La Tiroide: ghiandola del volere

LA TUA OPINIONE CONTA POCO

Nella vita ti hanno in qualche modo fatto sentire inutile? Ti hanno zittito, bloccato, impedito? Ti hanno messo all’angolo facendoti capire che era meglio tu stessi muto e buono, oppure ti hanno persino molestato sessualmente obbligandoti a tacere. Ti sei sentito inferiore? Con problemi che gli altri non avevano? Ti sei sentito escluso?

Se ti è accaduto uno o più esempi di quelli che ho riportato, è facile che oggi tu abbia problemi alla Tiroide, la ghiandola dell’equilibrio, perché non hai saputo agire di dovere a questi affronti. Non è un problema, puoi sempre rimediare. Dove non è riuscito ad uscire il tuo Essere, in modo equo, hai messo delle toppe che però, a lungo andare, hanno nuociuto al tuo benessere. Il tuo Essere ha dovuto nascondersi, accettare di buon grado, soffocare la propria natura, per restare vivo in questo mondo. O si è dibattuto, fuoriuscendo feroce, sentendosi comunque sempre sottomesso. Ma se vuoi essere davvero te stesso puoi farlo, e dovresti. Per questo la chiamo “la ghiandola del volere” più che dell’equilibrio, pur essendo amministratrice dell’armonia che scorre in noi.

La Tiroide, situata nel centro della gola, è la ghiandola endocrina che secerne diversi ormoni fondamentali per il nostro corpo e il nostro stato di salute e si occupa di controllare la nostra crescita, la nostra temperatura, il nostro metabolismo, insomma, funzioni vitali assai importanti. Amministra il flusso energetico dell’individuo, per questo è bene che sia tutto equilibrato.

LA TRISTEZZA SI DEPOSITA SUL FONDO

Ma… quando qualcosa, nella nostra vita, a livello intrinseco, non funziona come dovrebbe, non facendoci esprimere la nostra vera personalità, chiudendoci in un angolo, la Tiroide inizia a dare problemi. Parlo al presente perché, tutto quello che ho elencato a inizio post, ha creato dei traumi dentro di te anche se forse non lo sai. Questi traumi, se non elaborati o trasmutati, in te esistono ancora e ti fanno essere quello che sei, ossia, una persona che probabilmente non viene più maltrattata ma cela in se stessa una tristezza di fondo, attendendo con brama di sentire dentro la vera e pura felicità. Come a chiedersi – Quando toccherà a me sentirmi pieno di gioia? -, – Quando potrò sentirmi totalmente soddisfatto e appagato nel mio profondo più intimo? -.

Il potere della parola, delle azioni e del nostro manifestarci verso gli altri risiede proprio nella Tiroide. Quanto reprimi quello che realmente vorresti dire o fare? Quante volte dai per scontato che tanto nessuno ti ascolterebbe? O, quante volte, attacchi per difenderti, convinto che altrimenti verrai ammazzato in partenza? Continuando a concimare questi pensieri che ti hanno inculcato, o che hai scelto come escamotage, stai atrofizzando la tua Tiroide che non può lavorare bene se asciutta e inaridita.

Lo so che eviti molte cose per non creare problemi o per assicurarti di essere così amato, o ancora per dominare ed essere obbedito ma, a questa maniera, soffre la tua Tiroide che è situata nella gola e riporta anche tutti i problemi del caso che spesso ho scritto (gola, collo, cervicali, etc…).

MIRA EL DITO

Un malfunzionamento della Tiroide lo si può notare anche alla base dell’unghia dell’alluce. Se questa zona presenta una macchia violacea, soprattutto se cerchiamo di inarcare il dito all’insù tirandolo con l’indice della mano, significa che la nostra ghiandola non è in perfetta forma. Magari è solo affaticata e appesantita. Per liberarla, e farla stare meglio, occorre provare ad essere realmente se stessi. Lasciandosi andare in quello che vorremmo dire o fare, a costo di mettere in evidenza difetti insopportabili che ci appartengono.

Così facendo rischiamo di andare a peccare dall’altra parte, dopo anni di silenzio, ma sarà anche un utile modo per trovare il nostro vero equilibrio. Dobbiamo invece darci una calmata, se siamo troppo aggressivi, e qui rischiamo invece di perdere il potere ma, ben venga, tanto è solo un potere fasullo, che ci siamo inventati per non soccombere, ma figlio di una svalutazione nei nostri confronti.

