Come, senza accorgertene, ti distacchi da Madre Natura

ESSERE UNO

Molte persone, sovente, mi dicono – Io amo la Natura! – e, solo su questa frase, ci sarebbe da aprire un dibattito abbastanza importante, in quanto viene pronunciata quasi come a distaccarsi dalla Natura. Come se la Natura fosse una cosa (da amare) e noi un’altra. In realtà noi siamo Natura. Amare lei significa amare noi stessi, per forza, e qui le cose iniziano a complicarsi.

Ma l’argomento che voglio affrontare oggi è un altro perché, senza rendercene conto, ci distacchiamo da Madre Terra anche in altri modi, molto più di quello che crediamo.

La onoriamo, la difendiamo, creiamo dei veri e propri movimenti a suo favore ma non ci accorgiamo che basterebbe vivere un po’ di più come Lei, sentirsi Uno, per nutrire il suo Essere e farlo divampare. Per essere Lei. Un tutt’uno con Lei, in simbiosi. Per ingigantirne l’energia. Per renderla ancora più potente.

NON C’E’ TEMPO

Ora, io mi rendo perfettamente conto che, nel nostro mondo, siamo obbligati a vivere con dei “tempi”. Dei tempi che piante e animali non hanno. Siamo costretti a mangiare ad una cert’ora, anche se non abbiamo fame, perché poi sennò fino a sera non possiamo più farlo. Siamo costretti ad andare ad una certa velocità. Dobbiamo essere dinamici, dobbiamo sopportare molte cose e questo ci rende stressati e nervosi, mi rendo conto di tutto, ma è anche vero che dentro di noi, nel nostro mare interiore, non ci sono ostacoli e che almeno un po’, anche solo un pochino, potremmo provare a renderci il più possibile suoi figli – figli di Madre Natura.

Siamo l’emanazione dell’Universo più completa e perfetta che l’Energia Cosmica abbia estrapolato da se stessa. Siamo Esseri superiori, pensanti e dotati della sua stessa onnipotenza ma queste parole possono apparire esagerate seppur vere. Non sarà esagerato, invece, cercare di renderci davvero creazioni della Terra e godere così (soprattutto) dei suoi benefici.

L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo
(Giordano Bruno)

Libero. Libero come un animale selvatico, come un fiore che non è condannato all’invidia, come una pianta mossa dal vento, come il mare che governa gli animi di molti.

LA GIOIA VIVE NELLA LIBERTA’

Quando qualcuno è convinto di amare la Natura – sopra ogni cosa -, in verità non bada al fatto che egli stesso si sta distaccando parecchio da lei. Non accade sempre ma molti individui cadono in questo tranello.

Non basta andare a dormire come le galline e alzarsi all’alba per dire – Io vivo in base alla Natura -.

Essere in simbiosi con Lei e sentirsi Lei (come dovrebbe essere) significa anche:

– LASCIAR ANDARE. Noi non lasciamo mai andare. Restiamo aggrappati alle nostre cose, al nostro passato, ai nostri affetti. Restiamo legati alle situazioni, ai modi di fare, agli schemi mentali. Ai ricordi, anche se tristi. La Natura sa abbandonare ciò che non gli serve più, lo sa anche eliminare del tutto, quasi severamente, e si rinnova di un qualcosa di ancora più bello.

– CAMBIARE. Ogni cosa in Natura muta. Sempre. In un costante e perpetuo ciclo. Ogni cosa è diversa, imperfetta, bellissima. Noi siamo totalmente restii al cambiamento. Il cambiamento ci spaventa, ci fa male, abbiamo una paura folle del cambiamento. Tutto, della nostra esistenza, deve sempre restare così com’è altrimenti guai.

– VIVERE SENZA ASPETTATIVE. La Natura gode di quello che è letteralmente chiamato Amore Incondizionato. Non si aspetta nulla. Esiste e basta e dona il meglio di sé, in totale purezza, senza aspettarsi nulla in cambio. Non si muove in base ad un riscontro. Non offre in base ad una determinata risposta che dovrebbe arrivare. Non spera. Non attende l’azione di terzi. Lei E’. Focalizzandosi sulle aspettative si soffre molto. La delusione inizierà a governare in noi e la tristezza, nei confronti della vita, prenderà presto il sopravvento.

– SAPER ASPETTARE. Aspettare con gioia, senza rammarico. In serenità. Essere pazienti. Essere coscienti che tutto ha un tempo e che tutto ha un giusto tempo. Nella materia le cose sono lente e pesanti, è inutile affannarsi e disperdere energie dove serve solo attendere nascite. Ogni cosa ha un suo momento, lo si vede chiaramente nelle stagioni. Le stagioni sono periodi dei quali non sappiamo minimamente nulla e mai ci comportiamo come una stagione quando invece, se questo tempo esiste, ed esiste in quel modo, c’è un perché. La nascita, il vivere, il trionfo, la stasi, la morte, la rinascita… nulla di questo culliamo nel nostro intento, verso quello che siamo o che potremmo essere.

– ACCETTARE. La totale accettazione della Natura non ci appartiene. Potrebbe appartenerci ma prevalgono i sentimenti della rabbia, della vendetta, del dispiacere, del fastidio, etc… Non riusciamo ad accettare laddove, come accettare, non s’intende sopportare, ne’ rassegnarsi ma accogliere come nostro ciò che sta accadendo ed eventualmente trasmutarlo con amore e coscienza. Altrimenti è solo un generare dolore. La Natura accetta ogni cosa e brilla sempre più forte di prima.

Devi prima ardere se vuoi brillare – (Mikhael Aivanhov)

LA TOTALE BELLEZZA

Potrei andare avanti con altri esempi ma sappiamo bene che la Natura è una grande Maestra. Il problema è che non teniamo conto dei suoi insegnamenti più profondi. Quelli che vediamo di meno, pur sentendoli dentro di noi a volte anche impetuosi e che scalciano per essere ascoltati.

Ogni volta che ti comporti in modo contrario alla tua Natura ti allontani anche da Madre Terra. Quando hai bisogno di piacere gli altri perché non ti ami abbastanza, quando vorresti che il tuo collega venisse licenziato, quando vedi problemi anche dove non ci sono, quando manipoli le persone a tuo piacimento, quando non sai vedere oltre… sei in totale disaccordo con il Creato. Stai vibrando in frequenze non contemplate da lui e, pertanto, sei “fuori”. Fuori dal Regno, fuori da un disegno divino, stellare.

Certo, so a cosa stai pensando: che le piante non hanno sentimenti come noi, che gli animali non hanno una ragione come noi, che le pietre, il cielo e i torrenti non provano le nostre emozioni.

In realtà, all’interno della scintilla divina che ti ha creato, hai molto più potere di tutto questo. Sei solo schiavo della tua Mente, un sacro dono che spesso mal utilizziamo. Se ti alleni ad ascoltare la voce dell’Anima, che non è altro che la voce del Cuore, tu puoi vivere ancor meglio di qualsiasi altra creatura.

Sempre senza esagerare e fare i fenomeni, che non ci siamo nemmeno abituati, proviamo comunque a nutrire queste doti. Poco per volta. Possiamo imparare a non aver paura del cambiamento, ad esempio, o a farci traumatizzare di meno da lui. Possiamo farlo. E, se impariamo, ne va del nostro benessere.

Prosit!

Il potere della Parola nei Nomi

LE ONDE DALLA FORZA SCONOSCIUTA

Come molte volte ho detto, la nostra parola, quello che diciamo, ha un potere. Hanno potere anche i pensieri, le emozioni, le immaginazioni.

Si tratta di un potere creativo che attrae e realizza ciò che viene formulato attraverso questi “strumenti” che possediamo.

Si tratta di veri e propri impulsi elettrici, o onde che emaniamo e prendono poi vita concretamente soprattutto se emanati molte volte.

Naturalmente non è semplice realizzare nella materia quello che vorremmo perché, a concretizzare la nostra realtà, ci si mettono anche le memorie vive, anche se arcaiche, all’interno dell’inconscio e che noi non riusciamo a vedere.

Loro, non viste, in tutta tranquillità, fanno, creano e disfano a loro piacimento e questo ci fa sentire come poveri inetti impotenti che non riescono ad essere padroni di se stessi riguardo all’argomento che vede come protagonista la creazione della nostra vita.

Questo meccanismo, o meglio questo nostro potere, già scoperto in antichità, ha fatto sì che uomini d’altri tempi studiassero nuovi escamotages per riuscire al meglio a dare più potere a ciò che volevano e non a ciò che non riuscivano a vedere.

Si sono quindi fatti forza attraverso l’utilizzo della voce, strumento scoperto come ulteriore fonte energetica formato da onde sonore e della ripetizione di alcuni termini, o citazioni, arrivando a ideare anche nel nome di una persona, il “volere”. O anche solo un semplice significato.

