La Tredicesima Dea – Sii Luce

Hai mai pensato di trascorrere il periodo che nella nostra società viene chiamato – Natale – in un modo un po’ diverso dal solito?

Un modo che possa guarirti, possa rasserenarti, donarti forza, centratura, pace e anche qualche potere… magico! Abbiamo tutto a nostra disposizione, basta saperlo cogliere e, per coglierlo, occorre conoscerlo.

La parola “Natale”, che dal latino “natus” riguarda il nascere o la nascita, è stata dal Cristianesimo associata alla venuta al mondo del Messia ma io, come nei tempi più antichi, preferisco chiamarlo “periodo del Sole”.

Con “periodo del Sole” intendo nominare la nascita di una luce nuova, brillante e fulgida. Si tratta della luce del Sole Bambino e della nostra luce interiore che ha a che vedere anche con la nostra Ghiandola Pineale o Terzo Occhio. Una ghiandola untuosa in grado di secernere un balsamo oleoso, panacea per tutti i mali del nostro corpo e della nostra parte emozionale. Da qui, il termine “Unto” dal greco “Christós” e cioè “Cristo”, ecco il perché della nascita di Gesù che molti chiamano con entrambi i nomi.

Ma cos’è il Sole Bambino e cosa c’entra con Gesù? I popoli antichi hanno sempre studiato molto il cosmo e il firmamento accorgendosi che dopo la notte del 21 dicembre, Solstizio d’Inverno, nonché giorno più corto dell’anno, il Sole sembra andare a morire (rimanere fermo, in stasi) verso un luogo del cielo dove splende la Croce del Sud, una costellazione assai appariscente che mostra una forma la quale è divenuta simbolo indiscusso di tutto il Cristianesimo. Gesù morì infatti crocifisso. Dopo tre giorni, come a risorgere, il Sole ricomincia la sua ascesa e da qui si parla di un Sole Nuovo, appena nato, nonché di resurrezione. Sappiamo che la parola “Solstizio” deriva dai termini “Sol” e “Statium” in riferimento, appunto, al Sole fermo.

Un Sole con un’energia potente che gli antichi Alchimisti Maghi, ma non solo loro, cercavano di sfruttare al massimo connettendo le loro vibrazioni a quelle dell’Astro Padre. Ebbene sì, credevano alle frequenze molto più di noi e le usavano a loro favore.

Il 25 Dicembre era pertanto quel giorno in cui molte persone si raccoglievano in se stesse per connettersi a quel Nuovo Sole risorto; ringraziarlo, venerarlo e utilizzarlo per nutrire il proprio Sole interiore. La luce intrinseca che ognuno di noi possiede.

Varie leggende narrano che da questa data si iniziavano a contare le 12 notti (chiamate anche i 12 giorni di Natale e, per alcuni, non sono altro che un collegamento dei giorni festivi tra il Natale e l’Epifania). Notti in cui, attraverso il buio, l’Anima si prepara a evolvere e a illuminare così quell’oscurità. Un’oscurità che è da vedere, metaforicamente, anche come il nostro buio interiore e come dalla Nigredo ci si possa esercitare ad avanzare verso l’Albedo, due delle fasi del percorso alchemico di creazione della Pietra Filosofale. La terza è chiamata Rubedo.

Il 12 è sempre stato un numero importante nella numerologia, nell’alchimia, nell’esoterismo e nella magia ed è sempre stato citato ma è interessante vedere come sia anche l’inverso del 21. Tant’è che, la Croce del Sud, ha da sempre rappresentato il Tutto e il contrario di Tutto come a voler unire ogni cosa: il Bene e il Male, il Giorno e la Notte, la Morte e la Rinascita, i poli opposti…

Pare che in queste 12 notti, per chi sa osservare, la Natura mostri un aspetto di sé davvero particolare, un aspetto dato da un’energia luminosa che freme il quel buio. L’inverno è appena iniziato ed è pronto a custodire amorevolmente ogni cosa soprattutto grazie alla candida presenza della neve che rappresenta la purezza di un’Anima lucente e di un neonato, proprio come il Sole Bambino.

Se non cadesse la neve, dove necessita, chi potrebbe custodire intatti i semi che germoglieranno in Primavera? Cosa potrebbe mantenerli completamente integri nel loro DNA e incontaminati se non un naturale processo di ibernazione che non ne altera nessuna memoria genetica? La parola Inverno deriva infatti da “Hibernum” e cioè “Ibernare o Ibernato”. Per riaverli, affinché possano riprodursi tali e quali. Perchè possano non seccare, per non marcire, per non volare via. Ogni fenomeno meteorologico è necessario in base al periodo vibrazionale che si sta vivendo, come la pioggia, ossia lo sperma della Terra. Come il vento, il conducente che accompagna le creature. C’è un’onnipotente e saggia Energia Creatrice che opera anche per noi, per la nostra sopravvivenza e per la sopravvivenza di tutto il Creato.

Durante queste 12 notti, o 12 giornate, la Natura tutta, illuminata e nutrita da un Sole Nuovo, può godere di un’energia fondamentale e influente. Ma le storie narrano anche di 12 grandi Dee e Dee minori che sorvolano su Madre Natura affinché essa possa prepararsi a concepire al meglio. Dee in grado di donare fertilità, abbondanza, fecondità, sovranità, ricchezza…

La Parola d’ordine quindi è: CREAZIONE.

Rendere e rendersi fertili. Procreare, Rinascere, Creare, Realizzare, Crescere, Germogliare, Risorgere… sono tutti sinonimi volti al Nuovo, ad una nuova Vita. E anche se tutto questo può sembrare prettamente femminile, anche i maschi possono ovviamente nutrire l’intento di procreare un qualcosa che sia bello, utile e splendido per loro e per la loro esistenza. Siamo Esseri Umani e quindi, come dico sempre, “fatti a immagine e somiglianza della Fonte Creatrice” più di qualsiasi altra creatura.

Nutrire dentro di sé un talento e scegliere di concepirlo e metterlo al mondo non può che essere una pratica buona per ognuno di noi. Mostrare la propria luce interiore a noi stessi e agli altri, laddove, tra i vari talenti che possediamo, c’è quello inerente alla nostra missione, non può che arricchirci e portare entusiasmo e beatitudine nella nostra vita.

Il senso della vita è quello di trovare il vostro dono. Lo scopo della vita è quello di regalarlo – (Pablo Picasso).

Durante il 25 di Dicembre è possibile focalizzarsi su questo o più talenti per poi accudirli e nutrirli durante i 12 giorni a seguire. Alla fine di questi 12 dì, si aprono per noi le porte di una vita che, se vogliamo, può essere nuova e bella non perché migliorata all’improvviso ma perché abbiamo deciso di porre attenzione ad un qualcosa di fondamentale per il nostro Essere e che mai abbiamo considerato prima d’ora. Grazie all’energia del Nuovo Sole e alle vibrazioni delle 12 notti, durante le quali quest’anno sono previste anche le frequenze apportate da grandi congiunzioni, come quella tra Giove e Saturno, che non avveniva da 400 anni, nonché la presenza precedente delle Geminidi, Stelle Cadenti luminosissime.

Abbiamo tutto quello che ci serve a portata di mano, anzi… a portata di cielo.

– Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola – (Come in cielo, così in terra) (Ermete Trismegisto).

Non sprechiamo questo periodo incredibile dalle energie molto significative per noi e la nostra Essenza. Prepariamoci a un anno diverso, a un anno in cui potremmo far germogliare ciò che davvero siamo, le nostre qualità più nascoste o celate a causa della paura del giudizio degli altri. Potremmo splendere. Possiamo splendere. Ovviamente sarà difficile aspettarsi il miracolo in un sola volta, per un solo Natale, ma se prendiamo l’abitudine di seminare in noi tutto ciò per emanare la nostra luce ogni anno, allora, ogni anno, essa sarà sempre più grande.

E allora trasformiamoci nella tredicesima Dea o nel tredicesimo Dio e dopo l’ultima notte iniziamo noi, pregni di tutte quelle frequenze magiche, delle quali la Sorgente Divina ci ha forniti.

Sii luce, lascia divampare la tua scintilla.

Prosit!

In una Grotta, la mia Grotta, la mia Valle – Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei

Chi mi conosce sa che amo gironzolare in lungo e in largo per la mia Valle, la quale mi regala la possibilità di vivere a contatto di una Natura splendida e molto variegata.

E’ una natura che parla e mi permette di comprendere molto, anche su me stessa, in quanto mi piace ascoltarla e mi piace tradurre i messaggi che ha da suggerirmi.

Spesso ti ho parlato dello strano e saggio linguaggio del Bosco, oppure dello sconosciuto riflesso degli Animali che possono mostrarci le nostre memorie più nascoste. Oggi, ti porterò in un luogo davvero suggestivo e ricco di informazioni per la nostra crescita personale.

