Le intemperie non ti fanno ammalare

Togliti dalla testa queste assurde idee e prova a vivere più liberamente. Sradica queste convinzioni, queste vecchie memorie, perché sono false ma tu le rendi vere. Loro nutrono con del cibo “tossico” il tuo cervello e questo poi agisce in base a ciò che riceve.

Ho camminato per ore sotto la pioggia, tra gli sbuffi potenti di un vento gelido, ho annaspato nella neve e ho sudato sotto al sole cocente. Ho fatto tutto quello per il quale siamo nati. Per il quale il nostro intelligentissimo organismo è stato strutturato e tu non sei diverso. Non definirti debole, sfigato, sensibile, non lo sei se non lo vuoi. Io non sono meglio di te. Non sono più sana di te e non sono più fortunata di te.

Il tuo corpo è Natura e può sopportare tutto quello che la Natura manifesta. Perché siete un tutt’uno.

Lo so che la pubblicità ti mostra medicinali durante il periodo invernale promossi da attori raffreddati con sciarpa e cappello in stato di sofferenza. Lo so che tua madre ti ha sempre detto – Non sudare! – o – Mettiti la giacca che altrimenti prendi freddo -… lo so, ho avuto una madre anch’io… ma credimi se ti dico che sei un insieme di frequenze che vibra assieme alle frequenze di Madre Natura. Madre natura non può e non vuole farti del male. Secondo te un Pianeta, intelligente come il nostro, può offrire la vita per far ammalare i suoi figli? E non guardare i cambi climatici, l’inquinamento, il “Non ci sono più le stagioni di una volta”. Ragiona sul fatto che c’è anche un’evoluzione, come in tutte le cose… pure per il Pianeta Terra. Ma tu puoi convivere tranquillamente con tutto questo. Ed evolverti assieme a lui.

A farti ammalare sono i tuoi schemi mentali. Le tue convinzioni e la paura che queste siano vere.

Certo, non ti dico di non prendere provvedimenti. Io ho una giacca antivento, io ho delle ghette, io ho degli scarponi in gore-tex durante le mie escursioni, in base al clima e al territorio che presumo di vivere. Di certo non vado sul Monte Saccarello, in pieno inverno, in canotta e pantaloncini ma mi bagno lo stesso, mi si ghiacciano persino i capelli dal freddo, mi cola il naso, a volte i piedi sono immersi nell’acqua che riesce ugualmente a trapassare e sento la schiena e le dita ghiacciate. Tutto questo per diverse ore. Ovviamente, appena arrivata a casa mi faccio una bella doccia calda, me ne sto diversi minuti sotto a quel tepore ringraziando il calore di ritemprarmi, mi metto dei vestiti puliti e caldi, belli pesanti, mi riposo (il riposo è sempre la cura migliore) e poi mi spoglio, man mano che passano le ore, per abituare il mio corpo.

Come gli animali. Loro si bagnano, poi si scrollano, si leccano il pelo, si rintanano e dormono producendo calore attraverso il loro corpo che va in relax e quindi tutto può preoccuparsi di curare ciò che eventualmente va curato.

Ecco, queste sono naturalmente le considerazioni da tener da conto. Ma non significa che non puoi bagnarti o non puoi resistere al vento. E non dire che io sono abituata. Se così fosse, puoi abituarti anche tu. Sei Natura! Il tuo corpo è stato realizzato per convivere egregiamente a qualsiasi agente atmosferico.

Ti dirò di più: vivendo certe condizioni abitui il tuo fisico a sopportare qualsiasi manifestazione della Natura ma soprattutto lo irrobustisci e permetti (finalmente) ai tuoi anticorpi di rinforzarsi, diventare più potenti, più veloci e più forti.

Sì, mentre tu stai faticando un poco per abituarti a certe condizioni anche loro, i tuoi anticorpi, si stanno muovendo per far fronte a determinati eventi e ne hanno il tempo. La tua parte fisica, in quel momento, patisce un goccino e il tuo cervello comprende che qualcosa non va quindi tutto si aziona al fine di difenderti. Si prepara, si allena e si trova pronto in caso di necessità.

Non dimenticare, inoltre, che in inverno e in alta montagna, l’aria è pulita e ricca di sostanze nutritive. Potrai così nutrire il tuo organismo di aria buona e ossigeno puro che rinforza tutti i tuoi apparati. Un ossigeno deciso e “pungente” che renderà più forti ed elastiche le pareti dei tuoi polmoni, dei bronchi e degli alveoli.

Non aver paura nemmeno per tuo figlio. Permettigli di giocare sotto la pioggia che è il liquido seminale della terra, lo asciugherai per bene quando rientra. Permettigli di sentire la bellezza del vento sulla sua pelle e tra i suoi capelli, i bambini hanno ancora sensi sviluppati che noi abbiamo reso dormienti. Permettigli di giocare con la neve e di mangiarla, di giocare nella terra e sporcarsi. Nulla della Natura vuol far del male al tuo bambino.

Non privarti di atmosfere spettacolari che sono regali. Non evitare quello che credi insano e che invece vuole regalarti risorse e vigore. Diventa amico della Natura, di ogni sua forma. Lasciati andare con fiducia a quello che è assolutamente naturale e ti appartiene.

Pensa a quanto sarà bello quando un domani potrai affrontare qualsiasi cosa rimanendo nel tuo perfetto stato di salute.

Ti basta provare a non aver paura e puoi farlo perché sei più forte di qualsiasi cosa.

