Dovresti tu essere gioia per il tuo animale, non lui il tuo salvagente

UNA VOLTA AVEVO UN CANE, ORA HO UNA VITA

Mi sembra che troppo spesso, molte persone, si aggrappano ai loro amici pelosi in modo morboso come se questi fossero la loro ancora di salvezza. Lo comprendo. Ci sono individui che non amano gli animali o non li vogliono vicino pur rispettandoli e altri, invece, più deboli o tristi, hanno solo il loro grande amico sul quale contare e non sta a me giudicarli (neanche voglio). Vorrei solo spiegare, secondo il mio pensiero, che cos’è un animale.

Un animale non è un ammasso di pelo che fa delle feste, mangia e fa i bisogni come possiamo credere. Non è neanche soltanto colui che ci sta vicino e ci considera la cosa più importante che ha, perché, fondamentalmente, oltre all’amore che prova, da noi dipende.

Un animale è una FONTE ENERGETICA. È un ammasso di vibrazioni. Questo è e vale per tutto ciò che compone l’Universo. Ha un corpo sì, degli organi, una voce, un istinto, etc… ma è un generatore e un magnete di frequenze energetiche.

Significa, spiegandolo banalmente, che un mucchio di onde elettromagnetiche, lo riempie, lo contorna, lo fa vivere.

Gli animali non sono come noi. Non usano mente o ragionamento. Non parlano come noi. Loro comunicano attraverso vibrazioni. O meglio, loro SONO vibrazioni.

Immaginatevi un branco di lupi che si accorda per cacciare con tanto di furbizia e piano “bellico”. Mica si siedono a tavolino e discutono. Comunicano attraverso le vibrazioni. Voi direte – Ma è l’istinto -; ok, ma da dove arriva l’istinto? I più intellettuali rispondono – Dalle memorie cellulari! -; va bene, ma cosa sono le memorie e da cosa nascono? La risposta unica, a tutte queste domande, la si trova nel lavoro delle VIBRAZIONI.

IO CHE AMO SOLO TE… FORSE HO UN PROBLEMA

Le vibrazioni si emanano e si ricevono in un continuo e perpetuo scambio perfetto e universale sia che lo vogliamo sia che non lo vogliamo. Vale per ogni creatura vivente.

Dopo aver visto cos’è un animale, torniamo al discorso iniziale. Dal momento che, più di noi, egli usa le vibrazioni e vive grazie ad esse, chiediamoci: cosa accade nel momento in cui un animale è obbligato a vivere con una persona triste che riversa su di lui tutta la sua angoscia e si aggrappa a lui pretendendo (inconsciamente) da lui sostegno?

So già che una persona così potrebbe dirmi – Eh, ma io tutti i giorni lo coccolo. Ma io gli do da mangiare. Gli metto sempre la copertina e gli compro giochi nuovi -. Bellissimo.

Però, vorrei chiedere a questo animale, che è una spugna (infatti dite sempre che “loro sentono”) come si sta a dover assorbire tutti i giorni frequenze negative obbligatoriamente, senza poterne fare a meno, doversele tenere dentro e dover, in cambio, cercare di emanare frequenze di supporto.

Beh, ecco, io penso che nonostante tutto l’amore che possiamo provare per i nostri amici animali e nonostante tutto l’amore che loro possono provare per noi non abbiamo nessun diritto di riversare su di loro la nostra stanchezza o la nostra frustrazione ogni momento della loro/nostra vita.

COSÌ NON SI ALIMENTANO LE ENERGIE DELL’AMORE

Basta con le solite frasi – Meno male che ci sei tu – di continuo, ogni giorno, per anni… perché, quel “tu”, in certe occasioni, appare più come un bidone dell’immondizia dove buttare i nostri sentimenti negativi che altro.

Basta con il nostro egoismo e il nostro parassitismo. Dobbiamo noi essere fonte di gioia per loro non solo fonte di cibo e carezze. Gioia, quella vera, quella piena. Se vogliamo fare i San Francesco pensiamo soltanto a dare e non a prendere, proprio come faceva lui. Il “prendere” sarà una conseguenza. Una meravigliosa conseguenza, perché attraverso l’ovvio scambio energetico, dando gioia, si riceverà tutto quello che la gioia comporta moltiplicato per molte volte. E la gioia non ve la da il vostro cane anche se questo può sembrarvi assurdo. Non ve la da nessuno. È un qualcosa che si ha dentro, che ci appartiene, ci deve appartenere, che divampa nel nostro cuore, costantemente. Se c’è.

