…nel senso che pregare non significa solo quello che ci ha insegnato la nostra religione, qualunque essa sia. Se io vi dico di pregare e siete dei cattolici, vi verrà subito in mente il “Padre Nostro” o l’”Ave Maria” o, ancora, “esprimere una specie di desiderio”, ma non è quello che s’intende nel più viscerale termine della parola.
Con tutto il rispetto per le preghiere inventate nei secoli dei secoli e imparate a memoria, degne di essere nominate poesie, che ci permettono di rivolgerci direttamente a colui in cui poniamo la nostra fede, pregare significa rivolgere un nostro pensiero a qualcosa di più grande di noi che non deve per forza avere un nome. Non deve assolutamente essere una figura immaginaria o appartenere ad una religione. La preghiera è un linguaggio universale ( come l’amore – è amore ) che porta la nostra richiesta dentro alle forze dell’Universo, dentro a delle energie in grado di ascoltarci e aiutarci. Chiunque sa che, per pregare, non è necessario elencare una serie di termini imparati a memoria ma è possibile semplicemente descrivere, con le proprie parole, l’avvenimento che ci imprigiona. Non è solo questo però. Significa credere veramente in ciò che vorremmo, in ciò che ci risanerebbe l’anima. Crederlo dal nostro più profondo. Dalla pancia e non dalla mente. Crederlo e non sperarlo. Credere non Chiedere. Non bisogna avere solo la vaga speranza o, ancor di più, non dobbiamo temere, come ci hanno insegnato, di non meritarci eventualmente l’esaudirsi della nostra richiesta. Fuori da una sala operatoria, il credente si rivolge al suo Signore chiedendo di compiere il miracolo. L’ateo, si rivolge col pensiero al medico, sperando che riesca a fare bene il suo lavoro. Ebbene, ognuno dei due, sta in qualche modo pregando come meglio crede, come sa, verso chi pone la sua fiducia. Ma nessuno dei due sta aprendo la sua energia, nessuno dei due sta divinizzando il suo essere, quello umano. Nessuno dei due si sta “incorporando” in Dio. Salvatore Brizzi, esperto di alchimia trasformativa, nel suo manuale “Risvegliare la macchina biologica per utilizzarla come strumento magico” che consiglio a tutti di leggere, spiega come la preghiera sia un vero mezzo curativo dal potere enorme. Afferma che la preghiera autentica non consiste nel chiedere a Dio ciò di cui crediamo o sappiamo in quel momento di avere bisogno ma, nel trasformarci interiormente, nell’elevare la nostra coscienza fino a identificarci con la coscienza stessa di Dio. Johann Georg Gichtel, mistico tedesco, afferma persino questo – Pregare rettamente non consiste nel pronunciare delle parole ma nell’inabissare lo spirito o la volontà dell’anima in Dio -.
Ora, per comprendere meglio, dobbiamo fare però un passo indietro e capire chi è Dio (così per lo meno lo si chiama) per chi non crede abbia barba bianca e tanti, tanti anni. Dio è il tutto. Non solo perciò un’entità superiore dotata di potenza straordinaria variamente denominata e significata nelle diverse culture religiose. Dio è lo spazio, è un gattino, è un albero, è l’aria, è la galassia, è il ciottolo di fiume, è il caos, è la pace, è un chicco di riso. Ma soprattutto è l’energia. L’insieme di forze energetiche che permettono la vita. Dio è vita. L’uomo è vita. L’uomo è Dio. Una parte di esso. Un Essere Divino. L’essere umano è Dio. Pregare per innalzarsi ad essere Dio a comportarci come tale, con la nostra potenza che hanno per anni inibito e minato. – Mai potersi mettere al cospetto di Dio -. Ci dicevano, ci dicono. Perché invece Dio è, secondo me, anche per gli atei? Perché non è la figura di una religione. L’ateo è Dio. Ma nessuno lo ha mai detto. Siamo un insieme di cellule che formano un’immensa divinità. Noi siamo Dio e abbiamo anche noi un potere immenso, il potere della nostra energia.
” Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino ” (Cit.). Così come un corpo è formato da tante cellule, l’universo è formato da tante cellule. Madre Teresa di Calcutta, conosciuta per essere una grande religiosa e soprattutto credente, diceva – …perché io vedo Dio in ogni sua manifestazione -. Si. Anche nelle guerre, negli omicidi, nella morte, c’è Dio. In ciò che alcuni non accettano, in ciò che alcuni invece compiono. Perché noi siamo Dio. La preghiera quindi è una fantastica medicina. È un innalzamento di noi stessi. E’ un riconoscere la nostra divinità, la nostra potenza. Per cui pregate. Senza chiese, senza templi, senza speranze. Senza parole… pregate con l’anima. Pregate e basta. Siate ciò che siete in realtà. Una parte di Dio. Siate ciò che Dio vorrebbe. Fate parte di lui. Questo, per me, significa pregare.
Prosit!
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Ciao Magada – Pigmy 😉 … da quando mi somno staccata dalla religione cattolica, ho smesso con le preghiere di rito ( tipo padre nostro, ave maria ecc ) oggi quando sono con me stessa in pace faccio tipo dialoghi con il Creatore, e questo mi fa sentire lui più vicino a me…
cara ora ti saluto ci sentiamo fra 10 giorni un fortissimo abbraccio Pif
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Ok ti aspetterò qui Pif cara! Un bacione 🙂
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bellissima riflessione
– Pregare rettamente non consiste nel pronunciare delle parole ma nell’inabissare lo spirito o la volontà dell’anima in Dio —
se ci arrivassimo tutti!
kiss e buon fine settimana cara magda♥
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So che tu Rosa sei molto credente e mi fa molto piacere quindi questo tuo commento. Già, se ci arrivassimo tutti. Grazie Rosa, un abbraccio di buona giornata.
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♥♥♥ smackkkkkk
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