Prosit!

Perché le manifestazioni di Madre Natura ci disturbano?

Le manifestazioni di Madre Natura, attraverso le quali ci parla e si mostra, sono tutte splendide. Accettate e amate soprattutto dagli animali. Per quanto riguarda noi esseri umani, invece, la cosa cambia. Spesso, e comprensibilmente, alcuni elementi naturali, alle volte, possono infastidirci. Sto parlando prevalentemente di: pioggia, vento e sole i più comuni e i più detestati.

Il fastidio lo si inizia a percepire quando queste rivelazioni cominciano a prolungarsi nel tempo e la nostra intolleranza può derivare da diversi motivi.

Dopo giorni e giorni di pioggia, si inizia a desiderare il sole. Ci si vuole “asciugare”, godere dell’aria aperta ma, all’incontrario, dopo troppo tempo di siccità, si vuole l’acqua. Come ripeto, sono ovvie considerazioni ma oggi vorrei parlare di cosa accade, dentro di noi, energeticamente, in correlazione al meteo del nostro Pianeta Terra.

Siamo un tutt’uno con lui, estremamente collegati e connessi. Noi siamo lui. Siamo la natura. Pertanto, le sue manifestazioni, sono le nostre. Ci appartengono.

Il fondamentale equilibrio – Se non abbiamo equilibrio nel nostro processo naturale e generale possiamo percepire malessere. Il fattore principale è il non sentirsi in armonia totale e in sintonia con la vita, con se stessi e con gli altri.

LA PIOGGIA

La pioggia è una ricchezza assoluta per la terra. E’ il suo sperma. E’ l’acqua che assieme alla luce solare crea la vita o ridona la vita mentre questa sta appassendo. Essa però riguarda anche la nostra acqua interna. L’acqua è per noi indice di tristezza, quando è in abbondanza, rappresentata dalle lacrime, dal muco, dalle secrezioni liquide del nostro corpo. Urinare troppo, sudare in modo eccessivo, sono tutti sintomi di tristezza. La tristezza, è una delle figlie maggiori della paura e infatti sappiamo che la paura ha sede nei reni, organi che filtrano la nostra acqua. Il sangue, rappresentazione della vita, è soprattutto acqua pur essendo considerato un tessuto connettivo. La pioggia del cielo e della terra che ci appartiene, è la nostra pioggia, ossia la nostra acqua. Quando non smette di scendere, non smette di mostrarsi, è come se ci riempisse, ci circondasse, ci accompagnasse giorno dopo giorno e, passato quel tot di tempo che varia da persona a persona, ci si sente sazi, anzi, in esubero. Non se ne vuole più. Tutta quell’acqua aumenta la nostra tristezza. Vorremmo liberarcene.

Qualcuno potrebbe notare che ci sono individui molto tristi che però amano la pioggia e vorrebbero piovesse sempre. E’ vero. Questo accade quando si trova in quella pioggia l’ambiente più favorevole, la culla migliore. Come una sorta di comfort-zone. Non si apprezza la pioggia i sé, i suoi benefici e quant’altro di bello essa porta ma quello che ci fa provare. L’atmosfera che crea. Ci permette di non uscire, di rintanarci, di osservare il mondo da un velo appannato e distorto dalle gocce; più scuro, umido, quasi stantio. Se si è chiusi e introversi si ama questa ambientazione che solo la pioggia può creare ma, tutto questo, che è assolutamente umano, non è da scambiare con l’entusiasmo vero e proprio nei confronti della pioggia o di qualsiasi altra manifestazione climatica che la si arriva a benedire per il suo esistere. Una benedizione che nasce dal nostro cuore, ricolmo di vera e pura gioia.

La pioggia batte, incessante, come – la lingua batte dove il dente duole -. Liberarsi dal rancore, che spesso neanche sappiamo di avere, è la cosa migliore per amare davvero la pioggia e trovarsi in comunione con lei.

IL VENTO

Il vento rappresenta i nostri pensieri e la nostra elettricità. Più siamo elettrici, energici, vigorosi, grintosi e nervosi e più il vento sarà visto come un nemico. Amplifica quell’impeto che già possediamo e con il quale affrontiamo la vita. Ne abbiamo già del nostro e abbiamo confusione dentro. Confusione mentale e emozionale governate prevalentemente dall’ansia. Si tratta di un’ansia subdola, non si mostra. Sembriamo forti, ferrei, imperativi e invece è proprio l’ansia ad amministrare le nostre riflessioni ingarbugliate. L’ansia verso il giudizio degli altri, verso decisioni da prendere, verso il futuro… La pre-occupazione fa parte di noi.

Il vento scompiglia ancora di più le cose nel nostro intimo e quindi inizia a darci fastidio. Se il vento ci infastidisce è perché siamo troppo autoritari, troppo schematici, troppo aggressivi. Di sicuro chi vive con la testa fra le nuvole ama molto di più il vento rispetto agli altri perché lo vede come uno strumento capace di trasportare i suoi sogni in tutto l’Universo.

Il vento è collegato allo scorrere dell’energia in noi e allo scorrere del nostro sangue. Quando questi elementi sono già di per loro prorompenti e troppo affaccendati, si sente il bisogno inconscio della calma o si arriva a sopportare, al massimo, una lieve brezza.

Anche chi è troppo pacato e apatico nell’animo sopporta malvolentieri il vento, il quale, vuole dargli una sferzata di energia per lui troppo drastica e violenta.

