Eppure sembrava proprio vero

“DIO – TV” NON DICE BUGIE

Possiamo davvero fidarci delle notizie che vengono date dai mass media? A questa domanda la maggior parte delle persone risponde un bel – No – carico di orgoglio come a voler sembrare di essere più lupi che pecore peccato però che, alla fine, le stesse notizie vengono condivise, ri-condivise, analizzate, prese in considerazione, divulgate, eccetera eccetera… fino ad appropriarsi di ogni spazio disponibile sui mezzi di comunicazione e social.

Alcuni di questi annunci riescono addirittura a EDUCARCI, a creare un nostro stile di vita.

Realizzano in noi schemi mentali, ci spaventano, ci rallegrano, ci rattristano. Hanno un potere indescrivibile nei confronti della nostra vita. Li studiamo persino a scuola, per anni (!) per poi scoprire che erano totalmente falsi. “Nuove ricerche hanno dedotto che invece…”… avete presente no?

Religioni, grandi personaggi, significativi fatti storici… insomma, parecchie news sono, e sono state false, eppure sono riuscite ad entrare nelle case di ognuno di noi e questo perché, anche se la maggior parte delle persone oggi dice – Io non ci credo! -, in realtà ci crede, ne parla e soprattutto non fa nulla per contrastare quella notizia ne’ per farla andare a morire.

Emmmappperchè la gente deve sapere! -. Ma cosa deve sapere? Un falso? Tu puoi affermare con massima certezza che quello che hai sentito e stai riportando è il vero? Ti stai assumendo la responsabilità di questo? No. E allora ho provato a raccogliere un po’ di prove che, attenzione, non sono la verità ma sono la dimostrazione che può esistere un contrasto inerente a quella determinata notizia.

Ora, è assolutamente vero che la scienza compie passi in avanti di anno in anno. È quindi ovvio che quello che si sa oggi non si poteva sapere ieri, ma quello che mi preme far comprendere è quell’assolutismo, quell’immenso valore che diamo, noi pubblico, a ciò che ci viene detto. Se non siamo in grado di entrare nel profondo di un tema scientifico, o medico, o politico, va bene, ma su molti altri argomenti cerchiamo il più possibile di evitare questo idolatrare tutto ciò che ci servono nel piatto. Quando ci dicono che è giallo per noi è giallo. Non vediamo altri colori. Non li vogliamo vedere perché il Gran Visir della televisione ci ha detto che è giallo e così sia. È sbagliato secondo me. Molto sbagliato.

CANE SI, CANE NO

Bene, al di là del fatto che siamo cresciuti tutti ingurgitando grandi quantità di fluoro e olio di palma, che oggi sono diventati i nostri peggiori nemici (chi ha ragione?) di tutte le belinate che ci sono state vendute (taaaaaante… mamma mia quante!) ne ho scelta una a caso, quella che riguarda la cagnolina Laika spedita nello spazio il 3 novembre del 1957 per fare da test e vedere cosa poteva accadere ad un astronauta mandato in orbita.

Molto probabilmente si tratta di una delle notizie con più contrasti e non li elencherò tutti.

Ok, fino a qualche anno fa ci è stato comunicato che la bestiola è morta senza soffrire e tutto il mondo era felice. Si, vabbè, un po’ storceva il naso per il fatto che si fosse usato un cane per esperimenti scientifici ma quando io ero bimba, ancora gli animali si potevano usare come test e tutto andava bene (condizione mentale). Poi qualcuno ha iniziato a dire che non era giusto e allora si sono creati movimenti contro questo modo di operare dell’uomo, movimenti così potenti che ora per venderti un cosmetico sono obbligati a scrivere sulla confezione “NON TESTATO SU ANIMALI” e tu ci credi (ahahhaha!).

Ma torniamo alla dolce Laika, giovane cagnolina di tre anni definita dai giornali – randagia – così faceva meno pena al popolo.