PER FORTUNA (???) HO TE!

Se non c’è o meno, non è responsabilità di un animale. Non nutrite il vostro animale solo di crocchette. Nutritelo d’amore ma non amore bisognoso. Siate voi fonte di ricchezza per lui.

Venne detto all’uomo – Fatto a immagine e somiglianza di Dio -. Venne detto all’uomo non all’animale. Perché l’uomo è Dio. L’uomo è un essere divino, inteso come colui che racchiude in sé la forza dell’Amore, quello vero. Quello che muove il creato e dona la vita. Quello dal quale tutto il resto… tutto (anche gli animali) dipende.

Tu devi essere àncora. Le creature ti appartengono non appartieni tu a loro. Non è una maestra che impara a scrivere a scuola ma gli alunni. Non invertire i ruoli visto che di ruoli vuoi trattare. Non è vero che non hai nessuno, che non puoi contare su nessuno, che hai solo il tuo animale, che nessuno ti capisce come lui. Tu sei potenza divina. Tu sei il tutto. Amati, cogli la meraviglia dell’essere solo e solo non lo sarai più. Ama te stesso, senza mendicare amore. Perdonati. Coccolati. Rispettati. Stimati. E allora sì, sarai fonte d’acqua fresca e dissetante per chiunque abbia voglia e bisogno di abbeverarsi.

Penso che, se ti reputi infelice e solo, dovresti cercare di fare un lavoro su di te anziché prenderti un animale disposto a ricevere la tua frustrazione, perché secondo me ti farebbe bene davvero diventare più gioioso a prescindere.

Gli animali non sono sacchetti, sono creature da amare. E solo se abbiamo amore dentro possiamo dare amore. E’ meraviglioso il rapporto che alcuni riescono ad instaurare con il loro animale da compagnia ma è sbagliato, secondo me dipendere dal loro affetto. Per tanto grande e ricco sia quell’amore, unico nel suo genere e stupendo, è simbolo di povertà se è l’unica cosa che si possiede. Soprattutto se non si possiede amore per se stessi.

C’è chi invece sceglie nella vita di amare solo ed esclusivamente un animale, condividendo la sua esistenza soltanto con lui ma dentro è un essere colmo di gioia, che ha felicità attorno e la si percepisce. E’ tutta un’altra storia in pratica.

Prosit!

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Rifornimento di bellezza per i periodi di magra

QUEL CHE SERVE FARE

Chi mi conosce sa bene che non sono qui a dirti di essere sempre felice qualsiasi cosa ti accada. Al massimo parlo del tentativo di accoglienza e accettazione, di quel dramma, tenendo ovviamente conto della difficoltà di questi processi. Una difficoltà che ho conosciuto in prima persona.

È vero però che trovo sia giusto non cedere, anche quando i momenti che viviamo sembrano strazianti e anche quando ci concediamo un totale abbandono, pronti a farci annientare dall’evento.

Occorre sempre tirarsi su, provare a farcela, e comprendere che siamo comunque noi i più forti e che dentro di noi c’è un potere che neanche immaginiamo.

Ma oggi voglio parlarti di un’altra considerazione che ho potuto valutare e comprendere proprio nel mio più intimo sentire. L’ho trovata assai utile e confortante, per questo, intendo rivelartela e potrai farne l’uso che vuoi.

Ho potuto appurare che se si fa rifornimento di positività possiamo averne anche quando questa scarseggia.

All’inizio del mio percorso verso una crescita personale, la vita rifletteva quello che ero senza filtri e senza pietà. In breve, se stavo bene mi accadevano cose piacevoli, se stavo male cose spiacevoli. Molto semplicemente.

Come star bene e stare male intendo: come si pensa, come si affronta quella cosa, quanta paura si ha, quanto attrito si fa, cosa si dice, quanto impegno ci si mette a vedere la bellezza, quanto ci si ama, etc…

COS’HAI DENTRO AL SACCHETTO?

