L’utilizzo della Mente: Subconscio, Conscio e Superconscio

SEI TU CHE DEVI USARE LA MENTE, NON E’ LA MENTE CHE DEVE USARE TE

Dire – L’utilizzo della Mente… – è giusto, in quanto sei tu che devi usare la tua Mente e le sue straordinarie capacità, nonostante, nel 90% del tempo, è lei a governare te. Per usufruire delle sue funzioni al meglio devi imparare a gestirla, cosa che, da quando sei nato, non hai mai potuto fare in quanto nessuno te lo ha mai insegnato.

Questa mancanza di sapere ci ha reso schiavi e dipendenti. Schiavi di schemi mentali, di reazioni, di emozioni, di inconsapevolezza, di disequilibrio e chi più ne ha più metta… fino a divenire vasi di Pandora pieni di caos e totalmente inconsapevoli del nostro Potere Interiore.

Prima di capire come poter usare la Mente al meglio, la quale, tuttavia, è uno strumento assai utile pur avendo preso una brutta piega nel corso dell’evoluzione dell’Essere Umano, bisogna innanzi tutto capire com’è fatta.

Anche se forse non te ne rendi conto, essa è costituita principalmente da tre grandi parti: il Subconscio, il Conscio e il Superconscio e ora cerca di capire bene che cosa sono queste porzioni e di quale lavoro si occupano.

– IL SUBCONSCIO è la parte più potente ma, attenzione, non ha direzioni. In pratica fa quello che vuole e va dove vuole, vagando nei sentieri da lei preferiti e soliti. E’ una forza motrice. Non invita, brucia solo del combustibile e fa, fa, fa, per lei è importante fare. E’ la nostra fotocopiatrice. Essa imprime in sé quello che l’Essere Umano immagina e poi lo realizza. Ogni cosa, nel bene o nel male.

– IL CONSCIO viene definito anche Mente Carnale. E’ la Mente prettamente fisica, quella che più conosciamo e consideriamo quando parliamo di Mente. E’ la sezione che impressiona il Subconscio.

– IL SUPERCONSCIO è la porzione Divina. La Mente Divina, cioè la parte scintillante che ci collega al nostro Divino. Al nostro Spirito Infinito e alla sua grandezza. In essa è custodito il nostro intento, ciò che dovremmo realmente fare in ogni occasione. Ciò che dovremmo diventare. Ci parla attraverso la verità, le intuizioni che abbiamo, è la nostra voce interiore ma che noi non ascoltiamo mai. E’ la parte che vede e prevede, è l’intuito, la preveggenza ma della quale non abbiamo fiducia.

IL RISVOLTO DELLA MENTE

Ma perché prima ho detto che la nostra Mente ha preso una brutta piega? Perché tende a guardare sempre il brutto. La povertà, l’umiliazione, la limitazione, la paura, il bisogno, la mancanza, la prevaricazione e ora ti spiego il perché.

Tutto questo è dovuto al cercare di sopravvivere, ossia:

siamo dotati della Mente per essere salvati e difesi. Grazie ad essa l’uomo ha potuto progredire e salvaguardarsi nell’evoluzione della specie. Si sarebbe estinto se non avesse avuto la Mente. Grazie a lei ha potuto scegliere, classificare, decidere. – Quella bacca rossa è commestibile o è tossica? Questa azione è utile o pericolosa? Cosa può accadere se opero in questo modo? Come posso fare per sfamarmi? -. La valutazione ci ha salvati ma la paura della morte, per istinto intrinseco di sopravvivenza, ha preso il sopravvento. Dalla valutazione si è passati al giudizio preponderante, oggi grande governatore del nostro Essere, e dalle prove si è passati al terrore. All’evitare determinate esperienze per non rischiare di morire (ammalarci, non farcela, essere presi in giro, essere giudicati, non essere amati, etc…). Tutto gira attorno a questa paura atavica. Il che è umano e normale ma questo non significa che non si possa usare la Mente in altri modi, più sani e più utili.

La stessa grande potenza ch’essa emana nel dirigerci verso la preoccupazione può emanarla anche per condurci verso la salvezza, l’abbondanza e l’utilizzo della magia che risiede in noi. Questa non è una fiaba. E’ realtà. E’ scienza se preferisci questo termine.