Chiediti cosa vuoi davvero e cerca di ottenerlo attraverso la voce e l’azione. È proprio del tuo volere che stiamo parlando! Liberati. Esprimiti.

Solitamente, chi ha problemi alla Tiroide reagisce in tre modi:

– non reagisce, soffocando tutto

– non reagisce per molte volte, poi sbotta in un modo assurdo

– reagisce sempre in modo esageratamente aggressivo

In nessuno dei tre casi, c’è equilibrio. Se tu invece impari ad agire in modo schietto e sereno, ogni volta, con assertività, il tuo modo di fare sarà più equilibrato.

SONO MEGLIO DI QUELLO CHE PENSATE (O CHE PENSO)

Magari hai solo voglia di considerarti migliore ma ti hanno insegnato che non vali poi molto e quindi ti accontenti di essere quello che sei senza neanche osarti di pensare al meglio per te.

Intanto però, nel tuo intimo segreto, qualcosa ti dice che in realtà non ti hanno mai capito, se non sono stati in grado di scorgere tanta bellezza, e questa lotta interna di voci ti opprime. A volte è la rabbia che prevale e non vuoi più parlare con nessuno. Altre volte la delusione di non essere piaciuto per come eri. Altre volte il fastidio, perché potevano quanto meno impegnarsi un po’ di più visto che non hai chiesto tu di venire al mondo.

Oh beh… in realtà lo hai chiesto eccome, e lo hai anche voluto, come spirito e prima di diventare corpo. E se oggi ti senti così schiacciato, forse sei voluto arrivare a questa esistenza proprio per sconfiggere questo tuo – non sentirti e non comportarti da essere divino quale in verità sei -. La tua Tiroide te lo sta dicendo. Permetti al tuo vero essere di uscire, non tenerti tutti questi “nodi in gola”.

Ogni facoltà inespressa genera un desiderio frustrato che scalpita nel tentativo di entrare in azione. Lo sai che la Tiroide ha la forma di una farfalla? E la farfalla è da sempre simbolo indiscusso di “rinascita”. Mi sembra che il messaggio sia chiaro. Ridona alle sue ali la polverina magica che le permette di volare e spicca il volo!

Lo so che vorresti anche leggere di Ipotiroidismo e Ipertiroidismo ma, per questo, dovrai aspettare il prossimo articolo. Intanto hai già il tuo bel da fare direi.

Prosit!

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Le Memorie non Rimosse – la Cristallizzazione delle Emozioni

Quando ero piccola, i miei genitori non potevano permettersi di comprarmi un paio di scarpe ad ogni cambio di stagione.

Finiva così che le suole si consumavano talmente tanto da spaccarsi in tagli orizzontali che lasciavano entrare aria e acqua contro la pianta del mio piede e, d’inverno, la cosa non era per nulla piacevole.

Oggi, ho un lavoro che mi consente di acquistare le scarpe che desidero e quando lo voglio.

Amo passare nelle pozzanghere, cosa che da bambina non ho mai potuto fare per non rimanere poi tutto il giorno, magari a scuola, con i piedi freddi e bagnati.

Nonostante siano passati molti anni da quel tempo però, ogni volta che piove e sto per mettere un piede in acqua, qualche secondo prima, una sola frazione d’attimo prima, il mio corpo si indurisce, lo stomaco si strizza, una lieve torsione delle viscere mi ricorda il freddo che da piccola sentivo penetrare attraverso le suole lacerate.

I miei occhi, oggi adulti, vedono la pozzanghera e, senza il comando, il mio corpo si prepara a ricevere il gelo.

Poi, il sollievo, i passi attraversano il bagnato senza ch’io ne subisca le conseguenze, perchè ora le mie suole sono intatte e perfette“.

Ma le memorie rimangono dentro e fanno reagire sempre allo stesso modo anche se quel pericolo in realtà non c’è più. Sono tracce antiche, ossidate, ferme in quel punto a fare da scudo. E oggi condizionano i nostri comportamenti.

Dei meccanismi si azionano, pronti a difendersi/ci dal trauma, al di là del nostro volere e percepiamo la stessa situazione seppur inesistente.

Questo accade in ogni frangente della nostra vita. Accade nella vita di coppia, al lavoro, in auto, ad un’interrogazione a scuola, nei confronti di uno sconosciuto…

Molto spesso, ciò che per noi è reale e ne percepiamo esattamente i sintomi, in realtà, non esiste.