Col tempo, e con tanto allenamento, attraverso molti esercizi atti al nutrire energia positiva, ecco però che le cose hanno iniziato lentamente a modificarsi. Più riusciamo a mantenerci su frequenze positive e più richiamiamo a noi le stesse frequenze sotto forma di vibrazioni. Inoltre, siamo inconsciamente come dei sacchetti. Che cosa mettiamo dentro a questi sacchi? Quello che mettiamo saremo.

Gli esercizi che ora ti spiegherò e che chiamare “esercizi” forse non è esatto, in quanto si parla di allenarsi a prendere la vita in un certo modo, coltivando cose diverse da quelle che si nutrivano prima, mi hanno permesso di riempire il mio sacchetto di cose belle dalle quali oggi attingo, o ne ho il beneficio, anche quando mi sembra che di “bello” non ci sia proprio nulla. Proprio come la riserva di un animale che va in letargo.

In pratica, coltivando giornalmente la gratitudine incondizionata o cercando di capire l’oltre di una situazione, ho modificato la percezione della mia esistenza. Ma non solo. Provando a evitare parole dannose per me, come ad esempio, – Non ce la faccio – o allenandomi nella preziosa arte della generosità, il mio sacco contenitore continuava a riempirsi di benessere. Osservando le mie emozioni attentamente ho potuto trasmutarle e cercando di rimanere in presenza il più possibile non ero più un automa che compie azioni meccaniche ma ero padrona di me stessa e quindi libera. Rendendomi responsabile degli eventi che vivevo non dipendevo più dagli altri o dalla sfortuna, ma ne ero amministratrice e potevo modificarli. Tutte cose che finivano nel sacchetto.

COME UNA FORMICHINA 

Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, oggi, sono contenta di aver raggiunto il livello che vivo, pur riconoscendo che potrei ottenere molto di più ma, quello che ho notato e volevo esporti, è che anche quando mi capitano dei momenti di sconforto, di bassa energia, di tristezza (perché mi capitano ed è giusto così, oggi voglio un gran bene a questi periodi) mi rendo conto che non solo non soffro più come prima ma mi accadono comunque situazioni splendide. Ciò significa che emano ugualmente frequenze positive.

All’inizio non lo credevo possibile dal momento che mi sentivo uno straccio, o piangevo, o ero nervosissima. Mi aspettavo che lo specchio riflettesse eventi orrendi e, invece, si manifestavano davanti ai miei occhi avvenimenti che gradivo molto. Poi ho capito, anzi, ho com-preso. Nel senso che ho percepito dentro di me. Il mio sacco era comunque pieno di bellezza, tutta la bellezza che avevo messo lì nei giorni precedenti e più felici. Tutta quella bellezza che, quando sei gaio e ne approfitti, è potente come una bomba e risponde doppiamente. Tutta quella bellezza che avevo nutrito, giorno dopo giorno, e lei si era gonfiata, era cresciuta e ora mi riempiva. Così adesso vivevo di rendita. Era lì e solo smettendo di coltivarla e riempiendo il sacco di negatività sarebbe sparita. Cosa che… lungi da me fare…

DOVE L’ ACQUA E’ PIU’ BLU

In pratica è come se avessimo un vaso pieno d’acqua trasparente. Se noi mettiamo del liquido azzurro, dopo un po’ tutta l’acqua sarà azzurra, ma se poi mettiamo di nuovo acqua trasparente, l’azzurro svanira’ e il liquido tornerà incolore. Bene, io ora ero riuscita a tingere la mia acqua di un bel colore azzurro vivo e volevo continuare a mantenere quella tinta vivacizzandola sempre di più. Se anche mi capitava qualche situazione “trasparente” era come mettere solo qualche goccia in quel turchese e non accadeva nulla. L’azzurro rimaneva indisturbato. Qualche stilla non poteva di certo schiarirne il tono.

Perciò, quello che desideravo consigliarti era di fare il possibile per immettere dentro di te energie buone. Quando sei triste questa cosa ti verrà difficile anche se ti consiglio di provare ugualmente, costi quel costi. Ne trarrai vantaggio un domani. Ma approfittane soprattutto quando sei felice. Cerca di moltiplicarle in te.