LA VOCE COME STRUMENTO MAGICO

La voce – una forma di energia, una potenza, una forza creatrice anch’essa. Anch’essa con le sue vibrazioni, le sue onde energetiche, il suo flusso e il suo influsso.

Sappiamo tutti che il nome che portiamo ha un significato. Oggi, se si fanno delle ricerche, si trovano per lo più risultati dal valore religioso ma, in realtà, questi sensi, appartengono a un periodo antecedente le religioni.

Nonostante tutto, al di là di religioni o meno, se andiamo a prendere i nomi biblici, a mio avviso molto interessanti, possiamo notare quanto valore e quanta motivazione si dava nell’assegnare il nome a un figlio che veniva al mondo. C’era un motivo. Un perché.

Prendendo ad esempio i figli di Giacobbe (conosciuti anche con il termine di “Le Dodici Tribù di Israele” e Israele era il soprannome di Giacobbe) notiamo che cosa si intendesse pronunciando un solo termine.

  • RUBEN, il primogenito, il cui nome significa guarda: un figlio (maschio)!, derivante anche dalla radice di Gevurah. Era figlio di Lia.
  • SIMEONE, secondogenito, figlio di Lia. Il suo nome significa YHWH (Dio) mi ha udito.
  • LEVI, terzo figlio di Lia. Mi si affezionerà significa, sperando Lia, in un avvicinamento di Giacobbe. Ma lui amava di più Rachele, sua sorella.
  • GIUDA, quarto figlio di Lia, chiamato “giovane leone”. Significa loderò YHWH (Dio).
  • DAN, figlio di Bilhah, un’ancella di Rachele, poiché questa sembrava non poter avere figli. Significa YHWH (Dio) mi ha fatto giustizia.
  • NEFTALI, altro figlio di Bilhah: rivalità tra sorelle.
  • GAD, figlio di Zilpah, ancella di Lia che gridò per fortuna!
  • ASER, secondo figlio di Zilpah: così mi diranno felice!
  • ISSACHAR, concepito da Lia in un giorno in cui Giacobbe avrebbe dovuto appartarsi con Rachele. Dio mi ha dato il mio salario, per avere io dato la mia schiava a mio marito.
  • ZABULON, ancora Lia: Dio mi ha fatto un bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà, perché gli ho partorito sei figli. Dopo Zabulon Lia ebbe anche una figlia: DINA.
  • GIUSEPPE, Dio ha tolto il mio disonore, disse Rachele, al primo figlio.
  • BENIAMINO, secondo e ultimo figlio di Rachele. Non temere, disse lei, prima di morire. Il nome, in semitico, significa – figlio della mia mano destra, capo, o reggitore del Sud (il sud sta a destra, nella geografia semita, guardando verso Gerusalemme da occidente verso oriente, ma dal Qodesh haQodashim si guarda verso occidente).

(Avviso che li ho copiati da Wikipedia perché non avevo voglia di trascriverli tutti).

Anche per i nomi degli Indiani d’America, o degli antichi popoli del Nord Europa valeva la stessa regola: donare un significato a quella parola e alla persona stessa.

La maggior parte dei nostri di oggi, modernizzati e occidentali, derivano quasi tutti da quelli antichi della Bibbia che citavo prima o dall’antica lingua germanica:

Possiamo vedere qualche esempio:

Monica – da “monos” significa “persona da sola, solitaria”

Daniele – da “daniy’el” significa “il giudizio di Dio, giudicato da Dio”

Manuela – da “emanuel” significa “persona socievole, Dio è con noi”

Federico – da “frithurik” significa “grande pace, pace assicurata”

Tutto ciò per noi, oggi, ha ben poco valore ma bisogna pensare a quando, un tempo, alla nascita di un bambino, si sceglieva il nome adatto a lui utilizzando determinati termini.

NUOVE COSE DA CONSIDERARE

Riprendiamo Federico. Dall’antica lingua germanica, Federico deriva da “Frithurik” parola composta da due parole “frithu” e “rikya”. “Frithu”, come ho detto, significa “pace sicura” nel senso di “tranquillità” ma gli è stato associato l’aggettivo “rikya” che vuol dire “potente”. Si va così a rendere più forte il sostantivo ma anche il significato. Quindi, tornando in un tempo che fu, mentre si sceglieva il nome del neonato, si pensava a queste parole.

Per desiderio nei propri confronti?

Per desiderio nei confronti del nascituro?

Per desiderio nei confronti della tribù?

In qualche modo si chiedeva, si ordinava e si augurava una significativa serenità.

Tutto questo, torno a dire, serve a comprendere l’importanza della parola e della nostra voce soprattutto attraverso l’intento.

Nel chiamare qualcuno c’era l’intento di dire e avverare quelle cose o esprimere un proprio pensiero.

Un nome è un qualcosa che si ripete molte volte. È un qualcosa che si porta addosso come un vestito. È un qualcosa al quale si pensa… quindi ha una sua potenza. Ha la sua energia.

Se, per chiamare qualcuno, non sono state date lettere a caso, tipo “hduxhb”, un motivo c’è.

Da qui si capisce come tutto quello che diciamo, specie se lo ripetiamo molte volte, acquisisce un suo potere. Anche se per noi, gente moderna, non è così. Attenzione quindi alle cose negative o alle esclamazioni tipo – Non lo sopporto! Che schifo! Mi fa vomitare! – (potresti avere problemi allo stomaco, a digerire o simili).

Attenzione anche alle cose belle. Recitare frasi positive nei nostri confronti e nei confronti della vita, non può che essere di grande aiuto per realizzare ciò che si dice.

Prosit!

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Trova la pace… ad libitum…

IL MOMENTO DEL SILENZIO

Hai presente quei periodi che colpiscono un po’ tutti in cui ti senti oppresso, demoralizzato e anche un po’ triste?

Forse non sai nemmeno tu il perché sei così ma queste sensazioni, da diversi giorni, ti stanno tenendo attanagliato nelle loro grinfie e tu non ne puoi più. Hai voglia di sentire il cuore leggero, hai voglia di ridere, hai voglia di guardarti attorno e provare entusiasmo ma non ci riesci.

Come dico sempre, anche questi momenti hanno la loro importanza e sono da vivere. Quello che noi percepiamo come un malessere, potrebbe essere semplicemente un riposo totale che la nostra natura si prende seguendo i cicli lunari o stagionali.

Potrebbe essere un attimo di stasi perché sa di dover riparare qualcosa, o ci culla in questo tormento perché riconosce essere giunto per noi il momento dell’introspezione che noi invece neghiamo.

Insomma, non bisogna contrastare questi periodi che noi vediamo colorati di nero ma è normale però, dopo un po’, non poterne più. È anche umano, dopo qualche giorno, voler uscire da questa coltre di nubi e sentire la necessità di risplendere. Di provare la leggerezza e la serenità dell’animo.

SCACCO ALLA MENTE

Ebbene un modo c’è e normalmente funziona con chiunque. Bada bene è, naturalmente, soltanto una specie di inganno. Uno scacco che giochiamo alla nostra mente.

Non è la risoluzione del Tutto ma serve a farti sentire meglio e puoi così tornare a emettere un sospiro di sollievo. Serve a non farti scendere troppo in basso. Serve a farti di nuovo vibrare in frequenze positive in modo da attrarre a te vibrazioni positive e riacquisire quella forza e quella gioia perdute che ti permetteranno di superare meglio questo momento.

Il rimedio che sto per consigliarti è quello di “prendere la tua mente da dove è e spostarla in un’altra strada”.

Per fare questo serve costruire una strada nuova nella quale immettere la nostra mente e farla passare di lì. Per costruire la nuova via bisogna mettersi di buzzo buono a spianare un percorso dove adesso una selva oscura non ci permette di passare ma non dovrai fare alcuna fatica seguendo il metodo che sto per dirti.

Se vuoi puoi andare a farti una passeggiata ma anche stando comodamente seduto sul divano puoi iniziare a spianare il nuovo sentiero. Ti basterà iniziare a dire frasi (sempre le stesse o con lo stesso significato) per almeno una decina di minuti (o vedi tu) e possibilmente più volte al giorno.

UN METODO FACILE

Queste frasi sono da ripetere ad libitum, a voce alta, perché come spesso ho detto anche la nostra voce ha una sua energia e in questo caso godiamo di uno strumento in più.

Ora ti scrivo qualche esempio da recitare come un mantra ma tu potrai inventarne di tuoi, l’importante è che sappiano di buono e positivo.

Il primo che ti propongo è caratterizzato da un’unica parola da ripetere come un disco rotto per almeno 7 minuti di orologio (metodo Fabio Marchesi – Entusiasmologia).

Cerca di non sentirti un disco rotto però. Cerca quanto meno di concentrarti e credere in quel termine che stai dicendo.

