Quarto Dito del piede: i legami affettivi

LA PAROLA AL DITO

Quasi del tutto insignificante, il quarto dito dei nostri piedi, chiamato anche Pondulo (per alcuni Pondolo) o Pongolo, rivela spesso segreti assai importanti sulla personalità dell’individuo.

È il dito che rappresenta gli affetti ma soprattutto i legami famigliari o comunque sentimentali.

Sarà difficile trovare una persona con questo dito “strano” che ha nella sua vita legami senza problemi. Ma cosa si intende per “strano”? Strana sarà la sua forma. Ossia, anziché essere lineare o proporzionato alle altre dita, lo si vedrà sovrastare le dita vicine o nascondersi sotto di esse. Potrebbe anche essere stato ferito e quindi apparire poco piacevole alla vista. Potrebbe avere una forma irregolare, buffa. Ogni volta che qualcosa di lui attira la nostra attenzione possiamo star sicuri che, quella persona, ha problemi di relazione con tutti o con alcuni, oppure con una sola persona. Sapete che non mi piace essere assolutista, e non voglio esserlo nemmeno stavolta, ma di piedi ne ho visti a iosa e mai mi è capitato, finora, di dover ammettere l’incontrario. Per carità però, che sia chiaro, ormai mi conoscete, nulla è standardizzato.

PROPRIO QUEL DITINO LI’

Le dita dei piedi sono, molto spesso, davvero, delle incredibili fotocopie rispetto alle dita dei nostri genitori.

Guardando le dita del giovane Manuel ho trovato parecchio interessante leggerle. Sua madre e suo padre, amici miei, hanno entrambi piedi che si possono definire “belli”. Le dita lunghe, distese, lineari, dalla più alta alla più bassa. Dalla più grande alla più piccola.

Crescendo, a Manuel, il quarto dito del piede destro (la parte destra rappresenta: il padre, la parte sinistra rappresenta: la madre) iniziò ad andare sempre più giù, torcendosi verso il terzo dito (dito dell’ira/energia/aggressività) fin quasi a sparire. Guardando il piede di Manuel dal di sopra, sembrava avesse solo quattro dita.

Ebbene, dovete sapere che quando Manuel aveva sei anni (e piedi ancora perfetti) il padre lo abbandonò così come abbandonò la moglie e non si fece più vedere. Le altre dita di Manuel assomigliano tantissimo a quelle del papà. Sono praticamente identiche ma quel quarto dito non ha niente a che vedere con le dita di suo padre e nemmeno con quelle del resto della famiglia, nonni compresi. A una bizzarra forma tutta sua. E’ rimasto piccolo e si è andato a nascondere. Vedete, a volte, i cromosomi non sono tutto.

LA MANCANZA

Il rapporto/legame di quel ragazzino con il genitore maschio si è spezzato. È venuto a mancare. È morto come morto pare quel suo dito afflosciato sotto agli altri e nascosto. Morto tra tristezza, rabbia, repressione e angoscia. Morto a causa di un legame che doveva essere e non è.

Non mi crederete ma, il quarto dito del suo piede sinistro (madre), è bellissimo e coerente con le altre dita.

Insomma, quello di Manuel, sembra quasi uno scherzo della natura. Un ragazzo sano, robusto, perfetto… tranne quel ditino… quel ditino che se ne è quasi andato come fece suo padre qualche anno fa.

Scavando nell’intimità di chi ha un Pondulo “strano” vedrete che esce qualcosa in base ad un dolore, sopportato dentro, in riferimento ai legami. Cosa che non siete obbligati a fare, voglio dire… potete anche farvi i cavoli vostri, ma tale dettaglio può presentarvi una battaglia interna e silenziosa appartenente a quella persona della quale forse dovreste avere più comprensione. Qualcosa di affettivo la fa soffrire.

Ecco, a questo può servire sapere cosa traduce quel dito. Ad essere amorevoli, provando a dare a quell’individuo ciò che gli manca.

