L’Ansia riposa nell’Apparato Digerente

Prima di andare al nocciolo del discorso chiarisco che l’Ansia è data dalla Paura (che trova sede nei Reni) e porta Tristezza (che ha sede nei Polmoni) quindi, si hanno sicuramente manifestazioni anche da parte di questi organi ma c’è un intero apparato, nella quale essa riposa, si nutre e si trastulla, che è il nostro Apparato Digerente, in principal modo simboleggiato dallo Stomaco e dall’Intestino e, devo dire, anche dal Pancreas.

Dallo Stomaco, inoltre, spesso, si mostra anche sulle labbra attraverso l’Herpes Simplex.

Ma iniziamo a parlare di lei. Che cos’è l’Ansia? E’ un’emozione, figlia della Paura, che da questa nasce, piccola piccola, dentro di noi (nel nostro “mare dentro” – cioè il Ventre) e cresce fino a diventare la nostra padrona.

Naturalmente, la percepiamo poi anche nella testa, nel senso che sono i pensieri a far nascere determinate sensazioni e stati d’animo: attacchi di panico, stress, fobie, ossessioni, timori, preoccupazioni, etc… fino ad arrivare a quelli che possiamo definire “Demoni” che, a causa dell’ansia, Demone anch’essa, ci fanno diventare: avidi, lamentosi, egoisti, gelosi, possessivi, rabbiosi, nevrotici, inebetiti, etc…

Quindi, si nota chiaramente come sia uno stato emotivo che ci opprime ovunque, in tutto ciò che siamo e che governa tutto ciò che facciamo o come reagiamo.

Le cause che indicano un malfunzionamento del nostro Apparato Digerente, il quale parte dalla Bocca e finisce all’Ano, sono molteplici e comprendono ogni tipo di disturbo, dai denti/gengive – non riuscire a prendere delle decisioni (paura) alla defecazione, stitichezza o diarrea – trattenere le emozioni o espellere ciò che ci agita (paura). Più, tutto quello che ci sta in mezzo. Ma, a predominare su tutto, c’è sempre lui, uno stato d’Ansia, celato o meno, che coordina il nostro vivere.

Esso può essere molto intenso, altamente visibile anche esteriormente o più nascosto, leggero, ma comunque perenne. Quest’ultimo non sfocia in crisi o eventi eclatanti ma logora nel quotidiano, rosicchiando parti di noi come un tarlo.

Detto questo, se mi riferisco al periodo che abbiamo appena vissuto non ancora del tutto finito e che ricorderemo come il periodo del Corona Virus, mi vien da pensare che di ansia, alcuni di noi, possono averne provata tanta. Vuoi la paura nei confronti di un nemico invisibile, vuoi il convivere con persone che non stavano bene, il terrorismo psicologico, il dover lavorare nei settori che facevano di tutto per salvare vite umane… insomma, è sicuramente stato un momento della nostra vita molto stressante e potrà capitare, se non lo ha già fatto, che il nostro organismo “scarichi” questa tensione in qualche modo. Attraverso cioè un disturbo all’Apparato Digerente.

Ovviamente questo vale anche per chi si porta dietro malesseri da tempo, tuttavia, l’importante è comprendere cosa il nostro fisico sta cercando di dirci. Serbiamo in noi una sorta di agitazione. Possiamo essere compressi. Inquieti. Destabilizzati. Anche se non ce ne accorgiamo.

Siamo, e siamo stati, tutti vittime dell’apprensione, fosse anche solo per aver tentato di tranquillizzare chi era con noi, quindi, se dovesse capitarci di risentirne, nelle zone che vi ho detto, cerchiamo solo di rilassarci il più possibile provando, assolutamente, di immaginare il bello e la tranquillità intorno a noi.

Con amore, massaggiamo la nostra pancia come a coccolarla, doniamo a lei pace, come una madre farebbe con una figlia e ripetiamo a noi stessi che tutto si è sistemato, che stiamo bene. Anche se ci vediamo circondati dai problemi e anche se proviamo malessere, diciamo ugualmente queste cose e queste parole amorevoli perché, se riusciamo a convincere il cervello, poi tutto si sistema.

Non dimentichiamo che la pancia è la nostra seconda intelligenza. Lì dentro avvengono importantissimi meccanismi che hanno a che vedere con tutto il nostro Essere e, trattando bene lei, significa trattare bene noi stessi. Cullandoci, rasserenandoci e mostrandoci la vita che preferiamo.

Per circa tre mesi abbiamo permesso alla Paura di coordinare la nostra vita, adesso, meritiamo di farci amministrare dalla serenità.

Prosit!

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Il segno sui piedi di un trauma alle lombari e agli organi riflessi

Evito di ripetermi dicendo che nulla è assoluto quindi vado subito al sodo mostrando cosa solitamente appare sulla parte interna del piede di una persona che ha, o ha avuto, problemi alla colonna vertebrale.

Osserviamo questa parte del piede che riflette le vertebre lombari e i loro eventuali problemi: un incidente, un’ernia, una malformazione… qualsiasi disturbo viene definito attraverso una linea che in caso di lieve fastidio appare come una piccola ruga, mentre, se il trauma è stato consistente diventa un solco lungo e profondo.

“Magicamente” si disegna sul piede questo tratto (che ho indicato con una freccia verde) ma non solo. Nel caso in cui il trauma abbia interessato di più la parte sinistra della colonna, questa linea apparirà sul piede sinistro e viceversa. Difficilmente sbaglierete nel notare una riga più accentuata delle altre in questa zona, se chiedete cosa sia capitato alla schiena di quella persona. Ma potete andare ben oltre a questo argomento anche se, scendendo più in profondità, la questione si infittisce un pochino.

Ebbene la nostra spina dorsale è lo specchio dei nostri organi interni.

Le vertebre cervicali, ad esempio, riflettono le parti della gola: tiroide, laringe, faringe, corde vocali, etc…

Le vertebre dorsali rispecchiano la salute del cuore, dei polmoni, del fegato, dello stomaco, etc…

Le lombari, come le sacrali, l’apparato riproduttivo, quello urinario, quello digerente…

Quindi, quando abbiamo un problema che ci affligge alle vertebre possiamo anche pensare ad un avviso che vogliono darci in base all’organo che sta loro davanti.

Attenzione però: questo non significa che il nostro cuore, o il nostro intestino, o il nostro pancreas hanno dei seri problemi. Può essere così ma si deve anche pensare che, probabilmente, questi organi sono semplicemente stanchi, o indeboliti, o irrigiditi in base alle troppe emozioni negative provate e che hanno sede in loro.

Se per ipotesi si è persone molto ansiose, e si rovina quindi la natura serena dei propri organi inerenti all’apparato digerente (sede dell’ansia), che si nutrono della preoccupazione e custodiscono il timore esagerato, potrà capitare di sentire dei dolori alle vertebre corrispondenti.

Il solco che vedete nell’immagine si trova sul mio piede. Chi mi segue da tempo conosce bene l’avventura che ho vissuto con la mia amica Ernia, un’ernia che mi ha procurato seri e gravi problemi, ma è a conoscenza anche di un’emorragia all’ovaia che ho subito un po’ di tempo fa.

Come avevo già scritto, e riassumendolo adesso molto brevemente, il significato dei due disturbi (zona lombare: autostima – ovaie: femminilità) se preso in blocco, in un unico finale, mi stava suggerendo che come donna mi stavo autosvalutando, lasciandomi sottomettere e senza far valere chi ero davvero. Non avevo nessun tipo di autorità, ne’ orgoglio visto come dignità.

Abbandonavo, soffocandolo e reprimendolo, il mio lato femminile nutrendo di più quello maschile per avere più forza e poter così arrancare meglio nella vita e sopravvivere.

Non capivo che, in quel modo, stavo solo facendo resistenza ad una forza che si sarebbe fatta ancora più potente. Dovevo solo lasciar andare e nutrire invece la mia vera bellezza. Quella per la quale ero nata. Coltivando ciò che ero e lasciando divampare la mia meraviglia, sarebbe diventata così grande e così piena da eliminare essa stessa, automaticamente, tutti i problemi che derivavano da quel mio vivere. Cioè ho agito all’incontrario.

Quel “mostro”, residente nel mio inconscio, non dovevo ucciderlo, mi bastava non dargli più da mangiare e pensare invece, con tutte le mie energie, all’angelo che c’era di fianco. Il primo sarebbe morto di fame e l’altro sarebbe cresciuto.