La parola da dire è “Grazie“.

Dilla tante tante tante volte.

Inizia – Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie… – e vai avanti per i minuti che ti ho indicato.

All’inizio, e questo vale per ogni mantra, ti sentirai svogliato, stupido, atonico, passivo e anche idiota ma, andando avanti, concentrandoti al massimo su questa parola, vedrai che qualcosa dentro di te inizierà a mutare.

Nessuna magia, semplicemente il tuo cervello dopo un po’ inizierà a dire “Ma cosa sta dicendo? Perché sta ringraziando? Boh, allora forse abbiamo ricevuto qualcosa di bello!“.

QUEL PICCOLO INNOCENTE CERVELLO

Vedi, il tuo cervello, così come il mio, è un po’ un allocco pur essendo un fantastico strumento del quale siamo dotati. Diciamo che… senza di te non è nulla!

Lui viaggia per schemi, reagisce (e anche emozionalmente) in base a quello che TU gli fai credere!.

Il tuo cervello, quindi, convinto a questo punto di aver ricevuto un bel regalo (questo avviene a causa delle memorie arcaiche che collegano il “Grazie” al ricevere una bella cosa da che siamo bambini) inizierà a sentirsi più felice, o comunque più leggiadro e di conseguenza ti ci sentirai anche te perché il cervello inizierà a ordinare ad alcune ghiandole di secernere determinati ormoni che ti trasformeranno in una persona appagata e serena.

Naturalmente non puoi pretendere che questo accada fin dalla prima volta. Ma tu inizia. Vedrai già dal terzo giorno come le cose nella tua quotidianità inizieranno a trasformarsi e a prendere una piega molto più piacevole. In pratica sei riuscito a costruire quel famoso nuovo sentiero.

FRASI MAGICHE

Ti scrivo ora altri esempi:

– Metti le mani sul tuo ventre e ripeti più volte: “Io faccio divampare la scintilla d’amore che è dentro di me, io mi riempio d’amore, sono amore e ricevo amore“. Mentre lo dici immagina nella tua pancia una piccola scintillina di luce che diventa sempre più grande e con il suo alone luminoso ti riempie e si irradia anche fuori il tuo corpo andando a illuminare ciò che ti circonda.

– Sforzati di tendere le labbra come a sorridere e ripeti: “la mia giornata è stata meravigliosa mi è accaduta una cosa molto bella“. Parla al passato, come se già fosse accaduto, anche se questa frase la stai dicendo appena sveglio.

– “In questi giorni, in cui mi sento di malumore, mi riconosco perfetto così e, nella mia notte, sto preparando il nuovo sorgere di un sole brillante come mai ha brillato“.

Come ti ripeto questi sono solo esempi, non sei obbligato a usare le stesse parole ma il loro senso, da come puoi vedere, è super positivo. Devi solo focalizzarti su queste frasi.

Non ti chiedo di darle per scontate e neanche di avere fiducia in loro (anche se dovresti) ti chiedo solo, in quei dieci minuti, di non pensare ad altro e restare attento su questi termini che stai dicendo.

Sono certa che ne trarrai un beneficio.

Ricordati però che non devi mai diventare un ossessionato. Ci tengo a dirlo perché, se da una parte c’è chi non crede a queste cose e non le prova nemmeno, dall’altra c’è invece chi considerandole un elisir di lunga vita inizia a usarle per tutto il tempo della giornata uscendone ammattito e con la testa in loop. È sbagliato. Non serve a nulla passare le tue ore a non vivere per recitare queste citazioni.

Bastano dieci minuti, magari tre volte a giorno. Per tutto il resto del tempo goditi la giornata e fai quello che devi fare.

Ti auguro ogni bene.

Prosit!

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Elimina i Compromessi e conquista la tua Libertà

CHIUNQUE HA UN RAPPORTO CON NOI

So bene che nella vita c’è compromesso e compromesso, alcuni hanno un prezzo che paghiamo volentieri soprattutto se il ritorno è ottimo per noi ma quelli di cui voglio parlarti oggi sono mani che ti tengono attanagliato, stretto tra le loro dita aguzze.

Nel momento in cui impari davvero a stare bene con te stesso non sei più dipendente da niente e nessuno.

Non ce ne accorgiamo ma molto spesso, più spesso di quello che crediamo, abbozziamo e accettiamo da altri comportamenti che non ci piacciono per timore di perdere quella relazione che sia sentimentale, di amicizia o di parentela.

Ci sottoponiamo continuamente ad una sorta di ricatti che ci auto infliggiamo la maggior parte, delle volte per paura della solitudine ma non solo: “Che brutto vizio che ha! Lo detesto ma devo sopportarlo altrimenti se gli dico qualcosa si arrabbia e poi non mi fa più questo e quello…

Questo e quello – possono essere appagamenti di diversa natura ma che ovviamente appagamenti non sono. Sono COMPROMESSI.

IMPARIAMO A DISTINGUERE BENE LE COSE

Il compromesso è deleterio. Una sorta di espediente carico di ipocrisia e omertà al fine di ottenere il famoso Quieto Vivere, laddove, come Quieto Vivere, si intende una parvenza di star bene. Tutto questo però è un’illusione. Una sciocca, tossica, distruttiva illusione.

E’ un piacere totalmente effimero al quale ci appendiamo con le unghie e con i denti e ci sembra chissà che.

Questo o quello – possono essere esibiti da: prestiti in denaro, accompagnamenti comodi in auto, compagnia, promesse di matrimonio, viaggi, condivisione di passioni, risparmio, babysitteraggio, posto di rilievo, orario lavorativo ridotto e potrei andare avanti all’infinito.

Per ottenere ognuna di queste cose e molto di più, ogni volta, mandiamo giù bocconi amarissimi in quanto ci sembra più salato il prezzo da pagare nell’arrangiarci o nello stare da soli che non quello da spendere nel sopportare determinati atteggiamenti. Erroraccio!

Ebbene questa è un’idea totalmente distorta e fasulla. E’ una credenza. Uno schema mentale falso.

LE ABITUDINI

Innanzi tutto bisogna comprendere che siamo abitudinari in ogni cosa che facciamo pertanto anche nei pensieri. Ossia, è come se nel nostro cervello ci fossero delle strade, tipo canali (e ci sono davvero, sono quelli utilizzati dalle sinapsi) e i pensieri passano sempre di lì. Siamo abitudinari nell’agire, nel reagire, nelle emozioni, nel comportamento, in tutto. Questo perché siamo dei “dormienti”, cioè utilizziamo soltanto una piccola parte delle nostre capacità sia cognitive che spirituali.

Detto questo va quindi detto anche che ci basta cambiare abitudine per abituarci all’altra (perdonatemi il gioco di parole) e l’affare è fatto. In pratica, se preferisci andare da quel Macellaio antipatico solo perché è più vicino a casa tua (ecco il compromesso) dopo un po’ di tempo non ti peserà più andare da un altro Macellaio che, anche se sarà più distante e ti farà camminare di più, è gentile e affabile. Immagina se il Macellaio antipatico dal quale vai chiudesse, cosa fai? Diventi vegetariano? Ok, puoi anche farlo se vuoi ma se di vegetarianismo non ne vuoi sapere sei obbligato a fare qualche metro in più.

La domanda che voglio porti è: Perché non inizi fin d’ora a fare quei metri in più mettendola in barba al commerciante sgradevole e ti liberi di un trattamento poco rispettoso? Questo cambio del meccanismo oltre ad appagarti molto perché conoscerai un venditore fantastico, suggerisce alla tua mente una cosa bellissima – Io posso! Io non dipendo da nessuno! Se voglio posso! Se non amo il tuo trattamento lo cambio! E sono più felice! -. Oh già! Questo perché “modi di fare” e “mente” si parlano.

Il Macellaio è soltanto un leggero esempio che può essere utile come inizio per poi cominciare ad andare a toccare i tasti più dolenti e cioè le persone alle quali teniamo di più e che di più ci tengono in pugno. Fino ad arrivare alle considerazioni più grandi.

VOLERE E’ POTERE… DAVVERO!

Devi convincerti che c’è sempre una soluzione. Se non la trovi la puoi inventare ma c’è. Non è impossibile è solo che tu non hai voglia di metterla in pratica. Non voglio essere offensiva dicendo che sei un fannullone, non mi permetterei mai. Voglio solo convincerti che volere è potere e lo è davvero.

Una donna che conosco, alla meravigliosa età di 58 anni, ha preso la patente pur di non farsi più scorrazzare dal figlio che bestemmiava in turco ogni volta che doveva accompagnarla da qualche parte. Non crederai a quello che sto per dirti ma dopo qualche tempo, di sua massima indipendenza, è stato proprio il figlio ad offrirsi per accompagnarla! Ho vissuto questa cosa con i miei occhi!