Fai rifornimento di bellezza per quando andrai incontro a periodi di magra. Inizia ora, non è mai troppo tardi e farai un grande regalo a te stesso.

Prosit!

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Ipotiroidismo e Ipertiroidismo: lo scoraggiamento e il mostrarsi

Dopo aver scritto l’articolo sulla Tiroide, subito prima di questo, intitolato “La Tiroide: ghiandola del volere”, mi sembra giusto definire anche due dei disturbi più comuni del malfunzionamento di questa ghiandola che sono l’Ipotiroidismo e l’Ipertiroidismo entrambi atti a manifestare, comunque, un disequilibrio della nostra energia come avevo spiegato della Tiroide stessa. Ma cercherò, in questo articolo, di essere più precisa.

L’Ipotiroidismo si ha quando la Tiroide funziona lentamente, in modo affaticato, come ad essere “bloccata”, senza poter palesare tutte le sue capacità. Sembra frustrata, e frustrata, lo è anche la persona che soffre di questo disturbo. Si tratta infatti di un individuo scontento della propria vita, convinto di non essere stato incompreso e di avere il cuore calpestato dagli altri che lo hanno schiacciato: o per negligenza, o senza pietà. L’Ipotiroidismo ci fa sentire letteralmente depressi. Una tristezza di fondo ci accompagna costantemente, abbiamo voglia di piangere spesso, siamo avviliti e scoraggiati. Abbiamo l’impressione che il mondo ci sia contro e una pesantezza sulla parte alta del costato non vuole proprio andare via. Come a non riuscire a fare un bel respiro di sollievo ad ampi polmoni. Ovviamente tutto questo è su diversi livelli, da soggetto a soggetto. Fisicamente, invece, potremmo avere mani e piedi freddi e dal colore che tende lievemente al violaceo, la pelle del viso troppo morbida e troppo rilassata, le labbra piegano leggermente all’ingiù così come la coda degli occhi, capelli sfibrati e radi, senso di stanchezza costante e insonnia. Vivere sembra quasi una fatica e, in questa esistenza, ci portiamo dentro un segreto che ci fa male e che non siamo riusciti a staccare da noi attraverso il perdono. Si può essere aggressivi, nervosi o impauriti sentendosi impotenti.

L’Ipertiroidismo invece si ha quando la Tiroide funziona in modo accelerato come se il suo operato non bastasse mai. Occorre fare e fare, e dare e dare per poter così essere visti, ascoltati, amati. Presenti come il prezzemolo, assicurandosi il riconoscimento. La persona affetta da Ipertiroidismo potrà quindi soffrire di sudorazione eccessiva, avere un metabolismo troppo accelerato, i nervi tesi, patira’ il caldo e i suoi vasi sanguigni saranno dilatati presentando una pelle rubiconda e con troppa acqua al suo interno (edema) apparendo come gonfia. Questo individuo sarà stressato; il procero, il muscolo frontale situato in mezzo alle sopracciglia, sarà sempre stropicciato come quando ci si concentra e può essere delineato da due solchi in stretta corrispondenza con il Fegato sede dell’emozione rabbia. Si parla infatti di una persona “calda” nel senso di energica o addirittura irosa. Aggressiva, sempre attenta, con la paura di farsi cogliere impreparata dalla vita. Attenzione però perché anche tutto questo è creazione della tristezza. La voglia di farcela, di dimostrare che siamo all’altezza, il bisogno di vendetta nei confronti del mondo o altre cose simili, celate nel nostro profondo, che probabilmente neanche vediamo, sono comunque figlie di uno stato di disagio e desolazione. Accade solo che la reazione è diversa da un individuo che appare più demoralizzato a quello che invece sembra più grintoso. I suoi occhi, infine, possono essere sporgenti.

Queste sono le differenze principali tra Ipotiroidismo e Ipertiroidismo ma, come possiamo vedere, sono due fratelli, figli della stessa madre: la tristezza.

Una tristezza che disequilibria il fluire dell’energia dentro di noi. Che non permette un flusso armonico in noi, ne’ dal punto di vista psicologico e neanche biologico, linfatico e sanguigno.