Ora, infatti, sto benissimo. Non soffro più di questi problemi che per molto tempo mi hanno afflitta ma, quel particolare segno, visto come un simbolo, resta lì, sempre ben visibile a consigliarmi di continuare come sto facendo e non ricadere più in quella brutta trappola che mi ha portato solo angoscia.

Vorrei sottolineare che questa linea (che ovviamente non avevo prima dei disturbi che vi ho descritto) si trova sul mio piede sinistro, guarda caso proprio dalla stessa parte in cui è fuoriuscita l’ernia.

La nostra parte sinistra è la parte femminile quella corrispondente alla femminilità di ognuno di noi (uomini e donne). È la parte corrispondente alla Madre ma anche ad altri ruoli femminili con i quali abbiamo a che fare anche se solitamente più secondari: sorella, migliore amica, figlia… tutto quadrava.

La mia parte femminile non ce la faceva più a vivere nascosta e inibita, e non ce la faceva più neanche quella destra (maschile – parte del Padre) costretta, da anni, a un duro ed esagerato lavoro.

Dall’alluce al tallone, la nostra colonna vertebrale è disegnata lì, lungo la parte interna dei nostri piedi. Provate a leggerla o a tradurla. Reca messaggi assai importanti.

Oggi vi ho parlato esclusivamente della zona lombare la quale meritava un articolo tutto per sé ma ogni parte è fondamentale e ha tanto da dire, perciò non vi resta che attendere i prossimi articoli inerenti a questo affascinante argomento.

Prosit!

Bruciori di Stomaco – la Rabbia degli uomini, delle donne e della dolce attesa

CIO’ CHE MI E’ SUCCESSO PROPRIO NON LO DIGERISCO

La rabbia scalda dentro, brucia come un fuoco, brucia nello Stomaco.

Lo Stomaco, organo del nostro apparato digerente, il quale riceve il cibo ed è ricco di ghiandole in grado di secernere sostanze utili alla digestione, è anche sede dell’ansia. Provare ansia, oltre che a spaventare inconsciamente, ossia far vivere attanagliati dalla preoccupazione (figlia della paura) fa anche arrabbiare. Fa arrabbiare perché non si vorrebbe provare ansia. Si vorrebbe essere padroni di se stessi e riuscire a governare facilmente gli avvenimenti della vita senza farsi soffocare dai timori e dalle inquietudini. Per questo, l’ira, pur avendo la tana nel Fegato, diventa la protagonista in questo organo che è lo Stomaco e si fa sentire attraverso forti bruciori che, dall’esofago, possono risalire fino alla gola e diventare davvero fastidiosi.

Lo Stomaco riceve il cibo e lo lavora rendendolo adatto a passare nell’intestino per essere poi ulteriormente suddiviso tra sostanze nutritive che verranno assorbite dall’organismo e sostanze di scarto che verranno espulse. Senza questo precedente lavoro, importantissimo, dello Stomaco, non solo non si digerirà bene ma non si potrà nutrire bene il nostro corpo. Attraverso il consumo esagerato di cibi con Ph acido o alcalino si va incontro, senza un salutare equilibrio, ad una ribellione dello Stomaco manifestata attraverso fastidi di vario genere ma, nell’ambito della psicosomatica, si può anche osservare un messaggio oltre ad occuparci di intraprendere una dieta migliore. Quando si parla di ingerire, non si intende solo alimenti ma anche situazioni.

Il messaggio in questione è: c’è una situazione che sto vivendo, o che ho conosciuto, che proprio non digerisco e mi fa arrabbiare tantissimo. Oppure: c’è una situazione che vivo quotidianamente, non eclatante ma continua, che ogni giorno mi opprime, mi infastidisce, magari inconsciamente e che inconsciamente mi fa arrabbiare tantissimo.

Se poi si è persone sanguigne, abitudinariamente colleriche, energiche e irritabili, ancora di più.

L’UNIONE FA LA FORZA

Occorre quindi mangiare bene (assolutamente) ma ricorrere anche a porsi certe domande e provare a trovare la soluzione, in questo caso, la parola d’ordine dev’essere: TRANQUILLITA’.

Non intendo dire di non fare più determinate cose. Quando si parla di tranquillità, tutti subito a sbuffare e a dire – Eeeeh…. magari! -. Continuate pure la vostra vita frenetica ma è come prendete le cose che fa la differenza. Sono le emozioni che provate a fare tutto. Provate a incavolarvi di meno. Se ogni cosa vi preoccupa e vi irrita, dovreste provare a pensare un po’ di più che il mondo va avanti lo stesso e andrebbe avanti anche senza di voi. Vi state facendo ansia e rabbia inutili. So bene che siete sicuramente persone che cercano di fare il meglio e di consigliare il meglio agli altri, affinché non inciampino in situazioni scomode ma a tutto c’è un limite. So bene che ci tenete al vostro onore, a fare sempre bella figura, ad avere sempre la coscienza apposto e ci tenete molto ai vostri cari, tanto da non volerli mai vedere soffrire, ma non è ingurgitando e nutrendo collera, lasciandola poi lì a sopire, che risolvete le situazioni. Anzi, così facendo, potreste rischiare di divenire pedanti e noiosi da meritare bugie, anziché la verità, da parte di chi vi sta attorno per il semplice fatto che non vi si vuole far alterare e non si ha voglia di sentire sempre la vostra morale.

Probabilmente siete delle pentole di fagioli sempre in ebollizione ma, questo bollore, oltre che a infastidire gli altri, fa male a voi. Vi sta cuocendo un organo importantissimo e, dai bruciori, si passa poi a gastriti e via dicendo.

IL MONDO E’ BELLO PERCHE’ E’ VARIO

Il mondo è bello anche perché è vario. Imparate a vedere più bellezza. Toglietevi quei paraocchi e quelle paure. Non è sempre male ciò che è diverso, anzi… a volte si possono scoprire ottime nuove soluzioni.

Non è facile accettare e concepire le ingiustizie, fatevi sentire, ribadite il vostro potere, ma poi dovreste riuscire a staccare, a lasciar andare. Basta! Via da voi quell’immondizia che nuoce. La repressione e la sopportazione sono deleterie. Vi corrodono letteralmente. Se gli altri si comportano male, è giusto reagire ma deve poi finire lì. Quello che covate non vi porta a nulla di buono. Vi obbligherà in futuro, se continuate, a prendere delle pastiglie o a non poter più godere dei vostri alimenti preferiti. Vi pare sensato? Rifletteteci.

Vi accorgerete, con il tempo, che la vostra è prettamente un’abitudine. Siete fatti così, nessuna colpa, ma potete cambiare (almeno in certe circostanze) e vi renderete conto, in futuro, che la stessa cosa che un tempo vi faceva fare del sangue marcio (altra bellissima definizione che mi auguro capiate) oggi non vi tocca più come prima, voi state meglio, eppure tutto va avanti ugualmente.

MASTICARE POCO

Al contrario di quella che dev’essere una buona abitudine mentre si mangia, ossia masticare parecchio il boccone con i denti e la saliva per facilitare il lavoro degli altri organi, riguardo agli eventi o le persone della vita, che infastidiscono, consiglio di masticare ben poco. Cioè, ironicamente, vi sto consigliando: evitate di rimuginare. Anzi, l’ideale sarebbe sputare l’amaro boccone al fine di non ingerirlo e allontanarlo così da voi. Via! Sciò! – Tu dentro di me non entri, fai schifo! -.

DONNA IN GRAVIDANZA, BRUCIORI AD OLTRANZA

Sono molte le donne in gravidanza che soffrono di bruciori allo Stomaco pur non avendo mai sofferto di questo disturbo nella loro vita.

La tradizione dice che, quando in dolce attesa, si percepisce questo fastidio è perché il bimbo è pieno di capelli. Vi posso assicurare che io ho sofferto di bruciori nei mesi in cui mio figlio era dentro la mia pancia, ma quando è nato sembrava il Tenente Kojak in miniatura. Aveva una leggerissima aureola di peluria a circondargli la crapa ma, per il resto, era pelato come una palla da biliardo. Bello lui! Le usanze però sono carine, diciamolo, ma dobbiamo anche saper valutare altro. Una donna incinta infatti è più sensibile al di là del fatto che, lo ribadisco, è più sensibile anche dal punto di vista alimentare. Gli ormoni lavorano diversamente e si ritrova inoltre a vivere una situazione probabilmente mai vissuta prima, in caso di primo figlio.