Il vento muove le nostre frequenze, siamo fonti di energia, siamo corpi elettromagnetici e emaniamo onde dopo averle generate. Certi scompigli, se manchiamo d’equilibrio in noi, possono risultare intolleranti.

IL SOLE

Il sole è la vita eppure, da molti, non è amato per niente. Il caldo che produce può addirittura far star male oltre che provocare fastidio e anche la sua luce, troppo forte, può essere una seccatura… e sì, che “secca”, inaridisce tutto.

A non amare il sole cocente sono le persone irose o che celano una rabbia completamente nascosta. Parlo di una rabbia potente. Il sole, ripeto, è la vita e la nostra vita, rappresentata come ho detto dal sangue, è mossa dal cuore, organo propulsore di questa fonte. Organo della passione e dell’amore. La passione può essere ardore e, quando è già tanto, non serve calore in più. Oppure può essere patimento e, in questo caso, l’entusiasmo solare può disturbare.

Il sole stanca, affievolisce gli impeti pur essendo gioia. Dona calma. Si cerca l’ombra per spegnere quel fuoco. Tutta la natura, durante le ore di sole più forte, si nasconde e riposa. E’ come se in quel momento passasse il Re e occorre lasciarlo fare, attendendo orari più disponibili per ricominciare le attività.

Colui che non si adegua energeticamente a queste frequenze patisce. Il suo cuore può subire accelerazioni o affanno, oppure calmarsi troppo, procurando un senso di affaticamento non previsto. Si perde idratazione e, senza quella, ci si sente spenti. Ogni nostra più minuscola cellula è composta dall’80% circa di acqua. Se già si è aridi, a livello emozionale oltre che fisico, ulteriore siccità non solo infastidisce ma la si detesta proprio.

IL METEO EMOZIONALE

Saper tradurre quello che manifestiamo attraverso Gaia penso sia importante per conoscerci. E’ come uno strumento in più che ci permette di capire in che stato è il nostro equilibrio. In teoria, anche se questo è quasi impossibile, ma lo dico al fine di spiegarmi, dovremmo poter amare sinceramente ogni manifestazione e anche il suo periodo di presenza. Al di là dei danni che può provocare, al di là di quello che può fare al pianeta. Mettendo un attimo da parte queste che sono delle conseguenze e osservando soltanto il principio primario dentro di noi, occorre vedere cosa scaturiscono nella nostra parte più intrinseca queste rivelazioni. Tutto il resto lo si potrà guardare, certamente, in un secondo momento ma il nostro benessere energetico può essere considerato anche qui.

Inoltre, allenarsi a guarire sotto questo aspetto e cioè equilibrare il movimento energetico in noi, ci aiuta anche ad amare di più queste condizioni climatiche e ad amarle veramente. In questo modo ci fortifichiamo e anziché patire, quando una di esse si presenta in modo continuativo e senza cessare, possiamo continuare a sentire gioia dentro di noi. A quel punto potremo desiderare che finisca, certo, ma in noi ci sarà comunque bellezza, ci sarà ammirazione, trasporto, e quindi emaneremo frequenze positive le quali non potranno che rimandarci felicità.

Prosit!

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Chi sei Tu? Quale Dono puoi dare al Mondo? – la Fiaba del Piccolo Sole

Questa favola è stata dedicata ad un figlio.

Questo articolo invece lo dedico all’amica Paola e a tutti quelli che vorranno coglierne il senso e l’amore tratto dal racconto.

Grazie alla fantasia proprio di mamma Paola e alle bellissime illustrazioni di Raffaella De Palma è nata:

LA FIABA DEL PICCOLO SOLE

…a Luca,

perché possa ricordare la sua Promessa e sia per lui una gioia immensa poterla mantenere.

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C’era una volta un piccolo Sole.

In effetti era proprio il Sole che siamo abituati a vedere ogni mattina nel Cielo, solo che allora era appena nato e per la prima volta sorgeva alla Vita.

Ancora un po’ incerto sul da farsi, vagava nel Cielo, osservando tutto quello che c’era intorno a lui.

D’un tratto vide apparire una bellissima Nuvola.

“Ciao – le disse – e tu chi sei?”

“Sono una Nuvola” rispose lei arrossendo un pochino

“E che cosa fai tu, cara Nuvola?” le chiese il piccolo Sole.

“Ho un compito molto importante – disse la Nuvola – devo spargere la Pioggia sulla Terra. Solo così le Piante possono nascere e crescere, per nutrire tutti gli Animali.”

“Ma è meraviglioso! – affermò il piccolo Sole – Sei davvero fortunata ad avere un compito così importante.”

“Ti ringrazio – rispose lei un po’ intimidita – ma quel che faccio non servirebbe a nulla se non ci fosse poi il Sole ad asciugare la Terra con il suo calore.”

Il piccolo Sole salutò la Nuvola con un dolce sorriso e poco distante scorse il Vento.

“Buongiorno – gli disse – e tu chi sei?”

“Sono il Vento” soffiò fuori lui.

“E a cosa servi tu?” gli chiese il piccolo Sole.

“Con il mio alito sposto le Nuvole nel Cielo, trasportandole in un momento laddove c’è più bisogno della loro Pioggia” gli rispose il Vento.

“Ho capito – esclamò il piccolo Sole – il tuo compito è davvero molto importante!”

