Oltre il varco d’Ortiche… le Peonie Selvatiche – l’Amore Universale

OSTACOLI – BELLEZZA – DIFFICOLTA’: CIO’ CHE VEDI FUORI E’ DENTRO DI TE

Osservare il mondo con gli occhi dell’Anima…

Dopo aver camminato a lungo sulle mie montagne, godendo di panorami spettacolari, durante questa primavera inoltrata che si manifestava in tutta la sua bellezza e sotto la luce di un nuovo giorno, io e due miei amici arrivammo in un luogo unico nel suo genere, dove un bivio permette una sosta a picco sull’infinito.

Grazie a questa diramazione di strade si può raggiungere la vetta di uno dei monti più significativi delle mie zone oppure si può attraversare una gola dal particolare e aspro fascino.

Per arrivare alla parte alta di questa gola occorre varcare quello che può sembrare un portale a forma di utero, delineato da due falesie severe che lasciano un passaggio non molto largo nel quale nascono ortiche. Un passaggio davvero interessante da osservare in modo spirituale, scendendo in profondità anche dentro di noi.

Da una parte, la roccia di destra, presenta delle insenature nelle quali si può trovare riparo all’occorrenza, dall’altra, la roccia di sinistra, continua formando quella che sembra una grande vagina, simbolo da sempre celebrato, soprattutto dai popoli più antichi che hanno vissuto prima di noi questi luoghi. La parte del corpo dalla quale nasce nuova vita. La Madre Terra.

La Madre Montagna, attraverso il culto femminile e del femminino sacro.

Superato questo varco e percependo sempre che – camminare nella Natura significa camminare dentro di noi -, il coraggio non può ancora venir meno.

Un sentiero strettissimo e senza protezione a valle, realizzato da chi su queste montagne doveva nascondersi in tempo di battaglia, difendersi e difendere il territorio, diventa meta di impavidi. E’ un percorso antico, ottenuto rompendo la dura roccia alla fine degli anni ’30 del secolo scorso. E’ oggi dissestato in alcuni punti e, in altri, diverse frane ne hanno ostruito il passaggio.

Quanti messaggi da questo ambiente un po’ ostico che non è solo un luogo alpino, è anche visione dell’anima e ci sta dicendo tanto, descrivendo le pagine della nostra vita più nascosta.

Le precarie condizioni nelle quali oggi si mostra potrebbero far rinunciare molti, eppure, nonostante tutto, voglio proseguire. Anzi, adoro queste zone più selvagge.

Supero quindi tutto quello che vi ho appena descritto, di materiale e no e giungo dove, in alcuni punti, i massi ruvidi e brulli, lasciano il posto al verde. Ed è qui che scopro una meraviglia.

Si tratta della fioritura delle Peonie Selvatiche che hanno esultato in tutto il loro splendore proprio in questo periodo. Un fiore che non si trova ovunque e che, nella mia provincia, nasce solo in determinati luoghi.

Io non le avevo mai viste, questo è importante da dire. Sono apparse a me (ricordiamoci che ogni messaggio è personale anche se si fosse in cento) in un momento davvero particolare: quel giorno era il giorno del mio compleanno.

Non potevo ricevere regalo più bello. La Natura mi ha festeggiato in un modo spettacolare e sono ancora piena di gratitudine nei suoi confronti.

Nel mondo materiale in cui viviamo, il giorno del compleanno, per una persona, è sempre un po’ un “traguardo”. Una specie di tappa. Un traguardo verso il quale, a volte, si formulano persino dei propositi. Il mio era lo stesso dell’anno precedente, il quale ha fatto un po’ cilecca e quindi ho voluto riprovare, arrivata alla soglia di un’età che mi stava dicendo – Pensi di aspettare ancora molto??? -.

Volevo amarmi. Amarmi più di quello che stavo facendo e amare il Tutto, incondizionatamente, molto di più di quello che riuscivo a fare. Amarsi è la cosa più bella ma anche più difficile che un Essere Umano possa riuscire a fare.

Sappiamo tutti che la Rosa è la Regina indiscussa del giardino ma se vogliamo parlare di Regina tra i fiori occorre nominare proprio la Peonia. Il fiore tra i fiori. Il fiore simbolo dell’Amore Universale. L’Amore Incondizionato. La più grande forza ed energia che… – …move il sole e l’altre stelle – (Dante Alighieri). Che permette la vita dell’Universo.

L’Amore dell’Uno è la linfa vitale dell’Universo ma per quanto riguarda le particolarità della Peonia sono così profonde e ampie da andare ancora oltre e toccare molti figli di questo Amore come l’abbondanza, la prosperità, l’onore, la nobiltà d’animo e l’affetto.

