Il grande Demone e il piccolo pezzo di Formaggio

CORRERE AI RIPARI

Qualche giorno fa, totalmente preda di una fame incredibile, aprii il frigo e ingurgitai con avidità un pezzo di formaggio che trovai bello e pronto e…. ghiacciato.

La mia fame si saziò ma, dopo qualche minuto, iniziai a stare poco bene. Provavo un senso di nausea e sentivo nella gola il retrogusto del formaggio che mi infastidiva. Se poco prima quel sapore lo avevo trovato delizioso, ora mi stava disturbando parecchio e avrei voluto vomitare.

Mi preparai un tè bollente, capendo che mi era rimasto sullo stomaco quel cibo freddo e mandato giù di corsa (tra l’altro sono sempre stata sensibile a queste cose).

La calda bevanda mi fece bene, riuscii ad equilibrare di nuovo la temperatura dentro di me ma il mio organismo si era ormai messo in moto per difendermi da quello che aveva visto come un attacco.

Mentre sorseggiavo quel liquido ambrato ragionai sul fatto che, in quel momento, non mi stavo sentendo male a causa del formaggio ma a causa delle modalità di difesa del mio corpo. Il formaggio era la causa, certamente, ma ciò che mi stava annientando erano i mezzi che il mio fisico stava utilizzando. Nausea, senso di mancamento, disturbo allo stomaco, pelle d’oca, brividi, etc…

MEZZI DRASTICI MA UTILI

Ossia, guardiamo ad esempio uno svenimento. A noi sembra un qualcosa di brutto. Non è certo piacevole svenire. In realtà è una modalità di stand by in cui l’organismo ci obbliga a stare per potersi così preoccupare soltanto dell’eventuale danno e di nient’altro. Mentre siamo svenuti, infatti, consumiamo meno energie, non utilizziamo parti del corpo, soltanto i principali e vitali meccanismi sono in funzione, tutto il resto è “spento”. Il nostro corpo può così concentrarsi soltanto sul “nemico” e ha un mucchio di energia in più per poterlo fare. Però noi, cavoli, siamo svenuti a terra incoscienti, destabilizzati e anche un po’ rintronati. Non consideriamo lo svenimento come una modalità di difesa. Quando ci svegliamo ci sentiamo deboli, stiamo poco bene, ci gira la testa, non capiamo cosa sia successo… Sono stati usati mezzi drastici ma era l’unica soluzione per salvarci la vita.

Ringraziai il mio corpo per il suo processo sublime ma cercai anche di risolvere la situazione in quanto non stavo bene per niente. Quel piccolo pezzo di formaggio, grande quanto un dito, aveva fatto sì che il mio organismo ora mi avesse annientato totalmente ed ero seduta su una sedia in un malessere generale sentendomi uno straccio. In questi casi, il corpo, toglie da una parte per dirigere tutte le sue forze dove più occorre e spesso ci si sente poco bene.

Il nostro corpo opera sempre intelligentemente per salvarci, anche quando non ci sembra che sia così. In parole povere, e spero di riuscire a spiegarmi, io non stavo male per il formaggio ma per la risposta del mio organismo al formaggio.

MODALITA’ DIFESA

La stessa cosa vale per un demone che vive dentro di noi. Molto spesso quelle che chiamiamo – Battaglie per trasmutare un Demone che ci tiene prigionieri -, sono dovute proprio a causa dello sforzo e degli strumenti che mettiamo in atto per combattere quel mostro che ci fa vivere in malo modo. Ma non è tanto il demone in sé a recarci malessere quanto l’attrito che poniamo verso il suo esserci e le protezioni che tiriamo fuori per difenderci dal “male”.

Modificare la nostra reazione verso il suo fare ci disturba e ci spaventa persino, anche se non ce ne accorgiamo.

Fin tanto che seguiamo il suo volere nulla accade ma nel momento in cui decidiamo di ribellarci possiamo soffrire molto. E’ che non lo decidiamo noi come corpo, lo decide la nostra Anima, ma noi non abbiamo un Anima, noi SIAMO Anima. Quindi sempre noi.