“Si, certo – disse il Vento – ma il mio lavoro non servirebbe a nulla se il Sole non portasse il suo calore sulla Terra. E’ solo grazie a lui che la vita può esistere.”

“Come mi piacerebbe – rispose il piccolo Sole – poter avere le idee chiare come le hai tu” e così dicendo salutò il Vento.

Venne la Sera ed apparve in Cielo una meravigliosa Luna piena.

“Come sei bella! – esclamò il piccolo Sole – Ma tu chi sei?”

“Io sono la Luna – rispose lei – la Luna piena”

“E qual è la tua missione, o mia bella Luna?” le chiese il piccolo Sole.

“Io illumino la Notte con la mia Luce – rispose lei – e consento così agli Animali e agli Uomini di viaggiare anche di Notte – aggiunse – mentre ai Bambini assicuro sonni più tranquilli, illuminando le loro camerette con i miei raggi d’argento.”

“Che meraviglia! – esclamò il piccolo Sole – La tua missione è davvero importante: come vorrei poter avere anch’io un compito così fondamentale…”

“Certo, piccolo Sole – disse la Luna – la mia è una missione importante.

Ma pensa a come sarebbe il Mondo se non ci fosse il Sole ad illuminare il Giorno! – aggiunse la Luna – Tutto sarebbe buio e freddo e nulla potrebbe nascere e crescere. E’ grazie al Sole se gli Uomini, gli Animali e le Piante ricevono energia nuova ogni giorno.”

“Hai ragione – disse il Sole – sembra proprio che questo Sole abbia il ruolo più importante… Strano che io ancora non l’abbia incontrato.”

“Possibile che tu ancora non l’abbia capito? – domandò la Luna un po’ stupita – Sei tu il Sole!”

“Io? – chiese lui poco convinto – Ma com’è possibile?”

“Ma certo – rispose la Luna – tu sorgi al mattino e ti muovi nel Cielo fino al Tramonto, quando arrivo io e abbiamo qualche minuto giusto per salutarci. Sei tu che con la tua Luce, scaldi il Mondo e generi la Vita.”

“E’ davvero incredibile… – esclamò il piccolo Sole – Proprio io che non riuscivo a capire quale fosse il mio scopo, proprio io sono così importante… Sono addirittura il Sole! Finalmente adesso so qual’è la mia missione.”

Il piccolo Sole era talmente felice che diede un bacio alla Luna. Giusto in tempo, perché subito fu il momento del Tramonto.

La Luna sorrise lieta e le Stelle danzarono con lei, per festeggiare il piccolo Sole che aveva finalmente trovato il suo posto nel grande Universo.

E fu così che il Mondo trovò il suo equilibrio, poiché ogni cosa ha uno scopo e un compito preciso ed è davvero importante comprenderlo per mantenere la propria Promessa.

FINE

(di Paola Sipione)

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Già. Proprio come il Sole, ognuno di noi è nato per uno scopo e ognuno di noi è nato per abbeverarsi di quello che qualcun altro è in grado di offrire. Un perpetuo dare e avere da parte di tutta l’umanità che nutre il mondo e tutto il Creato.

Qual è il tuo scopo nella vita? Che cosa pensi di poter dare agli altri?

Chi sei? Quale dono puoi fare al mondo?

Proprio come il piccolo Sole, molto spesso, pensiamo di non valere, non riconosciamo chi siamo davvero e non sappiamo valutare tutte le nostre virtù.

Tutti noi ne abbiamo e dovremmo farle crescere sane, senza spegnerle, proprio come si fa con una pianta alla quale diamo acqua, nutrimento, vita.

Ci riduciamo sovente ad essere mendicanti e non solo economicamente ma anche mendicanti d’amore quando dentro di noi, in realtà, c’è una quantità d’amore immensa, adatta a tener viva tutta la popolazione del pianeta. Ma non la vediamo, non la sentiamo e, pertanto, diamo per scontato che non esiste.

Il piccolo Sole è stato fortunato ad incontrare qualcuno che gli ha detto chi lui fosse e, questa fortuna, non sempre succede a chiunque, ma abbiamo la possibilità di scoprirlo ugualmente con l’impegno e la voglia che ci insegneranno e ci abitueranno ad amare. Abbiamo anche noi “una voce della Luna” che ci parla. E’ il nostro Spirito e possiamo ascoltarlo attraverso l’introspezione e il silenzio, mettendo a tacere i tanti chiacchiericci mentali che ci inquinano.

Mettiti a disposizione dell’umanità, senza pretendere nulla in cambio, proprio come fanno le nuvole, il vento, la luna e le stelle , offri ciò che hai, ogni tua dote, anche se la ritieni insignificante; di conseguenza, non potrai che beneficiare anche tu di quello che doni.

Cambia la tua prospettiva tra il preoccuparti per le tue necessità e il chiederti invece a cosa potresti essere utile.

Unicamente chi nulla desidera per sé può divenire depositario di grandi quantità di denaro e dispensatore delle ricchezze dell’Universo – (Salvatore Brizzi)

Crea. Ci fosse anche solo una persona al mondo che può godere del tuo contributo, dallo. Perchè c’è un piccolo, grande Sole in ognuno di noi e questo, nessuno può negarlo.

Prosit!

Per vedere altre opere dell’artista Raffaella De Palma https://www.facebook.com/Raffaella-De-Palma-211573298976724/

The Greatest Journey

barefoot

Prendi quella strada. Sempre dritta. Non voltarti. Non guardare altrove. Vai.

Fai del vento che ti rema contro un alleato.