Lo chiamo – luogo – ma non è unico. Lo si può trovare in diverse zone e può essere di varie tipologie. Può essere profondo, stretto, breve, molto scuro, o più illuminato. Può essere umido, puzzolente, pieno di vita, silenzioso. Può disturbare, inquietare, disorientare o piacere molto.

Ti sto parlando della Grotta – un luogo altamente idoneo per osservare il nostro lato più oscuro e provare a esercitarci un po’, in modo alchemico, al fine di conoscere meglio noi stessi ed evolverci.

Alla ricerca della Lapis Philosophorum…

Anche noi abbiamo una “grotta”. Si tratta prevalentemente del nostro ventre ma indica quella caverna cosmica che ognuno di noi ha e non conosce. Tutti siamo formati anche da questo grande contenitore buio, ricco di emozioni, di memorie, di schemi, di sensazioni.

Quando si dice di entrare dentro noi stessi, per osservare anche ciò che di noi non ci piace, si va proprio in queste parti a noi sconosciute anche se crediamo di conoscerle perché nostre.

Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia – (Carl Gustav Jung).

Siamo convinti di conoscerci al 100% ma non è affatto così. Ed è per questo che i nostri Demoni possono farci reagire come vogliono.

Ci arrabbiamo se qualcuno ci fa arrabbiare, ci offendiamo se qualcuno ci offende, ci annoiamo, ci infastidiamo, ci rattristiamo, ci intimoriamo… certo, sono tutte emozioni umane e comprensibili ma, sopportate o sviluppate in questo modo ci definiscono – schiavi -. Schiavi degli eventi esterni. Siamo in balia di quello che succede nel mondo attorno a noi. E’ lui, con i suoi eventi, le sue persone, le sue situazioni a gestire noi e la nostra vita, noi non siamo padroni di noi stessi. Non siamo padroni di arrabbiarci quando vogliamo arrabbiarci, bensì quando l’esterno lo decide.

Questo accade perché non osserviamo dentro di noi con molta attenzione, pazienza e umiltà. Fa male. Significa vedere e di conseguenza ammettere di provare invidia, ammettere di aver bisogno di stima, ammettere di essere gelosi, egoisti, giudicanti, paurosi, bisognosi, opportunisti, vanitosi, avidi, superbi, manipolatori, incapaci… Non vediamo e non vogliamo vedere quei mostri. Li abbiamo creati come strumenti di difesa per sopravvivere, li abbiamo nutriti, ora sono cresciuti e noi, pur essendo da questi governati totalmente, non ci rendiamo conto di tali giganti che custodiamo nel nostro ignoto Subconscio, in quella nostra “grotta”, ai quali continuiamo a dar da mangiare. E l’Ego cresce assieme a loro. Quei mostri che potrebbero sparire soltanto nell’esser visti. Anzi… a dire il vero, non spariranno ma si tramuteranno in Angeli, cioè in forze, in buone energie utili a noi.

Nel nostro ventre c’è un mare sacro pieno di tutto ciò che noi siamo. Nella nostra mente ci sono stanze alle quali non abbiamo mai voluto accedere. Nel nostro cuore ci sono vibrazioni che non abbiamo mai voluto usare.

Tutte queste parti nascoste sono nostre ma per essere utilizzate, spesso, ci vuole coraggio, impegno, determinazione, gioia.

Ogni volta che entro in una Grotta, tra i monti della mia Valle, o in una caverna, o in una miniera, o in un cunicolo è come se entrassi dentro di me. E’ un cammino. E’ una metafora. Una scoperta. Mi introduco in un qualcosa di nuovo.

Lì dentro fa più freddo. L’aria è diversa. C’è umidità. E’ un luogo quasi sconosciuto, meno noto rispetto al resto. Cerco di porre massima attenzione ai messaggi che mi vengono suggeriti ma voglio anche lasciarmi andare, per percepire al meglio tutto quello che quell’anfratto ha da dirmi e poter vivere le sensazioni che devo vivere.

La Fenice rinacque dalle proprie ceneri, al buio e al silenzio. E’ l’emblema della rinascita, della resurrezione e, di resurrezioni, possiamo viverne diverse durante la nostra esistenza. Ogni scalino verso l’alto è una resurrezione.

Il buio e il silenzio sono i complici migliori che possiamo avere quando dobbiamo conoscere bene noi stessi e quell’altro che abita con noi, dentro di noi, ma che non conosciamo e non valutiamo. Lo abbiamo tutti. Una specie di alter ego che spesso ci manovra come un Mangiafuoco.

Ah! Le fiabe alchemiche…. Quanta ricchezza! Il burattino che si trasforma in essere umano proprio dopo essere stato all’interno del ventre della balena…. Un ventre buio e silenzioso…

Il buio e il silenzio ci spaventano a volte ma sono invece cari amici.

La Grotta, con quel suo buio deciso e perdurante conduce poi anche alla luce, una volta che si esce, e anche questo è un bellissimo messaggio. Ti obbliga, con la sua oscurità, ad aguzzare la vista, ad acuire i sensi, a cercare il chiarore per poi arrivare dove ad accoglierti è il Sole e tutti quei colori sgargianti e vivaci che i suoi raggi illuminano ed esaltano.

Là dentro è come se fossi dentro a me stessa. Che cosa sta accadendo?

Tutto è immobile, fermo da tempo… un tempo diverso da quello che sono abituata a vivere. Un tempo sospeso. Sembra che aspetta di essere “lavorato”, come del pongo da modellare. Certo, nessuno è mai andato a mettere in subbuglio quel luogo. Noi stessi dormiamo per anni sopra alle nostre abitudini, alla nostra comfort zone, ai nostri schemi mentali ripetitivi.

Fa freddo. Non c’è calore. Non c’è nessun tipo di abbraccio materno. E no. dobbiamo cavarcela da soli. Ed è proprio così anche nella nostra evoluzione. Nessuno può aiutarci. Nessun Maestro. Possiamo ricevere consigli ma nessuno può fare quel “lavoro” al posto nostro.

L’aria è pesante, stantia. Da quanto tempo tutto è lì, dormiente. Anch’io, dentro di me, sono stantia. Anch’io re-agisco come reagivo anni fa, sempre allo stesso modo, sempre guidata dalle stesse emozioni. Abbiamo vizi, ossessioni, fobie che girano… e girano… come un criceto sulla ruota imprigionato nella sua gabbia. Ma un Guerriero non re-agisce. Non ripete le stesse azioni come un automa. Un Guerriero agisce e c’è differenza. Il reagire è sinonimo di schiavismo, mentre l’azione è figlia della propria volontà.

Solo nel buio è possibile vedere la luce ma qui non vedo niente. Questo significa che devo mettermi a cercarla o forse crearla. Sono infatti una creatrice. Collaboro costantemente con l’Universo per co-creare la mia realtà. Ne ho la facoltà e la utilizzerò.

Quanto ancora voglio stare qua dentro? Ne ho abbastanza? Voglio uscire in fretta? Voglio restare? Che sensazioni provo?

Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei – (Oracolo di Delfi).

Sedersi al centro di una grotta e chiudere gli occhi per diversi minuti…

Ci riusciresti? Nonostante il silenzio, alcuni rumori sono pressoché insoliti. Il gocciolio delle stille, la pietruzza che cade, la corrente d’aria gelida che accarezza le rocce. Lo sbattere d’ali di alcuni Pipistrelli. Alcune persone hanno allucinazioni visive dopo qualche minuto, altri hanno paura, altri aprono gli occhi di tanto in tanto, altri non provano assolutamente nulla, altri trovano la beatitudine…

Un viaggio dentro di me. Le pareti sono lisce o a volte ruvide, bagnate o asciutte, una Falena mi conduce dove posso comprendere. E’ tutto frastagliato e aguzzo. Quanto sono tagliente? E perché?

Guardando meglio mi accorgo che c’è più vita di quello che pensassi. Vermi, insetti, anfibi, chirotteri… licheni, aria, acqua… e le rocce stesse che parlano.

Rivolgendomi al loro saggio sapere chiedo di rendermi nota un’esegesi di ciò che sto vivendo.

Hai una di noi sul tuo petto Meg, vero?

Sorrido… – Oh si… un grosso masso mi comprime proprio il basso torace non permettendomi di respirare come io vorrei. Non mi permette di ricevere tutto l’ossigeno che vorrei assorbire, non mi permette di vivere quella splendida sensazione di polmoni pieni, aperti, spalancati… -.

Guardaci, toccaci, amaci. Ci hai creato tu. Siamo tue figlie. Nonostante tutto, meritiamo il tuo amore. Anche il nostro simile, sopra al tuo petto, merita amore, tu l’hai creato. Se riuscirai ad amarlo se ne andrà. Il tuo amore, il tuo perdono, è l’unica cosa di cui ha bisogno, altrimenti peserà sempre di più per riuscire ad ottenere questi doni. Proprio come un piccolo bambino che pesta i piedi e fa i capricci per essere ascoltato, per ricevere attenzioni -.