Riconoscere questo e lasciarci andare (come se “svenissimo”) aiuta il nostro Essere a combattere quella battaglia.

L’unica cosa che avrei dovuto fare il giorno in cui ho mangiato quel pezzo di formaggio sarebbe stata quella di coricarmi, lasciarmi andare e aspettare che il mio fisico facesse tutto il necessario. Io l’ho aiutato con il tè caldo, gli ho dato una mano, ho usato la Mente come alleata nel trovare un valido aiuto ma poi, sfinita dagli strumenti del mio organismo, avrei dovuto soltanto distendermi al calduccio e attendere.

Un animale selvatico e ferito fa esattamente la stessa cosa quando gli accade un brutto avvenimento. Dopo essersi leccato la ferita, aiutando il suo corpo come io ho fatto con la tisana, si accuccia raggomitolato nella tana e semplicemente… attende.

ODIOSA ATTESA

Per noi l’attesa è una situazione orribile. Ci agita, ci mette ansia, la detestiamo. Non sappiamo attendere, vogliamo e dobbiamo guarire in fretta.

Capendo che sono i nostri strumenti di difesa a farci del male (ma per il nostro bene) non dovremmo fare attrito. E’ l’attrito che ci causa malessere.

Facciamo un esempio: Io sto male perché vengo scartata da un Concorso di Bellezza (ovviamente non potrà accadere mai perché sono bellissima… tsè! Scherzo… non ho neanche mai partecipato ad un Concorso di bellezza!). Comunque, supponiamo che mi lasciano fuori e, così facendo, mi fanno capire che non valgo, che sono rifiutata, che il giudizio nei miei confronti è negativo, etc… etc… Insomma mi sento una cacchina. Se io non fossi vittima del demone del giudizio e del demone dell’autosvalutazione e avessi una grande autostima nei miei confronti e mi amassi molto, tutto ciò non mi toccherebbe neanche (anzi… per la Legge dello Specchio neanche mi rifiuterebbero se io non rifiutassi me stessa) ma visto che io in realtà sono una povera vittima, condannata a cercare l’apprezzamento degli altri e la vanità, dal momento che non so amarmi da sola sopra ad ogni cosa, tutto ciò mi ferisce profondamente.

A ferirmi però non è la valutazione dei giudici anche se può sembrarmi tale. A ferirmi è la mia ribellione in base alla non accettazione di quello che la mia Anima attua verso questo giudizio. Accogliendo come attacco (dolore – nemico) quella valutazione, la mia Anima inizia a fare di tutto per aiutarmi a sopravvivere. Mi fa vedere bene il quadro del mio valore. Mi fa vedere allo specchio quella parte intrinseca che altrimenti non vedrei. Quella valutazione esterna è, in realtà, la mia che ogni giorno indico a me stessa. Io mi rifiuto, loro mi rifiutano. Il mondo, in qualche modo, mi rifiuta.

Si capisce? Mamma mia che argomento difficile da spiegare. Forse non ci sto riuscendo neanche bene.

Il fatto è che ci annientiamo, facciamo un mucchio di fatica per sorpassare questa brutta situazione quando invece basterebbe lavorare dentro di noi e attendere. E’ totalmente inutile operare verso il mondo esterno. Aggiungiamo dolore al dolore. Proiettare la nostra sofferenza verso l’altro e pretendere che l’altro cambi (in questo caso che cambi il giudizio nei miei confronti) è totalmente inutile se lui è “obbligato” a rispecchiare quello che nutro in me.

LA RISOLUZIONE

Tutto quello che posso fare è rilassarmi, aspettare e nel mentre imparare ad amarmi e accettarmi per quella che sono senza rifiutare nulla di me. Con calma. Come a svenire e poter così focalizzare tutte le mie energie solo in quella cosa. Come se non avessi altro da fare. Accucciata in un angolo, come un piccolo cane ferito. Immaginando la mia guarigione, visione che mi porterà sicuramente a stare meglio.

Come se attendessi una cicatrizzazione ma, attraverso il lavoro su di me, ho disinfettato la ferita. Saprete anche voi che non serve a nulla far chiudere un taglio se c’è un’infezione al suo interno. E’ assai dannoso. Sulla cute tutto si rimargina ma dentro l’infezione cammina nascosta ed è un guaio.