È chiaro che, anche chi ha dita perfette può nutrire un dolore di questo genere ma cambia l’approccio. La rimarginazione, o meno, della ferita. In quale modo viene vissuto quel dolore e quanto peso ha nella vita intima e intrinseca di quella persona.

È il dito dell’affettività in generale. Può indicare, infatti, anche quei soggetti dal modo di fare scontroso o incompresi che non riescono a legare con nessuno.

SEGNALI

Un callo o una ferita su questo dito indicano che ci sono problemi nelle relazioni, o in una relazione soltanto, tra la persona e qualcun’altro.

Ma non è finita qui. Dal punto di vista della Riflessologia Plantare, questo dito, accoppiato al quinto dito, rappresenta la salute delle nostre orecchie (parte superiore) e dei nostri denti (parte inferiore). Chi ha problemi a queste due parti del corpo potrà avere diversi inestetismi su queste due dita e, dal punto di vista psicosomatico, si indica il non voler sentire determinate cose oppure la sicurezza (traballante e poco ferma) che si ha nei confronti della propria esistenza. Spesso, infatti, il mancato rapporto con chi dovrebbe essere un pilastro fondamentale nella nostra vita può causare problemi anche in questo caso.

Una mia amica, tempo fa, mi raccontò che un giorno mentre stava giocando vicino a un cantiere, un tubo in ferro le cadde sul piede deformandogli per sempre il quarto dito del piede sinistro. Era piccolina.

La nonna la curò con del ghiaccio e della pomata non c’era altro da fare. Il dito non era ferito ma divenne viola e gonfio rimanendo poi deforme.

Questa mia amica si è sempre sentita abbandonata dalla madre (infatti viveva la maggior parte del suo tempo con la nonna). Sua madre era una bellissima donna ed era l’unico genitore per lei. Nacque infatti da una relazione clandestina ed era abituata a non avere un papà.

Avrebbe desiderato invece che sua mamma fosse il suo grande punto di riferimento ma, la bella donna, era sovente fuori con amiche e spasimanti, amante di una vita libera e mondana.

Potrei raccontare mille esempi sulle rivelazioni del quarto dito ma ora lascio a voi la bellezza del scoprirne altre. Magari proprio intorno a voi o su voi stessi.

Prosit!

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Strane coincidenza tra la Carige e i topi d’appartamento

Per chi non lo sapesse sono ligure e vivo in Liguria, in provincia di Imperia precisamente. Nella mia regione, la Carige (Cassa di Risparmio di Genova e Imperia) è la Banca delle banche. Da sempre amata.

Quando ero bambina, la filiale del mio paese era quella più elegante di tutte. Molti miei amici e parenti avevano il conto in quella che era la Banca della loro regione. Oggi sappiamo che è fallita (tecnicamente – praticamente lo Stato gli fa da garante). Abbiamo appreso la notizia a dicembre (2018).

Sapete bene, se mi seguite e mi conoscete, che vivo la mia esistenza in modo un po’ diverso rispetto alla maggior parte delle altre persone sotto tanti punti di vista. In particolar modo nei confronti dei messaggi che l’Universo vuole mandarci. Ossia, da una situazione apparentemente semplice, vedo se riesco a trarne un messaggio in più, ulteriore, criptato. Solitamente è così. Questo fa si ch’io mi ponga sempre delle riflessioni quando accade qualcosa, le quali però possono essere difficili a volte da tradurre. Ma ci provo.

Ebbene, verso ottobre (2018) iniziai in modo significativo, quasi esagerato oserei dire, a leggere notizie di furti e topi di appartamento. Nella zona che vivo, un boom di ladrocini stava piegando in due molti abitanti che si trovavano con l’appartamento sottosopra e la privazione di oggetti o soldi a loro cari. La gente intorno a me iniziava a parlare di questo fenomeno che, solitamente, appartiene alla stagione estiva, a quando si dorme con le finestre aperte facilitando l’azione dei malviventi ma, stranamente, quest’anno, in autunno, le case venivano derubate e saccheggiate oltre misura.