E che bel tempo che ho raggiunto laddove nelle Grotte che visito non c’è più odore di deteriorato. Dove le rocce brillano e mi sembra di essere circondata da diamanti rilucenti. Dove l’aria, nonostante tutto, è fresca e sa di pulito. Dove il buio non fa più paura ma incita all’evoluzione e con la sua calda voce profonda e suadente mi invita in lui porgendomi la mano.

Non ho paura. Non di soffrire quanto meno. So di essere più forte di qualsiasi dolore. Sono come quelle rocce. Resto. Sono stabile. Granitica. Quelle rocce sono una Madre. Quella loro parvenza asettica si trasforma in abbraccio.

La paura è una cara amica ma non le permetterò di diventare la mia amministratrice.

Non ho più paura di guardare dentro di me. Di essere libera. Di essere me stessa.

Posso aver paura di molte cose ma non di me…

Amati Meg…

Soltanto dopo la notte si può vedere spuntare il sole. Soltanto dopo il temporale si può veder nascere l’arcobaleno. E’ banale ma così vero!

Tutta la bellezza scoperta di quel luogo la possiamo vedere dentro di noi.

Hai paura di entrare in una buia Grotta? Prova a domandarti il perché.

Paura dell’ignoto, del sentirti imprigionato, di non respirare, di non poter più uscire, dell’imprevisto… E come la vedi quella Grotta? Che sensazioni ti da’? Ognuna di queste paure o sensazioni porta con sé una lunga storia. La nostra. Una lunga storia d’amore.

Prosit!

Le intemperie non ti fanno ammalare

Togliti dalla testa queste assurde idee e prova a vivere più liberamente. Sradica queste convinzioni, queste vecchie memorie, perché sono false ma tu le rendi vere. Loro nutrono con del cibo “tossico” il tuo cervello e questo poi agisce in base a ciò che riceve.

Ho camminato per ore sotto la pioggia, tra gli sbuffi potenti di un vento gelido, ho annaspato nella neve e ho sudato sotto al sole cocente. Ho fatto tutto quello per il quale siamo nati. Per il quale il nostro intelligentissimo organismo è stato strutturato e tu non sei diverso. Non definirti debole, sfigato, sensibile, non lo sei se non lo vuoi. Io non sono meglio di te. Non sono più sana di te e non sono più fortunata di te.

Il tuo corpo è Natura e può sopportare tutto quello che la Natura manifesta. Perché siete un tutt’uno.

Lo so che la pubblicità ti mostra medicinali durante il periodo invernale promossi da attori raffreddati con sciarpa e cappello in stato di sofferenza. Lo so che tua madre ti ha sempre detto – Non sudare! – o – Mettiti la giacca che altrimenti prendi freddo -… lo so, ho avuto una madre anch’io… ma credimi se ti dico che sei un insieme di frequenze che vibra assieme alle frequenze di Madre Natura. Madre natura non può e non vuole farti del male. Secondo te un Pianeta, intelligente come il nostro, può offrire la vita per far ammalare i suoi figli? E non guardare i cambi climatici, l’inquinamento, il “Non ci sono più le stagioni di una volta”. Ragiona sul fatto che c’è anche un’evoluzione, come in tutte le cose… pure per il Pianeta Terra. Ma tu puoi convivere tranquillamente con tutto questo. Ed evolverti assieme a lui.

A farti ammalare sono i tuoi schemi mentali. Le tue convinzioni e la paura che queste siano vere.

Certo, non ti dico di non prendere provvedimenti. Io ho una giacca antivento, io ho delle ghette, io ho degli scarponi in gore-tex durante le mie escursioni, in base al clima e al territorio che presumo di vivere. Di certo non vado sul Monte Saccarello, in pieno inverno, in canotta e pantaloncini ma mi bagno lo stesso, mi si ghiacciano persino i capelli dal freddo, mi cola il naso, a volte i piedi sono immersi nell’acqua che riesce ugualmente a trapassare e sento la schiena e le dita ghiacciate. Tutto questo per diverse ore. Ovviamente, appena arrivata a casa mi faccio una bella doccia calda, me ne sto diversi minuti sotto a quel tepore ringraziando il calore di ritemprarmi, mi metto dei vestiti puliti e caldi, belli pesanti, mi riposo (il riposo è sempre la cura migliore) e poi mi spoglio, man mano che passano le ore, per abituare il mio corpo.

Come gli animali. Loro si bagnano, poi si scrollano, si leccano il pelo, si rintanano e dormono producendo calore attraverso il loro corpo che va in relax e quindi tutto può preoccuparsi di curare ciò che eventualmente va curato.

Ecco, queste sono naturalmente le considerazioni da tener da conto. Ma non significa che non puoi bagnarti o non puoi resistere al vento. E non dire che io sono abituata. Se così fosse, puoi abituarti anche tu. Sei Natura! Il tuo corpo è stato realizzato per convivere egregiamente a qualsiasi agente atmosferico.

Ti dirò di più: vivendo certe condizioni abitui il tuo fisico a sopportare qualsiasi manifestazione della Natura ma soprattutto lo irrobustisci e permetti (finalmente) ai tuoi anticorpi di rinforzarsi, diventare più potenti, più veloci e più forti.

Sì, mentre tu stai faticando un poco per abituarti a certe condizioni anche loro, i tuoi anticorpi, si stanno muovendo per far fronte a determinati eventi e ne hanno il tempo. La tua parte fisica, in quel momento, patisce un goccino e il tuo cervello comprende che qualcosa non va quindi tutto si aziona al fine di difenderti. Si prepara, si allena e si trova pronto in caso di necessità.

Non dimenticare, inoltre, che in inverno e in alta montagna, l’aria è pulita e ricca di sostanze nutritive. Potrai così nutrire il tuo organismo di aria buona e ossigeno puro che rinforza tutti i tuoi apparati. Un ossigeno deciso e “pungente” che renderà più forti ed elastiche le pareti dei tuoi polmoni, dei bronchi e degli alveoli.

Non aver paura nemmeno per tuo figlio. Permettigli di giocare sotto la pioggia che è il liquido seminale della terra, lo asciugherai per bene quando rientra. Permettigli di sentire la bellezza del vento sulla sua pelle e tra i suoi capelli, i bambini hanno ancora sensi sviluppati che noi abbiamo reso dormienti. Permettigli di giocare con la neve e di mangiarla, di giocare nella terra e sporcarsi. Nulla della Natura vuol far del male al tuo bambino.

Non privarti di atmosfere spettacolari che sono regali. Non evitare quello che credi insano e che invece vuole regalarti risorse e vigore. Diventa amico della Natura, di ogni sua forma. Lasciati andare con fiducia a quello che è assolutamente naturale e ti appartiene.

Pensa a quanto sarà bello quando un domani potrai affrontare qualsiasi cosa rimanendo nel tuo perfetto stato di salute.

Ti basta provare a non aver paura e puoi farlo perché sei più forte di qualsiasi cosa.

Prosit!

Lo Starnuto – la manifestazione del fastidio

SALUTE!

Si sa che lo starnuto è una violenta espulsione di aria provocata dal nostro corpo quando deve svuotarsi velocemente da un eccesso di elementi considerati da lui nocivi (può anche essere un odore sgradevole). Quest’aria, che ha sede nei polmoni, è infatti caratterizzata anche da sostanze che il corpo tende ad espellere provocando questo scossone definito – involontario – per noi.

Il meccanismo dello starnuto è estremamente affascinante e attivato da sensori del Nervo Trigemino. Prende in considerazione diversi fattori come: la contrazione muscolare, l’espulsione di agenti patogeni, la fuoriuscita di liquidi, la pulizia delle mucose e la sua velocità può raggiungere addirittura i 320km/h. Decisamente meglio di un soffiatore!

Andando oltre la situazione fisica, lo starnuto è un sobbalzo che ci avvisa quanto fastidio e quanta intolleranza racchiudiamo in noi.

Le persone che starnutiscono sovente o le persone allergiche (vedi articolo https://prositvita.wordpress.com/2015/04/03/guardare-le-allergie-e-le-intolleranze-da-un-altro-punto-di-vista/ ) sono persone spesso infastidite da varie cose, situazioni o persone e desiderano sbarazzarsi di quello che vivono come una seccatura. Si tenga anche conto che si può starnutire solo in determinati periodi della vita. Conosco ad esempio una signora che ha starnutito moltissimo fino all’età adolescenziale e poi, dopo essersi sposata e aver costruito la sua famiglia, non ha praticamente più starnutito se non in modo “normale”. E’ vero che più cresciamo e più si rinforza il nostro apparato immunitario, il nostro organismo cambia e cerca sempre di adattarsi, ma è anche vero che occorre tener presente vari fattori.

ETCIU’!!!

Come dicevo, le persone che invece starnutiscono molto, possono essere puntigliose in alcuni aspetti della loro vita, amano la perfezione e avere il controllo. Sono abbastanza ansiose, s’intestardiscono facilmente e non accettano di buon grado di essere spodestate dal loro ruolo. La casa deve essere pulita, i figli devono andare bene a scuola, l’apparenza per loro conta molto, conta far bella figura e temono il giudizio degli altri. Ma la questione principale è che molte cose le rendono intolleranti.