Lasciati andare. Non aver paura dell’attesa. Impara a credere che tutto è perfetto e che l’Universo ti mette sempre nel posto giusto in cui puoi crescere, cioè ti fa vivere esperienze che ti portano all’elevazione. Devi solo istruirti sul riuscire a tradurre il loro senso, il loro messaggio.

Lasciati andare, affida la tua angoscia al Cosmo che saprà lavorarla al meglio e tutto si sistemerà. Non annaspare, non serve a nulla, hai una Madre incredibile che è l’Energia Cosmica, la quale saprà coccolarti e risolvere i tuoi problemi al meglio. Affidali a lei. E rasserenati.

Prosit!

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Cos’è la Legge dello Specchio e cosa ci impedisce di metterla in pratica – 2° parte

Continua dalla 1° parte con stesso titolo

NO! IO NON SONO COSI’

E, attraverso l’umiltà, giungo a parlare di che cosa ci impedisce di credere e accettare la meravigliosa Legge dello Specchio.

Vedete, finché si tratta di cose belle e piacevoli è molto facile, e anche gratificante, affermare con un sorriso – Oh! Mi appartengono! Le ho dentro! – con gli occhi sberluccicosi. Quando invece bisogna iniziare ad ammettere di avere dentro l’invidia, la collera, la menzogna, la superbia, l’avarizia, l’egoismo, etc… il gioco si fa duro. Ma è qui che i duri iniziano a giocare.

Ebbene sì. Accettare la Legge dello Specchio significa essere degli eroi ma la ricompensa sarà enorme. Ve la spiegherò dopo però. Prima continuiamo su questo punto.

Dover dire – Dentro di me c’è superbia – significa sentirci sporchi. Ci hanno insegnato che alcuni aggettivi si riferiscono alle BRUTTE persone e noi non vogliamo essere brutte persone! Da quando siamo nati abbiamo fatto di tutto per essere accettati, visti… amati! E ora, in un attimo, devo ammettere di essere una brutta persona e quindi non amata??? No, no e no!

Questo ragionevole pensiero ci obbliga a creare un muro tra noi e la Legge dello Specchio, ma stiamo soltanto sbagliando approccio. Dobbiamo capire che tutte le caratteristiche definite – negative – e che ci appartengono, in realtà sono STRATEGIE COMPORTAMENTALI DI DIFESA/AZIONE CHE ABBIAMO CREATO IN NOI PER SOPRAVVIVVERE!

CHE PICCOLI ERAVAMO!

Eravamo assai piccini e innocenti quando queste strutture hanno iniziato a prendere vita dentro di noi che, come bravi muratori, abbiamo innalzato e ispessito sempre di più perché le abbiamo credute valide. NON ABBIAMO COLPE, dovevamo affrontare il mondo esterno sentendo il meno male possibile. Man mano che i mesi e gli anni passavano, da quando siamo stati concepiti, abbiamo iniziato quasi a recitare: – Una goccia di dolore qui per quando mamma non vuole tenermi in braccio, un po’ di egoismo qui per quando mi fanno mancare le cose, un pizzico di possessivita’ qui per quando mi dicono che ci sono cose che non sono mie e non posso toccarle, una cucchiaino di invidia qui per quando a me tarpano le ali ma a quell’altro no…-.

Insomma, lo capite che semplicemente non volevamo soffrire? Volevamo solo stare bene, seguendo quello che è un diritto naturale, in un luogo che ci apparteneva a fatica. Forse ancora oggi ci appartiene a fatica.

Peccato però che abbiamo utilizzato questi strumenti, i quali abbiamo conosciuto nel mondo della materia ovviamente, e nel mondo della materia, circondati soprattutto da persone inconsapevoli (vittime anch’esse, figlie di altre vittime) questi erano i mezzi a disposizione. Mezzi che oggi dobbiamo trasmutare perché, purtroppo, adesso sono loro che governano noi e questo non va bene. Sono cresciuti esageratamente. Siamo dipendenti delle azioni degli altri e quindi schiavi del loro umore.