Ascolta le grida degli uccelli.

Tocca la terra. Assaporala.

Vivi perdio! Ama!

Non sentire altro. Immedesimati nella tua più grande ambizione.

Cammina, ci sei solo tu.

Considera, puoi.

Innalzati, al di sopra di tutto.

Non aver paura di essere l’immensità.

Sii cieco, hai altri sensi per guardare.

Resta muto, non ti serve dire niente.

E sordo, hai il cuore per sentire.

Hai la pelle.

Vai più in là, dove non è mai arrivato nessuno, dove si pensa esista la paura.

Soltanto adesso puoi voltarti e osservare la città, dietro di te, che dorme.

La città ligia ai suoi doveri, concentrata nel suo brulichio.

Soltanto adesso puoi sentirti unico.

Non temere questa sensazione. Ti appartiene. Non fa male.

Spaventa ma non distrugge. Rinnova.

Ascolta l’acqua del mare e quello che ha da dirti.

Ascolta le foglie che ti sussurrano parole incomprensibili.

Da lì a poco capirai.

Potrai tradurre ogni lingua. Persino la tua. Quella che non hai mai compreso.

Amati, come non hai fatto mai.

Senti germogliare in te il seme della creazione, della vita. Quella che non hai mai vissuto.

Ascolta il tuo cuore. Non è più lì. E’ in tutto ciò che vedi.

Sentiti partecipe di quell’infinita bellezza. Ne fai parte anche tu.

Spalanca il diaframma. Respira.

Realizza la tua passione. Ora.

Entra nel divino e non potrai più tornare indietro.

Impara a conoscere chi sei.

Svestiti di ogni turbamento, al tuo interno non ci son tragedie.

Solo gioia. Infinita gioia. Falla uscire.

(MEG)

photo vivodibenessere.it

Anche il Mare è Strafelice!

Il Mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e… (Zucchero)

Perché quando è impetuoso non ha bisogno di chiedere nulla.

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Vi siete mai accorti che quando vediamo il mare agitato, spaventoso a volte e minaccioso usiamo dire di lui – Il mare è arrabbiato oggi -. Bhè si, sicuramente ve ne siete resi conto ma ho sempre riflettuto su una visione un po’ diversa dal solito e mi piaceva esporla.

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E se questo mare fosse invece strafelice?

E’ difficile vederla così. Quella sua tinta color del fango, quelle onde violente che si scagliano contro i massi. Contro le balaustre. Quella sua irruenza.

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Ma non potrebbe essere gioia pura?

Non potrebbero quegli schizzi innalzarsi verso il cielo per entusiasmo? Per vita?

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Le nostre imbarcazioni però si sfracellano, i nostri uomini possono affogare in quelle acque burrascose, oppure non possono compiere il loro lavoro. Quella veemenza, quella furia che tutto distrugge senza pietà.

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Che bagna dove per noi non dovrebbe. Dove noi vediamo il limite. Dove noi vediamo la devastazione.

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Ma il mare può avere limiti nella sua incredibile energia? In quelle gocce argentate che si presentano al sole e giocano con il vento. In quei balzi virtuosi che si espandono nell’aria.

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Che a noi intimoriscono. In quelle stalagmiti schiumose ce ci obbligano ad alzare gli occhi al cielo.

E’ bello il mare calmo, colui che non disturba. Che si fa descrivere con liriche e poesie. Che sta fermo a luccicare e brilla, che è quasi difficile ammirare nel suo metallico color acciaio. Rapisce gli sguardi e gli animi quando invece è blu intenso. E anche il cielo attorno a lui è solitamente più celeste. Ci permette di sognare, di immaginare i suoi nobili abissi e cosa può nascondere al di là del suo orizzonte. Allora, e solo allora, lo apprezziamo un po’ di più.

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Ma un bambino, così come la nostra anima, come la nostra parte più intrinseca, quando piange non lo fa con discrezione, quando ride, quando gioca emana tutta la sua passione più forte che può.

Quando piove diciamo che – C’è “brutto” tempo – o chiamiamo quel giorno – …di “maltempo” -. Perché? L’acqua è energia. La pioggia feconda la Terra, senza di essa non ci sarebbe la vita. Ma quello scrosciare contro i nostri vetri, quei fiumi che s’ingrandiscono a dismisura, quei… quei disastri, no, non è certo piacevole…

Ma a tutto c’è un limite, esistono le sfumature.

E uscire dancing in the rain e aprire la bocca rivolta al cielo lasciando che le gocce ci bagnino il viso.

Possiamo quindi cambiare il nostro modo di pensare? Avere altre vedute oltre a quelle ovvie e che sempre ci hanno insegnato? Provare a vedere il bello anche dove ci pare impossibile? Penso di si e penso che questi possono essere esempi per un buon allenamento. Anche se forse un po’ difficoltosi.

Queste belle immagini parlano da sole.

Questo ci insegna a capire come siano radicate in noi alcune diagnosi fatte da chi ci ha preceduto e ci ha esposto. Spesso, nemmeno ci soffermiamo a pensare se sono vere. Se sono proprio così.

E se ciò che davano per impossibile fosse invece possibile?

I nostri genitori, vittime anch’essi, e forse vittime è anche un termine un po’ esagerato, ma possono averci inculcato analisi errate? Dove forse è stato irrealizzabile per loro o per i genitori di essi a loro volta.