Un’altra mia conoscente, invece, era davvero stanca di sottostare ai ricatti della madre per poter sistemare il bambino quando voleva uscire qualche sera con gli amici (di giorno il bimbo andava all’asilo e lei andava a lavorare). Ebbene, si è messa d’accordo con una sua amica e hanno iniziato a scambiarsi i favori; una teneva il cane all’altra quando questa voleva andare in vacanza e l’altra teneva il bimbo a una quando questa voleva uscire. Inoltre ha iniziato a lavorare la lana cardata realizzando diversi gadgets che ha iniziato a vendere e, con i soldi ricavati, si pagava una ragazza che le teneva il figlio una sera alla settimana. Anche qui, non mi crederai, ma la nonna, tra lo sbigottimento e la solitudine, ha iniziato ad implorare la figlia di lasciarle di nuovo il nipote. Non ti sto prendendo in giro!

LA VERA LIBERTA’

So bene che ci sono situazioni più gravi che dobbiamo patire e tollerare ma è altrettanto vero che possiamo, se vogliamo, modificare la nostra vita o comunque renderla di gran lunga migliore e respirare più libertà. Perché sì, questa è la vera libertà.

Cerchi compromessi con tutti. Con i tuoi figli, con il tuo partner, con i tuoi genitori, con gli amici, con i colleghi… cerca di limitare il più possibile la quantità di queste false convenzioni.

Vorrei farti capire che la ragazza di cui ti ho appena parlato, che ha iniziato a lavorare la lana cardata (tu puoi trovare altre soluzioni, alcune possono costarti più fatica altre meno) ha in pratica messo sulla bilancia due cose: il comportamento della madre su un piatto che le causava un’oppressione indescrivibile e, sull’altro, la stanchezza e l’impegno di restare a volte fino a tarda notte con l’ago in mano per finire le sue opere. Ebbene non c’è stato paragone per lei. Nonostante lo sforzo dei suoi occhi attenti sul lavoro, nonostante il sonno, nonostante tutto, è decisamente più felice perché crea molte cose, riceve complimenti e apprezzamenti, si sente più libera ma anche brava, capace di fare, vede gli altri felici quando regalano un suo pezzo, dà sfogo alla sua fantasia e ora sì che è davvero appagata.

Quando arrivi a non dover più dipendere da nessuno e stai bene con te stesso qualsiasi cosa accada tu non hai da temere nulla. Non hai paura di perdere qualcuno perché se anche quel qualcuno va via (o non ti fa più quel favore, cioè si stacca da te da quel lato) tu vivi comunque sereno. Lo lasci andare liberando anche lui da quella specie di “favore” che ogni giorno ti fa. Fosse anche solo – compagnia -. Quando non senti più la paura di perdere “quella cosa” o “quella persona” allora sì, sei davvero libero. Quando non sei più servo di nessuno. Perché vedi, ci sono casi semplici in cui si tollerano cose semplici ma ci sono situazioni anche più gravi nelle quali ci si riduce davvero ad essere schiavi. E’ come costruirsi una gabbia attorno senza uscita e questo è dolorosissimo. E’ un peso abnorme da sopportare giorno dopo giorno.

Questa è la vera libertà. Essere e sentirsi pienamente liberi non significa fare solo il lavoro che ci piace, avere la casa che ci piace, andare in vacanza quando vogliamo, poterci comprare l’auto che preferiamo e avere un partner che ci ama tanto. Essere liberi vuol dire soprattutto uscire da questi schemi quotidiani. Eliminare dalla nostra vita tutto ciò che è nocivo e negativo. Non usare espedienti. Non farsi assoggettare.

Non restare sotto la tirannia della pigrizia, della menzogna, del bisogno, dell’avarizia, della lussuria, del biasimo, della manipolazione… questi sono tutti demoni che portano a subire le voglie di altri demoni come quello dell’invidia, della gelosia, del giudizio, dell’opportunismo, dell’ipocrisia… Via, via tutto questo! Guarda quanto male c’è e te lo stai mangiando ogni giorno! Ti stai nutrendo di questo.

Liberandoti da ciò, crei spazio alla felicità. Alla serenità. A quella gioia piena che nessuno può portarti via e ti riempie.

Allora sì sarai davvero felice e potrai vibrare in frequenze positive sentendoti veramente bene. Questa è la vera libertà.

Prosit!

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La maestosa e affascinante potenza dell’Odio

EPPURE SO CHI SEI

Avendo studiato per anni la Psicosomatica e la Metamedicina riesco facilmente a farmi un’idea sulla personalità di un individuo in base alle malattie delle quali soffre o ha sofferto.

Mi faccio un quadro, non assoluto ovviamente, in quanto l’Essere Umano è un insieme di mondi stratosferici e sempre da scoprire ma, grosso modo, capisco chi ho di fronte.

Nonostante tutto, molto spesso, le manifestazioni di ciò che già conosco riescono ugualmente a stupirmi.

Supponiamo io mi renda conto che quella persone soffre di invidia, nutre rancore costantemente a causa di questo e reagisce, di norma, alle situazioni della vita, con aggressività. Non ama essere messa da parte, ha continuamente bisogno di percepire stima nei suoi confronti, deve apparire uscendo dal gregge e patisce l’autorità di chi ne sa più di lei. Ottimo.

Per quanto riguarda questo suo ramo, mi sembra di avere compreso. Le malattie che conosco, e che le appartengono, mi suggeriscono tutto ciò e molto altro quindi posso sapere come comportarmi al fine di recarle meno danno possibile e cercando, naturalmente, di salvaguardare il mio benessere dinnanzi a lei.

SCONQUASSANTI MANIFESTAZIONI

I meccanismi non hanno segreti ai miei occhi, noto il suo demone “madre” costantemente, in parecchie sue frasi o azioni ma, va bene, lo accetto, so che c’è. Capita però, a volte, che succede un qualcosa il quale sveglia del tutto quel demone e lo fa agire in tutta la sua incredibile potenza. Ogni volta che questo accade rimango sbigottita. Voglio dire, lo so, lo sapevo, eppure…

Avete presente un’enorme tromba d’aria che effetto fa? Sappiamo bene che spaventa, è distruttiva, non vorremmo vederla mai. Si lascia dietro morte e caos ma, da vedere, è uno spettacolo della natura stupefacente.

Quell’aria di vari colori che prende forma attraverso nuvole impetuose. Giravolte potenti che manifestano la loro solenne forza. Giganteschi ammassi di vapore che ammaliano con la loro sovranità, che tutto possono e niente può fermarli. La loro dominanza lascia senza fiato. Quasi la si “invidia” una tromba d’aria. Vorrei anch’io essere bella e onnipotente come lei, senza far del male a nessuno, ma togliendomi di dosso tutto ciò che è inutile, lagnoso, non degno di starmi appresso…

Tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti… – (F. Guccini – Cirano)

Non lo vorreste anche voi? Ma torniamo allo stupore.

E MI TROVA MERAVIGLIATA

Lo stupore che mi coglie proprio perché mi vedo stupita. Mi spiego? A sbalordirmi è il fatto che mi rendo conto quanto queste manifestazioni dell’Uomo mi stupiscono ancora. E lo fanno perché sono sempre molto originali, molto severe, molto di carattere, molto influenti, intense…

In quel momento la magnificenza del demone è dominante sopra ogni cosa, proprio come la tromba d’aria che descrivevo prima. È prestante, possente, vigorosa, ricca. Ricca di sfumature, di memorie, di tutte le bellezze raccolte e rinchiuse lì in una o più vite.

Davanti a me si mostra tutta la sofferenza che urla sguaiatamente e che da anni cerca di essere ascoltata. Mi si pone davanti, a un palmo dal naso. Sento il suo fetore nelle mie narici, il suo sfiorarmi mi fa quasi rabbrividire e i suoi occhi, nei miei occhi, svelano cosmi.

Il suo grido riesce a far tremare persino le ossa e non può che scuotere.

Quanta meraviglia c’è lì. Che occasione splendida per riuscire a vedere Dio (che non ripeto cosa intendo) o quantomeno provare a cercarlo. Ostico assai. L’imprevedibilità di questa violenza turba. Preoccupa. Pensi di non esserne all’altezza. E hai un’unica soluzione: riconoscerti amore. Essere amore.

T’APPARTENGO MI APPARTIENI

Ma perché tali manifestazioni riescono a colpire così tanto? Perché ci appartengono. Perché ne trasportiamo le stesse frequenze.

Perché se una persona riesce a mostrarmi, ad esempio, la sua invidia, significa che io, l’invidia, la conosco o l’ho conosciuta. Oppure ancora la giudico. Giudicarla significa comunque conoscerla. Un qualcosa, insomma, con il quale ho avuto a che fare.