Dopo aver sorpassato un punto molto interessante da tradurre attraverso la lingua della spiritualità e della Legge dello Specchio (utero, ortiche, ostacoli, sentiero pericoloso…) ho trovato la meraviglia. Una meraviglia fisica, data da questo stupendo fiore dal rosa intenso, grande, con petali delicati al vento ma resistenti e una meraviglia spirituale suggeritami dal suo significato.

Si dice che questo fiore abbia la capacità di influenzare in positivo la vita delle persone che hanno il piacere di vederla, ovviamente perché porta con sé le energie buone menzionate prima. Io ne ero circondata.

Il suo stesso nome “Peonia” deriva da “Paeonia” che significa “Pianta che risana”. In alcuni culti antichi si usavano le sue radici per curare molti mali, come una panacea e nella mitologia rendeva immortali.

Un compleanno interessante. Un nuovo gradino raggiunto da salire nella mia vita, nella materia e in altre mie dimensioni, l’aver saputo superare una zona che può apparire critica per godere della bellezza che l’Universo è sempre disposto a offrirci… messaggi compresi.

Prosit!

Chiedi a Madre Terra di tenerti per mano

Chi mi conosce sa che una delle mie più grandi passioni è girovagare in lungo e in largo per la montagna e, camminare in montagna, in base al territorio, può anche rivelarsi pericoloso.

Spesso si procede su sentieri stretti e disconnessi, senza protezione a valle e pieni di tranelli lungo il cammino. Ma qualsiasi punto di una strada montana, come qualsiasi punto di una città, può risultare pericoloso se non si fa attenzione. Ed è sempre bene, tra l’altro, non sfidare mai la Natura ne’ prendere sotto gamba il suo manifestarsi complesso.

Io mi riferisco in particolar modo a questo luogo alpino, pieno di natura, perché amo molto stare in lui ma ciò che sto per dirti sarebbe da mettere sempre in pratica.

I troppi pensieri, le distrazioni, le preoccupazioni posso impedirci di rimanere centrati e basta un attimo per mettere un piede in fallo e rischiare di farsi davvero male.

Per questo, oltre a rimanere centrata il più possibile, immaginando i miei piedi sempre ben saldati a terra, chiedo anche a Madre Terra di sorreggermi, o quantomeno proteggermi, in caso di caduta. E’ viva, è un essere vivo, non distaccato da noi, quindi ci sente benissimo ed è ben lieta di aiutarci. Inoltre ha un’intelligenza sopraffina, molto più geniale di quello che possiamo credere.

Ma andiamo con ordine. Innanzi tutto cosa significa centrarsi? Non vuol dire restare concentrati sulle nostre gambe senza più potersi godere quel mondo fantastico, semplicemente, significa mantenere collegata una parte del nostro interesse ai nostri piedi. Per fare questo occorre allenarsi alla Presenza, al vivere il Qui e Ora che spesso vi ho spiegato, per rendersi ben “svegli” e non i “dormienti” che spesso siamo anche se fuori dal letto.

Occorre sapere dove stiamo passando, sentire il terreno sotto la suola dei nostri scarponi, sentirne ogni sassolino, le eventuali vibrazioni, la morbidezza dell’erba… ad ogni passo, facendoci caso. Essendo lì. Essendo i nostri scarponi. Le prime volte è faticoso. Mantenere un’attenzione divisa non è semplice. Il nostro cervello dovrà decidere se farci sentire il terreno sotto ai piedi, o farci ammirare l’uccellino che si sta librando nel cielo, o il panorama. Col tempo, però, la mente allenata imparerà a fare questa specie di scissione e non ce ne renderemo neanche conto. Non faremo nessuna fatica.

Ma la cosa più importante da fare è chiedere alla Terra stessa di tenerci in piedi. Di proteggerci. Proprio come lo si chiederebbe ad un’amica. Come un bimbo che chiede al proprio padre di tenerlo mentre vuole provare a salire un gradino. Non c’è differenza.

Ognuno può effettuare la sua domanda come meglio crede, purchè questa sia ben chiara. L’energia della Terra, e della Natura tutta, deve ben comprendere che cosa vogliamo. Inoltre, non dobbiamo ne supplicare, ne pregare, l’importante piuttosto è ringraziare.