AL VOSTRO SERVIZIO

Se qualcuno ci fa arrabbiare, ci arrabbiamo. Se qualcuno ci offende, ci offendiamo. Se qualcuno ci tratta male, ci rattristiamo. So che questo può sembrarvi normale nel mondo delle forme, ma non vi pare il comportamento di un cagnolino obbediente? O di uno zerbino? Non sarebbe più bello arrabbiarsi quando noi lo decidiamo e non gli altri? Io penso di sì. Perché mai dovrei dare ad una persona il potere in mano di rendere me triste o felice? Ma scherziamo?

E quindi, tornando a bomba, quello che voglio spiegare e che si collega anche con la splendida ricompensa di cui vi parlavo prima, è che noi diventiamo UNICI PADRONI della nostra vita (libertà totale e assoluta) ma non solo… tenetevi forte… possiamo modificare la nostra realtà! Proprio così.

Se il mondo riflette soltanto cosa ho dentro, nel momento in cui io modifico quello che si trova nella mia zona più intima (e sconosciuta) ecco che riesco a trasformare ciò che mi appare nella realtà. In pratica, se io al mattino mi specchio e vedo che ho i capelli scompigliati non servirà a nulla pettinare lo specchio del bagno. Saranno i miei capelli che dovranno essere sistemati con la spazzola. Ma potrò così avere la pettinatura che più desidero e vedermi più bella. Magari soffriro’ perché ci saranno tanti nodi, o mi innervosiro’ perché quel ciuffo proprio non vuole stare dove lo metto io, magari mi deprimero’ perché non riesco affatto a piacermi ma, prima o poi, continuando con determinazione, ce la farò a creare la pettinatura che più mi soddisfa e… la vita che più prediligo.

Trovo che la Legge dello Specchio sia uno strumento fondamentale verso la propria crescita interiore e la propria evoluzione. Uno strumento che ci permette l’autosservazione e, solo osservandoci, possiamo diventare sempre più Maghi della nostra vita. Siamo gia’ esseri divini e di luce, dobbiamo solo farci largo tra le nostre ombre, assottigliarle un po’ e splendere.

Prosit!

photo pianetamamma.it – lavoriincasa.it – youtube.com – drittoallameta.it

Mettere in pratica nel modo giusto i consigli che ci vengono offerti

Christian Tal Schaller è un saggista e docente svizzero poco conosciuto in Italia. E’ andato spesso contro alcuni criteri della nostra conosciuta Medicina dalla quale è stato prima condannato, poi assolto e soprattutto ha sempre lottato e si è battuto contro gli esperimenti sugli animali. Di lui, ho trovato una piccola paginetta in un bellissimo libro di Claudia Rainville dedicato alla Metamedicina che un giorno vi farò conoscere e, quella paginetta, mi ha portato a volermi istruire un po’ di più su questo personaggio del quale nessuno sa granchè. Ma perché quel suo scritto mi ha interessato così tanto? Leggete cosa dice, ve lo riporto qui. E’ semplicemente un elenco di cosine, di modi di fare, che lui afferma facciano stare bene, sia dal punto di vista fisico, della salute, sia dal punto di vista morale e spirituale:

° Fate le cose che vi danno gioia e l’impressione di usare bene la vostra vita

° Prestate ascolto a voi stessi e ai vostri bisogni

° Lasciate andare via tutte le emozioni negative che potete scoprire in voi stessi

° Coltivate nella mente immagini positive

° Datevi delle mete entusiasmanti

° Scoprite cosa volete fare davvero nella vostra vita

° Trovate dei mezzi per esprimere il vostro amore

° Amatevi e amate gli altri

° Create relazioni giocose, divertenti e piene d’amore

° Guarite tutte le relazioni traumatiche del passato soprattutto con i genitori e con le persone a voi care

° Prendete la decisione di dedicarvi al benessere e alla felicità

° Accettatevi e accettate tutto quello che avviene nella vostra vita come un’occasione per crescere e progredire