Non più per lo meno.

Avviene la cosiddetta CRISTALLIZZAZIONE delle emozioni.

Nasco. Accade l’evento. Provo l’emozione. Reagisco. Cresco. Riprovo la stessa emozione, al di là che riaccada o meno il medesimo evento. Reagisco. E avanti così… per tutta la vita come un cane che si morde la coda.

Quelle emozioni sono le mie e sono soltanto mie. Il freddo che io provavo, per un altro poteva essere piacevole.

Un cane che abbaia può far nascere diverse emozioni negli stati d’animo di diverse persone. Ci sarà quello al quale farà tenerezza, quello al quale darà fastidio, quello che neanche lo sentirà… eppure, è sempre lo stesso cane ed è sempre lo stesso abbaiare ma è a seconda delle proprie memorie che si reagisce (si prova emozione) verso la determinata situazione.

Le emozioni sono dentro di noi e non fuori. Non è l’evento il soggetto da analizzare ma noi stessi. L’evento è soltanto un mezzo. Se non capiamo questo ci porteremo sempre dietro la nostra emozione incolpando l’esterno.

Può sembrare impossibile ma il cane che abbaia, e che mi infastidisce, non lo eliminerò dalla mia vita cambiando casa o cambiando città. Arriverà qualcosa d’altro ad infastidirmi e forse ancora più del cane. Il cane in realtà… è come se non esistesse. Non esiste più come non esiste più la suola tagliata ma ci muoviamo e reagiamo in base a dei ricordi. A dei meccanismi inconsci. E’ il fastidio che invece continua ad esistere e si manifesta in tanti altri modi.

La cristallizzazione delle emozioni avviene durante gli anni e diventa una massa vera e propria, sempre più grande, all’interno di noi. Grande e potente. Così potente da divenire il nostro padrone. Colui che governa le nostre azioni ossia la nostra vita. E’ questo che non dobbiamo permettere accada. E’ da lì che dobbiamo uscire. Da questo circolo vizioso e diventare noi i padroni della nostra vita e quindi AGIRE anziché REAGIRE in base agli eventi. Disegnando la nostra strada, il nostro cammino, la nostra esistenza.

– Quando REAGISCI sei schiavo di ciò che hai subito. Se hai subito qualcosa da qualcun altro sei suo schiavo, un suo servo.
– Quando AGISCI sei padrone di te, hai sempre l’Amore a guidarti (il che non significa sopportare e farsi calpestare) e non agisci in base a ciò che hai subito bensì in base a ciò che sei e vuoi continuare ad essere.
Ed è solo attraverso l’AZIONE che potrai essere Superiore e padrone virtuoso e integro della tua vita.

Sii GUERRIERO e non SCHIAVO.

Non permettere a sensazioni nate solo per un’apparenza di governare ciò che sei. Non odiarle, sono state per molto tempo i tuoi scudi migliori ma, ora, osserva. Probabilmente non servono più. Probabilmente devi fare un passo avanti. Le tue suole ora, sono integre e puoi.

Prosit!

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Esci dal Disonore – Ammetti gli Errori

Molto spesso ci lamentiamo di persone che vogliono sempre avere ragione e non ammettono mai i propri errori.

Ogni volta che le si incolpa di qualcosa incassano quell’accusa con orgoglio e rispondendo in tutti i modi tranne che ONESTAMENTE.

C’è quello che usa l’attacco, come miglior difesa, e reagisce in modo aggressivo, quello che trova scuse o racconta bugie, quello che si arrampica sugli specchi e poi c’è anche quello bravo bravo che rigira la frittata così bene e con maestria che, alla fine, tu risulti essere il colpevole e lui ne esce pulito come un panno messo in candeggio.

Le reazioni sono diverse ma tutte portano al… DISONORE.

Se si vuole diventare MAGHI, della e nella propria vita, una delle prime cose da fare è proprio quella di non mancare mai, e dico mai, di rispetto ne’ a se stessi, ne’ agli altri, ne’ a nessun’altra forma del Creato. Soprattutto poi con dolo! Là, dove non c’è Cuore, non può esserci Magia e si sarà costretti a vivere nella bratta. Un Cuore non consiglierebbe mai di opporsi in tale maniera.