La richiesta deve avvenire come una sorta di ordine gentile. Non dev’esserci in noi autorità ma nemmeno la mancanza della dignità, quindi evitiamo frasi come – Madre Terra, per favore, se puoi, non farmi cadere… (tipo: se merito la tua grazia…) -, ‘ste parole patetiche non troveranno riscontro, ci vuole decisione e azione per ottenere in cambio quello che vogliamo. Avete mai visto un Mago o una Strega titubare, pieni di speranza, mentre effettuano un incantesimo convinti che ciò che comandano si concretizzerà immediatamente? Bene. Quindi una richiesta valida potrebbe essere questa – Madre Terra! Tienimi e sorreggimi con le tue grandi mani! Tra le tue forti braccia io sono protetta e al sicuro, nulla di male può accadermi! Grazie infinite, con tutto il mio cuore! -. Si nota una leggera differenza vero? La gratitudine sincera è la chiave di tutto.

Non usciranno mani a trattenerci le gambe o a prenderci a braccetto, semplicemente, grazie a determinati movimenti energetici, eviteremo di farci troppo male.

Ora, che sia chiara una cosa, questo non significa che non cadremo più. Se la nostra Anima richiede una caduta questa avverrà ma qui si finisce a parlare di un discorso molto più vasto che comprende tutto il nostro vivere consapevole e che per impararlo ci vorrebbe un intero corso di Alchimia Spirituale che dura mesi interi. Qui si sta parlando di un semplice esercizio che chiunque può fare per evitare cadute rovinose.

Attenzione anche ad un’altra cosa. Aver paura di cadere porta ovviamente a cadere. Continuare a pensare che questo esercizio può funzionare porta a cadere. Preoccuparsi del fatto che questo esercizio possa funzionare oppure no, porta a cadere. In ogni modo e in ogni forma, se decidiamo di dare nutrimento alla caduta, che sia un nutrimento positivo o negativo, essa avverrà. Questo significa che bisogna decretare la nostra richiesta a Madre Terra e poi non dobbiamo pensarci più. Anche per questo ci vuole allenamento.

Come ho detto a inizio articolo, la Terra, con la sua magnificenza, è ovunque, quindi possiamo provare a esercitarci in questo anche quando andiamo a lavorare o a fare shopping soprattutto se siamo persone magari sbadate o che si inciampano spesso.

Iniziate! Vi troverete molto bene.

Prosit!

Animale Guida – Come si usa? E se è disgustoso? – parte 2°

Bene, partiamo da dove eravamo rimasti. Occorre “diventare” il nostro Super Animale.

DIVENTARE LUI 

Devi innanzi tutto prendere confidenza con lui. Un po’ come fare amicizia con un nuovo cane.

Le prime volte ti dovrai dedicare a lui con un po’ più di dedizione poi tutto verrà veloce e spontaneo.

Chiudi gli occhi. Pensa intensamente ad un Topo. Nel primo articolo si parlava di lui. Osservane i più piccoli dettagli. Il pelo, i baffi, le piccole unghie, gli occhi lucidi. Prova, nella tua immaginazione, ad accarezzarlo, a farlo tuo. Quando senti di provare armonia verso di lui e ne inizi a percepire una sorta di connessione, dopo diversi giorni, prova a diventare lui. Non serve che ti trasformi, ti basta sentire lui dentro di te e tu in lui, divenendo il Tutto. Ora cerca di esistere come Topo. Il tuo cuore batte più veloce. Sei piccolo. Il mondo cambia prospettiva. Come senti? Come vedi? Dove vivi?

So che con certi animali questo può farti ridere se pensi a dove va a posarsi una Mosca e immagini di essere tu, ma è l’unico modo per diventare un tutt’uno con lei. In fondo, le Mosche, si posano ovunque, sui cadaver… ehm, no, scherzavo… sul formaggio! Va bene il formaggio?

Bene, ora che hai imparato a diventare lui salutalo, ringrazialo e amalo. Fallo di cuore. Adesso ordina in modo imperativo, ma non presuntuoso, al Topo, di concederti la o le forze che ti servono. Attento perché ogni animale ha anche caratteristiche negative come ti ho detto prima. Sii preciso. Devi conoscere molto bene il tuo. Se non ti trovi in una situazione allarmante, nella quale ti occorre velocemente diventare lui in tutto e per tutto per salvarti, cerca di valutare bene quello che ti serve. Il Topo infatti è anche troppo pignolo, rimugina in continuazione, ha paura, non si lascia mai andare… quindi scegli bene.

IL SUO MODO DI PARLARE

Se invece, diversi Topi, compaiono fisicamente nella tua vita e in modo significativo, può voler dire che non hai il coraggio di uscire dai tuoi schemi. Continui a crogiolarti nelle tue idee e nella tua zona di comfort, nonostante questa ti stia facendo soffrire e ti stia tarpando le ali solo perché hai paura dei cambiamenti. Ecco… i Topi possono prevalere, diventare una piaga, rosicchiare tutto (che equivale alle emozioni che ci corrodono dentro di quando vorremmo vivere diversamente ma non lo facciamo). Sono impertinenti, astuti, tradizionalisti.