Delle tre parti che ti ho elencato prima ne utilizzi soltanto due e una di queste la usi senza neanche rendertene conto. E’ come se tu avessi un cellulare di ultima generazione, pagato fior di quattrini, in grado anche di prepararti il caffè alla mattina, ma tu lo impiegassi solo per telefonare. Ok, è un esempio sciocco, in quanto l’utilizzo ridotto di un telefonino non nuoce alla tua salute (forse la migliora persino) ma per quanto riguarda la Mente, invece, le cose sono diverse. Un mal funzionamento di essa, dato dall’adoperare male le sue capacità, causa un malessere generale.

Inoltre, cavoli, avresti l’opportunità di valerti delle sue infinite e potenti virtù e non lo fai… è spiacevole, riduttivo, invalidante.

IL FILO CONDUTTORE

Essa è come una specie di cordone ombelicale collegato all’Universo, la Fonte Creatrice e Divina della quale sei emanazione. Ciò che immagini si riflette attraverso Lui. Ciò che esiste in lui entra dentro di te, costantemente. Tu e l’Universo siete coagulati in un dare e avere perpetuo.

Non ti servirà a nulla immaginare ricchezza se con il Subconscio percepisci in te povertà. Ti senti in qualche modo un bisognoso.

Non ti servirà a nulla pensare alla salute se nel tuo Subconscio ha valenza la paura della malattia.

Con il Conscio pensi e speri nel Benessere ma nel Subconscio fotocopi l’inverso senza ascoltare il Superconscio che ti dice – Non aver paura! Sei una scintilla di Dio, non esiste in te la malattia, sei composto da Energia Cosmica e cioè Amore! -. Ecco cosa accade.

E questo accade in ogni attimo della tua vita. Per qualsiasi motivo. In ogni minuto della tua giornata. Nel prendere delle decisioni, nel parlare, nel pensare, nell’immaginare, nell’agire:

quando pensi di non trovare parcheggio o ti convinci di rimanere bloccato in coda nel recarti al lavoro, quando devi incontrare una persona e già immagini che ti romperà i gioielli di famiglia, quando speri che tuo figlio non si ammali, quando speri di non essere interrogato, quando sposti un oggetto perché se lo lasci lì potrebbe rompersi, quando rientri a casa e già assapori una brutta aria, quando temi di prendere una multa… crei in continuazione la tua realtà. Ed è attraverso la Mente che lo fai. Attraverso il rimuginare, le elucubrazioni, arzigogoli mentali che, senza rendertene conto, macini tutto il giorno nella tua testa.

Quello che di importante devi fare è imprimere nel tuo Subconscio, attraverso il Conscio, delle belle immagini. Non puoi pretendere di credere ciecamente e all’improvviso al Superconscio, quindi la cosa più saggia è imparare e allenarsi a rendere pieno di “cose belle” il motore che abbiamo. Più immettiamo in lui positività e più essa si rifletterà e si concretizzerà nella nostra vita.

Finchè saturi il Subconscio di pensieri, ad esempio, che riguardano il tuo “non essere all’altezza”, continuerai a manifestare questo: al non sentirti degno e a non ricevere stima e apprezzamenti. Stai semplicemente vivendo quello che hai disegnato. Devi cambiare foglio.

Ci vorrà tempo ma non è impossibile. Questo è quello che significa riuscire ad usare bene la Mente. Che sia lei il nostro dipendente, il nostro fedele e nobile servitore e non l’incontrario.

Prosit!

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Rifornimento di bellezza per i periodi di magra

QUEL CHE SERVE FARE

Chi mi conosce sa bene che non sono qui a dirti di essere sempre felice qualsiasi cosa ti accada. Al massimo parlo del tentativo di accoglienza e accettazione, di quel dramma, tenendo ovviamente conto della difficoltà di questi processi. Una difficoltà che ho conosciuto in prima persona.

È vero però che trovo sia giusto non cedere, anche quando i momenti che viviamo sembrano strazianti e anche quando ci concediamo un totale abbandono, pronti a farci annientare dall’evento.