Significa che probabilmente invidio te che sei amato mentre io mi sento emarginata da tutti e vorrei essere amata e apprezzata quanto te, per non sentirmi sola. Scrivo questa ipotesi perché la trovo sottile.

L’invidia non si ferma alla borsetta più bella, alla moglie più sexy, al ruolo in fabbrica di maggior pregio. L’invidia, come tutti gli altri demoni, tocca ogni riga e ogni spazio del nostro pentagramma ma ricordati che questo discorso vale per qualsiasi mostro: fastidio, lamentela, rabbia, paura, pigrizia, codardia, menzogna, avarizia… e sono sempre mostri divini, non  dimenticarlo.

E allora, ad ogni demone che vedo dico – Grazie -. Grazie per questa roboante manifestazione …che altrimenti non ti avrei visto! Grazie per questa tua onda travolgente che mi ha presa per le spalle e strattonandomi mi ha urlato – Guarda! Guaaa rdaaa miii!!!! -.

La manifestazione di un odio che cresce non può passare inosservata. Non andartene. Resta davanti a lei. Osservala in tutto il suo splendore. Vai oltre, cerca ciò che cela e scoprirai un mondo magnifico. Il tuo.

Prosit!

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La Natura cura ma il Potere è tuo

AMBARABACICCICOCCO’

Avrai letto spesso un concetto che mi piace tirar fuori in diversi argomenti quando parlo della Paura, Madre indiscussa di tutte le emozioni negative. A volte suggerisco che la Paura può essere una grande amica ma non è lei che deve governare le tue scelte o amministrare il tuo vivere. In pratica non dovresti dargli più potere di quello che merita.

Siamo troppo abituati a dare potere e, di conseguenza, RESPONSABILITÀ al resto del mondo ma quasi mai a noi stessi. Lo diamo agli altri, lo diamo alle emozioni che ci guidano, lo diamo alla società in cui viviamo e oggi, a causa di nuove discipline e tendenze nate da qualche anno, lo diamo alla natura.

Lo abbiamo dato per molto tempo alla natura quando non ci piacevano, e non ci piacciono, i suoi comportamenti. Quando diciamo – Che brutto tempo oggi! Oggi, a causa della pioggia, non posso fare questo o l’altro -. Quando ce la prendiamo verso quelli che consideriamo per noi disastri o quando animali a noi poco simpatici si permettono di invadere il nostro territorio. Adesso, però, diamo alla natura anche il potere di guarirci.

Ebbene, premetto fin da subito che questo è vero. La natura è un dottore unico e supremo capace di curare ogni malanno, ha qualità e potenze incredibili ma non ragioniamo quasi mai sul fatto che anche noi siamo natura. Che le sue stesse forze energetiche le custodiamo dentro di noi e che non c’è alcuna divisione tra noi e lei. Nessuna. Noi siamo sicuramente più “inquinati” sia nel nostro Corpo Mentale che in quello Emozionale. Siamo pieni di pensieri e sensazioni – spazzatura – che ci offuscano altri sensi ma la scintilla della vita, comunque, esiste in noi. Serve solo rispolverarla.

COME DEVO ESSERE?

Quando leggo su diversi testi, o in molti articoli, “Guarire attraverso il Potere delle Piante” (vedi ad esempio il libro di Clemens G. Arvay) mi chiedo se quell’autore, al quale non voglio togliere nulla, conosca invece il suo di potere. Anche in questo caso si dà responsabilità (potere) ad alberi e arbusti cosicché, quando abbracciamo un tronco come fossimo vampiri energetici, convinti di succhiargli un po’ di buona energia che ci spazzi via lo stress, ci rimaniamo poi assai male se questa sorta di terapia non funziona o funziona per poco tempo.

Ora, è vero che se mi faccio una tisana alla Lavanda dormo meglio ma è anche vero che se se la prepara Tizio non ottiene alcun risultato. Come mai? Io e Tizio siamo fisiologicamente diversi? Bene. Quindi le piante funzionano solo con chi ha avuto la fortuna di nascere con un organismo preposto alla loro funzione curativa? Nella Pet Therapy quale organismo dovrei avere, quindi, per essere in accordo con un cucciolo e armonizzare il mio essere?… No, non è così.

Grazie infinite a tutti coloro che cercano di sensibilizzarci nei confronti del cordone ombelicale che ancora abbiamo e ci connette a Madre Terra ma io vorrei andare un goccio oltre.

SEI UN GENERATORE DI VITA

Come ho detto, quel potere, è dentro di noi. A tal proposito e per capire meglio questo articolo, ti consiglio di leggere questo mio post https://prositvita.wordpress.com/2018/06/20/abbracciare-un-albero-dubbi-e-perplessita/

Se lo hai già letto avrai capito che non ti servirà a nulla, o quasi, abbracciare un albero se rilasci scorie di fastidio, tristezza, rabbia, etc… lui non può che rispecchiare ciò che sei, in quanto lui è solamente e unicamente – Vita -. (Sorridi e la Vita ti sorriderà).

Solo se riesci a dare Amore a quell’albero noterai che il tuo Amore con il suo (il miracolo della vita che comprende l’Universo) connettendosi assieme moltiplicheranno quella forza e tu ti sentirai pieno di gioia e benessere. Magari, ovviamente, non la prima volta ma continuando non potrai che riempirti di “onde vibrazionali di Amore”.

Amore è un termine convenzionale che l’uomo ha creato per descrivere l’Energia Universale e Divina che, come forza creatrice, realizza movimento – cioè energia – cioè vita. Noi stessi ne siamo stracolmi.

Aristotele descrive il nostro infinito potere con il termine “Entelechia” ad intendere, tra altre cose, l’evoluzione totale con scopo finale dell’Uomo (natura) come essere perfetto. A partire da quello che gli alchimisti indicano come “monade”. Ma torniamo a discorsi meno strambi.

IL MIO AMORE E’ IL TUO AMORE

Sappiamo bene che un gatto, ad esempio, è in grado di assorbire da noi le emozioni negative e allontanarle, scacciarle via, se non trasmutarle addirittura quasi distruggendole. Ma cosa accade se, a quel gatto, noi invece regaliamo amore puro e incondizionato che non è assolutamente quello del “bisogno d’amare”? Accade un miracolo e cioè che il gatto, così come tutti gli altri animali che lo ricevono, lo rimandano raddoppiato proprio come accade con le onde elettromagnetiche perché noi siamo in continuazione propulsori di onde elettromagnetiche. Scienze come la biofisica indicano ogni corpo naturale come un’antenna in grado di ricevere ed emanare radiazioni e non solo come composti chimici regolati da reazioni chimiche.

Mandare amore ad un animale che si ha in casa o si incontra selvatico in un bosco non significa dire o pensare di amarlo. Significa essere amore e, di conseguenza, lui si impregnerà delle nostre frequenze. Attorno a noi, non potrà che esserci Amore, ossia bellezza. Bellezza d’animo. Questa è fisica non una semplice tecnica inventata dai Puffi.

Tutto questo per dirti che sei tu il vero padrone di te stesso e della tua guarigione. Tu decidi se stare bene.

In parole poverissime… se tu emani vibrazioni gialle esse andranno a collegarsi alle vibrazioni gialle che trovano in un determinato raggio attorno a te. Tristezza = Tristezza. Rabbia = Rabbia. Pace = Pace. Come se fossimo delle radio.

LO SAPEVANO GIA’ GLI ANTICHI

La sensazione di benessere che provo abbracciando una pianta o accarezzando un cane mi permette di evadere dalla mia stressante quotidianità, mi fa sentire più serena, mi tranquillizza ma è solo una parvenza (regalata dalla mente e sembra vera) se non coltivo tutto questo. Soprattutto se non lo coltivo dentro di me e se non imparo a nutrirlo – sempre – dentro di me, a prescindere dal luogo in cui mi trovo.

Se emani amore nei confronti di una pianta, se sei tu ad abbracciare lei anziché allucinare un suo abbraccio, se sei tu a dare anziché chiedere sarai ancora più potente di lei e, automaticamente, nutrirai le frequenze guaritrici. Le tue!

Suvvia! Lei è “solo” una pianta, tu sei un Essere speciale, divino, umano. È attraverso te che l’Universo svolge le sue più grandi manifestazioni, sei co-creatore, è a te che ha dato certi poteri che altri esseri non hanno. Tu hai una forza creatrice che nessun altro ha. Tu sei l’Essere superiore tra tutti, anche se oggi usi questo potere solo per arricchirti o danneggiare il creato.

Non essere un micragnoso, sei tu che puoi curare una pianta e non viceversa, senza nulla togliere alla pianta che attraverso le sue essenze fisiche e biochimiche e la sua energia, pura e vitale, ti aiuta di sicuro.