Come farai, quindi, ad usare il Topo in tuo aiuto?

Se hai il Topo come Animale Spirituale e lo hai scoperto dopo una ricerca seria (e non tirando i dadi a FaceBook) è perché è il Topo che ti serve. Pertanto, studiane bene la natura. Conoscendolo a menadito saprai immediatamente invocare ciò di cui hai bisogno. Fallo. Fallo concentrandoti. Respira profondamente ma non respirare solo aria, respira quell’energia. Domanda e continua a domandare. Se non sei ancora un Mago non ti basterà schioccare le dita una sola volta. Continua anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Una o due volte al dì. Non diventare assillante. Insistere significa non aver fiducia di ottenere quello che si desidera tu invece dovrai darlo per scontato. Quel domandare dovrà, come ti ho spiegato prima, essere un ordine gentile, accompagnato da ringraziamento sincero. Gentile, non umile.

LA METAMORFOSI

A furia di fare questo diventerai lui. Stessa cosa vale con Puma, Leone, Gatto, Orso, Cervo e via discorrendo.

Non dimenticare di ringraziarlo anche dopo aver ottenuto il successo. Non aspettarti un successo fatto e finito fin dalla prima volta ma anche un impercettibile, minuscolo passo avanti è da considerare meraviglioso.

Durante le tue giornate, ogni tanto, pensa al tuo Animale Guida. Accarezzalo, parlagli, ricordati di lui. Non permettere al cordone ombelicale che vi lega di avvizzirsi.

Penso di averti detto tutto. Non ti elencherò gli animali e il loro significato in quanto, in rete, su siti seri, puoi trovarne quanti ne vuoi. Mi preme di più prometterti che puoi riuscire. Puoi riuscire davvero. Molti lottatori, soprattutto orientali, sentivano crescere in loro l’Animale Totem in grado di aiutarli in quel combattimento e ne usufruivano tutte le potenzialità. Lo fanno ancora.

Prima di concludere questo lungo discorso, mi sembra però doveroso consigliarti anche come puoi trovare il tuo Animale Guida. Innanzi tutto lascia perdere (secondo me) quei gioco-test che trovi su riviste o in rete. Conoscere il proprio Animale Guida indica uno stile di vita particolare. È un qualcosa di spirituale e soprannaturale.

CONNESSIONE TOTALE

Innanzi tutto devi imparare a connetterti maggiormente alla natura tutta. Se sei una persona che solitamente non considera il creato che la circonda dovresti imparare a farlo. Il vento, le foglie, i fiori, la pioggia, gli animaletti, i tramonti, le atmosfere, gli alimenti e gli elementi naturali… sono tutte cose che devi cercare di vivere diversamente da come hai fatto finora.

È l’Animale a venire da te, non devi decidere tu. Attraverso la meditazione, o comunque il silenzio interiore, e l’intenzione di farlo giungere ce la farai. Impara l’arte della contemplazione delle piccole cose. Impara ad osservare e percepire la tanta vita che c’è attorno a te.

Inspira i profumi del mondo, soffermati su quei colori, sul volo degli uccelli, gli scatti degli insetti, il brillio delle pietre, la quiete della montagna, la tenacia delle onde del mare. Spiega a te stesso e al cielo di cosa hai bisogno. Pensa agli animali che conosci. Prova a passare le tue ore riflettendo sul mondo animale. Questo è utile anche per eliminare il chiacchiericcio mentale deleterio che ti accompagna. In qualche modo, il più adatto, si presenterà. Inchinati a lui e lascialo entrare dentro di te.

Non preoccuparti se le prime volte ti senti imbranato e maldestro. Lascia fare a lui. Fidati di lui. Chiedi-ordinando. Chiedi e ti sarà dato.

Prosit!

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Perché parliamo di Follia come se fosse una cosa Magica

A.A.A. FOLLIA CERCASI

Abbiamo letto spesso varie citazioni riguardanti i folli o la follia. In ultimo, quella di Steve Jobs che immagino tutti conoscete – Siate affamati, siate folli -.

Ne abbiamo fatto una sorta di motto prediletto, volendo andare un po’ contro corrente e comprendendo che, alla fine, molte delle persone considerate “matte” in altri tempi, erano in realtà pionieri di visioni che oggi andiamo ricercando, sgomitando tra schemi mentali e oppressioni che ci ingabbiano.