Come dicevo, fino a un po’ di tempo fa, ci hanno edulcorato la scena della sua morte. In pratica, Laika, avrebbe mangiato all’ultimo del cibo avvelenato, messo apposta lì qualora ce ne fosse stato bisogno e sarebbe morta immediatamente senza neanche accorgersene. A parte il fatto che, immediatamente, mi chiedo come possa accadere una cosa così. Ossia, Laika è un cane, ed è da sola nello spazio. Ha diverse scatolette di cibo (al gel) ma su una c’è scritto “AVVELENATO” e lei sceglie quella accorgendosi del pericolo e sapendo leggere?! Oppure no, forse Laika aveva tutto il cibo a disposizione, ma come mai non ha mai mangiato prima quello avvelenato? Mhmmm… considerando che la capsula era davvero piccola, di cibo doveva essercene ben poco… Oh! Ma certo! Sapevano che sarebbe morta subito! (Alcuni dicono 4 ore).

Ma andiamo avanti. Tolte le torture pre-partenza, per testare la reazione del suo corpo, e si parla di prove davvero terribili, pare invece che quando venne ritrovata, nell’aprile del 1958, al largo delle Antille, all’interno della capsula, quel suo corpo era completamente carbonizzato a causa di un surriscaldamento della cabina della navicella durante il rientro. (fonte mitidasfatare, 105.net, e molti altri). C’è però da dire anche che, tale capsula, nominata Sputnik2, non era destinata al rientro quindi già si sapeva che la cagnetta sarebbe morta tra le stelle e, attenzione, di disidratazione.

Beh, insomma, se andate a fare ricerca su questo fatto noterete davvero molte incongruenze; gli stessi siti che ne parlano asseriscono spesso “…furono rese pubbliche varie versioni in parte anche contrastanti fra di loro”. (fonte wikipedia e molti altri).

Non posso riportarvi tutto qui in un articolo. Il fatto è: chi ha ragione? Chi dice il vero (che è poi quello che noi vogliamo)?

E poi… questa Laika, ma davvero è andata in orbita???

VERO O FALSO?

Non avete mai notato come, a volte, pare davvero strana la ripresa di un video? Ossia, non vi viene mai da dire “ma come poteva, quella persona, riprendere in un momento come quello?” oppure “ma in un caso come quello lui riprende?”, “ma proprio lì in quel momento?”.

Possibile ci sia sempre il fenomeno coraggioso che sta lì e riprende tutto con il telefonino anziché scappare come qualsiasi altro essere umano? Il – sempre – un po’ stroppia.

Questa non è una questione di “bufale” o “fake news” come si usa dire. Qui si parla di masse educate in un certo modo e poi condotte in un altro senso.

I Vaccini, fanno bene o fanno male? Se hai il diabete puoi mangiare carboidrati o no? L’uomo è andato sulla Luna? I tumori sono incurabili? Il latte fa bene o fa male? Davvero devo bere due lt di acqua al giorno? Michael Jackson è morto veramente? Il pianeta Terra è malato? Quante donne davvero vengono uccise ogni giorno? Basta un bacio per trasmettere quella malattia? Dopo aver mangiato puoi fare il bagno? I Vangeli sono solo quattro? Gesù è esistito o no?

Abbiamo prove che dicono… niente, lasciamo perdere cosa dicono.

ASCOLTATI ATTENTAMENTE

Ascolta più attentamente te del giornale.

Beh, ecco, io penso che forse sia davvero il caso di iniziare a sviluppare un nostro sentire. Abbiamo davvero necessità, non per tutto certo, ma per molto, di cominciare ad attivare quelli che sono sensi che mai usiamo.

Quello che voglio dire è che possiamo accogliere qualsiasi notizia in cuor nostro ma accogliere una notizia, ascoltarla e saperla è un conto, mentre pendere totalmente da quella notizia è un altro. Solo questo.

Non voglio pigiare il tasto del – complotto – semplicemente voglio farti riflettere sul come puoi cercare di essere meno schiavo e più indipendente. Cerca di ragionare, cerca di utilizzare anche la tua di testa e il tuo cuore soprattutto.