° Imparate a trarre tutto quello che potete da ogni esperienza

° Andate avanti con il senso dell’umorismo

Ecco. So che per molti di voi queste nozioni sono semplici banalità o noiosa retorica ma sono sicura che più di un punto, di questo elenco, non è mai o quasi, stato seriamente preso in considerazione o messo in pratica. Perché? Perché tanto sono tutte stupidaggini tanto per parlare, perché tanto la vita ti mette davanti altri contesti nei quali dover sopravvivere, perché adesso sono diventate solo una moda. Perché sono troppo difficili da applicare. All’inizio sicuramente si. Vedete, io questi concetti li vedo di più come armi buone invece. Chiamiamoli strumenti, è meglio. Vengono regalati a chi vuole prenderli, farli suoi ed eventualmente usarli al meglio. Sta alla persona che ora li possiede utilizzarli oppure no. Sta alla persona che ora li ha in mano provare quantomeno a usufruirne. E cosa accadrebbe se quella persona davvero volesse provare a renderli suoi compagni di vita? Potrebbe sentirsi davvero meglio? Ma figuriamoci! Ce l’avrebbero detto. O forse no. Proviamo a prendere un punto a caso. Il quarto punto.

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Coltivate nella mente immagini positive”. Sembra davvero banale. – Ovvio, già lo faccio – dirà qualcuno. Purtroppo però non è solo il nostro volere a dare imput al cervello. Viviamo in un mondo assieme ad altre persone, assieme ad altre vite in continua evoluzione e movimento per cui, nonostante noi siamo dediti a immagini dallo scopo felice, i nostri occhi, ma soprattutto la nostra corteccia cerebrale, assorbono anche tutto il resto. In una sola giornata “tipo”, noi potremmo vedere: un bimbo che piange perché non vuole andare a scuola, il nostro collega che si fa male sul lavoro, un incidente per strada, il telegiornale, assistere ad una litigata, vedere cartelloni pubblicitari che riportano alla tristezza e tutto questo, soltanto quando le cose ci sfiorano da vicino senza toccarci personalmente. Immaginiamoci se quel giorno le ambientazioni negative sono direttamente dedicate a noi. Ancora più deleterio. Capita. E quindi, avete mai provato a fare un piccolo sforzo cercando di addormentarvi con immagini serene? Il cervello, come vi ho detto, ma anche il cuore, memorizzano e, come memorizzano le cose brutte, memorizzano anche quelle belle. Oggi abbiamo mezzi come internet in grado di aiutarci ma abbiamo anche riviste speciali o piuttosto le foto divertenti che forse dovremmo mettere via da parte, in una scatoletta apposita così come abbiamo il cassetto dei medicinali. E usarle. Prima di andare a dormire, concedere a queste belle immagini almeno una mezz’oretta. Che siano virtuali o reali, non importa. Importano le sensazioni che scaturiscono in voi. Probabilmente alcuni per addormentarsi assumono gocce di tranquillanti, alcuni pregano, alcuni pensano a come arrivare a fine mese, alcuni ancora rivivono semplicemente la giornata ma pochi, sfogliano immagini divertenti e serene per almeno mezz’oretta, come un piccolo compitino. Vi siete mai messi una bella immagine piena d’amore e felicità appiccicata allo specchio del bagno in modo da vederla ogni giorno? O sopra al lavandino in cucina, donne o uomini, così da contemplarla quando lavate i piatti? Create collage in casa vostra di foto e scritte che vi regalino brio. Vedete qual’ è la differenza dal ° Coltivate nella mente immagini positive al coltivare davvero, seriamente, immagini positive? Dubito che in parecchi, prima di addormentarsi si vadano a sfogliare la cartella delle foto gioiose come incarico quotidiano. O sbaglio? Magari. Questo significa mettere in opera ciò che leggiamo di quest’elenco. Perché non basta cercare di evitare le icone terrificanti o violente, non basta cambiare canale. Bisogna fare un piccolo sforzo nell’altro senso. Soprattutto per i primi tempi, quando non si è abituati ad affrontare un simile comportamento. Sviscerate ogni punto e ragionateci sopra. Poi provate a metterlo in pratica. Sarà diverso dal semplice leggerlo e “provare a ragionare così”. E sono sicura che vi farà stare bene.

Prosit!

photo circolofotograficodalmine