Occorre sempre tirarsi su, provare a farcela, e comprendere che siamo comunque noi i più forti e che dentro di noi c’è un potere che neanche immaginiamo.

Ma oggi voglio parlarti di un’altra considerazione che ho potuto valutare e comprendere proprio nel mio più intimo sentire. L’ho trovata assai utile e confortante, per questo, intendo rivelartela e potrai farne l’uso che vuoi.

Ho potuto appurare che se si fa rifornimento di positività possiamo averne anche quando questa scarseggia.

All’inizio del mio percorso verso una crescita personale, la vita rifletteva quello che ero senza filtri e senza pietà. In breve, se stavo bene mi accadevano cose piacevoli, se stavo male cose spiacevoli. Molto semplicemente.

Come star bene e stare male intendo: come si pensa, come si affronta quella cosa, quanta paura si ha, quanto attrito si fa, cosa si dice, quanto impegno ci si mette a vedere la bellezza, quanto ci si ama, etc…

COS’HAI DENTRO AL SACCHETTO?

Col tempo, e con tanto allenamento, attraverso molti esercizi atti al nutrire energia positiva, ecco però che le cose hanno iniziato lentamente a modificarsi. Più riusciamo a mantenerci su frequenze positive e più richiamiamo a noi le stesse frequenze sotto forma di vibrazioni. Inoltre, siamo inconsciamente come dei sacchetti. Che cosa mettiamo dentro a questi sacchi? Quello che mettiamo saremo.

Gli esercizi che ora ti spiegherò e che chiamare “esercizi” forse non è esatto, in quanto si parla di allenarsi a prendere la vita in un certo modo, coltivando cose diverse da quelle che si nutrivano prima, mi hanno permesso di riempire il mio sacchetto di cose belle dalle quali oggi attingo, o ne ho il beneficio, anche quando mi sembra che di “bello” non ci sia proprio nulla. Proprio come la riserva di un animale che va in letargo.

In pratica, coltivando giornalmente la gratitudine incondizionata o cercando di capire l’oltre di una situazione, ho modificato la percezione della mia esistenza. Ma non solo. Provando a evitare parole dannose per me, come ad esempio, – Non ce la faccio – o allenandomi nella preziosa arte della generosità, il mio sacco contenitore continuava a riempirsi di benessere. Osservando le mie emozioni attentamente ho potuto trasmutarle e cercando di rimanere in presenza il più possibile non ero più un automa che compie azioni meccaniche ma ero padrona di me stessa e quindi libera. Rendendomi responsabile degli eventi che vivevo non dipendevo più dagli altri o dalla sfortuna, ma ne ero amministratrice e potevo modificarli. Tutte cose che finivano nel sacchetto.

COME UNA FORMICHINA 

Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, oggi, sono contenta di aver raggiunto il livello che vivo, pur riconoscendo che potrei ottenere molto di più ma, quello che ho notato e volevo esporti, è che anche quando mi capitano dei momenti di sconforto, di bassa energia, di tristezza (perché mi capitano ed è giusto così, oggi voglio un gran bene a questi periodi) mi rendo conto che non solo non soffro più come prima ma mi accadono comunque situazioni splendide. Ciò significa che emano ugualmente frequenze positive.

All’inizio non lo credevo possibile dal momento che mi sentivo uno straccio, o piangevo, o ero nervosissima. Mi aspettavo che lo specchio riflettesse eventi orrendi e, invece, si manifestavano davanti ai miei occhi avvenimenti che gradivo molto. Poi ho capito, anzi, ho com-preso. Nel senso che ho percepito dentro di me. Il mio sacco era comunque pieno di bellezza, tutta la bellezza che avevo messo lì nei giorni precedenti e più felici. Tutta quella bellezza che, quando sei gaio e ne approfitti, è potente come una bomba e risponde doppiamente. Tutta quella bellezza che avevo nutrito, giorno dopo giorno, e lei si era gonfiata, era cresciuta e ora mi riempiva. Così adesso vivevo di rendita. Era lì e solo smettendo di coltivarla e riempiendo il sacco di negatività sarebbe sparita. Cosa che… lungi da me fare…