Questo avviene perché sono anche sensibili pur non riconoscendolo o mostrandosi “di polso”. Questa loro sensibilità, che le rende più vulnerabili ma anche empatiche, è una qualità meravigliosa ma che a loro causa inquietudine. Hanno bisogno di appoggi e sentirsi al sicuro.

Sono persone che covano una scontentezza di fondo. Un qualcosa non le appaga totalmente, nonostante, per alcuni, pare conducano una vita agiata o un’esistenza libera e invidiabile.

Quando la natura intrinseca è satura di fastidio nutrito, esplode attraverso lo starnuto che aiuta a liberarsi ma avvisa anche dell’esistere di una dose consistente di scontentezza che occorrerebbe trasformare in gioia. La cosa difficile, a volte, è che non si sa riconoscere cosa nutre questa infelicità perché appartiene alla parte più profonda di noi che, per uscire, deve appunto essere scossa violentemente.

Bisognerebbe guardare di più quello che si ha rispetto a quello che non si ha, preoccuparsi di meno e soprattutto accettare maggiormente il comportamento degli altri senza giudicare.

Lo starnuto provoca una fuoriuscita di liquidi anche dal naso e dagli occhi. Tutti simboli di tristezza per un qualcosa che non si riesce a sopportare ne a perdonare. Forse una situazione.

OGNUNO STARNUTISCE A MODO SUO

Trattenere uno starnuto non solo è pericoloso, perché si comprimono i canali del nostro corpo (di torace, gola e testa) ma non si permette al corpo di svolgere una funzione della quale ha estremamente bisogno sia dal punto di vista fisico che psicosomatico. Ha bisogno di liberarsi, di eliminare quel disgusto trattenuto .

Si starnutisce in diversi modi e soprattutto a seconda di dove ci troviamo e con chi ma, solitamente, una persona che trattiene i suoi starnuti è una persona che non ama disturbare, ama essere stimata ma non vuole darlo a vedere, ha il senso del bello e non sopporta far brutta figura. Chi invece, quando starnutisce, provoca un boato assordante è un individuo che ha bisogno di essere visto e considerato, spesso si comporta da giullare, prova sovente a passare per quello più furbo degli altri ed è gioviale e scherzoso. C’è anche chi durante lo starnuto sembra un bambino e, attraverso quel meccanismo, mostra un’innocenza della quale sente la mancanza in quanto crede di non potersela più permettere. Vuole coccole e sostegno e ama essere al centro della vita di chi gli è caro.

AUGURATI IL BENESSERE

Quando starnutiamo siamo soliti dire a noi stessi (se diciamo qualcosa) frasi come:

Ohi ohi… mi sa che ho preso il raffreddore!

Mamma mia deve avermi dato fastidio quella cosa là

Oppure si fanno battute di tipo popolare che usavano i nostri nonni:

Salute! …Che se ne và!

Eccììì-culatta in puve! – (da me in Liguria significa “cioccolata in polvere”)

Etc…

Ma raramente affermiamo esclamazioni come:

Oh! Bene! Un po’ di fastidio se ne è andato! Ora ne ho meno!

Molto bene! Adesso ho più salute di prima!

Via tutta quest’immondizia! Largo alla pulizia e alla gioia!

Il mio splendido corpo si è pulito! Che bellezza!

Queste citazioni sono importantissime perché, attraverso le nostre memorie, associamo lo starnuto ad una infiammazione o comunque ad uno “star poco bene” come se fosse il preludio di una malattia.

Sappiamo che si può starnutire anche per la luce solare (vengono solleticati i sensori del Trigemino) ma dal nostro inconscio non parte un input dedicato al sole. Frasi positive, come quelle che ho riportato, aiutato a cancellare le memorie vecchie costruendone delle nuove, a furia di dirle, e pian piano ogni starnuto diverrà fonte di benessere fino a scomparire. Ossia si starnutirà molto meno.

Il nostro corpo ha bisogno di starnutire, deve ripulirsi. Lo stranuto è come la pipì, attraverso lui si fa pulizia, ma sempre nella giusta dose.

Solitamente ultimo i miei articoli augurando – Prosit! -, questa volta trovo carino dirti – Salute! -.

photo gardentv.it – wikipedia.org – es.slideshare.net – stateofmind.it – risvegliati.altervista.com – staibene.it – immagini.4ever.eu

Onore a te, nemico mio!

MESSAGGI SCRITTI

Qualche giorno fa, mentre stavo guidando, mi sono resa conto di essere dietro ad un camion frigo, con il cassone bianco, che riportava una scritta davvero particolare. Le lettere erano incollate con una carta strana che sotto ai raggi del sole sparivano e soltanto all’ombra si potevano leggere.

Percorrendo una strada a picco sul mare e illuminata dal sole, con solamente qualche albero qua e là a rendere l’ambiente più scuro, feci fatica a decifrarla chiedendomi anche se avevo allucinazioni visive o se invece avevo visto bene. Riuscii a leggere dopo un bel po’, ogni albero mi regalava una parola in più e rimasi molto colpita da quello che lessi.

La frase recitava più o meno così – Ti onoro e ti benedico, mio nemico, affinché tu possa assistere al mio successo -. Un augurio di lunga vita a chi ci vuol male con lo scopo di sbattergli sul muso la nostra gioia.

Essendo che sono sempre molto attenta ai messaggi che l’Universo mi sparpaglia qua e là durante il giorno, presi anche quello come un avvertimento.

RIFETTENDO…

In effetti, anziché farsi tanta rabbia o lasciarsi rodere dalla voglia di vendetta verso qualcuno, questa soluzione sembra la migliore per il nostro benessere ma, riflettendo, non avevo nessun nemico al quale dover dedicare quel comportamento. Inoltre, sono una persona che tende a lasciar perdere. Non m’interessa dimostrare il mio successo ad un altro; quando sto bene, mi basta. L’eventuale “nemico” non viene da me preso in considerazione. Può farsi la sua vita come io mi faccio la mia.

Però, se mi ero data l’opportunità di leggere quella frase così importante e ben scandita un motivo doveva pur esserci. Considerando anche la fatica che ho dovuto fare per riuscire a leggerla! Una fatica che, però, fece si che mi rimase impressa quella dicitura.

Pensai e ripensai senza arrovellarmi il cervello. Stancarsi e far lavorare troppo la mente non è mai salutare, inoltre, le risposte di cui abbiamo bisogno, prima o poi arrivano, quindi non serve sprecare energia inutilmente ma, prendendolo come un gioco, una specie di quiz, provai a indovinare il risultato.

In effetti non è detto che come “nemico” si debba per forza intendere una persona in carne e ossa.

AND THE WINNER IS…?!

Anche se è un approccio sbagliato siamo abituati a considerare nemici persino i nostri demoni oppure alcuni eventi della vita. E allora, a questo punto, si aprono nuovi varchi. Qui si che si possono trovare tanti “nemici”. E io trovai il mio.

Il mio nemico non apparteneva a nessuno, soltanto a me stessa, in quanto io ho dato a lui l’opportunità di esistere.

Proprio in quei giorni stavo decidendo per un cambio abbastanza significativo della mia vita in un determinato argomento. Questo perché avevo bisogno di libertà e di mostrare a me stessa e al mondo chi ero davvero senza dover più nascondermi nella mia zona di comfort permettendo agli altri di tarparmi le ali. La preoccupazione del riuscire, il timore di non farcela, la paura del giudizio degli altri, del castigo divino (che vi assicuro non esiste). Tutte cose alle quali IO ho permesso di diventare mie carnifici. Nessuno ha colpe.

Nonostante comunque la mia unica responsabilità, eccolo qui il mio nemico, dal momento che tutte queste sensazioni si possono raggruppare assieme in un solo stato d’animo. Nemico di me stessa. Io era la nemica di me.

Una parte di me era ostile all’altra parte. Una parte che ora, però, avrebbe dovuto restare inerme ad osservare che invece ce la stavo facendo e ce l’avrei fatta.

Ma che bellissimo messaggio quindi mi aveva mostrato l’Universo! Grazie! In sostanza mi stava dicendo che ne sarei uscita vincitrice dal momento che il “mostro” avrebbe dovuto assistere al mio successo. Era come se le potenti forze universali mi stessero dicendo – Meg, non badare a lui. Non stancarti nel cercar di eliminare il tuo avversario. Amalo. Amalo e basta. E preoccupati di te stessa. Amalo affinché possa resistere ad osservare il momento in cui capirà di essere stato sconfitto senza che tu non gli abbia nemmeno torto un capello. Pensa a te. Guarda te. Ama lui e te -. Una meraviglia.

Decisi di seguire quell’angelico consiglio e mi misi in moto per dimostrare a quella mia parte antagonista che viveva attraverso i miei schemi mentali, la mia educazione, la mia cultura, etc… che mi governavano come un burattino, che c’era in me un qualcosa di più forte di lei.

