostri pensieri essi andranno a collegarsi ad altre frequenze ed è semplicemente per questo che la nostra vita può migliorare. Ecco perché si dice che siamo noi a creare la nostra realtà. Perché è vero.

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Ed ecco perché un lamentante avrà sempre di che lamentarsi mentre un ottimista sarà sempre contento. Quando consideriamo qualcuno “fortunato” stiamo sbagliando. La fortuna non esiste, è lui che si è creato quella bella realtà.

Purtroppo gli schemi mentali, l’educazione che da sempre abbiamo ricevuto e la società in cui viviamo, non ci permettono di vedere la positività ovunque, ci hanno riempito di paure. Abbiamo paura di “farci male”. Ci viene subito in mente la frase – e se poi non andasse così?…-

Ma lo ripeto è solo questione di allenamento. Allenamento – Pazienza – Costanza. E’ un’esercitazione dura. Io stessa continuo a metterlo in pratica ma non demordo.

Prosit!

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Acufene – un messaggio che devi tradurre

Mi è capitato di scoprire ultimamente che numerose persone soffrono di un disturbo davvero sgradevole all’orecchio chiamato Acufene. Un disturbo conosciuto ma un tempo se ne sentiva parlare di meno.

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Innanzi tutto, in medicina, cos’è l’Acufene (chiamato anche, dal latino, Tinnitus)? Questa disfunzione, se così si può dire, in quanto sarebbe meglio definirla “condizione”, non è propriamente considerata una malattia e si tratta dell’udire, abbastanza costantemente all’interno dell’orecchio, dei rumori come fischi, o ronzii, o brusii che infastidiscono molto e causano una sorta di stress e una conduzione spiacevole della propria quotidianità.

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Le cause possono essere diverse e purtroppo, a volte, non si trova una cura efficace.

Come già sai però, in questo blog, si parla in modo diverso, prettamente psicosomatico, dei disturbi che ci colpiscono e quindi andiamo a capire il significato del messaggio che questa fastidiosa condizione ci vuole comunicare.

Pare infatti essere, per gli esperti di Medicine Alternative, un avvertimento che indica l’essere troppo sotto pressione nei confronti di quello che ci siamo obbligati o ci hanno obbligato a fare.

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Come vedi, si capisce subito che, anche qui dietro, c’è la paura.

La paura di non riuscire a raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato, la paura di non farcela, o di fallire. Il peso della responsabilità che senti. La preoccupazione di non risultare il migliore, di non arrivare a fine mese con lo stipendio, di non sentirti libero. Le motivazioni possono essere infinite. Devi andare avanti, contro tutto e tutti pur di riuscire nella vita, nel lavoro, e spesso ti ritrovi anche a soffocare emozioni e sensazioni pur di non cedere. Ecco che ciò che hai deciso di occultare e reprimere dentro di te, in correlazione con l’inconscio (parte della nostra mente), si immette in un canale interno (quello uditivo) e ci parla con la sua vocina (Acufene) a modo suo.

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Cosa ti sta dicendo la tua vera natura? In quel – bzzzzzz… bzzz… bzzz… fiiii…. fiiii… fiiii…. sshssshsssssh…. –  che percepisci, la traduzione è: – Ehi! Guarda che tu hai provato a sopprimermi ma io ci sono! Esisto! Faccio parte di te! Sono la natura che ti ha creato e alla quale appartieni! – si, perché non sono i soldi, il lavoro, le preoccupazioni familiari, la fama, le responsabilità manageriali che alla nostra natura interessano, a lei non può fregargliene di meno di tutto questo, lei vede solo che ti stai “ammazzando” per un qualcosa che è importante per la società in cui vivi, per una tua dignità, per una tua ambizione, per un tuo dovere morale, ma non per lei, ne’ per il tuo benessere.

E così ti parla, nella sua lingua incomprensibile e tu, non capendo, vai avanti per la tua strada.

I rumori che senti ti impediscono di udire altre cose molto importanti e addirittura, quando l’Acufene si aggrava, può persino portare alla sordità. Quasi come avere la testa nell’ovatta e non sentire più. Dovresti infatti chiederti cosa in realtà non vorresti più sentire, o meglio, cosa il tuo benessere non vorrebbe più sentire e cosa invece non stai ascoltando tu.

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Tu purtroppo, non stai dando ascolto alla tua stanchezza, allo spossamento che hai dentro. Le persone che soffrono di Acufene infatti, difficilmente si sentono l’animo libero e leggero e possono soffrire anche di altri disturbi connessi come: l’insonnia, l’ansia, bruciori di stomaco, mal di gola, respiro irregolare, labirintite. Assieme all’Acufene possono presentarsi anche le vertigini, in casi gravi, e il disturbo prende così il nome di “Sindrome di Ménière”.