Se io, ad esempio, accuso una persona di avermi fatto del male e quella persona reagisce in uno dei modi descritti prima, non solo essa si rende colpevole di avermi creato il malessere che le sto descrivendo ma peggiora nettamente la sua situazione prendendosi gioco di me. Sì, le ribellioni sopra raccontate sono tutte atte a prendersi gioco del prossimo.

Capisco i propri demoni, ognuno ha i suoi, capisco le debolezze, le paure, ma tutto ciò non si risolve infangando l’onore di chi ci è di fronte.

Nella scala della propria evoluzione personale si compie un passo all’indietro ogni volta. Un passo molto lungo […per poi magari lamentarsi che tutto nella propria vita va storto (chissà come mai!)]. La totale onestà è la porta d’accesso verso una vita migliore. Il Giudizio, che tanto fa male, è quello che fa nascere queste reazioni. Per paura di essere mal-giudicati si risponde disonestamente ma il Giudizio è stato inventato dall’uomo non dalla Natura alla quale apparteniamo e che dovrebbe essere unica dispensatrice di leggi.

Ovviamente tutto cambia se quella persona invece mi spiega e mi mostra, con gentilezza, che la sto accusando sbagliando.

In questo articolo però non voglio parlare all’accusatore, il quale potrebbe sicuramente nella vita e nei confronti delle persone scambiare lucciole per lanterne, ma intendo rivolgermi a chi, sentendosi attaccato, si macchia di infamia.

Se questo termine vi sembra esagerato dovete soffermarvi un attimo a riflettere su cosa sta dietro a quella che sembra un’innocente giustificazione. No! E’ un tradimento bello e buono. Per l’Universo, e le frequenze che rispondono, non esistono tradimenti più grossi di altri. È la nostra morale che li classifica ma l’emozione di base, dalla quale partono, è la stessa perciò non c’è alcuna differenza. Si sta cercando di illudere l’altro. Si sta ingannando. Si sta ingannando la sua fiducia.

Tutto ciò non ha niente a che vedere con la Magia. E’ anche per questo motivo che molti non riescono a tirare fuori e rendere concreta la sostanza magica della quale sono fatti.

A proposito di questo discorso mi è giunta alla mente una riflessione che volevo condividere qui nel mio blog che è la seguente:

Si parla anche di autostima.

Le persone che hanno una bassa autostima, e quindi si sentono insicuri nei confronti nella vita, tendono a dare sempre la colpa agli altri e a non ammettere mai la propria. Questo accade perché sarebbe un’ulteriore mazzata sulla loro testa da sopportare e non riescono.

Le persone invece che si valutano al meglio sono ben disposte ad accorgersi di aver sbagliato, questo non mina la loro autostima e sono anzi propense a migliorare in quanto sanno di poter migliorare sempre.

Quindi, se sei una persona che accetta il proprio errore, e all’occorrenza chiede anche scusa, sei innanzi tutto una bella persona, ma penso tu abbia anche stima di te e, di conseguenza, hai stima degli altri e rispetti il prossimo.

Lo so che tutto questo può sembrare strano. Può sembrare esattamente l’opposto ma ci rifletterei sopra. Poi sicuramente ci sono anche i casi estremi, quelli in cui l’autostima è eccessiva, diventa boria, orgoglio, e allora colui si crede di non sbagliare mai ed essere sempre perfetto e ci sono quelli che si stimano talmente poco da perdere persino la loro dignità. Allorché, ogni accusa contro di loro l’accettano, stando zitti, convinti di essere colpevoli e di non valere niente”.

Ecco, questo è un pensiero che ho avuto. Non mi sembra sbagliato, fila abbastanza liscio.

L’avere, però, poca autostima non giustifica il comportamento disonorevole. L’onore di un essere magico, e umano, che porta il divino dentro sé, non deve venir intaccato da queste reazioni.

Prosit!

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A modo mio: Interpretazione di “Dio caccia via Caino”

Dal Vangelo secondo Meg 6° – niente di religioso ma di molto curioso

Articolo che intitolerei “Nessuno tocchi Caino”.

Non me ne voglia Ruggeri, nell’utilizzo del titolo di una sua nota canzone (Ruggeri – Mirò, Festival di Sanremo 2003) ma calzava a pennello con quello che voglio raccontarvi.

Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra però…. Chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte! -. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato.