DOVE L’ ACQUA E’ PIU’ BLU

In pratica è come se avessimo un vaso pieno d’acqua trasparente. Se noi mettiamo del liquido azzurro, dopo un po’ tutta l’acqua sarà azzurra, ma se poi mettiamo di nuovo acqua trasparente, l’azzurro svanira’ e il liquido tornerà incolore. Bene, io ora ero riuscita a tingere la mia acqua di un bel colore azzurro vivo e volevo continuare a mantenere quella tinta vivacizzandola sempre di più. Se anche mi capitava qualche situazione “trasparente” era come mettere solo qualche goccia in quel turchese e non accadeva nulla. L’azzurro rimaneva indisturbato. Qualche stilla non poteva di certo schiarirne il tono.

Perciò, quello che desideravo consigliarti era di fare il possibile per immettere dentro di te energie buone. Quando sei triste questa cosa ti verrà difficile anche se ti consiglio di provare ugualmente, costi quel costi. Ne trarrai vantaggio un domani. Ma approfittane soprattutto quando sei felice. Cerca di moltiplicarle in te.

Fai rifornimento di bellezza per quando andrai incontro a periodi di magra. Inizia ora, non è mai troppo tardi e farai un grande regalo a te stesso.

Prosit!

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Storia di un Salto di Qualità

SEMPRE SOLDI SONO MA…

La mia amica M. ha un bar, un bar frequentato prevalentemente da persone anziane. Spesso, come accade a qualsiasi esercente, si trova senza monete da uno e da due euro ritrovandosi così obbligata a dare il resto con monete da 50 o 20 o 10 centesimi. Per i suoi clienti questa è una tragedia. Le trovano da ridire e si arrabbiano perché tutto quel “ciarpame” in tasca non lo vogliono. M. allora, quando può, cerca di tenere le monete dal valore più alto per loro e le altre le usa con i giovani che, in questo frangente, si mostrano più comprensivi rispondendo con – Non preoccuparti, sempre soldi sono! – alle sue scuse.

Il fatto è che la persona anziana, solitamente, non ci vede bene, e aver a che fare con tutte quelle monetine è per lei un patimento. Ogni volta che deve pagare qualcosa impiega mezz’ora, faticando, per riuscire a capire di quale moneta si tratta. Se poi ha anche vissuto la povertà della guerra, non intende, comprensibilmente, regalare nulla a nessuno; l’essere avari è un retaggio del non avere avuto nulla e quindi, rischiare di dare più del dovuto, all’eventuale commerciante ed essere ingannati, non piace proprio.

LE NOSTRE CAPACITA’

Gino è un vecchietto un po’ particolare. È simpatico, paziente, alla buona. Molto istruito e sempre molto disponibile con tutti. Anche a lui, con l’avanzare dell’età, si è abbassata la vista ma, per sentirsi sempre centrato e non inferiore, ha deciso di utilizzare altri mezzi. Si tratta di strumenti dati dalla società e sensi che ci appartengono da quando siamo venuti al mondo.

Gino è un vecchietto in pensione. Si alza molto presto al mattino e, pur coltivando diverse passioni, ha parecchio tempo libero. Ha iniziato a studiarsi bene le lineette attorno alla circonferenza delle monete. Le righe dei bordi. Ognuna diversa per moneta perché create proprio per i non vedenti. Questa soluzione, assieme al preciso tatto di cui siamo dotati, ulteriormente allenato, è diventata per Gino un risultato sorprendentemente utile e comodo.

Per chi sta già sbuffando, insinuando che la cosa sia troppo lunga e difficile, dichiaro che il signor Gino ha impiegato appena una ventina di giorni, facendo anche molto altro durante questo periodo, per imparare a riconoscere le monete senza nemmeno guardarle.

Automaticamente, attraverso questa precisa osservazione fatta con occhi ma soprattutto dita, le monete hanno iniziato a distinguersi tra le sue mani anche attraverso peso e grandezza.

Insomma, Gino, come prende un soldino nel palmo della mano, sa precisamente e velocemente di che soldo si tratta. È anche più veloce di molti giovani dotati di vista da falco.