Tutto ciò che è collegato al nostro orecchio, inoltre, è collegato al nostro equilibrio, un equilibrio sia fisico che mentale e, se la nostra bilancia pende più da una parte che dall’altra, si vive in assoluto disequilibrio tant’è che si dà importanza più a determinate cose che ad altre a nostro discapito.

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Le orecchie, come ti avevo riferito in questo post qui https://prositvita.wordpress.com/2015/08/10/parliamo-ancora-della-connessione-tra-reni-e-orecchie-ma-oggi-di-mezzo-ce-anche-il-cuore/ (ti chiedo scusa ma wordpress da qualche mese si rifiuta di farmi linkare in modo diverso) sono collegate anche al cuore (sede della Passione e di come si affronta la vita) ma soprattutto sono collegate ai reni sede della nostra vitalità e dell’emozione Paura.

Come afferma la Dott.ssa Claudia Rainville, studiosa di Metamedicina che spesso ti ho nominato, chi soffre di Acufene è però anche molto coraggioso e, attraverso i miei studi, ho potuto appurare che è vero. Ci vuole infatti coraggio per affrontare la vita in questo modo e per trattenere, pur sbagliando, determinate emozioni. Chi soffre di questo disturbo è di solito molto responsabile e si fa carico di pesi insopportabili per molti. Riesce a dirigere grandi aziende, o grandi famiglie, senza chiedere mai aiuto a nessuno anzi, è sempre circondato da persone che si appoggiano molto a lui/lei. Non conosce la pigrizia in certi settori e non manifesta il suo dolore o lo fa molto poco. Autolesionandosi però.

L’Acufene ti sta dicendo tutto questo in quel baccano che senti. L’Acufene ti sta consigliando di lasciar andare, di “sbattertene di più le balle” come si dice.

Di pensare meno all’apparenza o a quello che gli altri possono pensare di te. Fregatene di essere il migliore in quel campo, cerca di essere il migliore per te stesso. Cerca la leggerezza, la beatitudine. Affidati alla vita, all’Universo, con fede. Staccati dalle responsabilità e dalle questioni che ti opprimono e non trattenere ne’ i sentimenti, ne’ le emozioni. Non aver paura di scoprirti, di renderti vulnerabile, abbassa lo scudo.

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Dissetati di serenità e non mentire a te stesso. Se soffri di Acufene, non sei sereno. Non fare il sordo che non vuol sentire!

Ti auguro una buona traduzione.

Prosit!

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Parliamo ancora della Connessione tra Reni e Orecchie ma oggi di mezzo c’è anche il Cuore

Tempo fa, qui vi parlai di come i nostri Reni e le nostre Orecchie sono strettamente collegate. Vi raccontai di come già in antichità si valutava questa connessione tra le parti e vi parlai dell’Auricoloterapia. Accennai anche a vari disturbi dell’Orecchio che, spesso, indicano anche la salute dei nostri Reni. In quest’altro articolo qui parlando della voce invece, avrete potuto capire come anche il nostro tono e quindi anche il nostro udito sono sempre collegati ai Reni. Chi urla, può avere i Reni intasati, questo è quanto ma, se in questo post sulla voce mi sono limitata a parlare dell’alimentazone, oggi vi svelo come i Reni possono essere anche intasati dalle nostre Paure o dalla nostra mancanza di vitalità. Essi infatti sono la sede della Paura e della vitalità di una persona. Non solo, in essi è governata anche la nostra voglia di attività sessuale. Come vi ho spiegato diverse volte, le nostre emozioni negative intaccano diversi organi: la tristezza i polmoni, l’ansia lo stomaco, la rabbia il fegato… ebbene, la Paura i Reni. Paura intesa anche come semplice Paura di vivere e andare avanti nella vita e credetemi, in molti, anche se solo inconsciamente, la provano. Paura di non avere abbastanza soldi, paura di fare una cosa malfatta, paura di non avere il sostegno di determinate persone a noi vicine, paura di perdere quello che hanno, paura di non essere accettati e potrei andare avanti all’infinito. Senza che noi ce ne accorgiamo, la Paura governa le nostre giornate, i nostri mesi, i nostri anni. Quando questa Paura assume un determinato spessore, ne risentono anche i Reni che si intasano e si affaticano come se fossero carichi di tossine. Quasi si bloccano senza più fare il loro dovere. Sono filtri di pulizia e smettendo di lavorare, tutto il nostro organismo si “sporca”. Da qui ne deriva anche l’eventuale mancanza di vitalità. Sovente capita che una persona molto apatica, svogliata, sempre stanca, abbia, oltre a delle mancanze di sali minerali, i Reni affaticati che la spengono. Se i nostri Reni sono in questo stato, ne risentirà subito anche il Cuore strettamente collegato a loro.