Queste sono, secondo la Bibbia, le parole che Dio pronuncia a Caino dopo aver scoperto che quest’ultimo aveva ucciso suo fratello Abele per invidia.

Un segno…. Certo, perché è giusto colpire il male. Ci viene spontaneo eliminare ciò che reca dolore, che è “cattivo”. L’impronta infamante. Una sorta di giustificazione alla vendetta. E così infatti è.

Ora, tolto il fatto che dubito Dio abbia intenzione seriamente di maledire qualcuno, il discorso, a mio avviso, è ben più profondo. In qualche modo occorreva simboleggiare Caino come il male e, per farlo al meglio, si passa attraverso il Giudizio Divino che non lascia dubbi, dimenticandoci però che Dio è in ogni cosa, anche in quello che consideriamo negativo, violento, disagevole, angosciante. Soprattutto per chi crede, come me, che l’Onnipotente non sia un vecchietto con la barba bianca coricato sopra ad una nuvola.

Dio infatti, prima di concludere la sua arringa, ammonisce chiunque a colpire Caino, a ucciderlo, in quanto verrà punito ben sette volte.

Interessante. Cosa vorrà dire? Che non bisogna vendicarsi? Che occorre imparare l’arte del perdono? Che non è con il fuoco che si spegne il fuoco?

Sicuramente si. Tutte queste riflessioni portano a buoni pensieri e ottimi propositi, eliminano i pregiudizi e le conclusioni ma, secondo me, c’è dell’altro andando ancora più in profondità.

Ricorderete, se lo avete letto, il mio articolo intitolato “I Demoni sono dentro di Noi” https://prositvita.wordpress.com/?s=i+demoni+sono+dentro+di+noi dove, senza sentirci colpevoli di nulla, si acquisisce di avere delle responsabilità nei confronti delle emozioni negative che proviamo e che ci fanno del male. I Demoni infatti, come spiego, non sono i diavoli che da sempre ci hanno voluto far credere ma sono semplicemente i sentimenti negativi e deleteri che nutriamo in noi, i quali ci rovinano anche fisicamente a lungo andare, ed è bene quindi liberarsi da essi ma… non UCCIDENDOLI.

Ecco, Caino è un po’ come la rappresentazione di un Demone. Di un qualcosa che consideriamo malevolo. Di un qualcosa che fa del male, senza comprendere che tutto ciò che è in grado di fare del male nasce da noi; da dentro di noi.

La sete di potere, la guerra, l’approfittarsi, l’invidia, il possesso, l’arrivismo, l’attaccamento, l’egoismo e chi più ne ha più ne metta. Ma non è eliminandole queste “voglie”, queste sensazioni, queste che noi crediamo necessità al fine di stare meglio, che si potrà stare bene davvero. Dio infatti chiede di non uccidere Caino, di non uccidere quindi le nostre caratteristiche negative.

E perché mai? Beh, innanzi tutto sono nostre creazioni. Sono anch’esse delle nostre figlie. Ci appartengono. Non serve a nulla ed è sbagliato ammazzarle. Se sono lì c’è un perché e, questo perchè, è sempre un insegnamento. Al contrario occorre, anche se può sembrare assurdo, accettarle, comprenderle e amarle. Solo così si possono trasmutare, come l’Alchimia vuole, quando chiede di trasformare all’interno di noi stessi, il Piombo in Oro. Diventando persone migliori, con il diritto di vivere in piena beatitudine, senza essere schiavi delle nostre stesse emozioni negative. Emozioni che ci fanno reagire, anziché agire (c’è differenza), con coscienza e amore. Ciò non significa dover sopportare chiunque e qualsiasi affronto solo perché si agisce con amore ma si cerca di far capire quanto importante sia non utilizzare il giudizio.

Nel momento stesso in cui io ti offendo, o ti uccido, o ti faccio un torto, come reazione, è perché ti giudico. Ti reputo sbagliato, o inferiore, o malvagio, etc… ma ti sto giudicando e, giudicandoti, sono automaticamente il tuo schiavo. Se ti giudico è perché il tuo comportamento mi tocca, perciò reagisco in base al tuo comportamento. Tu comandi, tu crei e io, DI CONSEGUENZA, eseguo. Penso di essere un “grande” ma, in realtà, sono solo un servo. Il tuo. Vittima del tuo gesto.

Divento così il servo del carnefice, di colui che considero una persona “sbagliata”.