Al nostro interno ci sono blocchi, deviazioni, accelerazioni, ristagni, scivolate… scompigli che non ci permettono di vivere in pace e serenamente. O siamo come delle vittime, o siamo sempre in guerra.

Si nota chiaramente ancora il disequilibrio.

In breve:

Ipotiroidismo – cosa davvero ti avvilisce, ti lacera dentro?

Ipertiroidismo – cosa devi mostrare a te stesso o agli altri e perché?

Provando a rispondere a queste domande puoi trovare delle risposte e far chiarezza su una parte che ti appartiene ma non conosci e che però sta governando la tua natura e la tua vita. Una curiosità da sapere, che può confondere ma serve, è che molte volte l’Ipertiroidismo, con l’andar del tempo, si trasforma in Ipotiroidismo, un po’ come a dire, banalmente, – Non ce la faccio più, sono stanco di tutto questo -.

Ricorda inoltre che chi soffre di questi disturbi, sia di uno che dell’altro, è una persona che giudica molto a partire dal giudicare se stesso e poi ovviamente gli altri, la vita che conduce e ciò che le è accaduto.

Prosit!

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Ti prego Mamma…

UN ACCORATO APPELLO PER EVITARE CASINI E DOLORI FUTURI

Ti prego mamma cerca di rendere tuo figlio sicuro di sé perché non sai, gli insicuri, che gran danno possono fare agli altri e a se stessi quando poi diventano adulti. Molto più degli invidiosi, degli aggressivi, degli egoisti, dei tristi… perché… quando una persona è insicura, è tutto questo messo assieme. Perché un insicuro indossa maschere per ogni occasione. Perché l’insicurezza è direttamente collegata alla paura e la paura è la madre di tutte le emozioni negative.

Ma vedi, qui non si parla di colui che ha paura a fare tutto, il classico “cagasotto” che emette timore da lontano. Qui si parla di colui che vive nell’insicurezza intrinseca ma senza tremare. Anzi, appare persino un personaggio da stimare assai.

Invece…

Ti prego mamma rendi tuo figlio sicuro o sarà un menzognero, un ingannatore, un traditore. Guarderà solo all’appagamento dei propri bisogni incurante dei sentimenti altrui.

Rendi tuo figlio sicuro o scappera’ senza avere il coraggio di risolvere le situazioni. Incolpera’ altri innocenti pur di uscire pulito dalle situazioni. Farà di testa sua, senza ascoltare, perché il credersi perfetto sarà la sua unica arma.

Rendi tuo figlio sicuro o sarà insoddisfatto costantemente della sua vita, invidiera’ gli altri e proverà rabbia e frustrazione. Vorrà tutto per sé perché tutto gli mancherà. E sarà sempre triste, molto triste.

Rendi tuo figlio sicuro o mollerà una donna solo quando ne avrà un’altra a portata di mano, o donne ne vorrà molte, come se fossero maglie da indossare. Conterà i soldi ogni minuto, con la speranza vana che si moltiplichino, avrà ansie e preoccupazioni inutili che gli bloccheranno il respiro.

Rendi tuo figlio sicuro o farà del male a chi gli vuole bene senza riuscire a provare del bene. Sarà vittima dell’accidia, della lussuria e dell’attaccamento. Si arrampichera’ sui vetri pur di aver ragione.

Rendi tuo figlio sicuro o sarà manipolato. Non piacerà a nessuno e avrà pochi amici. Sarà arrogante, presuntuoso, poco umile. Non disposto a scendere nel suo buio più scuro e risorgere.

Rendi tuo figlio sicuro o sfrutterà le persone, sarà un approfittatore e un incantatore. Non avrà autostima, si guarderà allo specchio e non si piacerà. Farà della sua mente il lato forte, senza comprendere che è il cuore a doversi aprire.

Rendi tuo figlio sicuro o non amerà la solitudine, non sarà mai un saggio, saprà ferire ma non curare. Non si assumerà le proprie responsabilità e sarà sempre un debole al cospetto di una persona che usa le emozioni.

Rendi tuo figlio sicuro o si preoccuperà più dell’apparenza che della sostanza. Preferirà la quantità alla qualità e dipendenze celate come il bisogno di essere visto.