Ecco, in questo caso era ovvio che non potevo fare come mio solito, ossia, non badare al nemico e andare avanti per la mia strada. Come potevo non badare ad una me?

E allora, in questo caso, è proprio opportuno dirlo: onore a te, o mio nemico! Vivi e… guarda!

Prosit!

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Perché le manifestazioni di Madre Natura ci disturbano?

Le manifestazioni di Madre Natura, attraverso le quali ci parla e si mostra, sono tutte splendide. Accettate e amate soprattutto dagli animali. Per quanto riguarda noi esseri umani, invece, la cosa cambia. Spesso, e comprensibilmente, alcuni elementi naturali, alle volte, possono infastidirci. Sto parlando prevalentemente di: pioggia, vento e sole i più comuni e i più detestati.

Il fastidio lo si inizia a percepire quando queste rivelazioni cominciano a prolungarsi nel tempo e la nostra intolleranza può derivare da diversi motivi.

Dopo giorni e giorni di pioggia, si inizia a desiderare il sole. Ci si vuole “asciugare”, godere dell’aria aperta ma, all’incontrario, dopo troppo tempo di siccità, si vuole l’acqua. Come ripeto, sono ovvie considerazioni ma oggi vorrei parlare di cosa accade, dentro di noi, energeticamente, in correlazione al meteo del nostro Pianeta Terra.

Siamo un tutt’uno con lui, estremamente collegati e connessi. Noi siamo lui. Siamo la natura. Pertanto, le sue manifestazioni, sono le nostre. Ci appartengono.

Il fondamentale equilibrio – Se non abbiamo equilibrio nel nostro processo naturale e generale possiamo percepire malessere. Il fattore principale è il non sentirsi in armonia totale e in sintonia con la vita, con se stessi e con gli altri.

LA PIOGGIA

La pioggia è una ricchezza assoluta per la terra. E’ il suo sperma. E’ l’acqua che assieme alla luce solare crea la vita o ridona la vita mentre questa sta appassendo. Essa però riguarda anche la nostra acqua interna. L’acqua è per noi indice di tristezza, quando è in abbondanza, rappresentata dalle lacrime, dal muco, dalle secrezioni liquide del nostro corpo. Urinare troppo, sudare in modo eccessivo, sono tutti sintomi di tristezza. La tristezza, è una delle figlie maggiori della paura e infatti sappiamo che la paura ha sede nei reni, organi che filtrano la nostra acqua. Il sangue, rappresentazione della vita, è soprattutto acqua pur essendo considerato un tessuto connettivo. La pioggia del cielo e della terra che ci appartiene, è la nostra pioggia, ossia la nostra acqua. Quando non smette di scendere, non smette di mostrarsi, è come se ci riempisse, ci circondasse, ci accompagnasse giorno dopo giorno e, passato quel tot di tempo che varia da persona a persona, ci si sente sazi, anzi, in esubero. Non se ne vuole più. Tutta quell’acqua aumenta la nostra tristezza. Vorremmo liberarcene.

Qualcuno potrebbe notare che ci sono individui molto tristi che però amano la pioggia e vorrebbero piovesse sempre. E’ vero. Questo accade quando si trova in quella pioggia l’ambiente più favorevole, la culla migliore. Come una sorta di comfort-zone. Non si apprezza la pioggia i sé, i suoi benefici e quant’altro di bello essa porta ma quello che ci fa provare. L’atmosfera che crea. Ci permette di non uscire, di rintanarci, di osservare il mondo da un velo appannato e distorto dalle gocce; più scuro, umido, quasi stantio. Se si è chiusi e introversi si ama questa ambientazione che solo la pioggia può creare ma, tutto questo, che è assolutamente umano, non è da scambiare con l’entusiasmo vero e proprio nei confronti della pioggia o di qualsiasi altra manifestazione climatica che la si arriva a benedire per il suo esistere. Una benedizione che nasce dal nostro cuore, ricolmo di vera e pura gioia.

La pioggia batte, incessante, come – la lingua batte dove il dente duole -. Liberarsi dal rancore, che spesso neanche sappiamo di avere, è la cosa migliore per amare davvero la pioggia e trovarsi in comunione con lei.

IL VENTO

Il vento rappresenta i nostri pensieri e la nostra elettricità. Più siamo elettrici, energici, vigorosi, grintosi e nervosi e più il vento sarà visto come un nemico. Amplifica quell’impeto che già possediamo e con il quale affrontiamo la vita. Ne abbiamo già del nostro e abbiamo confusione dentro. Confusione mentale e emozionale governate prevalentemente dall’ansia. Si tratta di un’ansia subdola, non si mostra. Sembriamo forti, ferrei, imperativi e invece è proprio l’ansia ad amministrare le nostre riflessioni ingarbugliate. L’ansia verso il giudizio degli altri, verso decisioni da prendere, verso il futuro… La pre-occupazione fa parte di noi.

Il vento scompiglia ancora di più le cose nel nostro intimo e quindi inizia a darci fastidio. Se il vento ci infastidisce è perché siamo troppo autoritari, troppo schematici, troppo aggressivi. Di sicuro chi vive con la testa fra le nuvole ama molto di più il vento rispetto agli altri perché lo vede come uno strumento capace di trasportare i suoi sogni in tutto l’Universo.

Il vento è collegato allo scorrere dell’energia in noi e allo scorrere del nostro sangue. Quando questi elementi sono già di per loro prorompenti e troppo affaccendati, si sente il bisogno inconscio della calma o si arriva a sopportare, al massimo, una lieve brezza.

Anche chi è troppo pacato e apatico nell’animo sopporta malvolentieri il vento, il quale, vuole dargli una sferzata di energia per lui troppo drastica e violenta.

Il vento muove le nostre frequenze, siamo fonti di energia, siamo corpi elettromagnetici e emaniamo onde dopo averle generate. Certi scompigli, se manchiamo d’equilibrio in noi, possono risultare intolleranti.

IL SOLE

Il sole è la vita eppure, da molti, non è amato per niente. Il caldo che produce può addirittura far star male oltre che provocare fastidio e anche la sua luce, troppo forte, può essere una seccatura… e sì, che “secca”, inaridisce tutto.

A non amare il sole cocente sono le persone irose o che celano una rabbia completamente nascosta. Parlo di una rabbia potente. Il sole, ripeto, è la vita e la nostra vita, rappresentata come ho detto dal sangue, è mossa dal cuore, organo propulsore di questa fonte. Organo della passione e dell’amore. La passione può essere ardore e, quando è già tanto, non serve calore in più. Oppure può essere patimento e, in questo caso, l’entusiasmo solare può disturbare.

Il sole stanca, affievolisce gli impeti pur essendo gioia. Dona calma. Si cerca l’ombra per spegnere quel fuoco. Tutta la natura, durante le ore di sole più forte, si nasconde e riposa. E’ come se in quel momento passasse il Re e occorre lasciarlo fare, attendendo orari più disponibili per ricominciare le attività.

Colui che non si adegua energeticamente a queste frequenze patisce. Il suo cuore può subire accelerazioni o affanno, oppure calmarsi troppo, procurando un senso di affaticamento non previsto. Si perde idratazione e, senza quella, ci si sente spenti. Ogni nostra più minuscola cellula è composta dall’80% circa di acqua. Se già si è aridi, a livello emozionale oltre che fisico, ulteriore siccità non solo infastidisce ma la si detesta proprio.

IL METEO EMOZIONALE

Saper tradurre quello che manifestiamo attraverso Gaia penso sia importante per conoscerci. E’ come uno strumento in più che ci permette di capire in che stato è il nostro equilibrio. In teoria, anche se questo è quasi impossibile, ma lo dico al fine di spiegarmi, dovremmo poter amare sinceramente ogni manifestazione e anche il suo periodo di presenza. Al di là dei danni che può provocare, al di là di quello che può fare al pianeta. Mettendo un attimo da parte queste che sono delle conseguenze e osservando soltanto il principio primario dentro di noi, occorre vedere cosa scaturiscono nella nostra parte più intrinseca queste rivelazioni. Tutto il resto lo si potrà guardare, certamente, in un secondo momento ma il nostro benessere energetico può essere considerato anche qui.

Inoltre, allenarsi a guarire sotto questo aspetto e cioè equilibrare il movimento energetico in noi, ci aiuta anche ad amare di più queste condizioni climatiche e ad amarle veramente. In questo modo ci fortifichiamo e anziché patire, quando una di esse si presenta in modo continuativo e senza cessare, possiamo continuare a sentire gioia dentro di noi. A quel punto potremo desiderare che finisca, certo, ma in noi ci sarà comunque bellezza, ci sarà ammirazione, trasporto, e quindi emaneremo frequenze positive le quali non potranno che rimandarci felicità.

Prosit!

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La bellezza dell’Uomo nei quattro elementi

– Storia di un lavoro alchemico che, ogni giorno, la natura compie –

E possiamo compiere anche noi essendo anche noi natura.