Anche in questo caso non si parla di condonare ma si parla di agire al di fuori del giudizio. Con giustizia e consapevolezza, rimanendo nell’onor proprio. E’ difficile, incredibilmente faticoso, ma è giusto.

Non dimentichiamoci inoltre che, dal male, può nascere il bene ma non voglio che questo passi come una banalità. Il significato ha della ricchezza. Dio è in grado di guardare oltre. Di vedere il bello nascere dal brutto, sottintendendo così, come l’uomo dovrebbe imparare a guardare, ossia, con gli occhi dell’anima.

Quando imparerete a guardare con gli occhi dell’anima anziché con quelli della personalità, coglierete degli aspetti di straordinaria Bellezza proprio nelle persone che adesso vi sembrano più ottuse o “cattive” – (Salvatore Brizzi).

Fintanto che continueremo a guardare e giudicare con la vista continueremo a notare negli altri ciò che siamo. Gli altri rispecchiano esattamente quello che siamo dentro. Se odiamo gli altri è come se odiassimo noi stessi. Ma se impariamo a guardare con l’anima, allora vedremo che non ci sono colpe e possiamo imparare a vedere il bello che è anche dentro di noi. Se tutti facessimo questo, probabilmente il mondo sarebbe un luogo migliore.

Ho acquistato un uomo dal Signore – disse Eva dopo aver partorito Caino. Caino… da Qajn che riporta al verbo Qanah che significa appunto “acquistare”. Le emozioni negative le abbiamo acquistate/acquisite, nel corso degli anni, a causa delle nostre esperienze, dei nostri traumi, dei nostri schemi mentali, di ciò che abbiamo e che ci è stato immesso nell’inconscio. Oggi ci dirigono, governano le nostre azioni ma mai nel bene. Mai facendoci compiere l’operazione giusta. Osserviamo dall’altra parte e agiamo così nell’altro senso. E, come diceva qualcuno, è cosa buona e giusta.

Prosit!

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Io mi offendo, cos’altro potrei fare?

Che tu ci creda o no, quando una persona ti offende (ossia riesce ad offenderti), qualsiasi cosa ti dica, anche la più brutta, sta in realtà toccando una tua debolezza. È da lì che nasce quello che noi chiamiamo offesa.

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Il moralismo e il bon ton che tutti conosciamo, indicano che, a prescindere, alcune cose non vanno dette, fanno parte di una legge etica e morale che tutti quanti abbiamo e dovremmo avere ma, quello che vorrei sottolineare oggi, è ciò che si prova nel cuore quando si riceve una frase che non ci piace e che intacca il nostro orgoglio, al di là di quello che la legge civile ha stabilito. (Tant’è che, negli ultimi tempi, alcuni impropèri, soprattutto se senza minaccia, non sono neanche più denunciabili).

Le parole sono in realtà solo vento, ma nel momento in cui riescono a “toccare” significa che questo vento è diventato tangibile e doloroso. C’è un detto che dice – le parole fanno più male delle botte – è sicuro, lo capisco bene, non sono estremista, siamo umani, ma fondamentalmente è un proverbio sbagliato.

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E’ sbagliato perchè, come dicevo prima, la debolezza è tua e non dovresti avere di queste debolezze secondo le leggi universali che ti reputano loro “figlio”, ossia parte di esso. Vale a dire un handicap con il quale il tuo inconscio ha deciso di farti vivere e tu accetti senza fare nulla per migliorare. Lo accetti perchè non te ne rendi sicuramente conto, ma la puntura che senti quando vieni umiliato, è proprio l’avviso che dovrebbe farti drizzare le antenne.

Se ti amassi completamente non avresti debolezze, non ci sarebbe posto per loro, saresti pieno d’amore e riceverai solo amore perchè trasmetteresti solo amore.

Ma la cosa più grave, che non si capisce, è che l’importanza che dai a quell’offesa ricevuta si ripercuoterà sul tuo fisico più avanti nel tempo. Le basta concretizzarsi e poi…. zack! Ecco presentarsi la malattia, il malessere, il disturbo che ti colpisce e ti chiedi come mai stai così male. Poi, ti prenderai due medicinali e tutto tornerà come prima… fino alla prossima volta.

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Nel caso, è molto meglio una sana arrabbiatura, da non trattenere, senza astio o rancore.