Iniziai a preoccuparmi un po’. Perché l’Universo mi stava dando quelle notizie? Quale era il senso? Cazzarola… dovevo subire forse un furto? Oh cavoli… no…

Ma qualcosa, lo sentivo, non quadrava. Percepivo bene, dentro di me, che un furto non mi apparteneva. Non era una “lezione che dovevo imparare”. Subire un furto può voler significare molte cose inerenti, ad esempio, alla Legge dello Specchio ma che ora, perdonatemi, non ho tempo di spiegare. Vi prometto un articolo solo su questo.

Fatto sta che, vagliando le diverse ipotesi, mi trovavo estranea a tali messaggi.

No, non devo subire nessun furto… ma… allora cosa…?“.

I furti si aggravarono ulteriormente e divennero ancora più numerosi quando, i primi di dicembre (2018), arrivarono i giostrai del Luna Park verso i quali esistono molti pregiudizi, forse perché associati ancora agli zingari. Caspita… proprio in questo periodo ma tu pensa!

La gente aveva paura. Iniziava ad agire allo scopo di difendersi. Proteggeva le sue cose il più possibile. I lucchetti presero vita così come l’aggiunta di serrature e l’affittare magazzini e garage. Non si leggeva e non si parlava d’altro. Che diamine!

Poi… verso metà dicembre (2018) mentre la fase del consumismo toccava il suo picco più alto, visto l’avvicinarsi delle feste natalizie, ecco la notiziona: la Carige è fallita.

No vabbe’ però aspettate, resta ancora in piedi. Cioè, voglio dire, non togliete i vostri soldi dalla Banca, lasciateli lì al sicuro perché se li levate da lì per metterveli in casa… e arrivano i topi d’appartamento che in ‘sto periodo stanno facendo razzia, lo capite o no?

Ohu! Lo capite o no? Ora che le notizie vi hanno fatto spaventare per bene, che vi hanno costretto a difendervi, che vi hanno traumatizzato iniziando due mesi prima… lo capite o no?

Beh, ma allora si potrebbero togliere dalla Carige e mettere in un’altra Banca. Eh ma… la Carige non è la prima che fallisce, e proprio scemi del tutto non lo siamo più, sappiamo bene che altre banche sono sull’orlo del fallimento, è solo questione di tempo… la cosa migliore sarebbe proprio quella di metterli sotto al materasso ‘sti soldi ma… porca la miseria! Poi arrivano i ladri! E’ un dato di fatto!

E poi comunque ci obbligano a non poter pagare sopra una certa cifra se non abbiamo un conto corrente, ci obbligano a non poter riscuotere uno stipendio se non abbiamo un conto corrente, ci obbligano a non poter compiere alcune operazioni in contanti… quindi…

E quindi si continua così. Mi interessava solo mostrare questa strana situazione delle coincidenze, là, dove per alcuni – il caso non esiste – (appunto!) e dove altri parlano di manipolazione che le notizie dei mass media effettuano su di noi.

Fatto sta che ci siamo spaventati. E per quanto riguarda gli immigrati ci siamo incazzati. E per quanto riguarda i vaccini ci siamo persi. E per quanto riguarda… E per quanto riguarda l’informarci ci siamo… Dio quanto siamo pigri!

Ma è così difficile da capire?

Ah! A proposito, dei topi d’appartamento non si è più parlato. Hanno smesso di lavorare. Non stanno più rubando in questo periodo (febbraio 2019) o comunque, notizie su di loro, non se ne leggono più al momento.

Prosit!

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Ti prego Mamma…

UN ACCORATO APPELLO PER EVITARE CASINI E DOLORI FUTURI

Ti prego mamma cerca di rendere tuo figlio sicuro di sé perché non sai, gli insicuri, che gran danno possono fare agli altri e a se stessi quando poi diventano adulti. Molto più degli invidiosi, degli aggressivi, degli egoisti, dei tristi… perché… quando una persona è insicura, è tutto questo messo assieme. Perché un insicuro indossa maschere per ogni occasione. Perché l’insicurezza è direttamente collegata alla paura e la paura è la madre di tutte le emozioni negative.