Alcuni testi dei quali la religione si è appropriata dicono chiaramente nei confronti dell’Uomo – Fatto a sua immagine e somiglianza – e tu sai che per me Dio non è assolutamente un vecchio giudicante su una nuvoletta. Noè, San Francesco e molti altri forse non sono mai esistiti realmente, ma è il messaggio che si nasconde dietro al loro operato ad essere importante e Maestro. E, in alcuni casi, persino alchemico. Cioè, non è stata una famiglia di armadilli a salvare l’umanità capisci? E’ accaduto l’inverso.

È l’Uomo, in tutta la sua infinita grandezza il vero salvatore. Sei proprietario di doti che nessuna pianta, nessun animale, nessun minerale possiede. Sei la perfezione della natura tutta e, in te, è contenuto l’intero cosmo “così dentro e così fuori“.

Fatti aiutare dalla natura che è come un ventre materno. Che ha qualità incredibili. Affidale i tuoi strazi e i tuoi dolori ma ricordati che nulla può passare se non sei tu ad aprire la porta. Ricorda che tutto va a morire se non sei tu a nutrirlo. Ricorda le voci dei tuoi antenati che gridavano: – Ciò che io manifesto il mondo mostra e vive! -. Perché ciò che tu sei, quella pianta non può far altro che rifletterlo. Nonostante i suoi oli essenziali, particelle e terpeni.

La biofilia è l’amore per la vita e deve partire da te.

Il bosco ha un suo potere, il mare ha un suo potere, la campagna ha un suo potere ma poco otterrai se non riconosci il potere che è in te.

P.S. – Per alcune immagini ringrazio Gian Panti e Andrea Biondo andreabiondo.wordpress.com

Prosit!

L’Ernia, una simpatica Rottenmeier

TI STARO’ SEMPRE VICINA

Conoscerete tutti la Signorina Rottenmeier severa e bisbetica istruttrice di Clara nella favola di Heidi. Con lei non potevi sgarrare. Esigeva rigore e disciplina sempre. Ebbene, la mia cara amica Ernia, ho deciso di soprannominarla simpaticamente proprio come lei perché ha il suo stesso modo di fare, pur essendo meno apprensiva. E’ anche un po’ permalosa, ma non diteglielo. In pratica non posso sgarrare nemmeno io, ma non crediate voglia impedirmi qualche movimento. Io posso fare qualsiasi cosa tranne che… svalutarmi.

Voglio raccontarvi bene tutto e riprendo anche il discorso della mia Ernia Discale se qualcuno ancora non lo conoscesse, anche se consiglio, per comprendere il tema di oggi, di leggere nell’ordine questi miei 4 articoli dal primo al quarto:

1 – https://prositvita.wordpress.com/2016/07/20/ernia-discale-unica-soluzione-intervento-chirurgico-ma-forse-ci-sono-altri-rimedi-parte-1/

2 – https://prositvita.wordpress.com/2016/07/22/ernia-discale-unica-soluzione-intervento-chirurgico-ma-forse-ci-sono-altri-rimedi-parte-2/

3 – https://prositvita.wordpress.com/2016/07/25/ernia-discale-unica-soluzione-intervento-chirurgico-ma-forse-ci-sono-altri-rimedi-parte-3/

4 – https://prositvita.wordpress.com/2016/07/27/ernia-discale-unica-soluzione-intervento-chirurgico-ma-forse-ci-sono-altri-rimedi-parte-4/

Lo so, sono tanti, ma la mia avventura con Ernia non è stata breve. Come saprete, o come leggerete, ho evitato l’intervento, ho riacquisito sensibilità alla gamba e, soprattutto, ho eliminato quel terrificante dolore che non auguro a nessuno.

Vi dissi anche che, Ernia, divenne la mia migliore amica, un’amica che non approva il mio sminuirmi, e che rimase lì, con il muso al davanzale, pronta ad affacciarsi se fossi venuta meno al suo insegnamento. E… beh, ogni tanto mi capita ancora di disobbedire.

COME SI PUO’ NON VOLERLE BENE?

A distanza di quattro anni, però, posso dire di essere stata abbastanza brava visto che, al massimo, la sento un po’ nervosa predicarmi una romanzina ma niente di più. Praticamente, inizio a percepire il dolore ma è un male sopportabile che non m’impedisce ne il lavoro, ne’ il movimento, ne’ il divertimento, solo mi suggerisce di fare attenzione.

Sono state rare le volte in cui mi sono dovuta coricare per riposare la schiena e alleviare un dolore leggermente più forte. Un dolore che, vi assicuro, è molto affettuoso e al quale voglio bene. Mi prenderete per pazza, lo so, ma fatemi spiegare.

Essendo lieve, e solo di avvertimento, non gli ho permesso di sfociare in qualcosa di più grande e non gliel’ho permesso perché capivo subito che cosa voleva dirmi. Traducevo prontamente il suo messaggio. Mi accorsi addirittura che, le ultime volte, riuscivo persino ad anticiparlo. Ormai era partito, doveva arrivare, io mi ero deprezzata e sottostimata, ma era così leggero da considerarsi solo un indolenzimento, non faceva neanche male.

In pratica, il suo messaggio, era lo stesso di sempre – Meg? Ti stai sottovalutando per caso? Ho capito bene? -.

Mannaggia! Purtroppo, anche senza farlo apposta, mi succedeva. Non me ne rendevo conto! Se ad esempio qualcuno decideva al posto mio, e io per il quieto vivere non dicevo nulla, secondo la mia natura quello equivaleva al – farsi schiacciare – e, Ernia, rispondendo prontamente alla mia natura/anima, si sporgeva subito dal davanzale facendosi sentire.

RICORDATI CHE IO SONO QUI

Il brutto era che non potevo neanche fingere. Come potevo nascondere qualcosa che era dentro di me a qualcos’altro che era dentro di me anch’esso? Provavo a edulcorare la reazione che l’aveva fatta arrabbiare, ma quando si impunta non vuole sentire ragioni.

Se mi facevo buttare giù dalla preoccupazione di una grossa spesa, o dal giudizio degli altri, o da un inganno ricevuto e così via, era come dire – Io sono una schiava, l’esterno fa di me quello che vuole perché io non valgo niente e non ho potere – e lei non mi perdonava.

Davanti a niente e a nessuno dovevo abdicare perché lei voleva io mi ritenessi speciale, potente, divina, grandiosa. Fintanto che mi comportavo in questo modo, con la certezza del “io valgo“, lei se ne stava buona buona in disparte, senza infastidirmi, e io potevo anche fare la trapezista bulgara in un circo da tanto che stavo bene ma… appena sbagliavo… zack! Eccola lì a gridare – Misericordia! – proprio come la dispotica zittella di Heidi – Devo intervenire! -.

No no no! Ho capito, ho capito. Ti giuro che ho capito e hai ragione. Hai tuuuuutte le ragioni del mondo ma è stato solo un attimo, non lo farò mai più – mi prestavo velocemente a dire ma, lei, con fare sussiegoso, mi rispondeva – Questa nenia l’ho già sentita altre volte, vuoi di nuovo stare immobile due mesi in un letto Meg? Sai che posso farlo se voglio

Dai Ernia bella no… ti dico che hai ragione, sono pentitissima, non me ne sono accorta davvero! Senti, la cosa principale è che io l’ho notato no?

No – diceva imperativa.

Ok, vi sembrero’ ancora più pazza che a inizio articolo ma, questi, sono i nostri discorsi ogni volta che la Rottenmeier bussa alla porta e poi entra (senza aspettare che sia io a farla accomodare, eh).

Visto che questa volta ti sei almeno ripresa in tempo, sarò lieve e garbata, ma ti darò comunque fastidio almeno due giorni, tanto da farti ricordare che ci sono – mi avvisava

Mpf! So benissimo che ci sei e non te ne vai

Me ne andrò via, del tutto, solo quando imparerai ad amarti sopra ogni cosa e ti renderai conto di essere speciale. Quindi penso proprio che staremo insieme ancora parecchio

Come sei… sono migliorata molto – mi arruffianavo

Devo ammettere di sì, infatti non posso farti male più di tanto, solo disturbarti un pochino, ma voglio che migliori ancora di più

Ci proverò, promesso

Conviene a te -. Terminava sempre così il discorso.

IO MI AMO E MI RISPETTO

E così, eccomi qui, oggi, a distanza di quel tempo, con una schiena perfetta che, solo ogni tanto, mi fa sentire una leggera punturina. Proprio come a dire – Sono qui! Non lo scordare! -.

Ma io sono contenta, altrimenti non porrei attenzione a come affronto il mondo e non mi ricorderei, ogni istante, di rispettarmi e amarmi sopra tutto.

È un percorso lungo e difficile ma che non ho intenzione di abbandonare e, dopo i grandi passi che ho fatto, affiancata da questa mia stramba amica che so volermi bene, ho voglia di farne ancora di più. Non finirò mai di ringraziarla!