Ci siamo così ritrovati a voler essere folli. A voler passare come folli, come originali, irrazionali, unici… ma se mentre la maggior parte della gente collega il folle al pazzo, a colui cioè che non sta alle regole, che non vive guidato da schemi e che abita un mondo tutto suo, è bene comprendere che cosa significa anche, e più in profondità, essere folli. Perché, al di la’ di tutto quello che si può credere su Alda Merini (classico esempio) sarebbe davvero bello se tutti riuscissimo ad esserlo! E qui vi porto a delle mie personali riflessioni, forse un po’… folli.

La parola “folle” deriva dal latino “follem” e significa “pallone”.

Il pallone è un oggetto rotondo che rotola, rimbalza e va via. Può fare salti anche abbastanza alti, oltrepassando ostacoli e potendo così: VEDERE OLTRE.

Vi sarà sicuramente capitato di sentir pronunciare la frase – Avere la testa nel pallone -. Lo si dice a chi sembra confuso, disattento, assente… un folle in pratica! In quel momento più che altro.

DAL GELATO AI PASCOLI INCONTAMINATI

Il folle è proprio colui che riesce a vedere cose che altri non vedono. Un esempio di folle? Un bambino! I bambini sono tutti folli! Come simpaticamente racconta anche il Dottor Mauro Scardovelli in un suo video, un giorno, a un gruppo di bambini venne fatto vedere un cono gelato e venne chiesto loro – Che cosa vedete? -.

Naturalmente, dapprima, i bimbi risposero in coro – Un gelato! – ma quando gli venne chiesto ancora – E cos’altro vedete? – ecco che la loro fantasia iniziò ad accendersi, lentamente, ma mai fuori luogo.

Nessuno nomino’ alieni o sottomarini, ma iniziarono a parlare di gusti… e poi di latte… e poi di mucche… e poi di un prato verde…. andarono oltre, molto oltre, ma arrivando al principio. Al principio di tutto. Al principio di quel semplice, banalissimo gelato.

Ora, se dentro di me porto ad esempio il demone dell’invidia, sarà normale incontrare persone invidiose. Qualcuno dovrà pur farmelo vedere e dovrà pur farmi capire quindi come vivrei meglio senza quel mostro al mio interno.

Sarà così che, anziché prendermela con chi mi invidia, fermandomi lì, proverò anche a guardare oltre. Cosa mi sta suggerendo il comportamento di questa persona? Cosa rispecchia di me? Mi farò diverse domande, andando oltre, appunto. Oltre la banalità e quel che sembra, ma arriverò al principio, cioè dentro di me, dove tutto nasce e tutto si crea. Entrerò nella mia matrix (“matrice” che dal latino significa “madre – utero”). Entrero’ nell’inizio.

In questo modo avrò un sensore (in quanto dire pensiero è sbagliato perché riguarderebbe la mente) animico, cioè dell’anima. Infatti, quando si dice di guardare oltre, si dice anche, utilizzando dei sinonimi, di guardare: con gli occhi dell’anima, o di Dio, o di un bambino.

VIVERE COME SE’ SUPERIORE

Avete occhi ma non vedete, avete orecchi ma non sentite! – (Gesù)

Praticamente, avere un senso animico è  ben diverso dall’avere un pensiero duale e cioè che divide, mentre invece dobbiamo osservare un tutt’uno, perché è il Tutto e l’Uno. Solo.

Perché c’è differenza dal vedere e il percepire, dal sentire e il percepire, dal riflettere e il percepire. Dobbiamo essere. Accogliere. Essere con la pelle, con gli occhi, con le mani, con le orecchie, con ogni cosa… come un folle.

Un folle vive pienamente ciò che percepisce. Non nasconde, come chi non è folle, le sue emozioni. Il suo corpo stesso si muove in maniera diversa. Le espressioni del viso, la sua voce solitaria. Il folle non ha maschere e capisco bene che le maschere possono anche essere utili, a volte, ma non lo sono nei confronti di una personale evoluzione soprattutto perché, molto spesso, le maschere le usiamo addirittura con noi stessi.

La follia è magica perché ci avvicina al divino, ci permette di vivere ciò che siamo realmente, ci permette di essere bambini. Senza “immondizia” sopra i nostri cuori ad affaticarci il respiro.

Togliendo tutto ciò che ci “sporca” non può che divampare la magia che già è in noi e che magia non è, ma così la chiamiamo perché ci appare stupefacente a confronto di quello che siamo obbligati ad affrontare ogni giorno.

Ecco perché dovremmo davvero essere tutti folli. Almeno un po’.

Prosit!