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Forse si, forse potrebbe essere accaduto. E noi tastiamo, proviamo ad esaminare se è reale. Lasciandoci cullare da quelli che sono sempre stati definiti miraggi…

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Perché anche il mare può essere pazzo di felicità.

E penso possa essere un buon allenamento questo, anche se duro, per imparare a vedere in un’ottica diversa, volta al positivo.

Prosit!

P.S = Ringrazio di cuore Andrea Casalino ma soprattutto il mio caro amico, fotografo per passione, Ppm (Pietro Mario Pala) per le splendide immagini, da loro realizzate, che mi hanno imprestato per arricchire questo articolo. Alcuni dei borghi più belli della mia Liguria accettano l’impeto del mare.

Le Cellule del mio Grasso vanno fino in Africa

In questo post, se anche le prime righe dovessero sembrarvi parecchio strambe vi consiglio di continuare nella lettura per capire così che non mi sono ammattita del tutto e per comprendere anche un qualcosa che forse avete sempre sottovalutato: la potenza del nostro volere, servita qui, su un piatto d’argento.

Sono sempre stata convinta, e in questo caso l’ho provato sulla mia pelle, che se al FARE aggiungiamo anche un qualcosa in più, attraverso il nostro cervello, otteniamo un risultato molto più grande. Quel qualcosa in più si chiama: ORDINE. Dare un ordine. Un comando. COMANDARE = con + mandare. Ossia mandare attraverso il nostro pensiero.

giannellachannel.info

Vi spiego subito. Se io vi dicessi che mentre cammino in spiaggia e guardo l’orizzonte le mie cellule di grasso si staccano da me e volano verso chi ne ha bisogno? Oppure, che mentre sto facendo ginnastica nella mia camera esse cadono a terra e io poi le spazzerò via e le butterò nella pattumiera?

omero.it

Pensereste che il cervello io, me lo sia bevuto. Vi capisco, ma fatemi continuare. Vedete, il progetto di cui vi sto parlando è quello del dimagrire. Lo prendo come esempio ma il meccanismo può essere applicato ad ogni cosa che noi facciamo nella vita.

Ora, se io vado a camminare in spiaggia per tonificare il mio corpo, per perdere peso, per elasticizzarmi e via discorrendo, naturalmente dimagrirò (accompagnando l’attività ad una dieta equilibrata e una vita sana).

bellezza.pourfemme.it

Però, ipotesi, quanto grasso perderò? Allora… cammino per circa 4 Km, peso per esempio 60 Kg, sono una donna e brucio più o meno 200 Kcal. Ho praticamente perso 7 grammi di grasso (si lo so che vi sembra pochissimo ma il grasso è una cosa, il peso è un’altra). Fin qui, tutto perfetto. Un calcolo matematico praticamente. Io mi sono mossa e automaticamente ho bruciato energia. Quel tot.

Se però io, oltre a camminare per 4 Km, immagino anche letteralmente che le mie molecole di grasso si staccano dal mio corpo e mi abbandonano, quando arriverò a casa e farò i miei calcoli, noterò che grammi di ciccia in realtà ne ho persi 10, o 9, o 12, insomma, di più. Non ci credete? Provate! E’ gratis.

Naturalmente per fare questo ci vuole convinzione e per far nascere la convinzione in noi, edulcorati da mille altri impedimenti che ci sono stati insegnati nella vita, bisogna trovare uno scopo. Un qualcosa che ci interessa particolarmente. Gli esempi possono essere tanti:

– possiamo immaginare che queste molecole vanno a rinvigorire bambini denutriti

– possiamo immaginare che cadono e il vento le spazza via

– possiamo immaginare che di esse se ne nutriranno acari e microorganismi vari

trnews.it

Ognuno può pensare ciò che più gli sta a cuore, a seconda della sua personalità e del suo carattere, l’importante è idealizzare qualcosa. Qualcosa che davvero ci interessa, al quale crediamo ciecamente e vorremmo si realizzasse. Dovrete vedere con i vostri occhi quelle celluline che vagano, che si distaccano da voi. Dovrete visualizzare seriamente una persona magrissima diventare un poco più robusta e sorridere e ringraziarvi, o pesci contenti per l’alimento sostanzioso ricevuto. Dovrete realizzare con la vostra mente il vostro intento. C’è gente che cura a distanza, solo grazie alla sua concentrazione. E cura realmente. Non accadrà nessuna magia (o forse si potrebbe chiamare così), non arriverete a casa esili come fuscelli ma otterrete un risultato nettamente maggiore. Come già avevo spiegato, immaginare è fondamentale e importantissimo. Il termine Immaginare, rappresentare con la mente un’immagine, deriva dall’insieme delle parole – in me mago agere – che significa in me c’è un mago in grado di agire.

Walt Disney diceva – se lo puoi immaginare lo puoi fare -. E’ molto difficile in realtà. Il signor Disney la faceva facile, ma difficile non dev’essere sinonimo di impossibile ed è per questo che, con l’aiuto di uno scopo ben preciso, possiamo riuscire dove ci sembra completamente irrealizzabile. Alcune filosofie dichiarano che per dimagrire basta la forza del pensiero. Io ci credo fermamente ma non ve lo dirò mai perché chiudereste il mio blog e non lo leggereste più. E non avreste tutti i torti. Purtroppo non ci si riesce, è inutile, non siamo capaci, non siamo mai stati educati, formati ed abituati a farlo. Ma visto che in realtà, queste filosofie, non dicono il falso bisogna, a mio avviso, trovare la via di mezzo che potrà magari abituarci col tempo a rinforzare i nostri meccanismi mentali e diventare sempre più potenti da questo punto di vista.