Sei un essere meraviglioso ma offuschi la tua meraviglia. Attraverso gli elementi che sono una tua emanazione, e osservando il loro lavoro, potrai intagliare la tua corazza e uscire in tutto il tuo splendore. Dal buio alla luce.

I quattro elementi: la Terra, l’Aria, l’Acqua e il Fuoco, come spiega il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov, filosofo e pedagogo bulgaro che si è sempre interessato all’alchimia e alla spiritualità, rappresentano i quattro “corpi” dell’essere umano.

La Terra è il corpo fisico, l’Aria è il corpo mentale, l’Acqua è il corpo astrale (o emozionale, il cuore) e il Fuoco è il corpo spirituale.

Il sole permette all’aria di esistere e di muoversi, la quale, sul mare, creerà onde e queste onde, andranno a modellare gli scogli. 

Questo fenomeno è lo stesso che accade all’interno di un essere umano che vuole evolversi, modellando ciò che è, al fine di vivere il più possibile a livello spirituale che significa: vivere libero, riconoscendo e usando il proprio potere.

Come “libero” si intende non solo libero da molti sistemi nei quali ci tengono prigionieri ma significa soprattutto liberarsi dalle paure e dagli schemi mentali che ci opprimono e ci tengono schiavi. Es.: il timore del giudizio degli altri, la paura di non farcela, il comportarsi in un certo modo, etc…

Se ci affidiamo maggiormente al nostro corpo spirituale, esso modificherà la mente (il nostro più grande e severo tiranno) la quale, piegata al nostro volere, permetterà al cuore di lasciarsi andare e questo inciderà sulla nostra parte fisica, sia dal punto di vista salutare che del vivere fisicamente la nostra esistenza quotidianamente.

Ma come si fa ad iniziare questo giro? Ossia, come si fa ad affidarsi al nostro spirito?

Innanzi tutto serve riconoscerlo e credere alla sua esistenza. Vuol dire accettare che c’è qualcosa di ben oltre, al di là di quello che pensiamo di essere. Vuol dire accogliere e convincersi dell’idea che non siamo solo corpo e se queste possono sembrarti solo fandonie, non potrai mai iniziare un percorso di evoluzione atto al tuo proprio benessere. Ciò che ti sto dicendo non è una mia invenzione. Puoi documentarti, molti ne parlano, esistono prove scientifiche se è questo che cerchi ma… sono tutte cose che non ti servono e potrebbero mentirti. Dentro di te hai il tuo “sentire” e lui non sbaglia mai. Forse, è proprio quello che ti ha fatto porre mille domande nella tua vita.

Se hai voglia di credere in questo inizierai per forza a nutrire questa tua parte che finora hai tenuto nascosta senza saperlo. Nutrendola essa si ingrandirà e, prima o poi, si mostrerà a te in tanti e diversi modi. All’inizio ti stupisce e ti emoziona fino al momento in cui, totalmente cosciente, la fai tua.

Affidandoti a lei e comprendendo di essere quel “di più” potrai osservarti in modo diverso adesso e, attraverso l’osservazione, potrai modificare i tuoi comportamenti. Il tuo carattere, quando ti fa compiere qualcosa di negativo (parole, azioni, emozioni, pensieri…) non fa del male solo a chi ti sta vicino ma fa del male soprattutto a te stesso. Così facendo puoi migliorare le re-azioni della tua macchina biologica e invece che muoverti sempre guidato dalla paura potrai agire padrone di te o guidato dall’amore. Siamo sempre e costantemente tutti guidati dalla paura. Questo non significa essere codardi o tremare vistosamente.

Abbiamo paura di dire ai nostri genitori che non andremo a mangiare da loro, paura di non arrivare a fine mese con i soldi che abbiamo, paura del nuovo, del cambiamento, di cosa gli altri possono pensare, della malattia, della reazione altrui, di non essere all’altezza, di non piacere, di confessare i nostri sentimenti e potrei andare avanti all’infinito.

Queste e altre paure ci conducono nella vita, per mano, dal mattino alla sera e sono deleterie. Possono ingigantirsi divenendo malsani meccanismi che ci trattengono prigionieri. Lo si vede nella menzogna, nell’invidia, nell’accidia, nella sottomissione, nella fuga, nella collera, nella presunzione… infinite sono le figlie della paura madre di tutte le emozioni/azioni negative.

Quello di cui ti sto parlando è un lavoro alchemico ed eroico perché difficile da fare. Devi essere costante e metterci tutta la tua buona volontà ma il premio che riceverai sarà enorme, di indescrivibile bellezza. Sarà la tua rinascita in quella che potrai considerare la perfezione di te stesso intesa come – piacerti – e vivere amandoti libero da ogni catena.

 

Prendi la forza che hai dentro e domina i tuoi demoni. Trasmutali in meraviglia. Fai dei tuoi vizi un punto di forza, amerai te stesso e il creato, riempiendo di gioia anche chi può beneficiare della tua irradiazione. Cambiare le tue debolezze in trampolini di lancio anziché cercare di nasconderle dietro a ipocrisie, maschere o nuovi look, è stato per me terapeutico e immagino possa esserlo per molti.

Se vuoi approfondire questi concetti e imparare a modellare cosa sei puoi leggere il libro “Il Lavoro Alchemico ovvero la ricerca della Perfezione” (Omraam Mikhaël Aïvanhov).

Ti auguro un buon cammino.

Prosit!

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Io non posso spiegarti i colori

Io non posso spiegarti cosa sono i colori perché se non sai cos’è una cosa colorata non te la posso descrivere. Posso dirti che sono qualità brillanti e vivide che possiede tutto ciò che ci circonda ma tu sai cos’è la vividezza? Questo termine che riporta alla parola – vita -?

Posso però farti assaggiare i gusti del gelato. Sentirai che ognuno ha il suo profumo e il suo sapore e, i colori, sono un po’ questo, ognuno diverso e ognuno ha il suo nome.

Si chiamano blu, rosso, giallo, verde…

Il verde, ad esempio, è quel brivido che senti nelle viscere quando ti emozioni. E’ profondo, ti inghiotte e ti avvolge, cullandoti e proteggendoti. Quel brivido che ricopre tutta la tua pelle e ti difende. Ecco, questo è il verde.

E c’è l’azzurro, di quando sei calmo nei tuoi silenzi. Di quando metti la mano dentro a dell’acqua fresca e la senti accarezzarti. L’azzurro è così. E’ la tua pace.

I colori sono tuoi. Sono cose tue che vivono dentro di te. Come se fossero emozioni. A volte si può anche dare un colore ad un’emozione e pare proprio dedicato a lei.

C’è anche il giallo, che ti scalda. Quel tepore che percepisci ovunque e ti fa sentire vivo, ti regala la conferma di esistere. Questo perché il giallo è il colore del Sole, quella sensazione di caldo che senti sulla pelle e, il Sole, non solo corrobora, ma è il Padre della vita. I suoi raggi sono come lame benevole di luce, ossigeno e entusiasmo. Non posso nemmeno descriverti i raggi del Sole ma posso sfiorarti appena, in modo lieve e amorevole, per farti capire cos’è la sua luminosità. Cos’è la sua energia. Il suo lambirti che può essere di calura o di ardore.

Il marrone invece ha l’odore della terra, della Madre, dove tutto prende vita riflettendo le bellezze del cielo. Il marrone è accogliente, pacato e dolce. E’ una tinta che permette la creatività, come un suono piatto e disponibile dal quale si ramificano splendide melodie. E’ armonico e affettuoso riuscendo a farti sentire un tutt’uno con lui.

Il rosso è lo scatto deciso, l’impeto che può far male ma ti regala la sensazione di libertà. Il rosso è come un momento. Il momento in cui senti di esserci ed essere visto. Lo stato che ti sconquassa dal quale rinasci più forte e vibri con il tutto.

C’è poi il viola. Hai presente quando senti di essere connesso a qualcosa di più grande di te? A quando ti sembra di sentire dentro al petto risonanze di un mondo sconosciuto ma che non ti spaventa? Quello è il viola, che reca con sé una fragranza di magia. Che ti trova stupito e attento.

Ti stanno piacendo queste parole? Immagino che a breve amerai gli stessi colori che amo io, ma sei fortunato perché a me piacciono tutti. E’ come se ognuno avesse uno scopo. E’ come se potessimo farli nostri e utilizzarli al meglio. Non possono esserci, per me, colori belli o brutti. Possono, al massimo, essere portatori di ricordi piacevoli o spiacevoli. Perché sì, i colori sono anche questo: messaggeri.

E io spero davvero che tutte queste mie parole possano piacerti.

Molti direbbero: sono solo parole…

Lo so… ma sono comunque un dono, non pensi?

Le parole invece, le uniche cose che potrei raccontarti perché riesci a sentirle, sono anche le sole verso le quali non occorre nessuna interpretazione. Perché, per le parole, quelle vere, non c’è bisogno della voce. Ti basta scendere nel silenzio e ascoltare il cuore.