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Questo lo riconoscono anche i nostri medici occidentali che si sono precipitati a dare questa notizia http://www.corriere.it/salute/cardiologia/11_ottobre_19/cuore-reni-legami-sparvoli_8151c6ee-f009-11e0-afdf-a2af759d2c3b.shtml  ma, in Oriente, dove questa teoria è conosciuta da molto tempo, è stato trovato un vero e proprio canale di collegamento tra questi organi chiamato Chong Mài. Sarà così che il vostro Cuore, lo sentirete ribellarsi, scalpitare, soffrire. Attraverso battiti irregolari, palpitazioni, carenze… Perchè se si spengono i Reni, la passione, l’energia, la vita che stanno dentro al Cuore, si spengono anch’esse e il Cuore, giustamente, si ribella. Non gli sta bene! Vi inizierà a comunicare di non vivere immersi nelle paure della vita. Vi chiederà di vivere a giornata! Quella giornata come se fosse l’ultima! Esagerata forse come esclamazione ma rende bene l’idea. Lui vuole emozionarsi, scalpitare, galoppare come un cavallo libero. Gli elementi ai quali diverse filosofie affiancano i nostri organi, e questo è davvero importante, sono: il Fuoco per il Cuore e l’Acqua per i Reni. Notate niente? Se i Reni non stanno bene “piangono” come piangerete anche voi perchè siete tristi. Emanano e producono Acqua nella ricerca di idratarsi, sanarsi da quella durezza nella quale si trovano. Ma così facendo, “allagando il nostro organismo” spegneranno il Fuoco. Il Fuoco del Cuore. Il Fuoco della Vita. E ma allora in tutta questa storia cosa c’entra il nostro amico Orecchio che torna in scena? Il campanello d’allarme dei nostri Reni o delle nostre Paure, dei nostri timori, vi ricordate? Otite, prurito, tappo di cerume, sordità, acufene, vertigini, sono tutti disturbi dei quali spesso siamo vittime. Ne vogliamo analizzare qualcuno?

ACUFENE (un rumore interno prodotto dall’orecchio tipo un sibilo o un ronzio. Un disturbo che si collega molto anche con il nostro equilibrio e, per cui, anche con l’equilibrio vitale): ci stiamo forse rifiutando di ascoltare la sofferenza o lo stress che ci portiamo dentro?

VERTIGINE (la sensazione di cadere, di perdere l’equilibrio. La sensazione che il mondo intorno a noi si muove): stiamo forse cercando di andare avanti nella vita nonostante tutto ciò che ci fa star male?

OTITE (un’infiammazione spesso dolorosa che colpisce il più delle volte l’orecchio interno): abbiamo forse “udito”/vissuto qualcosa che non avremmo voluto sentire e che ci ha spaventato, destabilizzato, regalandoci rabbia o tristezza?

Tutti sintomi che rispecchiano le nostre Paure. Paure che porteranno altre emozioni come l’ira, la frustrazione, l’ansia, il panico, la malinconia. Come avete visto, in questo articolo non si parla di cibo e di coltivare in salute i nostri Reni attraverso un regime alimentare sano bensì, si parla di vivere, o per lo meno provare a vivere, senza farsi attanagliare dai nostri timori spesso inculcati in noi già da quando eravamo bambini da educazioni e moralismi che a volte vanno contro natura. Obbligati a lavorare come schiavi rinunciando a svaghi e famiglia pur di mantenerci, obbligati a soli 6 anni a stare 8 ore seduti composti in un banco di scuola e iniziare a dover dare il meglio di noi. Obbligati a sottostare e subire vere violenze psicologiche il più delle volte prodotte da persone che ci circondano ancora più spaventate di noi fondamentalmente. Proviamo a liberarci da questi schemi, da questi vincoli, da queste imposizioni. Per lo meno dove si può. Cerchiamo di vivere il più liberamente possibile se vogliamo stare bene. la-via-della-gioia

Come il cavallo, a forma di Cuore, che risiede in noi e aspetta solo che gli vengano tolte le briglie. I Reni sono silenziosi. Non vi faranno mai capire che stanno soffrendo finchè non arrivano alla fine della sopportazione quando a volte può essere quindi molto doloroso.