E allora giù con consigli e ammonizioni da parte dei parenti che ne sanno più di lei (pure i parenti del marito ovviamente). E giù con le ansie che le amiche le mettono quando, anziché tranquillizzarla, le raccontano del loro drammatico parto che mai più lo rifarebbero. E giù con gli obblighi perché altrimenti succedono cose spaventose. E giù con le scaramanzie e la superstizione che se fai così al bambino gli si attorciglia il cordone ombelicale al collo e se fai cosà nasce con dei gravi problemi. Senza tralasciare l’agitazione e l’apprensione che la futura mamma ha di suo. Capirete che, a questo punto, i bruciori di Stomaco sono il minimo nevvero?

CHIAMIAMO I POMPIERI

Arrivano i nostri! Proviamo a spegnere questo fuoco che ustiona.

Chiamiamo i pompieri che abbiamo dentro, nascosti, ma ci sono. Sono le nostre capacità. Quelle che ci permettono, se lo vogliamo, con un po’ di buona volontà, di migliorare e vivere nel benessere. A volte non è vero che non ce la si fa, a volte, semplicemente, non se ne ha voglia. Ma serve metterci una buona dose di impegno. La ricompensa però è grande. Niente fastidi allo Stomaco e la possibilità di togliersi qualche sfizio goloso ogni tanto.

Prosit!

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Erezione Maschile e Cervello in Vasca

SI PUO’ FAREEEEEEEE!!!! (………FORSE)

Immagino conosciate tutti il bizzarro esperimento idealizzato da Hilary Putman all’inizio degli anni ’80. No? Allora ve lo racconto in breve.

Il filosofo e matematico Putman (1926 – 2016), ipotizzò di prendere il cervello di un uomo, metterlo all’interno di una vasca piena di un liquido apposito, in grado di mantenere vivo l’organo, e attaccare ad esso degli elettrodi collegati a loro volta ad un computer. Il computer avrebbe poi mandato, attraverso cavi appositi, delle immagini che, il cervello, avrebbe riconosciuto.

Praticamente quello che succede a noi stessi cioè al nostro cervello che è chiuso all’interno di una cassa (cranica) ed è come quello in vasca.

Attraverso i nostri neuroni ed impulsi elettrici mandiamo materiale al nostro cervello (tramite il Sistema Nervoso Centrale – SNC) il quale elabora i segnali che gli giungono dall’esterno e ci rimanda il tutto sottoforma di sensazioni (facciamola semplice). Nel caso delle immagini, in pratica, funziona tutto proprio come nel caso del computer collegato al cervello in vasca, in quanto, pure il nostro cervello non vede e non sente nulla di per sé.

Tutto questo per far capire come il cervello vive ciò che noi gli facciamo vivere.

Ad un uomo accade che se inizia a pensare ad una donna attraente e la immagina in un contesto provocante ed erotico, anche se questa è solo una visualizzazione e in realtà la donna vicino a lui non c’è, egli cede ad una trasformazione assolutamente fisica, oltre che emozionale, come se davvero dovesse procedere verso un rapporto sessuale. E anche il “fratellino” dei maschietti è chiuso (non sempre, ma spesso si) all’interno di slip e pantaloni. Anche lui, come il cervello, privo di una sua personalità e facoltà di decisione (e dai… smettetela! E’ una cosa seria).

Cosa significa tutto ciò? Significa che i nostri pensieri e le nostre immaginazioni hanno il potere reale di trasformare fisiologicamente il nostro corpo.

…..E’ IL MIO CORPO CHE CAMBIA (LITFIBA)

Non tutte le trasformazioni sono evidenti come quella del pene ma comunque accadono.

L’arresto o la maggior fuoriuscita di alcuni ormoni (o neurotrasmettitori) sono manifestazioni che veramente succedono e in base all’emozione provata.

Lo stesso turgore del pene lo subiscono anche altri organi a causa di altre emozioni ovviamente.

Ora, il membro maschile s’inturgidisce (si può dire “inturgidisce”? Mi sembra di si) a causa di un complesso fenomeno nel quale esercitano un’azione sia il sistema ormonale, che nervoso e anche psicologico e che vede alla sua base una potente vasodilatazione ordinata da un riflesso spinale. Tutto questo avviene nei confronti di una situazione considerata – piacevole – ma, come ho già detto, la secrezione o meno di diverse sostanze all’interno del nostro organismo, se in disequilibrio rispetto alla norma, provoca un indurimento tessutale molto meno soddisfacente di quella del “migliore amico” dell’uomo (…che non è il cane).

Ritrovarsi così con: Cuore, Polmoni, Reni, etc… meno elastici rispetto alla loro natura, non ha niente di meraviglioso.

SLALOM GIGANTI E PERCORSI FACILITATI

Ma la cosa principale che volevo farvi passare è anche un’altra. L’abitudine di certi pensieri, sempre simili, va a fissarsi nella Rete Neurale Chimica (dovete sapere che i segnali, da neurone a neurone, ad un certo punto cambiano e da elettrici diventano chimici) e crea una sorta di “dipendenza” ossia che così: è sempre. Se noi quindi riusciamo ad interrompere un pensiero, cioè a non fare sempre gli stessi pensieri, cambiamo faccia anche alle reti neurali e quindi rompiamo la “dipendenza”. Come “dipendenza” intendo, ad esempio, pensare al proprio lavoro e preoccuparsi “automaticamente” per quella determinata cosa ogni giorno. O dare sempre un risvolto negativo ai risultati che immaginiamo. Sono strade già percorse all’interno del nostro cervello e quindi, i pensieri, prendono quelle vie finchè non siamo noi a far cambiar percorso al pensiero. Per loro è più facile andare verso quella via, ci sono abituati, è come se ci andassero automaticamente.

UNA REALTA’ AD LIBITUM

Ecco perché costruiamo sempre la stessa realtà, frequentiamo sempre le stesse persone (ossia persone con lo stesso messaggio per noi), perché ci sentiamo sempre inferiori, perché facciamo sempre quella cosa anche se ci causa sofferenza, etc…

Eppure… c’è un’infinità (quindi incalcolabile) di possibilità che ci circondano.

Ci sembra che ci accadono delle cose verso le quali non siamo coscienti e ci chiediamo come mai le stiamo vivendo.

Queste strade del cervello si ispessiscono sempre di più fino a condizionarci.

Possiamo modificare la realtà che ci circonda. Possiamo immaginare il meglio per noi e farlo accadere ma, ogni volta che proviamo a visualizzare quella determinata cosa ci sembra sciocco, impossibile, assurdo!

CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO

In realtà, non è bene immaginare cose troppo diverse da quelle che stiamo vivendo. La nostra mente è troppo potente e ci remerebbe contro. Siamo sue vittime e periremmo al suo cospetto. Quindi dobbiamo fare piccoli passi. Sarebbe infatti inutile, e poco proficuo, immaginarsi pieni di soldi quando facciamo fatica ad arrivare a fine mese. Ma… possiamo iniziare ad immaginarci con i soldi giusti al momento giusto. Se NON facciamo nessun tipo di attrito questo accadrà e, accadendo, ci darà l’inconscia forza di riprovare e sempre un po’ di più, sempre un po’ di più, potendoci poi sbilanciare verso visualizzazioni stupende e che si concretizzeranno.

Prosit!

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La Psoriasi – uno scudo che protegge

Sulla Psoriasi penso di averne sentite di tutti i colori perciò penso anche di poter dire la mia… dal punto di vista psicosomatico s’intende.

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Innanzi tutto la Psoriasi è una malattia della pelle e compare presentandosi con chiazze rossastre ricoperte da squame bianche o grigie. Colpisce prevalentemente alcune zone del corpo ma può sopraggiungere ovunque, in qualsiasi parte, persino sulle unghie, a qualsiasi età e in entrambi i sessi. La comparsa della Psoriasi può avvenire per diversi fattori a livello fisiologico e scientifico ma, dietro la sua apparizione, secondo alcune filosofie, c’è sempre, nell’inconscio, una vissuta situazione di abbandono o di separazione che ha fatto male e che ancora non si è dimenticata pur non rendendosene conto.

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Secondo i meccanismi mentali di un individuo, anche la semplice disattenzione di un genitore nei propri confronti, o del proprio partner, può essere vista come distacco e può far soffrire molto.

La Psoriasi infatti, riguardando la pelle (che sappiamo essere strettamente collegata ai Reni e ai Polmoni), è l’insieme di due grandi emozioni negative: la Paura (che ha sede nei Reni) e la Tristezza (che ha sede nei Polmoni).

Non per niente provare Paura, con l’andar del tempo, rende tristi.

Nei Polmoni s’introduce l’aria nuova, l’ossigeno fonte di vita, mentre dai Reni si espelle tutto ciò che non serve più, gli scarti, le tossine e, ad avvolgere questo ciclo vitale e quotidiano, c’è appunto la nostra cute che si nutre delle emozioni provate nei due determinati organi e se ne fa carico.