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Come trovare sempre Parcheggio

COME UNO SCHIOCCO DELLE DITA

C’è un piccolo trucchetto per trovare sempre parcheggio e funziona anche nelle zone più trafficate.

Praticamente… basta immaginarlo! ….Noooo! Fermi! Non chiudete il blog, non spegnete il pc, lasciatemi spiegare, non siate suscettibili.

Infatti, non è così semplice. Chiarisco meglio.

Per qualche stramba struttura energetica non concreta ma sicuramente esistente (mi sento di dire oggi), che questa benedetta realtà esista o non esista (mille scienziati si stanno strappando capelli l’un l’altro, in ‘sto dibattito, ma noi sorvoliamo che abbiamo problemi più importanti come: quello di parcheggiare) quando immaginiamo una cosa, se la immaginiamo veramente bene e con tutte le nostre forze, essa si avvera. Scusate, ho sbagliato. Non è vero che si avvera se la immaginiamo. Si avvera se la diamo per scontata dopo averla immaginata.

Allo stesso modo, se io visualizzo un parcheggio e credo fermamente al suo esistere… tack! Eccolo lì, bello, libero e pronto ad aspettare proprio me. Eeeeh… lo so, vi vedo che state storcendo il naso ma funziona, che volete che vi dica? Dovevo forse evitare di scrivere questo articolo? Perché? Io ho la vita migliore con la mia auto e ho pensato potreste averla anche voi. Poi comunque è gratis eh? Potete provare, non vi costa nulla, ma ci sono delle regole da rispettare che, nel post, vi spiegherò. E se queste regole non le mettete in pratica non troverete nessun parcheggio quindi non venite poi a lamentarvi con me.

SIM SALA BIM IL PARCHEGGIO ECCOLO LI’

Partiamo in modo facile visualizzando i parcheggi sotto casa nostra che ben conosciamo e possiamo senza fatica renderli vivi nei nostri pensieri. Siamo in auto e stiamo rincasando. Senza rendercene neanche conto ci viene spontaneo pensare “ora dovrò girare un’ora per trovare un buco”. Ecco, questa è la prima cosa da NON fare (1° regola).

Con l’allenamento prima o poi si riuscirà a non far nascere in noi questa riflessione. Dobbiamo invece immaginare un parcheggio libero che sta aspettando proprio noi. Conosciamo bene quella zona. Non sarà difficile. Il difficile è governare al meglio la sensazione che si prova, in quanto, fate molta attenzione, non dev’essere una speranza ma una certezza (2° regola), cioè dare per scontato che realmente ci sia posto. Quel posto. È difficile ma anche per questo basta allenarsi. Ossia, se traducessimo con una frase il pensiero, quello scorretto sarebbe – Spero che quel posto sia libero. Sì sì… fa che lo sia, fa che lo sia, lo vedo… -. Quello corretto invece è – Quel posto è libero -. Come a recitare una sorta di decreto. Nel primo esempio infatti non si ha fede. Non si crede ciecamente. C’é la speranza e sperare vuol dire non darlo per certo. Nel secondo c’è invece una sicurezza piena, senza alcun indugio, senza giri di parole e questo si materializzera’. Lo ripeto, so che non è semplice ma col tempo diverrà un gioco da ragazzi.

Il luogo va immaginato bene, alla perfezione e nei minimi particolari (3° regola). Perché questo? Perché è come se già foste lì e già lo vedeste, questo implica indirettamente la sicurezza di averlo trovato che spiegavo prima.

Sarebbe bene anche aggiungere Gratitudine e Amore (4° regola) in quanto ringraziamo e amiamo la nostra parte superiore che abbiamo riconosciuto e tutte le forze sottili che ci hanno aiutato le quali adorano molto i – Grazie -, cioè la riconoscenza, e i – Ti amo -. In questo modo si riuscirà sempre a trovare parcheggio.

Beh… dai, non è poi così difficile, a livello di regole intendo. Ma, in realtà, è molto più facile a dirsi che a farsi. E’ un processo emozionale per questo molto ostico per noi. Appartiene anche all’inconscio, quella famosa parte di noi stessi che non vediamo e non conosciamo quindi ardua da sviscerare ed esaminare.

Da qui si diventa sempre più bravi e si potrà immaginare il parcheggio anche in un luogo sconosciuto visualizzando quel luogo sconosciuto (anche se non sappiamo com’è) perché a quel punto non conta più la zona in se’, a livello concreto, ma è da considerare la propria INTENZIONE INTERIORE colei che riesce a fare tutto. E’ praticamente la nostra bacchetta magica.

Vi accorgerete però che ci saranno momenti in cui… la bacchetta magica è come se non volesse funzionare. Quindi, quando invece abbiamo intoppi e non possiamo parcheggiare, nonostante il lavoro compiuto alla perfezione, che succede?