Rendi tuo figlio sicuro o per stupirsi avrà necessità di qualcosa di grande. Non saprà amare la quotidianità e dovrà provare sciocchi brividi per sentirsi vivo.

Rendi tuo figlio sicuro se vuoi renderlo felice.

Non dargli serenità, l’acquisira’ da solo con la sicurezza.

Non dargli l’entusiasmo, lo acquisirà da solo con la sicurezza.

Non dargli la fede, l’acquisira’ da solo con la sicurezza.

Non insegnargli l’onestà, se è sicuro di sé non avrà bisogno di barare o manipolare.

La sicurezza gli permetterà di amarsi e di amare. Tutto il resto non conta.

Gli permetterà di comprendere che questa vita gli appartiene e ne è degno.

Gli permetterà di creare la sua migliore esistenza e ottenere ciò che più vuole realizzare.

Rendi tuo figlio sicuro, ti prego, se puoi.

Maschio o femmina che sia… fallo con – le palle -.

E ti prego papà, prova a fare la stessa cosa anche tu.

(Come? NON LASCIATE DA SOLO VOSTRO FIGLIO. TENETELO DA CONTO. ASCOLTATELO. PARLATE CON LUI. NON OPPRIMETELO. EQUILIBRIO. UNA VOSTRA EQUILIBRATA PRESENZA.)

Prosit!

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Come riescono realmente le Frequenze a modificare la nostra Vita

Quando ero più giovane ricordo che a scuola odiavo letteralmente le materie scientifiche, non me ne vogliano i docenti di tali dottrine ma così era. Ero molto più portata per quelle umanistiche che permettevano, a mio avviso, di spaziare di più, di raccontare, c’erano meno recinzioni attorno, meno regole da ricordare a memoria e meno calcoli da dover fare.

Matematica, chimica e fisica le detestavo proprio.

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Col tempo, crescendo, sicuramente sarà capitato anche a molti di voi, i miei gusti cambiarono. Facendo la scuola di Estetista Professionale dovetti entrare nel mondo della chimica obbligatoriamente per studiare le componenti di un cosmetico e per comprendere al meglio il funzionamento del corpo umano perché tutto è chimica, anche le cose che definiamo “naturali”. Iniziai così ad apprezzare molto quella materia e mi veniva quasi facile studiarla. I vari calcoli, di scomposizione ed elettroni, meritavano da parte mia sempre un certo tempo di ragionamento ma poi mi riuscivano quasi come per magia e la soddisfazione era molta.

Stessa cosa per la matematica che non adoro ancora oggi ma comprendo di più. Essendomi poi appassionata alla numerologia mi sono resa conto di come i numeri davvero fanno parte della vita e non è poi così difficile mettere in pratica alcuni esercizi.

La fisica però, collegandosi alle filosofie che da tempo studio, mi ha davvero appassionata. Non sono in grado di fare tutte quelle operazioni strane piene di proprietà e grandezze varie, no, non ci capisco nulla, ma la sua teoria mi affascina.

Le sue leggi mi incantano e quelle appartenenti alla Fisica Quantistica ancora di più. La Fisica Quantistica, o Meccanica Quantistica, è una branca della fisica tradizionale che studia prevalentemente l’Energia arrivando a stabilire che tutta la realtà è Energia e quantificabile in quanti ossia le particelle più piccole e indivisibili dell’Energia. Il fisico Max Planck fu il primo a scoprirle.

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Questa materia tratta di fenomeni ben determinati e reali, una cosa che mi appaga e, se vogliamo, mi coccola durante i miei esperimenti.

Sapere che quel dato fenomeno così è, e non può essere diversamente, è una sicurezza nonostante lo stesso Planck affermi che regole ferree non hanno modo di esistere. L’uomo dovrebbe accettare il fatto che non deve e non può capire tutto ma, al massimo, interpretare.

Prendiamo ad esempio la Legge di Risonanza, sorella se vogliamo della Legge di Attrazione, spiegata bene in un convegno da Fabio Marchesi, ingegnere in scienze applicate, dottore in informatica, ricercatore, scienziato e chi più ne ha più ne metta, che spiega come i fisici si siano accorti che la coscienza e il pensiero (e quindi anche le emozioni) vanno indicati come entità fisiche.