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Come i Polmoni e come i Reni la pelle infatti è in grado di assorbire sostanze dall’esterno o eliminare sostanze interne e aiuta questi organi, quando sono troppi gli elementi da annullare, rovinandosi o ammalandosi essa stessa.

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Da bambini, l’essere messi da parte e presi in giro dai compagni è una situazione bruttissima da vivere, così come spiacevole è assistere alle continue e violente litigate dei genitori alle quali non si prende parte ma si vivono assumendosi una sorta di colpa che allontana. Memorie che rimangono purtroppo indelebili e questi sono solo banali esempi.

Quando da adulti, un qualsiasi fattore risveglia quel ricordo, ecco che in noi si rivive la stessa medesima situazione e questa volta ancora più insopportabile sempre, ovviamente, senza mai rendersene conto.

Molte persone, affette da Psoriasi, quando iniziano a ragionare su questi avvenimenti, non ricordano di aver vissuto vicende del genere anzi, si sono sempre sentiti amati da mamma e papà, sempre cercati dagli amici e sempre gioiosi nelle loro attività sociali.

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E’ naturale, un padre che parte per lavoro ma chiama ogni giorno facendo sentire il proprio figlio importante per lui e ogni volta che torna a casa non dimentica mai una sorpresa, lascia ovviamente un bel ricordo, amorevole e affettuoso ma, seduto a tavola, durante il pasto serale, non c’è o non c’è più. Quella sedia è vuota e gli occhi del bambino la osservano, la notano fredda, inanime, lontana, distaccata dal dolce focolare domestico che ora condivide solo con la madre.

Il fratello maggiore che si sposa e va a vivere in un’altra casa, la sorellina più piccola che può restare con la mamma mentre noi invece si va a scuola… potrei continuare con mille esempi ma la cosa più giusta da fare è lavorare sulla propria frustrazione al di là del motivo.

La comparsa della Psoriasi, come tutti gli altri malesseri e disturbi che ci colpiscono, è un messaggio. Un messaggio che il nostro corpo ci offre per elevarci, guarire e stare meglio nel nostro più profondo. Il suo consiglio è proprio questo: liberati dalla delusione di essere stato in qualche modo respinto, abbandonato, messo da parte. Ragiona sul fatto che chiunque ti abbia fatto vivere quest’esperienza è, o è stato, vittima anch’essa della vita quanto te. Non deve interessarti chi ti ha regalato queste brutte sensazioni, la cosa principale è liberarti dall’attaccamento e rilassarti accettando che qualsiasi episodio, avvenuto nella tua vita, è accaduto per una motivazione. Prova a sentirti amato e accettato, impara ad amarti e accettarti tu per primo, nutri il tuo organismo d’amore e dalla tua pelle traboccherà solo amore. Approvati!

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La Psoriasi subentra come scudo. L’ispessimento della pelle che si denota è proprio una forte barriera (anche se in realtà forte non è) che la nostra cute prova ad attuare per difenderci, per farci sentire protetti. Questo accade perché inconsciamente abbiamo paura di soffrire di nuovo nella vita ed è proprio su questa paura che si deve lavorare. Il nostro corpo non ha mai intenzione di farci del male, prova ad attuare sempre meccanismi di risoluzione.

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Ogni giorno si disegna la propria esistenza in base agli avvenimenti subiti o goduti in passato e, dove c’è stata una falla, si cerca in tutti i modi di porre rimedio. La prima sensazione che nasce, anche se non si avverte, è quella della preoccupazione per non rivivere certi momenti e per non far riaprire determinate ferite. Obblighiamo la nostra pelle, un organo meraviglioso che abbiamo e prezioso rivestimento che collega il nostro mondo interiore a quello esterno, a vivere in uno stato di attenzione perenne come una sentinella in accampamento che, concentrata e sempre vigile, si aspetta l’arrivo del nemico da un momento all’altro.

Rilassati e anche la tua pelle si rilasserà.

Prosit!

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Brufoli e Acne – piccole e grandi manifestazioni di Rabbia

E parliamo ancora di brufoli, argomento che interessa a molti.

Tempo fa, in questo post QUI (che vi consiglio di leggere per comprendere meglio questo articolo) vi parlai in modo generico di quello che significa la presenza di un brufolo su una parte ben precisa del nostro viso. Abbiamo visto come esso ci vuole indicare che, nell’organo corrispondente alla zona del volto, ci sia qualcosa che non va.

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Niente di grave magari probabilmente, lo ripeto, dal momento che il nostro organo presenta scompensi sia dal punto di vista fisico che emozionale, un po’ di stress, un po’ di ansia, o di tristezza, lo stanno semplicemente rendendo inquieto. Si, inquieto, perché il nostro organo è vivo, proprio come noi.

Oggi andiamo un po’ più a fondo per imparare, anche se vi sembrerà strano, a ringraziare quel brufolo che vi sta portando un messaggio, bisogna semplicemente imparare a decodificarlo.

Partiamo dal punto di vista che si tratta di infiammazione innanzi tutto. Una piccola infiammazione che ha trovato sfogo sul nostro viso. L’infiammazione, per piccola o grande che sia, è sempre inerente ad uno stato di rabbia che fuoriesce. Infatti, anche se quella pustola pare indicare, come dicevo prima, ansia o tristezza, o paura, o ancora angoscia, dobbiamo capire che, anche se non ce ne accorgiamo, queste sono tutte emozioni che ci fanno arrabbiare.

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E’ una rabbia che probabilmente non riconosciamo, non sappiamo di avere, ma c’è. E’ normale. Mica possiamo essere felici pienamente se qualcosa ci rende tristi o agitati.

I brufoli quindi, che notoriamente vengono anche definiti “sfogo” hanno la stessa equivalenza di uno “sfogo” a livello psicologico (pianto, urla, aggressività…).

Come accennavo l’altra volta, parlando di Acne, per quello che riguarda i giovani o le persone più mature, soprattutto le donne durante la menopausa, capiamo bene come sia più che comprensibile uno sfogo e una sorta di rabbia nei confronti della vita.

L’adolescenza, è per un giovane un periodo abbastanza difficile da vivere anche se molto bello per molti altri punti di vista. E’ il periodo in cui deve farsi riconoscere in questo mondo, deve poter imparare “a dire la sua”, deve iniziare a rendersi una persona a se’, con un suo carattere, un suo cervello e una sua personalità. Quante volte abbiamo sentito di un adolescente che non si sente ascoltato o capito? Quante volte lo abbiamo sentito reagire nei confronti dei genitori o magari dei professori? Quante volte ha pianto, o ha sfogato la sua rabbia in altri modi? Molte. E’ l’età definita – della ribellione – per eccellenza e, guarda caso, è anche l’età che riempie di brufoli quei visi che ancora si stanno definendo.

Non ripeterò pertanto in questo post la responsabilità genetica e fisiologica, e ormonale, e ereditaria, mi limiterò a parlare dal punto di vista psicosomatico perciò, non si avrà appunto un foruncolo soltanto in una determinata zona del viso ma una comparsa generale ovunque. C’è infatti uno stato di inquietudine e irrequietezza che tocca ogni organo interno: la paura di crescere (reni), la tristezza di non essere compresi (polmoni), l’ansia di non riuscire (stomaco) e così via.

La stessa cosa vale per la donna di una certa età. Una donna che sta per perdere la possibilità di procreare, che sta invecchiando, che è arrivata ad una certa fase della sua vita e forse ha dei rimpianti. Pensate che tutto questo non faccia arrabbiare? Certo. Rende tristi anche e impauriti e, proprio perché non ci si può fare nulla contro il processo naturale biologico, ci si arrabbia.

Ecco quindi l’eventuale comparsa di un altro tipo di acne, l’acne rosacea, un acne un po’ particolare che non vi starò a definire dal punto di vista medico ma sappiate che, “rosacea” appunto, perché si manifesta con chiazze rosse (rosso=rabbia) e può avere a che fare anche con gonfiore e calore nonché con teleangectasie (piccoli vasi sanguigni dilatati) e couperose (altro stadio di dilatazione dei vasi sanguigni).

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L’acne, nella psicosomatica, sia giovanile, che rosacea, che conglobata, etc… è sinonimo di : non accettazione di se stessi, avversione e rabbia verso se stessi. Ed è proprio così, sia per chi in questo mondo ci sta entrando, sia per chi da questo mondo sta andando via.

Bisogna anche osservare come l’acne, colpisce di solito anche il petto e la schiena, la zona alta della schiena e sapete il significato di queste due zone del corpo qual è?