In ogni suo battito e in ogni suo vibrare potrai percepire le decisioni più giuste e le frasi più belle ma, soprattutto, potrai ascoltare la sua poesia formata dal suono dell’amore, la forza che compone i vocaboli più incantevoli.

Prosit!

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Chi sei Tu? Quale Dono puoi dare al Mondo? – la Fiaba del Piccolo Sole

Questa favola è stata dedicata ad un figlio.

Questo articolo invece lo dedico all’amica Paola e a tutti quelli che vorranno coglierne il senso e l’amore tratto dal racconto.

Grazie alla fantasia proprio di mamma Paola e alle bellissime illustrazioni di Raffaella De Palma è nata:

LA FIABA DEL PICCOLO SOLE

…a Luca,

perché possa ricordare la sua Promessa e sia per lui una gioia immensa poterla mantenere.

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C’era una volta un piccolo Sole.

In effetti era proprio il Sole che siamo abituati a vedere ogni mattina nel Cielo, solo che allora era appena nato e per la prima volta sorgeva alla Vita.

Ancora un po’ incerto sul da farsi, vagava nel Cielo, osservando tutto quello che c’era intorno a lui.

D’un tratto vide apparire una bellissima Nuvola.

“Ciao – le disse – e tu chi sei?”

“Sono una Nuvola” rispose lei arrossendo un pochino

“E che cosa fai tu, cara Nuvola?” le chiese il piccolo Sole.

“Ho un compito molto importante – disse la Nuvola – devo spargere la Pioggia sulla Terra. Solo così le Piante possono nascere e crescere, per nutrire tutti gli Animali.”

“Ma è meraviglioso! – affermò il piccolo Sole – Sei davvero fortunata ad avere un compito così importante.”

“Ti ringrazio – rispose lei un po’ intimidita – ma quel che faccio non servirebbe a nulla se non ci fosse poi il Sole ad asciugare la Terra con il suo calore.”

Il piccolo Sole salutò la Nuvola con un dolce sorriso e poco distante scorse il Vento.

“Buongiorno – gli disse – e tu chi sei?”

“Sono il Vento” soffiò fuori lui.

“E a cosa servi tu?” gli chiese il piccolo Sole.

“Con il mio alito sposto le Nuvole nel Cielo, trasportandole in un momento laddove c’è più bisogno della loro Pioggia” gli rispose il Vento.

“Ho capito – esclamò il piccolo Sole – il tuo compito è davvero molto importante!”

“Si, certo – disse il Vento – ma il mio lavoro non servirebbe a nulla se il Sole non portasse il suo calore sulla Terra. E’ solo grazie a lui che la vita può esistere.”

“Come mi piacerebbe – rispose il piccolo Sole – poter avere le idee chiare come le hai tu” e così dicendo salutò il Vento.

Venne la Sera ed apparve in Cielo una meravigliosa Luna piena.

“Come sei bella! – esclamò il piccolo Sole – Ma tu chi sei?”

“Io sono la Luna – rispose lei – la Luna piena”

“E qual è la tua missione, o mia bella Luna?” le chiese il piccolo Sole.

“Io illumino la Notte con la mia Luce – rispose lei – e consento così agli Animali e agli Uomini di viaggiare anche di Notte – aggiunse – mentre ai Bambini assicuro sonni più tranquilli, illuminando le loro camerette con i miei raggi d’argento.”

“Che meraviglia! – esclamò il piccolo Sole – La tua missione è davvero importante: come vorrei poter avere anch’io un compito così fondamentale…”

“Certo, piccolo Sole – disse la Luna – la mia è una missione importante.

Ma pensa a come sarebbe il Mondo se non ci fosse il Sole ad illuminare il Giorno! – aggiunse la Luna – Tutto sarebbe buio e freddo e nulla potrebbe nascere e crescere. E’ grazie al Sole se gli Uomini, gli Animali e le Piante ricevono energia nuova ogni giorno.”

“Hai ragione – disse il Sole – sembra proprio che questo Sole abbia il ruolo più importante… Strano che io ancora non l’abbia incontrato.”

“Possibile che tu ancora non l’abbia capito? – domandò la Luna un po’ stupita – Sei tu il Sole!”

“Io? – chiese lui poco convinto – Ma com’è possibile?”

“Ma certo – rispose la Luna – tu sorgi al mattino e ti muovi nel Cielo fino al Tramonto, quando arrivo io e abbiamo qualche minuto giusto per salutarci. Sei tu che con la tua Luce, scaldi il Mondo e generi la Vita.”

“E’ davvero incredibile… – esclamò il piccolo Sole – Proprio io che non riuscivo a capire quale fosse il mio scopo, proprio io sono così importante… Sono addirittura il Sole! Finalmente adesso so qual’è la mia missione.”

Il piccolo Sole era talmente felice che diede un bacio alla Luna. Giusto in tempo, perché subito fu il momento del Tramonto.

La Luna sorrise lieta e le Stelle danzarono con lei, per festeggiare il piccolo Sole che aveva finalmente trovato il suo posto nel grande Universo.

E fu così che il Mondo trovò il suo equilibrio, poiché ogni cosa ha uno scopo e un compito preciso ed è davvero importante comprenderlo per mantenere la propria Promessa.

FINE

(di Paola Sipione)

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Già. Proprio come il Sole, ognuno di noi è nato per uno scopo e ognuno di noi è nato per abbeverarsi di quello che qualcun altro è in grado di offrire. Un perpetuo dare e avere da parte di tutta l’umanità che nutre il mondo e tutto il Creato.

Qual è il tuo scopo nella vita? Che cosa pensi di poter dare agli altri?

Chi sei? Quale dono puoi fare al mondo?

Proprio come il piccolo Sole, molto spesso, pensiamo di non valere, non riconosciamo chi siamo davvero e non sappiamo valutare tutte le nostre virtù.

Tutti noi ne abbiamo e dovremmo farle crescere sane, senza spegnerle, proprio come si fa con una pianta alla quale diamo acqua, nutrimento, vita.

Ci riduciamo sovente ad essere mendicanti e non solo economicamente ma anche mendicanti d’amore quando dentro di noi, in realtà, c’è una quantità d’amore immensa, adatta a tener viva tutta la popolazione del pianeta. Ma non la vediamo, non la sentiamo e, pertanto, diamo per scontato che non esiste.

Il piccolo Sole è stato fortunato ad incontrare qualcuno che gli ha detto chi lui fosse e, questa fortuna, non sempre succede a chiunque, ma abbiamo la possibilità di scoprirlo ugualmente con l’impegno e la voglia che ci insegneranno e ci abitueranno ad amare. Abbiamo anche noi “una voce della Luna” che ci parla. E’ il nostro Spirito e possiamo ascoltarlo attraverso l’introspezione e il silenzio, mettendo a tacere i tanti chiacchiericci mentali che ci inquinano.

Mettiti a disposizione dell’umanità, senza pretendere nulla in cambio, proprio come fanno le nuvole, il vento, la luna e le stelle , offri ciò che hai, ogni tua dote, anche se la ritieni insignificante; di conseguenza, non potrai che beneficiare anche tu di quello che doni.

Cambia la tua prospettiva tra il preoccuparti per le tue necessità e il chiederti invece a cosa potresti essere utile.

Unicamente chi nulla desidera per sé può divenire depositario di grandi quantità di denaro e dispensatore delle ricchezze dell’Universo – (Salvatore Brizzi)

Crea. Ci fosse anche solo una persona al mondo che può godere del tuo contributo, dallo. Perchè c’è un piccolo, grande Sole in ognuno di noi e questo, nessuno può negarlo.

Prosit!

Per vedere altre opere dell’artista Raffaella De Palma https://www.facebook.com/Raffaella-De-Palma-211573298976724/

Quando la Mamma è contro il Papà

Senza nessuna voglia di polemica ho deciso di scrivere questo articolo con la speranza che possa aiutare a riflettere su alcuni punti fondamentali nella vita di un bambino.

Da donna e da mamma ho sempre dovuto ammettere che, purtroppo, in caso di separazione, sono molto più spesso le madri, che non i padri, a fare guerra all’ex consorte, utilizzando, ahimè, come strumento, proprio il figlio, il quale si trova così a vivere situazioni drammatiche e davvero spiacevoli.

Alcuni uomini ne fanno di cotte e di crude, mi sembra ne parlino tutti i mass-media, e riconosco il comportamento deplorevole di alcuni padri ma, la mia intenzione oggi è diversa, perciò spero di non attirarmi addosso l’ira funesta delle signore che si sentono accusate.

Anche perché non è mia intenzione accusare nessuno, semplicemente, senza dare colpe a uno o all’altro, intendo spiegare, a modo mio, che cosa un bambino può provare quando si trova a vivere tali vicende e determinate emozioni.

Nessuno è un santo e nessuno è un demone, maschio o femmina che sia ma, purtroppo, alle donne dobbiamo sovente dare il ruolo di – manipolatrici – nei confronti dei figli e dell’ex coniuge.