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Non sono aria fritta capite? Ebbene si, è davvero un argomento molto affascinante questo. Facendo i loro esperimenti con gli elettroni capirono che era come se quegli elettroni sapessero cosa dovevano fare, anzi era proprio così, avevano perciò una loro intelligenza e un determinato comportamento. Questa è scienza non è spiritualità.

La Legge di Risonanza solitamente viene illustrata attraverso l’uso di un diapason ossia uno strumento che genera la nota giusta alla quale tutti gli strumenti musicali si possono accordare. Se facciamo vibrare un diapason possiamo notare che gli oggetti circostanti non mutano (per lo meno ad occhio nudo) la loro forma o la loro stabilità ma, se accostassimo al nostro diapason un atro diapason (ossia un oggetto identico al primo, della stessa identica costituzione) ecco che anche lui inizierebbe a vibrare.

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Questo significa che quando una vibrazione incontra le sue stesse frequenze avviene una specie di “nascita”; nasce l’avvenimento.

Lo stesso esempio si potrebbe fare con gli ultrasuoni o infrasuoni. Alcuni suoni, definiti anche onde meccaniche sonore, non sono udibili dal nostro orecchio ma esistono. Lo sanno bene le zanzare, i pipistrelli e persino i nostri cani. Solo quando il suono raggiunge la frequenza adatta a noi il nostro orecchio riesce a percepirlo e nasce così l’avvenimento, l’udire. L’aver sentito. Altrimenti no.

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Cosa significa tutto ciò? Significa, come dicevo prima, che i nostri pensieri e le nostre emozioni, frequenze anch’esse, entità fisiche (!), faranno nascere l’avvenimento a seconda delle frequenze alle quali vanno a collegarsi.

Perciò, sembra impossibile, ma la scienza dice finalmente che: se io sono triste e produco pensieri negativi essi faranno nascere in me un’emozione negativa che andrà ad incontrare le frequenze negative intorno a me, le quali, in questo caso, non mi rimanderanno indietro un suono ma una situazione, un accadimento naturalmente triste.

Sarà quindi inutile ch’io passi il tempo a sperare di arricchirmi se mi piango addosso perché mi reputo povera, così come sarà impossibile ch’io riesca a stare in salute se ho paura delle malattie e mi preoccupo per quello che ascolto e vedo alla televisione.

Perchè, come dico sempre, è quello che realmente sentiamo dentro ad essere importante.

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Se voglio che mi accada una cosa bella dovrò mandare belle frequenze.

La Meccanica Quantistica ha dimostrato che tutto è possibile per l’Universo e nell’Universo, quello che impedisce agli uomini di credere al miracolo è la difficoltà che hanno come coscienza di credere ai miracoli.

La Fisica Quantistica quindi, spiegandola in questo modo, si dimostra utilissima nella nostra vita e nelle nostre giornate.

Ogni giorno che viviamo emaniamo dei pensieri e delle emozioni che andranno a congiungersi con determinate frequenze. Quando ci guardiamo allo specchio al mattino, quando prendiamo l’auto per recarci al lavoro, quando entriamo dal panettiere o andiamo in posta o controlliamo la cassetta delle lettere. Sempre, costantemente.

La Fisica Quantistica afferma che se impariamo a modificare i nostri pensieri essi andranno a collegarsi ad altre frequenze ed è semplicemente per questo che la nostra vita può migliorare. Ecco perché si dice che siamo noi a creare la nostra realtà. Perché è vero.

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Ed ecco perché un lamentante avrà sempre di che lamentarsi mentre un ottimista sarà sempre contento. Quando consideriamo qualcuno “fortunato” stiamo sbagliando. La fortuna non esiste, è lui che si è creato quella bella realtà.

Purtroppo gli schemi mentali, l’educazione che da sempre abbiamo ricevuto e la società in cui viviamo, non ci permettono di vedere la positività ovunque, ci hanno riempito di paure. Abbiamo paura di “farci male”. Ci viene subito in mente la frase – e se poi non andasse così?…-

Ma lo ripeto è solo questione di allenamento. Allenamento – Pazienza – Costanza. E’ un’esercitazione dura. Io stessa continuo a metterlo in pratica ma non demordo.

Prosit!

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