E’ molto bello fare sport assieme a degli amici o camminare con qualcuno e scambiare quattro chiacchiere ma, per fare questo esercizio bisognerebbe, soprattutto le prime volte, essere da soli e stare in silenzio. Come vi ho detto, dovrete usare molto la mente e l’immaginazione e non avrete possibilità di essere inquinati e scombinati da discorsi e risate o, peggio ancora, disgrazie. La concentrazione è alla base. E dev’essere una concentrazione positiva in quanto, se lo fate solo perché lo avete letto qui ma senza la minima convinzione, non otterrete proprio nulla. Ricordatevi bene che quello che può ottenere qualcuno con la mente lo possono ottenere tutti. Qui non si parla di intelligenza, o istruzione, o fantasia, niente di tutto questo, l’unica cosa è la convinzione:

Ecco i vostri muscoli che lavorano, iniziano a piegarsi e distendersi… sopra di loro, uno spesso strato di grasso si piega e si distende con essi.

tuttogratis.it

Ecco, a forza di muoversi, questo tessuto adiposo dal colore biancastro, piano piano si sgretola e le sue particelle andranno nel sangue per essere poi espulse attraverso la pipì o le feci o il sudore (che poi è davvero quello che accade).

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Si, eccole fuoriuscire infatti dalla nostra pelle, attraversare i vestiti e…. ffffffffffff…… andare via, col vento, con l’aria che ci accarezza.

Anche le nostre arterie e le nostre vene hanno del grasso dentro, dobbiamo svuotarle, liberarle.

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Immaginiamo questi tubicini muoversi come i nostri muscoli e piccolissimi dischetti di grasso sciogliersi nel sangue che ci passa in mezzo. E andare via. Via da noi. Ok? Questo è quello che dovrete visualizzare. Provateci. E i risultati saranno reali.

Il potere della mente è incredibile.

Prosit!

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Esprimi un desiderio…

Quando ero una bimbetta, e poi anche da ragazzina, avevo un sistema tutto mio per esprimere e chiedere all’Universo che si avverassero i miei desideri. Prendevo dei pezzetti di carta, ci scrivevo sopra la richiesta, e poi durante la stagione invernale buttavo il mio foglietto nella stufa oppure, ci davo fuoco, fuori sul terrazzo o in bagno nel lavandino, sotto l’occhio vigile di mamma fintanto che non divenni in grado di compiere questa operazione da sola.

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Non ero una piromane, avevo escogitato questo mezzo in quanto, mi dava l’idea che, quel mio desiderio, quelle mie parole scritte, trasformatesi in fumo, salivano verso il cielo andandosi a mescolare con tutte le più piccole particelle universali e quindi, per forza di cose (ci aggiungevo anche una componente altamente scientifica), sarebbero diventate un tutt’uno con loro e “ascoltate”. E quindi apprese.

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Erano per me i tempi di Guccini e della triste ma bellissima “Auschwitz” in quando adoravo ascoltare mio padre che suonava e cantava le canzoni di uno dei suoi cantautori preferiti. Non riuscivo ancora a comprendere del tutto il truce e crudele messaggio di quella poesia ma, alcuni versi, mi rimanevano stampati nella testa creando un senso ben preciso nella mia mente: passato per il camino e adesso sono nel vento….. è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento….. eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento….. e ancora ci porta il vento….. Ma certo! Quelle povere anime ora non erano più carne e ossa ma, comunque, stavano continuando a vivere! Nel vento. Non sorridevano, ma erano a milioni… in quel vento. C’erano. La stessa cosa sarebbe accaduta ai miei desideri. Avrebbero continuato ad esistere. Non capivo ancora la precedente sofferenza di quelle persone, non conoscevo i forni e le camere a gas, mi si perdoni quindi quello che può essere preso come uno stupido paragone ma così non è. Era il ragionamento di una bimba. Erano persone decedute per un semplice processo naturale e passavano per il camino perché così faceva anche Babbo Natale. Quel camino, alias fumo per me, era come una porta d’accesso ad un’ambiente sconosciuto e misterioso che, solo avendo determinate caratteristiche, si poteva conoscere. Fatto sta, come spiegavo poc’anzi, io scrivevo, scrivevo e bruciavo, e bruciavo.

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La cosa bella era che i miei desideri, la maggior parte delle volte (non proprio sempre e poi vi spiegherò il perché)… si esaudivano! Dapprima iniziai con richieste infantili e umili. Un giochino, fare pace con la mamma che avevo fatto arrabbiare, poter andare nel lettone dei genitori per addormentarmi, il panino con la Nutella che in casa mia era solo un miraggio… (tanto mamma oggi sa che la penso come lei) etc, etc… Poi, cresciutella, iniziarono le richieste, ad essere dedicate ai ragazzini carini che mi piacevano un sacco e alla scuola, contro le possibili interrogazioni a sorpresa dalle quali potevo essere colpita a tradimento con quel maledettissimo metodo del – Tiriamo a sorte ragazzi! -.