Ma vedi, qui non si parla di colui che ha paura a fare tutto, il classico “cagasotto” che emette timore da lontano. Qui si parla di colui che vive nell’insicurezza intrinseca ma senza tremare. Anzi, appare persino un personaggio da stimare assai.

Invece…

Ti prego mamma rendi tuo figlio sicuro o sarà un menzognero, un ingannatore, un traditore. Guarderà solo all’appagamento dei propri bisogni incurante dei sentimenti altrui.

Rendi tuo figlio sicuro o scappera’ senza avere il coraggio di risolvere le situazioni. Incolpera’ altri innocenti pur di uscire pulito dalle situazioni. Farà di testa sua, senza ascoltare, perché il credersi perfetto sarà la sua unica arma.

Rendi tuo figlio sicuro o sarà insoddisfatto costantemente della sua vita, invidiera’ gli altri e proverà rabbia e frustrazione. Vorrà tutto per sé perché tutto gli mancherà. E sarà sempre triste, molto triste.

Rendi tuo figlio sicuro o mollerà una donna solo quando ne avrà un’altra a portata di mano, o donne ne vorrà molte, come se fossero maglie da indossare. Conterà i soldi ogni minuto, con la speranza vana che si moltiplichino, avrà ansie e preoccupazioni inutili che gli bloccheranno il respiro.

Rendi tuo figlio sicuro o farà del male a chi gli vuole bene senza riuscire a provare del bene. Sarà vittima dell’accidia, della lussuria e dell’attaccamento. Si arrampichera’ sui vetri pur di aver ragione.

Rendi tuo figlio sicuro o sarà manipolato. Non piacerà a nessuno e avrà pochi amici. Sarà arrogante, presuntuoso, poco umile. Non disposto a scendere nel suo buio più scuro e risorgere.

Rendi tuo figlio sicuro o sfrutterà le persone, sarà un approfittatore e un incantatore. Non avrà autostima, si guarderà allo specchio e non si piacerà. Farà della sua mente il lato forte, senza comprendere che è il cuore a doversi aprire.

Rendi tuo figlio sicuro o non amerà la solitudine, non sarà mai un saggio, saprà ferire ma non curare. Non si assumerà le proprie responsabilità e sarà sempre un debole al cospetto di una persona che usa le emozioni.

Rendi tuo figlio sicuro o si preoccuperà più dell’apparenza che della sostanza. Preferirà la quantità alla qualità e dipendenze celate come il bisogno di essere visto.

Rendi tuo figlio sicuro o per stupirsi avrà necessità di qualcosa di grande. Non saprà amare la quotidianità e dovrà provare sciocchi brividi per sentirsi vivo.

Rendi tuo figlio sicuro se vuoi renderlo felice.

Non dargli serenità, l’acquisira’ da solo con la sicurezza.

Non dargli l’entusiasmo, lo acquisirà da solo con la sicurezza.

Non dargli la fede, l’acquisira’ da solo con la sicurezza.

Non insegnargli l’onestà, se è sicuro di sé non avrà bisogno di barare o manipolare.

La sicurezza gli permetterà di amarsi e di amare. Tutto il resto non conta.

Gli permetterà di comprendere che questa vita gli appartiene e ne è degno.

Gli permetterà di creare la sua migliore esistenza e ottenere ciò che più vuole realizzare.

Rendi tuo figlio sicuro, ti prego, se puoi.

Maschio o femmina che sia… fallo con – le palle -.

E ti prego papà, prova a fare la stessa cosa anche tu.

(Come? NON LASCIATE DA SOLO VOSTRO FIGLIO. TENETELO DA CONTO. ASCOLTATELO. PARLATE CON LUI. NON OPPRIMETELO. EQUILIBRIO. UNA VOSTRA EQUILIBRATA PRESENZA.)