Ma la colpa non è di chi ti ha mancato di rispetto. La responsabilità (perché non si parla mai di colpa) è tua! Tu hai dato potere a quella frase. Hai permesso ad un insieme di parole, hai permesso ad un altro essere umano di renderti triste, o arrabbiato, o angosciato, o stizzito, o incazzato. E’ assolutamente una cosa da non fare. Nessuno può avere il potere di cambiare il tuo umore.

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Senza contare di quante volte ti offendi da solo, come quando ti metti i pantaloni lunghi anzichè corti perché ti consideri grasso, o come quando vuoi far credere di avere tanti soldi anche se non è affatto vero, o come quando rispondi obbediente come un cagnolino ad ogni dovere che non ami, o come quando, per l’appunto, reagisci ad un’offesa in malo modo, facendoti corrodere dalla mortificazione. Hai offeso te stesso. Hai dato ad un altro la possibilità di metterti sotto la suola delle sue scarpe.

Come dicono a Roma, e come dice mia mamma, dovresti semplicemente pensare “me rimbalza!“.

Ora tu dirai che vivendo in questo modo si diventa insensibili. Non si prova più la passione né nel bene, né nel male, ma il fatto è che se davvero vuoi essere figlio dell’Universo dovresti capire che esso non ha le nostre stesse sensibilità.

A lui non interessa minimamente di quello che esce dalla bocca di qualcuno, anche perché, le sue leggi dicono che se hai ricevuto una determinata frase (e questo vale anche per i complimenti) è perché in un modo o nell’altro te la sei cercata.

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Mi spiego meglio. Ogni cosa che ci viene detta, ogni situazione che viviamo e ogni persona che incontriamo nel nostro cammino, ci stanno semplicemente facendo vedere un qualcosa che già è dentro di noi e che noi abbiamo trasformato in realtà per viverla (e per imparare a migliorarci). Se una cosa è bella ci limitiamo a gioire senza renderci conto che siamo stati bravi e potremmo crearne altre mille di situazioni così. Se invece una cosa è brutta ci limitiamo ad angosciarci senza capire che è uscita da noi per mostrarci il male che fa ed insegnarci.

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Insomma, ci limitiamo in ogni caso e questa è proprio la parte negativa. La limitazione che abbiamo. E abbiamo sempre. Siamo un insieme di energie e forze di una potenza devastante ma conduciamo miseramente una vita limitata.

La stessa cosa vale per l’offesa ricevuta. Non ti sto dicendo di condonare o di permettere alla tale persona di insultarti ancora, falla smettere. Ma non limitarti a reagire, o a offenderti, o ad arrabbiarti. Quella persona ti ha appena dato in mano uno strumento. Si, è solo vento, ma diventa tangibile, ho detto, ricordi? E allora prendi questo strumento, studialo, osservalo, perché è arrivato a te? Bene, ora cosa ne puoi fare di bello? E fallo. Forse, secondo a quanti anni hai, risulterà difficile modificare quello che per una vita intera è stato un modo di vivere, ma se insegnerai questo ai tuoi figli, ancora in fase di maturazione, li farai vivere senz’altro meglio.

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Senza contare che impareranno davvero cosa significa usare l’acqua per spegnere il fuoco e non cercare di spegnere un incendio con il fuoco stesso ma, con questa frase, non vorrei passare per una perbenista delle fresche frasche quale non sono.

Il fatto è che ai tuoi figli nulla li spaventerà più perché sapranno costruire, da ogni cosa, un qualcosa di utile e positivo soprattutto per se stessi e questa positività si rifletterà continuamente in loro e attorno a loro.

Lo ripeto, non sono assolutista, né estremista e un sano – Vaff…. – ci sta sempre più che bene ma è quello che accade dentro di te che devi imparare a trasformare e attenzione a non reprimere.

E ora, per finire, voglio scriverti ancora una volta, come feci tempo fa, una splendida frase di Salvatore Brizzi:

Quando dai la colpa a qualcuno gli stai dando anche Potere, il tuo Potere. Gli dai il Potere di renderti felice o infelice. Ma se una persona o un evento possono renderti felice o infelice, allora tu non sei un uomo libero, sei un servo; sei condannato a vivere sperando che nessuno ti faccia mai niente di male. Se hai questa consapevolezza sei una maga o un mago; se non ce l’hai sei una vittima, un piegato, un lamentante.

Prosit!

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