Adesso, se qualcuno prova a farmi sentire inferiore, non glielo permetto. Se qualcuno pretende da me un qualcosa che non voglio dare, rispondo negativamente. Se qualcuno non vuole star bene, non consumo più le mie energie per lui. Se qualcuno mi giudica, o mi mente, o si lamenta con me, come se io fossi il suo bidone dell’immondizia, cerco di andare sempre avanti a testa alta, felice e con leggerezza. Ma, soprattutto, mi autocomplimento con me stessa, cerco di essere fiera di quello che faccio e provo a creare armonia. Una volta non riuscivo mai a fare tutto questo, ora ce la sto facendo anche se posso fare molto di più.

Negli articoli che ti consiglio di leggere trovi anche il messaggio psicosomatico dell’Ernia, quello che devi imparare a tradurre, se soffri di Ernie alla schiena e non sai come fare a liberartene.

Prosit!

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Dimentica i tuoi sogni se vuoi che si avverino

SEMINARE IMPEDIMENTI

Siamo cresciuti con l’idea di usare la determinazione, la costanza e la volontà per avverare i nostri desideri. Siamo cresciuti con l’intento di nutrirli e coltivarli per farli materializzare nella realtà e tutto questo è giusto, un metodo fantastico per poter ottenere quello che si vuole. La nostra mente però lavora in un modo davvero particolare e a noi spesso sconosciuto.

Ci sono dei particolari importantissimi che devi tener da conto.

Molte filosofie spirituali sono le prime a dire di immaginare quella cosa e quella cosa accadrà. Questo mi trova d’accordo ma occorre fare i conti con il nostro inconscio (che non riusciamo a vedere) oltre che con il conscio. Le stesse dottrine indicano infatti che non si otterrà ciò che si vuole ma ciò che si è. Al fine di realizzare un sogno serve pertanto il matrimonio tra il pensiero, cioè l’immaginazione, e l’emozione intrinseca che lo accompagna con la quale non si intende la gioia, che si può provare volando sulla nostra nuvoletta rosa, bensì si intende l’emozione che indica quello che proviamo per noi in base al desiderio. Ad esempio, se io immagino di diventare una star ma nel mio inconscio non mi sento all’altezza, non mi sento degna di tanta fama, ho paura ad affrontare una situazione così, temo il giudizio degli altri, mi spaventa il pubblico, etc… l’emozione che si scaturisce è quella dell’impedimento.

NON TI MOLLO!

Allora cosa succede se continuo a pensare a quel sogno? Succede che per prima cosa lo inquino. Ebbene sì. Senza rendermene conto, lo inquino del timore che non si possa avverare. Lo inquino di preoccupazione. Lo sporco di orpelli sciocchi e mentali, di schemi mentali sbagliati che mi appartengono. Lo sporco di speranza che, anche se può sembrare tanto carina e poetica, la speranza è proprio l’inverso della certezza. Colei che ti tiene in sospeso e non realizzato.

Ma soprattutto lo trattengo. Lo trattengo lì, nell’immaginazione, e non gli permetto di concretizzarsi nel mondo delle forme. Lo trattengo come se dicessi – Prima o poi ti avvererai – e l’Universo risponderà – Si, prima o poi, prima o poi… -. Quando? Boh… prima o poi

Trattenere un sogno e continuare a definirlo “sogno” significa non avere fede. Non darlo per certo, non darlo come già avverato. Se fosse già avverato continueresti a immaginarlo? No! Continueresti a chiamarlo – sogno -? No! Ed é proprio questo che devi fare. Non sognare più, già ce l’hai, che ti sogni ancora? Che ti struggi?

Perché continuare a nutrire aspettative? Così facendo continuerai ad aspettare, come dice la parola stessa.

Immagina di essere alla stazione e stai fremendo perché sei molto in ritardo ma il treno non arriva. Inizi a pregare il treno, speri di vederlo spuntare in fondo al binario, tra te e te pensi alle peggio cose verso le Ferrovie dello Stato e, dentro, lo stomaco vibra, i muscoli sono tesi, la rabbia sale. Ma poi ecco che, finalmente, il treno arriva e tu puoi salire, sbuffando collerico. Ti siedi sul sedile e stop. Il macchinista accelera e riprende il giusto tempo. Se ti osservi noti che non stai più pregando, non stai più immaginando nessun vagone spuntare sui binari, la rabbia si sta dissolvendo e i muscoli si rilassano. Il treno ora c’è. Non hai più bisogno di quelle emozioni che hai provato prima. Perché dovresti desiderare un treno se già ci sei sopra? Bene, per il “sogno” funziona allo stesso modo.

OK, BASTA, NON TI SOGNO PIU’

Lo so che è difficile. Per questo, molti desideri, e soprattutto quelli ai quali teniamo di più, spesso non si avverano. Continuiamo a desiderarli con le unghie e con i denti.

Lascia andare… lascia andare… lascialo andare quel sogno, liberalo, permettigli di trasformarsi in realtà.

Se lo molli, grandi forze energetiche potranno prenderlo, coagulandolo in loro e potranno poi ridartelo sotto forma di materia, nella tua vita.

In pratica, stai facendo tutto tu e se ti rendi conto di questo potrai migliorare la situazione.

Se proprio non riesci a non pensare a questo tuo grande desiderio, almeno immagina di viverlo già e di volerlo migliorare ulteriormente. Se stai pensando al lavoro dei tuoi sogni, fai finta di svolgerlo ma di voler fare di più. Fatti venire un’idea eccezionale, pensa a come ti muoveresti in quel campo, oppure come potresti risultare unico in quella mansione o, ancora, quanto ti ha fruttato la tua ispirazione.

Il tuo grande sogno ormai si è già avverato, rifletti su un altro se proprio non puoi fare a meno di pensare.

Puoi tornare su di lui solo ogni tanto, come per controllare che tutto vada bene. Come a guardare se la sua realizzazione stia procedendo per il meglio ma, poi, levati di nuovo da lì. Vai a farti i cavoli tuoi. L’Universo sa gestire benissimo da solo questa situazione che gli hai donato.

NON DIRLO IN GIRO

Infine, permettimi di darti un ultimo consiglio.

A meno che tu non abbia a che fare con persone veramente capaci nella Legge dell’Attrazione, ti consiglio di non svelare troppo agli altri il tuo desiderio. Nemmeno alle persone che ami. La mia non è scaramanzia ma è qualcosa di più grande e potente. Purtroppo, inconsapevolmente, anche gli altri, pur volendoti bene, possono inquinare il tuo sogno. La loro potrebbe essere una legittima preoccupazione, oppure paura nei tuoi confronti. Per loro questo si chiama amore ma, in realtà, stanno mettendo limiti alla realizzazione del tuo desiderio sporcandolo con le loro emozioni negative. Per questo ti converrebbe tenerlo per te.

Non sei l’unico ad avere potere. Anche gli altri ne hanno. In realtà nessuno potrebbe sporcare il tuo sogno ma il problema risiede nel fatto che tu, non vivendo come spirito e completamente padrone di te stesso, permetti alla tua mente, senza accorgertene, di dar retta e peso alle loro parole. Per evitare tutto questo lavora da solo. Avrai tempo dopo di dire agli altri della tua splendida realizzazione.

Prosit!

ph cocooa.com – superarelatimidezza.it – padovaoggi.it – nospensees.fr – esc-evolvere.it – ilbaracucco.com

A modo mio: Interpretazione di “La guarigione del cieco nato”

Dal vangelo secondo Meg 4° – niente di religioso ma di molto curioso

PRENDI DEL FANGO, SPUTACI SOPRA E FAI COSA VUOI

Avrete presente tutti la parabola del Vangelo che racconta di quando Gesù guarì il cieco nato (azione che compì diverse volte durante la vita nei confronti di parecchi non vedenti).

Si racconta che, prese del fango, ci sputò sopra, appoggiò le sue mani piene di quell’intruglio sugli occhi del malato e, quest’ultimo, potè vedere il mondo. C’è forse qualcosa di più banale e di più povero del fango e della saliva? No. Due ingredienti veramente miseri, se vogliamo, mediocri, ed è proprio per la loro mediocrità che sono stati scelti. Appositamente. Proprio grazie alla loro umiltà possono far capire quanto in realtà è potente l’energia che vive dentro di noi (che può fuoriuscire ad esempio dalle nostre mani), il principio attivo fondamentale. Non servono grandi cose, non servono eccipienti pregiati o multifunzionali. Basta un po’ di polvere, uno sputo e possiamo ottenere quello che vogliamo, grazie al nostro volere. Grazie al fatto che davvero vogliamo quella cosa, anche la cosa più impensabile e più grande come, addirittura, dare o ridare la vista a un cieco. E’ assurdo. Nemmeno il più grande oculista del mondo potrebbe. Esatto. Questa assurdità, per l’Universo, non esiste. La nostra energia è più forte ancora dell’assurdo. Può tutto. Per questo, come esempio, è stata usata la forte metafora della cecità. E’ il nostro intento a CREARE.