Prosit!

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Insignificante??? Descrive la tua Sessualità!

Mi riferisco al Mignolino del piede, che non si chiama Mignolo bensì – quinto dito – e, più precisamente, Mellino.

Non ci badiamo mai a lui, pare quasi… insignificante.

Ci accorgiamo della sua esistenza solo quando scontriamo, scalzi, qualche mobile in casa e vediamo le stelle di tutto il firmamento vero?

Pensate che, addirittura, dicono gli esperti, andrà estinguendosi. Sì. Sparirà. Tanto possiamo farne a meno. Non serve a nulla. Un po’ come la coda. Dicono. Un po’ come i padiglioni auricolari che si sono rimpiccioliti nel tempo rispetto agli avi preistorici.

Beh, secondo me, non è vero che non serve a niente. Ci dona equilibrio. Giusto poco tempo fa, una mia amica, se l’è rotto sbattendo contro la sedia della cucina (non vi dico il dolore e le imprecazioni) e proprio lei mi ha confidato – Sembra inutile come parte del corpo ma cavoli come mi sono accorta che in questi giorni “non c’è”! -. Non poteva infatti svolgere bene il suo lavoro, quel povero ditino, tumefatto e dolorante.

Ma, al di là della sua funzione fisica e podologica, cosa racconta di noi?

Sapete già, leggendo questo blog, che ogni zona del nostro corpo e le dita in particolar modo, significano molto e allora vediamo Mellino che cos’ha da dire sulla nostra personalità.

Ebbene sta ad indicare innanzi tutto la nostra sessualità. Tac! Ecco che immediatamente vi si spalancano gli occhi; lui per voi diventa subito molto più meritevole di considerazione e, ovviamente, vi siete già tolti calza e scarpa per osservarlo.

Beh… osservateli entrambi però! Come avevo scritto in passato, la vostra parte destra del corpo e quella sinistra hanno diversi significati. Una sta ad indicare il Padre e la mascolinità (parte maschile) mentre l’altra la Madre e la femminilità (parte femminile). Ogni individuo, uomo o donna, le contiene entrambe.

E’ buffo notare come spesso, non sempre ma sovente accade, il Mellino destro, sia completamente diverso da quello sinistro. Eeeeeh… e lì ce ne sarebbero di cose da andare a vedere! Anche sui nostri genitori.

Attenzione! L’Energia Sessuale, peraltro, è l’Energia Vitale e ha sede nei reni. Non per niente ha a che vedere con il meridiano della Vescica. Ha a che vedere anche con le orecchie e… vi ricorderete, presumo, di questa immagine che avevo pubblicato tempo fa.

Vi consiglio, già che ci siete, di leggervi questo mio articolo https://prositvita.wordpress.com/2015/03/09/orecchio-campanello-dallarme-del-rene-un-piccolo-corpo-umano-in-miniatura/

Ma torniamo al dito. L’eros. La sessualità. La quale non è intesa come attività sessuale (quella è una conseguenza) ma piuttosto come un approccio e un comportamento relazionale che racchiude in sé aspetti psicologici e sociali. All’inverso dell’animale, essere dalla sessualità più istintiva, l’uomo, attraverso gli strumenti e i meccanismi mentali (anche inconsci) vive una sessualità diversa. Si vanno infatti a toccare anche punti come l’atteggiamento (in privato e in pubblico).

Parlando di sessualità, ci si ramifica anche in argomenti come: la creatività e l’entusiasmo che sono tra i primi discendenti della sessualità. Creatività infatti significa CREA – TI – VITA (crea la tua vita) e Entusiasmo significa EN – THEOS (vivere con Dio dentro di sé). Vi ho detto, appunto, che l’Energia Sessuale è l’Energia Vitale, della vita.