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Non amavo passare le ore sui libri e detestavo la matematica che oggi invece apprezzo e m’incuriosisce molto quindi, date tempo ai vostri figli. Ero la classica ragazza “intelligente che non si applica”. Non sono mai stata una secchiona ma me la sono sempre cavata bene. Forse… anche grazie ai miei bigliettini di carta. Vedete, oggi, so benissimo che il foglietto in realtà non c’entrava nulla. A far accadere ciò che richiedevo, tramite una specie di legge di attrazione, era semplicemente l’energia e, soprattutto, la veridicità che io sentivo per quella mia azione. Per me era un vero rito. M’impegnavo a scrivere quelle parole e mi impegnavo poi a dar loro fuoco. Non era una cosa così, tanto per fare.

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Le bruciavo con la mia pancia, con il mio cuore e le buttavo sulla carta piene d’emozione. Più di una preghiera. Avevo la pelle d’oca, le farfalle nello stomaco. Poi ringraziavo, guardando le fiamme, e accompagnavo con dolci parole quel fumo grigio che iniziava a salire attorcigliandosi su se stesso e formando piccoli arabeschi azzurrognoli nell’aria. L’odore di bruciato mi entrava nelle narici e, curioso, andava fin dentro ai polmoni. Quelle scritte erano anche dentro di me oltre che fuori. Un tutt’uno vero e proprio. Oggi scrivo ancora, a modo mio, e ancora ascolto Auschwitz a modo mio, ma non brucio più nulla. Ho capito che basta emozionarsi. Esattamente. Se una cosa viene richiesta con l’emozione si avvera. Non con la voce, non con la penna, non con il pensiero… con l’emozione. Non è che si avvera…, è che siamo noi stessi ad innescare il meccanismo di creazione della cosa che stiamo dicendo. DICENDO e non CHIEDENDO. Essa inizierà, in un modo o nell’altro a prendere vita ma, solo ed esclusivamente attraverso l’emozione. Ma esiste un però, ossia che: l’Universo potrebbe non darci subito ciò che vogliamo. Prima ci darà ciò di cui abbiamo bisogno per arrivare poi ad ottenere ciò che desideriamo. Mi spiego meglio in quanto può sembrare un paradosso. Se io esprimo il desiderio di poter avere tanti soldi (con l’emozione!), immediatamente le forze universali si muoveranno per portarmi quello che voglio. Gira, gira, in un modo o nell’altro, prima o poi riuscirò ad averli ma, quei soldi, non compariranno davanti a me con un “Puff!” all’improvviso, come si vede nei cartoni animati. L’Universo prima mi sottoporrà ad una specie di esame senza che nemmeno io me ne possa rendere conto. Potrà addirittura capitare che io perda il portafogli. Ma come? Proprio adesso che avevo chiesto più soldi, perdo anche quei pochi che avevo in tasca? Si. Si perché l’Universo non vuole che io abbia dei bisogni. Se io sento un “bisogno” significa che non mi considero energia divina e universale in quanto, se così fosse, non avrei bisogno proprio di nulla! L’Universo allora prima farà si che io elimini il bisogno che sento dentro di me, dopodichè mi arriveranno automaticamente i soldi che volevo. Arriveranno perché non devo soddisfare un bisogno. Li voglio e basta. L’Universo non è buonista e se non riusciamo a capire questo passaggio, i soldi non arriveranno o meglio, arriveranno ma non li potremmo avere. Ci hanno insegnato a chiedere quando avevamo bisogno e non a chiedere solo per il gusto di chiedere. Saremmo passati per egoisti, maleducati e pretenziosi. Avremmo dovuto invece supplicare e inginocchiarci anche solo per poter sfamare un figlio. Ma l’Universo non ragiona così. Perché prima vi ho detto che alcuni desideri non mi si avveravano? Perché li chiedevo con la paura! Sprigionando un timore. Parliamo delle famose interrogazioni a sorpresa. Io non chiedevo (ai tempi ero giovincella e quindi “chiedevo” non “dicevo”), perché semplicemente non volevo essere interrogata, io lo chiedevo perché non avevo studiato e avevo paura della professoressa e avevo paura del suo voto e di conseguenza della reazione dei miei genitori, castighi e via discorrendo. Tutte ansie e catastrofi dentro di me che dovevo eliminare! Al di là dello studiare o non studiare una lezione. L’Universo voleva che io vivessi serenamente senza timori. Uno spirito libero e divino. “Che soldi, che interrogazioni, che sgridate….! Nel mio mondo non esistono queste cose”, dice l’Universo. Nel nostro invece si, ma grazie all’emozione potremmo vivere in modo diverso. L’emozione… quella deve rimanere inviolata, ed essere come vuole lui. L’emozione non può togliercela nessuno, hanno forse provato a spegnerla, ma c’è. Capitava così che, l’indomani, come una sorta di punizione, mi sentivo dire tra il vociare e il sospirare dei miei compagni di classe – Meg… interrogata -. Porca miseria! Il mio rito non aveva funzionato. Aveva funzionato benissimo invece e l’Universo mi aveva ascoltata. “Bene”, mi diceva “non vuoi essere interrogata domani? Perché? Perché hai paura? E allora ciò che riceverai da me sarà paura”. L’esaudirsi ossia, di ciò che hai espresso. Non perché egli sia vendicativo, semplicemente mi stava dando ciò che io avevo emanato. Un riflesso. Quando invece chiedevo le cose con gioia, ricevevo gioia e la gioia mi permetteva di prendere di conseguenza tutto ciò che volevo. Bisogna abbandonare il bisogno, scusate il gioco di parole, se vogliamo che si avveri la nostra affermazione. Senza il bisogno, rimane lo spazio per la Meraviglia.

Prosit!

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