Non voglio fare quella delle “sfumature di grigio” ma penso che nulla sia dannoso se assunto in quantità modiche o giuste, così come tutto può diventare deleterio se preso esageratamente. Inoltre, sono estremamente convinta che se tu sei certo che quella cosa non ti causa del male non te ne causerà. Ma devi esserne sicuro te; le tue emozioni non devono fidarsi di quello che sentono alla TV o che leggi sui giornali. Imparare ad utilizzare le proprie percezioni rende indipendenti e dunque liberi. E sei libero di comprendere ogni tipo di notizia e farne l’uso che vuoi. E’ come se ti scrollassi di dosso un velo appiccicoso che ti tiene sotto di lui limitandoti i movimenti e i pensieri.

Aspetta, informati, aspetta ancora, studia, controlla l’opposto di quello che arriva al tuo orecchio, creati una tua visione. Questo ti aiuta a divenire sempre più padrone di te stesso.

Prosit!

photo corriere.it – zampefelici.it – lacooltura.com – capital.it – hdblog.com – ilsaltodirodi.com – inchiestaonline.it – cursoestudomemorizacao.com.br

Ma tutto ‘sto casino per una mela?

In qualche modo dovevano pur giustificare la vita in schiavitù che da sempre ci hanno obbligati a fare, che ancora oggi conduciamo, e il perché non meritiamo l’Eden promesso ma, per conto mio, avrebbero dovuto trovare un motivo più grave e valido. Come abbiano potuto campare, per così tanti anni, su una motivazione ridicola come quella della mela colta, disobbedendo a Dio, rimarrà un mistero per l’eternità presumo.

Voglio dire, d’accordo che a contare è il principio e non il frutto proibito, semplice emblema di discordia, ma un Padre buono, amorevole e che soprattutto perdona sempre, come può incazzarsi così per un tradimento che ha proprio l’aria del dispettuccio infantile? In particolar modo, come può portare tutto questo rancore per così tanti secoli?

Conoscerete tutti l’argomento del quale sto parlando e anche dopo averlo pompato, per renderlo più grave, con indicazioni del tipo: avevano tutto quello che volevano, non dovevano disobbedire, non dovevano cedere alla tentazione, etc… equivale al bimbo che ruba la marmellata nonostante non gli manchi nulla e la mamma gli proibisce di toccarla.

Ma, come ripeto, dovevamo tutti essere macchiati di peccato, a partire da quello capitale, perché due nostri predecessori hanno avuto la brillantissima idea di assaggiare una mela. Frutto che, negli anni, acquistò una sua rivincita divenendo quello che – se mangiato una volta al giorno toglie il medico di torno -.

Dio, però, non è un dottore e questo gesto lo ha riempito di offesa e odio verso gli uomini (proprio come un uomo… che coincidenza!).

Ero felice, da bambina, nel pensare che tra me e questo Dio severo c’era mio papà (quello in carne e ossa) a fare un po’ come da intermediario e paciere, il quale, se anche avessi rubato un frutto, al massimo mi avrebbe fatto una romanzina di mezz’ora.

Meno male che non sono nata a quel tempo e forse fu per questo che non mi piacque mai essere una “prima donna”. Quell’imprecazione classica, a me dedicata – Porca Meg! – (Porca Eva) poi, non l’avrei potuta sopportare.

Fatto sta che bisogna ammettere il fascino che si cela dietro a tutto questo. Dobbiamo dire che sono stati proprio bravi, perché se non diciamo che sono stati bravi loro, l’unica cosa che rimane è affermare che siamo stati noi dei veri tontoloni all’ennesima potenza.

Con una sciocca favoletta sono riusciti a piegare l’umanità intera al suono di un’unica voce che conteneva diversi messaggi: devi obbedire (sei un servo), devi saperti accontentare (non vali molto), la pagherai cara (occorre punire e vendicarsi), sei un peccatore (un essere indegno), devi accettare la tua pena (non puoi ribellarti), sei un debole (non hai alcun potere), quello che fai è irreparabile (‘zzi tua), non verrai perdonato (non meriti, devi vergognarti), il giudizio prima di tutto (nasconditi), la storia dell’amore quindi non esiste (sarai sempre tradito) e, se proprio devo dirle tutte… ma, ‘ste cacchio di donne, farsi una padellatina di cavoli propri no eh? Le femmine rovineranno il mondo! Ma non sono femminista, ne’ maschilista quindi non continuo su questo punto a parte il citare – E tu donna partorirai con dolore! -… che poi… io ho visto partorire la mia gatta e non è che lei invece si è divertita così tanto rispetto a un’umana. Ha peccato anche pure la felide?