Petto – pesantezza della tristezza, mancanza di fluidità con la vita. Intoppi.

Schiena (parte alta) – paura, rabbia, frustrazione.

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Ricordatevi anche che, come vi spiegai in un post sulla pelle, essa è: madre dei reni e figlia dei polmoni. Propone quindi sempre un inestetismo quando sensazioni come paura e tristezza si provano a lungo. Sensazioni che, ripeto, fanno arrabbiare. Ma questo discorso lo approfondiremo in un altro momento.

E’ un bene che questa collera sopita e nascosta esca, ma ovviamente provoca sulla nostra pelle un disturbo non indifferente quanto questo avviene e, molto spesso, creme, lozioni e pomate non regalano risultati soddisfacenti.

Cosa fare quindi?

Allora, la rabbia ha innanzi tutto sede nel fegato.

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Il fegato è una grossa ghiandola che ci permette di digerire (notare come il termine “digerire” equivale anche ad indicare quando una cosa o una situazione, non riusciamo a “mandarla giù”) prevalentemente i grassi. In realtà svolge diversi ruoli ma questo è sicuramente uno dei più importanti così come quello di poter eliminare dal sangue le sostanze tossiche ossia quelle che ci “sporcano”, ci “inquinano”, proprio come i pensieri negativi.

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Da notare come il nome – fegato – derivi dal latino ficatum (iecur ficatum) e pare abbia a che fare con il dare, in antichità agli animali, dei fichi da mangiare affinchè diventassero belli grassi e pasciuti. – Aver fegato – inoltre, sta a significare avere coraggio ma essere anche persone abbastanza sanguigne per così dire.

Se osserviamo questi grassi scomposti dal nostro fegato, o le proteine ch’esso sintetizza, o ancora il glucosio che immagazzina, notiamo che, a livello normale, sono tutti elementi utilissimi per il nostro organismo (soprattutto in fase di crescita in quanto sono risorse energetiche) ma se abbondano, possono creare scompensi.

Grassi, proteine, zuccheri… insomma, cosa mangiano maggiormente i ragazzi d’oggi? Cosa c’è per lo più nelle macchinette degli istituti scolastici? E non avete mai sentito di quelle donne che, durante la menopausa, hanno attacchi incredibili di voglia di dolce o “schifezze” in generale? Oh si!

Questo per spiegarvi come l’alimentazione e le nostre emozioni, se ben equilibrate e sane entrambe, possono venirci molto in aiuto e possono renderci molto più felici. E’ stato constatato che un’alimentazione adeguata regala un benessere psicofisico totale mentre, pensieri positivi ed emozioni buone, non possono che farci del bene.

Piccoli e grandi rimedi per evitare che un brufolo spunti all’improvviso per dirci che c’è qualcosa che non va!

volonwrite.org

La dermatologia, che tutti ringraziamo, non può compiere miracoli anche se spesso ci riesce, vi consiglio pertanto di risanare la vostra persona anche con questi mezzi e ponendovi delle domande sul perché quel brufolo o quella miriade di brufoli sono comparsi.

Prosit!

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Prova ad eliminare le tue Paure

Sono convinta che tante nostre paure possiamo eliminarle con un pò d’impegno, coraggio, forza di volontà e analisi.

In questo post QUI avevo accennato che un giorno vi avrei dato un piccolo aiuto su come fare ad eliminare alcune paure, magari anche piccole, che riescono comunque a rovinarci l’esistenza senza che nemmeno ce ne possiamo rendere conto.

Oggi vi propongo il mio aiuto facendovi fare un piccolo gioco perché, innanzi tutto, le proprie paure bisogna riconoscerle e quantificarle. Inizieremo scrivendo, come già vi avevo spiegato nell’ultima parte di quell’articolo, l’elenco delle nostre paure e vediamo che fare dopo.

Esempio di paure (preoccupazioni) quotidiane che può avere e vivere una persona durante l’arco della sua giornata e quindi ogni giorno, tutti i giorni (un peso insopportabile direi):

Elenco

– paura del giudizio degli altri

– paura di arrivare in ritardo

– paura degli insetti

– paura di essere considerato/a basso/a

– paura dei figli che sono usciti

– paura di svolgere bene il proprio lavoro

– paura di ingrassare

– paura che il compagno/a tradisca

– paura di non avere abbastanza soldi

– paura di perdere i propri clienti

– paura di non raggiungere la perfezione

– paura della malattia

– paura della solitudine

– paura di invecchiare

– paura di offendere gli altri

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E possono essercene molte, molte altre.

A leggerle vi sembreranno tante ma, in realtà, si provano davvero quotidianamente anche se ognuno ha le sue. E vi sembrerà assurdo ma chi più, chi meno, ognuno di noi ha delle preoccupazioni con le quali combattere sempre. Per non parlare poi delle paure che sorgono solo in determinati momenti della vita ma vivono comunque in noi per affiorare al momento opportuno. Ad esempio, la paura di volare.

Ora, per svolgere il compito, occorre però dell’altro materiale e ve lo scrivo tutto qui sotto.

Occorrente:

Elenco delle paure quotidiane/giornaliere che è appena stato fatto

Una ciotola capiente tipo un’insalatiera o una bacinella, con dentro dell’acqua fino a metà

2 hg di riso

1 mela

1 mandarino

2 acini d’uva

1 banana

1 cipolla

1 noce

2 foglie di radicchio rosso lungo

1 peperone tagliato a metà, in due parti

Del pongo

 

Spiegazione:

 

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L’insalatiera siete voi. La vostra parte – fisicamente – più grande. Lasciamo perdere quindi gli arti. Prendiamo un tutt’uno tra tronco, dove risiedono gli organi e le emozioni, e la testa dove c’è il cervello cioè anche la nostra mente che, sempre leggendo il vecchio articolo, avete capito come sa raccontare bene tante bugie.

L’acqua che vedete dentro alla ciotola è il vostro sangue ossia la vostra vita. Il sangue è vita. Non è solo un liquido rosso composto da cellule con un suo volume, un suo peso, un suo percorso. Esso è molto di più. Impariamo a vederlo anche astrattamente. Quindi, il vostro soffio vitale, il vostro flusso vitale, la vostra energia, chiamatelo come volete.

La frutta e la verdura, rispettivamente, equivalgono ai vostri organi/ghiandole, non state a misurare il centimetro ma, più o meno, si associano così:

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½ peperone = cervello

mela = stomaco

radicchio = polmoni

mandarino = cuore

banana = intestino

uva = reni

noce = pancreas

½ peperone = fegato

cipolla = vescica

I 2 hg di riso sono invece paragonabili al cibo che ogni giorno immettete nel vostro corpo per potervi alimentare. Alimentare prevalentemente dal punto di vista fisico. Ma, come saprete, anche la parte emozionale va alimentata.

Il pongo invece, lo andremo a vedere tra poco.

Bene, ora che avete tutto il necessario, dovete mettere tutto all’interno dell’insalatiera (che non dovrà essere piccola ma nemmeno una piscina gonfiabile! Non fregate!). Dentro dell’acqua. Vedrete che il livello dell’acqua sale ma non preoccupatevi, deve ovviamente salire.

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Ora, arriviamo al nostro pongo. Con esso, dovrete fare delle palline. Semplicissimo. L’unica regola è la grandezza delle palline nel senso che avete un massimo e un minimo. Il massimo sarà la grandezza di un arancio, il minimo sarà la grandezza di una castagna. Adesso prendete l’elenco delle paure che avete fatto. Per ognuna di esse, a seconda di quanto le considerate grandi per voi, (quando si dice da 1 a 10 ad esempio), fate una pallina di pongo. Trasformate quella paura concretamente in una pallina. Se secondo voi è una paura grande (ipotesi paura della morte) la farete grande come un arancia, se invece è una paura minima (ipotesi che quella maglia non vi sta bene – giudizio degli altri -) la farete grande come una castagna. Oppure, deciderete per una via di mezzo (una noce ad esempio o un’albicocca). Una volta finito di fare tutte le palline mettetele dentro all’insalatiera, nell’acqua, una per volta, assieme a tutte le altre cose. Cosa sta succedendo? L’acqua trasborda? Lasciatela uscire. Mi auguro vi siate messi su un lavandino.

Se tutte le palle di pongo non ci stanno e fuoriescono dalla capienza del contenitore, iniziate a togliere i metaforici organi. Iniziando dallo stomaco, poi l’intestino, poi i reni, il cuore, dopodichè i polmoni, in seguito il fegato, il pancreas e la vescica, tenendo come ultimo il cervello.