PERBACCO DEVO AVER RECITATO MALE IL MIO DECRETO!

Poi beh… poi ci sono le volte in cui parcheggio non se ne trova e basta, nonostante tutti i decreti del mondo e tutta la convinzione del mondo. Ecco, allora vorrei guardaste bene questa immagine che ho scattato io e l’ho scattata sotto casa mia, cioè l’ho scattata dove parcheggio sempre e comodamente la mia auto:

Chi decide che quel giorno il vostro decreto non vale nulla? L’anima? I corpi sottili? I vostri angeli custodi? Poco ci deve importare, l’essenziale è fidarsi e accettare di buonissimo grado! Ehm… ve lo consiglio vivamente! Chiunque sia non opera per il vostro male anzi…! Portate pazienza, non arrabbiatevi, non vi ostentate e andate a posteggiare da un’altra parte con il sorriso. L’indomani mattina eviterete brutte sorprese proprio come è accaduto a me che me la sono scampata per un soffio! Quello che vedete è il parcheggio, lo ripeto, nel quale io metto sempre l’auto. Tutte le sere…. Tutte le sere, tranne una. (Sorrido). E ringraziate! Sempre! Chi? Voi ringraziate! Ringraziate l’Universo!

Altre brevi regolette in pillole da tenere in considerazione prima di concludere del tutto l’argomento:

1- potreste trovare parcheggio nei pressi anche se non proprio nel punto preciso in cui l’avete visualizzato

2- potreste trovarlo dopo un attimo, quindi attendete, può essere che arrivi qualcuno a spostare la sua auto

3- non pensiate di imparare questa tecnica nel giro di una settimana dopo 30, o 40, o 50 anni che vivete con schemi mentali nel cervello che vanno da tutt’altra parte

4- tutto questo lavoro, e mi auguro di non essermi spiegata male, va fatto “di pancia” ossia è da “sentire in noi” anche se la visualizzazione la facciamo con la mente ma non è un lavoro mentale o solo di testa

ROMPERE I DUBBI

5- sappiate che per tanto che ci sforziamo, per tanto che immaginiamo, per tanto che pensiamo, le nostre visualizzazioni sono sempre “sporcate” dall’incredulità ed è proprio lei a remarci contro in questi frangenti; anche se siete certi di aver avuto una valida visualizzazione non si può mai sapere che cosa risiede nell’inconscio e anche se non lo si percepisce qualcosa a adombrato la nostra immagine del parcheggio, pertanto non prendetevela quando non saprete dove mettere la macchina

A me è successo più di una volta che stando in auto assieme ad altre persone completamente contro questa “teoria”, lasciandomi sopraffare dal loro scetticismo e paura di essere considerata idiota non sono riuscita a creare il decreto giusto. Tutta responsabilità mia, non voglio dare colpe a nessuno, voglio solo spiegare com’è semplice essere “inquinati” da sensazioni che ci fanno poi sbagliare. Anche la stanchezza fisica ad esempio, dopo un’estenuante giornata di lavoro, può contribuire alla non riuscita del volere.

Direi di aver detto tutto. Ora potete andare dove volete… tanto parcheggerete (quasi) sempre. Abbiate fede nel vostro potere.

Prosit!

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Il mio Intuito arriva prima… prima di Tutto

Prima anche della verità.

La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è una serva fedele. Noi abbiamo creato una società che onora la servitù e ha dimenticato i doni – (A. Einstein)

Mi sono un po’ stancata sì. E penso di parlare a nome di un popolo consapevole.

Mi sono stancata di quelle persone che non sono in grado di affrontare le conseguenze dei loro stessi gesti.

Mi sono stancata di quelli che piuttosto che prendersi la responsabilità delle loro azioni trovano più semplice e comodo infangare te, il tuo Intuito, il tuo sentire e, spesso, lo fanno anche maltrattandoti, aggredendoti.

Si sa… l’attacco spesso è la migliore difesa. Cercare di annientare colui che ti è nemico in quel mentre, che ti ha scoperto, ti ha spogliato e ora ti senti debole. Ma non è così che funziona.

Si sentono in grado di attaccare con violenza perchè ciò che dici non è dimostrabile ma qui non si parla del furto di un portafoglio e nemmeno intendo raccontare di determinate occasioni in cui ci si comporta in un modo piuttosto che in un altro a causa di imbarazzo o chissà cosa…

Oggi vorrei parlare del mio Intuito che non è migliore di quello degli altri; è solo ascoltato.