E parlando di sessualità non si può naturalmente non citare la SICUREZZA. Cosa significa? Significa che una persona sicura di sé vivrà anche bene la sua sessualità. Ossia, all’incontrario, solitamente, un Mellino magari sormontato dal quarto dito e quindi poco visibile, può rappresentare insicurezza e, di conseguenza, poca spontaneità del soggetto, timore a mostrarsi, vivendo una sessualità spenta perché forse da giovane ha ricevuto, a tal proposito, un’educazione troppo rigida o è rimasto turbato da qualcosa. I motivi possono sempre essere moltissimi.

La timidezza è composta dal desiderio di piacere e dalla paura di non riuscirci – (Edme-Pierre Chauvot de Beauchêne)

All’inverso, con un quinto dito spavaldo e che ben si mette in mostra, potremmo trovarci davanti ad una persona sensuale e con fascino. Che mostra di sapere bene cosa vuole nella vita, che non si accontenta del “primo che passa” e che conosce bene le proprie capacità. Può essere un buon cacciatore o una furba preda che sa giocare le sue carte. Non fatevi abbindolare quindi, anche se farà l’umile e la modesta, dietro a quella parvenza semplice e addirittura insignificante, si nasconde un’anima che sa il fatto suo e ovviamente molto piacevole da vivere. Non lo sto certo dicendo in senso negativo!

 

Un Mellino invece “cicciotto” può voler indicare una persona dalla sessualità accesa ma anche vogliosa di appagare il proprio ego e, per questo, ricerca attraverso l’attività sessuale, la conferma di “valere”, il bisogno di affermarsi intrinseco e inconscio. Più partner sessuali trovano e più possono dire – Io valgo! -. Sono persone che amano assaporare il bello della vita, quasi ingordi delle cose e delle situazioni piacevoli. Questo da non confondersi con un Mellino invece “gonfio” cioè, tondeggiante ma poco turgido e muscoloso che sta invece a dimostrare come quella persona potrebbe apparire spenta e affaticata nei confronti del sesso. Potremmo dire – Vorrebbe ma non riesce -.

Insomma, questa parte del piede, che di solito si snobba, ha anche lei la sua importanza. Sarebbero davvero mille le cose da dire a suo riguardo, occorrerà scrivere sicuramente in futuro un altro articolo. Sono sicura che adesso, questo minuscolo ditino, è da voi sicuramente più considerato.

Prosit!

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I Problemi alle Anche possono significare…

Come ho già spiegato diverse volte, le gambe simboleggiano il nostro andare avanti nella vita, suddividendosi poi, più precisamente, nelle loro varie parti, dal Bacino ai piedi.

Per quanto riguarda le Anche, si parla di quella parte del corpo che rappresenta la DETERMINAZIONE nell’avanzare, nel progredire, nel nostro cammino durante l’esistenza. Perciò, avere un disturbo in questa zona, significa appunto essere INDECISI. Tale INDECISIONE non è però da confondere con il senso simile conferito da malattie a denti e gengive, infatti, mentre per i problemi alla bocca si parla di indecisioni di qualsiasi genere, anche inerenti ad altre persone che hanno a che fare con noi, per quel che riguarda le Anche si tratta prevalentemente di indecisioni nel muovere “il giusto passo” nella vita.

Come spiega bene Claudia Rainville, è un po’ come se una parte di noi volesse andare avanti e l’altra invece volesse indietreggiare o rimanere ferma. Si parla quindi di paura nell’incedere. Dubbio, preoccupazione, avere o non avere coraggio, timore, perplessità, mille domande e pensieri confusi, trovano quindi, nelle Anche, il palcoscenico per esibirsi concretizzandosi in veri e propri disturbi fisici.

E’ proprio il Bacino a mantenerci in equilibrio ed è da lui che parte la spinta del passo. La rigidità che spesso lo coinvolge è pari così alla riluttanza nell’incedere, in quanto, la rigidità fisica mostra quella mentale. Davanti a un dubbio infatti, mentalmente ci si blocca, fermi e indecisi, ed ecco che la stessa sensazione la si percepisce proprio in una delle articolazioni più importanti del nostro corpo sottoposta, tutta la vita, a grande stress.