Nell’ordine sono gli organi che si ammalano a seconda dell’emozione provata dei quali sono le sedi come la paura, che genera l’ansia, che genera la tristezza, che genera la rabbia e così via… Eliminate i vostri organi in quest’ordine finchè vedete che tutte le palle di pongo stanno comode all’interno dell’insalatiera quindi fermatevi. Se qualche organo ci sta ancora meglio così, vuol dire che almeno quello si salva. Adesso, osservate attentamente quello che avete davanti. In quella coppa ci sono tutte le vostre paure e quasi non c’è più spazio per tutto il resto.

Le palline di pongo sono le vostre paure e quel contenitore siete voi! L’acqua è uscita, vuol dire che è andata via la vostra vita, la vostra linfa vitale! La vostra gioia (il sangue). E forse avete dovuto rinunciare anche a qualche organo o ghiandola che, poverino/a, a causa di quelle paure, sta soffrendo. Guardate, ecco di cosa siete pieni. Ecco da cosa è formato il vostro interno.

Vi sembra giusto? Per che cosa? Per paura del giudizio degli altri? Per paura di non essere perfetti? Per paura di rimanere soli? Per paura di non farcela? Per paura che i soldi non bastano? Per paura di ammalarvi? Vi state già ammalando. Da soli.

State obbligando la vostra anima a vivere soffocata sotto ad un mare di paure e preoccupazioni. L’avete spenta, l’avete mandata via, giù nel tubo del lavandino! … Niente di irreparabile comunque. Volendo, siete molto più forti delle vostre paure. Riprendete il famoso elenco in mano e concentratevi su una paura che avete scelto. In questo caso vi chiedo di scegliere la più blanda, la più facile da superare. Una volta deciso di partire da quella che è solo una piccola preoccupazione provate ad eliminarla. Allenatevi nei giorni a venire e, una volta che ci siete riusciti, e se volete ci riuscite senz’altro, cancellatela con la penna. Via, quella inquietudine non c’è più.

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Togliamo con l’immaginazione una pallina dalla nostra ciotola, in quanto l’insalatiera non sarà più presente essendo ormai trascorsi diversi giorni, e aggiungiamo dell’acqua al posto del volume di quella palla di pongo. Un po’ di vita è rientrata in sede.

Fatelo con tutte le paure che avete segnato. Se non riuscite a farlo con tutte, cercate di eliminarne almeno una buona parte e ogni volta aggiungete acqua. Una volta finito, rimettete gli organi dov’erano, guariti, essi si sono rigenerati e tornano a fare bene il loro lavoro. A quel punto, non fa niente se un po’ di acqua va via, deve solo fare posto agli organi che hanno tutto il diritto di stare lì.

Questo esercizio aiuta a capire, a vedere, a toccare con mano le proprie apprensioni in modo che sia più facile eliminarle. Due sistemi efficaci per combattere le proprie “ansie”, sempre senza sforzarsi eccessivamente mi raccomando o vi farete solo un gran male senza ottenere nulla, sono: abbassare il livello delle aspettative e provare a fare l’esatto contrario di quello che ci chiede la nostra compulsione. Vi farò degli esempi:

  • Questo mese devo ottenere almeno dieci provvigioni – diventerà – Questo mese devo ottenere almeno tre provvigioni -. E piano piano, in futuro, il numero di provvigioni potrà alzarsi con, al di sotto, una base diversa. Non passerete più da 0 a 10 ma da 0 a 3, da 3 a 5, da 5 a 7 e così via…
  • Mi metto le scarpe tacco 12, così sono più alta e vengo apprezzata – diventerà – Mi metto le scarpe tacco 10 tanto sarò apprezzata ugualmente -. E piano piano, nel futuro, abbasserete sempre di più la misura di quel tacco che in realtà è una gabbia, perchè la gente, capirete, che vi apprezza per quello che c’è dentro di voi e non per l’altezza.
  • Devo perdere 20 kg – diventerà – Devo perdere 2 kg -. Sarà più facile da accettare per il vostro inconscio e la mente non vi remerà contro.

Infine, ricordatevi sempre di non vergognarvi mai a chiedere aiuto ad un professionista del campo. Farsi aiutare da chi ne sa più di noi è segno d’intelligenza, umiltà e grande ricchezza d’animo. Così come non provate vergogna a chiamare un dentista se vi fa male un dente, non dovete provare vergogna nemmeno a chiamare un persona capace e disponibile se a farvi male sono emozioni negative che vi logorano l’anima.

Ricordate, il più grande segreto per eliminare molte delle proprie paure è amarvi. Amarvi indiscutibilmente. Amarvi sopra ogni cosa, per quello che siete e per quello che riuscite a fare, migliorandovi ma senza pretendere troppo. Amare la vita che vi circonda e quello che accade. E perdonatevi. Allenatevi a perdonarvi. Attraverso il perdono, nessuna paura ha più modo di esistere. La preoccupazione è come il preludio al castigo, alla punizione. Ma, nel momento in cui io “perdono”, la punizione non ha più da venire. Mi auguro possiate riuscirci.

Prosit!

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Manualità e Cognizione – Le strane richieste che non comprendiamo

Come spesso vi ho detto il nostro corpo e la nostra mente sono un tutt’uno assieme alla nostra parte spirituale nella quale risiedono anche emozioni e sensazioni.

psicosomatica

La parola psiche, che oggi intendiamo come l’insieme delle funzioni cerebrali ed emotive dell’individuo, deriva in realtà dal termine greco psyché che sta a significare anima, spirito o, ancor meglio, quel soffio vitale che ci permette di esistere. Teorizzato più avanti da Aristotele, questo termine, prese il senso di “forma” inteso come forma vitale prettamente corporea mentre, più avanti ancora, con Cartesio, assunse il nuovo significato, più ampio, di Divinità all’interno dell’uomo. Parte Divina di esso. Tutto questo per spiegarvi come si è sempre andati alla ricerca di una definizione che illuminasse sulla totalità dell’essere umano, come tale parola sia stata da sempre molto considerata cercando di fornire per essa una valida spiegazione che rappresentasse l’individuo, nel suo più ampio concetto, attraverso mutamenti dello stesso significato, per arrivare comunque ad un’unica conclusione, in un modo o nell’altro, ossia: il tutto. L’uomo. Il suo insieme. Anima – Corpo – Mente. E oggi, questo insieme, lo chiamo all’appello per spiegarvi un criterio che ritengo molto importante. L’ Anima, è la nostra fonte d’energia e, anche se spesso bloccata dal nostro pensiero, sa già, meglio di noi stessi, cosa deve fare, come deve agire, come deve sentire. Percepisce e non sbaglia mai. Parlerò quindi sicuramente di lei in futuro ma, per questo articolo, mi servono gli altri due componenti del triangolo perfetto cioè la Mente e il Corpo. Vi spiego subito il perché. Essi devono andare di pari passo. Costantemente. Mi riferisco al fatto che, se non li facciamo “vivere”, in senso olistico, ambedue alla stessa maniera, con la stessa intensità, potremmo avere scompensi, anche seri, che ci regaleranno malesseri di varia origine. Ci sono due tipologie di persone che ben rappresentano ciò che intendo dire:

quelle che svolgono un mestiere manuale ma in modo contenuto devono utilizzare il loro lato cognitivo

quelle invece che eseguono una professione prevalentemente mentale nella quale non viene mai richiesto uno sforzo fisico

Pare impossibile ma molte persone svolgono la loro esistenza, giorno dopo giorno, solo ed esclusivamente verso uno dei due modelli di vita, senza preoccuparsi assolutamente dell’altro. Conosco individui, bravissimi muratori ad esempio, che finite le loro ore lavorative, come a non essere contenti, si dedicano ulteriormente all’attività fisica. Questo è un bene, fare sport è molto salutare soprattutto se svolto all’aria aperta e, apre le menti. Aggiungerei però a tutto questo anche un po’ di sana e istruttiva teoria. Non perché essi siano ignoranti, intendiamoci subito ma, un passatempo come ad esempio la lettura, o la pittura, o il canto, o la scrittura (lavorando esclusivamente di fantasia), permetterebbe loro di evadere dalla quotidianità e dall’eventuale essere troppo fissati dall’aspetto materiale e concreto.

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Una meccanicità che, andando avanti, chiude le frontiere anziché abbatterle. Soffoca il lato spirituale, creativo, emotivo. Opprime la scintilla della sana follia. Far lavorare anche la mente non potrà che giovare. Al contrario, e questo penso sia ancora peggio, ci sono persone che, dal mattino quando si alzano alla sera quando vanno a dormire, fanno lavorare (e stancare) solo la mente, mentre il fisico, rimane lì, tutto il giorno raggomitolato su se stesso, magari davanti al monitor di un computer, senza mai potersi esibire in tutte le sue performances.