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Prosit!

photo ladialisiperitoneale.it – direzionebenessere.com – vvox.it

Orecchio – campanello d’allarme del Rene. Un piccolo corpo umano in miniatura.

L’Orecchio è il nostro organo uditivo. Rileva le onde sonore ed è formato da tre parti, quella esterna, quella media e quella interna.

Secondo alcune filosofie orientali esso è, per ognuno di noi, grande quanto un nostro rene e chi ha problemi all’udito o parla a voce molto alta, potrebbe avere i reni sovraccarichi o stanchi. Infatti i reni, sempre per gli orientali, sono la sede delle nostre paure e della nostra vitalità. Un’Orecchio che prude, o fa male, ci sta praticamente dicendo che i nostri reni stanno chiedendo un po’ di pulizia e non solo attraverso un’alimentazione più corretta ma anche dal punto di vista del nostro – affrontare la vita -. Trovo questo discorso particolarmente affascinante per cui lo riprenderò sicuramente in futuro.

Oggi però vorrei presentarvi una pratica che, se eseguita da persone esperte e serie, mette in relazione questi diversi settori che, alla fine, tanto diversi non sono. Tra le varie filosofie alternative ma soprattutto tra le varie riflessologie che si conoscono, in quanto non esiste solo quella plantare, c’è l’Auricoloterapia. Forse tra le meno note.

Già da come si può osservare nelle immagini, si può chiaramente vedere come la forma del nostro padiglione auricolare, assomiglia tantissimo alla forma di un feto completamente formato, un piccolo essere umano ancora all’interno del grembo materno.

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In tutto se stesso. Comprendendo tutto il suo corpo che, raggomitolato su se stesso, assume la forma appunto di una nostra orecchia. Una bella coincidenza per chi crede alle coincidenze! Ma allora, tutto questo conterà qualcosa? Per alcuni esperti in questa medicina considerata non convenzionale, sembra proprio di si. Essi sono professionisti in questa tecnica la quale permette di trattare, da una sola parte del corpo, tutti gli altri punti che costituiscono il nostro fisico e il nostro organismo. Trattare prevalentemente per migliorarne le funzioni.

Le idee sono discordanti in campo medico ovviamente, ma conoscerla è lecito e ve la voglio presentare.

Venne di nuovo a galla nella nostra cultura quando, in Francia, il Dott. Paul Nogier, capì attraverso scritti e ricerche che, già dai tempi di Ippocrate, degli Egizi e della Medicina Popolare, questa tecnica era molto diffusa. Proprio Ippocrate, nel trattato “Delle arie, delle acque e dei luoghi“, ci riferisce come questo metodo fosse utilizzato dai Cavalieri Sciiti per contrastare prevalentemente i dolori causati dal loro cavalcare giornaliero. Si diceva che il suo scopo era terapeutico in quanto, attraverso la palpazione del padiglione auricolare, si poteva “sentire” quale era l’organo o la parte del corpo che faticava a funzionare al meglio e, attraverso punture di aghi sottilissimi o ancora, microincisioni e massaggi, lo si stimolava.

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Questo faceva si che si potessero diminuire anche i sintomi di varie allergie o fastidiosi malesseri come l’obesità e i forti emicrania. Perché? Perché tanti disagi arrivano proprio dalle nostre paure o dalla nostra iper/ipo attività vitale. Ecco il rapporto.

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Non è però da confondere con l’Agopuntura in quanto quest’ultima lavora trovando i punti specifici attraverso i meridiani che invece nulla hanno da vedere con l’Auricoloterapia. Non solo, nell’Orecchio è custodita tutta la nostra fisiologia. E’ così per la mano, per il piede, per il viso, per la schiena, questo a dimostrare che nulla è diviso o a sé. Siamo un tutt’uno e tutto riporta ad altro.

Lo scopo di questa dottrina, così come le sue simili, sta nel cercare di porre rimedi salutari evitando di dover assumere quantità elevate di farmaci o sottoporsi a invasivi interventi che si sa, possono farci bene da una parte ma farci male dall’altra. E’ un’ulteriore possibilità di scelta. E vuole anche farci capire come sia grande la correlazione tra le nostre diverse parti del corpo. Per cui ricordate, non sottovalutate mai un sintomo dato dal vostro Orecchio, non perché sia qualcosa di grave ma semplicemente perché vi sta avvisando che qualcosa in voi deve cambiare in meglio. Qualcosa a volte di più intimo e profondo. Che non è facile conoscere. Ma sappiatelo, ci sono persone intorno a voi, se le cercate, che possono accompagnarvi in questa ricerca, dandovi il giusto sapere per arrivare a un dunque.

Prosit!

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