Che poi… ciechi lo si è tutti. Si, si, vediamo i colori, vediamo gli alberi, le auto, le case, le persone. Ma la nostra povera vista si ferma lì. Non vediamo l’energia, la profondità delle cose, l’aurea, il battito vitale, quasi a livello molecolare, di ciò che ci circonda. Non guardiamo mai con gli occhi dell’anima. Non cogliamo mai lo stupore che può esistere osservando, con altri sensi, persino una mosca. Che non significa scandagliarla minuziosamente in ogni suo più piccolo particolare, significa accorgersi della sua energia, di quella sua vibrazione essenziale che la contraddistingue, la circonda, l’avvolge. La sua luce. Riusciamo a sentire la pulsazione del suo cuore? Perché un cuore ce l’ha anche lei, e batte.

Ed è mutando quell’energia che si può guarire.

Apri i tuoi occhi alla vita – apriti alla vita – guarda… con il canale dell’anima”. Ossia: non osservare soltanto a livello visivo, guarda oltre, guarda con altri sensi, con il divino che è in te. Il – guardare – che non è guardare ma è sentire, percepire, toccare, ascoltare, inspirare, imprimere nella propria pelle e dentro di sé. Connettersi ad esso. Connettersi. Divenire un tutt’uno con il cosmo.

Invece siamo chiusi. Attappati da barriere e maschere e paure e condizionamenti ed etc, etc… e’ colpa del governo, delle religioni, della scuola, e bla.. bla… bla… è colpa di mamma e papà…

Infatti, all’interno di questa parabola, si può leggere anche un quesito che i discepoli pongono al loro Messia proprio per tradurre la simbologia di questo fenomeno: se io sono chiuso alla vita e non mi evolvo, non ne ho colpe; la colpa e’ della società!

Diamo quasi sempre colpa ai nostri genitori per tutto quello che ci accade. Diamo a loro la responsabilità di averci donato un codice genetico magari farlocco, in caso di malattie ereditarie, e implichiamo a loro l’errore di non averci dato sostegno nella vita, di averci tarpato le ali, di averci giudicato, di aver preteso troppo da noi, di averci giudicato male, etc… quello che siamo oggi è colpa o merito loro.

Se io mi sono sempre fatta mettere i piedi in testa dagli altri è perché i miei genitori non mi hanno mai permesso di farmi valere, dovevo umilmente accettare portando rispetto a chi era più grande di me e magari chiedere anche scusa perché la mia coscienza doveva essere linda e io potevo così permettermi di andare nella vita sempre a testa alta. Oggi, posso avercela con mio padre e mia madre in quanto, questo meccanismo, ha sviluppato negli anni, in me, uno stato di remissione che non mi ha mai permesso di ribellarmi alle situazioni spiacevoli ma, il fatto è che, ad avercela con loro sbaglio. Sto facendo l’errore più grande. Non mi sto guardando dentro.

Loro, vittime anch’esse di altri genitori, a loro volta figli e figli anche della paura, hanno semplicemente cercato di fare con me quello che ritenevano più giusto e sicuramente l’hanno fatto pure per il mio bene. Sbagliato o esatto che fosse. Sono io che erro nel rimanere aggrappata a queste situazioni senza evolvermi. Anzi, proprio perché conosco alla base lo stato dell’umiltà che mi è stato imposto, posso da lì partire per salire e crescere. Non sto giustificando nessuno, né i genitori, né i figli. Conosco genitori che non hanno diritto di essere chiamati tali, e conosco figli che non hanno mai avuto nessun rispetto per chi li ha messi al mondo, ma qui si trascende in altri discorsi. Ciò che intendo dire è semplicemente che bisogna staccarsi. Dividere bene quello che ci è stato insegnato (tanta manna qualsiasi cosa sia) e quello che in realtà siamo.

Né lui ha peccato né i suoi genitori, hanno colpe, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio – ecco cosa risponde Gesù ai suoi allievi.

… Cioè? La solita storiella che bisogna soffrire nella vita per poter essere vicini al Signore e che il Padre Nostro sta accanto ai deboli e agli invalidi anziché ai benestanti e ai gioiosi? Via, via tutte queste bazzecole. I nostri pensieri e le nostre emozioni inconsce, se dannose per il nostro spirito e per il nostro benessere più intrinseco (paura, rabbia, tristezza, fastidio… celate), si manifestano attraverso la malattia o attraverso accadimenti spiacevoli. La realtà è uno specchio. Se si emanano le frequenze dell’angoscia ci torneranno indietro attraverso esperienze angoscianti da vivere. Come diceva Einstein, questa è fisica e non filosofia. Apriti alla vita con: coraggio = senza paura, con serenità = senza rabbia, con gioia = senza tristezza, con pazienza = senza fastidio…

Le emozioni negative sono grandi amiche ed è giusto provarle e averle, ma non devono diventare i padroni delle nostre scelte. Dovremmo ascoltare di più la voce dell’anima che ci parla in continuazione ma noi non la sentiamo.

Abbiamo il potere di guarire sia noi stessi che gli altri, se non ci lasciassimo inquinare dal dubbio. Abbiamo il potere di ottenere tutto ciò che vorremmo, se non ci lasciassimo inquinare dal timore. Abbiamo il potere di rendere vera ogni nostra immaginazione se solo non considerassimo questa cosa impossibile. Ecco cosa significa riuscire a guarire, con del semplice fango e dello sputo, un cieco.

Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ma sta sempre a noi scegliere da che parte schierarci – (Sirius/ragazzo-fenice)

Prosit!

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Il grande potere dell’Ingenuità

L’ingenuità non è più ammessa.

Pensano di te che sei una persona buona, una persona di cuore ma appena provi ad esternare un umile pensiero vieni scanzonato, deriso, considerato un poverino.

Appena speri e manifesti la tua fiducia diventi un fesso.

– L’ Universo non lascerebbe mai senza cibo una bocca che lui stesso ha creato – (proverbio africano)

Non cedere. Non permettere che questo freni la tua purezza.

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L’ingenuità appartiene ai bambini, ad esseri incontaminati che non conoscono il male.

Segui il tuo istinto per evitare i pericoli, ascolta lui, ma non eliminare l’ingenuità dalla tua vita.

La sagacità, la furbizia, la scaltrezza, le hai già. Ti basta non aver paura e tirarle fuori al momento del bisogno.

Questo non significa che devi soffocare la tua innocenza, la tua meravigliosa semplicità perchè è proprio la più grande ricchezza che ti appartiene, della quale tutto il mondo ha bisogno.

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Non sentirti deriso. Devi riuscire a sentirti unico per questo. Speciale.

Non sentirti impotente, non vergognarti. Appartieni alla freschezza di questa terra. Sei il suo frutto migliore.

Continua a proclamare le tue stupide frasi a gran voce, continua ad essere tu.

Continua a compiere quelle sciocche azioni, sono figlie tue.

Non c’è giudice che possa valutare.

Solo tu puoi dare a qualcun altro tale potere.

Non farlo. Il potere è tuo ed è proprio nella tua autenticità.

Sei nato goffo ma poco t’importava. Per te era molto più importante muoverti con passi incerti, ma scoprire.

Sei nato scienziato, scopritore e non eri attento alle tue movenze e ai tuoi pensieri.

Andavi avanti utilizzando solo i sentimenti. Eri focalizzato solo su di loro.

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E’ l’ingenuità che permette a questi ultimi di uscire e traboccare. Di riempire la tua vita. Un’ingenuità che devi lasciare libera in qualsiasi quantità, altrimenti soffocandola, soffocherai anche le tue emozioni.

E pensa… l’unico motivo per il quale ti ritrovi ad doverla chiudere stretta in un imballaggio è il giudizio degli altri. Può essere questa una motivazione tanto importante da uccidere la tua natura?

Sii ingenuo. Sii te stesso. Non dimenticarti mai chi sei. Non dimenticarti mai chi eri.

L’ingenuità è potere, è fatta di energia.

E’ la tua bacchetta magica che vibra. Non spegnerla.

I bambini sono senza passato ed è questo tutto il mistero dell’innocenza magica del loro sorriso – (Milan Kundera)

L’ingenuità ti permette automaticamente di comportarti come meglio credi senza mai mancare di rispetto a nessuno. Ti permette di fare ciò che ti fa stare bene. Ti permette di essere libero.

L’ingenuo non tradisce. L’ingenuità non si affianca alla malignità. L’ingenuità è piena d’amore.

Prosit!

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