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Sbagliatissimo. Dopo un po’ di tempo inizierà sicuramente a lamentarsi. I vostri organi, i vostri tessuti, i vostri arti, richiederanno ciò che spetta loro di diritto. Tempo fa conobbi un uomo che svolgeva appunto un lavoro completamente sedentario. Essendo in proprio, faceva il massimo per poter rendere la sua professione redditizia e spesso, si ritrovava al telefono con qualche cliente anche a tarda sera. Ad un certo punto della sua vita, il cuore iniziò a presentargli davanti quelli che lui definì “dei problemi”. Secondo quest’uomo, il suo cuore non funzionava più bene. Ogni tanto perdeva un colpo, altre volte invece, batteva acceleratamente causandogli una fastidiosa tachicardia. Spaventato quest’uomo andò immediatamente a fare tutti i controlli necessari ma, ogni medico che lo visitava non riscontrava nulla di anomalo e come terapia si sentiva sempre ripetere la stessa solfa – Si rilassi, si diverta, faccia dello sport -. Visite, prove di sforzo, analisi, esami, tutto diceva che il suo cuore era in perfetta forma. Ma allora perché danzava nel petto in quel modo così sconfusionato? “Come faccio a fare sport se il mio cuore non palpita nel modo giusto! Potrebbe venirmi un infarto! Come faccio a tranquillizzarmi quando forse ho una malformazione al muscolo cardiaco!” si diceva il signore. I medici invece, non avevano per niente sbagliato diagnosi, avevano ragione e quel cuore stava semplicemente implorando a modo suo che avrebbe voluto ballare! Avrebbe voluto muoversi, scoppiare, saltare fuori dal quel petto che lo opprimeva immobile ogni giorno! Quel cuore stava fremendo! Non ce la faceva più a passare le ore seduto ad una scrivania e poi coricato in un letto e poi di nuovo seduto alla stessa scrivania e di nuovo coricato nello stesso letto. Ogni dì. “Io sono il Cuore! Ti rendi conto?! Sono il Re di tutta questa struttura, come puoi permetterti di tenermi imprigionato così! Adesso ti faccio vedere io!” urlava quel magico organo grande quanto un pugno ma, tutto quello che l’uomo sentiva era solo un “Tum, tutum… tu, tu, tum… tuuuuum….” disordinato e fuori tempo.

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Non riusciva a decodificare quel messaggio. E ancor grazie che almeno comunque lo sentiva! Ebbene si cari amici, perché vedete, il cuore palpita ma gli altri organi, non emettono alcun rumore invece. Soffrono in silenzio e, il momento in cui riuscite a “sentirli” e assumono una certa importanza nella vostra vita, è quando il problema è già sorto. Il disturbo principale dell’uomo infatti non era collegato solo al cuore ma anche ai reni che sono strettamente correlati all’organo propulsore come già vi avevo spiegato QUI. Nulla di grave fortunatamente ma, anche i suoi reni, stavano soffrendo. Erano spenti, tristi… sovraccaricati dalla paura della quale ne sono la sede. La paura di non avere abbastanza soldi a fine mese. La paura che lo faceva stare anche dopo cena attaccato al telefono con la speranza di accaparrare qualche nuovo cliente o di soddisfarlo al meglio per non perderlo e regalarlo alla concorrenza. La paura di non riuscire a soddisfare economicamente tutti gli eventuali bisogni. I reni inoltre, sono il contenitore della vitalità che, nel caso di quest’uomo, era pari allo zero. Oggi, questo signore, continua a fare il suo lavoro di sempre avendo ridotto però le ore di attività. Si concede una passeggiata sulla spiaggia all’alba due volte alla settimana assieme ad un cagnetto che è andato a prendersi al canile del suo paese e, ogni tre giorni, in casa, fa esercizio fisico per mezz’ora.

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In più, tutte le mattine e tutte le sere, sul suo terrazzo, esegue una particolare respirazione che è alla base del benessere. Durante il week end infine, mentre prima lavorava, ora si dirige alla scoperta di sentieri montani, camminando per molto tempo a contatto della natura. Il suo cuore non si è più fatto sentire con toni sgradevoli, tranne una volta, quando, a causa di problemi di salute del padre egli non ha potuto svolgere per parecchi giorni le sue nuove attività dinamiche. Il suo cuore, che si era abituato bene, si è subito risentito, ma è bastata una promessa, in seguito mantenuta, a riportare il tutto alla normalità. Ora, quell’uomo è un uomo nuovo. Non possiamo pensare che solo una parte di noi debba lavorare, stancarsi, divertirsi, soffrire ogni giorno. Tutto ciò di cui siamo fatti deve vivere. Deve avere il suo spazio. Così come nutriamo ogni giorno il nostro organismo con alimenti che cuciniamo e poi mangiamo, allo stesso modo dobbiamo saziare la nostra mente, i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre emozioni con l’evasione, la creatività, l’attività fisica, la meditazione, la respirazione, il prendersi cura di noi stessi. Persino con lo sforzo, con la fatica, che vengono definiti così solo dalle nostre barriere e dai nostri limiti in realtà inesistenti. Il corpo deve muoversi così come la mente, viaggiando in luoghi sconosciuti e immensi. Lasciamo che ogni tanto, una nostra parte, possa riposare e facciamo lavorare l’altra che non deve intorpidirsi, rattrappirsi, indebolirsi. Se una parte di noi non viene usata, il sangue che passa al suo interno sarà pochissimo e il sangue si sa, è fonte di vita, di nutrimento, di rinnovamento! Solo così ci sarà armonia e benessere in noi.

Prosit!

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Parliamo ancora della Connessione tra Reni e Orecchie ma oggi di mezzo c’è anche il Cuore

Tempo fa, qui vi parlai di come i nostri Reni e le nostre Orecchie sono strettamente collegate. Vi raccontai di come già in antichità si valutava questa connessione tra le parti e vi parlai dell’Auricoloterapia. Accennai anche a vari disturbi dell’Orecchio che, spesso, indicano anche la salute dei nostri Reni. In quest’altro articolo qui parlando della voce invece, avrete potuto capire come anche il nostro tono e quindi anche il nostro udito sono sempre collegati ai Reni. Chi urla, può avere i Reni intasati, questo è quanto ma, se in questo post sulla voce mi sono limitata a parlare dell’alimentazone, oggi vi svelo come i Reni possono essere anche intasati dalle nostre Paure o dalla nostra mancanza di vitalità. Essi infatti sono la sede della Paura e della vitalità di una persona. Non solo, in essi è governata anche la nostra voglia di attività sessuale. Come vi ho spiegato diverse volte, le nostre emozioni negative intaccano diversi organi: la tristezza i polmoni, l’ansia lo stomaco, la rabbia il fegato… ebbene, la Paura i Reni. Paura intesa anche come semplice Paura di vivere e andare avanti nella vita e credetemi, in molti, anche se solo inconsciamente, la provano. Paura di non avere abbastanza soldi, paura di fare una cosa malfatta, paura di non avere il sostegno di determinate persone a noi vicine, paura di perdere quello che hanno, paura di non essere accettati e potrei andare avanti all’infinito. Senza che noi ce ne accorgiamo, la Paura governa le nostre giornate, i nostri mesi, i nostri anni. Quando questa Paura assume un determinato spessore, ne risentono anche i Reni che si intasano e si affaticano come se fossero carichi di tossine. Quasi si bloccano senza più fare il loro dovere. Sono filtri di pulizia e smettendo di lavorare, tutto il nostro organismo si “sporca”. Da qui ne deriva anche l’eventuale mancanza di vitalità. Sovente capita che una persona molto apatica, svogliata, sempre stanca, abbia, oltre a delle mancanze di sali minerali, i Reni affaticati che la spengono. Se i nostri Reni sono in questo stato, ne risentirà subito anche il Cuore strettamente collegato a loro.