OTTIMI RISULTATI

Questo comportamento io lo definisco un salto di qualità. Un bellissimo balzo in avanti. E, dietro questa storia, c’è un messaggio che può tornare utile in molte occasioni che si presentano nella vita di chiunque, anziani o meno.

Mi sento davvero di complimentarmi con il signor Gino che ha deciso, per suo libero arbitrio e diritto, di non rimanere uno schiavo bensì di tirare fuori nuove armi per essere sempre più entusiasta e positivo.

Gino ha deciso di vedere la bellezza dove pochi la vedono e, anziché lasciarsi crogiolare dal fastidio, la lamentela e l’invalidità di una vista poco buona, ha deciso di rifiorire in un nuovo argomento della propria vita.

Oggi, si sente un gran figo ogni volta che deve pagare, soprattutto quando si trova davanti agli amici ed è una persona felice anche per questo.

Bravo Gino, hai tutta la mia stima! Di certo, una persona come lui, non “farà mai la muffa” per capirci. Non farà mai del vittimismo e nemmeno si farà rabbia inutile. La rabbia – un’energia che può essere trasformata in CREAZIONE.

Gino ha fatto anche un’altra cosa bellissima: si è amato. Ha posizionato la sua persona in una condizione ottima per vivere e affrontare la vita e la società.

Prosit!

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Parenti-Serpenti per fortuna Presenti

La Legge della Risonanza o dell’Attrazione dice (e dimostra) che noi otteniamo ciò che sentiamo. Vale a dire che se io mi sento veramente ricco, nella parte più viscerale di me, provo davvero, realisticamente, la sensazione che la ricchezza può donare (cosa veramente difficilissima da sentire), qualche strano meccanismo universale mi darà abbondanza a profusione affinchè, il mio stato d’essere e di percepire, si possa concretizzare divenendo realtà.

Non si otterrà pertanto ciò che si pensa o ciò che si desidera, ma ciò che si prova proprio nel profondo che è, solitamente, molto diverso da quello che la mente vuole farci credere.

Questo è naturalmente un lavoro molto faticoso per noi, sentirsi ricchi intendo, perché se siamo poveri o se ci hanno insegnato che per essere ricchi occorre essere fortunati e nascere in una ricca famiglia, il nostro inconscio risulta inquinato da queste affermazioni e… ciao Pippo!

Sul vero o sul falso di queste teorie e sul come fare per allenarsi in tali dinamiche, ho già scritto diverse volte quindi, oggi, passerò oltre, andando a toccare un altro tasto.

Supponiamo quindi che, dopo varie ed estenuanti esercitazioni, si riesca davvero a credersi così e si possa quindi iniziare a ricevere. Ad un certo punto riusciamo realmente ad avere fiducia nell’Universo e a percepire una sorta di ricchezza in noi comportandoci come se avessimo un mucchio di soldi. Ecco che, a quel punto, dopo tutto il gran lavoro svolto, proprio mentre stiamo mettendo il piede nella casella “arrivo”, giunge il parente di turno e, tutto preoccupato, ci dice: – Guarda che devi cercare di guadagnare di più perché altrimenti così non puoi farcela! -, – Spegnila ‘sta luce in sala se sei in cucina che poi devi pagare una cara bolletta! -, – Ne hai appuntamenti in ‘sti giorni? Riesci ad arrivare a fine mese? -, – Per il bambino hai tutto? Ti serve qualcosa? Dimmelo eh! Che te li do io i soldi -.… Azz…. E si ricade giù, al punto di partenza.

Benedetti parenti!

Ovviamente la loro è pura e sincera preoccupazione, senza colpa alcuna, dettata dall’affetto che provano per noi ma, così facendo, non sanno che stanno alterando il nostro stato d’essere. Lo stanno alterando perché ci intossicano di frequenze negative, perché contribuiscono a formare per noi un futuro povero, perché nutrono verso di noi pre-occupazione anziché abbondanza e armonia, etc, etc…

Ho fatto l’esempio dei soldi ma vale per qualsiasi cosa. Per la salute, per i rapporti sociali, per la vita di coppia, per tutto.

Non mi se ne voglia per il titolo. Anche i miei parenti si comportano in questo modo e li amo sopra ogni cosa, a dismisura, e guai non li avessi nella mia vita.