Però c’è un altro fatto da tener a mente. Ce ne sono molti a dire il vero ma non posso scrivere un romanzo. Ciò che in qualche modo colpisce è come i due protagonisti del fattaccio si siano mossi velocemente a darsi colpe l’uno con l’altra, senza cioè assumersi le proprie responsabilità. Quante somiglianze con il genere umano e così non si fa. No, no e no!

Esopo ha provato per anni, con le sue fiabe, a tirar fuori qualcosa di altrettanto idilliaco ma il massimo che ha ottenuto è stato di essere tradotto in prima liceo.

Ora, venendo seri, di favole ce ne sono state molte, ma ben poche sono riuscite ad avvilire intrinsecamente l’essere umano come questa e tutto quello che ne è poi conseguito. Innestando in lui il concetto dell’“aver sbagliato”, di partire già in svantaggio, di essere già dalla parte del torto. A prescindere. Un insetto di poco valore che ha osato sfidare Dio convinto di farla franca. Che porcheria. Che essere disgustoso l’essere umano! Come si è permesso? È bene che paghi ora e anche caramente. Dio sa tutto, vede tutto e può tutto. Ha fatto confessare i due malfattori perché era giusto ammettere le proprie colpe impauriti e micragnosi come due nudi vermetti ma, in realtà, lui aveva già visto.

E questa storia della confessione andò avanti per anni e poi per secoli, guardando individui che inconsciamente oppressi da una spada di Damocle pendente sui loro capi, andavano a raccontare tutte le loro malefatte a chi, sulla terra, intercedeva tra lui e il Regno dei Cieli. Qualche preghiera per espiare le proprie colpe e si poteva tornare a trascorrere la vita di tutti i giorni, commettendo gli stessi peccati, tanto, il sabato dopo, si raccontavano gli affari propri a chi poteva custodire i nostri segreti.

Ma… le favole… solitamente… non narrano di gioie e lieti fini? Sì, ci sono sempre l’orco e la strega cattiva ma poi c’è anche la vittoria del bene sul male. Tranne qui. Tranne in questa fiaba che ci hanno obbligato a vivere dove, il bene, se c’è, sta comunque perdendo da circa duemila anni. La fiaba. La nostra. Quella che dobbiamo vivere e che doveva essere la più bella di tutte perché era la nostra vita.

Ora, è vero che la parola “peccatore” dal latino “peccare” significa “sbagliare” inteso come “allontanarsi da Dio” (ne deriva l’allontanamento dall’Eden) ma io avrei cercato un’altra metafora anche se, devo ammettere, che questa ha funzionato.

…Come abbiano potuto campare, per così tanti anni, su una motivazione ridicola come quella della mela colta, disobbedendo a Dio, rimarrà un mistero per l’eternità presumo. Me lo devono spiegare. O forse no. Forse mi sono spiegata da sola.

Prosit!

photo illibraio.it – websuggestion.it – democraziaoggi.it – persbaglio.ilcannocchiale.it – travelingintuscany.com – ilritorno.it

L’Amore dovrebbe studiare anche Geografia

Parlando con un amico, sono venuta a sapere che sua sorella si è lasciata con il proprio ragazzo ormai già da un po’ di tempo. Ha dovuto, a quanto ho capito, non poteva andare avanti quella storia ma, da quello che mi ha detto il fratello, questa ragazza continua a soffrire per la mancanza di quello che considerava un vero amore. Vedete, dovete sapere che questa giovane donna, che si chiama A., stava assieme ad un ragazzo buonissimo, generoso, sensibile, bello e allegro ma… ahimè, completamente irresponsabile e pure infantile. Fu così che, finchè la storia è stata basata solo su rose e fiori, tutto è andato ovviamente per il meglio ma, quando le cose, hanno iniziato a diventare serie, ecco emergere trionfanti le spine e i dolori! Sei anni di amore, di divertimento, di emozioni ma anche sei anni di rabbia, di preoccupazione e di fastidio. Eh già! E mica si può solo ridere e giocare nella vita! Bisogna lavorare sodo e costantemente e lui invece lavoricchiava solo, bisogna prendersi un impegno e mantenerlo e lui non lo faceva, bisogna avere delle regole e lui era l’anti-schema. Lui aveva sempre il sorriso sulle labbra, lei invece era sempre più cupa.