Naturalmente anche molti padri si comportano così, ma sono in minor numero, in quanto la legge, solitamente, tutela di più la mamma visto il legame che la unisce al proprio figlio e perché l’uomo, predilige altre azioni. Ha un’altra mente, un’altra personalità, un altro comportamento. Grazie al Signore ci sono poi anche genitori, di entrambi i sessi, intelligenti e comprensivi che come strumento usano solo il “buon senso”.

Or dunque, rivolgendomi alle mamme che ho appena descritto, mi sento di dire che sarà inutile partire a spada tratta riferendo che – LUI è uno stronzo, Lui è senza palle, LUI è bugiardo, LUI qui e LUI là… -, tutto questo ad un figlio non interessa. Se anche l’ex marito avesse dovuto apostrofarvi con le peggio parole sappiate che, in tenera età, fondamentalmente, a vostro figlio non può fregargliene una cippa. Perciò, anziché cercare nel piccolo erede un complice e una sorta di spalla alleata sulla quale piangere oltre che cercare favoreggiamento, rivolgetevi agli amici e lasciate al bambino il suo sano menefreghismo ed egoismo.

E’ ovvio che questo che sto scrivendo, non trova senso in caso di situazioni gravi, derivanti da abitudini riprovevoli ed illegali ma, finchè questo non sussiste (e non serve fare il diavolo a quattro per un bicchiere spaccato che lo abbiamo spaccato tutti almeno una volta nella vita – non è istigazione alla violenza questa, ma potrebbe essere uno sfogo personale a patto di non frantumarlo in testa a qualcuno o davanti al minore) finchè quindi, a governare, è soltanto un odio personale, un rancore privato che urla vendetta (spero abbiate capito di cosa sto parlando) mi spiace, ma non è bene allontanare il piccolo bambino dal papà. Si, lo avete capito senz’altro a cosa mi riferisco, perché accade nell’80% delle famiglie.

Solo alcuni esempi tra i tanti:

1) Nonostante siete “mamme”, non potete essere voi in grado di giudicare se un uomo è adatto o non è adatto a fare il padre valutando il comportamento che ha avuto nei vostri confronti. Ci sono diecimila persone che detesto e alle quali io stessa vorrei tirare un calcio nel sedere, alcune molto vicine a me, ma questo non vuol dire ch’io non sia idonea come madre per mio figlio, o che non lo merito, o che non lo amo.

2) Togliere ad un figlio la possibilità di vivere il padre è come amputarlo. E’ la stessa cosa. Prendete pure una sega in mano e tagliate a lui un braccio o una gamba. Davvero, non sto esagerando. Solo che, mentre un arto, oggi, grazie alla tecnologia e ai passi da gigante della medicina, si può sostituire con un pezzo di plastica, purtroppo… senza metà cuore, non si vive ancora. Care mamme, mi spiace deludervi ma no, non potete riempire solo voi il cuore dei vostri amati bambini. Non lo possedete tutto. Fatevene una ragione.

3) Il fatto che sia una madre a parlare male del padre per un bambino è UN TRAUMA! Ossia, la persona che per lui è la fonte della verità assoluta, il Sacro Graal delle relazioni sociali, colei che tutto può creare e tutto può distruggere, gli sta dicendo che….. suo padre è un mostro. E’ nato da un mostro e quasi sicuramente, se porta lo stesso sangue, diventerà un mostro anche lui. (I bimbi crescono e le memorie rimangono… attenzione!). Gli state facendo male. Gli state facendo capire che se ama quella persona, ama una cacca d’uomo e, quando a me dicono che sto amando una cacca d’uomo mi sento piccola come un lombrico e mi sento di non valere niente, perché se valessi qualcosa, amerei un uomo che merita di più. Quindi, è una cacca lui e lo sono anch’io.

4) State privando vostro figlio di quello che voi non potete dargli. Ci sono molte sante madri che hanno fatto anche da padre e hanno fatto un ottimo lavoro ma, qualsiasi cosa abbiano potuto dare al piccolo, non hanno potuto donare alcuni aspetti che solo un uomo può conferire. E’ la natura, non lo dico io. Nel bene e nel male, l’uomo e la donna sono diversi e, diversamente, offrono. Forse anche cose spiacevoli ma che comunque insegnano.

5) Dovreste capire che vostro figlio è dotato di un suo cervello e di sue emozioni che non sono le vostre. Ora, è vero che un figlio va protetto dai pericoli e che un genitore deve scegliere per lui, ma è totalmente sbagliato insegnargli ad odiare il padre o la nonna o lo zio o la cugina solo perché stanno sulle balle a voi. Arriverà il momento in cui il bambino penserà “Boh? Mia madre mi ha sempre detto che questa è una persona disgustosa ma io la trovo invece così simpatica…” e così, partiranno i dubbi nei confronti della mamma stessa, il rammarico per il tempo perso, un boom di seghe mentali infinito, la non-fiducia e… riempiendo la testa dei propri figli di pensieri confusi e poco piacevoli, non si può pensare che questo sia amore.

6) Lo obbligate ad accontentarvi. Mai e poi mai un figlio farebbe qualcosa per rattristare la mamma quindi, “se mamma non vuole che vado con papà, io mi metterò a piangere così mamma è contenta”. Evviva! Complimenti! Avete ottenuto un gran risultato! Ossia un figlio che, al 90% dei casi, quando la gente lo vede con il proprio padre, lo nota sereno e tranquillo ma che al momento della consegna (manco fosse un pacco) sembra l’icona della locandina del film “L’Ultimo Esorcismo”. Mi è capitato, tempo fa, di sentire una bimba di tre anni che, girato l’angolo, ha chiesto a suo padre – La mamma ora non mi vede più? – e finì di versare lacrime già inesistenti. Questo è drammatico, sono rimasta scioccata nonostante la simpatia della piccola.

7) Perché far capire ad un bimbo che deve scegliere? Non è neanche in grado di scegliersi una maglietta. Secondo voi può davvero scegliere tra un padre e una madre? Ma poi che senso ha? I genitori devono essere un tutt’uno non una divisione. Sono le fondamenta e le colonne portanti per un bambino. Se ne manca una, o una non è adatta (questo è quello che gli si fa credere) la destabilizzazione diventa tanta.

Infine: so già che esistono mille e ancora mille situazioni differenti da quelle che ho citato, ed è normale sia così, ed è anche normale che ogni caso sia a sé e che non sta a me giudicarlo o anche solo raccontarlo. Mi auguro solo che questo articolo possa aver semplicemente dato spunti di riflessione a chi agisce e/o reagisce senza probabilmente pensare a qualche tassello in più perchè preso da altre emozioni.

Vedete, dire ad un figlio – Amore papà non ti ha potuto chiamare perché ha lavorato ma so che ti vuole bene e magari domani lo chiamiamo noi – è diverso dal dire – Tuo padre non chiama perché è un menefreghista, non gliene frega niente, non sa nemmeno di avere un figlio -. Avete tolto l’amore dal bambino in questo modo. Ma chi siete per poterlo fare? La madre? La madre riempie d’amore i cuori, non li svuota. E se neanche l’indomani quel padre chiama, e se sparisce dalla faccia della terra, inventatevi la qualunque, fate quello che volete, è vostro dovere proteggere il bambino con tutti i mezzi che avete-e-non-avete ma non dovete immettere, nel figlio, il senso del non-amore.

Si accorgerà da solo, crescendo, nel caso, che quel padre non vale niente. Da solo elaborerà il suo dolore e capirà senza che siate voi ad ergervi a giudici. La natura vuole che un bimbo, per piccolo che sia, abbia i suoi scudi, le sue difese, e solo il vostro infinito amore potrà essere per lui la culla migliore. Non gli farete sentire meno dolore parlandogli male del padre anzi, glielo aumenterete, e non otterrete nulla di buono paragonandolo al padre in senso negativo.

Quante volte si sente dire la frase – Sei come tuo padre! – piena di rabbia e rancore. Siate semplicemente il Sole per lui e il Sole nutre la vita. Se diventate sorgente d’angoscia, con tutto il bene che vostro figlio può volervi, come potrà vivere davvero bene vicino a voi? Vicino alla vostra rabbia e alla vostra tristezza? Un bambino sente il vostro stato d’animo anche se tentate di nasconderlo. Non abbiate paura di perderlo e siate gioia. In questo modo, con tutti gli errori che potete fare, non lo perderete mai. L’alienazione genitoriale non serve davvero a nulla. Molto spesso si agisce così per paura. Una paura intrinseca che neanche si riconosce ma, dare potere a questa paura, è a mio avviso, deleterio.

E per concludere sul serio, rivolgo due parole anche ai papà. Alcuni di loro indietreggiano davanti ad ex mogli aggressive o particolarmente stressate e strambe. E, per non creare casini, e per non far piangere il bambino, e per non sottostare a ricatti vari, evitano il rapporto con il proprio figlio. Queste sono situazioni molto delicate e piene di sfaccettature, controllate da professionisti molto più adatti di me, ma con il cuore, vorrei consigliarvi di essere e rimanere sempre il più presente possibile nella vita dei vostri figli.

Prosit!

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