Una delle patologie più diffuse che riguarda le Anche è l’Osteoartrosi vale a dire un’alterazione della cartilagine. La cartilagine, che ricopre le estremità delle ossa come un cuscinetto in grado di attutire lo sfregamento tra osso e osso, si modifica e si deteriora, cosicché, l’articolazione risulta non solo più rigida ma anche dolorosa in quanto viene a mancare la giusta protezione.

Quando si parla di Artrosi si intende, nella Psicosomatica, essere troppo critici con se stessi e, da qui, si capisce anche come fare una scelta diventi così uno scalino quasi insormontabile perché si vuole prendere la decisione più giusta, perché si è troppo severi con se stessi, perché si ha troppa paura di stabilire l’opzione sbagliata (…e chissà poi gli altri cosa pensano… o quali conseguenze drammatiche questo porta).

Essere giudici poco clementi, nei confronti di noi stessi, naturalmente ci “blocca” anziché permetterci di fluire con più leggerezza negli stadi della vita.

Altre conseguenze di questa severità sono il risentimento e il senso di colpa perché, ovviamente, non si perdoneranno molto facilmente gli eventuali errori commessi. Occorre approvare maggiormente ciò che siamo e amare di più i nostri errori, soprattutto se non voluti. Osservarli semplicemente come esperienze di vita e possibilità in meno che otteniamo di sbagliare in futuro. Ogni errore commesso preannuncia un miglioramento. Impariamo a focalizzarci sul buon proposito che avevamo per aver scelto quella mossa piuttosto che un’altra. Il nostro scopo era buono ed è quella onestà che dovrebbe colmare i nostri sensi.

Bisognerebbe imparare ad imitare Thomas Edison. Durante una conferenza stampa un giornalista gli chiese – Dica, Mr. Edison, come si è sentito a fallire duemila volte nel fare una lampadina? -. Ebbene, la risposta di Edison fu – Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato millenovecentonovantanove modi su come non va fatta una lampadina – (da impresapratica). Geniale non trovate?

Troppa severità non serve a niente. Ci immobilizza in un binario dal quale abbiamo paura di uscire ma, purtroppo, dobbiamo capire che le risposte giuste non sono sempre all’interno di quelle rotaie che stiamo percorrendo. Sono anche attorno, serve coraggio, allungare le mani e afferrarle. Così facendo, stando immobili intendo, non risultiamo dalla mente aperta e non risultiamo “elastici” con noi stessi e nemmeno le nostre articolazioni lo saranno, mentre invece, devono essere ben mobili, flessuose e snodate.

Naturalmente è proprio durante l’età più avanzata che questi disturbi si annunciano. Ci sono sempre correlazioni con l’orologio biologico o anche di carattere ereditario ma, nonostante tali fastidiose manifestazioni possono presentarsi anche in soggetti più giovani, il divenire anziani comporta anche avere più timori nei confronti dello spingersi in avanti nella vita. Sono maggiori le paure che colpiscono, non si può più scegliere come un tempo, spesso, le decisioni che prendiamo riguardano i nostri parenti, dai quali dipendiamo vista proprio la nostra età. Non solo ma, inconsciamente, riconosciamo di non avere più i mezzi e gli strumenti di un tempo e, in particolar modo, vediamo che stiamo andando verso la fine della nostra esistenza piuttosto che verso un inizio. Questo fa si che vorremmo fermarci, non proseguire, non andare verso quello che segnerà prima o poi il nostro “The End”. E tutto, comporta al risultato di queste scocciature al Bacino.

La parola “Evviva!” all’inizio di ogni giornata e “…che vada come vada”, penso sia la prevenzione migliore in questo caso. Leggerezza e serenità sono gli ingredienti più opportuni e, nel rispetto di chi ci sta attorno, ogni nostra decisione può avvenire portando con sè tutte le migliorie o gli errori del caso. Siamo umani e, proprio per questo, ci è stata data la possibilità di sbagliare. Per poter ARRIVARE.

Prosit!

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