litigare-coppia-744x445

I suoi genitori le facevano lunghe paternali a riguardo, i colleghi le mostravano come si dovrebbe comportare un vero uomo e le amiche le consigliavano assolutamente di cambiare quella situazione. Ma è ovvio! Se non lavori come fai a mangiare? Se c’è da andare a prendere il figlio a scuola come fai a dimenticartene? Se c’è da andare a pagare una bolletta come fai a farla scadere? – Non andava proprio bene Meg – mi disse il mio amico ossia, il fratello di A. Non so perchè ma, mentre lui mi parlava e mi raccontava di questo ragazzo un po’ Peter Pan, un po’ sulle nuvole, un po’ senza condizionamenti e obblighi, a me venne in mente il Madagascar.

PeterPan

Andai in questa splendida isola, in viaggio di nozze, anni fa. Io e marito, essendo un po’ misantropi se vogliamo e amanti della natura, cercammo un luogo il meno turistico possibile per vivere al meglio quella terra nella maniera più intima. Le sue usanze, la sua cultura, il suo popolo. Ebbi contatti giornalieri e stretti con i malgasci che, volendolo o non volendolo, mi dimostrarono come vivevano. Ebbene, sotto un certo aspetto, vivevano esattamente come l’ex fidanzato della sorella del mio amico! Mi viene quasi da ridere ma è proprio così! Il lavoro? Si certo, lavorano, ma in modo completamente diverso dal nostro. Il bambino a scuola? Torna da solo o insieme agli altri. Non ci sono pericoli. La bolletta? Cos’è una bolletta? Ecco, sorridendo immaginai A. e il suo amato, vivere in questa splendida terra africana che ha tanti lati negativi ma non inerenti al problema sentimentale di A. e la sua dolce metà. Dove la gente è povera ma gaia.

img_3189

Non dimentichiamoci che A. soffre per la perdita di questo amore nonostante i vari fallimenti per cercare di cambiarlo. Li vidi felici, sereni, sulle spiagge bianche, tra i lemuri e baciati dal sole splendente. Senza i soldi come protagonisti di una vita, senza preoccupazioni, senza impegni ne condizioni. Li vidi vestiti di un solo pareo, li vidi costruirsi la loro casa, li vidi guardare i loro figli giocare in mezzo alla strada. So già a cosa state pensando. Tutto questo è un’utopia. Me lo dico da me. Ma è vero o no che quei due in un luogo come il Madagascar avrebbero potuto vivere davvero felici e contenti? Tanti europei si sono trasferiti in quella terra, così come in altre del pianeta. Ok, non è possibile (quasi), ma tutto questo per dire come, a volte, il sistema in cui viviamo, può rovinare alcuni aspetti della nostra vita. In fondo, chi può dire che il modo che aveva di vivere l’ex fidanzato era sbagliato? Nessuno. Non era consono al nostro tipo di società, ma non sbagliato. A volte, giudichiamo persone che non fanno quello che facciamo noi senza capire che probabilmente sono i primi a soffrire sentendosi completamente stonati con il luogo in cui, per mille motivi, sono obbligati ad abitare. E questo non è giusto.

SuperMamma-1

A. ha fatto bene a mollarlo. Non poteva continuare in questo mondo questo tipo di relazione che le causava solo infelicità, lo so, ma questo articolo è nato semplicemente da delle elucubrazioni personali. Giuste o sbagliate che siano, ho fantasticato un po’ e poi ho scritto. Tutto qui. E voi? Conoscete storie simili finite male a causa del luogo geografico nel quale sono nate? Forse si, ma avete sempre pensato che sono finite per ben altri motivi come in effetti così appare. Penso sia anche divertente pensarci su. D’altronde, sono infinite le motivazioni che possono portare al termine di una storia d’amore e, a quanto pare, anche la Nazione.

Prosit!

photo urbanpost.it – es.disney.wikia.com – gamberiepancetta.wordpress.com – mammeonline.net