Il Serpente è stato identificato come simbolo delle tentazioni. Le tentazioni sono maliziose, s’insinuano, nella nostra zona più intrinseca, senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo. Strisciano proprio silenti come una serpe. La tentazione del lasciarsi andare, di cadere nel tranello del “Cavoli… non ho abbastanza soldi” oppure “Cavoli, se mia madre è preoccupata forse è bene che inizi a preoccuparmi anch’io” è davvero molto molto inequivocabile.

Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni – (Oscar Wilde)

E’ una tentazione perché tenta di portare ad una tranquillità che, fisicamente ed economicamente, si può anche trovare ma, se si fossero seguiti altri impulsi, forse, si poteva stare ancora meglio. Diecimila volte meglio. Ma la paura a livello generale, e la paura del dolore, sono enormi.

Lo capisco bene. Sono umana anch’io. Dico solo che bisognerebbe difendersi da certe negatività e continuare a pensare positivo.

Sorridi e la vita ti sorriderà – (cit.)

Non si può certo zittirli o maltrattarli. Il loro modo di fare è tanta manna, siamo circondati da persone che ci vogliono bene ed è bene essere grati a loro di conseguenza. Sono le nostre colonne. E saranno loro, sempre ben disposti, a darci una mano qualora gliela dovessimo chiedere. L’unica cosa dunque, che possiamo fare, è proteggerci. Proteggerci dalle loro onde. Sempre che, parlandoci insieme, non capiscano che sarebbe più salutare per noi un altro tipo di comportamento.

Far capire a chi ci sta vicino di non sovraccaricarci di timori e di ridere lietamente e con serenità, immaginando il nostro futuro rosa, non è offensivo, e sicuramente farà bene anche a loro, oltre che a noi, e si acquieteranno i loro animi.

Si può davvero comunque, nell’eventualità, creare una specie di scudo con la nostra immaginazione. Uno scudo “vero” che, come una coperta atta a proteggere, non lascia passare quelle frequenze e, naturalmente, ci si deve allenare in cuor nostro a risalire di frequenze dopo che il parente è andato via.

Ciò che le nostre orecchie ascoltano, o i nostri occhi vedono, viene immagazzinato nel cervello e finisce nell’inconscio. A noi sembra non vederlo più, non percepirne l’esistenza e crediamo sia andato via da noi. Crediamo non ci abbia neanche sfiorato. Ma invece è lì. Latente. Ormai c’è. E inizia lentamente a lavorare come un semino. Attraverso i nostri modi, del vivere la vita, possiamo nutrirlo e farlo crescere oppure, appunto, possiamo ridimensionarlo, facendolo diventare sempre più piccolo, o facendolo scomparire davvero del tutto, prima o poi.

Nel momento quindi in cui qualcuno ci dice – Per il bambino hai tutto? Ti serve qualcosa? Dimmelo eh! Che te li do io i soldi – s’innesca in noi una specie di ordigno che, come la goccia cinese, ogni giorno ci suggerirà “ Sei sicuro che a tuo figlio non manchi nulla? Ce la farai a comprargli sempre tutto quello che gli serve? E un imprevisto? Riusciresti ad affrontarlo?” fino allo scoppiare della bomba che potrà essere anche solo un malessere che percepiamo e che non riusciamo a riconoscere ma che comunque non ci farà vivere bene.

In ultimo, qualche suggerimento ai parenti. Le frasi migliori da dire sono:

– Ah! Che meraviglia! Tutto è perfetto e va’ alla perfezione –

– Se c’è un problema c’è anche una soluzione altrimenti non c’è nessun problema –

– Devo andare al negozio, ti serve qualcosa? –

– Quanti clienti hai questa settimana? Due? Allora non c’è il due senza il tre! –

– Avevo pensato di prendere al bambino un paio di pantaloni blu che mi piacciono molto, secondo te possono piacere anche a lui? –

Insomma, inventate. Inventate sempre al positivo, e senza mai usare termini di negazione o che inducano a pensare alle negatività. E cercate di mantenere sempre un’espressione sorridente e allegra.

Prosit!

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