Purtroppo, e il purtroppo lo dico per chi mi è attorno, lui non ha mai sbagliato.

Se il tuo sesto senso ti manda segnali, fidati, lui ha già capito tutto prima di te, ascoltalo, lo ringrazierai – (M. Bertuzzo)

E’ stato confuso a volte, questo sì, e ho fatto tutto io, lo ammetto. Ma quando di inquinamento riesce a non riceverne, rimane puro, cristallino, limpido e… lampante. Molto leggibile.

E’ quando invece lo scambio con le paure che non lo comprendo. Quando lo copro di preoccupazioni che non lo vedo. Quando lo maschero con i timori, con la rabbia, con il fastidio, che diventa offuscato ma, altrimenti, è perfetto, senza errori, senza sbavature.

E quando è così incontrovertibile, m’infastidisce molto venga attaccato da chi vuole farmi cambiare opinione solo perché non è in grado di ammettere la propria colpa e soprattutto non è in grado, o non ha voglia, di rimediare.

Quell’arroganza mista all’accidia mi disturba fino quasi a nausearmi.

Stai mettendo in dubbio uno dei miei più grandi poteri a causa dei tuoi stupidi demoni. Vatti a combattere i tuoi mostri da qualche altra parte senza infangare la mia Magia e il sentire del mio Se’ Superiore.

Vi sembro esagerata e boriosa? Una che se la crede troppo? Beh… sbagliate. Come ripeto, questo incredibile e potente potere, lo avete anche voi e non dovete permettere a nessuno, nemmeno a chi dice di conoscervi benissimo, di metterlo in dubbio. E’ una delle più grandi forze che possediamo. E’ grazie a lui che possiamo essere magici, è grazie a lui che possiamo salvarci dalle situazioni, che possiamo porre attenzione.

Lo abbiamo addirittura più energico degli animali, noi che tanto amiamo i gatti e i lupi e i rapaci; ma non lo ascoltiamo, come se fosse impossibile che una cosa invisibile e impalpabile possa avere ragione e, molto spesso, non solo non lo ascoltiamo perché la vita che conduciamo ci impedisce di fidarci ciecamente di noi stessi, ma spesso non gli badiamo proprio perché decidiamo di essere vittime di altri che, in qualche modo e per qualche strambo motivo, in quel momento, consideriamo più autorevoli di noi. Può essere un marito, un collega, un amico, uno sconosciuto, chiunque. Per qualche strano e inspiegabile motivo, in quel frangente, ne siamo succubi e non ci ribelliamo.

A ribellarsi però è lui, il nostro Intuito, che dentro inizia a scalpitare, ce ne accorgiamo, inizia ad urlare e a sbattere di qua e di là ma noi… si pensa di sbagliare.

L’intuito vede sempre un attimo prima degli occhi e non sbaglia mai! – (Cit.)

Perché niente è più intuitivo del Cuore in noi. Ricordatevi sempre che la Mente … mente (verbo)! Appunto!

E’ la pelle a non sbagliare, è il nostro petto, sono i tessuti interni che si stropicciano o si distendono a seconda della sensazione. Movimenti che non possiamo comandare. E’ qualcosa che va oltre la mente, più su, e più dentro.

Contro l’Intuito, la razionalità e la logica, non possono nulla anche se utili in molte altre circostanze.

L’intuito non mente allorché ci bisbiglia “tu non sei polvere, tu sei magia!” – (Cit.)

E allora, a quelli che mi dicono – Tu non puoi sapere cosa c’è dentro di me! – rispondo – Vero! Io non posso sentire cos’hai dentro, ma posso percepire cos’ho dentro io. E quei sottili legami di frequenze che ci uniscono in questo istante, mi riportano esattamente ciò che provi tu. Si parla di connessione. Vuoi forse saperne anche più di lei? -.

Si tratta di riflesso. Di sensazione. Di collegamento energetico. Vogliamo smontare tutto questo, compreso leggi scientifiche e sensitive, conosciute da millenni, solo perché tu devi difendere la tua coscienza imbrattata? Orsù!

Prima di essere corpi siamo energia.

Prima di avere un’anima, siamo un’anima.

Prima di essere umani, siamo molto… molto di più.

Anche questo è: Amore per se stessi.

E’ una Crescita, è saper crescere. E’ un’elevazione spirituale e non è bello venga contrariata. E’ umiliante.

Imparare ad ascoltare il proprio Intuito significa maturare oltre che amarsi e, nonostante tutti gli errori che ancora posso fare, non cambierò percorso.

Uh! Che articolo stizzito ho scritto! Eeeeh… mi arrabbio anch’io a volte… ooooooh-yes!

Prosit!

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