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Questo lo riconoscono anche i nostri medici occidentali che si sono precipitati a dare questa notizia http://www.corriere.it/salute/cardiologia/11_ottobre_19/cuore-reni-legami-sparvoli_8151c6ee-f009-11e0-afdf-a2af759d2c3b.shtml  ma, in Oriente, dove questa teoria è conosciuta da molto tempo, è stato trovato un vero e proprio canale di collegamento tra questi organi chiamato Chong Mài. Sarà così che il vostro Cuore, lo sentirete ribellarsi, scalpitare, soffrire. Attraverso battiti irregolari, palpitazioni, carenze… Perchè se si spengono i Reni, la passione, l’energia, la vita che stanno dentro al Cuore, si spengono anch’esse e il Cuore, giustamente, si ribella. Non gli sta bene! Vi inizierà a comunicare di non vivere immersi nelle paure della vita. Vi chiederà di vivere a giornata! Quella giornata come se fosse l’ultima! Esagerata forse come esclamazione ma rende bene l’idea. Lui vuole emozionarsi, scalpitare, galoppare come un cavallo libero. Gli elementi ai quali diverse filosofie affiancano i nostri organi, e questo è davvero importante, sono: il Fuoco per il Cuore e l’Acqua per i Reni. Notate niente? Se i Reni non stanno bene “piangono” come piangerete anche voi perchè siete tristi. Emanano e producono Acqua nella ricerca di idratarsi, sanarsi da quella durezza nella quale si trovano. Ma così facendo, “allagando il nostro organismo” spegneranno il Fuoco. Il Fuoco del Cuore. Il Fuoco della Vita. E ma allora in tutta questa storia cosa c’entra il nostro amico Orecchio che torna in scena? Il campanello d’allarme dei nostri Reni o delle nostre Paure, dei nostri timori, vi ricordate? Otite, prurito, tappo di cerume, sordità, acufene, vertigini, sono tutti disturbi dei quali spesso siamo vittime. Ne vogliamo analizzare qualcuno?

ACUFENE (un rumore interno prodotto dall’orecchio tipo un sibilo o un ronzio. Un disturbo che si collega molto anche con il nostro equilibrio e, per cui, anche con l’equilibrio vitale): ci stiamo forse rifiutando di ascoltare la sofferenza o lo stress che ci portiamo dentro?

VERTIGINE (la sensazione di cadere, di perdere l’equilibrio. La sensazione che il mondo intorno a noi si muove): stiamo forse cercando di andare avanti nella vita nonostante tutto ciò che ci fa star male?

OTITE (un’infiammazione spesso dolorosa che colpisce il più delle volte l’orecchio interno): abbiamo forse “udito”/vissuto qualcosa che non avremmo voluto sentire e che ci ha spaventato, destabilizzato, regalandoci rabbia o tristezza?

Tutti sintomi che rispecchiano le nostre Paure. Paure che porteranno altre emozioni come l’ira, la frustrazione, l’ansia, il panico, la malinconia. Come avete visto, in questo articolo non si parla di cibo e di coltivare in salute i nostri Reni attraverso un regime alimentare sano bensì, si parla di vivere, o per lo meno provare a vivere, senza farsi attanagliare dai nostri timori spesso inculcati in noi già da quando eravamo bambini da educazioni e moralismi che a volte vanno contro natura. Obbligati a lavorare come schiavi rinunciando a svaghi e famiglia pur di mantenerci, obbligati a soli 6 anni a stare 8 ore seduti composti in un banco di scuola e iniziare a dover dare il meglio di noi. Obbligati a sottostare e subire vere violenze psicologiche il più delle volte prodotte da persone che ci circondano ancora più spaventate di noi fondamentalmente. Proviamo a liberarci da questi schemi, da questi vincoli, da queste imposizioni. Per lo meno dove si può. Cerchiamo di vivere il più liberamente possibile se vogliamo stare bene. la-via-della-gioia

Come il cavallo, a forma di Cuore, che risiede in noi e aspetta solo che gli vengano tolte le briglie. I Reni sono silenziosi. Non vi faranno mai capire che stanno soffrendo finchè non arrivano alla fine della sopportazione quando a volte può essere quindi molto doloroso.

come-riconoscere-un-problema-di-udito_1025779d3834e66f1384bb26ba661d54__1439148322_88.86.182.206Ascoltate il vostro Orecchio, vi aiuterà. E ascoltate altri bisbigli. Il troppo sudare, il troppo piangere, il troppo urinare…. cosa vi spaventa in cuor vostro? Cosa non vi fa vivere nella più completa tranquillità?

Prosit!

photo ladialisiperitoneale.it – direzionebenessere.com – vvox.it

I Brufoli non son semplici Brufoli!

Quante volte ci siamo alzati al mattino, siamo andati in bagno per detergerci il viso e…. ah! Un brufolo! Proprio li. Proprio li davanti. Grande, rosso, infiammato, protagonista assoluto davanti allo specchio. Sulla pelle chiara poi, spicca che è una meraviglia!

Ebbene oggi vi segnalo che quel brufolo non è li per caso. E non parlo di una semplice infiammazione interna sfociata a livello epiteliale tanto per rovinarvi la giornata. Mi riferisco al fatto che dobbiamo osservare bene in quale zona del nostro viso, l’odioso nemico, è uscito fuori. Sul mento? Sul naso? Nel bel mezzo della guancia dove, almeno per il sesso femminile, nemmeno phard o blush, che dir si voglia e fondotinta possono compiere il miracolo?

Allora, dovete sapere che, sul nostro viso, così come in altre zone del corpo, si rispecchiano tutti gli organi.

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Nell’immagine che vi ho postato, la prima, potete vedere bene cosa intendo.

Il mento rappresenta le zone dei genitali ad esempio, mentre il funzionamento del fegato, lo possiamo notare in mezzo agli occhi. Uno stomaco che non da il meglio di sè, sicuramente verrà evidenziato sugli zigomi e sulle gote invece ecco i polmoni.

E allora cosa vuol dire tutto ciò? Significa che se ci spunta una pustola nel bel mezzo della fronte, il nostro intestino tenue sta avendo qualche problemuccio? Esattamente. Ma attenzione, sapete bene che qui non si parla solo di fisicità ma anche di emozioni. Nel nostro intestino infatti trovano sede, se noi le facciamo vivere, ansia, stress, risolutezza. E quindi troppa ansia ad esempio, avrebbe sulla nostra cute, lo stesso effetto di troppo salame o troppo cioccolato. Ecco il brufolo.

Perché? Perché comunque, vuoi per una cosa, vuoi per l’altra, il nostro intestino non sta vivendo bene in quel periodo. Forse è sporco, forse attanagliato dall’angoscia, forse troppo asciutto, forse intasato, le motivazioni potrebbero essere molte. La pustolina rossa ci sta semplicemente dicendo che quell’organo è un po’ sofferente.

Ora, dermatologicamente parlando, un brufolo, chiamato così da molti ma che in realtà bisognerebbe distinguere da tante altre manifestazioni cutanee senza fare di tutta l’erba un fascio, altro non è che un processo infiammatorio che interessa sia il bulbo pilifero che la ghiandola sebacea. Può contenere pus e definirsi così pustola o essere asciutto al suo interno e chiamarsi papula. Molti brufoli, o foruncoli, formano l’acne, uno sfogo cutaneo considerato in ambiente medico una vera e propria malattia della pelle. Ma infatti, qualcuno si starà chiedendo, quando c’è la presenza di acne e tutto il viso è colpito (e non solo, possono essere intaccati anche petto e schiena), che cosa vuol dire? Vuol dire che c’è uno scompenso generale. Esso è solitamente dato da un malfunzionamento degli ormoni e infatti, alcuni tipi di acne, si manifestano durante la pubertà, altri invece, colpiscono le donne più mature o durante la menopausa.

Ma perché gli ormoni non funzionano al meglio? Perché cresciamo? Ma il nostro corpo è nato per crescere! Sia chiaro, scompensi di ogni tipo: fisiologico, genetico, biologico, ci sono. Esistono e così è. Ma gli ormoni (prodotti da ghiandole endocrine), non sono altro che “sostanze”, in modo che sia chiaro a tutti, formate dal nostro stesso corpo. Non possono volerci “far del male”! Siamo forse noi ad “inquinare” questi famosi ormoni che, a loro volta, contaminano tutto il nostro organismo? Forse si. E quindi, più il nostro corpo è sano e più saranno sani anche i nostri ormoni. E’ un procedimento ben più complesso ovviamente ma ho cercato di renderlo semplice.

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Per cui, cerchiamo di non aumentare le disfunzioni magari già esistenti e che ci portiamo dietro da un codice genetico che nessuno (se non noi, a sentire diverse filosofie) può modificare. Con una vita, il più sano e il più positivo possibile, si sa, tutto funziona meglio.

E allora adesso, oltre a nasconderlo, oltre a schiacciarlo, oltre che a maledirlo, quel brufolo, osservatelo. E cercate di capire che cosa vi sta dicendo.

Se volete approfondire l’argomento potete leggere anche questo post QUI

Prosit!

photo omeopataamilano – palermomania.it